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Racconti erotici sull'Incesto

Grossi cazzi e corna segrete

By 6 Febbraio 2010Dicembre 16th, 2019No Comments

“Amore”, diceva il display del cellulare che stava squillando. Michele lo prese in mano, guardò il nome sul display, e ridacchiò. “Ehi troietta… quel cornuto del tuo ragazzo ti sta chiamando, vuoi che risponda io per te?” disse rivolto alla ragazza che si trovava in ginocchio di fronte a lui. La ragazza non rispose: non poteva parlare mentre succhiava, si limitò ad un mugulio indistinto. “Che ne dici Carlo? La facciamo rispondere?” chiese al suo amico, che in quel momento era sdraiato sotto la ragazza, lasciando che fosse lei a muoversi su di lui. I due scoppiarono a ridere, mentre il cellulare continuava a squillare…

I due amici avevano riportato Silvia a casa, dopo una serata fuori. Erano in vacanza al mare, praticamente tutta la famiglia. L’annuale ritrovo di una famiglia i cui membri si erano dispersi su molte città. Avevano noleggiato addirittura due villette per poter stare tutti insieme. Erano usciti per rimorchiare, e in un bar Luca aveva riconosciuto Silvia. Non si vedevano spesso, anche se erano lontani cugini, ma erano sempre stati affezionati l’uno all’altra, nonostante la differenza d’età, di quasi 7 anni. Silvia aveva 19 anni, era in forma ma abbastanza formosa da attirare l’attenzione, soprattutto sulla sua terza che lei strizzava in reggiseni troppo piccoli. Sarebbe stata bionda, ma da quando aveva deciso di vestirti gothic si tingeva di nero, facendo risaltare gli occhi verdi con una matita nera molto marcata. Michele, suo cugino, era un bodybuilder, proprio come il suo amico Carlo, e quella sera avevano fatti grandi conquiste tra le ragazze al tavolo, che guardavano con interesse gli enormi pettorali dei due ragazzi.

Verso l’1, Silvia aveva bevuto decisamente troppo per guidare fino a casa, e così Michele e Carlo l’avevano accompagnata. Carlo, con la scusa di sorreggerla, sfruttava ogni occasione per palpeggiarla, ma la ragazza non protestava. Una volta in casa, Silvia si sedette sul divano. Carlo e Michele le si sedettero a fianco. Molto vicino. Troppo vicino. Carlo le stava accarezzando una gamba. Michele le sollevò la maglietta e cominciò ad accarezzare la pancia.
“Ragazzi… che fate?”
“Dai piccola… noi con te siamo stati gentili…”, disse Carlo.
“E poi non credere che non ci siamo accorti di come ci guardavate tu e le tue amiche…”, aggiunse Michele, che le strizzava i seni sotto la maglietta.
Silvia era eccitata, ma non voleva ammetterlo. Rimase immobile, mentre la toccavano. Michele la baciò, mentre Carlo iniziò a toglierle i jeans. Sotto non portava niente, nemmeno del pelo.
“Ecco, visto? Allora avevi dei progetti anche tu per questa sera…” e poi iniziò a leccarla. Si stava già bagnando.
Le girava la testa, per l’alcool e l’eccitazione. Aveva fantasticato spesso su suo cugino e sul suo corpo scolpito, ed ora erano addirittura in due così… Mise una mano sulla testa di Carlo, spingendolo dentro di se, e un’altra sul pacco gonfio di Michele…
“Brava cuginetta, così mi piaci… ubbidiente. Ora alzati e spogliati.”, le disse Michele, alzandola dal divano. I due ragazzi si sedettero, guardandola mentre si toglieva tutti i vestiti. Rimase nuda di fronte ai due ragazzi, che avevano abbassato i jeans e stavano lentamente accarezzando i due cazzi più grossi che Silvia avesse visto in vita sua.

Si inginocchiò tra i due, succhiandone uno mentre segava l’altro. Leccava tutta la verga, per poi gettarsi sulla cappella e prenderlo tutto in bocca, finchè riusciva.
I commenti dei ragazzi, osceni, la eccitavano sempre di più. Non avrebbe potuto smettere nemmeno se avesse voluto.
“Mmm com’è brava la tua cuginetta a succhiare…”
“Davvero… deve avere fatto tanta pratica…”
“Si… le piace proprio succhiare eh?”
“Si, si sente… ti piace succhiare eh? Ti piace succhiare il cazzo?”
Silvia mugolò in risposta, senza staccarsi dal cazzo di Carlo. Ognuna di quelle frasi le aveva procurato un brivido di piacere lungo la schiena.
“Basta così.” disse Michele. L’aveva pronunciato normalmente, ma era un ordine, e Silvia obbedì.
“Guarda Carlo… ha ubbidito subito… questa qui è proprio una troietta…”
Silvia chiuse gli occhi e sussurrò “si…”
“Non ti ho sentito,” disse Carlo, “che cosa sei?”
“Una… una troietta…” balbettò lei.
“Puoi fare di meglio… più volgare.”
“Una puttana… una porca…”
“Una troia che vuole solo essere scopata, vero?”
“Si…”
“Dimmelo.”
“Sono una troia… voglio solo essere scopata…”
“Brava, te lo sei meritato.” sorrise Carlo, dopodichè la sdraiò quasi di peso sul divano, ficcandole subito il cazzo fino in gola. Michele si spostò dall’altro lato e iniziò a infilare le sua dita dentro di lei…
“Ehi Carlo, ma sai che il culetto di questa troietta è proprio morbido? Si vede che si fa inculare spesso…”
“E’ così? Ti piace prenderlo nel culo, vero?” le chiese Carlo.
Silvia annuì, gli occhi sbarrati… sbavava mentre il ragazzo le stava praticamente scopando la bocca…

Michele sogghignò. “Eheh con tutte le volte che ti ho visto in costume, non vedevo l’ora di scoparti questo tuo bel culetto sai?”
Silvia non rispose, Carlo le spingeva la testa sul suo cazzo con entrambe le mani. Lei intanto si strizzava le tette, giocava con i suoi capezzoli, in estasi.
Poi sentì l’enorme cazzo di suo cugino appoggiarsi sul buchetto…
“Lo vuoi? Vuoi che ti fotta il culo? Chiedimelo troia!”
Carlo la lasciò libera solo il tempo necessario perchè lei potesse implorare suo cugino di incularla, dopodichè la rispinse su di sè.

Silvia era in estasi. Non ricordava di aver mai goduto tanto in tutta la sua vita. Si sentiva umiliata, usata. Era la loro troia, solo un oggetto che loro usavano per il loro piacere. E la eccitava fino a farle perdere la testa. Fin dalla pubertà, suo cugino era stato il suo sogno proibito, un adone per cui avrebbe fatto qualsiasi cosa.
E ora il suo sogno erotico la stava scopando con forza. Era vero, qualche volta aveva praticato il sesso anale, ma mai con una tale forza, nè con un cazzo di quelle dimensioni. Il dolore che le procurava non era nemmeno paragonabile al piacere che provava. Stava succhiando un cazzo mentre un altro la scopava.
E godeva come mai in vita sua.

“Fammela scopare anche a me questa puttana…” disse Carlo.
In un attimo carlo era sdraiato a terra, e Silvia si ritrovò impalata sulla sua verga enorme. Michele le afferrò di colpo i capelli e tirò, facendole sollevare la testa, a bocca aperta, e le infilò subito il cazzo fino in gola.
Silvia ormai era fuori controllo: succhiava come un’invasata, saltando su e giù sul cazzo di Carlo, che le strizzava le tette, chiamandola troia.

Il cellulare di Silvia squillò. Era il suo ragazzo, Luca. Michele lo prese in mano, ridacchiando.
“Ehi troietta… quel cornuto del tuo ragazzo ti sta chiamando, vuoi che risponda io per te?” guardandola negli occhi. Silvia mugolò.
“Che ne dici Carlo? La facciamo rispondere?”, poi ridendo appoggiò il cellulare che stava suonando, e le disse “dai cuginetta, succhia via la mia sborra…”.
Le bloccò la testa e aumentò il ritmo. La scopava con forza, così in fondo da provocarle dei conati.

Silvia non pensava più. Non vedeva l’ora di bere lo sperma di Michele. Non si era mai fatta venire in bocca, nemmeno da Luca. Ma ora, non vedeva l’ora che succedesse, non aspettava altro che suo cugino le inondasse la faccia con il suo seme…
Michele tirò fuori di colpo il cazzo ai primi getti di sborra. Con una mano prese Silvia per i capelli, e la costrinse a stare ferma mentre con l’altra si segava. Ad ogni colpo un nuovo getto di sperma investiva la faccia di silvia, i suoi occhi, le guance, entrava nella bocca aperta, mentre suo cugino le ripeteva “Troia… troia… ti piace la sborra eh… troia…”

Tutto ciò era troppo per Silvia. Lo sperma sul volto, le mani sui seni, la verga che ancora si muoveva dentro di lei, le provocarono l’orgasmo più dirompente della sua vita. Ogni fibra del suo corpo vibrava di piacere, era in estasi, urlava senza curarsi di chi potesse essere già rientrato in casa.

Carlo aumentò il ritmo di colpo. Sollevando Silvia di peso, la alzò, e girandosi, la costrinse a sdraiarsi per terra. Si inginocchio sulla sua pancia, il cazzo che stava per scoppiare a pochi centimetri dalla faccia, segandosi.
Silvia senti la sua stessa voce dire “Si… sborrami in faccia… sborrami addosso, sono la vostra puttana…”, senza nemmeno rendersi conto che era stata lei a parlare.

L’orgasmo di Carlo fu imponente, e le riempì la faccia di seme caldo. Silvia ebbe quasi un’altro orgasmo dall’eccitazione che le provocò.

Silvia era esausta, completamente spompata dai due ragazzi che l’avevano posseduta. Si era sdraiata sul divano, ma i due l’avevano costretta a leccare le ultime tracce di sperma dalle loro verghe, dopodichè se ne erano andati. Lei era sul divano, troppo stanca per muoversi, sconvolta per il piacere che aveva provato nell’essere usata in quel modo.

Una voce la fece sussultare.
“Ma bene, vedo che non sei poi così una brava ragazza come vuoi far credere in giro.”
Dietro la porta del soggiorno, qualcuno la stava fissando.

——-

Commenti e critiche: sylvyx@gmail.com Era Fabio. Il ragazzo di sua sorella. Silvia era paralizzata, non riusciva a muoversi. Lo fissava con gli occhi e la bocca spalancati, il volto ancora pieno dello sperma dei due ragazzi.
“L’ho sempre pensato che in realtà fossi una troia, e non la brava ragazza che fingevi di essere!”.
Fabio si avvicinò al divano. Aveva la lampo aperta, ed era evidente che avesse osservato tutto masturbandosi.
“Forse troveresti interessante questo video…” disse premendo un tasto sul cellulare. Silvia non guardò lo schermo, il suono era abbastanza eloquente.
“Non vuoi che questo video si veda in giro, vero?”
“No… ti prego….”
“Inizia a succhiarmi il cazzo… poi vedremo cosa fare di te…”, disse estraendolo dai pantaloni e mettendoglielo in bocca…

— Due mesi dopo —

“Brava… così… sei proprio una bocchinara, non è vero?” chiese Fabio a Silvia, che non potè rispondere se non con un mugolio indistinto.

Quel giorno Silvia era vestita in modo molto provocante: una minigonna nera, tacchi alti sempre neri, e una canottiera bianca annodata sotto il seno. Niente intimo. Era inginocchiata tra le gambe aperte di Fabio, che, seduto nudo, riguardava il video del giorno in cui l’aveva sorpresa a farsi scopare dai due amici.

Fabio aveva iniziato ordinandole di stare ferma, mentre lui le strofinava il cazzo sulla faccia, per farla eccitare. E funzionava: se Silvia avesse avuto delle mutandine sarebbero state fradicie.

Ogni settimana le richieste di Fabio erano diverse. A volte la chiavava brutalmente ne culo fino a venire, altre volte la obbligava a fargli solo un pompino e ad ingoiare tutto.

Quel giorno l’aveva fatta alzare, l’aveva messa faccia al muro e l’aveva sodomizzata ancora vestita. Aveva sollevato la minigonna, dicendole di aprire le gambe…

Con una mano le aveva bloccato la testa al muro, e due dita dell’altra le massaggiavano il clitoride. Silvia teneva aperte le natiche con entrambe le mani per facilitare il cazzo di fabio, che andava avanti e indietro fino in fondo dentro di lei…

“Mmmm hai un culo fantastico troia…”
“Grazie…” aveva ansimato Silvia di risposta.
“Te l’hanno proprio aperto bene quei due eh?”

Poi Fabio si era seduto, nudo, e le aveva detto di succhiare. Silvia aveva obbedito, non poteva fare altro. Aveva iniziato a leccargli le palle, per poi salire lungo il cazzo e arrivare alla cappella, che aveva leccato come se fosse un gelato gustoso, per poi prenderlo tutto fino in gola.

E le piaceva… le piaceva davvero, nonostante la situazione. Fabio lo sapeva, e giocava con lei…

Il cellulare di Silvia squillò.
“Non ti azzardare a smettere di succhiare, hai capito?” disse Fabio, prendendole il cellulare dalla borsetta.
“Ehi, è quel cornuto del tuo ragazzo…”
Silvia sgranò gli occhi, terrorizzata. Avrebbe alzato la testa, ma la mano di Fabio glielo impedì.
“Ora gli rispondi. Inventa una scusa, io sto zitto. Mentre non parli devi succhiare, e mentre parli, sega, ok?”
“Si….” Disse silvia, terribilmente eccitata dalla situazione.

“Ciao amore come va? Perchè non rispondevi?”
“Scusa sto mangiando… mm…”
“Alle 6? Come mai così presto?”
“Eh sai… mmm… Devo uscire presto… mmm”
“Ah e dove vai? Non mi avevi detto che studiavi stasera?”
“Eh..mmm…. vado a vedere un film con la Erica…”
“Amore ma che c’è che non va?”
“No niente.. mm…. è che sto mangiando la pasta calda…. mmm….”
“Ah ok… boh sentivo dei rumori strani…”
“No no tranquillo… aaah!”
“Che c’è? Che succede?”
“No niente amore mi sono tagliata… ora vado a medicarmi, dai ci sentiamo!”
“Ok… un bacio”
“Ciao, un bacio amore”

L’urlo di Silvia non era dovuto ad un taglio, ma alla grande quantità di sperma che era di colpo schizzata dal cazzo eretto di Fabio, dritto sul suo volto, neglio occhi, sulle labbra, tra i capelli….

Fabio rideva soddisfatto. “Brava troia… te la sei cavata bene. Ora puoi anche andare….”
Silvia si alzò.
“… ma prima, devi ingoiare tutto, sennò non esci.”

Fabio si alzò, e iniziò a raccogliere il suo seme dal viso di Silvia con un dito, che periodicamente le metteva in bocca perchè lei potesse ingoiarlo.

“Ok, ora sei pulita, puoi andare. Ci vediamo venerdì prossimo, puttana…”
“A venerdì…” disse laconicamente Silvia, cercando di nascondere il piacere che provava.

——-

Commenti e critiche: sylvyx@gmail.com Erano ormai passati alcuni mesi dalla vacanza al mare, e la famiglia si era di nuovo riunita, stavolta per passare il natale tutti insieme.

Silvia era estremamente in imbarazzo a quel tavolo: lei era seduta tra Luca, il suo ragazzo, e Michele, suo cugino. Di fronte a lei c’era Fabio. E aveva fatto sesso con tutti e 3. Una situazione piuttosto complicata, peggiorata dal fatto che tutti e 3 continuassero a farle piedino sotto il tavolo.

Quel giorno Silvia era particolarmente attraente: aveva una gonna e una maglietta, entrambe rosse di lana bordate di bianco. Un completino da babbo natale insomma, ma con un’aria da film porno che aveva fatto ingelosire Luca non poco. Nessuno dei presenti riusciva a evitare di lanciare delle occhiate furtive alla sua scollatura.

Finito il pranzo, molti dei presenti decisero di tornare a casa, per evitare di dover guidare sotto la neve che aveva iniziato a fioccare.

“Ehi tesoro, che ne dici di…”
“Ehi Luca, ti sfido!” lo interruppe Fabio posando una bottiglia di vodka sul tavolo.
“Dai Fabio, lo sai che non sono un gran bevitore…”
“Hai paura?” disse Fabio, ridendo.

Nemmeno a dirlo, 30 minuti dopo erano entrambi addormentati sul divano. Carolina, la sorella di Silvia, decise che era stufa di vedere il suo ragazzo bere così e se ne andò, dicendo di mandarglielo con un taxi quando si fosse ripreso, e uscì sbattendo la porta. Ormai erano rimasti solo Silvia, lo zio Alberto, lo zio Marco, e i due ragazzi addormentati sul divano.

Marco era un bancario 40enne, e un grande sportivo. Sempre in forma, si vantava di essere ancora in grado di alzare più di suo figlio al bilanciere, e diceva che si sarebbe considerato vecchio solo quando non fosse più riuscito a fare una vasca in apnea.
Alberto era un tecnico informatico: non era mai stato un bell’uomo, ma compensava con la grande simpatia. Al contrario di Marco, era il dongiovanni della famiglia, e non era mai riuscito a mantenere una storia così a lungo da sposarsi o avere figli.

“Silvietta, non è che mi potrei stendere da qualche parte? Sai, non sono più quello di una volta!” disse Alberto.
“Ma dai zio, sei sempre lo stesso… dai vieni puoi dormire in camera mia!”
“Con te magari?”
“Dai zio non fare lo scemo, vieni…”

——-

Era passato ormai un quarto d’ora da quando Silvia si era allontanata con Alberto, e Marco iniziava a chiedersi cosa diavolo stessero facendo quei due.

Si avvicinò alla porta della stanza di Silvia. Sentiva degli ansimi, rallentò. Aprì molto lentamente la porta e sbirciò all’interno…

Silvia era sul suo letto, seduta. Si strizzava i seni, la camicetta aperta, gli stivali rossi appoggiati sulle spalle di Alberto che, in ginocchio, aveva la faccia tra le gambe della ragazza e sembrava intento a leccarla intensamente.

“Ma guarda”, pensò Marco, “adesso è riuscito a farsi anche l’altra sorellina…”

Marco tirò fuori il cazzo e inziò a masturbarsi, guardando la ragazza che si scambiava con lo zio e iniziava a fargli un pompino.

“Mmm ma che brava che sei silvietta…” diceva Alberto.

Marco decise che quello era il momento giusto per entrare. Entrò lentamente, senza farsi sentire, per non spaventarli. Silvia se ne accorse dopo, girando lentamente lo sguardo mentre continuava a succhiare il cazzo di Alberto. Marco si inginocchiò dietro di lei, le alzò la gonna, spostò gli slip, e iniziò a leccarle la figa che era già notevolmente bagnata.

“Mmmm che bella che sei… quanto ti scoperei piccola…” diceva alberto, in esasti per la lingua di Silvia.
“Dai zio fallo…” rispose lei.
“Non ho capito… fare cosa, cara?”
“Voglio che mi scopi zio… voglio farmi scopare da tutti e due…”
“Visto Marco che bella troietta abbiamo qui? Spogliati piccola…”

Silvia si alzò in piedi. In pochi secondi era completamente nuda. Marco si avvicinò da dietro, le afferrò le tette e inizò a baciarla sul collo, mentre lei prese il suo cazzo in mano e iniziò a strofinarselo sul culo. Alberto, invece, si era inginocchiato di fronte a lei e la penetrava con la lingua.

Silvia era eccitatissima. Adorava farsi prendere da 2 uomini insieme, fin dalla prima volta, con suo cugino. Si sentiva in colpa per i continui tradimenti che faceva, ma non poteva farne a meno…

“Mmm che bel culetto che hai… ma non è la prima volta che lo prendi… vero silvietta?”
“No zio Marco…” rispose Silvia, a pecora sul pavimento, mentre Marco la sodomizzava.
“Non parlare, continua a succhiare…” le ordinò Alberto prendendole la testa, in ginocchio di fronte a lei.

“Marco sculacciala, vedrai che le piace…”
“Dici?”
“Si… se le piace farsi chiamare troia scommetto che le piace anche farsi sculacciare… vero, zoccola?”
Silvia annuì in risposta, senza staccarsi dal cazzo di Alberto che le riempiva la bocca.

Ciak!
Ciak!
Ciak!

Ad ogni sculacciata Silvia emetteva un mugolio di piacere intenso…

Al piano di sotto, Luca si svegliò. Vide Fabio addormentato sul divano, si rese conto di essere ubriaco, e tornò a dormire, chiedendosi dove diavolo fossero andati tutti.

“Che bella puttanella che sei silvietta… e non è nemmeno la prima volta che ti prendi due cazzi insieme vero? Devi essere proprio una bella porca… chissà come sono felici i tuoi compagni di scuola eh?”
Silvia non si preoccupò di rispondere… ormai aveva perso il controllo, sentiva solo il sapore del cazzo che aveva in bocca, i colpi di quello che la stava inculando…

“Ora cambiamo giochino troietta mia…” disse Marco, sdraiandosi sul suo letto. “Vieni qui, siediti su di me, da brava…”
Silvia non se lo fece ripetere due volte: si staccò da Alberto e si sedette su suo zio Marco, guidando il suo pene con la mano e facendolo entrare tutto fino in fondo nella sua fichetta, fradicia…
“Mmmm zio sii…”
“E non è finita, puttanella…” disse Alberto, avvicinandosi da dietro.

Luca stava facendo un sogno molto strano: era natale, Silvia era vestita da babbo natale, come lo era al pranzo, e lui aveva addosso un costume da renna,e tutti ridevano di lui.

Silvia non aveva mai goduto così tanto in vita sua. Era completamente sdraiata su Marco, che la baciava mentre dava dei colpi fortissimi nella sua figa. Nel frattempo, Alberto, tutto sudato, la teneva salda per i fianchi e la inculava con foga, sculacciandola e dicendole parole oscene.
“Dai troia… che bel culo che hai… scommetto che lo dai a tutti… vero zoccola?”

Improvvisamente Alberto aumentò di molto il ritmo. Silvia capì che lo zio stava per avere un orgasmo, e pensò al getto di sborra calda che stava per ricevere.
“Ti vengo dentro… ti vengo nel culo… puttanella…. siiii!” Alberto venne improvvisamente nel culo di Silvia. Non se lo aspettava, ma il getto di seme caldo dentro di lei fu più di ciò che potesse sopportare, e Silvia provò il primo orgasmo anale della sua vita, una sensazione così intensa che le sembrò di perdere i sensi.
Marco la ribaltò sulla schiena, portò le gambe alle sue spalle e continuò a fotterla in quella posizione, mentre Silvia ripuliva leccandolo il cazzo di Alberto.
“Brava puttanella… succhia via tutto…. lo so che ti piace tanto…” le diceva Alberto.

Pochi colpi e Silvia venne nuovamente, stavolta grazie a suo zio Marco, che continuava a scoparla con forza, come se fosse un ventenne.
“Eccomi silvietta… vengo anche io….”
Marco tirò fuori il cazzo da Silvia poco prima di venire urlando, coprendole la pancia e il ventre di sperma.

“Che bel regalo di natale cara… sei veramente magnifica lo sai?”
“Grazie zio… ma il vostro regalo è stato anche meglio!” disse Silvia leccando un po’ di sborra che raccoglieva con le dita.
“Abbiamo visto come ti è piaciuto… beh ora sappiamo cosa regalarti alle prossime feste, due bei cazzoni come piacciono a te, troietta!”

Silvia si limitò a sorridere soddisfatta.

——-

Commenti e critiche: sylvyx@gmail.com “Mmm… mmm… siii!!!” urlò Fabio, venendo abbondantemente nella bocca di Silvia, che succhiò avidamente il suo sperma direttamente dalla fonte.

Era venerdì, e come tutti i venerdì pomeriggio, Silvia era di Fabio, per almeno un paio d’ore, ovvero tutto il tempo che Carolina, sorella di Silvia, passava in palestra. Quel giorno Fabio era stanco, e aveva voluto che lei improvvisasse uno spogliarello, per poi chiederle solo un pompino.

“Bene, ora ingoia, da brava…”
Silvia ingoiò senza dire una parola, fissandolo con due occhi che volevano dire più di mille parole…
“Su, rivestiti troia, mi devi fare un favore.”
“Un favore?”
“Si, tua sorella oggi non è andata in palestra, aveva una riunione al lavoro, ma ha dimenticato qui le chiavi e io devo uscire. Portagliele in ufficio.”
“Perchè non lo fai tu?”
“Perchè io esco con la sua amica Carlotta, quella della contabilità… e perchè se non lo fai ti sputtano di fronte a tutti.”
“Sei uno stronzo.”
“E tu una troia. Ora, se abbiamo finito con le ovvietà…”

“Schifoso,” pensava Silvia, “ma con tutti gli uomini di questo mondo proprio uno stronzo del genere doveva beccarmi? Proprio stasera che devo uscire con Luca…”
Era arrivata agli uffici della banca dove lavorava sua sorella. Aveva un bellissimo ufficio, al 10′ piano di un condominio futuristico, e una finestra immensa che dominava tutta la città. “Due lauree tutto sommato pare che servano”, le ripeteva tutte le volte che Silvia passava di lì. In realtà Silvia pensava che il suo successo strepitoso fosse dovuto al suo corpo mozzafiato.

Carolina aveva 27 anni. Era alta e slanciata, una vera e propria modella dalla carnagione scura e i capelli neri raccolti in una coda. Aveva una terza piena e sodissima, e gli anni di nuoto le avevano scolpito un culetto che Silvia le aveva sempre invidiato. E, sotto, sotto, desiderato.

“Ciao Lucio, come va?”
Lucio era l’addetto alla sorveglianza del palazzo, un assenteista patentato che, quando veniva al lavoro, era più o meno sempre ubriaco. Come avesse fatto a non farsi mai licenziare era un vero mistero. Però era simpatico, e aveva sempre avuto un debole per “la piccola Silvietta”, che spesso veniva a trovare la sorella.

L’uomo sussultò spaventato. “Oh… ciao silvietta! Tutto bene?”
“Si certo, e te?”
“Mah… si tira avanti…” Lucio si portò avanti sulla scrivania, e spense accidentalmente il monitor della sorveglianza. Era affannato e paonazzo. ‘Mmm… probabilmente stava bevendo… poveraccio…’ pensò Silvia.
“Bene… senti io devo scappare su da Carolina, sono di corsa… la prossima volta mi fermo a giocare a carte!” gli urlò Silvia, che era praticamente arrivata di corsa fino all’ascensore.
“No aspetta Silvia…!”
“Me lo dici quando scendo! Ciao!”

“Bah… certo che Lucio è sempre più strano…” disse Silvia tra sè e sè, mentre il lentissimo ascensore la portava di sopra. Tutti si lamentavano di quell’ascensore, ma era l’unico, e cambiare il motore avrebbe bloccato tutti gli uffici per giorni.

Le porte si aprirono. Silvia fece solo pochi passi fuori dall’ascensore, poi si bloccò. “Che strano”, pensò, “a quest’ora dovrebbero essere tutti a casa, e la sala riunioni è dall’altra parte…”
Si avvicinò senza far rumore alla porta, e vide che era socchiusa. La aprì quello che bastava per sbirciare dentro, e rimase a bocca aperta per lo stupore.

Carolina non era sola. Era inginocchiata di fronte alla scrivania. Due uomini, probabilmente due clienti, la palpeggiavano eccitati mentre lei li succhiava e li segava. Erano entrambi sulla cinquantina, come minimo. I due cazzi erano piuttosto grossi, ma uno in particolare, che era veramente enorme: lungo, ma soprattutto largo, con un’enorme cappella pulsante intorno a cui si avvolgevano vogliose le labbra di Carolina. Il suo possessore era piuttosto grasso, e aveva l’aria di essere sporco e sudato.
L’altro aveva l’aria più pulita, ma decisamente non era in forma…

“Mmm mamma mia come succhi…”
“Si… è proprio una professionista… Chissà quanti ne ha sbocchinati per arrivare qui…”
“Non solo… scommetto che se la sono scopata tutti in quest’ufficio… mmm…”

Silvia provò un brivido d’eccitazione come non ne aveva mai sentiti prima. Carolina era così sexy quel giorno… la gonna nera era stata tolta, mostrando l’elastico delle autoreggenti e il minuscolo perizoma di pizzo che indossava. La camicia era sbottonata, e le tette sembravano voler esplodere dal reggiseno abbinato al perizoma. In più, la coda di cavallo e gli occhiali dalla sottile montatura nera le davano un’aria da maestrina che Silvia trovava…

“Oddio… ma che sto facendo? Devo andarmene subito…” pensò Silvia.
Si girò, e vide Lucio che si era fermato silenziosamente dietro di lei. Per poco non urlò, ma in ogni caso Lucio le mise una mano sulla bocca e le fece segno di fare silenzio.
“Ma certo… le videocamere della sorveglianza!” realizzò la ragazza. E sbirciando nell’ufficio vide la telecamera che riprendeva tutto. Anche i due porci che si stavano togliendo i pantaloni di fronte a sua sorella.
“Lucio deve aver visto tutta la scena… ecco perchè mi voleva fermare…”

“Mmm… è proprio eccitata… senti com’è bagnata!”
Era stato uno dei clienti a parlare, ma sembrava quasi che l’avesse detto Lucio a Silvia. La quale, quasi automaticamente, iniziò ad accarezzare il cavallo dell’uomo, sentendo un enorme bozzo spuntare.

“Dai vacca… ti voglio scopare… voglio vedere se sei sfondata come credo io!”

Lucio infilò due dita sotto la gonna di Silvia, scostando le mutandine e entrando dentro di lei. Silvia era fradicia, forse quasi quanto Carolina. Senza dire una parola, Silvia prese Lucio e lo portò fino all’ascensore.

Uno dei due clienti si era seduto sulla scrivania, ormai nudo. Carolina era appoggiata a 90 sulla scrivania e lo spompinava selvaggiamente, aiutata dalla sua mano che le spingeva la testa facendole arrivare il cazzo fino alla gola. L’altro, il porco, era dietro di lei, e dopo averle abbassato le mutandine aveva iniziato a scoparla con forza, mentre con il pollice iniziava a lavorarle l’ano.
“Mmm hai dato anche il culo sento… ti piace farti inculare vero? Eh?”
Carolina mugolò senza smettere di succhiare.

Durante il tragitto in ascensore, Lucio e Silvia avevano iniziato a limonare con foga, palpandosi ovunque e baciandosi con passione. Nei due minuti necessari ad arrivare a terra, Silvia si era già tolta almeno la metà dei vestiti che indossava, e tutto questo mentre segava Lucio.

Era solo lavoro, per Carolina. Era un po’ come sbrigare una pratica (in questo caso due). Un favore che il suo capo le aveva già chiesto in passato, quando dei clienti importanti si rivelavano difficili. Ovviamente, veniva pagata, e profumatamente.
Le prime volte si era finta indignata: ma ormai, il suo capo aveva ormai mangiato la foglia, e non le credeva più quando si lamentava.
Sapeva che godeva a farlo. Eccome, se godeva.

Senza sciogliere l’intreccio delle loro lingue, Silvia e Lucio arrivarono al piccolo box in cui lavorava l’uomo. Lucio si sedette pesantemente sulla sua sedia. Silvia si attardò solo il tempo di sollevare la gonna e spostare le mutandine, dopodichè si sedette a cavalcioni di Lucio, baciandolo mentre lui iniziava a penetrarla. La ragazza girò la testa verso i monitor, e vide l’ufficio di sua sorella.

Dieci piani più sopra, il cliente si era seduto sulla poltrona di Carolina, la quale a sua volta, ormai nuda ad eccezione delle autoreggenti, si era seduta su di lui. Lui le stava leccando il collo, mentre con entrambe le mani le allargava le natiche sode. Dietro di lei, il maiale stava puntando l’enorme cappella sul culo di Carolina.
“Allora? Lo vuoi nel culo? Dimmi che lo vuoi dai…”
“Si… lo voglio… voglio essere inculata… mmm…”
“Cazzo che porca che sei… te lo sbatto tutto dentro… mm!”
Il maiale emise un gemito mentre con un colpo secco penetrava completamente il culo della ragazza, che emise un urlo di piacere.

“Dai Lucio… mm… ammettilo che quando sono arrivata ti facevi le seghe guardando mia sorella…”
“Si… lo sai che tua sorella è proprio figa… e quando sei arrivata li stava già sbocchinando…”
Silvia saltava su e giù sul membro di Lucio. Non riusciva a scollare gli occhi da sua sorella, che veniva presa dai due uomini insieme.
“Certo che siete proprio due troie, tutte e due…” disse Lucio accompagnando le parole con delle sculacciate leggere, che eccitarono Silvia ancora di più.

“Mmm… mi fai morire… che bel culo che hai…”
Il maiale era sempre più sudato, sempre più vicino all’orgasmo.
“Dai porco… scopami… mmm come mi piace…” lo incitava Carolina
“Sii.. siii…. ti vengo nel culo troia! Eccomi… vengo!” urlò appena prima di sborrare copiosamente dentro di lei, riempiendola completamente senza smettere di scoparla, lubrificato dal suo stesso sperma.
“Dai… lecca via tutto ora…”
Carolina non se lo fece ripetere: si alzo immediatamente, inginocchiandosi di fronte a lui.
L’altro cliente si alzò e la guardò negli occhi. Carolina gli prese il cazzo in mano ammiccando, e dopo pochi colpi l’uomo le spruzzò un abbondante getto di sperma sulla sua lingua che aspettava vogliosa.

Silvia non si era ancora mossa da quella posizione. Le ginocchia le facevano male, ma non si sarebbe spostata. Fissava ipnotizzata lo schermo da cui vedeva sua sorella ingoiare lo sperma del secondo cliente. Lucio era un bravo amante, deciso ma dolce, e per tutto il tempo non aveva smesso di toccarla un secondo, di baciarla, di strizzarle i seni. Ma Silvia era come persa nel monitor, dove vide i 3 rivestirsi dopo l’amplesso e uscire dall’ufficio. Per un attimo fu solo delusa di non poterla più spiare. Ma appena sentì l’ascensore muoversi, capì cosa ciò significasse.

Carolina era stanca, sudata, e delusa. Questi due promettevano bene, ma nonostante tutto non erano riusciti a resistere fino a far venire anche lei. In ogni caso, si finse soddisfatta durante la discesa, e si lasciò palpeggiare dai due che ancora le sussurravano frasi oscene. Che, nonostante tutto, la eccitarono. Pensò che si sarebbe sfogata a casa con Fabio…

Silvia si era nascosta sotto la scrivania. Per un attimo avevano aspettato e basta, ma poi aveva ceduto all’eccitazione, e in ginocchio sotto il tavolo aveva cominciato a leccare, baciare, e succhiare il cazzo di Lucio che le accarezzava la testa.

L’ascensore si aprì. Carolina congedò con una parvenza di professionalità i due clienti, che uscirono ridacchiando. Si fermò un attimo a guardarli, poi girò lo sguardo verso il box di Lucio. E si diresse lì.

“Cazzo… Silvia… Carolina viene qui… stai zitta e non fare un rumore ok?”
“Ok…”
Silvia lo guardò ammiccando, e continuò a succhiare cercando di emettere meno suoni possibile.

“Salve, signor Lucio.”
“Salve, signorina. Com’è andata la riunione?”
“Andiamo Lucio… lo so che hai visto tutto anche stavolta. Ti sono piaciuta anche stavolta?”
“E’ stata fantastica signorina… incredibile.”
“Già… però loro non tanto. Sai, non sono stata del tutto soddisfatta… capisci vero?”
“…capisco…”
“E pensavo che magari… volessi finire tu il lavoro…”
“Eh signorina… sa quanto vorrei… però…”
“Ah… qualcosa non va?”
“No è solo che…”

Carolina non si fece fregare. Conosceva quello sguardo sulla faccia di un uomo… Si chinò in avanti lentamente, fino a potergli sbirciare il cazzo. Vide i capelli biondi di una ragazza, che era evidentemente intenta a fargli un pompino.

“Capisco signor Lucio… vi lascio soli.” E si girò ammiccando.

Sotto il tavolo, Silvia si era masturbata furiosamente sentendo la voce di sua sorella. Non riusciva a credere a tutta la situazione, la mandava fuori di testa. Prese in fretta le chiavi di Carolina dalla borsetta, e fece cenno a Lucio di dargliele.

“Signorina, aspetti… prima è passata Silvia, ha detto di darle queste.”
Carolina le prese, allarmata.
“Silvia? Mia sorella? Quando è stata qui?”
“Poco fa signorina…”
“Non ha visto niente vero?”
“Non si preoccupi… niente di niente…”
“Va bene… grazie…”
“Di nulla… mmm….”

Carolina lo guardò con aria divertita. Il suo occhio esperto non si era lasciato sfuggire il mugolio di piacere che gli era sfuggito. Evidentemente era appena venuto. Provò un piccolo moto di invidia verso la ragazza, chiunque fosse. Probabilmente una prostituta. Carolina si leccò voluttuosamente le labbra e se ne andò.

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Commenti e critiche: sylvyx@gmail.com

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