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Racconti erotici sull'Incesto

Guardandoci negli occhi

By 19 Febbraio 2009Dicembre 16th, 2019No Comments

Questo racconto non è propriamente un incesto, nel senso che non si è consumato in senso fisico, ma è una storia vera, che voglio condividere con voi.
Mi chiamo Claudia, ho 23 anni e studio all’Università, economia.
La mia storia ha come inizio proprio una lezione mancata all’Università, una mattina che per problemi amministrativi siamo stati tutti rispediti a casa.
Pensavo di trovare la casa libera, visto che i miei genitori lavorano e mia sorella Alessia, di due anni più piccola di me, avrebbe dovuto essere a sua volta all’Università.
Ho capito che la casa non era libera appena sono entrata. La sua borsa era nell’ingresso, la sua giacca appesa, ma soprattutto c’erano un’altra giacca e un’altra borsa.
Ho pensato a qualche compagna di studi ma, inspiegabilmente, allo stesso tempo, ho iniziato a muovermi facendo il minimo rumore possibile. Inconsciamente, volevo vedere cosa stava succedendo e potermene andare liberamente nel caso avessi visto qualcosa di ‘strano’
Quando sono arrivata vicino alla porta della sua camera, avevo già capito. Mia sorella era con un ragazzo.
Mi sono avvicinata alla porta, aperta per metà, e ho visto una cosa che mi è rimasta incollata alla memoria, vividissima, e che mi ha paralizzata: mia sorella, di spalle alla porta, era inginocchiata al bordo del letto, completamente nuda, le gambe divaricate, i segni della recente abbronzatura estiva. Stava facendo un pompino con le mani appoggiate alle cosce del ragazzo che la cingeva con le gambe, che non vedevo in faccia perché semisdraiato, ma che intuivo biondo dai folti peli sulle gambe e muscoloso.
Lui le tiene le mani sulla testa, in segno di possesso, lei arcua la schiena e intuisco che affonda la sua gola sul membro di lui.
Immediatamente un brivido mi ha percorso l’inguine. Avevo visto mia sorella nuda innumerevoli volte, l’avevo aiutata a depilarsi, due anni di differenza sono pochi e si diventa donne insieme. Non l’avevo mai vista impegnata in un atto sessuale, ma me l’ero immaginata. Ora me la trovavo davanti.
Mi sono allontanata senza fare rumore, pensando a cosa fare. Ho pensato di fingere di rientrare in casa, facendo rumore, ma così li avrei spaventati.
Poi ho sentito che parlavano, che lei diceva che sarebbe andata a cercare i preservativi.
In un baleno feci l’unica cosa possibile, mi andai a sedere in cucina, facendo finta di nulla.
Lei appena vide la mia roba all’ingresso disse -oh cazzo-, poi chiamò ‘Cla, sei tu? ‘
Venne in cucina, era nuda, si stava pulendo la bocca, sfregò la mano per pulirla sulla natica nuda, imbarazzatissima. ‘Ma quando sei arrivata?-
-30 secondi fa ‘ dissi io. Volevo andarmene ma tu sei venuta di qui prima che potessi farlo ‘
– sei venuta di la’? ‘ chiese lei
– si certo, vi ho visti, non volevo ‘
-ah.. ‘ disse lei abbassando gli occhi
– beh dai, non e’ un problema, e’ andata cosi’ ‘ dissi io ‘ ora torna di là che se no si preoccupa ‘
Lei decisamente imbarazzata tornò in camera, li sentivo parlare, abbastanza forte.
Poi, senza motivo tornai nella loro camera, come se potessi porre rimedio in qualche modo. Si stavano vestendo, lui era in boxer. Era davvero biondo e muscoloso, decisamente un bel ragazzo. Lo vidi che mi guardava soffermandosi sulla mia striscia di pancia abbronzata sopra l’orlo dei jeans. Per un attimo pensai che anche io avrei voluto succhiargli il pisello.
-beh? ‘ chiese mia sorella ‘ adesso ce ne andiamo ‘
– ma come ‘ risposi io ‘ concludete cosi, mi spiace ‘ lo dissi con vero dispiacere, perché li avevo interrotti e non sapevo che dire
Il ragazzo disse, smaliziato ‘ perché, vuoi unirti? ‘
Io e mia sorella rimanemmo di stucco a una frase del genere, ma io, altrettanto di getto dissi ‘ no, ma andate avanti voi, tanto siete già praticamente nudi. Io sto di là non vi disturbo ‘ e me ne tornai in cucina.
Li sentii confabulare un po’, poi evidentemente ripresero a baciarsi, perché non li sentivo più parlare.
Poi feci un’altra cosa, questa decisamente folle, ma l’ansia di rivedere quella scena era per me irresistibile: mi tolsi la maglietta e i jeans in intimo passai ancora davanti la loro porta come se dovessi raggiungere il bagno per una doccia.
Si stavano baciando e mia sorella gli stava accarezzandoli il membro che era tornato di legno. Mia sorella era di spalle a me. Mi fermai. Lui mi vide ma gli feci segno di andare avanti. Mi tolsi il reggiseno e mostrai le mie tette, più grandi di quelle di mia sorella. A quel punto mi vide anche lei ma lui non le permise di dire nulla, continuò a baciarla con foga e toccarla. Lei si lasciò andare. Gli mise il preservativo e poi si sdraiò sul letto, guardandomi con una espressione mista di eccitazione e straniamento. Lui le salì sopra e cominciò la penetrazione, Alessia gemeva e fletteva la schiena a ogni affondo. Io mi tolsi gli slip, vergognandomi un po’ per la mia peluria meno curata rispetto all’inguine liscio e rasato di mia sorella. Mi sedetti sulla sedia della scrivania e cominciai a masturbarmi. Non so se mia sorella mi stesse guardando, di certo mi guardava il ragazzo, che venne un po’ troppo in fretta.
Lui scivolò fuori da lei e Alessia prese a toccarsi, aiutata da lui che gli massaggiava e succhiava il seno.
Mia sorella si voltò verso di me, ma a qual punto la scena di me e lei, entrambe con le dita nelle nostre vagine, nella stessa stanza, occhi negli occhi, cessò di eccitarmi e mi apparve per quello che era: una follia pura.
Mi alzai e andai in bagno, lasciandoli finire nella loro intimità. Io mi finii in bagno, seduta sul bordo della vasca, ed ebbi un orgasmo violento e colpevole, che mi lasciò svuotata ma con un senso di eccitazione diverso, nuovo.
Sentii mia sorella gemere e urlare decisamente forte, con voce strozzata, e l’immagine dei due ragazzi nudi mi ripercorse ancora la memoria.
Rimisi i jeans e la maglietta, senza reggiseno e raggiunsi la cucina.
Loro uscirono dopo 10 minuti, non ci dicemmo nulla di più che salutarci. Il ragazzo gettò ancora un’occhiata ai miei capezzoli, decisamente troppo turgidi sotto la maglietta verde militare.
Io e Alessia incrociammo lo sguardo, e mi sembrò di capire che non c’era nulla di irreparabile in ciò che avevamo fatto.

(Continuerò più avanti con altri particolari della storia. I commenti, soprattutto di fanciulle, sono graditi all’indirizzo claudia1982_a@libero.it)
Ripensai ad Alessia e al suo ragazzo per tutto il giorno. Da un lato mi pareva folle, decisamente folle, il fatto che avessi sentito la necessità di condividere con loro quel momento di sessualità, il fatto di essere andata nella loro camera, di essermi accostata con la mia personale masturbazione a ciò che nella realtà delle cose era una scopata tra mia sorella e il suo ragazzo, un fatto nel quale io non ci sarei dovuta entrare mai.
Dall’altro lato c’era però un’eccitazione strana, un piccolo terremoto in fondo alla pancia: io e Alessia non ci siamo mai nascoste la nostra sessualità, semplicemente non l’abbiamo mai considerata tale: è sempre stato normale condividere il bagno, vedersi nude o vestite; io ho portato magliette corte e lei anche, shirts minimalisti per la discoteca e lei pure, ci siamo viste in costume da bagno, in topless in spiaggia, nude a casa, sotto la doccia. L’ho aiutata a depilarsi le ascelle e poi, con tutta tranquillità, rasoio ancora in mano le ho chiesto se aveva bisogno che le perfezionassi la rasatura del pube, se caso mai non fosse riuscita e lei mi aveva risposto che sarebbe riuscita da sola’ tutto questo non era più lo stesso, adesso tutto questo avrebbe avuto un’altra valenza, perché in tutto questo sarebbe sempre ricomparsa l’immagine del suo atto sessuale a di noi in quanto donne. Sapevamo entrambe benissimo, fino a quel giorno, cos’è il sesso, come funziona e che entrambe lo praticavamo, lo sapevamo come qualsiasi coppia di fratelli. Se pensavo al sesso fra i miei genitori, però, provavo imbarazzo, repulsione. Se pensavo invece alla sessualità di mia sorella provavo una fredda curiosità, era più che altro un’immagine di me traslata in lei. Adesso se ci ripensavo provavo eccitazione’ sì, la stessa che provavo pensando alla sessualità di qualche mia amica particolarmente attraente.
La sera, della quale temevo il sopraggiungere, arrivò.
Alessia era stata fuori, dopo quella mattina, rientrata poi nel tardo pomeriggio quando ero uscita io, e così non ci incrociammo fino alla sera, in camera sua, quando lei chiese di parlarmi.
Sapevo che avremmo dovuto dire qualcosa, ma devo dire che il discorso che facemmo mi spiazzò parecchio.
-Senti, mi spiace per stamattina- disse lei
-Ma figurati, colpa mia’ avrei voluto andarmene, non dire niente, ma non ho fatto in tempo-
-Va beh- aggiunse Alessia ‘ Non importa. Solo non ho capito perché sei tornata di qui e ti spogliata e, beh, insomma’ – disse, abbassando gli occhi e accennando alla mia masturbazione davanti a loro.
Io risposi la prima cosa che mi venne in mente, cioè la verità: -Sai che non lo so? Ci ho ripensato anche io, tutto il giorno, e non so il perché. Secondo te è stata una cosa grave o sbagliata? Ti senti offesa? ‘
-No no, ti avrei cacciata via, voglio dire, non so’ era strano vero?- disse lei sorridendo
-Eh si, decisamente strano ‘ dissi anche io, ridendo.
Rimanemmo un attimo a sorridere, in silenzio. In quel momento preciso, ebbi una sensazione molto netta: sembravamo due amiche in gita e sono convinta che se così fosse stato, con l’atmosfera creata, ci saremmo baciate’
Io di certo non sono lesbica, diciamo che provo curiosità verso le ragazze. Alessia non so, forse no, ma la mia sensazione sono certa che in quel momento la provò anche lei.
Eravamo sedute sul suo letto, io in slip e con una maglietta lunga bianca, senza reggiseno, pronta per dormire. Alessia aveva un paio di pantaloncini del pigiama, una canotta bianca corta all’ombelico e di certo non portava intimo. Avremmo potuto essere due liceali in gita, e se fossimo state un po’ piene di vodka o vino ci saremmo di certo baciate, con la lingua, per la gioia di qualche compagno di classe in boxer e macchina fotografica.
Tutto questo mi passo per la mente per un attimo, e mi parve la cosa più strana, ma anche l’unica ovvia che si potesse pensare in quel momento.
Alessia se ne uscì a quel punto con una frase che mi fece capire che anche lei aveva pensato la stessa cosa, identica: – se fossimo Paola e Chiara ‘disse sorridendo, -Dovremmo fare una foto con le tette di fuori, alle gente piacciono ‘ste cose-
Lo disse con umorismo, in modo leggero, ma la cosa mi disturbò ‘Sì- aggiunsi io ‘Poi manca solo che ci mettiamo a limonare così siamo a posto ‘
-Ah beh- disse Alessia ‘Di certo ad Andrea piacerebbe, non ha fatto altro che parlare di quello!-
-Eh lo immaginavo, sembrava ipnotizzato! Va beh dai, andiamo a dormire!- dissi questo alzandomi dal letto, per stemperare la tensione che si era creata e che non mi piaceva. Quando mi allontanai verso la porta non potei fare a meno di pensare ad Alessia che mi seguiva con lo sguardo, e d’istinto abbassai ancora di più il lembo della maglietta a coprirmi il sedere. ‘Notte- dissi uscendo dalla porta. ‘Notte- rispose Alessia.
Andai in camera mia, mi chiusi dentro e feci una cosa che sapevo benissimo avrei fatto, anche se forse non avrei voluto: mi sfilai la maglietta e gli slip, mi sdraiai nel mio letto e massaggiandomi il seno cominciai a masturbarmi. Venni bagnandomi copiosamente la mano, mentre pensavo, con quasi la certezza che così fosse, a mia sorella che faceva lo stesso in camera sua.
Non so cosa significasse tutto questo, o quale fosse il senso preciso dei nostri discorsi di quella sera, ma ero certa che le cose fra Alessia e me in qualche modo erano cambiate. Volevo credere che fosse una casualità e che nessuna delle due avesse portato le cose a quel punto volontariamente, seppur in modo inconscio, ma non riuscivo ad esserne certa.
Mi asciugai la mano e senza lavarmi, col mio odore addosso, mi stesi nuda e dormii un sonno agitato.

(Ringrazio tutti coloro che hanno espresso giudizi positivi al mio racconto. Vi ricordo che questa che sto raccontando è una storia vera. I giudizi, soprattutto di ragazze, continuano ad essere graditi all’indirizzo claudia1982_a@libero.it) Io e Alessia non riparlammo dell’accaduto per i giorni successivi. Ciascuna di noi continuava con i propri impegni personali, Università e amicizie.
Non ci fu occasione, in quella settimana di condividere spazi comuni e le volte in cui una delle due era in doccia, forse non per caso, evitammo di entrare in bagno come invece sarebbe accaduto nella normalità, fino alla settimana prima.
Il sabato pomeriggio ero in camera mia, sdraiata sul letto, e stavo leggendo un libro. Era esploso tutto il caldo di maggio e indossavo degli shirts di cotone e una maglietta.
Mia sorella venne da me. ‘Posso entrare? ‘ chiese.
-Certo- risposi io, sollevandomi su un braccio e girandomi verso di lei. Facendo quel gesto la maglietta si sollevò scoprendomi il ventre e per la prima volta sentii che gli occhi di mia sorella che mi guardavano non mi lasciavano indifferente.
Lei era in jeans corti, una canotta scura decisamente corta e sotto portava il reggiseno del costume da bagno.
-Senti- esordì lei un po’ imbarazzata ‘Andrea e io stiamo andando in piscina, e lui mi ha chiesto se vuoi venire anche tu. Lui ha poi intenzione di andare a cena e uscire, ci sono anche Marta, Dario e altri-
Non era la prima volta che uscivo con mia sorella, coi suoi amici, che poi erano un po’ anche i miei, ma mi pareva strano che fosse il suo ragazzo a chiederlo.
-Ma scusa- dissi io ‘perché Andrea vuole che venga anche io? Cioè mi stai chiedendo se voglio venire in piscina, o lui ti ha chiesto che venissi anche io?-
-L’ha chiesto lui’ beh vedi’ lui ha continuato a parlare di settimana scorsa e di tutto’ lui dice che quello che hai fatto, beh insomma, non l’hai fatto per caso etc’ E’ vero che non l’abbiamo fatto per caso?-
Non sapevo cosa rispondere, mi pareva un discorso molto strano eppure sì, era vero, forse non l’avevamo fatto per caso. E perché nei giorni successivi non avevo pensato che a loro due, a noi e perché adesso mia sorella Alessia lì davanti a me, nella sua femminilità abbronzata e ostentata di 21enne mi pareva così interessante? E perché sentivo i suoi occhi sulle mie gambe, sui miei piedi nudi e sul mio ombelico in maniera così bruciante?
-Beh senti- risposi a quel punto ‘Non so come stiano le cose, non ci ho pensato in questi termini, però ok, ci vengo in piscina con voi, perché no’-
-Ok ottimo- disse Alessia ‘ Senti però, devo chiederti un’altra cosa’ Andrea ha chiesto se abbiamo un costume da bagno uguale da indossare e io avrei pensato beh, che sì, insomma, abbiamo quello bianco da mettere’-
Il costume da bagno bianco era un acquisto identico fatto in Grecia l’anno prima, era in microfibra, un po’ trasparente e dentro quello l’abbronzatura esaltava in modo superbo, ma soprattutto le mie tette, che non sono piccole, sbottavano con prepotenza. A mia sorella lo stesso costume stava divinamente, più piccolo il seno ma il suo ventre piatto e con gli addominali segnati e le sue anche sporgenti lasciavano lo slip teso e sollevato, tanto che quando era sdraiata, a guardarla da sopra, si poteva vedere l’inizio del pelo pubico.
Tutto questo mi passò velocemente per la testa e mi diede un capogiro e una stretta alle budella. Sorridendo e alzandomi dissi ‘ok, mettiamo quello- e dissi ancora ‘Dammi 10 minuti-
Senza sapere esattamente il perché e allo stesso tempo sapendolo benissimo, prima di mettermi il costume andai in bagno e mi depilai completamente e accuratamente il pube.
Il pomeriggio in piscina passò divertente e veloce, nessuno disse esplicitamente nulla, ma Andrea fece fin troppe fotografie a me e Alessia, che col nostro costume bianco identico eravamo decisamente carine, e anche a Marta e a un’altra ragazza, Daniela, loro compagna di studi, e devo dire che tutte e quattro insieme eravamo una bella sfida per i ragazzi, che dovevano controllare le erezioni sotto i boxer da bagno. Io mi sentivo bene, ero a posto e non mi ponevo nessun interrogativo. Lasciavo che le cose accadessero e anche Alessia pareva a suo agio. Nel tardo pomeriggio, dopo l’ultimo bagno, ci prendemmo dei cocktails al bar della piscina e poi ci facemmo la doccia e preparammo per uscire. Io e Alessia eravamo in jeans, sandali e canotta, Andrea aveva una polo scura e i jeans, e coi suoi capelli biondi e il suo bel fisico era proprio un bel ragazzo.
Le altre due coppie chiesero se era un problema non uscire con noi e noi dicemmo di no, che andava bene lo stesso. Saremmo usciti in tre: Andrea, mia sorella e io. Anzi: Andrea, Alessia e Claudia.
I piani della serata, nella mente di Andrea erano fin troppo chiari, difatti fu per lui un sollievo che gli altri ragazzi non uscissero con noi, perché questo gli permise di farci all’istante una proposta che evidentemente serbava per il dopo cena: andare a mangiare a casa sua, libera per tutto il fine settimana.
-Che ne dite se ci facciamo una pasta da me? Casa mia è libera e di strada verso il centro. Ci costa meno e poi possiamo uscire dopo’ vi va?-
Alessia gli rispose baciandolo con la lingua, e indugiando fin troppo nel mostrarsi eccitata ‘A me va- disse staccandosi da lui ‘ E a te Claudia?-
Lui era imbambolato, visibilmente eccitato e rosso in viso e nel collo. ‘Anche a me va- dissi io. Perché no. Mi andava, stavo bene, ero un po’ brilla dal gin tonic.
Andammo, e a casa sua la pasta non venne mai cucinata.
Appena entrati in casa Andrea aprì una bottiglia di vino bianco e ci mettemmo comodi, per parlare un po’, lui disse.
Si tolse le scarpe e mise degli infradito, si tolse la maglia e si fece mettere del doposole sulla schiena da Alessia.
Io me ne stavo seduta sul divano, senza scarpe, a bere il vino e guardarli.
Anche Alessia, quando ebbe finito, si tolse la canotta, poi si girò verso di me e si slacciò e tolse il reggiseno. Rimase in topless coi jeans, era arrossata dal sole e aveva un marcato segno del costume da bagno, il ventre liscio e gli addominali pronunciati dalle nuotate del pomeriggio, i fianchi stretti, le gambe lunghe. Andrea cominciò a spalmarle il doposole sulla schiena, ma ben presto Alessia gli prese le mani e se le mise sulle tette.
Andrea cominciò a massaggiarle il seno, a baciarle il collo e poi, sempre di fronte a me, scese con le mani a sbottonarle i jeans e a sfilarglieli.
Con la mano sinistra le accarezzava le tette, la destra la fece scendere e la infilò nel perizoma a stuzzicarle il sesso.
Mia sorella si spostò, si girò verso di lui, e gli tolse i pantaloni e i boxer.
Andrea era abbronzato nel corpo e bianco nell’inguine, aveva folti peli chiari attorno al cazzo durissimo. Alessia si inginocchiò davanti a lui e per la seconda volta la vidi fare un pompino.
A quel punto non c’era più nulla da dire. Nessuno dei tre parlava. Alessia sbuffava affondando la bocca attorno al pisello di Andrea, lui gemeva piano e le stringeva i capelli scuri.
Io mi alzai dal divano, finii il bicchiere di vino, poi gesti rapidi mi levai i jeans, la canotta, e poi tutto l’intimo.
Tutta nuda mi avvicinai a loro, sentivo le mie tette sobbalzare a ogni passo.
Andrea mi guardava con occhi impazziti di piacere.
Mi accovacciai dietro ad Alessia e quando inaspettatamente le appoggiai, da dietro, le mani sul seno lei ebbe un sussulto e un gemito fortissimo.
Era la prima volta che accarezzavo così un seno di donna che non era il mio. Le sue tette erano calde e consistenti, il loro peso e la loro morbidezza mi riempivano le mani. I capezzoli si ergevano diritti e il farli scorrere tra le mie dita faceva impazzire me e lei.
Alessia si girò verso di me e mi baciò. Appena sentii la sua lingua nella mia bocca, il suo calore umido e il gusto di cazzo, il piacere divenne enorme. Cominciai a masturbarmi e anche mia sorella si sfilò in fretta il perizoma e prese a stuzzicarsi il clitoride.
Andrea in piedi ci guardava e si segava su di noi, accovacciate. Poi sborrò in fretta e parecchio, un po’ per terra, un po’ sulla mia spalla.
Io e Alessia continuammo a baciarci e a masturbarci, finché entrambe avemmo un orgasmo forte, duro, squassante.
Ci staccammo, ci guardammo negli occhi, ci demmo ancora un bacio a fior di labbra.
Alessia mi guardò ancora un istante, poi disse soltanto ‘Doccia- e sollevandosi in fretta si avviò al bagno, seguita da Andrea.
Io mi misi a sedere sul divano, nuda, a gambe incrociate e colando qualcosa di me sulla stoffa chiara, mi versai altro vino e non pensai a nulla, se non che limonare con una donna è una cosa che qualunque donna dovrebbe provare.

(Vi ringrazio ancora per i complimenti e gli incoraggiamenti. Vi ricordo che questa e’ una storia vera e che i commenti, soprattutto di fanciulle, sono graditi all’indirizzo claudia1982_a@libero.it) Quella era una sera decisamente pazza.
Il vino faceva effetto in me e la mia eccitazione era alle stelle. Non mi interessava più nulla, a quel punto, che non fosse dare e ricevere sesso.
Restai ancora un po’ sul divano, nuda, con le gambe prima incrociate e poi distese. Bevvi parecchio vino.
Sentivo dal bagno scorrere e acqua e gemere di piacere. Sapevo cosa Alessia e Andrea stessero facendo e il mio impulso a raggiungerli era fortissimo.
Mi alzai, decisamente brilla, e mi avviai verso il bagno. Nella mia nudità totale passai davanti a uno specchio: vidi il mio segno dell’abbronzatura, le mie grosse tette sobbalzanti e il trucco un po’ sfatto.
In bagno mia sorella e Andrea erano dentro la doccia. I vetri erano aperti e l’acqua scorreva sui loro corpi fino fuori, sul pavimento del bagno.
Alessia di schiena, in piedi, appoggiata alle mattonelle con entrambe le mani. Andrea era in piedi dietro di lei, le stava addosso, era in punta di piedi e spingeva dentro di lei. Per un attimo pensai che stessere avendo un rapporto anale, cosa che mi eccitò molto, dato che io avevo sempre avuto paura del dolore per provare, ma poi capii che la stava solo penetrando da dietro.
Mi avvicinai a loro e senza dire nulla, chiusi l’acqua.
Loro si girarono verso di me, erano entrambi pazzi di piacere, con gli occhi sognanti e lucidi. I visi rossi, i corpi guizzanti e nudi.
Presi Andrea per una spalla, lo girai verso di me costringendolo a uscire da mia sorella e lo baciai a lungo con la lingua.
Alessia ci guardava e si massaggiava il clitoride.
Senza dire una parola li presi entrambi per mano e bagnati e gocciolanti li portai in camera da letto.
Io ero senza fidanzato da qualche mese e la mia ultima scopata risaliva a qualche settimana prima. Avevo una voglia matta.
Raggiungemmo la camera da letto. Lì mi sedetti sul bordo del letto e sempre tenendo Andrea per mano lo condussi davanti a me, in piedi.
Poi cominciai a masturbarlo un po’ e ben presto feci quel pompino che immaginavo da diversi giorni.
Lui dall’alto prese a frugarmi le tette e a godere.
Mia sorella stette un attimo a guardare, poi si venne a sedere accanto a me e reclamò la sua parte.
Staccai la mia bocca dal membro che aveva gusto di sesso, e mia sorella prese a succhiarlo a sua volta. Ci alternammo diverse volte, mischiando le nostre salive e i liquidi che Andrea produceva dal suo membro rosso e durissimo.
Poi mia sorella mi prese per le spalle, mi sdraiò a forza sul letto e montò su di me. Mentre limonavamo lei mise la sua coscia in mezzo alle mie gambe e io presi a strusciare la mia vagina aperta sulla sua gamba, provando un piacere enorme.
Lei si appoggiava a me e le sue tette poggiavano sulle mie. Ci contorcevamo e cercavamo tutte le possibili combinazioni del dare e ricevere piacere, in un turbinio di mani sui seni, sui sessi, di lingue guizzanti.
Quello era il mio primo rapporto lesbico e mi faceva impazzire di piacere.
Per un attimo pensai che per come si muoveva, per Alessia poteva invece non essere la prima volta.
Avevo gli occhi chiusi e la testa completamente in oblio, quando sentii che mia sorella si sollevava e staccava da me.
Senza aprire gli occhi la cercai per un attimo a tastoni. Si era spostata alla mia sinistra, feci scorrere la mia mano sulla sua gamba e ad accarezzarle il seno, poi sentii Andrea su di me.
Sentivo il suo peso, il ruvido delle sue gambe pelose sulle mie. Inarcai la schiena e lui mi penetrò. Era un piacere diverso rispetto a quello che mi dava mia sorella, questo lo conoscevo, era il piacere di una penetrazione profonda.
Io ero completamente lubrificata e così Andrea prese a muoversi rapido dentro di me. Lo sentivo fino alla radice e sentivo i suoi testicoli contro il mio inguine a ogni affondo.
Rimasi così, sospesa nel piacere, senza aprire gli occhi. Forse stavo gemendo molto forte, ma non me ne resi conto.
Poi cercai mia sorella con la mano, la trovai accanto a me, la trascinai verso di me. Lei mi accarezzava una tetta, probabilmente si toccava, ma non era quello che volevo. Continuavo ad attirarla verso di me, ma lei non capiva ciò che volessi. Allora girai la testa verso di lei, e sempre a occhi chiusi mimai di leccarla muovendo con la lingua guizzante.
Lei capì. La sentii spostarsi puntando le ginocchia sul letto, poi sentii sulla mia faccia il calore e l’odore di lei. Si appoggiò sulla mia faccia e io trovai la fenditura umida, calda e depilata della sua vagina.
Presi a muovere la lingua sul suo clitoride mentre lei con la mano si apriva le grandi labbra per offrirsi meglio. La sentii gemere forte, sentivo Andrea ansimare e sentivo il suo cazzo affondare dentro di me. Venni io per prima, fortemente e con contrazioni fortissime delle viscere. Sentii Andrea sfilarsi in fretta da me e subito dopo sentii un suo urlo soffocato e lo spruzzo caldo del suo seme sulla mia pancia. Quasi contemporaneamente sentii mia sorella gemere e tremare e poi un caldo liquido colarmi sulle labbra e sulla guancia.
Avevamo provato un orgasmo pazzesco, eravamo tre corpi sudati e bagnati. Sentii Alessia baciarmi la guancia e raccogliere un po’ del suo liquido, poi sentii un dito di Andrea accostarsi alla mia bocca con l’inconfondibile odore dello sperma. Lo leccai e poi capii lo sentii che con la lingua raccoglieva il suo seme dalla mia pancia, e sentii che lo passò ad Alessia tramite un bacio.
Io continuavo a tenere gli occhi chiusi e a tremare per l’orgasmo.
Poi, tutti e due spossati, li sentii sdraiarsi accanto a me. Ci cercammo ancora un po’ con le mani, facendole scorrere sui nostri corpi e appiccicandoci tutti dei nostri liquidi ed eiaculazioni. Poi senza una parola, ansimando ancora un po’, ci addormentammo.

(Ringrazio tutti coloro che hanno espresso giudizi positivi al mio racconto. Vi ricordo che questa che sto raccontando è una storia vera. I giudizi, soprattutto di ragazze, continuano ad essere graditi all’indirizzo claudia1982_a@libero.it) Dovevano essere passate le quattro di mattina perché la città fuori dalle finestre si era fatta silenziosa e io, nuda e addormentata, sentivo freddo, mi scappava la pipì e mi sentivo la bocca impastata dal vino.
Ero passata dal sonno al dormiveglia perché sentivo muovermi accanto a me.
Poi, dolcemente, sentii una mano che mi accarezzava la pancia e risaliva lenta verso il mio seno, il quale, da sdraiata, si divideva nel mezzo e cadeva verso destra e sinistra. Sentivo una grande elettricità e i miei capezzoli si inturgidirono all’istante.
Aprii lentamente gli occhi. La luce era accesa e mi dava fastidio. Vidi alla mia destra Andrea addormentato, pancia sotto, il braccio sotto la testa, la curva della sua schiena e la rotondità delle sue natiche con l’ombra dei peli biondi.
Mia sorella era alla mia sinistra, voltata verso di me, appoggiata sul gomito destro che mi accarezzava con la mano sinistra e sorrideva.
Io le sorrisi e le dissi ‘Devo pisciare un mucchio-
-Andiamo ‘ disse lei. Si alzò e io la seguii. Mano nella mano lei mi precedeva. Vedevo il suo corpo nudo, la sue belle natiche bianche, la sua vista stretta e i capelli lunghi e scuri caderle sulle spalle. Era bellissima.
Arrivammo in bagno. ‘Io ho freddo- disse lei. ‘Doccia calda?-
-Certo!- risposi io.
Entrammo nella doccia ed aprimmo l’acqua calda. Appena l’acqua scrosciò il mio impulso di fare pipì divenne irrefrenabile.
-Devo fare pipì, aspetta- dissi io.
-E beh falla, siamo in doccia tanto- disse Alessia.
Io mi accovacciai sotto il getto d’acqua e mia sorella fece altrettanto. Iniziammo a liberarci con enorme soddisfazione. Mia sorella era in ginocchio davanti a me. Mi sporsi per baciarla, poi senza pensarci mi spostai verso di lei e mi sedetti sulle sue ginocchia, continuando a liberarmi della mia pipì, che le colava sulle gambe e si mischiava alla sua. Il piatto doccia era giallo di urina e c’era un forte odore, ma la cosa ci eccitava da pazze. L’effetto del vino non era ancora finito.
Finimmo di farla e lasciammo scorrere un bel po’ d’acqua, poi ci alzammo in piedi.
Alessia mi spinse contro il muro della doccia, con le piastrelle che erano calde solo dove l’acqua le percorreva. Quelle fredde mi procurarono un brivido.
Lei si mise contro di me, seno contro seno, la sua coscia destra in mezzo alle mie gambe. Sentivo il calore del suo corpo nudo e bagnato, sentivo la rotondità molle delle sue tette e il fremere della sua pancia mentre mi infilava con ferocia la lingua in bocca, e io con la mia cercavo la sua, mentre ci percorrevamo i corpi con le mani guizzanti, strizzandoci, stringendoci, prendendo ciascuna a piene mani della carne dell’altra.
Avrei voluto che ci compenetrassimo, avrei voluto che ci entrassimo dentro. Era un rapporto lesbico fantastico, ma mi mancava la penetrazione. Spinsi la mano di mia sorella sulla mia vagina e le chiesi di stuzzicarla, di stringerla, di metterci un dito o due dentro’
Poi mi venne in mente di chiederle: -Ale, è vero che per te non è la prima volta con una donna? Ci sai troppo fare- dissi e sorrisi
-E’ vero ‘ rispose lei ‘ Mi vedo da più di 3 anni, occasionalmente con Stefania, sono del tutto bisessuale’ e anche tu direi!- Disse e si mise a ridere.
-Si ‘ dissi io gemendo un po’ del suo tocco sulla mia intimità ‘ Ma a me piace anche il cazzo!-
-Perché a me no?- disse lei ‘Poi quando c’è carne come con Andrea, ancora meglio!-
-A proposito- le chiesi, un po’ imbarazzata ma eccitatissima ‘Tu col sesso anale come te la cavi?-
-Mai fatto disse lei, mi fa un po’ impressione-
-Anche a me ‘ dissi io ‘ Mai fatto!-
Ci guardammo negli occhi sorridendo e capimmo che per tutte e due c’era la voglia di provare.
Uscimmo dalla doccia e ci asciugammo a vicenda, dandoci ogni tanto un bacio sulla bocca e sulle tette e godendo dei nostri corpi nudi e bellissimi.
Poi ritornammo in camera da letto, non prima di aver cercato, e trovato, un panetto di burro e una carotona dalla cucina.
Arrivate nel grande lettone Alessia si adagiò su Andrea e cominciò a strusciarsi sulla sua schiena per farlo svegliare.
Lui si girò assonnato a pancia in su e il suo grande pisello mezzo floscio ebbe un sussulto da proboscide. Irreferenabilmente mi sporsi a prenderlo in bocca mentre Alessia consegnava al ragazzo la carota e il burro e si sistemava alla pecorina col suo sedere in piena faccia di Andrea.
Il ragazzo non diceva nulla, si era svegliato rapidamente e il suo cazzo si induriva molto velocemente. Prese un pezzo di burro con le dita e cominciò a scioglierlo attorno allo sfintere di Alessia, spalmandolo pian piano e un po’ entrando con le dita.
Alessia prese a gemere molto forte e io vedevo il suo buchetto che si stringeva e si allargava con contrazioni regolari.
Smisi di succhiare Andrea. Avevo la bocca tutta bagnata di liquido appiccicoso e lo stesso era il suo cazzo.
Alessia disse ‘ Basta, mettimelo dentro ‘
Era eccitata da matti.
Andrea si alzò e girandosi avvicinò il suo grosso pene al sedere di mia sorella e appoggiando una mano sul suo fondoschiena, ne appoggiò la punta e spinse in mezzo all’unto scivoloso del burro e del liquido vaginale che aveva trasportato fino al buchetto.
Alessia emise un gemito e con un colpo si fece indietro, andando a infilarsi da sola mezzo pisello di Andrea nel buco. Urlò parecchio forte e strinse le lenzuola frai pugni. Aveva gli occhi chiusi e la bocca contratta, ansimava e con una mano tratteneva Andrea sulle cosce, in segno che non si muovesse.
Poi riaprì gli occhi, sempre col cazzo mezzo infilato, si voltò verso di me e sorrise. Poi voltò la testa verso Andrea, ginocchioni fra le sue gambe aperte a pecorina e gli disse sorridendo: – Spaccami come una cagna ‘
Andrea prese a stantuffare il suo grosso cazzo nel buco di Alessia, che si allargava e fletteva. La affondava fino ad arrivare coscia contro coscia, lei sobbalzava e le sue tette pendevano basse e sballottavano fra di loro.
Alessia urlava parecchio, di piacere e di dolore, e stava facendo parecchio rumore.
Io non resistetti a quello spettacolo e mi sistemai a pancia in su davanti a lei, con le gambe spalancate, la figa vicinissima al suo viso. Presi a masturbarmi velocemente il clitoride e Alessia in mezzo ai gemiti mimava con la lingua di leccarmi.
Poi Andrea venne con un sospiro da animale. Tese il ventre, strinse le cosce, e con le mani strinse forte le natiche di Alessia.
Diede due o tre colpetti brevi per ciascuno spruzzo e poi scivolò fuori e si sdraiò a fianco.
Alessia cerco di fermare con la mano i rivoli di sborra che che colavano fuori dal buco aperto e arossato del sedere. Io mi alzai, andai dietro di lei e leccai quella sborra che fluiva. Sapeva di cazzo e di merda ed era appicoso di burro.
Venni molto forte, mentre Alessia mi puliva la bocca con una mano e poi mi baciava.
Ci sdraiammo tutti e tre e ansimanti tornammo a riposare.
Le lenzuola erano chiazzate come quelle di un bordello e l’odore di corpi e sudore era molto forte nella stanza.

(Ringrazio tutti coloro che hanno espresso giudizi positivi al mio racconto. Vi ricordo che questa che sto raccontando è una storia vera. I giudizi, soprattutto di ragazze, continuano ad essere graditi all’indirizzo claudia1982_a@libero.it)

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