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Racconti erotici sull'Incesto

Il diario di Elle 3a puntata

By 6 Marzo 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

Caro diario:
è passato quasi un anno. Il mio petto è aumentato ancora e adesso i ragazzi, quando cammino per la strada, si voltano a guardarmi.
Spero che non diventi troppo ingombrante. In ogni modo mi piace essere ammirata.
Adesso è estate: sono in montagna da mia zia. Tutti gli anni mia madre mi ci manda un mese, così mentre prendo un poco d’aria buona la aiuto badando le sue due figlie.
Devo dirti che fino adesso non ho mai guardato mia zia in modo particolare, ma da quando è successo quello che è successo…
Basta, andiamo con ordine.
Dunque, mia zia è una donna non più giovanissima. Le due maternità le hanno appesantito il fisico: infatti, ora ha un petto generoso e un sedere piuttosto grande.
Ma sembra che in montagna queste siano delle doti, perché tutti dicono che è una bella donna.
L’altro giorno è venuto a trovarci un suo nipote scapolo, sui trent’anni. E’ un giovanotto grande e grosso, molto simpatico che ama scherzare e che gli piace anche mettere le mani addosso (ha provato anche con me quest’anno per via delle mie tette ma l’ho messo subito a posto).
Ora devi sapere che per festeggiare il suo arrivo la zia ha preparato una cena particolare.
Il nipote ha gradito molto tutti i piatti ed ha messo in tavola alcune bottiglie della sua cantina.
Lo zio ha apprezzato il dono e da solo si è scolato quasi due bottiglie, ridendo e scherzando.
Verso la fine della cena lo zio si è addormentato a tavola e la zia, io e il nipote siamo usciti fuori perché faceva un caldo infernale.
Anche la zia aveva bevuto abbastanza e rideva per qualsiasi cosa.
Il nipote, un poco alticcio ha cominciato a punzecchiarmi ed io, scocciata, ho detto che avevo sonno e che sarei andata a letto.
Sono rientrata in casa, ma poi, chissà perché, ho voluto vedere cosa facevano e sono uscita da una finestra che dà sul cortile e fatto il giro della casa, mi sono nascosta dietro una siepe.
In cielo c’era una bella luna e ci si vedeva quasi come di giorno.
Il nipote stava scherzando con la zia. che rideva e lo allontanava con le mani. Poi ad un tratto lui si è alzato.
– Zia, non ce la faccio a star fermo, vieni che facciamo quattro passi –
Lei lo ha preso sotto braccio.
– Ma sì, andiamo fino al pozzo, ci farà bene a entrambi un poco d’aria fresca – Così si sono avviati un po’ barcollando verso il pozzo che si trova un poco distante da casa, vicino a un boschetto.
Io, morsa dalla curiosità, li ho seguiti pian piano, col cuore in gola.
Quando sono arrivati al pozzo si sono seduti in una panchina e io mi sono avvicinata per sentire quello che dicevano.
La zia rideva sempre, e gli teneva ferme le mani.
– Smettila Marco, potrei essere tua madre! non va bene dai!  –
– Zia ti prego! – lui con voce supplichevole – ti prego! fammi vedere le tue tette! è fortunato lo zio –
– Lo zio? – ha risposto lei un poco seccata – non mi vede neanche quello! sempre con la bottiglia –
– Davvero?- ha detto il nipote – non ti viene vicino? Dai zia, fagliela pagare! fammele vedere! –
– Se te le faccio vedere, dopo mi lasci stare? –
– Giuro zia. lo giuro! dai! apriti la camicia e fammi vedere! –
– Solo un minuto – ha concesso la zia.
Si è alzata in piedi ed ha aperto la camicetta. Sotto sono spuntati due seni enormi trattenuti a stento dal reggipetto.
– Zia – ha sussurrato il nipote – non mi fare morire! dai fammele vedere bene, levati il reggiseno! –
La zia si è slacciata il reggipetto e le due mammelle sono esplose davanti al nipote.
– Mamma mia, quanta grazia! – ha gridato il giovane ed ha affondato il viso nelle mammelle baciandole.
La zia ha cercato di divincolarsi ma non sembrava convinta.
– Smettila! dai non sta bene! mi avevi promesso, non succhiarmi così! ma cosa fai? – mentre diceva così il nipote le ha messo una mano sotto la sottana e le ha scoperto le gambe fino alle cosce.
– Zia, zia lasciami fare ti prego! vieni qua –
– Marco, lasciami! non sta bene, cosa fai? Mi metti la mano sotto le mutande? Marco sei impazzito? –
– Sì zia sto impazzendo – ha risposto il nipote, tirandole su la gonna e mettendo in mostra le grosse gambe della zia.
Poi con una mano ha cercato di abbassarle le mutande mentre la zia cercava di farlo smettere.
– Marco, mi metto a urlare, pensa se arriva tuo zio! –
Ma il nipote ormai non si teneva. Baciava le tette enormi della zia e la tastava davanti e dietro.
Io guardavo con tanto d’occhi e sentivo un certo desiderio di toccarmi: mi stavo eccitando, e pensavo a Ludovico.
La zia a un certo punto ha smesso di divincolarsi.
– Marco, ti prego non resisto! mi fai venire voglia, non sta bene. Cosa mi fai Marco? Lasciala stare, non mettermi le mani lì… aaah! –
Marco si è fermato e ha preso la zia per le spalle poi le ha detto
– Adesso zia ti togli le mutande e me la fai vedere bene, poi mi lasci fare! –
– Ma sei impazzito? Cosa vuoi fare? –
Marco per tutta risposta si è aperto i pantaloni e ha messo in mano alla zia un pisello enorme. La zia si è spaventata
– Marco, non si può! cosa vuoi fare? posso rimanere in cinta! –
Per tutta risposta il nipote l’ha fatta voltare e così ho visto dal vivo il sedere di mia zia: con due grosse chiappe sode e la peluria in mezzo. Marco lo ha accarezzato, poi ha preso il pisello e l’ha appoggiato al sedere, e ha spinto.
– No Marco – ha gridato con voce strozzata la zia – mi fai male! ah ma è enorme! ah che male! sei un disgraziato Marco!  ah sì! ora lo sento tutto dentro. Aah provo piacere!  non avrei mai creduto! si continua si! –
Marco mentre la penetrava le aveva messo le mani sul davanti, nella peluria della sua passera e la stava tastando
La zia intanto era in preda all’eccitazione. Non si lamentava più. Si muoveva al ritmo della penetrazione ed emetteva dei gridolini di godimento.
Eccitata allo spettacolo, mi sono toccata con un dito la passerina e ho sentito che era tutta bagnata.
Il nipote intanto ha dato alcuni colpi violenti alla zia e si è fermato ansante. La zia in preda all’eccitazione si è staccata, si è voltata e ha preso in mano il pisello gocciolante.
– Marco – ha detto baciandolo – Marco, cosa mi hai fatto provare! –
– Zia adesso te lo metto davanti –
– Ma come Marco, se hai appena finito? –
– Guarda – ha detto Marco.
Ha preso il suo pisello e l’ha mosso. In poco tempo è ritornato duro. Poi ha preso la zia
– Dai zia, apri le gambe! –
– No, Marco, adesso no. Andiamo a mettere a letto lo zio, poi, forse … –
Marco si è lasciato convincere, mentre la zia si rimetteva a posto, e cosi sono ritornati verso casa. Io non sapevo cosa fare, poi ho deciso di aspettare.
Stavo per addormentarmi quando ho sentito delle voci. Mi sono rannicchiata nell’ombra in attesa.
Sono sbucati la zia e Marco.
– Hai visto zia come dorme lo zio? Non si sveglia neanche con le cannonate. Adesso vieni qua –
– Marco pensaci, non va bene –
– Ascolta zia, ho portato con me dei preservativi, così puoi stare tranquilla. Vieni qui ora…adesso ti stendi qui nell’erba e ti cavi tutto hai capito? –
– Ma Marco se passa qualcuno? Mi vergogno –
– Dai zia, che non resisto, togliti tutto –
Dal mio nascondiglio ho visto la zia cavarsi i vestiti e rimanere nuda, davanti al nipote. Poi lui ha cominciato a baciarla nelle tette e l’ha fatta sdraiare in terra, si è calato i pantaloni, ha preso fuori il pisello e si è messo sopra la zia.
– Zia apri bene le gambe, ecco così, sentirai che musica! –
La zia ha dato un piccolo grido
– Marco, ma non passa, ma cos’hai l’affare di un toro? Mamma mia, com’è grosso! Marco! Marco! mi stai spaccando in due!  ah! Marco come godo dai, sei proprio bravo figlio mio! continua così! si ancora! Marco ancora! –
La zia ha cominciato a muoversi freneticamente assecondando Marco che sembrava veramente un toro infoiato. Dava dei colpi violenti che squassavano la zia come un fuscello.
Ad un tratto la zia ha cominciato a rantolare e a tremare e poi con un grido strozzato ha detto
– Sto venendo Marco! non ce la faccio più! basta! basta! –
Marco non ha smesso e ha continuato per un poco poi con un grido si è accasciato sulla zia rimanendo immobile.
A questo punto ho pensato bene di svicolare. Sono tornata in casa e sono andata a coricarmi nella mia cameretta. Ma non sono riuscita a prendere sonno, pensavo a Ludovico e al piacere che mi dava quando mi toccava, non ce la facevo a stare ferma e allora mi sono tirata giù le mutandine e comoda, comoda, con una mano mi sono stimolata il grilletto mentre con l’altra ho infilato due dita nella fessura e ho cominciato a muovermi finché sono venuta con un getto d’umore che mi ha bagnato anche le mutandine. Mi sono sentita priva di forze e mi sono subito addormentata sognando Ludovico.

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