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Racconti di DominazioneRacconti erotici sull'Incesto

Il Diario di Sabrina

By 1 Gennaio 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

Avevo ancora la guancia arrossata dallo schiaffo appena ricevuto e davanti alla mia bocca il pezzo di carne gocciolante di mio nipote, mi stava trattando come una troietta, voleva svuotare i suo coglioni usandomi come gli pareva.
Quasi senza accorgermene schiusi la bocca e all’istante sentii il gusto del pisello di mio nipote che senza tanti complimenti mi scavava la bocca, dava colpi potenti e cercava di riempirmi completamente della sua carne, dovevo aver strabuzzato gli occhi perché di getto mi parlò
‘Guarda la zietta che faccia, non devi essere molto abituata a prendere randelli di carne come il mio in bocca, o semplicemente non lo lasci mai fare al tuo maritino?
E’ un peccato per lui, con quelle labbra da succhiatrice che ti ritrovi lo renderesti l’uomo più felice del mondo, ma non ti preoccupare, ci penso io a te, ora ti farai una bella scorpacciata di sborra’
Io ero completamente riempita dal suo pene, in effetti forse avevo perso l’abitudine, visto che da un bel po’ di tempo non succhiavo più il pisello di mio marito e questo comunque era tutta un’altra cosa, così carnoso da farmi indolenzire la mandibola.
Continuava a darmi pompate profonde, mi teneva la testa ed ogni tanto lo toglieva dalla bocca solo per sbattermelo sulle guance o sulla fronte e ricacciarmelo quindi di botto in gola.
Pensavo a mio marito ignaro di tutto nel casolare a guardarsi probabilmente qualche replica di un telefilm noiosissimo mentre io qui sollazzavo questo ragazzetto.
‘Sei magica zia, ora si che sembra tu non abbia fatto altro nella vita che ingoiare carne, puntami i tuoi occhioni sui sui miei, ecco, così, resisti che tra un po’ ti riempio per bene, non mangerai per un po’ con la quantità di roba che ti farò ingoiare’ Ecco’ Resisti ancora un attimo’Quando ho scoperto che venivi a trovarci non mi sono segato per settimane, ora ne ho di succo da darti’Ti sto per riempire, pompinara”
Sentii il pisello gonfiarsi ancora di più, mi stavo preparando ad ingoiare una buona quantità di sperma, ed all’improvviso arrivò, mio nipote mi teneva la testa ben avvinghiata all’uccello che cominciò a schizzami in gola il primo fiotto di latte, lunghissimo, riuscii a non ingioiarlo, ma quando arrivò il secondo ed il terzo mi trovai la bocca piena e, non riuscendo a liberarmi, dovetti ingoiare tutto.
Mio nipote finì di scaricarmi in gola una buona quantità di succo caldo e poi mollò la presa.

‘Succhi alla grande, decisamente molto meglio di farsi le seghe. Penso tu possa diventare il mio giocattolo preferito, ti è piaciuto ingoiare tutto quel succo?’
Io mi stavo ancora riprendendo dalla bevuta ed ero eccitata all’inverosimile
‘Sei uno stronzo, non ingoiavo tanta roba da quando ero ragazzina, non ti permettere più, mi hai preso alla sprovvista e ti sei divertito, ora me ne vado e spera che nessuno scopra mai cos hai fatto’
‘Tu non te ne vai da nessuna parte’ Mi disse prendendomi per i capelli ‘Non ho ancora finito di divertirmi con te, da quel cornutello di tuo marito tornerai quando lo deciderò io’
Non potevo credere a quelle parole ‘Io me ne vado eccome’ gli dissi, ma non feci in tempo a terminare la frase che mi prese per le ascelle e mi adagiò su un tavolino di legno lì vicino, mi tolse la camicetta ed armeggiò con il reggiseno, me lo tolse e mi strinse con irruenza la mia bella quarta soda.

‘Dove pensi di andare con queste tettone? Non ti ho già detto che ho tenuto per te tutta la mia voglia? Vedrai che servizietto che ti farò”
Mi morse i capezzoli con forza, avevo paura me li avrebbe staccati, li strizzava con i denti e li tirava, si divertiva parecchio, e loro rispondevano al trattamento indurendosi sempre di più, sembrava volessero aiutarlo nel lavoro
‘Lo sapevo che eri una troietta’ mi disse ‘Guarda come ti stai eccitando’
Intanto la mia micina cominciava a sentire una presenza, ci misi poco a capire che stava tornando nuovamente in tiro, potenza della gioventù, e mi ci volle ancora meno per capire cosa voleva fare. Non volevo farmi scopare da quel ragazzetto, con tutti gli uomini che mi giravano intoro e ai quali la facevo solo annusare mi sembrava assurdo concedermi a quello stronzetto che fino al giorno prima probabilmente giocava con gli amichetti.
Strinsi le gambe di impatto ‘Quella non la puoi a vere, se vuoi divertiti con le mie tette e poi lasciami andare, ma la passera non te la concedo’
‘Ancora non capisci vedo, tu me la vuoi concedere eccome, sei un lago, non vedi l’ora che ti trafigga per bene. Hai sentito com è grosso nella tua bocca? Vedrai cosa succederà nella tua micina. Smetti di fare la fighetta ed allarga le gambe che mi dedico un po’ a te”
Quelle parole mi fecero sbrodolare ancora di più, senza accorgermene socchiusi le gambe e quello fu abbastanza per far cantare vittoria mio nipote.
‘ Vedo che la mia cagnetta ha veramente fame’ mi disse ‘Ora ti soddisfo per bene’
Puntò il glande all’ingresso della mia passerina, ne fece entrare solo la punta, per godersi il calore delle mie labbra, quindi mi penetrò con una lentezza esasperante, fermandosi di tanto in tanto per godersi le mie espressioni.
‘Tu non ce la fai più zietta, vorresti questo palo di carne tutto dentro e subito, stai gocciolando come una pazza, se non ti scopo per bene finirai con l’impazzire’
Era vero non ne potevo più, dovevo per forza essere riempita da quella carne
‘Smettila di fare lo stronzo’ gli dissi ‘e scopami, basta, ti odio, questo trattamento mi farà impazzire, fammi venire, sbattimi per bene’
Aumentò allora il ritmo degli affondi, mi teneva bloccata per le ascelle e dopo un paio di affondi più profondi mi sputò sulle tette, facendole luccicare della sua saliva, dovevo essere uno spettacolo, buttata su un tavolo dopo aver bevuto sperma in quantità, i collant ancora alle gambe, le tette sudate ed umide di saliva che ballonzolavano ad ogni affondo del pene di quel ragazzetto di mio nipote nella mia passera gonfia all’esasperazione di desiderio.
Ormai stavo tremando, lui se ne accorse e prese a torturarmi il clitoride, stavo strabuzzando gli occhi probabilmente perché lo sentivo ridere e prendermi in giro su quanto avessi disperatamente bisogno di cazzo.
Mancava poco e sarei esplosa, non vedevo l’ora, sarebbe stato uno degli orgasmi più forti della mia vita, ma a quel punto, contro ogni logica, sentii invece che gli affondi stavano diminuendo, mio nipote stava smettendo di scoparmi. Lo guardai con occhi disperati
‘Cosa credevi zietta, che ti avrei fatto godere? Sei pur sempre una donna sposata, e poi se entrassero i miei, che figura ci faresti?’
Incredibile, mi stava anche prendendo in giro, proprio ora che avrei voluto essere sfondata senza sosta, senza ritegno, fregandomene di chiunque mi avesse trovata gambe all’aria sotto un ragazzetto ben dotato.
‘Cosa pensi di fare? Non crederai di lasciarmi così?’
‘Eccome zietta’ mi rispose sorridendo ‘Ora sono stanco, non ho voglia di farti venire, se vorrai ancora essere scopata da me dovrai chiedermelo ed io, forse, ti accontenterò.
Ma stai attenta, se vuoi che ti scopi ancora voglio la fighetta tutta per me, quindi non ti devi sfogare con il tuo maritino, voglio trovarti pronta per me, non mi va che le tue carni siano scavate da un altro randello.
Pensaci su, ma ora levati, vattene a casa prima di me o qualcuno sospetterà di quanto tu sia cagna.’

Nel dirmi quelle parole si disinteressò a me, si rimise a posto e riassettò il fienile, io ero pietrificata dal piacere, la mia micina gocciolava desiderio e non si capacitava di come potesse finire tutto senza un buon orgasmo. Mi rivestii e lasciai il fienile, mi diressi verso casa, piena di dubbi su quello che era appena successo.

Continua’
Mi risvegliai di buon ora, la vita nel casolare cominciava presto, avevo avuto un sonno agitato: una volta rientrata nella stanza avevo trovato mio marito già addormentato, meglio così non si sarebbe accorto dello stato in cui ero.
Passai una giornata piuttosto tranquilla, mio fratello mi fece vedere come procedeva la giornata tra la cura dei campi e del bestiame, sembrava tutto sommato un bel lavoro, faticoso ma rilassante pranzammo tutti insieme, mio nipote si comportava come nulla fosse, raccontava al padre come andavano le cose, solo ogni tanto mi buttava occhiate che mi facevano bagnare all’istante. Possibile che avesse quel potere su di me?
Non sapevo cosa pensare, certo che essere arrivata così vicino all’orgasmo e non averlo raggiunto mi aveva lasciato addosso una carica di delusione di cui volevo liberarmi, volevo essere presa di nuovo e questa volta, non volevo che si tirasse indietro sul più bello.
Avevo deciso, era quello che volevo. Lo raggiunsi nel pomeriggio, all’aperto
‘Voglio che concludi quello che hai fatto, me lo merito visto quello che io ho fatto a te’
‘Ehi zietta’ mi disse ‘Solo perché hai una bella boccuccia non credere di poter pretendere nulla, se vuoi essere scopata vedrò se e come accontentarti. Come prima cosa, questa sera a cena, ti lascerai fare quello che voglio, poi vedremo se e come continuare’
‘Cosa vuoi farmi a cena?’
‘Non ti preoccupare, pensa solo a vestirti come ieri sera’
Accettai, un po’ preoccupata, chiaramente intorno al tavolo ci sarebbero stati tutti, che intenzioni aveva?

Arrivata l’ora del desinare, ci sedemmo tutti intorno al tavolo, vicino a me il mio nipotino ovviamente, la cena procedette tranquilla per un po’, dopo di che sentii armeggiare con la mia mini, la tovaglia abbondante mi nascondeva le gambe ed il vasto tavolo con inoltre la fioca luce del soggiorno permetteva di non essere troppo al centro dell’attenzione.
Mio nipote mi stava infilando una mano tra le cosce, aprii leggermente le gambe per lasciarlo fare, manco a dirlo ero un lago, lui se ne accorse perché gli scorsi un sorriso, afferrò un lembo delle mutandine e lentamente cominciò a sfilarle: ero terrorizzata, voleva sfilarmele lì in presenza di tutti? Riuscì a farle scendere alla ginocchia, l’aria fresca sulla mia topina mi eccitò ancora di più, riuscì quindi a farmele scendere sui sandali con un colpo secco, fingendo quindi di raccogliere qualcosa a terra le raccolse e prima di cacciarsele in tasca le annusò.
Intanto la mamma cominciò a parlarmi, mi raccontava della vita di campagna e di come il suo figliolo fosse un bravo ragazzo, avesse immaginato che ora, priva di mutandine avevo due dita di quel bravo ragazzo nella passerina forse si sarebbe ricreduta. Mi lavorava per bene, lentamente, mentre io bagnavo di succo il cuscino della sedia su cui ero e mentre cercavo di rispondere in modo decente a sua mamma. Gli uomini parlavano tra loro, mio marito neanche immaginava che la micetta di sua moglie era nelle mani di un ragazzino ben dotato, probabilmente riteneva di non correre problemi con una bella donna come me in quel casolare, anche se ero vestita provocante. Ad un certo punto smise di ravanarmi, sentivo che mi stava infilando dentro qualcosa di piccolo, cilindrico, finito l’inserimento salutò tutti i presenti dicendo che preferiva finire la serata in camera sua.
Finii la cena ed andai in bagno, mi controllai la figa e ci trovai dentro un piccolo contenitore, lo aprii e ne estrassi un bigliettino, c’era scritto ‘Vieni nella mia stanza verso l’una di notte, vestita da troietta, se ti va bene questa è la tua serata’

Mi stavo già bagnando, lo stronzetto voleva che abbandonassi mio marito nel cuore della notte e lo andassi a trovare per farmi scopare! E se si fosse svegliato e non mi avesse trovato? Dovevo trovare il modo perlomeno di farlo addormentare.
Andammo tutti a letto per le 23, una volta sola con il mio uomo: decisi di agire, avevo indossato reggiseno e perizoma che usavo per far impazzire il mio compagno, avevo anche aggiungo un paio di calze a rete che mi facevano apparire molto zoccoletta, mi infilai due dita nella micetta e quando furono belle fradice le cacciai in bocca al mio uomo.
Lui cominciò a mugugnare, l’eccitazione era ben visibile dentro il pigiama.
‘Ti piace il sapore di figa eh porcellone? Ma lo sai che non puoi averla, non te la concederò, ne berrai il succo solo dalle mie dita’
‘Dai fammela leccare’ mi disse lui ‘Ti faccio un lavoretto come si deve, vedrai che non te ne pentirai’
‘Non insistere, non ho voglia di dartela, neanche per una slinguata, se proprio hai voglia di farmi la festa ti permetto di leccarmi le gambe da sopra le calze’
Non se lo fece ripetere, cominciò un lavoro di lingua eccitante, si dedicò alle caviglie, accarezzandomi i polpacci, per poi salire verso le cosce perdendosi però prima con abile gioco di lingua dietro al ginocchio, saliva sempre più su, fino a sfiorarmi le natiche, era ovvio sentisse l’odore della mia passera e che quindi la volesse.
Mi stavo eccitando, toccava a me ora
‘Bravo, ci sai fare con la lingua, per questo avrai un premio, spogliati completamente’ Manco a dirlo non se lo fece ripetere, aveva un bel pezzo di carne, eretto, potente
‘Ora stai davanti a me’ mi sdraiai, gli presi con i piedi l’uccello e comincia a segarglielo così, le cosce un po’ aperte lasciavano intravedere le mie mutandine fradice, lui si stava eccitando aveva chiuso gli occhi e si lasciava lavorare da me.
‘Ti permetterò di godere, vedo che hai le palle belle gonfie è da un po’ che non ti svuoti eh? Bravo, devi essermi grato per averti concessi i miei piedi, ora ti farò venire sulle mie calze’
Aumentai il rirmo, lui fremeva sempre di più, il pene pulsante, ad un certo punto lo vidi tremare, era il momento esplose in una serie di schizzi che mi imbrattarono i piedi, i polpacci e le cosce, era veramente pieno il poverino.
Si accasciò sul letto, mi disse che ero molto brava, che ci sapevo fare anche con i piedi, mi parlò ancora un po’ dopodichè soddisfatto della sborrata si addormentò.

Ero quasi sicura che non si sarebbe svegliato fino all’indomani, potevo ora finalmente andare da quello stronzetto, magari sarei riuscita ad invertire i ruoli e a rimetterlo in riga, mi cambiai le calze, tenni le stesse mutandine impregnate di succo di fregna e mi scoprii ad essere soddisfatta della mia fichetta, immaccolata e pronta per quel giovane pezzo di carne.
Mi diressi verso la sua stanza, la aprii era tutto buio, chiusi la porta alle mie spalle. In quel momento la luce si accese e scoprii mio nipote in piedi.
‘Sapevo che saresti venuta, è da ieri che vuoi essere scopata come si deve, visto che sei venuta da me sarò buono e ti tratterò come la troietta che sei’
Si avvicinò a me, mi squadrò, dallo sguardo soddisfatto capii che ero esattamente come si aspettava, mi stava mangiando con gli occhi, presto la mia micina sarebbe stata usata completamente.
Aveva un bel letto da una piazza e mezza, pensai sarebbe stato l’ideale, mi cacciù la lingua in bocca e poi di peso mi buttò sul letto, pancia sotto.
Prima che me ne accorgessi mi aveva legato le mani alla testiera del letto, in un attimo anche le mie gambe furono vincolate ai piedi del letto, ero immobilizzata, mi mise un paio di cuscini spessi sotto la pancia: ero a pecorina, bagnata fradicia, le tette pendevano fiere giusto oltre i cuscini, mi sentivo porca e non vedevo l’ora di essere presa.
‘Ora, cara zietta, ti ho immobilizzato, ho voglia di scoparti ben bene e non mi va che ti sposti o che ti lamenti, ho voglia di fare i miei comodi senza interruzioni.
Visto che sono sicuro ti piaccia essere trattata come una cagnetta ora finisco l’opera’
Aveva preso due bende di seta, con la prima mi legò la bocca, non riuscivo più a parlare ma solo ad emettere soffusi gemiti: ‘Così evitiamo che qualcuno ti senta’ mi disse ‘Se mai dovessi urlare troppo’
Con l’altra mi bendò: ero immobilizzata, non potevo parlare né vedere nulla, questa situazione mi fece bagnare come una pazza, lo sentii armeggiare con qualcosa di freddo, forbici probabilmente, mi tagliò le mutandine: ora la fighetta ed il mio bel buchetto del culo ero esposti e schiusi per lui.
‘Sei un capolavoro zietta, se non avessi da lavorare passerei il giorno a scoparti in ogni posizione, ti riempirei fino a farti esplodere, ma purtroppo di giorno devo lavorare, accontentiamoci di questa sera.
Mi aprì un po’ le chiappe e mi sputò sul buco del culo, mi irrigidii un attimo, io volevo essere scopata in figa, non volevo che mi prendesse il culo era da troppo che non lo concedevo, avrei avuto solo male!
Mi lamentai mugugnando e muovendomi, dome risposta ebbi dei sonori schiaffi sul culo, penso abbia usato qualcosa di piatto e duro, sentii un po’ di dolore
‘Ehi zietta, devi stare tranquilla, questa è la serata del tuo bel culetto, lo lavorerò per bene, ti farò capire quanto può essere bello prendere un bel palo di carne nel tuo buchetto più stretto. Immagino che il tuo maritino questa goduria se la scordi, non glielo concederai tanto facilmente, io invece lo farò mio tutta la notte, domani ti stupirai di quanto possa essere largo’
Mi stavo agitando ancora di più, ma altre due botte secche sul culo mi fecero demordere, non avevo scelta!

Il mio nipotino intinse due dita in qualcosa di morbido che mi spalmò sul buchetto, lo sentii rilassarsi all’istante, cominciò quindi a lavorarmelo con un dito, lo girava al suo interno, tutto intorno, lo estraeva e me lo cacciava dentro subito dopo. Quando il buchetto fu aperto abbastanza ripetè il lavoro con due dita e poi con tre. A quel punto cominciai a tremare, mi stava allargando per bene, tra poco mi avrebbe aperta con il suo randello, non pensavo di essere veramente pronta.
La mia fighetta stava pulsando, avrebbe voluto essere lei oggetto di tali attenzioni ed invece avrebbe dovuto accontentarsi di buttare fuori secchiate di broda tanto era eccitata.
Puntò quindi il suo arnese sul mio buchetto:
‘Zietta, vorrei potessi vedere questo momento, il tuo buchetto sembra chiamarmi, gonfio e morbido com è, riesco a vederci dentro già, mi piacerebbe che una volta finito potessi farlo vedere a tuo marito, potrebbe infilarci dentro la mano quasi’
Cominciò a spingere, gran parte della sua carne mi stava sconquassando
‘Sembri molto stretta ma è solo questione di tempo’ Senti come stai cedendo’mmmmm’ Ne vuoi sempre di più’Ora ti faccio la festa puttanella’
La benda che mi tappava la bocca mi impediva di urlare, stavo sbavando per lo sforzo, il culo mi faceva male ma quella carne si ostinava ad entrare, centimetro dopo centimetro, ad un centro punto smise di spingere, era entrato completamente! Assurdo, tutto quel randello dentro di me e non mi ero aperta in due!
Prese ad uscire lentamente, poi a rientrare, ripetutamente, ogni volta aumentava il ritmo’
Il mio buco si stava abituando, ora cominciavo a sentire piacere, la mia micina era gonfia allo spasimo, il mio culo pieno da scoppiare di quel randello, stavo sudando come una maiala, se non avessi avuto la benda avrei urlato come una dannata ma fortunatamente non potevo.
Mi scavò le carni del culo per 30 minuti buoni, stava per venire, lo sentivo da come era contratto, pensavo che mi avrebbe allagato l’intestino ed invece smise, si mise davanti a me mi tolse la benda dalla bocca e me lo cacciò dentro in un colpo solo
‘Dopo averti lavorato per bene il culo, ho pensato che ti avrebbe fatto piacere avere nuovamente lo stomaco pieno della mia sborra, te ne faccio bere di nuovo una buona quantità’
Mi diede qualche colpo secco che mi fece quasi soffocare ed alla fine venne, si scaricò nella mia gola per bene, bevvi nuovamente tutto, sapevo ormai che non sarei riuscita a trattenere tutta quella roba.
Si staccò da me che gocciolavo broda dalla bocca, probabilmente avevo il culo spalancato e sicuramente la benda sugli occhi mi conferiva un aspetto ancora più da troia.
Mi rimise quindi la benda in bocca
‘Ora, cara zietta, non penserai mica che sia finita? Divertiamoci ancora un po’, anzitutto, non vorrei mai che il cratere che hai al posto del buco del culo si chiuda’
Nel dirlo mi infilò dentro un oggetto piuttosto grosso, morbido ‘Questo vibratore ti terrà bella dilatata, mentre vado a bermi una cosa in cucina, tornerò molto presto’
Mi stava abbandonando lì sul letto! Legata, con il rischio che qualcuno entrasse, che mio marito si svegliasse e mi venisse a cercare’ Già, chissà che ora era tra l’altro’
Dopo qualche interminabile minuto tornò
‘Ho incontrato mia madre, mi ha consigliato di distrarmi con qualcosa per riprendere sonno, penso che la ascolterò’
Tolse quell’arnese dal mio culo, mi fece notare che ero proprio una gran porca che avrei potuto prendermi in culo qualunque cosa ormai e mi ricacciò dentro il suo arnese, ormai ritornato pimpante.
Si fece i suoi comodi per un’ora ancora, mi scopò sempre più a fondo e con sempre più forza, sembrava che ormai riuscissi a sopportarlo bene, mi sentivo completamente aperta, ed ero venuta una quantità di volte che non avrei ricordato, soffocavo i miei orgasmi sella saliva che buttavo nella benda e che ricadeva sul materasso, ero sfatta, sfinita, ora speravo lasciasse il mio culo.
‘Zietta, stai tranquilla, quelle come te non si danno pace finché non sono belle farcite, è quello che tra poco sarai tu”
Cominciò a respirare forte, contrasse i suoi forti muscoli, sentivo che le sue mani stringevano con sempre maggior forza i miei fianchi, il pisello gli si gonfiò ancora di più, mi sentivo sempre più piena e finalmente il primo fiotto arrivò a scaldarmi le viscere e così il secondo ed il terzo e via, non l contavo più mentre mi esplodeva l’ennesimo orgasmo.

Si accasciò un attimo su di me, poi mi liberò mani e piedi, mi tolse benda e bavaglio
‘Sei stata brava, ora, vai in bagno, guardati in che condizione sta il tuo culo e vattene a dormire, che quel cornutone di tuo marito potrebbe anche svegliarsi, abbiamo fatto le quattro.
Mi rivestii alla bene e meglio ed uscii, una volta in bagno mi guardai, il mio buchetto era ancora bello dilatato, riuscii a farci entrare senza problemi quattro delle mie dita’
Ero a pezzi ed avevo avuto alcuni dei migliori orgasmi da anni a questa parte, quello stronzetto ci sapeva fare, dovevo ammetterlo’ Come sarebbe proseguita quella vacanza?
Intanto potevo farmi una gustosa dormita.

Continua’.
Dormii veramente poche ore, la vita di campagna cominciava presto ed io non potevo certo dire che la sera prima avevo fatto tardi per farmi riempire il culo dalla carne di mio nipote, con il sedere dolorante ed ancora il sapore di sperma in bocca dovetti abbandonare il caldo letto.
Mio marito pimpante accanto me mi baciò tenero, contento del giochetto che gli avevo fatto la sera prima e, ovviamente, completamente ignaro del fatto che avessi donato ben di meglio a quello stronzetto di mio nipote.
Lo incontrai in cucina, tranquillo e riposato, sembrava aver dormito almeno il doppio delle mie ore, cosa chiaramente impossibile, ci sedemmo intorno al tavolo per consumare la colazione ed il mio nipotino esordì dicendo che si sarebbe offerto lui di andare a fare le compere al paese vicino
‘Sei molto gentile ‘ gli rispose la mamma ‘ ma come sai abbiamo la macchina guasta, come pensi di andarci?’
‘Non ti preoccupare’ le rispose mio marito ‘Se vi serve potete prendere la mia, è il minimo che possiamo fare per l’ospitalità’
Il mio nipotino annusò subito l’odore della mia topina, perché si apprestò a rispondere prima di un diniego della madre
‘Ti ringrazio molto, mi farebbe molto comodo in effetti, a questo punto per farti stare tranquillo potrei andare con Sabrina, così mi darebbe anche una mano nella spesa’
Mio marito, ignaro di star consegnando la mogliettina nelle mani di un ben dotato porco si perse ad elogiare la bontà dell’idea, io riflettei un attimo e poi decisi di accettare, non volevo che un mio rifiuto facesse nascere perplessità.
Io ed il mio nipotino quindi ci accomiatammo da tutti e salimmo sulla famigliare di mio marito.
‘Incredibile’ disse mio nipote ‘ Quel cornutone di tuo marito mi ha consegnato su un piatto di argento la tua fregna, lo sai vero che non ho nessuna intenzione di fare spesa e che cercherò solo di scoparti più a lungo e più profondamente possibile?’
‘Tu sei pazzo, non ti permetterò di fare una roba del genere, dobbiamo fare la spesa, se torniamo a mani vuote gli altri si insospettiranno sicuramente’
‘Credi di avere a che fare con un fesso? La spesa l’ho fatta ieri e l’ho già messa nel bagagliaio di questa macchina, siamo tranquilli per mezza giornata buona’
Nel sentire queste parole diventai un lago, ci stavamo allontanando dalla casa, ero completamente in balia di quel ragazzetto goloso di figa ed io ero il suo giocattolo preferito, cosa mi avrebbe fatto?

Si diresse lontano dal casolare, prendendo una stradina di campagna, si tirò fuori l’uccello e mise una mano sulla mia testa
‘Non stare lì a fare nulla, prendilo in bocca, abbiamo molto tempo è vero, ma voglio che per quando torneremo tu sia così sazia di cazzo da non poterne più’
Avevo ancora il culo dolorante ed il ricordo del sapore del suo sperma era ancora molto vivido, la situazione comunque mi aveva reso una cagnetta servizievole, in meno di un soffio avevo la sua carne in bocca, gli leccavo l’asta con maestria e me la cacciavo nelle profondità della gola per poi liberarla con lentezza, il mio nipotino tremava dal piacere.
Mi prese la testa e mi cacciò il suo uccello ancora più in profondo, mi sentivo soffocare e cominciai a singhiozzare, mio nipote non mollava, diventai paonazza e cercai di puntellarmi con le braccia ma lui insisteva ancora, smise solo un attimo prima che dessi di stomaco, senza venire.
‘Troia come sei ti sottovaluti, puoi fare molto di meglio, ci penso io a te tirerò fuori da quello che resta della mogliettina la più lurida delle cagne’
Nel dire quelle parole arrivammo in una pianura, sembrava un posto decisamente tranquillo, parcheggiò la macchina e mi guardò come se fossi un dolce da gustare. Io riuscii solamente a dire
‘Non credere che combineremo nulla su questa macchina, mio marito ci tiene da impazzire, non possiamo rischiare di sporcarla’
‘Forse tuo marito dovrebbe badare più alla cagna di sua moglie che non alla macchina, se sapesse quanta carne sei in grado di prendere, se ne fregherebbe di questa bagnarola e passerebbe il giorno a farti la festa’
Le parole di quello stronzetto avevano il potere di farmi eccitare sempre di più, prima di accorgermene mi trovai trascinata fuori dalla macchina e seduta sul cofano, gambe all’aria, lui mi sollevò appena la mini da cagnetta che indossavo, tastò le mie mutandine e trovandole fradice mi infilò le dita madide in bocca.
‘Ora ti scopo un po’ così’ mi disse ‘Sul cofano di questa macchina e scostandoti solo le mutandine, sei fradicia da impazzire’
Senza tanti complimenti mi infilò il randello dentro, cominciò a scoparmi con una foga tremenda, sembrava non scopasse da mesi ed invece solo la sera prima si era divertito col mio culo.
Mi trapanava con veemenza, le mie chiappe faticavano a stare attaccate al cofano, con una spinta sulle tette mi sdraiò completamente, mi afferrò le caviglie e mi alzò le gambe sopra le sue spalle. In quella posizione sentivo il suo pene potente praticamente in gola, mi scavava precisamente le pareti della figa, con una maestria che mi faceva tremare di piacere.
Con una mano mi strinse il collo, mi ordinò di aprire la bocca, io eseguii, lui mi ci sputò dentro e quando vide il mio sguardo stupito si mise a ridere
‘Oggi ho deciso di fare di te quello che voglio, apri di nuovo la bocca’
A malincuore la riaprii e lui ci risputò dentro, mi stava trattando come una vera bestia ed io ero oscenamente spalancata per lui.
Ad un certo punto aumentò gli affondi, pensavo che sarebbe arrivato alla fine della mia fighetta, liberò il mio collo e mi strinse i fianchi con forza.
‘Spero che tu prenda qualcosa cagnetta, o il tuo maritino diventerà babbo di un bastardello’
Mi scaricò in figa una lunga serie di spruzzate di sperma, le sentivo pulsare calde dentro di me, non finivano mai, prima o poi sarei stata completamente riempita da quel succo caldo.
Levò il suo arnese da me e se lo pulì con le mie mutandine, mi guardò soddisfatto
‘Scopare con te non ha prezzo, con questo fisico da strafiga che ti ritrovi dovessi darla via per tanti soldi. Ed invece ti fai scopare da me sul cofano della macchina di tuo marito. A proposito, ti sta colando la passera sul suo cofano’

Mi prese di forza e mi fece alzare, fui obbligare a pulire ogni schizzo di sborra con la lingua, sentivo le gambe un po’ dolenti per la scomoda posizione.
Pensai di avere un attimo di tregua, ma ogni volta non consideravo la potenza di quel giovane corpo, mentre io mi sorbivo la sua sborra ed i miei succhi dal cofano, lui era tornato bene in tiro. Trafficò con i sedili anteriori tirandoli bene indietro, potevamo stare comodamente seduti.
‘Ora cagnetta, ho in serbo qualcosa di veramente prezioso per te’
Entrò lui e si sedette, davanti al suo membro eretto il cambio della macchina, mi intimò ad entrare, io ero titubante, lui mi afferrò per un braccio e mi fece mettere in piedi davanti a lui, quindi mi fece accovacciare piano piano, quando capii cosa stava succedendo era troppo tardi
‘Visto che tuo marito non può avere il tuo culo, facciamo un regalo almeno alla sua macchina, ti stai per prendere il cambio nel culo, vedrai come sarà divertente.’
Il ricordo della dimensione del pomello fece appena in tempo a farmi rabbrividire, quando cominciai a sentire la sua plastica soda puntare all’ingresso del mio forellino, avevo paura, ma cercavo di non irrigidirmi per facilitare l’ingresso.
‘Vedrai che il servizietto che ti ho fatto ieri ti aiuterà a prenderti nel culo pomello e buona parte dell’asta.’
Mi spinse in basso, il buchetto cominciò a dilatarsi e sentii pian piano l’arnese infilarsi tra le mie budella, iniziai a sudare freddo, era veramente grosso, sentivo però nel frattempo le mie carni che si allargavano.
Ad un certo punto mi sentii riempita, il pomello aveva ormai divaricato a sufficiente il mio sfintere ed era entrato completamente dentro, il mio nipotino notò la mia faccia stralunata
‘Zietta sei tremenda, hai il cambio nel culo, sei speciale, ora ti do il tuo premio.
Si avvicinò alla mia fighetta dilatata per l’eccitazione di quella situazione, mi penetrò con un colpo secco e prese a scoparmi, ero estasiata, avevo un pomello nel culo che si muoveva ad ogni colpo del mio giovane amante, la figa nuovamente piena del suo membro e stavo sbavando dall’eccitazione, gli afferrai le spalle e gli dissi
‘Sei il peggior figlio di puttana che mi abbia mai scopata, prega che nessuno scopra mai quanto sei maniaco, ma intanto datti da fare’
Andammo avanti con quel giochetto per un po’ venni la prima volta copiosamente, non osavo immaginare quale sarebbe stato lo stato di quello strumento dopo tale uso, il mio ragazzetto se ne accorse e aumentò il ritmo della chiavata facendomi vedere nuovamente in breve tempo. Non avevo più forze, sentivo i colpi giovani di mio nipote sempre potenti, sembrava non ne avesse mai abbastanza.
All’improvviso si sfilò, mi puntò l’arnese in bocca ed io mi apprestai a bere la solita vagonata di sborra, mi scavò un po’ nelle fauci e poi lo tolse nuovamente inondandomi il visino.
‘Sei uno stronzo’ gli dissi ‘guarda in che stato mi hai ridotta! Non potevi sborrarmi in bocca? Ora devo stare attenta a pulirmi per bene prima di tornare a casa’

Lui per tutta risposta si mise a ridere e mi guardò fiero
‘Zietta è inutile che fai la preziosa, questo trattamento ti piace, sei costantemente un lago, ti lasci usare come una cagnetta servizievole, io ti vengo addosso quanto mi pare’
Mi diete uno schiaffetto e se ne uscì, lasciandomi con il cambio ancora ben piantato in culo.
Mi liberai da quel palo, manco a dirlo l’ano oscenamente dilatato, mi fermai ad osservare, curiosa il cambio: l’attrezzo era completamente umido, non emanava un ottimo odore, il mio uomo si sarebbe sicuramente accorto di qualcosa’
Decisi quindi di pulirlo alla bene e meglio con delle salviette struccanti, proprio mentre il ragazzetto mi ricomparve alle spalle
‘Volevo riportarti a casa, ma la scopata che ci siamo appena fatti mi ha solo messo più voglia e poi, abbiamo ancora tempo”
Mi tirò fuori a forza, mi trascinò nel retro della macchina e aprì il cofano, comparve davanti a noi uno spazio enorme, potevamo tranquillamente stare sdraiati, mi ci buttò dentro, mi spogliò completamente e lo stesso fece lui. MI scopò per un’altra ora buona, si divertì ad affondare fendenti alla mia fighetta strapazzandomi le tette, fin ora lasciate all’asciutto, me lo rinfilò in culo più volte, lamentandosi di come il cambio mi avesse spanata per bene, si divertì a riempirmi la bocca riempiendomi dei peggio insulti.
Quando fu sul punto di venire io ero sdraiata con le tette al vento, non resistette, uscì da me, si segò per bene e diede origine all’ennesima valanga di sborra con la quale riuscì ad investire gran parte del mio corpo madido di sudore ed anche buona parte del bagagliaio.
Ripresami dalla cascata di latte caldo mi resi conto del casino che aveva combinato, raccolsi le forze e mi misi a pulire alla bene e meglio.
‘Muoviti cagnetta, è proprio ora di riportarti a casa, quel cornutello di tuo marito non si accorgerà di nulla stai tranquilla’
Mi misi a sedere accanto a lui, mise in moto e ci dirigemmo verso casa, avevo passato buona parte della giornata a farmi scopare da quel ragazzetto, mentre mio marito mi credeva a fare la spesa, avevo tutti i buchi doloranti e puzzavo di sperma dalla testa ai piedi.
Sarei riuscita a farla franca? Il solo pensiero che qualcuno potesse scoprire quanto fossi stata troia nella macchina di mio marito mi fece nuovamente bagnare’ Possibile? Cominciavo a credere di essere molto più simile a mio nipote di quello che credevo.

Continua’.
Il casolare
Tornata a casa riuscii a sgattaiolare in bagno ed a farmi una buona doccia senza incontrare mio marito, mi levai di dosso l’odore di sesso che mio nipote mi aveva attaccato sbattendomi per bene, il contatto con l’acqua tiepida rilassò all’istante anche i miei muscoli tesi per la piena attività che avevo subito per buona parte della giornata.
Il luogo accogliente fece anche sciogliere la mia mente, cominciai seriamente a riflettere sulla situazione in cui mi stavo cacciando, quel monellaccio stava pian piano prendendo possesso di tutto il mio essere, era riuscito in poco tempo a rendermi sua, mi faceva fare cose che mai avrei pensato e cominciavo ad essere seriamente preoccupata del fatto che non si sarebbe fermato tanto facilmente’ D’altro canto avere a disposizione una fighetta morbida come me doveva essere una motivazione abbastanza grande da fargli superare ogni altro tipo di preoccupazione.
Ebbi modo comunque nei giorni successivi di capire quanto avesse deciso di dar sfogo a tutta la sua fantasia su di me, inventava sempre nuovi modi di avvicinarmi e di farmi sua, non perdeva occasione per riempire ogni mio buco del suo latte, cominciai a pensare che la produzione di sperma di quel giovane uomo superasse le mie possibilità di soddisfarlo.

L’altra mattina, come ogni inizio di giornata, mi trovavo a letto con mio marito, mi diede un delicato bacio sulla guancia e si apprestò a farsi la solita doccia nel bagno della camera da letto, era solito passarci una mezzora buona, se dedicava tempo a sbarbarsi ci restava anche più tempo.
Appena si chiuse in bagno sentì la porta della camera aprirsi, neanche a dirlo era mio nipote, a torso nudo vestito solo dei pantaloni del pigiama, senza dire una parola e noncurante del mio viso allarmato si avvicinò: teneva nelle mani una corda e una benda.
In meno di un soffio mi tappò la bocca con la benda e con la corda mi legò le mani, ero di nuovo al suo servizio.
‘Troietta, abbiamo almeno una mezzoretta per divertirci, è da un po’ che sogno di scoparti mentre il tuo ometto fischietta sotto la doccia, vedrai quanto sarà eccitante’
Io ero terrorizzata, poteva uscire prima per qualunque motivo, se mi avesse trovato in quelle condizioni come avrei potuto giustificarmi?
Il mio nipotino intanto si era liberato dei pantaloni ed il randello già in tiro fece aumentare le mie preoccupazioni. Si dedicò subito alla mia micina, lappandola per bene, ovviamente mi bagnai in un istante
‘Se il tuo uomo sapesse quanto ti piace farti scopare ti tirerebbe in doccia con lui ogni mattina e te lo caccerebbe in gola senza tanti complimenti, magari un giorno gliene parlo’ Mi disse
Puntò l’uccello all’ingresso della mia passerina ed entrò senza tanti complimenti, mi stantuffava guardandomi dritto negli occhi, il suo membro mi sconquassava le tenere carni e lo struscio potente mi causò il primo orgasmo, facendomi tremare dal piacere.
MI afferrò le tette con entrambe le mani, le spremeva potente, mi incalzava dicendomi che quando sarei stata pregna si sarebbe divertito a succhiarmi via il latte ed a risputarmelo in bocca.
Ad un certo punto gli si illuminarono gli occhi, rallentò le pompate e si avvicinò al mio orecchio
‘Mi è appena venuta un’idea per rendere ancora più stuzzicante il nostro incontro’ Mi disse

Liberò la mia figa dal suo arnese mi fece mettere a pecorina e mi sputò un paio di volte sul buchetto, ci infilò quindi un dito, poi due e quindi tre in rapida successione, quando fu soddisfatto ci cacciò dentro il suo randello. Il mio sederino sussultò a quell’ingresso prepotente di primo mattino, reagì contraendosi, lui se ne accorse e mi tirò uno schiaffo potente alle chiappe
‘Non abbiamo tanto tempo cagna, se non ti rilassi rischi di farci scoprire dal tuo cornutello, stai buona, fai la brava bestiola’
Io cercai di accontentarlo, ci stavo riuscendo visto che in breve tempo la radice del suo membro arrivò a toccarmi le chiappe, sentivo le sue palle gonfie appoggiate a me, mi eccitai nuovamente.
Si divertì come un pazzo con il mio buchetto stretto, mi scopava ormai come fosse in figa, ci dava dentro con affondi che mi facevano battere la testa sulla testiera, era una bestia inferocita, mi afferrò per le tette e mi fece rizzare un po’ la schiena, sentii all’istante il suo pene ancora più in profondità, mi gustai ogni centimetro di carne che mi esplorava.
In quella posizione era per lui facile parlarmi all’orecchio, mentre mi pompava mi disse
‘Ora troietta faccio la festa al tuo bel culo, te lo farcisco per bene, non vedo l’ora di riversarti dentro tutto il latte che ho accumulato nella notte. Ho pensato però che non è giusto che il tuo maritino resti sempre all’asciutto, quando uscirà farai la gattina con lui e ti farai leccare il buco del culo, voglio che assaggi pure lui il mio sperma.
Ma stai attenta, non voglio che guasti per lui i tuoi buchini, non farti scopare, se proprio vuole venire fagli una sega, ma la fighetta la tieni vogliosa per me’
Rabbrividii, come si permetteva quello stronzetto di dirmi come comportarmi con mio marito? Inoltre non gli avevo mai concesso il mio culo neanche per una lappata, si sarebbe sicuramente eccitato come un toro, come avrei fatto a non farmi scopare? Oltretutto a secco com era di figa, sarebbe stato duro da trattenere.
Sentii Il mio nipotino, orgoglioso della sua idea, farsi ancora più grosso nel mio sfintere, pensavo non sarei riuscita a contenerlo se fosse ingrossato ancora, alzò le mie braccia legate poggiandole sulla testiera e si divertì ancora per un quarto d’ora.
Lo sentii quindi grugnire dietro di me, stava per inondarmi per l’ennesima volta, la mia micetta si stava contraendo per il desiderio, finalmente sentii le sue palle espellere la grande quantità di sperma di cui erano capaci. Il caldo latte del mio nipotino prese possesso delle mie carni, mi sentii pervadere da un fluido caldo che mi fece esplodere un orgasmo devastante, se non avessi avuto la benda in bocca mi avrebbero sentito persino i cavalli nelle stalle.
Il mio ometto finì di riempirmi per bene, quindi si accasciò su di me
‘Sei la migliore zietta, ti è piaciuto farti scopare da me con tuo marito a due passi? Sta chiudendo l’acqua, ricordati quello che ti ho detto’
Mi liberò delle corde e della benda, pulì giusto il mio buchetto ed un po’ di sborra uscita e mi intimò di dare il resto del contenuto del mio culo come colazione per il mio uomo. Mi diede quindi un buffetto ed abbandonò la stanza.

In quel momento mio marito uscì dalla doccia, fresco e rilassato si avvicinò al letto e mi trovò ignuda sotto le coperte
‘Come sei bella Sabrina’ mi disse ‘Fatti accarezzare un po”
Io ero ancora sconquassata dall’ultimo orgasmo, cercai di riprendere un minimo di lucidità e quindi mi alzai, mostrandogli tutte le mie grazie, la sua erezione fu istantanea.
Gli girai un po’ intorno sul letto, quindi gli accarezzai il fallo eretto, lo baciai lasciva sul bordo delle labbra sussurrandogli che avevo bisogno delle sue attenzioni, lo feci quindi sdraiare e mi misi a 69 su di lui, cercò con la lingua la mia micina, io mossi il pube in modo da fargli trovare invece il mio forellino più nascosto.
Percepii il suo stupore e vidi la reazione sul suo membro, ancora più eccitato.
Timidamente prese ad armeggiare con il mio forellino e quindi, finalmente, ci cacciò la lingua dentro! Cominciò a lavorarmelo per bene, io lo sentivo rilassarsi nuovamente e quindi dilatarsi, era il momento, il cado liquido contenuto nel mio sfintere cominciò il deflusso verso la boccuccia del mio uomo, sentivo distintamente il liquido abbandonarmi per penetrare le sue fauci. Lui, ignaro di tutto ed ottenebrato dalla nuova situazione, pareva non accorgersi dello sperma che gli colava in gola, mi stavo eccitando come una cagna, gli afferrai l’asta con la mano destra e cominciai a segarlo.
Lui continuò a giocare col mio buchetto mentre io gli lappavo la cappella con maestria, sarebbe venuto a breve
‘Sabrina, fatti scopare, non ne posso più’ Si lamentava lui
‘Stai buono’ gli risposi ‘e continua a lavorarmi il culo
Lui ubbidiente non si tirò indietro, quando sentii che il liquido caldo di mio nipote aveva quasi del tutto abbandonato le mie viscere aumentai il ritmo della sega e gli presi il membro dolorante nella boccuccia, bastarono poche pompate con le mie labbra carnose che il maritino mi regalò una meravigliosa sborrata in gola.
Il pensiero di stare ingoiando lo sperma di mio marito mentre lui si stava fagocitando quello di mio nipote mi fece impazzire, ebbi l’ennesimo orgasmo che gli riversai addosso.
Mi alzai da lui e lo guardai, aveva ancora i segni della lappata intorno alla bocca, lo pulii con un bacio
‘Bravo, ti sei comportato bene, ora andiamo a fare colazione’

Il mio nipotino era riuscito nuovamente a stupirmi, la vacanza non era ancora finita.

Continua? Fatemi sapere se vi va che Sabrina sperimenti ancora le ideuzze del nipotino: dolcemomento@ymail.com
Io ed il mio maritino siamo stati invitati da mio fratello nel suo casolare poco fuori città, mi è subito sembrata una buona idea, potevamo goderci un po’ di aria buona e poi mi faceva piacere rivedere il mio fratellino e suo figlio, mio nipote, che ormai doveva aver raggiunto la maggiore età.
Mio marito accettò di buon grado la mia proposta, da quando lo tenevo all’asciutto di figa era molto più servizievole nei miei confronti, speranzoso che questo suo comportamento lo avrebbe riavvicinato alla mia topina. Io mi eccitavo all’inverosimile a stuzzicarlo e farlo eccitare, gli sfregavo le generose tette addosso, gli sfioravo le labbra con le dita intrise del succo della mia passerina, ma non gli permettevo neanche di infilare un dito nella mia micina.
Ogni tanto gli davo qualche contentino, ve ne parlerò in un’altra occasione, doveva pur svuotarsi i coglioni ogni tanto, ma doveva guadagnarsi ogni mia piccola concessione.

Arrivati al casolare salutai subito mio fratello che fu ben lieto di accoglierci, ci salutò con trasporto e ci accompagnò all’interno dello stabile, e, mentre finivamo di sistemare i bagagli nelle nostre stanze incontrai il mio nipotino, tornato da un giro con gli amici, era decisamente cresciuto, era ormai un ragazzotto alto un metro ed ottanta, i muscoli, immagino dovuti al lavoro di campagna, risaltavano sotto il camiciotto attillato ed i pantaloni aderenti lasciavano immaginare un arnese niente male.
‘Ciao Luca come sei cresciuto, ti trovo in gran forma!’
‘Ciao Zietta, anche tu non stai alla grande, la vita di città non ti ha sciupato per nulla’
Nel dirlo si avvicinò e mi stampò un bel bacio sulla guancia, accarezzandomi un fianco con la mano, la mano indugiò sul lato del mio seno, mi fece sobbalzare.
Mi chiesi se ci fosse malizia in quel gesto, ma poi lasciai perdere, si trattava pur sempre di mio nipotino.
Arrivò il momento della cena, ci sedemmo tutti intorno ad un tavolo ed ebbi modo di scambiare quattro chiacchiere con la moglie di mio fratello. Eravamo intenti a parlare del più e del meno quando sentii qualcosa insinuarsi tra le mie cosce, quando capii strabuzzai gli occhi: era il piede nudo di mio nipote che mi accarezzava i polpacci e tentava di farsi strada tra le mie cose, stretta da una gonnellina giropassera. Nel farlo mi guardava dritto negli occhi, mi stava sfidando ed io mi stavo bagnando come una pazza, possibile che quel ragazzino volesse scoparsi la zietta? E che fosse così sfrontato da farmelo capire in questo modo? Con mio marito vicino che poteva accorgersi di quello che stava succedendo?
Dovevo metterlo al suo posto, l’occasione venne dal fatto che dopo cena, salutò i genitori dicendo di dover sistemare delle cose nel fienile, dissi a mio marito di guardarsi un po’ di televisione che io volevo farmi un giro per il casolare e raggiunsi a mia volta il fienile.
Dentro c’era il giovane, sembrava mi stesse aspettando:
‘Sapevo saresti venuta, l’odore di fregna bagnata si sentiva per tutta la cucina prima, hai voglia di essere scopata si sente’
Non credevo alle mie orecchie, stava esagerando
‘Come ti permetti ragazzino di parlarmi così, sono tua zia e sono una donna sposata! Datti una calmata se non vuoi che dica tutto a tua madre!
‘Sei mia zia, ma sei anche una femmina in calore, sono sicuro che stai gocciolando in questo momento. E poi, se sei venuta qui e per avere della carne tra le gambe non per farmi la romanzina’
Nel dirmi queste parole si avvicinò e mi mise una mano sotto la gonna, la tirò fuori umida:
‘ Guarda qui, hai le mutande intrise di succo di fregna, ora ci penso io a te’
Mi buttò sulla paglia, fregandosene dei miei lamenti, mi sfilò le mutandine e se le annusò voracemente.
‘Sai di cagna zietta mia ora ti faccio un bel lavoretto’
Cominciò a leccarmi le grandi labbra, ci metteva impegno devo dire, si dedicava al mio clito già eretto mordicchiandolo dolcemente e facendomi tremare con due dita che si facevano strada nella carne della mia figa
‘Sei uno stronzo’ gli dissi ‘ Ti rendi conto di quello che potrebbe succedere se ci scoprisse tua madre o mio marito?’
‘Mia madre? Magari vorrebbe partecipare anche lei’ Mi disse arrogante ‘ E, in quanto a tuo marito magari gli piace guardare, si ecciterebbe a vederti scopare da me’

Assurdo, non concedevo la mia fighetta a mio marito da settimane ed ora questo piccoletto arrogante mi stava facendo la festa! Questa situazione cominciava ad eccitarmi, lo lasciai continuare.
‘Ora zietta, è ora che ti dai una mossa anche tu’
Si tolse pantaloni e mutante e mi si parò davanti un randello niente male, me lo avvicinò alla bocca, l’odore di cazzo mi fece eccitare, lo stavo per afferrare con una mano, ma prima di raggiungerlo, in tutta risposta ricevetti uno schiaffo sul viso, mio nipote mi aveva colpita!
‘Cosa pensi di fare zietta? Non devi usare le mani, con quelle potrai toccare il cornuto di tuo marito al limite, con me devi usare solo la bocca’
Il nipotino mi stava trattando come una cagna, ed io mi stavo bagnando sempre di più, il gioco si stava facendo interessante.

Continua’.

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