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IL GIORNO DOPO.
La mattina seguente, sia Ada che Anna, erano doloranti. La notte per le botte prese sul culo non erano riuscite a dormire, e con l’alba i dolori divennero insopportabili. Scesero a fare colazione, i nonni avevano un risolino di presa in giro sulle labbra, sapevano che quando un culetto veniva picchiato, il giorno dopo soffriva peggio di quando le aveva prese. Madre e figlia non provarono a mettersi sedute, sorbirono in piedi il caffè e mangiarono la zuppa di latte. Pino era scuro in volto. I nonni presero in giro Anna e Ada:” Perché non vi sedete?” e scoppiarono a ridere. Anna disse:” Non mi sento di andare a scuola” E il nonno; ”Certo come fai a star seduta nel banco? Dovresti raccontare ai tuoi compagni le disavventure del tuo bel culetto. E tu Ada, non hai commissioni da fare?” Ada non raccolse la provocazione:” Starò a letto, tutto il giorno, quando viene la cameriera, mi farò portare i pasti in camera.” La nonna piano piano le andò alle spalle e le sollevò la gonna, mettendo in mostra un sedere martoriato. Ada cercò di svincolarsi, ma ottenne solo di mostrare ai figli le natiche nude. I ragazzi questa volta non risero, anzi si dispiacquero a vedere il culo della madre pieno di lividi e segni di scudisciate. Il nonno aprì il discorso sulla scuola di Anna: ”Stamattina vado a parlare col tuo preside, vediamo se facciamo a tempo a cambiare scuola. Mi divertirò a dirgli come è conciato il tuo culetto, cara Anna, ti svergognerò e spero che lui lo dica ai tuoi compagni.” Anna arrossì. Ada andò a letto a passo celere, per evitare che la suocera le scoprisse di nuovo il culo davanti ai figli. Pino si sentiva vigliacco, ma non prese nessuna posizione. Suonò il campanello, era Lucio che si rivolse al padre: ” Allora vediamo se Anna può cambiare scuola? Pensavo a un istituto Alberghiero” Il nonno ci pensò un attimo, poi accettò l’idea del figlio. “ Conosco pure il preside di quella scuola, andiamo a parlare con il liceo di Anna, il dirigente, se non sbaglio, veniva a scuola con te, poi se è possibile, andremo all’alberghiero. E se anche in questa scuola fa cilecca, Cara Anna ti metto nuda fuori al balcone, per un giorno intero. Ti sei vergognata delle sculacciate di zia Enza? Io ti metto in terrazza, non qua in cucina che ci sono pochi condomini, la terrazza è piena di condomini e gente che passa per strada, siamo al primo piano, ti lego le mani in alto e ti mostro nuda, un po’ davanti, un po’ dietro. Tutti vedranno il tuo culetto e la fessura, che avrò rasato completamente. Pino e Lucio intervennero: ” Diamole tempo per trovarsi bene nella nuova scuola, se la minacciamo da subito, l’avviliamo.” Ognuno andò a prepararsi, Lucio si avvicinò a Anna e senza che nessuno se ne accorgesse le disse in un orecchio:” Vengo a prenderti alle dieci. A quell’ora son tutti fuori.” Anna obiettò:” Mamma resta a casa” E Lucio aggiunse, non credo che si alzi. Vado a portarle un antidolorifico e mi accerto che resti a letto.” E le tirò un pizzicotto sulla fica. Lucio entrò nella stanza di Ada, Pino era andato al lavoro, la stanza era in penombra, Lucio entrò e chiuse la porta. Ada era sveglia, salutò Lucio e gli disse :”I tuoi genitori mi hanno picchiata forte, sulle natiche nude, sono tutta piagata” Lucio le tolse le coperte e la fece girare. Alzò la camicia da notte e comparve il povero culo, pieno di segni dovuti alle sculacciate e alle frustate. Era messa a pancia in giù, le carezzò le natiche con dolcezza, poi le leccò e le aprì per cercare il buchetto. :” Ti hanno visto i ragazzi?” Ada sospirò, :”Ieri sera no, ma stamattina tua madre mi ha scoperta davanti a loro e non puoi capire la vergogna!” Lucio accarezzò quel bel culo grassoccio, ripensando a quando lo aveva aperto, un buchino mai toccato, lui le aveva messo il suo cazzo dentro. Accarezzò quel buchino e cercò di mettere il dito medio dentro. Ada si divincolò e lui le toccò la fica. “Che porca, sei tutta bagnata. Dobbiamo fare un’altra serata con Pino. Ho voglia di questa tua fica” Le mise un dito dentro, muovendolo su e giù, fino a farla godere. “Mettiti in ordine, vado con papà a scuola di Anna.” Lucio alle dieci era di nuovo a casa di Pino, disse a Anna di prepararsi, l’avrebbe portata fuori, aveva avvisato lui il padre. La ragazza mise una gonna larga, senza calze, una camicetta fino alla vita e sopra un cardigan. In macchina si sedette di lato perché il culetto era bollente e pieno di ferite. Lucio la portò a un alberghetto che conosceva, le disse di entrare senza guardare nessuno, prendere le scale e aspettarlo alla stanza numero otto. Lei non sapeva cosa aveva in mente lo zio, ma obbedì. Dopo poco comparve Lucio. Si tolse giacca, cravatta e rimase a torso nudo, con i soli pantaloni. “Forza – disse alla nipote – Togliti tutto, così non senti dolori sul culetto. La ragazza obbedì restando nuda dalla cintola in giù. Lo zio si avvicinò le tolse anche la felpa e il reggiseno, la fece mettere a pancia in sotto sul letto. Il culetto era peggio del giorno prima. Lucio ebbe pietà di tutte quelle ferite. Si tolse pantaloni e slip, restando nudo pure lui. Si avvicinò alla nipote e le disse: ”Ti piace il mio cazzo?” Anna annuì. Allora comincia a leccarlo, ti insegno io vai sul buchino mio e fammi sentire bene che muovi in fretta la lingua. Ecco, così più veloce. Ora fermati non voglio godere subito. Girati e fammi vedere il culetto. Mi spiace per te, ma deve essere stato uno spettacolo, metterti nuda a prendere sculacciate e frustate. Sarà stato bellissimo. Ricomincia a leccare la mia cappella, porcellina” e le strinse la fica. Anna ubbidì, leccava e sentiva in bocca qualche goccia. Cercava di non posare le natiche per non sentire dolore. Lucio disse una cosa che la mise a disagio:” Penso a quando Enza ti ha sculacciata fuori del balcone, ti sei vergognata, vero, che piacere pensare a tutti i tuoi vicini che ridevano di te. Che bello saperti piena di vergogna davanti a estranei con il culetto scoperto. Una ragazza di venti anni, che vergogna per te, raccontami come è successo, chi c’era, cosa dicevano… ridevano vero, e tu con le natiche scoperte, davanti a uomini e donne, per non pensare ai tuoi compagni. Il giorno dopo ti hanno presa in giro… racconta troietta” Anna cominciava a sentirsi a disagio per i racconti che voleva Lucio, ma lui continuava:” Dimmi quando ti sei vergognata, so che i tuoi genitori ancora ti sculacciano a culetto nudo, è vero e lo fanno davanti ai tuoi fratelli?” Anna al solo pensiero era diventata rossa:” sì specialmente mamma, mi mette nelle posizioni più scandalose, quei due mascalzoni ridono, dicono quello che vedono, mi vergogno tanto. Papà invece mi usa per giochetti vari. Un paio di anni fa sono stata malata e mi ha messo il termometro nel culetto, un’altra volta fra le labbra della cosina, si è visto tutto e erano presenti i miei fratelli. Che vergogna, quanto mi hanno presa in giro! Hanno visto tutto, si sono avvicinati, il mio buchino con il termometro e poi fra le labbra della fica. In quell’occasione mio padre è stato tremendo, stavo male di stomaco e mi ha fatto un clistere, davanti ai miei fratelli e a mia madre che rideva anche lei. Poi mi ha fatto liberare e mi ha pulita con la carta igienica, mi ha messa nella vasca da bagno e mi ha lavata, dal culetto alla cosina, strofinando senza farmi male, ma la vergogna mi stava facendo svenire.” Lucio chiese perplesso:” I tuoi fratelli sempre presenti?” Anna sospirò:” Certo a guardare bene e a prendermi in giro. Lo raccontano ai loro amici, se mi guardano e ridono, stano parlando delle mie intimità. E poi zio, non ricordi quando mi hai rasata?” Lucio pensò un attimo: ”Sì ricordo eravamo io e tuo padre. Ti abbiamo scrutata nei posti più segreti. Dimmi Anna, vuoi farmi contento? In cambio io ti aiuto con la scuola?” Anna lo guardò interrogativamente, Lucio continuò: “ Regalami un momento con tuo padre. Lo chiamo, il suo ufficio è vicino, lo facciamo venire e se, come penso, ti vedo vergognosa, ci penso io a mettere a posto la tua posizione scolastica. Fammi felice e io farò soddisfatta te.” Anna era perplessa, ma la sua situazione scolastica era pessima, ci pensò poco, poi si voltò verso lo zio e fece di sì con la testa. Pino arrivò in poco tempo. Entrò nella stanza dell’albergo e chiese che succedeva: “La sto consolando per quello che le hanno fatto i nostri genitori, ieri” Pino non era molto convinto, ma Lucio era vestito, Anna nuda, sotto il lenzuolo, perché non sopportava nulla sulle piccole piaghe che erano sempre più dolorose. Lucio disse:” Tranquillo, Pino, voglio vedervi insieme, mi ha raccontato che ti diverti con lei, ora non fare il puritano” Pino si avvicinò e tolse il lenzuolo a Anna che restò nuda davanti, con un cuscino sotto la schiena per evitare di posare le natiche. “Ti ha detto questo? La sculaccio a culetto nudo, qualche volta davanti ai fratelli e quella volta l’abbiamo rasata insieme, ricordi?” Lucio lo guardò con benevolenza:” Dai Pino, il termometro nel culetto, o fra le labbra della fica…e il clistere? Tutto davanti ai fratelli!” Pino si mise a ridere e Anna diventò di tutti i colori. Lucio continuò:” Questa povera ragazza ha il culetto piagato, che pensi di fare?” Pino rimase interdetto:” Non saprei…” E Lucio:” Te lo dico io, la fai girare senza lenzuolo e fatti mostrare il culetto” Pino era d’accordo, Anna cominciò a diventare di tutti i colori, ma aveva dato la sua parola e superare l’anno di scuola era un bell’ obiettivo. Piano piano, per non sentire dolore, si mise a pancia in sotto, con le natiche belle aperte. Lo zio, allontanò del tutto il lenzuolo. Era nuda. Lucio si avvicinò e aprì le natiche, dopo averle accarezzate. “ Forza, fratello, lecca questi meloncini pieni di lividi e scudisciate” Anna cercò di scostarsi e lo zio, prese dalla borsa una spazzola col manico d’osso. “ Ti faccio sentire come fa male sulle ferite questo arnese?” Anna si mise a pancia in giù. Mentre il padre leccava le natiche piagate. Lucio aprì le chiappe e fece cenno al fratello verso il buchino, Pino capì e cominciò a leccare. Anna aveva la testa sul cuscino, in un primo momento pensò fosse Lucio, ma quando si accorse che era il padre si vergognò tantissimo. Lucio le mise una mano sul ventre e la sollevò, mettendo in mostra la fica, fece cenno al fratello e Pino si chinò a leccare. Anna era piena di vergogna, con voce rotta riuscì a dire:” Basta, adesso basta” E Lucio ridendo della sua vergogna rispose:” Allora lo diciamo al nonno e la facciamo leccare da lui. Anna sentì le lacrime salire agli occhi:” Mi vergogno- disse – e Lucio: ”Allora ci penso io” e si chinò a leccare quel tenero fiore. “Cosa altro avete da raccontare per far vergognare questa porcellina? Io vengo subito la prima volta, ma poi ho bisogno di vedere una donna piena di vergogna per riprendere quota. Pino lo sapeva: “ Ti racconto quando hai aperto il culetto di mia moglie. Era piena di vergogna, e tu senza nessuna pietà glielo hai messo dentro.” Lucio disse:” Vero, ma non mi basta, stasera Pino vuoi venire a casa mia, metto mia moglie nuda e la sculaccio davanti a te. Anzi ho un amico che non mi crede capace di farlo, lo faccio venire, e gli faccio godere lo spettacolo. Sbaglio a dire nuda, le faccio mettere un vestito che le tirò su e le lascio scoperto solo il culo. La donna tutta nuda non mi eccita. Me la metto sulle gambe, in modo che compaia sotto il culetto la fica. Lei non se lo aspetta, mi serve aiuto, tu e il mio amico mi dovete dare una mano a denudarle il culo, a metterla sulle mie gambe e a tenerla ferma mentre la sculaccio. Anna era stata zitta fino ad allora si intromise:” Dopo quello che mi ha fatto, vorrei venire io a vederla in una posizione così vergognosa. Lucio rise:” Visto come si è fatta furba la ragazzina, per me va bene, invece di tua moglie, che fra l’altro ha il culo piagato, facciamo venire lei. Diciamo a casa che Anna vuole consigli sul cambio di scuola. Stasera sì che ci divertiamo e puniamo pure la scorrettezza che ha fatto a te, cara Anna. Però non deve saperlo nessuno, mi raccomando.” Pino era poco convinto, poi ricordò la sculacciata a culetto nudo, dato dalla cognata alla figlia e accettò che si facesse questo vergognoso appuntamento.

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