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Racconti erotici sull'Incesto

Il mio secondo marito

By 15 Gennaio 2017Dicembre 16th, 20192 Comments

Personaggi:
Lorna: la madre di Robert;
Robert: il figlio di Lorna;
Flavio : il papà di Lorna;
Cristine: la mamma di Lorna.

Proposta di matrimonio

Mi chiamo Lorna. Ho 25 anni. Sono felicemente sposata. Ho un figlio di 10 anni che &egrave il frutto di un gioco molto spinto. Avevo 14 anni quando suo padre, ovvero mio marito, si prese la mia verginità e mi inseminò. Nove mesi dopo nacque Robert, mio figlio. Fu un evento eccezionale. I miei genitori ed i suoi genitori facevano a gara nel coccolarsi il bambino. E pensare che quando seppero che ero incinta i suoi genitori volevano a tutti i costi farmi abortire. Solo mio padre e mia madre mi difesero. Insieme all’uomo che mi fecondò mi opposi ed oggi sono una madre felice. Almeno fino ad oggi. Poi le cose cominciano a prendere strade diverse. Mio marito inizia a trascurarmi sia sul versante affettivo sia sul versante del sesso. La cosa dura per un bel pò di tempo. Un giorno non fa ritorno a casa. Mi arriva una sua telefonata in cui mi annuncia che non sarebbe più tornato; che potevo avviare le pratiche per il divorzio; lui non si sarebbe opposto. &egrave una mazzata psicologicamente molto pesante. Il motivo &egrave che ha trovato un’altra donna. Non lo vedrò più. Non si presenta nemmeno davanti al giudice. Al suo posto c’&egrave il suo avvocato con i poteri di delega. Torno a casa con l’animo a pezzi e con la mente ingarbugliata. Mi viene incontro mio figlio che mi abbraccia.
‘Mamma, non preoccuparti, ci sono io a proteggerti.’
Sorrido. Mi chino a baciarlo sulla fronte.
‘Grazie Robert. La mamma &egrave stanca. Vado a riposarmi e poi andremo a festeggiare la conquistata libertà. Se tuo padre crede di avermi lasciata in uno stato di frustrazione si sbaglia. Non sa il favore che mi ha fatto. Vedrai tua madre di cosa &egrave capace.’
Mi ritiro in camera e mi distendo sul letto. Dopo circa 10 minuti Robert fa il suo ingresso nella stanza. Si avvicina al letto. Si siede.
‘Mamma ora che non hai più un marito pensi di risposarti?’
La domanda mi sorprende.
‘Robert, amore, non lo so. &egrave troppo presto per deciderlo. Eppoi dovrei innamorarmi di un uomo cosa che dopo questa esperienza non so se riuscirei ad innamorarmi nuovamente. Perché me lo chiedi?’
‘Se decidi di risposarti potrei io sostituire mio padre. Potresti sposare me. Sarei un bravo marito. Non ti lascerei mai.’
Balzo a sedere. Scoppio a ridere. Quella proposta di matrimonio fatta da mio figlio mi mette di buon umore.
‘Robert ma come ti vengono certe idee? Non puoi sposarmi. Sei un bambino. Quand’anche tu fossi un uomo adulto non posso mai diventare tua moglie. Sono tua madre. Ma tu guarda cosa mi tocca sentire. Dopo una giornata massacrante trascorsa in un aula del tribunale torno a casa e trovo mio figlio che mi chiede di sposarlo. Sto sognando.’
Mio figlio, con il viso imbronciato, si alza dal letto ed esce dalla stanza. Resto seduta sul letto a guardare il vano vuoto della porta che da nella mia camera. Dopo interminabili minuti decido di raggiungerlo e di continuare a parlargli augurandomi di riuscire a spiegargli che lui non può sposarmi. Lo raggiungo nella sua camera. Sta seduto davanti alla sua scrivania e sta manovrando il PC. Prendo una sedia e la porto vicino alla sua. Mi siedo. Allungo una mano e la poggio sulla sua testa.
‘Robert, scusami, non volevo essere cattiva ma mi hai sconcertata. Tu veramente hai pensato di diventare mio marito?’
‘Sì mamma.’
‘L’hai detto. Mi hai chiamato ‘ mamma – . Sono tua madre e non &egrave possibile che un figlio sposi la propria madre. La legge non lo permette e la morale condannerebbe un matrimonio fra madre e figlio.’
‘Io non voglio che tu sposi un altro ecco perché ti ho chiesto di sposarmi.’
‘Per adesso non ho nessuna intenzione di prendere marito. Se mai dovesse capitare ne parleremo da persone civili. Va bene così?’
‘Ok. Però io penso che lo sposarti con me &egrave l’unica soluzione per evitare di farti ripetere l’errore di sposare un uomo che ti potrebbe lasciare in ogni momento. Io non ti lascerei mai.’
‘Dagli. Io e te non possiamo diventare mai marito e moglie. Convinciti. Fattene una ragione.’
‘Tu hai sempre detto di amarmi; allora non &egrave vero?’
‘L’ho detto e lo ripeto. Ti amo. L’amore che sento per te &egrave l’amore di una madre per suo figlio che &egrave una cosa diversa dall’amore che sentivo per tuo padre. Quel tipo d’amore non potrà mai esserci fra madre e figlio.’
La discussione sull’argomento si protrae per circa un’ora. Non riesco a convincerlo. &egrave testardo come può esserlo un ragazzo della sua età. Alla fine mi arrendo. Sarebbe stato il tempo a fargli passare l’idea balzana di diventare mio marito. Basta che conosca una ragazza che gli faccia bollire il sangue ed il suo pensiero di volermi sposare sarebbe stato relegato nei meandri della sua mente. Così non fù.

Personaggi:
Lorna: la madre di Robert;
Robert: il figlio di Lorna;
il papà di Lorna;
la mamma di Lorna.

Perseveranza

I giorni, i mesi, passano veloci. La mia mente ha assorbito e digerito il divorzio anche se di tanto in tanto i ricordi affiorano. Problemi economico – finanziari non ne ho. Lo stronzo di mio marito ha rinunciato ad ogni pretesa. Mi ha lasciato la casa in città, una villa al mare ed un’altra in montagna. Inoltre il mio lavoro di Commercialista (sono laureata in economia e commercio) mi rende abbastanza da potermi permettere sfizi che prima del divorzio non avevo mai pensato di soddisfare. Dal punto di vista fisico non ho problemi. Sono ben fatta ed ho un corpo da sballo. Le mie misure: 100-58-96 sono di tutto rispetto ed io le uso come strumento di vendetta nei confronti degli uomini. Sono un favo pieno di miele che attira molti orsi che puntualmente lascio con le pive nel sacco. Sul versante sentimentale sono diventata una corazzata difficilmente affondabile. Il mio guardaroba &egrave stato completamente rinnovato. Vestiti da fotomodella che lasciano intravedere parti abbondanti del mio corpo sono comparsi fra quelli morigerati che uso solo quando sono in ufficio. Quando, invece, sono invitata in serate mondane l’indossare vestiti che provocano cattivi pensieri negli uomini mi mettono in uno stato di eccitazione smisurato che puntualmente, appena tornata a casa, soddisfo masturbandomi o usando qualche giocattolo comprato in sex shop. In famiglia, invece, vesto panni da casalinga. Credevo che mio figlio avesse rinunciato all’assurda idea di volermi come moglie. Invece no. Un pomeriggio rientro a casa prima del solito. Robert non c’&egrave. Faccio una doccia ed avvolta nell’accappatoio gironzolo per la casa in attesa che mio figlio faccia ritorno. Arrivo davanti alla sua stanza; entro; mi guardo intorno. Il solito disordine giovanile impera. Anche il suo PC &egrave acceso. Allungo la mano per spegnerlo e prima di farlo un cartella intitolata ‘ A mia moglie – mi blocca. Mi siedo e cerco di aprirla. Non ci riesco. L’ha dotata di una password. Non mi scoraggio. Ne provo diverse poi un lampo. Digito il mio e suo nome attaccati. La cartella si apre. Un lungo elenco di lettere a me dedicate compaiono sullo schermo. Ne apro una e leggo. Per poco non mi prende un accidente. Ne apro un’altra ed un’altra ed un’altra. Sono tutte dello stesso tenore. Il soggetto sono io. Non io mamma ma io moglie. Sua moglie. &egrave un diario. No, &egrave la descrizione giornaliera di una coppia. Vengono riportati fatti come se a viverli fossimo io e lui. Addirittura descrive anche di quando siamo a letto e lo fa con dovizia di particolari. Sono trascorsi cinque anni da quando parlai con lui sull’impossibilità di averlo come marito. Non ci avevo più pensato e lui non aveva più fatto cenno alla questione. Invece il fuoco covava sotto la cenere. Ed ora che so che faccio? Fare finta di niente mi &egrave impossibile. Affrontare nuovamente il discorso &egrave fuori luogo. Da quanto ho letto mio figlio &egrave convinto che io sia sua moglie. Meno male che si &egrave limitato solo a scriverlo. Cosa sarebbe successo se alle parole ed allo scritto avesse tentato anche di farli seguire dai fatti? L’età non c’entra. Suo padre mi prese che aveva 15 anni quanti ne ha lui adesso. Se non l’ha fatto &egrave perché mi considera ancora sua madre o c’&egrave qualcosa che ancora mi sfugge? Devo prestare più attenzione a quello che succede quando siamo insieme. Esco dalla cartella ed esco anche dalla sua stanza. Non ho chiuso il PC per non fargli capire che l’ho esplorato. &egrave sera. Io e Robert siamo in cucina e seduti al tavolo. Ci accingiamo a cenare. Lui indossa una tuta da ginnastica ed io un camicione che mi arriva al ginocchio. Sotto non ho nient’altro. Ne reggiseno e ne mutandine. Il camicione ha uno spacco sul davanti dove una fila di bottoni lo tengono chiuso. Solo i primi 4 bottoni non sono chiusi. Il mio prorompente seno &egrave libero di muoversi come meglio crede. Ad ogni mio movimento le mie tette ondeggiano come boe marine. Un ondeggiare che attira gli sguardi di mio figlio; vedo i suoi occhi riempirsi di desiderio. Gli scritti scoperti sul suo PC mi tornano davanti agli occhi. Robert &egrave innamorato di me: sua madre. Questo &egrave quello che non sarebbe mai dovuto accadere. Essere la donna dei sogni di mio figlio. Che casino. Non oso affrontarlo perché so che sarebbe non solo inutile ma rischierei, conoscendo la testardaggine di mio figlio, di invogliarlo piuttosto che farlo desistere. Decido di lasciar correre. Ho ancora la speranza che diventando adulto la cosa vada a scemare. Il conto senza l’oste non bisogna mai farlo. Il conto sono io e l’oste &egrave mio figlio e vuole che io paghi il conto. Un conto molto salato. Inizia un nuovo periodo della mia vita. Invece di stare il più lontano possibile da mio figlio prendo ad essergli sempre più vicino. Spio i suoi movimenti e quando non c’&egrave mi precipito nella sua camera e indago nel suo PC. Leggo e rileggo quelle lettere centinaia di volte. Più le leggo e più mi accorgo che sono ben scritte e che in esse c’&egrave una dichiarazione d’amore che ogni donna vorrebbe sentirsi fare. La mia mente comincia a fantasticare. Più fantastico e più comincio a guardare mio figlio con occhi non più completamente materni. Cazzo! Cazzo! Mi sto innamorando di Robert. Ogni giorno che passa l’amore per mio figlio cresce di ora in ora. La mia presenza nella sua vita diventa più assidua. Un giorno dei tanti mi trovo ad aprire la porta che da nella sua stanza. Non riesco ad aprirla del tutto perché la scena che mi si presenta &egrave di quelle da infarto. Lui &egrave lì, seduto sulla poltrona. &egrave completamente nudo e si sta accarezzando il cazzo. Ha gli occhi chiusi e mi sta chiamando.
‘Lorna; Lorna perché non vuoi capirlo. Io ti amo. Ti prego sposiamoci. Diventa mia moglie.’
Le mie orecchie ascoltano quel grido d’amore ma i miei occhi sono attratti dalla bestia che si erge e si dimena fra le sue cosce. Sono anni che non lo vedo nudo. E sono anni che non vedo un cazzo. L’ultima volta &egrave stato il mio ex a mostrarmelo. Era un cazzo normale ma quello di mio figlio &egrave qualcosa di mostruoso. Non ho mai visto un organo genitale maschile di tali dimensioni. Lungo e grosso. Sembra l’albero maestro di una nave di altri tempi. La mia lingua esce e va a leccarsi le mie labbra. Il mio stomaco gorgoglia e la mia passera comincia a pigolare. Che cazzo mi sta succedendo. Sto desiderando mio figlio; mi sto bagnando fra le gambe. Un grugnito mi porta sulla terra.
‘Mamma dove sei? Guarda, mamma, &egrave tutto per te. Come sarebbe bello riempirti il ventre con la mia forza.’
Un secondo dopo un violento e denso fiotto di sperma gli esce dall’uretra; viene proiettato verso il soffitto e va a spiaccicarsi sulla sua pancia. Al primo fiotto ne fanno seguito altri meno potenti ma pur sempre carichi di forza. Quanto ben di dio sprecato. Chiudo la porta e, di corsa, mi precipito in camera mia. Chiudo la porta con la chiave; mi spoglio e nuda mi stendo sul letto. Una mia mano corre ad artigliare una mia tetta mentre l’altra mia mano va in cerca della mia figa. I miei capezzoli sollecitati dalle dita si induriscono. Il pollice e l’indice della mia mano ne artigliano uno e lo torturano; lo strizzano e lo torcono. Grido e miagolo. Le dita dell’altra mia mano hanno trovato il mio clitoride e lo stanno già manipolando. Lo sento crescere ed indurirsi (ho un clitoride che, quando sono eccitata, si espande nella sua massima lunghezza che &egrave di ben 7 cm.); Il clitoride &egrave talmente duro da farmi male; lo circondo con le dita come fosse un cazzo e do inizio ad una megagalattica masturbazione. Il piacere non tarda ad esplodere. L’orgasmo giunge improvviso. Non riesco a trattenere il grido di piacere che prorompe dalla mia gola. Vengo ed eiaculo come prima ho visto fare a mio figlio; la mia forza tramacia copiosa dalla mia vulva; dalla mia vagina erutto magma incandescente. Sono spossata; mi lascio andare. La tensione che mi aveva pervaso si allenta. L’unica cosa che non sparisce &egrave l’immagine del cazzo di mio figlio. Nella mia memoria di donna non riesco a trovare una immagine di un cazzo così meravigliosamente bello. &egrave priapesco. &egrave lungo e grosso. Sembra sia stato scolpito nel marmo. Lo devo avere. Sì sto parlando di mio figlio. La bestia che alberga fra le sue cosce &egrave un essere che mi attrae come un magnete. Non lascerò mai che un’altra donna si impadronisca di quel fantastico uccello. Non mi importa che si tratta di mio figlio; la mia passera desidera, vuole, essere ghermita dal quel favoloso sparviero. Non so come ma ci deve essere una via per ospitarlo nella mia pancia senza traumi. La strada c’&egrave ed &egrave quella di diventare la moglie di mio figlio. Accettare di sposarlo. Il problema &egrave come farlo. C’&egrave una sola persona a cui posso chiedere aiuto: mia madre. &egrave abbastanza troia da non scandalizzarsi se le confesso che voglio farmi chiavare da suo nipote. Il giorno dopo mi presento a casa di mia madre. C’&egrave anche mio padre. Questo &egrave un problema.
‘Ciao Lorna. Come mai da queste parti? A che dobbiamo questa visita?’
Guardo mio padre e poi mia madre.
‘Ho un problema. Si tratta di mio figlio.’
‘Cosa &egrave successo? Sta bene?’
‘Si sta bene. Non gli &egrave accaduto nulla. Devo parlarti. Voglio che tu mi consigli su come comportarmi. Però vorrei che fossimo sole.’
‘Ho capito. Puoi parlare liberamente. Io e tuo padre sappiamo di cosa si tratta. Tuo figlio ti ha anticipato. Sono già tre mesi che sappiamo. &egrave venuto a trovarci ed ha parlato con tuo padre.’
‘Cosa vi ha detto?’
‘Che lui ti vuole bene, che ti ama, che il solo modo per evitare che tu vada incontro ad altre delusioni sarebbe che tu diventassi sua moglie. Vorrebbe sposarti.’
‘Mi state dicendo che sono già tre mesi che sapete che vorrebbe diventare mio marito e non mi avete chiamata? E cosa gli avete risposto?’
‘Io niente. Chiedi a tuo padre? &egrave stato lui a parlargli.’
Personaggi:
Lorna: la madre di Robert;
Robert: il figlio di Lorna;
il papà di Lorna;
la mamma di Lorna.

Mio padre ha lo stesso problema di mio figlio.

Sposto gli occhi su mio padre.
‘Che gli hai detto?’
Mio padre fissa i suoi occhi nei miei.
‘Gli ho detto che lo capivo. Di non desistere. Che primo o poi tu lo avresti accettato forse non come marito ma come amante si.’
Sono senza parole. Mio padre ha invogliato mio figlio a persistere nel suo insano desiderio.
‘Perché lo hai fatto? Sono sua madre; non dovevi.’
&egrave mia madre a rispondere.
‘Lo ha fatto perché ha lo stesso problema di tuo figlio.’
Mi sento venir meno. Mi siedo sul divano.
‘Mi stai dicendo che tuo marito fantastica di portarmi a letto; mi desidera. Come può pensare di poterlo fare. &egrave mio padre.’
‘&egrave pur sempre un uomo e tu sei sempre stata una bella donna.’
‘E a te non ti scandalizza che tuo marito desidera chiavarsi sua figlia? Tu come fai a saperlo? Te lo ha confessato?’
‘Eri incinta ed eri al sesto mese. Avevi un pancione che sembrava una mongolfiera e due tette che sembravano due lune gonfie di latte. Tuo padre, non so in quale occasione, ti vide nuda ed il suo cervello partì. Quella sera mi prese da dietro. Disse che non voleva gravare col suo peso sulla mia pancia per non farmi male. Capii. Non mi scandalizzai. Quando la galoppata ebbe termine glielo spiattellai sul muso. Lui non lo negò. Da allora non fa altro che sognarti. Non l’ho lasciato perché mi ha giurato che mi ama e che un’altra donna come me non la troverebbe ma che era anche innamorato di te. Disse che lui ti voleva e non sapeva come fare per averti; per portarti a letto. Ed &egrave vero. Lo confermo. Oltre me non ci sono state altre donne nella vita di tuo padre. Nei suoi pensieri ci sei solo tu. Per lui sei un’ossessione ‘
Ritornai a guardare mio padre. Ora ricordo la sua difesa per me. Non era dettata da amore paterno ma da perverso desiderio incestuoso.
‘&egrave vero quello che sta dicendo mamma? facevo parte dei tuoi sogni? Perché non me l’hai mai detto?’
‘Ho avuto paura di una tua reazione negativa. Sono tuo padre e ad un padre &egrave proibito accoppiarsi con sua figlia. Mi avresti dato del pazzo.’
‘Sei stato uno scemo. Devi sapere che anch’io ti volevo. Tu eri il mio ideale di uomo. Facevi parte dei miei sogni erotici. Sapessi quante volte mi sono masturbata pensando a te. Poi sono stata messa incinta ed allora ho sognato che il bambino che cresceva nel mio ventre fosse figlio tuo. Se solo mi avessi fatto capire che agognavi di portarmi a letto stai sicuro che non ti avrei dato del pazzo. Ti avrei cavalcato fino a sfinirti.’
‘Lo avresti fatto anche da sposata?’
‘Sì. Mio marito &egrave quello che mi ha inseminata ma era te che volevo. Hai ancora desiderio di portarmi a letto?’
‘Chiedilo a tua madre.’
‘Che c’entra tua moglie?’
‘Si, tuo padre non ha mai smesso di desiderarti. Mi ha promesso che il giorno in cui il suo sogno diventa realtà ti avrebbe presa con me presente. Non dissi niente. Il fatto di stare a guardare mentre te lo mette nella pancia mi eccita.’
‘&egrave vero? Vuoi chiavarmi e mamma deve essere presente?’
‘Sì, &egrave una promessa che le ho fatto.’
‘Dove vuoi che mi metta?’
Mio padre spalanca gli occhi. Non si aspettava quella mia reazione.
‘Non so ‘, davvero vuoi che io ‘?’
‘Ti va bene il divano? Oppure vuoi che andiamo nella tua camera da letto?’
‘Pur di sbattertelo nella pancia il pavimento, il divano o il letto per me &egrave indifferente. Mi piacerebbe farlo con te messa alla pecorina.’
‘Sei anche un porcellino. Tu non vuoi solo chiavarti tua figlia; la vuoi anche possedere. Ecco perché ti piace farmi mettere alla pecorina. Spogliati e diamo inizio alla danza.’
Mia madre si avvicina al marito.
‘Hai visto, stronzo. Bastava chiederglielo e tua figlia te la sbatteva in faccia la sua passera. Tua figlia &egrave una puttana; lo &egrave sempre stata. Io ho sempre saputo che Lorna era innamorata di te, suo padre. &egrave l’intuito di donna ad avermelo detto.’
Sono già nuda e mi sono messa carponi sul pavimento. Le mie zizze pendono e dondolano come due campane.
‘Dai papà; cosa stai aspettando. Io sono già pronta. Spogliati e vienimi davanti. Voglio vedere lo spiedo che mi infilzerà. E tu, mamma, spogliati pure tu che voglio vederti quando ti sgrilletti nel mentre tuo marito si chiava tua figlia.’
Pochi secondi e sono entrambi nudi. Mia madre somiglia nel fisico ad una matrona romana. Alta con carne in abbondanza sul petto e sul culo. Le sue grosse zizze le scendono fin quasi a raggiungerle lo stomaco ed i suoi capezzoli sono grossi come fragoloni. Ad un eunuco, al solo guardarla, gli sarebbero ricresciuti i testicoli. Mia madre fa un piroetta su se stessa e va a sedersi su una poltrona; accavalla le gambe sui braccioli della poltrona in modo che la sua folta foresta di peli che le riempiono l’inguine e gran parte del pube si mostri ai miei occhi. Un pensierino saffico mi attraversa la mente. Quando questa faccenda sarà conclusa le chiederò se &egrave disponibile ad incontrarmi riservatamente. I miei occhi si spostano su mio padre. I suoi anni sono ben portati. Il fisico &egrave asciutto e non c’&egrave ombra di lardo sulla sua pancia. Sembra un guerriero dell’antica Grecia. Poi lo vedo. Grosso, lungo, con un glande luccicante già libero dal cappuccio, che dal centro del suo inguine si erge come un palo e punta verso la mia faccia. La mia mente corre all’immagine del cazzo di mio figlio; ecco svelata la discendenza. Mio figlio ha preso dal nonno i geni del suo cazzo. Ritorno alla realtà. Gattonando porto il mio viso all’altezza del favoloso attrezzo. Avvicino la mia bocca al vermiglio glande e vi poggio le labbra sopra. Gli schiocco un bacio il cui suono si propaga per tutto il salone. Mio padre emette un lungo ululato. Tiro fuori la lingua e la faccio roteare intorno alla corona del glande soffermandomi a far vibrare la punta sul frenulo. Un muggito rimbomba nell’aria. &egrave il momento. La mia lingua si muove come fosse un pennello; la faccio scorrere in lungo ed in largo. Dilato la bocca e il cazzo del mio genitore mi entra nella bocca. Papà mi mette le mani sulla testa e comincia a pompare il suo cazzo nella mia bocca. Scuoto la testa in modo da liberarmi dalla stretta delle sue mani. La mia lingua si arrotola intorno all’albero maestro. Comincio a succhiare. Gli farò un pompino che difficilmente dimenticherà. Lo sento fremere. Il sangue pulsa veloce nelle vene che gli attraversano il cazzo. Respira con affanno. Sta per godere. Non voglio che goda nella mia bocca. Gli do un morso e lo libero.
‘Ed ora brutto maiale vieni a chiavarmi.’
Non se lo fa ripetere. Come un fulmine si sposta dietro il mio culo e mi infilza con il suo rovente spiedo. Lo sento entrare nella mia figa ed avanzare verso l’interno. Dio come &egrave grosso. Mi sento come stesse spaccandomi in due. Per un attimo apro gli occhi e vedo mia madre che ha una mano completamente affondata nella sua figa fino al polso e se la sta sbattendo come se dentro avesse un cazzo. L’altra mano ha le dita intorno al clitoride e lo mena come stesse manovrando il cazzo di suo marito. Quando avrò frinito con mio padre toccherà a mia madre. Sarò io a darle e ricevere piacere. Ho già in mente come fare. Ora pensiamo a portare a termine l’opera iniziata con mio padre.
‘Dai papà. Mettici più vigore. Perché non mi hai mai detto che ti piacevo? Che mi bramavi. Quanto tempo abbiamo perso. Mi sarei fatta anche mettere incinta. Ti avrei dato un figlio. Dai stronzo, sbattimi con più forza. Fammi sentire quanto mi vuoi. Sventrami. Fammelo uscire dalla bocca. Spaccami l’utero.’
Un turpiloquio che serve a stimolare, se mai ce ne fosse stato bisogno, gli ormoni di mio padre che mi stantuffa il suo cazzo nel ventre come un pistone nel cilindro di un auto. Ad ogni affondo un grugnito. Ad ogni affondo un mio invito a darci dentro. Poi l’epilogo. Un fermo improvviso mi annuncia che &egrave arrivato al capolinea. Un caldo e copioso fiotto di denso liquido seminale paterno invade la mia vagina e si infrange contro il mio utero. Al primo ne fanno seguito altri meno potenti ma pur sempre copiosi di sperma. Poi si abbatte sulla mia schiena. Mi circonda il torace con le braccia ed ancora le sue mani alle mie zizze.
‘Grazie per avermi donato questo momento di piacere. Sapessi quanto ho sognato questo giorno. Ancora grazie.’
Giro la testa e gli bacio la bocca.
‘Papà, se tu avessi parlato non avresti aspettato tutto questo tempo. Saremmo amanti già da un bel po’.’
‘Prima hai detto che ti saresti, se avessi voluto, anche fatta ingravidare. &egrave vero?’
‘Certamente. Darti un figlio era il mio più grande desiderio.’
‘Perché non lo facciamo? Mi piacerebbe dare un nipotino a tua madre.’
‘Se mi faccio ingravidare da te il bambino che nascerebbe sarebbe nipote a tua moglie ma gli sarebbe anche figliastro ed a me sarebbe oltre che figlio anche fratellastro. &egrave un idea che mi attizza. Ci penserò. Ora devo risolvere il problema con mio figlio. Oh! Cazzo. Robert. Lo avevo dimenticato. Dai lasciami. Tira fuori il tuo cazzo dalla mia pancia. Devo correre dal mio pretendente.’

Personaggi:
Lorna: la madre di Robert;
Robert: il figlio di Lorna;
il papà di Lorna;
la mamma di Lorna.

Faccio pegging con mia madre

&egrave la voce di mamma quella che sento.
‘Calma. Tuo figlio lo troverai a casa. Fatti una doccia che sei piena di sperma e puzzi di sudore e soprattutto puzzi di sesso. Vieni ti aiuterò io a lavarti.’
La prospettiva si fa interessante. Mia madre mi aiuterà a lavarmi. Come finirà non ci vuole un mago ad indovinarlo. Mi prende per mano e mi guida verso la doccia. Mentre ci incamminiamo mamma si gira verso il marito.
‘Tu intanto telefona a tuo nipote e digli che sua madre questa notte resterà a dormire da noi; che la nonna e sua madre hanno molte cose di cui ancora dover parlare. Capirà.’
‘Mamma non posso restare. Devo correre da lui. Devo dirgli che le sue lettere mi hanno convinta.’
‘Un giorno in più non &egrave la fine del mondo. Fallo aspettare. Non vorrai lasciarmi con l’amaro in bocca? Vuoi negarmi la torta che hai dato a tuo padre?’
‘Non voglio negarti niente. Anche a me piacerebbe lappare il miele dalla tua scodella ma il pensiero di Robert mi frena.’
‘Tuo figlio sa cavarsela. Te lo dice una che lo conosce bene e quando dico bene so cosa dico. Quindi bando alle chiacchiere e diamoci da fare che non ho intenzione di tirarla per le lunghe.’
Cedo. Mi arrendo anche perché il pensiero di stringere fra le braccia il corpo di mia madre &egrave di quanto più favoloso possa immaginare. Tenendoci per mano ci rechiamo nella camera matrimoniale ed entriamo nella doccia. Ci laviamo. Lei lava me ed io lavo lei. Far scorrere le mie mani sul suo corpo mi provoca meravigliose sensazioni favorite anche dai palpeggiamenti che lei fa alle mie tette e dalle strizzatine a cui sottopone i miei capezzoli. Incominciamo a mugolare. Usciamo dalla doccia; afferriamo al volo degli asciugamani e ci precipitiamo nella camera da letto. Mamma mi spinge sul letto, mi costringe ad allargare le cosce e fionda la sua testa sul mio inguine. Un attimo ed anche la sua passera &egrave sulla mia faccia. I miei occhi sono attratti dalla sua figa. &egrave senza peli. Mia madre si rade. L’avrei preferita pelosa. Sarebbe stato più eccitante far addentrare la mia lingua in una foresta di peli in cerca della sua passera. Comunque &egrave meglio di niente. La sua lingua &egrave già in azione. Sta pennellando il mio nido con maestria ed esperienza. Dal come la muove capisco che mia madre ha già praticato il culto di Saffo. Sento la punta della sua lingua vibrare intorno al mio clitoride. Ululo. I miei occhi sono attratti dal suo buchetto. Ha i bordi dello sfintere un po’ slabbrati. Mia madre pratica anche il sesso anale. Il maschio che l’ha incula deve divertirsi molto a metterglielo nel culo. Un bacetto se lo merita. Avvicino la mia bocca al buco del culo di mamma e gli schiocco un sonoro bacio. Mamma sobbalza.
‘Ti piace il mio buchetto?’
‘&egrave fantastico.’
‘Continua a baciarmelo e se vuoi puoi anche leccarmelo. Sentire una lingua pennellarmelo mi manda in tilt il cervello. Tuo padre ha poca fantasia.’
‘Vuoi dirmi che non &egrave stato lui a sfondarti il culo? E chi &egrave stato? Non hai per caso un amante segreto?’
‘No, non &egrave stato tuo padre a sfondarmi il culo. L’amante c’&egrave e non &egrave segreto; tuo padre lo conosce. Ora pensiamo a noi due. Dopo ti racconterò. Dai passa a leccarmelo. Fammi impazzire.’
‘Mamma vorrei tanto anche chiavarti nel culo?’
‘Lo farai. Ora leccami tutta: fregna e buco del culo. Fammi un pompino. Fammi godere e poi mamma ti farà chiavare il suo buchetto posteriore.’
‘&egrave una promessa?’
‘&egrave più di una promessa. Fammi squirtare e poi ti farò vedere come fare per incularmi.’
‘Ohhh, mamma. Al solo pensiero sto già godendo.’
Non &egrave fantasia, &egrave pura realtà. Dalla mia uretra viene fuori uno zampillo di liquido limaccioso che va ad irrorare la faccia di mia madre che con prontezza fa in modo di convogliarlo nella sua bocca. La sento deglutire. Sta ingoiando l’essenza della mia vita. Le ricambio il favore. Circondo con le mie labbra il suo clitoride e glielo succhio fino a portarla al godimento. Viene e dalla sua vagina vengono fuori ondate di magma incandescente che si mischiano con i fluidi che sgorgano dalla sua uretra. La mia bocca &egrave pronta ad accoglierli. Sono squisiti. Li ingoio. Poi si abbatte su di me.
‘Mamma ogni promessa &egrave debito. Mi devi dire come fare per incularti.’
‘Fammi prendere fiato.’
‘No. Non voglio aspettare nemmeno un minuto. Voglio il tuo culo e subito.’
‘Apri il cassetto del comodino. Vi troverai un attrezzo che sai cosa &egrave ed a cosa serve. Indossalo e poi ne parliamo.’
Mi sporgo verso il comodino; apro il cassetto e vi guardo dentro. Un luccicante, grosso e lungo cazzo di nero lattice attaccato ad una cintura pure essa di lattice nero occupa lo spazio del cassetto.
‘Mamma &egrave uno strap on.’
‘Sì. &egrave un double face. Sai a cosa serve? Hai mai fatto pegging? Io, di tanto in tanto lo faccio con tuo padre. Oggi tocca a me. Indossalo e poi vieni a mettermelo nel culo.’
‘Papà si fa inculare?’
‘Solamente da me. Anche lui ha il suo vizietto. Gli piace molto farsi sodomizzare dalla moglie e sai perché? Quando glielo metto nel culo mi stendo sulla sua schiena e gli circondo i fianchi con le mie braccia e con le mani gli artiglio il cazzo ed i testicoli. Lo masturbo e lui ulula come un lupo infoiato. Dai datti da fare. Indossalo.’
‘Ma &egrave un mostro. Ti farò male.’
‘Non hai visto il TIR che &egrave entrato la prima volta nel mio culo. Quello si che &egrave un mostro.’
‘Mi aiuti ad indossarlo?’
‘Avvicinati e fa conto di indossare una mutandina. Ecco così. Brava. Ora solleva una gamba e poggiala il piede sulla sedia. Così. Allarga la coscia.’
La mia vagina &egrave oscenamente aperta. Si vede il roseo delle pareti vaginali. Mamma non resiste. Fionda la testa fra le mie cosce e con la lingua va a leccare la mia passerotta.
‘Mamma, smettila e dammi il culo.’
‘Guarda che te la sto lubrificando. Dentro ci deve entrare la proiezione di quello che mi metterai nel budello del culo.’
Un minuto dopo prende lo strap-on e avvicina l’estremità posteriore alla mia figa. Spinge e il cazzo di lattice affonda nella mia vagina. Mamma mi passa una cinghia fra le gambe e va ad unirla a quella che mi ha circondato i fianchi. Mi guardo allo specchio. Sembro proprio un transessuale con la differenza che le tette sono mie ed il cazzo &egrave di lattice.
‘Ecco fatto. Sei pronta. Ora daremo vita ad un fantastico pegging. Me lo metterai nel culo ed allo stesso tempo ti chiaverai da sola. La parte che &egrave dentro di te fungerà come se fosse un cazzo. Basta coordinare i movimenti e tutto diventerà più facile.’
Mia madre assume la posizione più adatta a prenderlo nel culo ovvero si mette alla ‘pecorina’. Mi metto dietro di lei e le punto il glande di lattice nel centro del buco del suo culo. Spingo e l’affare entra senza incontrare difficoltà. Il cazzo che le ha rovistato il culo deve essere bello grosso. Non un lamento le esce dalla bocca. Comincio a pomparle il nero cazzo di lattice nel suo orrido culo e nel farlo sento la parte che &egrave in me stimolare le pareti della mia vagina. Sto inculando mia madre e contemporaneamente mi sto chiavando con un cazzo artificiale. Mio figlio può aspettare. Un’occasione come questa &egrave difficile che si ripeta. Le mie mani sono sulle sue anche e la tengono ferma mentre le stantuffo il cazzo nel culo con sempre più frenesia. Le grida di piacere che le escono dalla bocca rimbombano nella stanza.
‘Dio mamma. Non ti facevo così perversa. Ti piace prenderlo nel culo. Finto o vero purché te lo sbattano nel culo. Mi piacerebbe conoscere l’uomo che te lo ha sfondato. Per aprirtelo in questo modo deve essere un cazzo priapesco. Me lo devi far conoscere.’
Mia madre continua a mugolare ed a nitrire. Gli orgasmi si susseguono uno dietro l’altro. Io non le sono da meno. Se fossi un uomo con tutta la forza che mi &egrave uscita dalla vagina di sicuro l’avrei messa incinta. Come tutte le cose belle anche questa arriva alla fine. Esausta mi abbatto sul letto. Mia madre mi abbraccia e mi bacia.
‘Lorna, bambina mia. &egrave stato meraviglioso. Mi &egrave piaciuto molto il modo di come me lo hai sbattuto nel culo. Dovremo ripeterlo. Ora va a casa. Il tuo Robert &egrave impaziente di ascoltare la novità che gli porterai. Trattalo bene. &egrave tanto un bravo ragazzo.’
Ha ragione. Inculare mia madre e farmi chiavare da mio padre mi aveva fatto perdere di vista il vero motivo per cui ero venuto a trovare i miei genitori. Una visita non del tutto inutile. Mi sono fatta due nuovi amanti: mio padre e mia madre. Sono sulla soglia della camera da letto quando mi giro verso il letto. Mia madre ha le spalle appoggiate alla spalliera. Le sue grosse tette le scendono sulla pancia.
‘Mamma per caso il priapo che ti ha rotto il culo &egrave mio figlio?’
‘Come hai fatto a capirlo?’
‘Quando ti stavo sbattendo nel culo il cazzo di lattice hai mormorato il suo nome.’
‘Oh dio. Devo fare più attenzione. Ho fatto solo il suo nome?’
‘No. La frase completa &egrave stata: – Robert, amore della nonna, mettici più forza. Spaccamelo in due.-‘
‘Nient’altro?’
‘Hai biascicato altre sconcezze che non sono riuscita a capire. Ero intenta a spaccarti il culo in due. In ogni caso sono contenta che sia stato mio figlio a sodomizzarti; poi mi dovrai raccontare del come ti ha convinta a farti sfondare il culo.’
Mi giro e vedo mio padre.
‘Avrò anch’io il piacere di mettertelo nel culo?’
‘Vedremo papà, vedremo. &egrave l’unica cosa di me ancora inviolata e avendo deciso di sposarmi una seconda volta mi sono promessa che il nastro di inaugurazione dell’apertura del mio tunnel posteriore deve essere il mio secondo marito a tagliarlo. Sarà lui il primo ad entrare. Ora mi preme di più raggiungere mio figlio. Abbiamo un matrimonio da celebrare.’
Personaggi:
Lorna: la madre di Robert;
Robert: il figlio di Lorna;
il papà di Lorna;
la mamma di Lorna.

Convolo a nozze

Scappo. La chiavata fatta con mio padre e metterlo nel culo a mia madre non mi sono bastate. Sono arrapata. Con l’auto ci metto pochi minuti per arrivare a casa. Entro di corsa. Chiamo a voce alta mio figlio.
‘Robert, Robert. Dove cazzo sei. Quanto mi servi non ci sei mai.’
‘Eccomi mamma. Che ti prende? Sei tutta agitata. Sei stata dai nonni? &egrave successo qualcosa?’
‘&egrave successo di tutto. Vai in camera tua. Prepara la valigia. Non metterci molte cose. Due jeans qualche magliette e slip quanti ne vuoi. Porta anche un impermeabile; li dove andiamo non servirà, ma non si sa mai.’
‘Lì dove andiamo? partiamo? E dove si va?’
‘Andiamo a sposarci. Domani tu sarai diventato il mio secondo marito’
Un tonfo mi fa girare. Robert &egrave disteso sul pavimento ed &egrave svenuto. Sono stata troppo irruente. Dovevo immaginarlo che la notizia lo avrebbe schioccato. Mi precipito a soccorrerlo. Mi siedo sul pavimento e faccio in modo che la sua testa poggi sulle mie cosce. Lo accarezzo e mi piego a baciarlo sulla bocca. Ripeto l’operazione più volte. Poi di colpo sento le sue labbra aprirsi e la sua lingua forza le mie. Le dischiudo e permetto alla sua lingua di entrare nella mia bocca. Ci baciamo come due innamorati. I minuti passano.
‘Ora basta. Muoviti. Altrimenti perdiamo l’aereo.’
‘Mamma, me ne frego se perdiamo l’aereo. Partiamo domani. Questa notte passiamola nel tuo letto.’
‘No. Senza matrimonio tu nel mio letto non entrerai. Prima diventa mio marito e poi avrai quello che agogni da tempo.’
Non mi sono accorta che nel mentre parliamo lui mi ha sbottonato la camicetta ed una sua mano &egrave già su di una mia mammella e me la sta pastrugnando provocandomi grosse fitte al basso ventre.
‘Smettila. Diventa mio marito e quelle che stai palpando saranno tue. E non solo quelle.’
Intanto le sue dita sono entrate nella coppa del reggiseno ed hanno artigliato un mio capezzolo e lo torturano fino a farmi miagolare dal piacere.
‘Dai mamma. Quante coppie hanno prima consumato e poi si sono sposate. Anche tu e papà vi siete sposati dopo aver scopato. Facciamolo anche noi. Consumiamo e dopo ti prometto che andremo a sposarci nel posto che hai scelto. A questo proposito mi dici dov’&egrave che dovremmo andare per diventare marito e moglie. Mi devi anche dire cosa o chi ti ha convinto.’
‘Sei talmente arrapato che non ce la fai ad aspettare una notte. Vuoi avermi prima. Hai vinto. Questa notte sarò tua. Andremo in ‘. Nel cosiddetto mondo civile nessun pubblico ufficiale si prenderebbe la responsabilità di celebrare il nostro matrimonio. Il perché va cercato nel fatto che siamo madre e figlio. In qualche paese ci accetterebbero come coppia incestuosa ma non come marito e moglie. Ecco il motivo della nostra andata in ‘.. Lì nessuno ci conosce. Andremo in un villaggio e chiederemo ad uno stregone o sciamano di officiare il nostro matrimonio. Non sarà niente di nero su bianco, ma diventerò tua moglie secondo il rito di quel villaggio. Ed &egrave quello che conta per accettarti fra le mie cosce. Sono stati tuo nonno e tua nonna a convincermi.’
‘Te li sei fatti? Voglio dire ti sei fatta chiavare dal nonno ed anche da tua madre?’
‘Per la verità sono stata io a chiavare mia madre. L’ho inculata. In quanto a mio padre l’avessi saputo che mi desiderava non lo avrei fatto aspettare tutto questo tempo. Ma tu cosa ne sai?’
‘Mamma, quando andavo a casa dei nonni di cosa credevi che parlassimo? Tu eri l’argomento principe. Con il nonno si parlava del come rendere fattibile portarti a letto e montarti come lo si fa con una cagna. Tu eri la cagna dei nostri sogni. Tua madre, invece, se lo faceva mettere nel culo ed ogni volta era, per me, come raggiungere il paradiso. Accompagnava il raggiungimento dell’orgasmo con il gridare il tuo nome mentre io le pisciavo nelle budella tutto il mio piacere. Tua madre ha sempre agognato scoparti. Mi dici come hai fatto a metterglielo nel culo? Tu non hai un cazzo fra le gambe. Sapevi che la verginità della nonna se l’&egrave presa suo padre?’
‘Bada a come parli? Sono tua madre e non una cagna. In quanto a come ho fatto ad incularla spero che tu sappia che esistono giocattoli di cui le donne si servono per dare e ricevere piacere. Tua nonna &egrave ben fornita. Tutto mi sarei aspettato tranne che mia madre fosse una pervertita incestuosa. Vuoi vedere che io ”
‘Stai tranquilla tu sei figlia di tuo padre e non del tuo nonno materno.’
‘E così vi siete divertiti alle mie spalle. E bravi i porcellini? Ora &egrave il mio turno. Papà e mamma hanno avuto il loro compenso per averti dato la speranza di fottermi. Ora tocca a te. Mi vuoi? Bene. Sarò tua e diventerò anche tua moglie. Ti farò pentire di volermi. Hai svegliato una mantide. Mi chiaverai e poi ti divorerò. Uscirai dalle mie grinfie distrutto.’
‘Ti farai anche impregnare? Faremo anche un figlio?’
Mi irrigidisco. Va bene farmi chiavare da mio figlio ma farmi anche fecondare mi sembra un po’ azzardato. Però l’idea di farmi ingravidare da mio figlio non mi spaventa più di tanto.
‘Non ti sembra pretendere troppo? Fare un figlio &egrave molto impegnativo. Sono tua madre e non so se &egrave auspicabile che mi faccia mettere incinta da mio figlio? Tu lo vuoi proprio un figlio da me?’
‘Mamma sarò tuo marito. Saremo una coppia. Tu non sei sterile. Puoi ancora procreare. Il nostro non sarebbe un matrimonio se non fosse arricchito dalla nascita di bambini. Io non voglio solo chiavarti. Voglio essere tuo marito nel senso compiuto del termine. Insomma mamma tu dovrai essere la mia scrofa.’
Non sarò solo la scrofa di mio figlio. Anche mio padre vuole mettermi incinta. Quella che mi si prospetta &egrave una vita da fattrice. Sarò di volta in volta vacca, giumenta, scrofa o cagna purché metta al mondo dei bambini. I miei due uomini non mi faranno sconti. Cercherò di accontentarli. Ora mi aspetta una lunga, perversa ed incestuosa notte d’amore. Sarà la mia seconda luna di miele e sarà favolosa ed indimenticabile. Il letto &egrave lontano mentre il pavimento &egrave già a nostra disposizione.
‘Robert, spogliati. Voglio vederti nudo e voglio vedere il tuo aquilotto librarsi in volo.’
‘Mamma, andiamo in camera tua.’
‘No. Niente camera e niente letto. &egrave qui che dovrai prendermi. Sei tu ad averlo stabilito. Vuoi consumare prima di sposarci ed allora &egrave qui, sul pavimento, che prenderai tua madre e la possiederai. Dai fammelo vedere.’
Robert si mette in piedi e da consumato attore si spoglia lentamente. Quando &egrave quasi del tutto libero dai vestiti si ferma. Gli restano solo gli slip che sono gonfi sul davanti. Ho assistito al suo spogliarello stando in ginocchio e seduta sulle mie stesse gambe. Sono già tutta bagnata. Ho un lago fra le cosce.
‘E allora li togli questi maledetti slip.’
Si avvicina. Mi mette le mani nei capelli e spinge la sua testa contro il suo pube. Non resisto infilo le mani nel bordo delle sue mutandine e le faccio scorrere in giù. Vedo prima apparire un grosso e lucido glande e poi il resto. &egrave enorme. &egrave favoloso. Sono incantata da si meravigliosa visione. Mio figlio ha un cazzo da suscitare invidia nei migliori attori del porno. Eccolo qui l’aquilotto che ghermirà la mia passera.
‘Ecco mamma. Questo sarà per il resto della tua vita il tuo totem. Lo adorerai e lo servirai. Lui sarà sempre pronto a soddisfare le tue necessità. La sua forza riempirà la tua pancia e fertilizzerà il tuo ventre. Bacialo.’
‘Baciarlo? Solamente? E no, figlio mio. Tua madre lo mangerà; lo divorerò. il nostro matrimonio può essere rinviato. Il pranzo di nozze no. Quello &egrave qui davanti ai miei occhi ed io ho una fame pazzesca.’
Lo impugno. Ha una circonferenza molto larga. Non riesco a far congiungere le dita. Quando me lo metterà in corpo mi sventrerà. Fiondo la mia testa sulla favolosa mazza e poggio la mia bocca sul luccicante e grosso glande. Gli schiocco un bacio il cui suono rimbomba in tutta la stanza. Tiro fuori la lingua e comincio a pennellare la meraviglia delle meraviglie. &egrave bellissimo. Lungo e grosso. Non ho mai visto un cazzo cosi meravigliosamente bello ed &egrave mio. La mia lingua spazia in lungo ed in largo sul favoloso pistone. Glielo lecco con lentezza. Lui geme e nitrisce. Faccio scorrere la lingua fin giù ai testicoli che sono gonfi e duri. Li circondo con le mie labbra e glieli succhio. Robert lancia un ululato da lupo arrapato. Abbandono i testicoli e con la lingua risalgo, leccando, lungo l’asta di rosea e dura carne. I muggiti di Robert si intensificano. Arrivo in cima; apro la bocca e lo fagocito. Il glande e parte del tronco sono nella mia bocca. Comincio a mungerlo con le labbra. La mia testa si muove verso il suo pube. Mi faccio chiavare la bocca. Mio figlio ulula. Con la bocca sto cavalcando un puledro imbizzarrito. Sento il glande solleticarmi l’ugola. Un forte languore mi devasta le viscere. Vengo. Anche mio figlio non regge. Una bordata di caldo e denso sperma mi viene sparata in gola; senza difficoltà la ingoio. Alla prima ne fanno seguito altre due che seguono la stessa sorte della prima. &egrave buono ed &egrave gradevole al palato. Mi sa che Robert mi dovrà riempire lo stomaco con la sua forza innumerevoli altre volte. Prendo nota. Succhiare il cazzo di mio figlio deve essere una consuetudine. Dopo avergli pulito il glande con la lingua ed essermi assicurata che non vi fossero altri residui di aspro nettare lo prendo per mano e lo invito a seguirmi.
‘Dove andiamo?’
‘Nella tua camera.’
‘Non avevi detto che nel letto mi avresti fatto entrare solo dopo il nostro matrimonio?’
‘Infatti. Quello in cui stiamo andando non &egrave il mio letto. &egrave il tuo. Nel mio ci andremo dopo che mi avrai sposata.’
‘Ti piace giocare?’
‘E a te fa piacere che la tua mammina sia il tuo giocattolo. Questo per te sarà il giorno più bello della tua vita. Realizzerai il tuo sogno. Mi chiaverai. Sarò tua per sempre. Al diavolo le formalità. Io convolerò a nozze per la seconda volta. Diventerai mio marito e lo sarai finché lo vorrai.’
Arriviamo nella sua camera. Il letto e tutto disfatto. Per quello che faremo non c’&egrave bisogno che sia ordinato. Mi stendo ed allargo le cosce.
‘Vieni. Sono pronta. Prendimi e sarai il mio sposo.’
Con un balzo mi &egrave sopra. Non c’&egrave bisogno del mio aiuto. Conosce la strada. Il suo glande &egrave già fra le mie grandi labbra. I suoi occhi sono fissi nei miei.
‘Spingi.’
Lo sento flettere il bacino in avanti. La sua arma entra nel mio ventre ed avanza lentamente. Ha paura di farmi male.
‘Mettici più forza. Non avere paura. Non sono vergine.’
Si lascia andare ed il suo favoloso palo entra spedito. Scivola dentro la mia vagina senza trovare ostacolo alcuno. Il glande urta contro il mio utero. La spinta si arresta.
‘Ed ora, mio bell’ometto, chiavami e fammi diventare tua moglie. Vuoi un figlio. Mettimi incinta e tra nove mesi sarai padre.’
Non riesce a chiavarmi. &egrave tanto il suo desiderio di avermi che gode prima ancora di muoversi.
‘Mamma. Io ‘, io ‘
‘Non preoccuparti. &egrave normale che tu abbia goduto prima. &egrave stato il tuo desiderio per me che ti ha portato ad espellere in anticipo il tuo seme. Vedrai che tra poco me lo stantufferai nella pancia e ti ci vorrà un po più di tempo prima di innaffiarmi nuovamente l’utero.’
Tra l’entrare e l’uscire nella mia e dalla mia pancia mio figlio trascorre il resto del giorno, l’intera notte, il giorno e la notte seguenti a riempirmi il ventre della sua forza. Farcisce il mio utero con abbondanti spruzzate di denso e cremoso sperma. Mi mette incita. Mio figlio &egrave il mio secondo marito e suo figlio sarà il mio secondo figlio.

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