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Il Nipote Perfetto – Parte Seconda (Scoperto per caso)

By 10 Ottobre 2024No Comments

Mi svegliai la mattina dopo a pancia in giù, girandomi lentamente e ancora assonnato intravidi la mia immagine nello specchio di fronte al letto: ero di schiena, sdraiato e con il culetto in bella vista messo in evidenza da quelle mutandine. Chissà se ci fosse stato qualcuno con me in quel momento… Mi alzai e indossando un paio di infradito con la zeppa e una vestaglia di seta nera di mia mamma andai a fare colazione. Andai a sedermi sul divano dopo essermi accertato che tutte le finestre fosse chiuse per non farmi vedere, accesi il televisore e iniziai a guardare una serie tv sul sesto canale mentre tenendo accavallate le gambe feci dondolare una delle infradito con il piedino. La ciabatta alla fine cadde, quando me ne accorsi la ripresi con il piede e guardandolo improvvisamente decisi di provare una cosa nuova. Mi alzai e andai in camera dei miei genitori, aprì l’armadio e trovai un beauty case con dentro alcuni smalti e un flacone di acetone. Iniziai a tirarli fuori tutti e appena trovai il classico rosso scuro che la mamma usava sempre iniziai ad agitare la boccetta. Tornai a sedermi sul divano e appoggiai un piede sul tavolino che avevo di fronte. Avevo visto la mamma farlo mille volte, così svitai la boccetta e lentamente iniziai a passare il piccolo pennello prima sull’unghia dell’alluce e poi con cura feci tutte le altre. In pochi minuti avevo delle unghie rosse fiammanti, feci la stessa cosa sull’altro piedino e una volta finito ammirai soddisfatto il mio lavoro. Mossi appena le dita dei piedi e sorrisi. Ora si che erano davvero dei bei piedini. Lasciai asciugare lo smalto e poi rimisi le infradito ai piedi, ammirandoli tutto contento di come mi stavano le zeppe insieme allo smalto. Rimasi così per tutta la mattina finchè non squillò il cellulare, era zio Domenico, sicuramente era arrivato a casa. Gli risposi e mi disse che potevo venire quando volevo, la pasta era quasi pronta. Mi alzai e andai in camera per cambiarmi, con cura rimisi le zeppe e la vestaglia al loro posto, mi vestì e uscì di casa. Attraversai la strada e citofonai a zio Domenico, il portone si aprì e andai diretto verso la porta di casa, zio l’aveva lasciata socchiusa, aprì ed entrai.
“Ciao zio. Sono arrivato” dissi. Zio mi rispose dalla cucina, gli andai incontro e trova i gatti che venivano verso di me per strusciarsi e fare le fusa. Zio mi salutò e mi disse di accomodarmi, aveva apparecchiato il tavolo in cucina e messo due bei piatti di pasta al sugo di tonno in tavola. Disse che si era avvantaggiato la sera prima.
Zio Domenico era un uomo di mezza età, più grande di zia Maddalena di qualche anno, coetaneo di mamma, ma non dimostrava la sua età. Avrebbero potuto intuire che fosse più vicino ai cinquanta che i quaranta per via dei capelli e la barba leggermente brizzolati e quell’accenno di pancia dovuto un po’ all’età e un po’ alla sua passione per la cucina. Fisicamente era ancora robusto, in alcune sue foto da giovane si vedeva che aveva fatto molto sport e aveva un fisico di un certo spessore che con gli anni aveva iniziato a scomparire anche se non del tutto. Anche i peli sul petto (era abbastanza villoso) iniziavano ad essere più grigi che scuri, ma questo non era certo un punto a suo sfavore.
“Volevo farti trovare un bel pranzetto, che ne dici se ci beviamo anche qualcosa di fresco eh?” disse mentre prendeva dal frigo una bottiglia di vino bianco.
“Certo che hai pensato a tutto eh…” gli dissi.
“Bhe, se abbiamo la possibilità di pranzare come si deve perché rinunciarci? Sbaglio…?” mi chiese ed io annui. Ci sedemmo entrambi, lui stappò la bottiglia di vino e dopo aver riempito i bicchieri iniziammo a mangiare.
“Complimenti zio, la pasta è davvero buona!” dissi con il boccone ancora in bocca.
“Menomale, sono contento che ti piaccia” mi rispose.
Continuammo a mangiare, in due finimmo quasi tutta la bottiglia di vino bianco, che fresco com’era scendeva giù come fosse stato acqua. Durante il pranzo zio mi chiese come mi stavano andando le cose in quel periodo. Risposi che andava tutto bene, avevo qualche soldo da parte, riuscivo ad andare al mare con gli amici e mi divertivo.
“Ah bene mi fa piacere…” disse zio “Invece dimmi un pò, ragazze invece? Con quelle come va?” chiese facendomi un cenno complice con la testa.
“Bhe zio come vuoi che vada…. Si insomma ogni tanto cerco di combinare qualcosa ma….” esitai a finire la frase.
“Ma….Cosa c’è che non va?” Zio doveva aver capito qualcosa.
“Ma niente, è che sai… nel mio gruppo siamo praticamente tutti maschi, solo pochi di noi sono fidanzati… insomma a volte è difficile battere chiodo capisci?” in realtà mentivo, non potevo certe dirgli che fino ad all’ora non avevo mai avuto esperienze con le ragazze perché facevo il travestito di nascosto in casa.
“Ma guarda che è normale, non c’è nulla di strano, anche io alla tua età ero in una situazione simile diciamo ma alla fine cercavo sempre di trovare un pretesto… Nessuno dei vostri amici porta mai qualche amica?”.
“Bhè si ogni tanto succede che qualcuno porti una o più amiche ma sai…. sono un po’ timido ecco. Faccio un po’ fatica diciamo.” gli risposi.
“Ma non è un problema, devi solo essere te stesso sentirti a tuo agio, la timidezza si supera. Devi solo essere onesto, quella è la chiave di tutto.” disse zio bevendo un sorso di vino.
“Si forse hai ragione, è che a volte non è facile, mi sento un po’ in imbarazzo, come se fossi intimorito diciamo…” cercai una scusa per tenere il discorso ma la verità era che fino a quel momento io alle ragazze non avevo mai pensato più di tanto.
“Ma c’è qualcosa che non va per caso? Ti senti intimorito dalle ragazze?” mi chiese.
“Ma no zio figurati, è che a volte mi faccio prendere dal panico, tipo ansia da prestazione…” dissi.
“Ah ma non è niente, dai retta a zio. L’importante è che sei te stesso senza strafare troppo, non devi fingerti qualcun altro, le ragazze le devi attrarre svelandoti a loro piano piano. Vedrai che così ci riuscirai.” mi fece l’occhiolino e vuotò il bicchiere di vino.
“Forse hai ragione, devo solo essere me stesso e basta…” bevvi un sorso anche io. Zio riempì entrambi i bicchieri e vuotò la bottiglia.
“Ecco fatto, vuota. Complimenti eh!” mi sorrise “Comunque, da come parli mi sembra di capire che non sempre sei te stesso in certe occasioni… o sbaglio?”.
“Bhè ecco… no non è che non sono me stesso ma sai com’è…. per non sembrare troppo timido….” cercai di nuovo una scusa.
“Devi essere te stesso e basta, non pensare agli altri e alla timidezza. Capito?”.
“Si zio ho capito, hai ragione tu…” risposi mentendo.
“Bene, ora dai, finisci il vino che poi lavo i piatti.” zio si alzò “Aspetta che devo prendere una cosa…”.
Rimasi seduto a sorseggiare il vino cercando di finirlo. Sentì i passi di zio che tornava in cucina.
“Ho una cosa per te da parte mia e di zia…” disse arrivando alle mie spalle e poggiando sul tavolo una busta bianca “Ecco qui…”.
Presi la busta e l’aprì, dentro c’erano cinquanta euro.
“Ma cavolo, grazie zio! Ma tutto questo solo per i gatti? Non doveva…” non feci in tempo a finire la frase che zio mi mise una mano sulla spalla con un’altra busta “Ma? Anche questa?” chiesi. Zio annuì.
“Questi sono da parte mia. Un piccolo extra diciamo…” presi la busta, al suo interno c’erano altri trecento euro.
“E questi per cosa sono?” chiesi stupefatto. Non riuscivo a credere che potessero essere sempre per via dei gatti…
“Ecco questi sono per…. un “favore personale” se possiamo chiamarlo così….” sentì che mise le sue mani sulle mie spalle.
“Un favore? Di che stai parlando zio?”.
“Promettimi di stare calmo però…” allungo una delle sue mani e vidi che teneva in mano il cellulare. Sullo schermo c’era un video di me nella camera da letto. Guardandolo capì che era una ripresa dell’altra sera, quando avevo indossato le calze a rete e leccato lo sperma dallo specchio. Iniziai a tremare dalla paura e dalla vergogna. “Io e tua zia abbiamo messo delle videocamere nascoste in casa qualche anno fa, sai per sicurezza, solo io le posso vedere e solo da questo telefono tranquillo… Vedo che ti sei divertito parecchio l’altra sera eh?”. Ero pietrificato, non sapevo cosa fare. Iniziai a balbettare cercando una scusa.
“No zio… non… non è come pensi. Scusa non… non avevo intenzione. Io…” non mi uscivano le parole, avrei voluto spiegargli com’era la situazione.
“Ti piace vestirti e metterti in tiro come una bella cavallina. Questo l’ho capito si.” poggiò il telefono sul tavolo e iniziò ad accarezzarmi le spalle “Ma devi stare tranquillo, non c’è nulla di male in quello che fai….” continuavo a guardare il telefono, adesso il filmato mostrava la scena del mio orgasmo.
“Zio io…. ti posso spiegare. E’ una cosa che faccio a volte… ma io ecco… Io non avevo intenzione di…” zio mi interruppe prima di finire la frase.
“Tranquillo ti ho detto….” mi diede un bacio sulla testa “Come ho detto non c’è nulla di male in quello che fai, hai tutta la mia comprensione. Certo però capirai che venirlo a sapere così, la cosa non mi ha lasciato del tutto indifferente ecco…” iniziò da accarezzarmi le spalle e poi il collo “Vedi io ho sempre avuto qualche “sospetto” diciamo ed il favore che volevo chiederti riguarda proprio questo. Ora alzati un attimo tesoro dello zio…” timidamente mi alzai e mi voltai verso di lui. Zio iniziò ad accarezzarmi il viso mentre con una mano passava attorno il mio fianco. “Ci terrei tanto a rivederti come l’altra sera, credo tu sia stupendo così. O stupenda se preferisci….? Se mi fai questo favore quei trecento euro sono tuoi e la cosa rimane un segreto tra noi due. Che ne dici eh? Vuoi fare contento zio?” dicendo così mi prese una delle mani e la strinse a se al petto. Io non sapevo che dire. “Dai lo so che non vedi l’ora tesoro mio, ti piace vestirti in quel modo e tirare fuori quel bel lato da signorina che hai… Sentiti libera su…!” ora zio mi stava parlando al femminile e la cosa mi faceva uno strano effetto, anche se sotto sotto mi faceva piacere “Mi sei sempre piaciuta sai….” si avvicinò e mi baciò sulla bocca, io ricambiai timidamente ma appena zio se ne accorse iniziò audacemente a premere con la lingua fino ad entrare completamente nella mia bocca. La sensazione della lingua di zio, lo scambio di saliva, il suono delle labbra che schioccavano leggermente mi fece tremare ed eccitare tremendamente allo stesso modo. Zio portò la mia mano dal suo petto fin sotto all’inguine e sentì la sua erezione, fece scorrere la mia mano lungo tutto il suo cazzo oramai gonfio e duro.
“Senti quanto ti desidero tesoro? Lo capisci…?” mi disse staccandosi dalla mia bocca. Io annuì timidamente guardandolo negli occhi. “Molto bene. Allora fai la brava e vai in camera a prepararti per me, tanto sai già dove zia tiene le sue cose. Metti quello che vuoi e poi mi dirai quando sei pronta così ti raggiungerò.” dicendo così passo la sua mano sul mio culetto e mi diede una leggera strizzata e un’ultima sculacciata morbida indicandomi la porta della cucina. Io lentamente andai in camera da letto, chiusi la porta alle mie spalle. Le mani mi tremavano e il cuore batteva forte. Non riuscivo a credere a cosa fosse appena successo. Aprì l’armadio di zia ed iniziai a cercare qualcosa da mettere, non avevo la minima idea di cosa poter scegliere… Aprì i cassetti ed iniziai a cercare tra le mutandine, reggi seni, calze, un paio di body, un babydoll… appesi alle stampelle trovai gonne, camice, tallieur, vestiti lunghi e corti…. c’era l’imbarazzo della scelta, zia aveva proprio un armadio ben fornito. Non avevo idea di cosa mettere per farmi vedere da zio… Mi sedetti sul letto e provai a fare mente locale. Mi spogliai, sperando che il gesto di togliermi i vestiti mi distogliesse la mente e cercai di calmarmi, quando tolsi i calzini mi resi conto che avevo ancora lo smalto rosso ai piedi. Guarda il caso….. Provai a fare mente locale, decisi di partire dall’intimo. Iniziai a cercare e trovai un completo mutandina e reggiseno rossi. Guardai di nuovo i miei piedini smaltati e pensai che potesse essere una buona scelta, misi l’intimo sul letto. Continuai a cercare e trovai gli stessi collant a rete della prima sera, misi sul letto anche quelli, pensai che così l’intimo poteva bastare e mi dedicai ai vestiti veri e propri. Iniziai a scorrere tra le stampelle ma non riuscivo a trovare nulla che mi piacesse. Trovai un classico vestito nero che finiva poco sopra al ginocchio e una bella scollatura evidenziata da alcune strisce di strasse diamantati che cadevano in verticale proprio nel centro. Provai a metterlo, chiusi a fatica la zip posteriore e notai che un po mi stringeva sui fianchi e mi faceva la pancia… A malincuore lo rimisi a posto,volevo essere perfetta il più possibile per l’uomo che mi stava aspettando di là e che sarebbe stato il primo uomo a vedermi in questa “nuova” mia versione… anche se lui era mio zio Domenico.
Alla fine scelsi una gonna nera ed una camicetta blu elettrico, sembrava mi stessero bene e non mi facevano difetti di nessun tipo. Dopo averle provate al volo misi le calze a rete, le maglie della rete erano abbastanza larghe che riuscì a far passare il mio pisellino perfettamente all’interno di una maglia, quasi fosse fatta apposta per lui. Cercai di sistemare bene anche la pancia che purtroppo sembrava non gradire a pieno la rete dei collant ma alla fine sistemai il bordo delle calze in modo che coprisse un po’ la pancia e mi facesse sembrare più in forma di com’ero. Allacciai il reggiseno, misi su le spalline e il caso volle che anche questo avesse una leggera imbottitura ma per fortuna in un altro cassetto trovai un sacchetto con altri coppe imbottite per reggi seni (zia doveva proprio essere fissata con il valorizzare il suo seno) e quelli mi aiutarono a riempire i pochi cm rimasti nelle coppe. Feci scivolare le mutandine lungo le gambe e le misi su, il mio cazzo iniziava ad essere già più vistoso ma cercai di sistemarlo meglio che potevo per nasconderlo. Misi la gonna e l’abbottonai, notando che per fortuna mi arrivava non oltre il ginocchio (sicuramente le gambe di zia sarebbero state più scoperte essendo più alta), allacciai i bottoni della camicetta lasciando la scollatura un po’ in vista e arrotai un po’ i polsi. Aprì un altro armadio con alcune scatole e la fortuna volle che trovai subito un paio di sandali neri, abbastanza classici e aperti con un tacco che forse sarà stato di dieci o dodici cm. Avevano il cintino sopra le dita con una striscia rossa (sempre il rosso…), in meno di un minuto li avevo ai piedi. Mi guardai allo specchio e non riuscivo a credere ai miei occhi. Rimasi a fissarmi imbambolato e un sorriso apparve sul mio viso. Ora mi mancava solo il trucco. Andai alla porta, l’aprì lentamente e vidi che nel corridoio non c’era nessuno. Camminai lentamente cercando di non fare rumore con i tacchi e scivolai nel bagno accanto, chiusi la porta a chiave senza fare troppo rumore. Andai subito a cercare i cosmetici di zia, trovai subito della cipria, rossetto, rimmel e mascara. Cercai di fare il più veloce possibile, diedi sue pennellate di cipria lungo tutto il viso, misi il rossetto, accennai con il rimmel una piccola linea alla base delle ciglia e misi il mascara. Sciolsi i miei capelli e li pettinai con una spazzola di zia, feci la riga sul lato destro e mi ammirai definitivamente. Non era un trucco perfetto ma tutto sommato non era male… Pensai che a zio sarebbe piaciuto lo stesso. Feci un respiro profondo, controllai che il mio cazze stesse a posto e poi andai alla porta. Aprì lentamente e misi appena le testa fuori.
“Zio…. Sono pront…Sono pronta….” parlare al femminile mi uscì quasi spontaneo e mi fece avere un piccolo sussulto.
“Vieni pure tesoro, ti aspetto in salone.” rispose.
Lentamente mi incamminai. Il suono dei tacchi echeggiava nel corridoio e quando arrivai al salone trovai zio Domenico seduto sul divano che mi aspettava, le gambe incrociate e il braccio destro lungo lo schienale del divano. Appena mi vide rimase a bocca aperta.
“Eccomi zio…” dissi mettendomi al centro davanti al divano, i piedi uniti e le mani conserte all’altezza della vita. “Che ne pensi? Vado bene così?” chiesi timidamente. Lui restava in silenzio, poi dopo qualche secondo mi rispose.
“Devo dire che sei un vero spettacolo tesoro dello zio, non pensavo….” si alzò dal divano in maniera un po’ meccanica forse per via dell’emozione e venne verso di me “Fatti guardare bene…” mi prese la mano e la portò in alto, istintivamente feci un giro su me stesso e lui mi guardò al completo “Sei proprio stupenda tesoro mio… Sei… Sei la nipote che non ho mai avuto!” disse prendendomi la mano e portandomi a sé. Sentì la sua mano scivolare lungo la schiena e arrivare fino al culetto.
“Senti che bel culetto che hai tesoro…” disse stringendolo “Te lo valorizzano i tacchi. Dovresti metterli più spesso sai?” strusciandosi sentì la sua erezione, non si era calmata nell’attesa, anzi, era più forte di prima. Avvicinò il viso al mio collo e lo baciò.
“Sei contenta che c’è qualcuno che ti ammira così come sei eh? E’ la prima volta che ti fai vedere così vero” annuì “E sei contento che è tuo zio Domenico?” annuì di nuovo “Anche io sono contento di essere il primo che ti vede, la mia bella nipotina…” mi sussurrò vicino l’orecchio. Mi baciò e continuò a strusciarsi.
“Ora da brava, fai quello che farebbe una vera donna in questo momento, sarà un nostro segreto tranquilla…” mi prese la mano e mi fece toccare la sagoma dell’erezione.
“Vuoi che… lo tocco?” chiesi timidamente.
“Si tesoro, toccalo. So che probabilmente sarà il primo che tocchi oltre al tuo ma non preoccuparti…” con le mani spingeva le mie spalle verso il basso e in pochi secondi mi ritrovai in ginocchio. Avevo davanti agli occhi la patta dei suoi pantaloni e con pochi movimenti zio aprì la lampo e lasciò cadere i pantaloni a terra. Le sue mutande stavano per esplodere. Mi esortò a togliergliele e lentamente le abbassai. Quello che vidi mi lasciò con gli occhi sbarrati. Il cazzo di zio Domenico dal basso schizzò verso il mio viso, eretto, duro e pulsante. Il folto cespuglio di peli che lo circondava emanava un odore forte, le vene gli pulsavano e sentivo il calore vicino al mio viso. Puntava dritto alla mia bocca, la cappella umida e gonfia sembrava guardarmi negli occhi. Mi avvicinai appena e sentì il suo odore più forte.
“Dai tesoro, perche non fate amicizia eh?” disse zio. Mi avvicinai timidamente e lo presi tra le mani, era bollente, lo sentivo vivo. “Ora muovi la manina dai tesoro” disse.
Iniziai a masturbarlo lentamente, sentivo zio che respirava profondamente e ogni tanto si lasciava scappare qualche parola di piacere. Sentì che mi prese la testa e l’avvicinò al suo cazzo. Io lo stavo masturbando ancora ma lui me lo puntò dritto alla bocca.
“Dai tesoro mio ora assaggialo…” e con la sua mano prese il cazzo per appoggiarlo alle mie labbra. Aprì a bocca e lo accolsi, il sapore era acre e salato, un sapore mai provato prima d’ora. Iniziai a muovere la testa, facendo su e giù stando attento a non toccarlo con i denti, guardavo zio negli occhi e vedevo tutto il suo godimento dipinto sul suo viso. Accennai un giro di lingua intorno alla cappella.
“Oh si tesoro brava, usa la lingua tesoro si….” si era rivelata una buona mossa, mi vennero subito in mente tutte le scene porno che avevo visto in cui a donna si ritrova a succhiare i cazzi fino a farli sborrare e mi ricordai che se avessi mosso la lingua sicuramente zio avrebbe apprezzato.
Continuavo a fare su e giù con la testa, avevo già lasciato il segno del rossetto alla base del cazzo di zio e stavo muovendo la lingua sotto la cappella. Iniziò a colare un po’ di bava dai bordi della mia bocca e zio mi afferrò la testa per tirarlo fuori e farmi prendere un po’ d’aria. Ripresi fiato e con una mano gli accarezzai le palle. Zio portò di nuovo la mia testa al suo cazzo ma stavolta la mise sotto e mi ritrovai le sue palle in bocca.
“Ora dedicati alle palle tesoro, quello anche sono importanti e devi conoscerle se vuoi far bene ciò che stai facendo.” intano avevo iniziato a succhiare una palla ma zio prese il suo scroto in mano e me lo mise sul viso. “Lo senti tesoro? Ti piacciono le palle di zio vero?” mi chiese.
“Si zio, mi piacciono…” risposi mentre cercavo di leccarle “Dammele ancora, mi piace il tuo cazzo” iniziavo ad acquisire più fiducia in me stesso e succhiavo con più foga. Zio sembrava godere di più, mi sarei aspettato che prendesse la mia testa e iniziasse a scoparmi la bocca ma invece staccò il suo cazzo dalla mia bocca e mi tirò su per baciarmi con passione e con molta lingua. Sentivo le sue mani sotto la camicetta, stava arrivando sotto il reggiseno mentre io lo masturbavo ancora. Mi sbottonai la camicia e presi le sue mani per fargli toccare il seno che lui strinse con foga. La sua lingua continuava a muoversi nella mia bocca e sentì una sua mano sul mi pube.
“Ora tesoro fammi vedere un po’ che nascondi qui sotto….Fatti assaggiare dai!”.
Mi ferma e mi allontanai da lui, iniziai a togliere la camicetta e la feci cadere. Mi girai di spalle, sbottonai la gonna e mentre l’abbassavo mi chinai lasciandogli in bella vista davanti a lui il mio culo. Lo sentivo ansimare. Rimasi piegato e lo guardai dal basso. Si stava masturbando sul mio culo e la cosa mi fece sorridere.
“Che ne pensi zio? E’ come quello della zia?” gli chiesi.
“E’ molto meglio tesoro mio” disse dandomi una sculacciata “Vieni qui adesso”.
Andai da lui e mentre mi baciava sentì la sua mano nelle mutandine, mi prese il pisellino in mano e io feci scivolare gli slip. Eravamo uno nelle mani dell’altro, ci masturbavamo a vicenda e la sua lingua era nella mia bocca. Zio si inginocchiò rapidamente e iniziò a succhiarmi il cazzo. Era la prima volta che qualcuno lo faceva, immediatamente sentì il piacere. Anche lui sembra essere bravo, pensai che forse non era la prima volta che lo faceva. Si fermava solo per riprendere fiato e per dirmi quanto gli piaceva il mio cazzo. Mentre succhiava sentì che con un dito cercava di farsi strada tra le mie chiappe. Arrivò al buchetto e iniziò a stimolarlo con un po’ di pressione. Dopo una lunga leccata alle mie palle disse che gli piaceva come tenevo i peli pubici, perché sembravano quelli di una vera figa al tatto. Mi portò verso il divano e mi fece mettere a quattro zampe.
“Adesso ci pensa zio a te…” disse mentre muoveva le maglie della rete per cercare un ingresso per il mio buchetto con la lingua. In pochi secondi sentivo la sua lingua muoversi in mezzo al culo fino ad arrivare al mio ano che stuzzicava senza sosta. Iniziò a masturbarmi con una mano mentre con l’altra stringeva il mio culo per aprirlo di più. Sentivo l’ano completamente fradicio e i suoi grugniti mi facevano capire quanto gli piacesse. Il mio cazzo intanto era diventato duro e appena zio sentì che era abbastanza duro mollò il mio ano per dare una bella leccata alle palle e al cazzo. La sua lingua correva veloce e mi bagnava tutto. Iniziò a premere con un dito sul mio ano.
“Ora zio prova a fare una cosa, tu rilassati tesoro mio…” disse mentre piano piano spingeva il suo dito dentro di me. “Rilassati da brava…” e intanto continuava a masturbarmi. Entrò con il dito e iniziò a muoverlo lentamente, la sensazione di un qualcosa dentro di me era strana ma mi piaceva. Iniziò a cercare la prostata e sentì subito un brivido che mi fece sussultare, capì di averla trovata.
“Ora tesoro lasciami fare e non muoverti, vedrai che ti fa lo zio…” disse mentre continuava a muovere il dito. Iniziai ad ansimare, sentivo il piacere crescere e sentivo le contrazioni della prostata. “Ora zio gioca con il tuo Punto G tesoro, lasciati andare e vedrai che ti piacerà, farai come fanno le donne.”.
Aveva ragione, mi stava piacendo molto e le mie gambe iniziarono a tremare. Sentì zio accennare una leccata alla mia cappella per poi dirmi quanto fosse buono il mio sapore. Improvvisamente sentì un formicolio lungo tutto il cazzo.
“Tesoro resisti, stai andando bene, tra poco inizierai a colare dal piacere. Guarda che bello amore mio, guarda come stai godendo…” piegai la testa verso il basso e vidi che con la mano stava raccogliendo il mio pre sperma, aveva una bella goccia sul palmo “Vieni guarda che ti faccio vedere tesoro.” disse e mi tirò per un braccio. Mi girai a sedere sul divano e zio mise sotto i miei occhi la sua mano piena del mio pre sperma trasparente, quasi sembrava acqua.
“Allora che ne dici?” l’avvicinò al mio viso “La lingua tesoro….” aprì la bocca tirando fuori la lingua e lui mi fece leccare la sua mano. Il sapore che già conoscevo mi mandò ancora più in estasi, zio se ne accorse e prese le mie gambe per alzarle, mettendomi sul divano a gambe aperte. Iniziò a baciarmi le cosce, non sfiorò il mio cazzo per un po’, forse sapeva che se mi avesse toccato sarei venuto subito. La sua lingua correva tra le maglie della rete dei collant finchè non arrivò ai miei piedi.
“Ma che guarda che cosa abbiamo qui…” iniziò a sfilarmi una scarpa “Che piedini deliziosi amore di zio!” Iniziò a baciarmi il piede in pochi secondi la sua lingua correva sotto la mia pianta e le dita erano nella sua bocca mentre le succhiava. Feticista adorato… Lo stesso toccò all’altro piede e in pochi secondi i miei piedi erano sul suo viso mentre la sua lingua andava da tutte le part facendomi il solletico ma dandomi comunque un po’ di piacere. Portò un piede al cazzo mentre l’altro restava nella sua bocca, iniziò a masturbarsi con un piede infilando il cazzo nella rete sotto la pianta. Quando ebbe finito tornò sul mio cazzo, riprese a succhiarlo sapendo che si era calmato un po’ e riprese anche a stuzzicare il mio buchetto alla ricerca del Punto G. Anche questa volta ci mise poco a trovarlo, ma stavolta non si fermo, iniziò a masturbarmi mentre muoveva il dito dentro di me e sentivo il piacere che stava per esplodere. Ci guardavamo negli occhi a vicenda e appena zio capì che ero arriva al punto di non ritorno fece un cenno con la testa e io mi lasciai andare. Uno schizzo potentissimo partì dal mio cazzo e quasi mi arrivò sul viso, seguito da un altro e poi un altro ancora. Zio sorrideva e mi guardava mentre sborravo copiosamente, avevo diverse gocce sul viso e su tutto l’addome e parte del seno. Quando smisi di venire zio si alzò e si piegò verso di me per raccogliere alcune gocce di sborra calda e liquida con il suo cazzo. Iniziò ad imboccarmi con quello mentre con la mano cercava di masturbarsi. Io leccavo e quando mi tenne le testa ferma e il cazzo ben piantato nella bocca sentì una scarica bollente che quasi mi arrivava in gola. Era venuto dentro di me, mi aveva riempito la bocca e mi esortava a non aprirla per non far uscire niente. Fu difficile ma cercai di fare come diceva e succhiando il cazzo riuscì a ingoiare buona parte del liquido che avevo in bocca. Quando l’aprì oramai non c’era più nulla, solo il suo cazzo che si muoveva ancora.
“Sei stata bravissima amore di zio.” disse guardandomi con un bel sorriso sul viso. Era appagato e soddisfatto di ciò che aveva appena fatto. Tirò fuori il suo cazzo dalla mia bocca e lo guardai mentre iniziava ad ammosciarsi. Si sedette accanto a me e con un dito iniziò a raccogliere una dopo l’altra tutte le gocce di sborra che riusciva a trovare sul mio corpo per poi imboccarmi e farmele ingoiare. “Bravissima la mia nipotina preferita. Hai fatto proprio un bel lavoro, zio è fiero di te.” mentre mi imboccava “Sarà il nostro segreto, non lo saprà nessuno.”.
Io ingoiavo tutto quello che il suo dito mi portava, succhiavo le sue dita e lo guardavo ansimante con il fiatone.
“Zio resterà da solo a casa per un’altra settimana, mi piacerebbe rivederti sai? Vorrei continuare questo nostro gioco, perché non torni domani a pranzo? Vedrai che ti piacerà come oggi…”.
“Si zio, per favore voglio rifarlo…. Mi è piaciuto tanto oggi…” risposi ansimante. Credo che zio Domenico avesse capito che in quel momento per lui avevo gli occhi a cuore.
“Lo rifaremo tesoro te lo prometto.” continuò ad imboccarmi.
Quando ebbe finito mi disse che potevo fare una doccia e di non preoccuparmi, avrebbe messo a posto tutto lui. Andai in bagno e mi spogliai completamente, sentivo ancora il mio ano bagnato e il mio cazzo stava iniziando ad ammosciarsi. Entrai in doccia e mi lavai, lavai il trucco dal viso e uscì da lì candido come un cigno. Andai a riprendere i miei vestiti e andai via. Zio mi salutò con un bacio passionale e una palpata al culetto dopo avermi messo le buste con i soldi nei pantaloni. Uscì da quella casa con qualcosa in più, qualcosa di diverso. Mi sentì cambiato e felice. Ciò che era appena successo, anche se sbagliato perché l’uomo che mi aveva usato per il proprio piacere era mio zio, mi aveva fatto scoprire un lato di me che mi era completamente sconosciuto. In un certo senso mi fece del bene.

(Racconto tratto da una storia vera. I nomi dei personaggi e alcune vicende sono stati modificati per proteggere la privacy dei diretti interessati. Per qualsiasi informazione, suggerimento o domanda potete scrivere a: forbidden.fantasy@outlook.com )

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