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Racconti erotici sull'Incesto

IL PANINO

By 23 Maggio 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

Salve! Ricordate? Sono Andrea uno dei personaggi di: ‘RACCONTI DI VITA’. Promisi di raccontarvi, appena l’avessi realizzata, l’esperienza vissuta del picnic fatto a base di ‘panino’. &egrave trascorso un anno da quando mio nipote, con il mio consenso, mi sodomizzò. Fu sublime. Il mio culetto fu piacevolmente violato, per la prima volta, da un magnifico pene. Non credevo che il piacere potesse essere raggiunto anche facendosi chiavare nel culo. Quella notte godetti più volte. Gino si mostrò un magnifico amante. Da allora, con cadenza costante, il mio culo &egrave stato visitato più volte. E tutte le volte &egrave stato un delirio. Anche Ivan ne ha goduto. Entrambi lo hanno fatto sempre indossando il preservativo. Ma la mia mente, ogni volta che lascio giocare mio nipote con il mio culo, corre al giorno in cui mio figlio Nando mi parla del desiderio di come gli piacerebbe giacere con me insieme al fratellastro/nipote. Dice che sarebbe una favola da mille ed una notte chiavarmi mentre Gino mi incula. In realtà desidera, anche lui, provare il piacere di incularmi. E’ da allora che fantastico di averli nel letto contemporaneamente. Con il passare degli anni le visite di Nando nel mio giaciglio sono andate diradandosi. Ha conosciuto una ragazza ed &egrave andato a vivere con lei. Di tanto in tanto viene a trovarmi insieme alla sua ragazza. Qualche volta viene da solo ed allora giochiamo. Io mi concedo con tutta l’anima. &egrave pur sempre mio figlio. Mio nipote Gino, invece, &egrave rimasto in famiglia. Anche lui ha conosciuto una ragazza: Michelle. L’ha convinta a venire a stare nella nostra casa. Non ha dovuto faticare molto per convincerla. La ragazza aspettava che Gino glielo chiedesse. Lei &egrave a conoscenza del rapporto che intercorre tra me e mio nipote. Ma principalmente &egrave venuta a vivere con noi perché vuole stare vicino alla madre di Gino: mia figlia Federica. Come ho avuto già modo di dire a mio nipote, la ragazza &egrave innamorata di Federica ed anela ad entrare nel letto della suocera. La cosa si avvera. &egrave stato più facile del previsto. La ragazza piace subito anche a Federica. Mi credete se vi dico che già al terzo giorno mia figlia entra nel letto di Michelle? Qualche volta, ai loro incontri partecipa anche Ivan che però non ha mai chiavato la ragazza. Nemmeno nel culo. Michelle dice che la sua micina ed il suo culetto sono terreno di caccia di mio nipote. Il fatto che Federica si faccia visitare sempre più spesso dalla nuora mi ingelosisce. Una sera che sto tra le braccia di Janeway (ricordate la ginecologa; anche lei &egrave venuta ad abitare con noi. Divorziò dal marito. In questi anni di permanenza con noi ha avuto due figlie da Ivan: Gabrielle e Jane ed un figlio da Gino) le confido i miei timori. Lei mi dice di rasserenarmi; Federica non mi avrebbe mai lasciata per un’altra anche se questa &egrave la nuora. Del resto non posso lamentarmi. Il tempo che Michelle e Federica trascorrono insieme permette a mio nipote di stare più tempo con me. Gino non dorme più nella sua camera. Sta sempre nella mia stanza. Quando torna dall’università si rifugia sempre tra le mie braccia. Studia nella mia camera. Dorme nel mio letto. Il suo alieno sta quasi sempre a giocare dentro la mia astronave. Ci amiamo con passione. Mio nipote non &egrave più solamente il mio amante. &egrave come se fosse mio marito. L’unica cosa che manca &egrave un figlio nostro. Con la mente rivado ai momenti di paura quando credetti che mi avesse ingravidata. Furono giorni di tensione tremendi. Poi vennero le mestruazioni. Il fatto di non aver potuto fare un figlio con lui mi dispiacque molto. Ma fu un bene. Oggi lo amo più di allora. A 51 anni innamorata di un ragazzo di 21 anni. Quando mi stringe tra le sue braccia mi sento una bambina. Quando facciamo sesso lascio che sia lui a condurre il gioco. Gli concedo il mio corpo. Può farne quello che vuole. &egrave in uno di questi momenti che gli parlo di quanto mi disse Nando e gli chiedo se &egrave ancora desideroso di prendermi insieme al fratellastro.
-Lo sai, Andrea, che non ci ho più pensato. Non perché mi sia passato il desiderio ma perché tu hai fatto passare un bel po’ di anni prima di concedermi di farti chiavare nel culo e poi perché Nando &egrave andato via e non ho avuto più occasione di parlarne con lui. Del resto quelle rare volte che viene si chiude in camera con te e ne esce solo per andare via. Mai una volta ha chiesto di Federica. Eppure le piaceva molto. Certo mi piacerebbe prenderti insieme a Nando, ma non so proprio come si possa concretizzare.
-E bravo il maialino, ecco che gli istinti di perversione riaffiorano; le maialate sono sempre ben accette. Siamo alle solite. Io per te sono solo una donna da trattare come una puttana.
Detto questo, mi metto carponi sul letto sollevo il bacino, allargo le gambe, con le mani dilato le natiche e’
-Su, vieni, sono pronta. La puttana &egrave a tua disposizione. Cosa vuoi? Il culo, la fica o la bocca.
Gino si alza. Indossa il pigiama.
-Ancora una volta mi hai fregato. Tu vuoi che io e Nando ti prendiamo contemporaneamente ed hai fatto in modo che dicessi di si. Sei tu che sei perversa. Il tuo corpo sprizza libidine da ogni poro della pelle. Sì! &egrave vero. Sei una puttana ed una troia. Ma ti amo lo stesso. Non posso stare senza di te. Questa sera andrò a stare con Michelle. Non mi cercare perché sono incazzato nero.
Apre la porta, esce e, senza voltarsi, richiude la porta alle sue spalle.
Sono contenta. Mio nipote mi ha rifiutata. Mi ama ed io lo amo. Posso mettere in atto il piano per confezionare il ‘panino’. Sono ansiosa di mangiarlo. Alla prossima visita di Nando concretizzerò il desiderio di mio nipote, di mio figlio e, soprattutto, il mio. Il pensiero di essere presa contemporaneamente dai due puledri mi eccita. Organizzerò un picnic nel boschetto. Ora ho bisogno di scaricarmi. Mi alzo. Indosso la mia nera vestaglia trasparente ed esco dalla stanza. Mi dirigo verso la stanza di Federica. Giunta che sono, apro la porta ed entro. La camera &egrave vuota. Il bagno &egrave oscurato. Mi tolgo la vestaglia. Sollevo il piumone ed entro nuda nel letto. Aspetto. Mia figlia tarda a venire. Mi addormento. &egrave notte fonda quando avverto una piacevole sensazione. Il tocco veloce e delicato della punta di una lingua che scorre lungo la mia schiena mi provoca brividi di piacere. Delle dita mi torturano i capezzoli. Senza aprire gli occhi le chiedo:
-Dove sei stata? &egrave un pezzo che ti aspetto.
-Sono stata in salotto. C’erano Ivan, la nostra prole, Janeway con i figli, Michelle, Gino, insomma tutti. Stavamo facendo uno di quei cretini giochi di società. Piuttosto a cosa devo la tua visita? &egrave trascorso molto tempo dall’ultima volta che sei stata nel mio letto. Hai forse litigato con Gino e sei venuta a chiedere conforto. Certo &egrave che hai una bella faccia tosta.
-E tu? Da quando Michelle &egrave venuta a stare in questa casa non c’&egrave una notte che non vi siete rinchiuse in camera da sole. Di tanto in tanto avete permesso ad Ivan ed a Gino di partecipare ai vostri giochi. Mai una volta sei venuta a cercarmi.
-Oh bella. Mia madre &egrave gelosa. Certamente non lo hai dimostrato. Al contrario sei stata ampiamente consolata da mio figlio che hai accolto a gambe aperte in tutte queste notti. I momenti di vuoto li hai riempiti rifugiandoti tra le braccia di Janeway e di Ivan. Non hai mai pensato che ti desideravo?
-Tu mi hai desiderato? Non ti credo.
-Eppure &egrave così. Ti comunico che Michelle ormai sa tutto di quello che in questa casa accade. Sa dei rapporti che intercorrono tra noi tutti.
-Chi glielo ha detto? Io so che &egrave a conoscenza solo di quello che succede tra tuo figlio e me.
-&egrave stato in due occasioni. La prima volta &egrave stato quando mio figlio irrompe nella stanza di Michelle mentre stiamo facendo sesso. Siamo impegnate in un apocalittico 69. La ragazza &egrave sotto di me. Ha la testa tra le mie gambe. Mi sta succhiando il clitoride in modo sublime. Il mandrillo non ha resistito. Si &egrave denudato, si &egrave avvicinato al mio didietro e, sotto gli occhi della sua ragazza, ha infilato la sua spingarda nella mia pussy e mi ha cavalcato come solo lui sa fare. Michelle non ha mostrato meraviglia né si &egrave scandalizzata. Alla fine del gioco ha detto che lo ha sempre sospettato. Non aveva mai creduto che uno che andava a letto con la nonna non andasse a letto anche con la propria madre. Per lo più trattandosi di una madre che non toglie nulla alla nonna ma che le fa una concreta concorrenza. &egrave stato un gioco raccontarle tutto. Ha voluto sapere proprio tutto. Trascuriamo, non volutamente, di dirle del mio amore per te. Da allora tuo nipote, non sempre, partecipa ai nostri incontri, Entrambe ci facciamo visitare la fregna dall’alieno che alberga tra le gambe di Gino. Come tu ben sai mio figlio ha un modo particolare di cavalcare ed &egrave difficile non impazzire dal piacere.
-Ti credo. Quando ha saputo di noi due? Hai detto che c’&egrave stata una seconda occasione.
-Sì! &egrave stato stanotte. Per la verità &egrave successo alle prime luci dell’alba. Abbiamo smesso di amarci verso le tre di notte. Ci siamo addormentate l’una nelle braccia dell’altra. Allo spuntare delle prime luci il mio corpo ha dei sussulti. Michelle sta leccando le mie tette. Due sue dita si stringono intorno ad un mio capezzolo e lo strizzano. La sua bocca si chiude sull’altro capezzolo e inizia a succhiare. Vado in estasi. La sua mano libera &egrave tra le mie gambe e mi accarezza la micina che miagola sempre di più. Raggiungo il primo orgasmo e dalla mia bocca esce il tuo nome. Ti invoco di non smettere, di continuare. La troietta non interrompe l’azione. Mi cavalca portando il bacino sulla mia testa offrendomi la sua vagina e affonda la testa tra le mie gambe. Con le labbra aggancia il glande del clitoride e mi fa uno splendido pompino. Io non le sono da meno. La mia lingua guizza in fuori, affonda fra le sue grandi labbra e la penetro. Le lecco le sue pareti vaginali. Succhio le piccole labbra pulsanti di desiderio. Succhio il clitoride che &egrave grosso e duro come la pietra. Insieme raggiungiamo più volte l’orgasmo. Alla fine esauste ci abbandoniamo su noi stesse. Ed &egrave a questo punto che Michelle mi chiede se per caso quell’Andrea che io ho invocato mentre mi sta fottendo non fossi tu. Le ho dovuto dire tutto di noi. Dal come &egrave incominciato ad oggi. Mi ha risposto che lo ha sempre saputo. Ha voluto la conferma ai suoi sospetti. Poi, con la testa appoggiata sul mio petto in modo che non potessi vederle il viso mi ha confessato che le piacerebbe avere un incontro da sola con te.
-Veramente ti ha chiesto che desidera stare con me?
-Sì! Ti dico di più: vorrebbe anche vederti mentre ti fai montare dal suo ragazzo.
-La cosa mi stizza. Ci penserò. E, dimmi, veramente mi hai invocato e mi hai incitato a non smettere.
-Sì! Ero realmente convinta che fossi tu a stare con me.
-Scusami se ti ho trascurata. Purtroppo non riesco a rinunciare a che il cazzo di Gino frughi i miei buchini. Rimediamo. Vieni, bambina mia, recuperiamo parte del tempo perduto. Ti farò rivivere il sogno che stavi facendo stamattina.
Federica si lancia tra le mie braccia. Eccola la mia bambina pronta a donare tutta se stessa alle mie carezze ed ai miei baci. Mi offre il suo statuario corpo. Ha ragione Michelle. Mia figlia &egrave una gran bella donna. Mi metto lunga distesa su di lei e do inizio alla danza. La mia bocca &egrave sulla sua bocca. Le succhio le labbra. Lei risponde succhiando le mie. La mia lingua si fa strada tra le sue succose labbra e va incontro alla sua lingua. Sono dentro la sua cavità orale. Le lecco il palato. Le nostre lingue si incontrano. Ci tocchiamo con le punte. Duelliamo. Le lingue si avviluppano e danno vita ad una danza orientale. Sono due serpenti attorcigliati tra loro. Il mio seno preme contro il suo. I suoi capezzoli sono duri come chiodi. Le mie mani scivolano sul suo corpo di velluto. Si fermano sulle sue tette e le stringono strappandole un gemito di piacere. Le sue dita pizzicano i miei capezzoli. La mia pussy miagola sempre più forte. Un prorompente orgasmo mi investe come un uragano. Grido e vengo. Anche Federica sta godendo.
-Mamma, dammela. Fammi bere alla tua fonte.
Mi sollevo e mi giro dandole la schiena. Porto il bacino sulla sua testa e offro la mia vagina alla sua bocca. Federica accosta le labbra alla figa e con la lingua lappa tutti i miei umori. Io sono con la testa fra le sue gambe e con la bocca bacio le grandi labbra. Succhio le sue pulsanti piccole labbra. Con la lingua penetro il suo orifizio vaginale e lo esploro leccandole le pareti gocciolanti di umori. Come se fosse stato dato un segnale ci avventiamo, contemporaneamente, sui nostri rispettivi clitoridi. Lo prendo con le labbra e lo titillo con la lingua. Lo succhio. Lo sento crescere ed ingrossarsi. Mi avventuro in un pompino. Mia figlia non mi &egrave da meno. All’unisono esplodiamo in un orgasmo impressionante. La figa di mia figlia &egrave un vulcano. Erutta una quantità enorme di magma che inonda, con mio sommo piacere, la mia bocca scendendo giù lungo la mia gola. Ingoio il nettare degli dei e lecco le pareti del calice che lo contiene. Appagata mi sollevo e mi distendo al suo fianco. Cerco la sua bocca e la bacio. Le travaso in bocca i suoi succhi e lei mi da i miei umori.
-Mamma, ti amo. &egrave stato bello. Non andare via stanotte. Resta con me.
La notte &egrave lunga. &egrave un bel po’ di tempo che non stringo Federica tra le mie braccia. I giochi sono carichi di libidine. Il mattino ci sorprende abbracciate. Un raggio di sole entra dalla porta finestra e illumina i nostri corpi. Brividi di freddo percorrono il mio corpo. Allungo la mano in cerca del lembo del piumone, lo afferro e copro me stessa e mia figlia. Con la mente vado ad organizzare il posto dove trascorrerò, insieme a mio figlio ed a mio nipote, il picnic e dove consumeremo il ‘panino’. &egrave mattina inoltrata quando mi sveglio. Federica non c’&egrave. Mi alzo. Vado alla finestra-balcone ed apro le tende. Il sole invade la stanza. &egrave una splendida giornata. Vado in bagno e faccio una doccia. Mi asciugo. Mi guardo allo specchio. Sì, nonostante l’età,sono una bella donna. Il mio corpo &egrave piacevole a guardarsi. Sorrido alla mia immagine riflessa nello specchio e le lancio un bacio. Indosso uno striminzito tanga. Infilo un pantalone da uomo e un pullover con una scollatura a V molto profonda ed esco nel giardino attraverso la porta finestra. Mi inoltro tra gli alberi del piccolo boschetto. Raggiungo un gazebo e controllo che tutto &egrave pronto a ricevermi insieme ai due mandrilli. Il pensiero mi fa salire a mille l’adrenalina. Ritorno verso la casa e raggiungo il garage. Mi metto alla guida della porche cabriolet 911 e parto. Direzione: montagna. Sono le tredici quando imbocco la strada che s’arrampica lungo i fianchi della montagna. Alla prima piazzola mi fermo e tolgo il maglione. Sono nuda fino alla cintola dei pantaloni. Il sole cocente insieme ad un lieve venticello si infrangono sul mio corpo. Le tette sono eccitate e i capezzoli si sono induriti. Risalgo in auto ed a velocità sostenuta mi lancio su per la strada di montagna. Il vento batte forte sul mio petto. Il sole accarezza le mie meravigliose tette. Ogni tanto con una mano lascio il volante e vado a pizzicare i miei capezzoli. La mia micina sta miagolando. Devo fare presto. Aumento, non senza correre qualche rischio, la velocità. Raggiungo un pianoro e mi inoltro in un sentiero. Quando sono sicura che nessuno mi può vedere fermo la macchina. Scendo. Sfilo i pantaloni ed il tanga. Stendo sul prato l’immancabile plaid che porto sempre in auto. Mi distendo sopra. Tiro su le gambe, le allargo al massimo. La mia vagina si mostra in modo osceno alla vista del sole. I raggi si fanno strada tra le foglie ed i rami degli alberi e colpiscono il centro della mia pussy. Una mano corre ad afferrare una tetta. L’accarezza. Le dita torturano i capezzoli. Li strizzano. L’altra mano &egrave scesa lungo il ventre ed &egrave andata a fermarsi sulla fica. Le dita si inoltrano tra le grandi labbra. Superano la barriera delle piccole labbra e penetrano nell’orifizio vaginale. Insieme ad esse &egrave tutta la mano che entra nella mia vagina. Raggiungo l’utero. Lo accarezzo. Palpo le pareti. Un primo violento orgasmo mi assale. Grido e vengo. L’altra mano abbandona le tette e va in cerca del clitoride. Lo trova. Con le dita lo artiglia. Lo strizza. Lo sega. Il clitoride cresce e si indurisce. Vorrei essere una contorsionista per prenderlo tra le labbra e succhiarlo. Nella mia mente si focalizzano, a turno,le immagini di Ivan, Patrick, Nando, Gino, il primogenito di Miriam, il ginecologo Enrico, insomma di tutti gli uomini che mi hanno cavalcato. Vedo i loro favolosi falli penetrarmi. Urla da raccapriccio escono dalla mia gola. Gli orgasmi mi assalgono uno dietro l’altro. La mia micina &egrave l’Etna in eruzione. Magma incandescente esce dalla mia spelonca. Janeway e Federica farebbero a gara per dissetarsi alla mia fonte. Perdo conoscenza. Quando incomincio di nuovo a ragionare &egrave trascorsa circa un’ora. Mi alzo. Raccolgo il plaid e raggiungo l’auto. Prendo dei tovaglioli di carta e mi pulisco. Mi rivesto. Entro in auto, metto in moto e parto. L’andatura &egrave moderata. Sul pianoro c’&egrave un branco di cavalli. Uno stallone sta montando una giovenca. La scena &egrave eccitante. Con la mente sostituisco lo stallone con mio nipote Gino e la giovenca con me stessa. La micina ha un sussulto. Andrea sei una porca. Basta! Devo tornare a casa. Giunta in città mi fermo allo chalet di Oliviero. Non c’&egrave. Chiedo al barista se posso fare una telefonata. Acconsente. Vado nel retro del bar: nell’ufficio, mi siedo sulla scrivania prendo il telefono e compongo il numero.
-Pronto? Nando, sei tu? Sono Andrea.
-Ciao, mamma, a che devo questa telefonata?
-Amore, per questo fine settimana potresti venire a casa. Ho necessità di vederti. Devo parlarti di una cosa che mi chiedesti durante uno dei nostri primi giochini.
-Non puoi anticiparmi di cosa si tratta.
-Meglio parlarne da vicino. Fai in modo di stare qualche giorno in più. Tra l’altro ho anche un forte desiderio di stringerti tra le mie braccia.
-Mamma, anch’io ti desidero. Aspettami. Venerdì sera sarò da te.
-Amore, un bacio. Ciao! Ti aspetto.
Riattacco il telefono. Il primo passo &egrave fatto. Ritorno al banco del bar. Tra i tavoli gironzola un bel ragazzo. &egrave lo stesso di quella volta con cui, insieme a Federica, Janet e Miriam, giocai nella stanza interna. Io mi limitai a dargli un bacio. Janet gli fece un pompino e Federica si fece succhiare le tette. Ormai &egrave un uomo. Mi guarda e mi sorride. Si avvicina, mi prende la mano e la bacia sul dorso.
-Signora, lei &egrave sempre una bella donna.
La mia micina ha un guizzo. Lo guardo negli occhi. In un primo momento mi resiste poi il suo sguardo si sposta sulla scollatura a V del maglione. I suoi occhi sono carichi di cupidigia. Mi sta spogliando con la mente. Abbasso lo sguardo sui suoi pantaloni e noto un gonfiore. Se i miei ricordi non mi tradiscono &egrave un bel pene quello che si nasconde dietro la stoffa dei pantaloni. La libidine si sta facendo strada. Lo devo avere.
-Hai un posto dove poter stare senza che nessuno ci disturbi.
-C’&egrave l’ufficio del sig. Oliviero. In questo momento &egrave fuori e non tornerà che domani mattina.
Lo prendo per la mano e lo guido verso l’ufficio. Apro la porta, entriamo, richiudo a chiave. Mi giro verso di lui.
-Prendimi. Ma non venirmi dentro. Avvisami quando stai per venire.
Senza por tempo si spoglia in un baleno. &egrave completamente nudo. Lo guardo. Ha un bel fisico e in modo particolare ha un bel cazzo. Sarà lungo un 18 cm ed &egrave bello doppio. Si avvicina e mi sfila il maglione. Le mie tette gli balzano sotto gli occhi. Alza le mani e le afferra. Le stringe. Abbassa la testa e con la bocca aggancia un capezzolo. Lo lecca. Lo succhia. Sono già fradicia. Sento colare i liquidi lungo le mie gambe. Si porta alle mie spalle. Le sue mani sono sull’apertura dei miei pantaloni. Fa scorrere la zip e li sfila insieme al minuscolo tanga. Lui segue, abbassandosi sulle gambe, lo scorrere dei pantaloni e si ferma quando il suo viso &egrave all’altezza della fenditura che divide le mie natiche. Avverto la sua bocca che bacia le rotondità del mio culo. Lo lecca. Mi piego in avanti e poggio le mani sul bordo della scrivania. Allargo le gambe. In questo modo gli offro la visione della mia vagina gocciolante di piacere ed il buchetto del mio culo. E’ un invito. Non se lo fa ripetere. Affonda la testa fra le mie natiche e va a baciare il buchetto del culo. Emetto un guaito. La sua lingua guizza sul mio sfintere. Lo lecca. La punta &egrave sul buco del culo. Lo penetra. Stringo i muscoli anali intorno a quel pezzettino di carne che mi sta violando il culo. Il mio corpo &egrave preda di forti scosse. Lancio un urlo che &egrave un nitrito. Godo. La mia pussy &egrave una fontana. Rivoli di sperma escono dalla mia vagina. L’uomo sposta la sua attenzione sulla fica. Lappa e beve tutto quello che sta sgorgando dalla mia sorgente. Afferra il clitoride, che &egrave ormai duro come l’acciaio, con le labbra e lo succhia. Altri orgasmi si aggiungono a quelli già avuti. Si alza. Avvicina il suo fallo al buco del culo. Strofina il glande intorno allo sfintere. Un intenso piacere mi invade. Poi sento che si avvicina alla vagina. Si abbandona sulla mia schiena. Mi circonda con le braccia e posa le mani sulle mie tette. Si ancora. Un colpo. Uno solo e affonda completamente in me. Si ferma. Non un movimento lo scuote. Sento la durezza del suo pene dentro il mio ventre. Il glande &egrave contro il mio utero. I muscoli vaginali lo circondano e lo strizzano. Le sue dita stringono i miei capezzoli. Li strizzano. Li torcono. Nella mia testa vi &egrave una sfolgorante esplosione di fuochi artificiali. Gli orgasmi non hanno termine.
-Sìììì! Sto impazzendo. Dimentica quello che ho detto prima. Se vuoi vienimi dentro. Scarica pure il tuo seme dentro il mio ventre. Innaffiami. Riempimi.
Da inizio alla danza. Lentamente si ritrae per poi riaffondare in un sol colpo. Porto una mano tra le gambe e con le dita artiglio il clitoride. Lo strizzo e lo sego. I colpi che mena nella mia fregna rimbombano nel mio cervello. Il suo &egrave un galoppo accurato. Non sfibra la giumenta che &egrave sotto di lui. Al contrario lascia che ella raggiunga il massimo del piacere. Ed &egrave così. Gli vado incontro spingendo il mio bacino contro il suo ventre. Lui aumenta il ritmo. Non riesce più a controllarsi. Un grugnito gli esce dalla bocca.
-Sto godendo. Vengo.
-Sì! Vieni. Godi dentro di me.
Godo insieme a lui.
Sento fiotti di sperma inondarmi la vagina. E’ un fiume in piena. Il mio e suo liquido si fondono. Diventano uno. Si alza e si lascia scivolare sul pavimento. Con un movimento veloce porto la mia vulva sulla sua bocca.
-Su, bevi. Dissetati.
Lui accoglie l’invito ed incolla la sua bocca sulla mia vagina che prontamente erutta una gran quantità di nettare che va a riversarsi nella sua gola. Quando sono sicura che ha svolto bene il compito di pulizia, mi alzo, mi rivesto e prima di lasciarlo, disteso sul pavimento e con il pene ormai floscio, gli do un bacio e gli sussurro che sarei ritornata a trovarlo. Apro la porta ed esco. Mi metto alla guida della porche e con andatura moderata faccio ritorno a casa. Sì! Ho trascorso una bella giornata. E di questo devo essere grata ai miei due porcellini: Nando, mio figlio e Gino, mio nipote.
Ora tocca a loro farmi divertire. Il venerdì arriva. &egrave pomeriggio inoltrato quando in casa fa la sua apparizione mio figlio Nando. Sono nel salone seduta sulla poltrona. Sto leggendo un libro di fantascienza. Non l’ho sentito arrivare. &egrave entrato da una delle porte che danno sul giardino. Si porta alle mie spalle, si china e mi da un bacio sul collo.
-Andrea. Ciao. Che splendido panorama che mi stai offrendo. Sei sempre più bella e desiderabile. Posso?
Allunga le mani e le infila nell’ampia scollatura della maglietta che indosso. Afferra le mammelle e le stringe. Con le dita mi pizzica i capezzoli che subito si rizzano e si induriscono. Un debole gemito mi esce dalla labbra.
-Nando. Finalmente sei arrivato. Ti sto aspettando da diversi giorni.
Le sue mani continuano a palparmi le tette. La sua bocca continua a baciarmi il collo.
-Io, invece, ti sto sognando da un bel po’ di tempo. Cosa ti ha spinto a chiamarmi?
-Se smetti di giocare con il mio seno forse riuscirò a parlare e ti dirò il perché di questa chiamata.
-Hai un seno sempre stupendo. &egrave impossibile pensare di non palparlo. Sai, forse ho capito. L’ho intuito quando, al telefono, mi hai detto che si tratta di quello che ti dissi un giorno che stavamo a letto in camera tua. In quello che mi vuoi dire ha un suo ruolo anche Gino?
-Sì!
-Chiamalo? Sono anni che aspetto questo momento. Facciamolo qui. Subito. Non voglio aspettare.
-No! Aspetta. Ti chiedo ancora un po’ di pazienza. Vai ad aspettarmi nel gazebo tra gli alberi. Ti raggiungerò con Gino. Voglio farlo all’aperto.
Lascia le tette. mi da un bacio sulle labbra ed esce dal salone e si avvia verso gli alberi. Mi alzo e vado nella mia camera dove sono sicura di trovare mio nipote. Infatti Gino e disteso sul letto. &egrave a torso nudo e sta leggendo un libro. Mi avvicino. Mi siedo sul bordo. Mi chino verso la sua bocca e gli do un bacio sulle labbra.
-Amore. Nando &egrave qui. Ci aspetta nel gazebo.
In un lampo si alza e, prendendomi una mano, si lascia guidare verso l’uscita che da sul giardino. Ci incamminiamo verso gli alberi.
-Nonna, oggi &egrave, per me ed il mio fratellastro, un grande giorno. Sta per concretizzarsi un altro sogno.
-Gino. &egrave anche il mio desiderio che viene esaudito. Oggi, due splendidi puledri mi cavalcheranno. Dovranno farmi galoppare fino a sfiancarmi.
Raggiungiamo gli alberi e ci addentriamo. Il rumore di un ramo spezzato mi fa girare la testa. Vedo mia figlia Federica che ci sta seguendo. Sorrido. Siamo in vista del gazebo. Vedo, seduto sul tavolo, Nando che &egrave già nudo. Non vuole perdere tempo. Lascio la mano di mio nipote e raggiungo mio figlio. Lo abbraccio e lo bacio. Le sue labbra si schiudono. &egrave un invito che prontamente accetto. La mia lingua entra nella sua bocca e incontra la sua lingua. Un duello ha inizio. Una mia mano scende lungo il suo corpo e raggiunge il centro delle sue gambe. Afferro il cazzo di Nando e gli faccio un su e giù. Gino sta dietro le mie spalle. Sento il suo corpo spingere contro la mia schiena. Mi sfila la maglietta e mi slaccia il reggiseno. Le mie tette sono premute contro il torace di Nando. I capezzoli si induriscono. Diventano puro acciaio. Nando si stacca dalla mia bocca, abbassa la testa e con le labbra aggancia un capezzolo. Lo stringe. Lo lecca. Succhia. L’altra sua mano &egrave sull’altra tetta. Con le dita mi tortura il capezzolo. Gino prosegue la mia vestizione. In un unico movimento mi abbassa pantaloni e mutandine. Sfila i due indumenti e li lancia sul prato. Si rialza. Si abbassa sulla mia schiena e fa scorrere la lingua lungo la mia spina dorsale. Brividi di piacere percorrono il mio corpo. La libidine sta montando. L’alieno che alberga fra le gambe di mio nipote &egrave tra le mie natiche. &egrave duro e grosso. Apro gli occhi e dalla spalla di Nando vedo, appoggiata ad un albero, quasi nascosta alla nostra vista, mia figlia Federica che ci sta guardando. &egrave nuda e si sta accarezzando tra le gambe. Quella visione aumenta la mia eccitazione. Gino ha raggiunto l’inizio del solco che separa le natiche. Con le mani le dilata mettendo così in esposizione il buchetto del culo circondato dalle zigrinature marroni dello sfintere. Mio nipote affonda la testa fra le mie chiappe e bacia il buchetto. Lo accarezza con la lingua. Il sangue affluisce copioso. Sento le pulsazioni aumentare. Il muscolo anale ha forti contrazioni. La mia pussy sta diluviando. Un orgasmo sta montando. Grido. Vengo. Nando si stende sul tavolo. A mia volta monto sul tavolo e lo cavalco. Con la mano prendo il fallo e lo accompagno all’entrata della vagina. Mi lascio cadere su quel splendido arnese che scivola dentro la fica per tutta la sua lunghezza. Il glande urta contro l’utero. Non ho il tempo di mettere a fuoco quello che sto facendo che una forte pressione &egrave esercitata contro il buchetto del culo. E’ Gino che mi sta sodomizzando. Al secondo tentativo avverto che mi sta penetrando. L’alieno di mio nipote si sta facendo strada lentamente lungo il mio condotto anale. &egrave tutto dentro. I 22 cm alieni sono dentro il mio culo. Finalmente. Due meravigliosi e splendenti falli mi stanno frugando: uno la pussy e l’altro il culo. Appartengono uno a mio figlio e l’altro a mio nipote.
-Mamma!
-Nonna!
-Bambini miei!
La danza ha inizio. I loro movimenti sono armoniosi. Quando uno entra l’altro esce. Sento i loro cazzi incontrarsi dentro di me. Sono due bravi bambini. Sono dolci. Non mi fanno male. Sbuffo, nitrisco, guaisco, barrisco. Grido e vengo in continuazione. Gli orgasmi mi assalgono in modo violento. Perdo conoscenza. Non li vedo più. La mia mente vaga nello spazio. Li sento ansimare. Due lunghi grugniti mi avvertono che stanno per esplodere. Sento i potenti gettiti di sperma di mio nipote invadere il mio culo e caldi fiotti di liquido seminale di mio figlio riempire la mia vagina. Sono sfibrata ma non ancora appagata. Ci sciogliamo dall’abbraccio.
-Andrea ora tocca a me chiavarti nel culo.
-Nando. Tua madre ha programmato questo incontro con noi due da diverso tempo. Lei vuole che la riempiamo tutti i suoi buchi e smetterà solo quando cadremo sfiniti ai suoi piedi.
Quanta verità c’&egrave in quello che dice Gino. L’uno e l’altro si alternano. Quando Nando mi chiava il culo, Gino mi chiava la vagina e viceversa. Ogni volta che mi sodomizzano indossano il preservativo. La giostra continua fino a sera. Al tramonto rientriamo, seguiti a distanza da Federica, in casa dove continuano, in camera mia, ad esplorare il mio corpo. Dio, come li amo. &egrave domenica pomeriggio quando fa il suo ingresso nella stanza mia figlia. Io sto seduta sul letto ad ammirare gli splendidi corpi dei miei due meravigliosi amanti. Vedendo i loro peni penzolare, afflosciati, tra le loro gambe un sorriso affiora sul mio viso. La loro superbia &egrave stata abbattuta. Ci sono voluti un pomeriggio, due notti e quasi un giorno per metterli fuori combattimento. Io ho la fica ed il culo in fiamme. Dovranno passare molti giorni prima che un cazzo visiti ancora il mio culo.
-Siete ancora vivi?
-Sorellina, mia madre &egrave un vulcano. Quando si sveglia diventa una forza distruttrice. Niente le resiste.
-Ragazzi, questa &egrave la ragione per cui l’amo. Lei, quando ama, donna tutta se stessa.
Si! &egrave vero. Federica mi conosce bene. Tutti quelli che hanno giaciuto con me, donne e uomini, hanno raggiunto le sublimi vette del piacere. Ed io con loro.

P.S. Questo &egrave un racconto di fantasia. Ogni riferimento a persone viventi o decedute &egrave puramente casuale.
Potete scrivermi. Una raccomandazione: non siate volgari.

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