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Racconti erotici sull'Incesto

Il peccato di una madre..

By 18 Agosto 2007Dicembre 16th, 2019No Comments

Son passati alcuni mesi,dove ho celato a me stessa ed agli altri un segreto peccaminoso.Soffocata dal peso della vergogna oggi racconterò un fatto davvero immorale avvenuto nella mia famiglia ,che mi ha vista protagonista e che tutto’ora mi macchia di un profondo scandalo..

Mi chiamo Monica e sono una donna di 43 anni ;ho un lavoro come impiegata presso un ufficio statale; un lavoro che negli anni mi ha spinta in una routine insopportabile,che a poco poco mi ha fatta cadere in una forte crisi depressiva.A peggiorare il tutto anche la separazione da mio marito, dopo un lungo periodo di inutili tira e molla per cercare di mantenere in piedi il nostro matrimonio.
Dopo 19 anni di matrimonio mi son ritrovata ad affrontare la mia vita contando solo sulle mie forze;con il mio stipendio dovevo far fronte a tutte le spese di casa,per la benzina dell’auto e soprattutto per pagare gli studi a Roberto,il mio unico figlio.
Roberto &egrave un figlio educato,bello e gentile, che ha sempre fatto il possibile per raggiungere i suoi obbiettivi;studiava moltissimo con ottimo profitto e dedicava il suo tempo libero al nuoto,sua grande passione,frequentando una piscina nelle ore serali…
Negli ultimi periodi tornavo a casa priva di energie,stanca,trascinandomi a forza sul divano
per ricadere in un sonno spossato.Non cucinavo nemmeno piu un piatto di pasta a Roberto che rincasava da nuoto sempre dopo le h 22.00 .Mi svegliavo a notte inoltrata,mi struccavo e mi infilavo nel letto per ultimare le poche ore di sonno rimaste prima del suono della sveglia.
Roberto cercava in tutti i modi di aiutarmi a venir fuori da quel periodo angoscioso,mi parlava,mi invitava ad uscire per mangiare insieme un gelato,ma io rifiutavo sempre, accovacciata sul divano immersa nei miei pensieri.Nemmeno il giorno del suo diciannovesimo compleanno mi sono forzata ad uscire in sua compagnia. Ci rimase male ma non disse nulla.
Era un giovedi sera,e tornando trovai un suo biglietto sul tavolo dove mi avvertiva che sarebbe rincasato un po piu tardi del solito;raggiungeva dei compagni di scuola al pub per festeggiare. Gettai il bigliettino sulla moquette e sprofondai sul divano,ancora con addosso il tailleur da ufficio.Scoppiai in lacrime,mi sentivo sola,insoddisfatta..presi una bottiglia di liquore nella vetrinetta del soggiorno e tracannai una lunga boccata.Non ero solita bere,se non un bicchiere di vino nelle festività.Cosi a stomaco vuoto avvertii un senso di vertigine e poco dopo crollai in un sonno pesante.
Avvolta da un silenzio ovattato,mi risvegliai con la testa che mi faceva male.A fatica mi rialzai in piedi ondeggiando sulle gambe rese instabili dall’alcool che avevo nello stomaco;la bottiglia giaceva per terra completamente vuota.La radiosveglia indicava le h 02.37
Non avevo sentito rincasare Roberto cosi mi diressi verso la porta di camera sua,in fondo al corridoio camminando a piedi nudi sulla moquette grigia.Appoggiai la mano sulla maniglia e spinsi la porta..nell’oscurità della camera ,rotta solo dalla luce azzurra dell’acquario vicino alla parete,distinsi la sagoma di mio figlio disteso sul letto.Nel silenzio,il suo respiro pesante
lo avvolgeva in un sonno profondo.Mi avvicinai al letto e i miei occhi ora focalizzavano la sua immagine,distesa sul letto..Roberto era completamente nudo,con un braccio sotto al guanciale,il corpo scolpito ben disteso,le gambe allungate sul materasso.Osservai la sua espressione dolce,gli occhi chiusi,le labbra morbide leggermente socchiuse.La carnagione lucida,i pettorali coperti da una leggera peluria castana,gli addominali scolpiti..e quel membro..quel suo membro duro,possente,che si ereggeva tra le sue cosce.Avvertii un forte senso di calore nella mia vagina che mi intontii piu dell’alcool che avevo in corpo.
Mi avvicinai al suo corpo,spinta da un’attrazione fortissima,malsana..senza quasi rendermene conto afferrai il cazzo di Roberto e ne sentii la durezza ed il calore.Mi piegai con il volto su di lui e mi feci scivolare in bocca la sua grossa cappella.La mia lingua avvertii l’acre sapore del sesso..quel sapore che da troppo tempo ormai non avevo piu gustato.Lasciai scivolare il suo cazzo dentro la mia gola,nella sua lunghezza, e lo spessore della circonferenza mi ostruiva,soffocandomi.Lasciai affondare le mie labbra fino ai suoi coglioni gonfi e duri coperti da un virile pelo ruvido che si arricciava nella regione pubica.Roberto aprì gli occhi,e i nostri sguardi si incrociarono..lui stupìto ma silente,io con gli occhi persi nel vizio,con ancora il suo membro in bocca..lasciai fuoriuscire il suo lungo cazzo fradicio di saliva che scattò sul suo ventre,con la cappella che superava l’ombelico.Non parlai,non potevo dire nulla.Stavo commettendo un atto ignobile,sconcio,una violenza della natura che mi rendeva la piu laida delle puttane esistenti sulla terra.Ma non seppi fermarmi e affondai nuovamente la faccia nelle cosce di mio figlio,per leccare e possedere quel suo enorme cazzo,sentire il crudo sapore di carne sulla mia lingua.Pompai per interminabili minuti il suo membro facendolo entrare ed uscire dalla mia bocca.Roberto chiuse gli occhi,ansimando.Il suo respiro era affannato e spesso sussultava sul letto,contratto dal piacere..”Si mamma..sii,prenditi tutto il mio cazzo..non sentirti piu sola..se questo ti rende felice continua..il mio corpo sarà sempre a tua disposizione..ti amo mamma”
E mentre due lacrime di commozione scendevano sulle mie guance,venni investita in pieno volto da un caldo fiotto di sperma,che copiosamente mi imbrattò le guancie,i capelli ed in parte mi sgorgò in bocca,cremoso e denso,con quel suo caratteristico e forte sapore..Roberto gemette ed io in quell’istante sentii la fica infradiciarsi indecentemente.Crollammo,lui con la testa riversa sul cuscino ed io con il volto tra le sue gambe,aspirando il profumo del suo uccello madido di saliva,solleticata dal suo folto pelo intimo inzuppato di crema biancastra .
Al mattino mi alzai,stordita,dal suono della sveglia.Mi sciacquai il viso togliendo i residui biancastri di sperma sulle guancie.Sul tavolo in cucina,una bella rosa rossa dentro ad un piccolo vaso a mò di centrotavola ed un bigliettino di Roby con scritto “Ti amo mamma…” Erano passate tre settimane da quella notte,e tutto sembrava aver trovato un giusto equilibrio;andavo al lavoro con un umore più sollevato e la sera tornavo a casa meno stanca; mi mettevo ai fornelli e preparavo cena per Roberto che tornava dalla piscina..tra di noi non sembrava cambiato nulla.Lui era sempre gentile,allegro..mi parlava delle lezioni tenute a scuola ed io parlavo della mia giornata dietro la scrivania.Ma per pudore,o vergogna n&egrave io n&egrave lui accennammo a quella notte incestuosa che ci unì in una torbida passione.
Chissà cosa mi era saltato in mente,io,una madre,una donna che non aveva mai trasgredito nemmeno con il proprio marito in diciannove anni di relazione.Il sesso era sempre stato vissuto come un dovere coniugale e nulla piu.Ma ecco che di nuovo stavo per essere investita da quel raptus di follia peccaminosa.
Quella sera ero rincasata dall’ufficio un pò piu tardi del solito perch&egrave al mio capo era venuta la brillante idea di far funzionare una macchinetta del caff&egrave inutilizzata da almeno un secolo;così dovetti stare dietro a lui per più di un’ora dopo l’orario di lavoro.Quando rincasai trovai la luce della cucina accesa e sul tavolo una lattina di Coca Cola e mezzo panino sbriciolato; la borsa del nuoto di Roberto in mezzo al corridoio.Dal bagno si sentiva lo scroscio dell’acqua della doccia.Roby era tornato a casa e come al solito si faceva una doccia per togliersi il cloro da dosso.La porta del bagno che di solito chiudeva,era spalancata.Mi sfilai le scarpe con il mezzo tacco e le lasciai cadere vicino alla piccola scarpiera.Mi passai una mano tra i capelli,scostando i ricci castani dalle spalle e mi diressi verso il bagno,sporgendomi dallo stipite con la testa.Il vapore dell’acqua calda riempiva il piccolo bagno piastrellato di rosa e
mi soffermai a guardare dai vetri appannati del box doccia mio figlio voltato di schiena che si insaponava il corpo con il bagnoschiuma..la sua pelle spiccava ,tra la lastra di vetro satinato,di un colorito deciso e lucido..le spalle larghe e le braccia muscolose con le mani intente a cospargere sapone sulle cosce tornite.Le dita sfioravano il suo splendido fisico e rivoli di bianca schiuma ornavano i suoi glutei marmorei e tondi.Roberto non si era accorto della mia presenza.Meccanicamente mi ero appoggiata una mano sul ventre e dalla stoffa dei pantaloni massaggiavo le labbra della mia vagina che era bagnata e calda d’innanzi alle nudità del mio Roby.Nella testa riemerse chiaro il ricordo di quei gesti osceni compiuti con lui.
D’un tratto Roberto si voltò e mi vide.Rimase per una frazione di secondo immobile.Poi con gesti calmi e misurati afferrò l’anta scorrevole del box doccia e lo aprì.Mi guardò negli occhi,e per un istante ci fissammo,muti in un complice silenzio rotto solo dall’acqua che continuava a piovere giù dal soffione.Mi sorrise con gentilezza,senza un minimo sbavo di presunzione o di vizio.Io mi avvicinai di poco e il mio sguardo scese sul suo corpo,lentamente dai suoi pettorali perfetti al ventre,fino a soffermarsi come sotto ipnosi al suo uccello che pendeva tra le sue cosce,lungo e venoso in mezzo alla fitta peluria scura.Senza coscienza,mi sfilai i pantaloni bianchi e rimasi con le mutandine ed il sottogiacca di raso nero.Roberto distese una mano davanti a me e mi invitò ad entrare nella piattaforma di ceramica bianca del box.Fui investita dallo scroscio dell’acqua tiepida che mi inzuppò i capelli.Roberto scostò la spallina destra del top fino a farmi fuoriuscire un seno.Lo circondò con la mano e si chinò sul capezzolo con la bocca,leccandolo fino a farlo inturgidire.
Gettai indietro la testa con la bocca socchiusa dal piacere:il mascara mi colò sulla faccia rigandomi le guance di nero sotto l’acqua corrente.Sentivo il corpo di mio figlio aderire al mio e la sua bocca nutrirsi del mio seno.Allungai una mano verso il ventre di Roby e mi aggrappai al suo cazzo che ora,indurito al massimo dell’eccitazione,pulsava vivo tra le mie dita.
Roby mi accarezzò la nuca e avvicinò la sua bocca alla mia.Le nostre labbra si intrecciarono in un bacio appassionato e la sua lingua frugava nella mia bocca impunemente alla ricerca della mia.Il suo membro pressava contro il cotone delle mie mutandine immondamente fradicie di acqua e di umori vaginali.”Mamma ti voglio..ORA!” Con le dita scostai un lembo dello slippino liberando lo spacco della mia fica e con un colpo deciso e possente Roberto mi penetrò.
Il grosso cazzo di mio figlio stava dilatandomi la vulva,allargando le grandi labbra intorno a
quel pezzo di carne venosa e dura che profanava la mia intimità.Appoggiata con la schiena
al muro piastrellato,mi aggrappai alle spalle di mio figlio e con una gamba avvolsi il suo corpo,mentre lui continuava a scoparmi con movimenti ritmici decisi.Mentre il suo cazzo entrava ed usciva dalla mia fica,Roberto mi leccava le tette che sussultavano ad ogni colpo pelvico.Dentro il mio stomaco un fuoco emozionale prese possesso di tutto il mio corpo e venni pervasa da un brivido fortissimo..stavo raggiungendo l’orgasmo…si..stavo per godere..gemetti e mi strinsi al collo di Roby che anche lui,si irrigidì completamente fino ad esplodermi dentro copiosamente..lui urlò,come un animale in calore,mentre dalla mia fica colava il suo sperma cremoso lungo le nostre gambe,depositandosi in gran quantità sulla ceramica della doccia..Godemmo insieme come due amanti eccezionali ed appassionati.
Cauto,Roberto uscì dalla doccia,sempre in silenzio.Io rimasi inginocchiata nella doccia,con il viso stravolto dal piacere e macchiato di trucco colato; il top arrotolato in vita ,e i piedi nella piattaforma piena di acqua e fiotti di sborra che ostruivano lo scarico d’acciaio… Quella notte quasi non dormii..sentivo dentro di me il peso di un gesto così ignobile,ingiustificabile ma maledettamente eccitante..Ero arrivata a 43 anni di vita regolare,senza eccessi per riscoprirmi in una veste di donna promiscua capace di arrivare al punto di desiderare il sesso di suo figlio,sangue del mio stesso sangue. Al mattino rimasi stupita della decisione di Roberto che mi comunicò a sguardo basso che sarebbe andato a passare una breve vacanza a casa di mia sorella Clara che abitava sul lago di Como,prendendosi qualche giorno di pausa da scuola.Ovviamente non obbiettai..forse anche lui voleva smaltire quel segreto così torbido ed indecente che ci legava.
Passarono quindici giorni nei quali cercai di ricostruire la mia vita personale,ricontattai un paio di amiche di vecchia data e le incontrai per un aperitivo nel centro della città.Constatai che anche il destino delle mie amiche era stato poco generoso, in quanto a soddisfazioni personali;erano donne operaie,casalinghe anch’esse inghiottite nel vortice della routine familiare ,fatta di problemi economici e noie coniugali.
Al lavoro le mie giornate scorrevano sempre come di consueto e nella mia testa,quei pensieri proibiti sembravano aver trovato posto in un cassetto in fondo al mio cervello.Non dovevo più pensare a certe cose,me lo ero giurata persino in chiesa,dove ero entrata ad accendere un cero.Sentii Clara,mia sorella al telefono e lei, sempre allegra, mi disse che Roberto si stava rilassando dagli studi e che andava spesso a pescare sulle rive del lago.Insomma,capii che anche lui sembrava tranquillo,sereno e mi misi il cuore in pace.
Arrivò il giorno in cui Roberto tornò a casa;andai a prenderlo alla stazione dei treni. Mi venne incontro sorridente,ancora più bello con quella abbronzatura dorata sulla pelle.Indossava una t-shirt di cotone rossa ed un paio di jean a pinocchietto che esaltavano la muscolatura delle sue gambe.Mi salutò con un bacio sulla guancia ed andammo a prendere un caff&egrave nel bar della stazione.Mi disse che la zia Clara era ingrassata ma cucinava sempre dei piatti succulenti e mi raccontò di quanto tempo era stato dietro alla pesca senza riuscire a pescare nulla di commestibile! Tornammo a casa e cenammo con un’ insalata e un pò di formaggio,dopodich&egrave Roby andò in camera a sistemare le sue cose.Dopo aver lavato i piatti guardai un pò di televisione stesa sul divano del soggiorno.Dopodich&egrave anch’io andai nella mia camera da letto.Indossai la camiciola di seta bianca e le culotte di pizzo e mi addormentai.
Sognai,non ricordo cosa; un sogno confuso pieno di gente e di situazioni che si affollavano tutte insieme.Mi alzai agitata nel cuore della notte,avevo la gola secca,dovevo bere un bicchiere di acqua.Così mi alzai e andai in cucina e con sorpresa trovai Roberto che rovistava nel frigorifero alla ricerca di qualcosa per soddisfare un “languore notturno”..La luce bianca del frigorifero accarezzava il suo corpo abbronzato.Indossava solo un paio di spiritosi boxer gialli.
“Non dormi neanche tu?” mi disse “No ho sete,tutto qui” risposi, tenendo lo sguardo fisso sui suoi piedi nudi,lunghi con le unghie ben curate.Mi avvicinai al frigorifero aperto e presi la bottiglia di acqua.Chinandomi, diedi un’occhiata furtiva ai boxer di mio figlio,alla stoffa elasticizzata che aderiva al pene delineandolo nella sua forma voluminosa e compatta.
“Belli vero,me li ha regalati zia Clara!” mi disse.Ebbi un sussulto e rovesciai un rigolo di acqua fuori dalla bocca,che andò a finire sulla camiciola da notte,bagnandola. Roberto mi guardò,e i suoi occhi erano persi,vuoti..Indietreggiai un poco fino al tavolo.Roby mi sollevò nelle sue braccia muscolose e mi appoggiò al bordo della tavola da pranzo.Io sussurrai un “Noo” a mezza voce ma non ebbi forze per oppormi.Roberto chinò la testa in mezzo alle mie cosce e con la mano mi sfilò le culotte di pizzo che scivolarono sul pavimento illuminato dalla luce del frigorifero ancora aperto.Strinsi le labbra,per soffocare un rantolo di piacere mentre sentivo la lingua umida e calda di Roby che si muoveva dentro lo spacco della mia vagina.Strinsi tra le mani la nuca di mio figlio che continuava a leccarmi la fica con movimenti circolari e calmi.I muscoli vaginali si contrassero e sentii l’apertura dilatarsi al contatto di quella lingua perversa e allo stesso tempo dolce.Mi infilò dentro un dito mentre titillava il clitoride con la punta della lingua.Non mi trattenni e cominciai ad ansimare. Le dita di mio figlio erano fradicie dei miei succhi vaginali e la sua bocca carnosa era bagnata dagli umori appiccicosi della mia passera.Mi sentivo una troia,una sporca e lurida troia.Per un attimo abbassai lo sguardo ed incrociai gli occhi color nocciola di Roby;brillavano e la sua espressione era quella di un bambino goloso di marmellata.
Non mi ero ancora accorta che, con l’altra mano ,Roberto si stava masturbando; intravidi la grossa cappella violacea che si gonfiava sotto ad ogni colpo di mano..Nell’oscurità delle mie viscere ecco di nuovo quella sensazione di calore insopportabile e sconvolgente che stava dilagando nello stomaco,negli arti,nel mio cervello.”Stò godendo sii” e mi sdraiai con la schiena sul tavolo mentre il mio corpo fremeva e sussultava come sotto una scarica elettrica.Espirai tutta l’aria che avevo in corpo in un lungo sospiro mentre Roberto,rialzatosi da terra continuò a masturbarsi freneticamente con la mano;sollevai la testa giusto al momento in cui il suo cazzone spruzzò un lunghissimo getto di sperma che mi imbrattò il ventre,schizzandomi bianche gocce cremose sui seni fuoriusciti dalla camiciola da notte.Con un gemito liberatorio ,finì di sgorgare sborra sul folto pelo della mia fica.Si asciugò la fronte con la mano ed andò in bagno sotto la doccia.Rimasi sul tavolo a guardare il soffitto;avevo la testa vuota,in quel momento non mi interessava più niente.Non mi sentivo colpevole;io amavo Roberto,come figlio,come uomo,come amante. Quella mattina lavorai malissimo in ufficio.Le mie colleghe mi parlavano ed io non prestavo attenzione,sbagliai a mandare dei fax e mi persi un fascicolo di bilanci che il capo mi aveva dato da archiviare.Mi sentivo iperattiva,nervosa.Fumai una sigaretta dietro l’altra.Così alzai il ricevitore del telefono e chiamai Rosanna,una delle amiche con le quali ero uscita giorni addietro per l’aperitivo in centro.Organizzai quella sera stessa un’uscita con lei a cena.Avevo bisogno di distrarmi un pò,di poter parlare con una donna amica.Rincasai e cominciai a prepararmi.Dall’armadio presi un bel vestito che non indossavo piu da tempo,un pò più corto delle gonne che portavo abitualmente in ufficio; era aderente,sexy ma non volgare.Prima di rincasare mi ero fermata in un bel negozio di scarpe vicino all’ufficio ed avevo comprato un paio di sandali neri,con il tacco alto che avevo adocchiato da tempo.Mi truccai un poco gli occhi e stesi un bel rossetto rosso geraneo sulle labbra.Spazzolai i capelli ricci fino a renderli voluminosi e soffici e li fissai con un velo di lacca.Proprio mentre stavo mettendo i documenti nella borsetta da sera,rincasò Roberto tutto nervoso,sbattendo la porta. “Che succede?” chiesi..Roby andò in camera sua,buttò la borsa da nuoto sul letto e dalla camera mi rispose “Non ho passato un compito in classe,cazzo..”.Mi stupii un poco in quanto Roby non aveva mai commesso errori a scuola n&egrave tantomeno aveva mai preso un voto basso.”Dai,non prendertela,capita!” e mi avvicinai alla sua stanza.”Stasera esco,ti ho lasciato l’arrosto da scaldare nel forno”.Roby si voltò dalla sua scrivania,mi osservò da capo a piedi,con il volto corrucciato in un’espressione infastidita.”Dove vai?” chiese.”Esco con un’amica a cena e poi andiamo a bere qualcosa,non faccio tardi”.Quel suo sguardo cupo mi creò soggezione; mi sentivo in obbligo di giustificarmi con Roberto come se stessi parlando con mio marito.”Beh..vado..ciao” uscii dalla stanza e mio figlio non ricambiò il saluto.
Quante risate a tavola con Rosanna. Mi aveva portata in un bel ristorante situato in mezzo ad un grande parco,non ci ero mai stata.Le pietanze servite erano davvero gustose e ben cucinate ed i piatti di cacciagione erano accompagnati da calici di vino rosso davvero gradevole,forte,ma adeguato a quei sapori decisi. Ci serviva un simpatico cameriere sulla quarantina,un moraccione simpatico che ci sorrideva ad ogni portata e ,ogni tanto,buttava l’occhio nelle nostre scollature.A fine pasto dividemmo il conto ed andammo in un pub nel centro della città;il locale brulicava di giovani rampolli e da belle ragazze agghindate con minigonne mozzafiato e top microscopici.Rosanna mi raccontò della sua relazione extraconiugale con il suo insegnante di Pilates e di come ormai era logoro il rapporto con Emilio,suo marito,un colto medico che avevo avuto modo di conoscere anni addietro.Io non raccontai nulla,come potevo.Con quale sfacciatagine avrei potuto dire ad un’amica che avevo rapporti sessuali con mio figlio diciannovenne.Come avrebbe potuto reagire Rosanna;sicuramente sarebbe inorridita d’innanzi ad una deviazione sessuale del genere.Mi rattristai un poco ma celai il mio stato d’animo dietro ad un sorriso di circostanza.
Il vino a tavola e i tre cocktail alcolici bevuti al pub mi diedero pesantemente alla testa.Camminavo a fatica sui tacchi per me troppo alti.Il timer sul cruscotto dell’auto di Rosanna segnava le h 1.45..”Com’&egrave tardi!” esclamai..così Rosanna con guida sicura,sfrecciò verso casa mia.Ci salutammo abbracciandoci e ci promettemmo di replicare quanto prima un’altra uscita insieme.A fatica infilai le chiavi nel portone d’ingresso,entrai nell’ascensore e mi guardai nello specchio affisso; avevo lo sguardo lucido,l’alcool..ma ero carina,così truccata.Potevo ritenermi una donna piacente.Arrivata al piano,aprii la porta di casa ed entrai.Non accesi la luce per non svegliare Roberto.Inciampai sulla moquette con il tacco a spillo e quasi mi slogai la caviglia.Con il piede dolorante mi sedetti ai bordi del mio letto..”Dove sei stata?”..mi spaventai.Sulla porta della mia camera,Roberto con le braccia conserte mi stava guardando ,scuro in viso .”Non senti come puzzi di alcool,hai bevuto vero?Sei andata in giro a fare la puttana con le tue amiche?” Mi alzai di scatto ed inveii contro mio figlio “Ma come ti permetti,cosa stai dicendo..” Roberto mi prese per un braccio con forza “Mi fai male Roberto,ma sei impazzito..” Mi spinse sul letto e caddi riversa sul materasso.Da dietro sentii mio figlio prendermi per le gambe e tirarmi verso di lui.Mi sollevò il vestito scoprendomi il sedere ed io cercai di trascinarmi oltre la sponda del letto.Ma Roberto mi teneva con forza.Con una mano sollevò l’elastico delle mie mutandine e bruscamente le strappò,scoprendo così i miei glutei..Voltai la testa per guardarmi alle spalle e Roberto in ginocchio sul letto si calò i pantaloni della tuta liberando il suo enorme cazzo che ,durissimo puntava contro il mio culo.”Noo che fai,Roby..noo,fermati”.
Sentii tutto il suo peso ricadermi addosso e il mio buco del culo allargarsi all’ingresso di quel palo duro e venoso.La grossa cappella dilatò i muscoli del mio ano che,dolorante,si aprì completamente per accogliere il cazzo di mio figlio.
Sentii una sensazione di bruciore fortissima e per un attimo persi la vista dal dolore.Con colpi di anca Roberto mi stantuffava il culo,con la sua mazza rovente.Il mio culo vergine era stato profanato.Affondai il viso nel materasso mentre sentivo l’ano bruciare e contrarsi all’entrata e all’uscita del cazzo di Roby. I suoi coglioni pesanti sbattevano sulle mie chiappe allargate,mentre il mio stomaco era riempito da quel palo di carne viva e pulsante.Gli ansimi si perdevano nel silenzio della camera e i miei sensi erano sconvolti.Non avevo mai provato un simile piacere.Non avevo mai fatto del sesso anale.Ed ora mi lasciavo riempire il culo dal sesso indecente di mio figlio..I miei sensi si erano persi nella follia e nella libidine.Quell’atto incestuoso e godurioso mi faceva sentire una donna viva.
Roberto mi dava dei lievi baci sul collo mentre affondava centimetro dopo centimetro il suo membro dentro di me.Il calore del suo corpo che si muoveva addosso al mio ,mi faceva sentire protetta,amata,posseduta.Le molle del materasso cigolavano ad ogni colpo inferto.
Con la voce soffocata dal piacere,Roby avvicinò le labbra al mio orecchio destro e mi sussurrò “Stò per godere..”e allargai ancora di più le coscie per ricevere nel mio stomaco la sua pioggia bianca di sborra ,che fiottò vigorosa dentro di me,scaldandomi le viscere.Un rivolo di saliva colò dalla mia bocca,abbandonata a quel piacere estremo.Avvertìì un forte bruciore quando Roberto sfilò dal mio buco il suo lungo uccello.Strinsi i denti in una smorfia di dolore.
Quando lui uscì dalla stanza mi voltai e lo guardai ,giusto un secondo prima che sparisse nel buio del corridoio.La sagoma del suo corpo perfetto mi faceva impazzire,quelle natiche scolpite nel marmo accendevano in me pensieri indecenti.Mi alzai a fatica,con un forte bruciore tra le gambe.Sul copriletto una macchia di umori umidi e un lungo rivolo di sangue a decretare la perdita della mia verginità anale. Quel rapporto mi stava corrompendo nell’anima. Mi sveglia stordita;fuori la pioggia batteva sulle finestre.Mi alzai dal letto con una fitta di dolore persistente nella zona anale.Mi preparai velocemente,legandomi i capelli con un elastico.Uscii dalla mia camera rapida,senza soffermarmi in cucina e scesi a prendere la macchina per andare in ufficio.Mi fermai al tabacchi per comprare le sigarette ed ingerire un caff&egrave nello stomaco vuoto.Camminai tutto il giorno a fatica ed ogni volta che mi sedevo contraevo i muscoli della faccia dal fastidioso bruciore.Ogni fitta di dolore era come un colpo di cazzo inferto al mio ano.Rivedevo mio figlio dietro di me,affamato come una bestia carnivora che si nutriva del mio culo,spaccandomi i tessuti anali con il suo membro di pietra..Quel venerdì non ci fu molto da fare, in quanto il mio capo era partito per un corso di aggiornamento aziendale.Alle 18.00 uscii dall’ufficio e decisi di non tornare a casa subito.Mi fermai in una libreria piccola,ma ben assortita di testi.Acquistai un paio di volumi di un poeta francese e sola, decisi di tornare a cenare nel ristorante dove ero stata con Rosanna la sera prima.Il cameriere moraccione fu ben lieto di rivedermi e servirmi.Tra un tavolo e l’altro mi parlava in modo simpatico;Antonio,questo era il suo nome,mi chiese come mai una bella signora come me cenava sola.Risposi garbatamente che il mio principe azzurro mi aveva lasciata per una ragazza piu giovane.Mentii,cos’altro avrei dovuto rispondergli.Antonio mi guardava con uno sguardo malizioso,accattivante e più volte mi sorprese a fissarlo in mezzo alle gambe,dove il tessuto grigio della divisa aderiva sul vistoso pacco.Arossii sorpresa di me stessa.Cosa cavolo stavo facendo,chi ero,chi stavo diventando..Scossi la testa e a fine cena tornai alla mia macchina.Percorsi una strada più lunga del solito,passando da una piazza celebre per via dei ragazzi che si prostituivano sulla strada.Con il vetro alzato e le portiere ben chiuse,percorsi il viale dove ragazzi e uomini di ogni età e razza stavano fermi in bella mostra,ammiccando sorrisi di intesa,con le camicie sbottonate sul petto,mentre si accarezzavano la patta dei pantaloni.Alcuni erano così giovani,potevano essere miei figli..già..mio figlio..sospirai e decisi di tornare a casa.Salii le scale a piede per tutti i quattro piani.A casa non c’era nessuno.Feci un bagno caldo,rilassante e sprofondai nel lettone,aspirando il profumo delle lenzuola fresche di bucato;seguii con disattenzione un programma alla tv mentre fuori pioveva ancora.Verso mezzanotte sentii le chiavi girare nella serratura della porta d’ingresso,era Roberto che rincasava.Lo sentii andare in camera sua;l”acqua della doccia scrosciava dal bagno.Passò una mezz’ora circa quando Roberto si presentò sulla porta della mia camera “Posso entrare mamma?” mi disse con voce dolce e timorosa..Mi sollevai un poco sul cuscino e risposi “Certo..”Roberto avanzò verso di me con lo sguardo basso e le guancie rigate di lacrime.
“Cosa ti &egrave successo tesoro?” e lui scoppiò in un pianto disperato “Scusami mamma,scusami..voglio morire dalla vergogna,ti ho fatto del male perdonami”singhiozzò.Lo strinsi a me con tutte le mie forze.”Ti voglio bene Roberto,te ne vorrò sempre”e ci abbracciammo.Il mio Roby era ancora il mio cucciolo,il mio adorato figlio.Dopo un fiume di lacrime reciproche le dissi di dormire con me,nel mio letto.Lui si asciugò le lacrime e mi sorrise con un’espressione dolcissima piena di tenerezza.Io mi scostai un pò e lui si infilò sotto le coperte.Si addormentò subito,abbracciandoci stretti stretti.Quella notte rimasi sveglia.Lo guardavo mentre dormiva.Il viso era quello di un fanciullo,su un corpo massiccio,il suo petto prominente si gonfiava sotto i profondi respiri,le sue braccia erano distese lungo il fianco con i muscoli armoniosi,i polpacci torniti ben distesi sul materasso.Indossava un paio di boxer di cotone,bianchi.Anche se aveva solo diciannove anni Roberto era fisicamente un uomo,un gran bel ragazzo e il suo corpo era una pericolosa tentazione per ogni donna,me compresa.Avrei voluto slacciare quell’unico bottone che nascondeva il suo sesso.Avrei voluto trasmettergli il mio amore mentre inghiottivo il suo uccello dentro la mia bocca,avrei voluto dargli il mio amore di madre mentre mi affondavo nella fica la sua mazza eretta.Ma non lo feci..non quella notte. Arrivarono le vacanze estive,e tra me e Roberto era tornato quello splendido clima che ci aveva sempre legato,un vero rapporto tra madre e figlio.I mesi trascorsi avevano dileguato i pensieri peccaminosi e nulla era piu successo tra di noi.Tra l’altro Roberto stava frequentando una ragazza sua coetanea,Luana,e sembrava appagato.Come ogni agosto andammo a passare le ferie a casa di mia madre sulla costa tirrenica.Roberto era molto legato alla nonna,anche se tra me e mia madre spesso nascevano delle incomprensioni sulla mia scelta di voler rimanere sola.Per lei non era concepibile che una donna a 43 anni dovesse vivere senza un compagno.Ma a parte questo era sempre disponibile ad ospitarci nella sua grande casa estiva.Nonna Paola era rimasta vedova da tempo ed ora viveva insieme a Gaspare,un signore in età molto simpatico;Gaspare portava spesso Roberto con s&egrave a pescare in mare aperto con una piccola barca di sua proprietà.Io passavo quanto più tempo potevo a prendere il sole nella spiaggetta vicina a casa e aiutando mia madre nelle faccende domestiche o dietro ai fornelli.Roberto ogni sera scendeva al bar della piazzetta per telefonare alla sua fidanzatina e a volte lo raggiungevo e prendavamo un gelato assieme.Le ragazzine del luogo lo guardavano tutte ammiccanti,ma lui sembrava preso solo dalla “sua” Luana.Un pomeriggio mia madre mi fece notare (come se non me ne fossi accorta!) di come Roberto stesse crescendo bene.Sorrisi mentre nel mio stomaco sentii le viscere contorcersi.
All’ora di cena Gaspare tornò a casa con Roby,attraccando il barchino sulla spiaggetta.Il pesce magistralmente cucinato da mia madre,secondo un’antica ricetta,era già pronto sul tavolo così ,sìa Gaspare che mio figlio si sedettero a tavola ancora con addosso il costume da bagno,a torso nudo,come due “lupi di mare”.Mi sentivo turbata,imbarazzata: Roberto con disinvoltura si muoveva nella cucina,davanti a noi tutti, con indosso solo quel costumino azzurro che nulla lasciava all’immaginazione.Continuavo a guardare la sagoma esageratamente prominente del suo membro adagiato sul lato sinistro del ventre,sotto la lycra tesa del costume da bagno.Ma sua nonna n&egrave Gaspare ovviamente ci facevano caso;solo io,in fondo ero la viziosa,un’altra madre non avrebbe mai e poi mai fatto alcun pensiero malizioso per una cosa del genere.Mangiai pochissimo,infastidita dall’umidità che aveva inzuppato i miei slippini.
La mia camera da letto era al piano di sopra della casa,mentre quella di Roby era vicino a quella della nonna,a piano terreno nell’ala est della casa.La notte era tiepida e luminosa e me ne stavo a guardare il mare dalla grande finestra centrale della mia camera,distesa sul letto.Una luce azzurra entrava nella stanza avvolgendomi in un’atmosfera estiva e rilassante.
Nella penombra del corridoio apparve Roberto che silenziosamente era salito dalla scala che collegava i due piani della casa.”Hei! Che ci fai qui?” esclamai a bassa voce.”Avevo voglia di vederti!” mi rispose strizzandomi l’occhio.E con una naturalezza spiazzante mi strinse al suo petto muscoloso e mi baciò sulla bocca,premendo le sue labbra morbide ed avvolgenti contro le mie.Forse la luce azzurra,la rilassatezza di quei giorni estivi,non mi crearono alcun imbarazzo ma piuttosto mi diedero il coraggio di spogliarmi,sfilandomi la magliettina leggera ,restando così a seno nudo.”Mamma,che belle tettine che hai” mi disse Roby baciandomi entrambi i seni.I propositi per dimenticare quel vergognoso rapporto incestuoso svanirono nel momento stesso in cui sfilai le mutande a mio figlio e presi in bocca il suo grosso cazzo che si stava gonfiando lentamente dentro la mia bocca,sotto i tocchi della mia lingua.Con un piede in terra e un ginocchio sul letto,Roberto faceva leva con il suo corpo muovendo ritmicamente il suo cazzo dentro le mie labbra,scappellandolo avanti e indietro.La mia lingua assetata del suo sapore gustava fino in fondo l’acre aroma della sua giovane minchia.Ansimavamo in silenzio,entrambi per non farci sentire.Chinai la testa per succhiare i coglioni di Roby che gonfi,pendevano pesanti dentro allo scroto.Mio figlio con la mano,prese a sgrilletarmi la fica che era gìa colante di umori.Le sue dita inzuppate schioccavano contro le grandi labbra in un rumore di carni umide.Roby mi prese la testa con garbo e mi spingeva verso il suo ventre,mentre sentivo la cappella che sbatteva contro la mia ugola e il mio naso affondava nel suo folto pelo riccio.Respiravo a forza ,in quanto il suo uccellone ostruiva le vie respiratorie,soffocandomi.Uscì dalla mia bocca solo per entrare dentro la mia fica.Si sdraiò dietro di me e sollevando una gamba a mezz’aria,mi lasciai penetrare profondamente.Mentre da dietro mi strizzava i seni con le mani, vedevo il suo cazzo sparire dentro la mia tana.La fica immonda di una madre scopata dal cazzo del suo figliolo adorato.Voltai di un quarto il viso per incontrare le sue labbra,e la sua lingua baciandoci indecentemente.Poi mi girò a carponi e continuò a sfondarmi la vagina tenendomi serrata per i fianchi,e baciandomi la schiena amorevolmente..stavo godendo come una puttana,mai avevo provato piacere in modo così forte e totale.Alla fine mi inginocchiai ai suoi piedi,con le mani mi aggrappai al suo culo duro e tondo e spalancai la bocca per ricevere quella tanto sospirata venuta; copiosamente la sua sborra schizzò su tutta la mia faccia,imbrattandomi le guancie e gli occhi ed una grossa boccata di nettare mi fini giù nella gola,saziando le mie seti di sesso.Una parte di sperma colò lungo il mio collo,per finire poi sul pavimento, creando una piccola pozza appiccicosa.Ancora una volta ero caduta vittima del fascino perverso di mio figlio,ipnotizzata dal suo enorme cazzo,scettro dei miei desideri più perversi. I giorni al mare trascorsero veloci,e il lavoro mi obbligava a rientrare in città prima della fine del mese.Roberto rimase ancora qualche giorno dalla nonna,ed io tornai a casa.Appena arrivata mi affrettai a fare la spesa all’unico minimarket aperto nella zona,dopodich&egrave disfai la valigia.Tra gli indumenti sporchi tirai fuori la magliettina di cotone che usavo per dormire,ancora macchiata dallo sperma di Roberto,che ora incrostava di una patina giallastra il tessuto.Mi sdraiai sul letto,premendomi la maglietta sul viso.Cercavo di respirare inutilmente il profumo di quella notte al mare.Con la mano presi ad accarezzarmi la passera..Lo squillo del telefono di casa mi fece tornare bruscamente alla realtà.Alzai il ricevitore e dall’altro capo la voce squillante di mia sorella Clara mi salutò allegramente.Mi disse che sarebbe venuta da noi in città per qualche giorno ed ovviamente mi offrii di invitarla a stare da me.Lei in fin dei conti aveva ospitato volentieri il mio Roby mesi prima.Era un evento,Clara non si spostava mai dal suo amato (e noioso!) lago.
L’arrivo di Clara fu prima del ritorno a casa di Roberto.
Andai a prenderla alla stazione;ero felice di passare qualche giorno con la mia sorellina.Eravamo molto diverse,io mora,magra,lei invece una bella biondina paffutella.Effettivamente aveva messo su qualche kilo dall’ultima volta che ci eravamo viste.
I suoi seni grandi,prosperosi erano ancora più grandi di quello che ricordavo.”Son sempre stata invidiosa delle tue tettone!” dissi ridendo,io avevo una seconda misura,nulla di piu!
A casa sistemai con lei le sue cose nel mio armadio e preparammo il divano letto nel soggiorno,che erano comodo e confortevole.Clara conviveva con un uomo piu giovane,lei aveva 40 anni e il suo compagno 32.E’ sempre stata una donna moderna,più disinibita verso certi parametri rispetto a me,o meglio,rispetto a come ero sempre stata prima di aver iniziato un rapporto incestuoso con mio figlio.Anche lei,come mia madre,esordì in un “Mannaggia si &egrave fatto proprio un bel figliolo Roberto,ammazza che fisicaccio che si &egrave fatto con il nuoto!” Io annuii ed andai svelta in cucina a preparare cena.Mi chiese se stavo frequentando qualcuno,se avevo un amico speciale,ma scuotendo il capo dissi che di uomini non ne volevo più sapere,che il mio ex marito mi aveva gìa abbastanza deluso.
Dopo tre giorni Roby tornò a casa. Non gli avevo detto niente dell’arrivo della zia ma ne fu entusiasta.Con zia Clara si faceva delle grasse risate,lei era ferratissima su ogni argomento di interesse giovanile ; calcio,playstation,macchine,wrestling..era un fiume in piena,preparatissima su tutto! La sera,dopo cena mi misi a lavare i piatti mentre Roby e mia sorella parlavano dell’ultimo campionato mondiale di calcio,dopodich&egrave lui si congedò ed andò nella sua camera.
Aiutai Clara ad aprire il divano letto e mentre lei indossava un mega camicione da notte multicolor io fumai una sigaretta affacciata alla finestra.Squillò il suo cellulare,era il suo giovane compagno e non sò per quanti imprecisati minuti attaccarono bottone,mandandosi bacini e pucci pucci vari.Dal bagno uscì Roberto fresco di doccia,avvolto nell’accappataio e venne da noi in soggiorno.”Non vai a dormire mamma?”mi chiese.”Si tra un pò!” risposi mentre Clara incurante continuava a chiacchierare incollata al suo cellulare.Roby andò al frigorifero e prese una lattina di Coca Cola,la aprì e si sedette su uno degli alti sgabelli vicino al tavolo; i suoi capelli ancora gocciolavano di acqua e nel sedersi,forse inavvertitamente,il suo accappatoio si aprì un poco,mentre appollaiava le gambe sulla sponda dello sgabello. Vidi il suo cazzo fuoriuscire dall’accappatoio,adagiato tra le sue cosce.Deglutii e feci cenno a Roberto di coprirsi indicando le sue gambe con il dito.Clara per fortuna non si era accorta di nulla,ancora innersa nella sua conversazione.Roby guardò giù,fece una smorfia divertita e se ne andò in camera.Lo ha fatto apposta,pensai..
Finalmente Clara finì di parlare al telefono e così ci auguranno la buona notte.Si adagiò sul divano ed io andai in camera mia e mi infilai nel letto a guardare un pò di tv. Dopo neanche dieci minuti,arrivò in camera mia Roberto,ancora avvolto nell’accappatoio e mi chiede “Zia dorme?”..”Non so non credo,perch&egrave?”..”Così per sapere” rispose e si slentò la cintura di spugna,facendola cadere in terra,L’accappatoio si aprì completamente e Roberto si accarezzò con la mano il cazzo che stava ingrossandosi a vista d’occhio.”Vattene pazzo,che fai..”sibilai sottovoce.Lui mi guardava con aria di sfida,finch&egrave si fece scivolare dalle spalle l’accappatoio che fini in terra.Ora Roby era completamente nudo,davanti al mio letto.I suoi occhi mi lanciavano inviti sfrontati.Come avrei voluto sentirlo dentro di me..Ma scossi la testa .”Non sarai mica gelosa della zia?Hai paura che le chieda di sborrarle sulle tettone?” disse Roby ridendo divertito.”Vai viaa,di là c’&egrave la zia, pazzo”.Lui sorrise e disse “Ok,vado a letto ,buonanotte mammina!” e come un pazzo uscì dalla mia camera tutto nudo,incurante di poter essere visto da Clara. La sera dopo,mentre a tarda ora stavo ancora parlando con mia sorella sedute sul divano letto,entrò in stanza Roberto ,con addosso solo un vecchio paio di slip ridottissimi di colore rosso, dicendo che aveva sete e prendeva dell’acqua dal frigorifero.Questa volta anche Clara rimase imbarazzata.Mentre Roby tracannava l’acqua direttamente dalla bottiglia,io e mia sorella fissammo quelle mutande rosse,che erano di almeno due taglie in meno della sua; la stoffa era tesa,quasi scoppiava e il suo pene tendeva l’elastico in vita che,bassissimo,scopriva gran parte del pelo pubico.Le palle grosse come una pesca matura ed il voluminoso cazzo rivolto verso il basso ,sporgevano in avanti in modo imbarazzante. Placidamente ci augurò la buona notte e se ne andò in camera. Io e Clara,scosse,finimmo di parlare quasi subito e ci coricammo.Durante la notte mi svegliai di colpo; Roberto era accovacciato in mezzo alle mie cosce e mi stava leccando la fica.Non focalizzai subito l’immagine in modo nitido ma spalancai le gambe e lasciai continuare mio figlio a slapparmi la passera con avidi colpi umidi di lingua.Non so che ora fosse ;Roby si adagiò sul mio letto a pancia in sù mentre il suo cazzone svettava verticalmente verso l’alto.Mi adagiai sopra di lui e lasciai che il suo palo mi entrasse nella profondità della vagina…”Mmmmm siii,amore si scopami” dissi,forse con un tono di voce troppo alto.Non mi rendevo conto di dove ero,ancora intontita dal sonno,n&egrave altro mi interessava al di fuori della minchia dura di mio figlio.Lasciavo il suo uccello esplorare le mie viscere,sentendo lo stomaco riempirsi di lui..Lo lasciavo affondare in profondità adagiandomi con le grandi labbra dilatate sopra i suoi coglioni che si infradiciavano del mio nettare di donna.Avevo la schiena rivolta verso la porta di camera mia..Roby era sotto di me..non ci eravamo accorti di nulla..Clara si era alzata per andare in bagno e ci stava guardando,dritta sulla porta,paralizzata da quella visione degradante..Proprio mentre lasciai uscire il cazzo di Roby dalla sorca,mi accorsi della presenza di mia sorella.Sentii un blocco allo stomaco ma rimasi ferma in bilico sopra il corpo di mio figlio,mentre lui giunto all’orgasmo schizzava in aria lo sperma come una fontana..Io cercai di parlare,mentre la sborra di Roberto mi colpivà il seno e lui ansimava affannosamente.Il suo nettare caldo e biancastro stava imbrattando tutto il copriletto.”Clara..ti posso spiegare” dissi,mentre un fiotto di sperma mi colava giù dal mento..Mia sorella era impietrita,con gli occhi fissi e le labbra serrate..”Io..nn..non ho visto niente”,si girò e tornò in soggiorno.Mi alzai e mi ripulii alla bell’e meglio,per raggiungerla.Non mi parlò e al mattino di buon ora uscì di casa senza rivolgermi più la parola.Avevo perso una sorella. Quel grave episodio cambiò radicalmente la situazione..Mia sorella non rispondeva più nemmeno al telefono,mi cancellò dalla sua vita.Solo allora capii la gravità di quello che avevo fatto.Ricaddi in una profonda crisi depressiva,mi massacravo di lavoro accettando turni oltre l’orario di ufficio,mangiavo pochissimo e nel poco tempo disponibile assistevo una vecchia signora bisognosa senza ricevere profitto alcuno.I miei rapporti con Roberto si interruppero bruscamente.I suoi voti a scuola erano sempre più bassi,fino al momento in cui decise di abbandonare gli studi.Non lo sostenni,non me ne fregava nulla di quello che voleva fare..Quando arrivò il giorno del suo ventesimo compleanno la sua situazione era veramente declinata; frequentava brutte compagnie,spesso non tornava a casa a dormire..Altre volte arrivava all’alba ubriaco,ed aveva cominciato a fare uso di droghe.Il posacenere straripava di mozziconi di canne,la sua camera da letto era diventata un porcile.Non ci entravo neanche più. Si era rasato il cranio e si era riempito di tatuaggi e piercing,al sopracciglio,al naso,sulla lingua.Era cambiato completamente.
Io ero troppo persa nelle mie angoscie.Avevo perso parecchi kili e fumavo come una dannata.
Riuscivo a malapena a stare dietro a tutti i pagamenti di fine mese.Per la verità ero in ritardo con un paio di mensilità dell’affitto di casa,ma non chiesi aiuto a nessuno.Mia madre mi avrebbe senz’altro aiutata ma volevo lasciare fuori la mia famiglia dai miei problemi.Mi sentivo una donna sporca ed ora dovevo pagare con la solitudine i miei errori.Arrivò il giorno di paga e il mio capo mi dette una somma extra per gli straordinari.Quando mi diede la busta mi consigliò di prendermi qualche giorno di pausa,perch&egrave mi vedeva stanca,stravolta.Accennai un mezzo sorriso e gli dissi di non preoccuparsi.Tornai a casa,e misi la busta con i soldi dentro alla cassettiera del corridoio,dove ero solita riporre documenti e contanti.Mi rinfrescai un poco e cambiai abiti;quella sera dovevo vedermi con una collega per parlare di un progetto di lavoro.Cenammo al tavolo di un bar in centro e i discorsi ci tennero occupate fino a tarda ora.
Rincasai stanca,gli occhi mi bruciavano per via del fumo delle sigarette che consumavo in quantità industriale.In corridoio notai subito lo sportello aperto della cassettiera;dentro la busta del mio stipendio aperta; dalla somma mancavano 500euro,i soldi guadagnati con gli straordinari.Un nodo alla gola mi soffocò,e il mio sistema nervoso si contrasse;Roberto mi aveva rubato i soldi.Non c’era altra spiegazione.Un tale gesto non l’aveva mai fatto,questo non lo potevo concepire.I soldi guadagnati con il mio sudore buttati nei suoi divertimenti;nei divertimenti di un fannullone.Lui non aveva voglia di lavorare,stava in giro tutto il giorno,frequentava una casa occupata dove si allenava con i pesi e la notte girava bar di provincia consumando una gran quantità di alcool.Questa volta ero decisa,lo avrei buttato fuori di casa.Aspettai,sul divano..le ore passavano e Roberto non tornava.Spossata crollai in un sonno profondo..Non calcolai il tempo che rimasi distesa sul divano..aprii gli occhi e Roberto era seduto sullo sgabello della cucina..”Buongiornooo” biascicò mentre tracannava una boccata di birra dalla bottiglia.L’orologio indicava le h 6.15..Scattai dritta sulla schiena “Dove sono i miei soldi?” Lui alzò le spalle fingendo di non sapere di cosa stessi parlando e ruttò.”Rispondimi,dove sono i miei soldi bastardo” Lui si alzò dallo sgabello.Indossava dei pantaloni di pelle da motociclista.Il petto era nudo,le spalle e le braccia coperte di tatuaggi tribali.Un piercing adornava il suo ombelico ed un altro perforava il capezzolo destro.Il suo corpo era ancora più massiccio e muscoloso.”Che cazzo te ne frega,mi servivano” rispose..”Non puoi rubarmi i soldi hai capitoo” gridai “Io lavoro non sono una nullità come te,sei diventato una merdaaa” Lui si voltò di scatto e mi prese per il collo con una mano..”Cosa sono ioo?”ringhiò mentre una zaffata di alcool uscì dalla sua bocca e mi salì su per le narici.I suoi occhi erano vitrei,cattivi “Cosa sono io brutta troiaaa” ..”Sei una nullità,non servi più a nienteee”gli dissi mentre la sua mano mi sorreggeva per il collo. Lasciò andare la morsa e mi prese per la vita bruscamente.”Ti ricordi mamma,ti ricordi mammina quanto ti facevo godere?” Con la mano mi strinse un gluteo,con forza,quasi volesse staccarmelo “Lasciami,nooo..lasciami Roberto ti supplico”.Non mi lasciò,”Tu supplichi solo il mio cazzo,lo sò”.Mi lasciò ricadere sul divano e avanzando si slacciò la cintura borchiata.Si inginocchiò sul divano e mi prese la testa,con delicatezza.Mi baciò la nuca mentre mi avvolgeva le spalle con il suo braccio muscoloso e tatuato.Avertii un forte odore di sudore sotto le sue ascelle,ma rimasi ferma.
Con le mani tremanti abbassai i suoi pantaloni di pelle,e il suo uccellone sgusciò fuori dalla patta,a penzoloni tra le sue cosce, a pochi centimetri dalla mia bocca.Si era completamente rasato il pube; quando la sua cappella violacea entrò nella mia bocca ,la mia fica si contrasse,proprio come allora..”Succhialo mamma,succhialo tutto.Sei la mia puttana” mi sussurrò indecentemente all’orecchio.Ingollai quel membro enorme con voracità. Roby rimase in piedi mentre io cercavo di ingerire il suo cazzo per tutta la sua lunghezza,quasi sfondandomi la trachea.Il suo cazzo ,ora, era durissimo.Quando lo lasciai uscire dalla mia bocca,il cazzo di mio figlio scattò diritto sul ventre,tutto bagnato di saliva materna. Mi spogliò nuda.Roberto si chinò sui miei seni e li mordicchiò facendomi sussultare.Il suo approccio era più irriverente,selvaggio.Si adagiò a cosce larghe sul divano mentre io ero china con la bocca in mezzo ai suoi coglioni turgidi.Leccavo ogni centimetro di pelle.Si spinse con i glutei verso la mia faccia e mi offrii il suo buco di culo da leccare.Allargandogli le chiappe con le mani ,spingevo la punta della lingua all’interno del suo ano depilato,gustando il sapore piccante dei suoi anfratti più remoti.Era la prima volta che gli leccavo il culo,mi piaceva.Lui godeva nel vedere sua madre ,ridotta come una cagna in calore intenta a leccare i muscoli contratti del suo orifizio anale.Dopodich&egrave quando si sentì soddisfatto del servizio orale, mi prese di peso per la vita,mi capovolse e mi sfondò la fica con il suo cazzo micidiale.Era durissimo,grosso come un tronco di albero,venoso..mi deflorava con una violenza immane,ed io gridavo,di dolore e di piacere,mentre la mia testa sbatteva sulla spalliera del divano ad ogni suo colpo. Gli umori della mia passera colarono copiosi sul divano arancione macchiandolo indelebilmente.Mi prese le gambe all’altezza dei polpacci e mi sollevò di peso,spingendo sempre più profondamente il suo cazzo dentro di me.Sentivo la sua cappella colpirmi lo stomaco internamente.Mi mancava il fiato.Roberto sembrava una bestia,la sua follia sessuale emanava da ogni poro della sua pelle.Mi guardava fisso negli occhi..Smise di scoparmi la passera. Senza ritegno,mi cacciò nella topa la bottiglia della birra vuota,infilandomela dalla parte stretta,fino a quando le labbra della mia passera dilaniata poterono sostenere la bottiglia da sola,ben incastrata nello spacco.Poi mi sputò sul buchino e prima che potessi fermarlo mi spaccò nuovamente il culo,entrandomi dentro come un treno..Urlai,mentre le lacrime mi segnavano il viso..”Godi puttana,godi mamma” mentre stantuffava il mio ano,violandomi a colpi di minchia cruda e viva..”Dai che vengo,dai che vengooooo” ed estrasse la daga un momento prima di allagarmi la bocca di sborra,che colava in quantità disumane nella mia gola,traboccando dalle mie labbra,mentre mi rigurgitavo addosso la sua crema densa e acre..Rimasi lì,sfinita sul divano sporco..le mie tette erano imbrattate di schiuma di saliva e liquido seminale,con la bottiglia di birra conficcata nella passera ed il culo completamente aperto,mentre un rivolo di sangue mi colava giù sulla coscia..Mi vergogno a dire che,nonostante questo,ho goduto come una scrofa..Mio figlio era davvero il miglior maschio che avessi mai incontrato. Il mio desiderio per lui era totale.. Roberto se ne andò di casa. Si strasferì in una casa occupata,insieme ad un gruppo di amici balordi. Ci volle più di una settimana per riordinare le mie idee e mettere a posto la casa che,ultimamente avevo trascurato.Buttai via un mucchio di cose ; lenzuola,asciugamani,indumenti.Tutto ciò che nella mia mente malata mi riportava al pensiero di Roby,di quel suo corpo capace di trasmettermi emozioni violente.
Nella camera di Roberto trovai bottiglie di birra sotto al letto,mozziconi di canne spenti ovunque,calzini gettati negli angoli dell’armadio,pagine strappate di riviste pornografiche;nel comodino scardinato,arrotolate su se stesse,paia di mutande sporche,incrostate di sperma giallastro.Buttai tutto..tutto.
Andai dal parrucchiere e mi accorciai un poco i capelli,ripresi a truccarmi quel tanto per apparire in ordine.Facevo più attenzione all’alimentazione così,in breve riacquistai una buona forma fisica e sopratutto un pò di energia.In poco più di due mesi le cose stavano ritrovando equilibrio.
Rosanna,la mia amica mi invitò a cena.Andammo di comune accordo al ristorante nel parco;si mangiava bene e venivamo servite come due regine;ovviamente fu Antonio,il cameriere moraccione che si prese cura di soddisfare le nostre richieste..”Possibile che due belle ragazze come voi cenino sempre da sole?!?” ci apostrofò ,strizzandoci l’occhio. “Io il mio tesorò ce l’ho! Ma la mia amica &egrave in cerca..”azzardò Rosanna satura di buon vino rosso.
Io arrossii e Antonio mi chiese se avrei avuto piacere,dopo il turno di lavoro,di andare a prendere un drink con lui.Era da tempo che mi filava.Ogni volta vedevo nei suoi occhi neri
il desiderio di potermi accarezzare..Ma sì,perch&egrave no! Dopo cena aspettai nel parco circostante con Rosanna la fine del turno di Antonio.Arrivò.Non indossava la divisa,ma una camicia bianca di lino,sbottonata per un poco sul petto villoso.La sua carnagione olivastra era lucida e compatta,i capelli,neri come l’ebano,erano ricci e sottili.Le folte sopracciglia arcuate incorniciavano i suoi occhi neri brillanti come jais.Era un bell’uomo,alto,con un sorriso sfrontato..Dissi a Rosanna di venire con noi a prendere un drink,dopodich&egrave fu lui a chiedermi se poteva riaccompagnarmi a casa,con la sua macchina.”Ok,va bene grazie”.Ci congedammo dalla mia amica e ci diressimo verso casa.
Antonio mentre guidava, lanciava delle occhiate sulle mie gambe,scoperte dallo spacco della gonna,ma rimase composto,galante.Parlammo del più e del meno.Era veramente la prima volta che uscivo con un uomo,dopo il mio matrimonio.Nella mia testa i rapporti con Roberto,non potevo collocarli tra le esperienze della mia vita privata,non volevo,non dovevo..
“Monica a cosa pensi?” mi chiese.Mi voltai verso di lui,sorrisi e rimase stupito dalla mia inaspettata reazione.Appoggiai la mano sulla patta dei suoi pantaloni ed Antonio frenò bruscamente l’auto,accostandosi al marciapiede del viale poco illuminato.Mi guardò sorpreso,ben lieto di quello che stavo facendo.Una signora della mia età generalmente non dovrebbe comportarsi come una ragazzetta vogliosa.Sbottonai i suoi pantaloni ed estrassi il suo pene che era lungo e duro,di colorito bruno,chinandomici sopra con la bocca.Antonio risalii sullo schienale dell’auto..”Dio siiii” esclamò,mentre ero immersa con la cavità orale sopra il suo cazzo;succhiavo lascivamente l’asta circondandola con le labbra,mentre con la punta della lingua davo colpetti circolari sulla sua cappella,assaporando il suo gusto virile.Lui mi sollevò la gonna e,scostandomi la mutandina,infilò due dita nella sorca umida e calda.Quando il suo uccello era duro come l’acciaio gli salii sopra,lasciando scomparire il suo membro dentro la profondità della mia fessura vaginale.Reclinai la testa mentre i miei muscoli si contraevano ed Antonio mi baciava appassionatamente sul collo,con le labbra umide di saliva..”Sii sii Roberto continua..” Si fermò di scatto. “Chi &egrave Roberto?” mi chiese.Mi bloccai,mentre i muscoli della fica si ritrassero,allentando la morsa stretta intorno al suo membro.”Scusami Antonio,scusa..” Estrassi la verga dalla mia tana e mi risedetti sul sedile.Nella mia testa scoppiò una forte emicrania.Ancora,dentro di me,non riuscivo a staccarmi da mio figlio,la mia anima era stata segnata irreparabilmente.Non continuai.Antonio dovette a malincuore rinfilarsi il pene smosciato dentro i pantaloni..”Scusami ancora”dissi e scesi dall’auto.Proseguii fino a casa a piedi.
Nel mio letto,raggomitolata su me stessa,piansi.La lontananza di Roby mi faceva male.. Passò qualche settimana.In ufficio erano arrivate due nuove impiegate e ci volle molto tempo per istruirle sul lavoro da farsi.Erano due ragazze abbastanza simpatiche,sulla trentina.
A fine turno,raggruppai alcuni documenti che sistemai nella vaschetta sopra la mia scrivania.Grazie al cielo era venerdì ed il giorno dopo avrei potuto dormire un pò più.Mi era venuta quasi voglia di fare un salto a trovare mamma passando un fine settimana in sua compagnia..Presi l’auto e percorsi il tragitto pensando alle cose che avrei dovuto mettere nella borsa;magliette,un jeans e due paia di mutandine.Poca roba,per non perdere troppo tempo.Parcheggiai l’auto nel cortile dello stabile ed entrai.L’ascensore era guasto così dovetti arrampicarmi sulla rampa di scale.Arrivata sul mio pianerottolo sussultai…Roberto mi stava aspettando,appoggiato con la schiena sulla porta d’ingresso.”Ciao mamma” disse dolcemente.Per un momento mi sentii disorientata,stupita e con un pizzico di paura addosso.Ma i suoi occhi erano limpidi,il viso disteso ed il suo sorriso sincero.”Ciao Roby,come stai?” sussurrai a mezza voce.Mi disse di stare tranquilla,che era venuto a trovarmi perch&egrave era da parecchi mesi che non mi vedeva.Voleva sapere se stavo bene…
Preparai un piatto di spaghetti,semplici mentre Roberto era seduto sul divano del soggiorno a guardare la tv.Era molto sereno.Non dava l’impressione di trovarsi in una brutta situazione.Indossava una t-shirt nera di cotone ed un paio di jeans blu scuri.I capelli erano ricresciuti,fissati con il gel.”E’ pronto” dissi e mi raggiunse a tavola.Prima di cominciare a cenare,mi disse che era davvero molto pentito per le delusioni che mi aveva dato.Ora,stava cercando di costruirsi una sua indipendenza.”Stò lavorando in un grosso cantiere,&egrave dura ma sono bravo,sai!” disse sorridendo orgoglioso.Mise una mano nella tasca posteriore dei pantaloni e mi porse due banconote da 500euro piegate.”Questi sono tuoi.Non avevo mai toccato il tuo denaro prima.Sò di aver sbagliato e ti chiedo perdono”.Mi commossi,lo guardai e gli dissi che non importava,e poi quelle che mi stava porgendo erano 1000euro e a quel tempo mi aveva sottratto solo la metà di quella somma.Scosse il capo e disse che ora guadagnava bene nel cantiere e quel gesto era il minimo che lui potesse fare per me.Accarezzai il suo volto.Lui mi prese la mano e me la baciò.In quel momento mi sentivo felice; a tavola in questo momento avevo di fronte il “mio” Roberto,adorato figliolo.
Mentii quando mi chiese se per caso avesse intralciato qualche mio programma per il fine settimana.”No tranquillo tesoro,non dovevo andare da nessuna parte,mi fa tanto piacere che sei qui.Ti fermi a dormire,ti va?” Lui si guardò in torno,un pò imbarazzato ed annuì.
Entrò nella sua camera e si sorprese di trovare il letto spoglio,senza lenzuola.Gli armadi vuoti, i cassetti liberi.Ma non mi chiese spiegazioni.Dalla mia camera presi delle lenzuola pulite e mi aiutò a preparare il letto.Sentivo il cuore scoppiarmi nel petto,non riuscii a trattenermi e scattai verso di lui abbracciandolo stretto “Roby ti voglio bene tesoro”sfogandomi in lacrime”Figlio mio,ti amo,ti amo tanto” mentre lui mi circondava le spalle con le braccia possenti.Aveva gli occhi lucidi anche lui,mi sorrise con quella sua tenera smorfia sul viso e si chinò,baciandomi lievemente le labbra.Chiusi gli occhi e fui io stavolta ad avvicinarmi alla sua bocca,affondando le mie labbra sulle sue.Aprì leggermente la bocca,infilando la sua umida lingua oltre la corolla dei miei denti,alla ricerca della mia.Ci scambiammo le nostre salive in un bacio appassionato.Mi sedetti sul letto e lui si sfilò la maglia nera,scoprendo il torace palestrato;l’anellino sul capezzolo brillava lucente.Lo leccai,con la punta della lingua, avvertendo il freddo sapore del cerchietto metallico.Intanto le sue mani si erano insinuate dentro i miei pantaloni,palpandomi i glutei.”Ti desidero mamma..davvero..ti desidero tanto” sussurrò.Mi accorsi della macchia umida che si allargava sul cavallo dei miei pantaloni.Ero vergognosamente bagnata e sentivo i muscoli della vagina dilatarsi. I jeans di Roberto scoppiavano letteralmente all’altezza della patta.La stoffa scura era tesa sotto l’enorme bozzo che si gonfiava pulsando.Anche lui si distese sul letto,e per interminabili minuti ci abbracciammo e ci baciammo dolcemente,come due fidanzatini che scoprivano l’amore.Io coccolavo il suo viso mentre lui mi stringeva tra le braccia.Copriva i miei seni con piccoli baci umidi,circondandomi le tette con le mani.Avevo i capezzoli turgidi.Mi sfilai i pantaloni e rimasi a gambe larghe,nuda,con lo spacco della passera aperto e gocciolante.Lui mi passò in mezzo una mano e prese a penetrarla con le dita,con delicatezza e decisione. Sussultai,gemendo sotto i colpi secchi della sua mano robusta.Lui intanto mi guardava negli occhi dolcemente “Ti amo mammina” e mi baciò ancora.La sua pelle profumava di maschio e quell’aroma inebriava i miei sensi.Solo dopo avermi coperta di mille attenzioni si decise a slacciarsi i jeans.I miei occhi bramavano, desiderando ardentemente il momento in cui il suo cazzo sarebbe scattato fuori dagli indumenti.Ed infatti,liberato dalla stoffa delle mutande,l’enorme uccello venoso scattò dritto lungo il suo ventre.Era enorme,gonfio.La cappella era larga come la testa di un fungo,e pulsava violacea sotto i movimenti ritmici della mia mano,mentre lo masturbavo.Il suo pube era ancora peloso,denso di ciuffi arricciati bruni.Si mise in ginocchio sul letto mentre notai lo scroto pendere pesantemente tra le sue cosce;le sue palle erano grosse e gonfie.Lo baciai,sulla punta umida.Il suo gusto crudo riempì la mia bocca avida.Le mie labbra accolsero e circondarono il cazzo di mio figlio,mentre ansimava forte.Lo leccai con cura,passandomelo sulla faccia ,tutto madido di saliva.Roberto spingeva leggermente la sua verga dentro la mia bocca ed io dilatavo la trachea per farlo penetrare nella mia gola.Mi fermò solo il senso di soffocamento totale.Era un salame troppo grosso da contenere.Un’erezione equina impressionante.
Continuammo in un 69,mentre,steso sopra di me affondava la cappella nella mia cavità orale. Lui slappava la mia fregna fradicia con la lingua,soffermandosi sul clitoride ,titillandolo con le sue labbra.Dal basso, vedevo i suoi coglioni pendermi sulla fronte,adagiandosi pesantemente sopra la mia faccia.Infine mi sistemò sotto di lui ed allargandomi le gambe,cominciò a scoparmi,stantuffando il suo uccello dentro la mia caverna.Le grandi labbra della fica dilatate dal suo uccello che conficcava nelle mie viscere ,in profondità.Urlavo di piacere,senza ritegno.Non mi interessava se i vicini avessero sentito.Amavo mio figlio e tutti dovevano saperlo.Continuò a penetrarmi girandomi su un lato e proseguì facendomi sedere sopra la sua verga bestiale.Ero io ora a ricadere di peso sopra il suo cazzone durissimo,lasciandomi sconquassare le interiora,dirigendo la nostra vergognosa unione carnale.Il suo ventre sotto di me,era fradicio dei miei umori,la sua pelle unta dal mio nettare femminile.Il mio corpo veniva palpato dalle sue dita,mentre sussultavo sotto i colpi di bacino;rimbalzavo come una palla sopra le sue cosce,mentre risucchiavo nel ventre il sesso di Roby.Il sudore mi grondava dalla fronte,ma accaldata e fradicia continuai con un’energia sessuale a me ignota.Mio figlio riusciva a risvegliare i miei istinti più bassi e perversi.Alla fine di quella cavalcata selvaggia,ricaddi sulla schiena contro il petto di Roberto che era sdraiato sotto di me,il suo uccello fuoriscì di scatto dalla fica e dritto e maestoso terminò in una sborrata copiosa.Roberto emise dei rantoli soffocati,selvaggi,animaleschi; il fiotto violento schizzò un primo rivolo sulla parete,che si infranse in mille goccie;il secondo fiotto mi ricoprì lo sterno depositando la sua crema bianca in un piccolo fiumiciattolo denso; il restante spurgo seminale scivolò per tutta la lunghezza del suo uccello, imbrattandogli i coglioni, per ricadere sul materasso che si macchiò in una pozzanghera unta che si allargava a macchia d’olio.Crollammo,soddisfatti e sfiniti,nudi l’una accanto all’altro.Ci abbracciammo incuranti dello sperma che appiccicava i nostri corpi.Appoggia la testa sulla spalla di Roby e ci addormentammo, felici di esserci ritrovati. Nel giro di pochi giorni,Roberto tornò a vivere a casa.Ci eravamo riappacificati ed il nostro rapporto ora era vissuto da entrambi con grande libertà.Spesso dopo cena ci ritrovavamo riversi sul pavimento del soggiorno a fare l’amore; mi “prendeva” dentro la doccia,oppure mi svegliava nel cuore della notte offrendomi il suo corpo ed il suo ardore di ventenne.Mi sentivo viva e frizzante.Non mi sentivo più una donna di quarantaquattro anni,ma bensì una diciottenne piena di energia e passione da sfogare sul corpo di mio figlio.La parola “incesto”,che prima mi distruggeva a livello emotivo,ora riusciva a farmi inumidire la passera solo nel pronunciarla.
Una domenica pomeriggio,squillò il telefono di casa.Era nonna Paola,mia madre che mi annunciò in lacrime l’imminente scomparsa di Gaspare,stroncato da un infarto.Chiamai Roby sul cellulare che si affrettò a raggiungermi a casa;il tempo di preparare una borsa e montammo in macchina per raggiungere la casa estiva della nonna.C’era un traffico incredibile e ci impiegammo più di quattro ore e mezza a raggiungere la piccola città sul mare.Fuori faceva freddo,il cielo era grigio ed il mare scuro ed agitato.Trovai mia madre seduta nella veranda,con il viso tirato,gli occhi rossi, stanchi di versare lacrime,insieme ad una vecchia vicina di casa.Sul tavolino di legno,due tazze di th&egrave e alcune foto di Gaspare ritratto in momenti felici.La strinsii forte gettandole le braccia al collo,poi strinse Roberto “Ti voleva tanto bene Gaspare,come se fossi suo nipote” “Sì nonna,lo sò”rispose e anche lui la consolò stringendola a s&egrave. I funerali sarebbero stati celebrati due giorni dopo.Avvisai sul cellulare il mio
titolare informandolo che sarei mancata dal lavoro per qualche giorno.Mi disse che non c’erano problemi,formulandomi nuovamente le sue condoglianze.Al mattino successivo provai un enorme imbarazzo all’arrivo di Clara,mia sorella che obbligatoriamente non avrebbe potuto mancare in quella triste occasione.Mi salutò forzatamente solo perch&egrave eravamo di fronte a nostra madre.Abbracciò Roberto e poi si dedicò alla mamma cercando anche lei di sostenerla.L’indomani mattina ci sarebbero stati i funerali.A cena quasi non toccammo cibo,la mamma ricordava della sua storia con Gaspare mentre notavo la difficoltà di Clara a sostenere il mio sguardo;il fatto di avermi vista a letto mentre scopavo con mio figlio le dava il diritto di giudicarmi un essere ignobile,esiliandomi dalla sua vita.Roberto giocherellava sul tavolo con un tappo di bottiglia; con lui, sua zia si dimostrava per lo meno più disponibile al dialogo.Mio figlio si alzò da tavola e andò sulla veranda,per fumare una sigaretta;poco dopo sua zia Clara lo raggiunse.Dalla finestrai osservai la scena. Ora,Clara era sorridente con lui,parlavano,e lei mise un braccio sulla sua spalla.Non detti peso alla cosa,in fin dei conti ero lì per dare conforto a mia madre.La notte fu lunga, interminabile. Fuori,un forte temporale animava il cielo nero.Ero nel lettone con mia madre,che dormiva profondamente,aiutata da una pastiglia calmante.Roberto era invece al piano di sopra,nella camera dove,l’estate prima avevo dormito io.Non riuscivo a prendere sonno; mi alzai,facendo attenzione a non svegliare mamma Paola. Se Roby era ancora sveglio avrei potuto parlare un pò con lui e forse ci saremmo coccolati un pò.A piedi nudi salii la scalinata che portava al piano di sopra.Il temporale copriva lo scricchiolìo dei gradini in legno sotto il mio peso.Dal fondo del corridoio uno spiffero di luce usciva dalla camera di Roby.”E’ ancora sveglio” sorrisi e mi avvicinai.Sommessamente, udii le voci di Roby e di sua zia provenire dall’interno.Mi accostai alla porta socchiusa e guardai dentro.Mia sorella Clara era seduta ai bordi del letto con indosso una lunga camicia da notte rosa e Roby era appoggiato con la schiena al guanciale,a torso nudo,con le gambe coperte dal lenzuolo azzurro.Non capivo esattamente di cosa stessero parlando,perch&egrave i tuoni,fuori dalla finestra rimbombavano nell’aria.Entrambi sorridevano,quasi imbarazzati.Non entrai e rimasi in piedi,immersa nell’oscurità del corridoio ad osservare attenta ogni minimo movimento che facevano.Forse Clara stava parlando con suo nipote di quella notte in cui ci scoprì ad amarci.Impossibile,pensai;conoscendo Clara probabilmente aveva rimosso quel ricordo e mai si sarebbe azzardata ad affrontare un argomento tanto difficile quanto imbarazzante.Ma la situazione proseguì inaspettamente. Ignari della mia presenza furtiva dietro alla porta,Roberto si grattò la testa,impacciato mentre si faceva rosso in viso;”No zia,dai..che dici” esclamò a mezza voce.Clara invece,continuava a ripeterle “Dai,tranquillo Roby..avanti..” sollecitando al nipote un non sò che cosa,con un sorriso invedente stampato in faccia.”Dai che cosa?”chiesi tra m&egrave e m&egrave nervosamente.Quella che seguì fu una scena che mi gelò il sangue. Roby,con il braccio destro,sollevò il lenzuolo azzurro scoprendosi le gambe ed il ventre.Era completamente nudo e il suo cazzo era adagiato tra le cosce,molle ma imponente.”E’ bello grosso!” disse Clara mentre con la mano glielo accarezzò..Avevo gli occhi sbarrati e la bocca asciutta..Ma cosa stavano facendo?..Il cazzo di Roby presto divenne duro ed imponente come un obelisco di carne,svettando verticalmente davati alla zia che prese a masturbarlo sempre più eccitata e paonazza.Lui le infilò la mano nella camicia da notte aprendo la scollatura,scoprendo le sue tettone enormi.”Quella troia” digrignai..mia sorella era una schifosa troia.Mi aveva condannata per ciò che avevo fatto,per poi replicare la stessa cosa.Ma la bellezza di mio figlio,quel suo corpo perfetto e quel enorme membro,erano una sfida invitante per ogni donna,o madre o zia che fosse..Roberto piazzò il suo bestione eretto tra le poppe della zia che strinse la morsa in una spagnola.La cappella di mio figlio appariva e spariva velocemente tra le burrose carni del seno della zia che,a bocca aperta,leccava il glande violaceo golosamente. La sua lingua rosea premeva contro la cappella gonfia di Roberto,senza interrompere il frenetico movimento pelvico tra le sue rotonde mammelle.Avrei voluto entrare nella camera e gridare,ma non lo feci.Il lutto di Gaspare era già stato un grave colpo per mia madre,che al piano di sotto dormiva ignara di quanto stesse accadendo nella sua casa. Roby era sudato ed ansimante,teneva gli occhi chiusi,forse per l’imbarazzo.Clara continuò a spompinare l’uccello del nipote fino a quando una pioggia calda di liquido seminale le sgorgò indecentemente nella bocca.La zoccola ingurgitò tutto in una boccata..Scesi le scale con velocità e tornai del letto della mamma.Ero gelosa,Roberto doveva essere solo mio.Persa in quelle folli considerazioni ,mi addormentai. Il giorno del cordoglio funebre si celebrò con molta sobrietà.Sostenevo mia madre chiusa in una sofferenza dignitosa,sorreggendola per un braccio.Dall’altra parte mia sorella Clara, visibilmente turbata da ben altri pensieri.”Non ha nemmeno rispetto per nostra madre” pensai aggrottando la fronte.Roberto,dietro di noi era bello nel suo completo nero elegante.Durante la messa,notai con molto fastidio le occhiate insistenti di mia sorella verso Roby,che invece, commosso seguiva la funzione dedicata a Gaspare.Nelle poche ore restanti,non ebbi alcuna occasione per affrontare mia sorella e probabilmente sarebbe stato meglio far finta di nulla;non ero certo nella posizione per poterla giudicare n&egrave quella mi sembrava un’ occasione congeniale .Non affrontai nemmeno il discorso con mio figlio.Avevo paura in una sua brusca reazione e non volevo perderlo.Tornammo in città e gli impegni di lavoro mi tennero occupata più del dovuto.Tornavo a casa stanca e in quella settimana Roby era in trasferta per lavoro in un cantiere fuori città.Il sabato mattina tornò a casa e mi disse che avrebbe trascorso il week and a casa della zia Clara,che telefonicamente lo aveva invitato per passare il fine settimana sul lago.”Ha!” esclamai meravigliata,mentre nervosamente riassettavo la credenza di cucina.Ero nervosa,quasi in preda ad uno scoppio emotivo,ma per le ragioni che vi ho già detto,non mi opposi.Partì con il treno di mezza mattinata.Como era vicina da raggiungere. Nel pomeriggio venne a trovarmi Rosanna e riuscii a distrarmi.Quella sera andammo a cena a poi al cinema.La domenica mattina mi alzai prima del solito.Non potevo stare nel letto sapendo mio figlio a casa di Clara ,dopo quello che avevo visto.Nella mia testa scorrevano ossessivamente quelle immagini spiate da dietro la porta.Ancora vedevo il viso di Clara paonazzo mentre si accingeva a succhiare il pisello di mio figlio.Senza pensarci troppo,mi infilai una tuta da ginnastica e saltai in macchina.Sarei andata a Como e una volta lì avrei chiamato Roberto sul cellulare per dirgli che ero venuta a prenderlo per passare una giornata con lui,magari per fare un giro turistico sul battello locale.Trovai la strada libera e in poco meno di un’ora e mezza raggiunsi la frazione dove abitava mia sorella.La villetta di Clara era situata su un colle abbastanza ripido da percorrere per un automobilista inesperto e feci parecchia fatica a premere la frizione dell’auto in quei tornanti stretti e tortuosi.Arrivai alla meta,fermandomi al cancello principale.Decisi di lasciare la macchina fuori,nonostante la casa fosse circondata da un grande spiazzo pieno di alberi e siepi ,con uno spazio libero dove poterci parcheggiare almeno quindici autovetture.La villa era immersa nel verde e sul lato sinistro della struttura,Clara ed il suo compagno avevano fatto costruire una bella piscina allo scoperto.Erano le dieci del mattino ed il sole brillava alto nel cielo limpido.Faceva caldo e gli uccellini cinguettavano festosi sui rami sovrastanti. Entrai furtivamente nel cancello accostato e percorsi qualche metro nello spiazzo alberato.Poco distante, scorsi Roberto immerso nella piscina che nuotava a grandi bracciate.Sentivo la voce di Clara provenire dalla veranda,ma da quella angolazione non riuscivo a vederla,impedita da una delle grosse colonne in cemento che adornavano la villetta.”Roby tesoro vieni,la colazione &egrave pronta” eccheggiò nell’aria la voce argentina ed ìlare della zia.Roby si avvicinò al bordo della piscina ed uscì dall’ acqua, completamente nudo.Avevo il cuore che batteva a mille dall’agitazione.La sua figurà sparì dietro alla colonna..Mi allontanai da lì e mi affrettai verso la macchina dove avevo il cellulare dentro al cruscotto.Con le mani tremanti digitai il numero di telefono di mio figlio..il suo cellulare era ancora spento.Gettai il telefono sul sedile posteriori ed imprecai.Cosa dovevo fare?Tornai dentro la proprietà di Clara e a passo deciso mi avvicinai alla veranda coperta.Sul tavolino bianco c’erano gli avanzi di un’abbondante colazione “Per questo Clara &egrave così grossa”pensai malignamente.Sulla sdraio in plastica,buttato con noncuranza c’era il costume da bagno giallo e blu di Roberto.La porta finestra era aperta sul grande soggiorno arredato in stile country e sul fondo della stanza spiccava la scalinata bianca in muratura che portava alle camere da letto.Mi sentivo una ladra,intrufolandomi all’interno della casa, immersa in un silenzio ovattato.Dal piano di sopra ,mi arrivarono le risatine divertite di mia sorella e la voce più robusta di Roberto.Mi arrampicai sui gradini raggiungendo l’anticamera sovrastante.Davanti a me la porta del bagno spalancata,sul lato sinistro altre due porte chiuse e sulla mia destra la grande camera di Clara.Mi affacciai dallo stipite in legno bianco: Roberto era sdraiato sopra mia sorella che,sottostante allargava le cosce ,abbracciandolo.I suoi glutei marmorei si contraevano in movimenti ritmici,penetrando la fregna di mia sorella che ansimava ed incitava il nipote a spingere con forza.Sentii una fitta all’altezza della vagina,ed una vampata di calore mi percorse lungo la schiena..Entrai sfrontata nella camera. “Ma bravi!”pronunciai ad alta voce mentre i due amanti saltarono dal letto spaventati e sorpresi.”Mamma..”esclamò lui. “Stà zitto” .Clara,improvvisamente impallidita,cercò di riassettarsi mentre copriva le cosce paffute con la vestaglia.Mi voltai verso di lei e le dissi” Ora te ne rendi conto cara sorellina cosa vuol dire avere vicino un ragazzo come Roberto,vero?” Lei tremante cercò di giustificarsi “No Monica credimi,ti spiego ..io..io non volevo”.Roberto se ne stava zitto,in piedi a lato del letto,tutto nudo con le mani a corolla nel vano tentativo di nascondere il suo pene,che straboccava abbondante fuori dalle dita.Mi avvicinai a Clara e le strinsi una poppa nella mano “Preferisci tua zia perch&egrave ha le tette più grosse delle mie?” chiesi.I miei occhi erano lucidi,espliciti.Clara arrossì stupita, mentre le mie dita stringevano il suo capezzolo inturgidito.Le sue tettone erano sode e l’aureola mammaria rosea,tonda e grossa come un piattino da caff&egrave.Mi abbassai i pantaloni della tuta scoprendomi la passera scura e già bollente.Nello stupore generale mi inginocchiai ai piedi di Roberto e scostandogli le mani dal pube cominciai a succhiare il suo cazzo.Quel grosso baccello di carne si gonfiò in men che non si dica,dentro la mia bocca umida ed accogliente.Mi voltai verso Clara stringendo nella mano la minchia eretta di mio figlio,mentre con la punta della lingua titillavo la cappella, inumidendola di saliva.Clara allargò istintivamente le gambe,sul letto,e prese a masturbarsi la passerona circondata da biondi ciuffi ricci e mi fissava,eccitata e perversa mentre inghiottivo il pene del suo nipotino.Roberto era fremente,eccitatissimo.I suoi occhi erano quelli di un toro consapevole di far divertire due vecchie bagasce,quali erano sua madre e sua zia.Lui si distese sul lettone nel centro a gambe larghe e io e sua zia cominciammo a passarci il fallo da una bocca all’altra.Il rossetto fuxia di Clara rimaneva stampato lungo la verga venosa,in quel intricato scambio di lingue e di labbra.Mentre lei avvolgeva la cappella di Roby con le labbra socchiuse, io più in basso lappavo nei suoi coglioni pelosi,profonde slinguate avide..Nella foga della passione,la mia lingua si scontrò con quella di mia sorella,in un saffico gioco che eccitò ancora di più mio figlio.”Allora,quale fica devo sfondare per prima” sorrise sfrontatamente..Lasciai il posto a mia sorella,che ,denudatasi completamente si adagiò sul materasso,con il viso sommerso dai suoi seni giganteschi.Roberto si accomodò tra le cosce della zia fremente e con un colpo deciso profanò la fessura della sua fica,facendo scomparire il suo grosso randello nelle sue cavità vaginali.La testa di mia sorella sussultava sul cuscino, violentemente sbattuta dai colpi pelvici di suo nipote.Perversamente spingevo il culo di mio figlio contro la passera di mia sorella,forzando ancora di più lo stantuffamento.Clara gridava,dal male o dal piacere,questo non lo potevo sapere ma ero così eccitata che sentii colare sulle gambe il succo appiccicoso che fuoriusciva della mia fica.Mi chinai tra le sue gambe,da dietro,e con la lingua perlustrai il buco del culo di mio figlio,spingendo con la punta all’interno del suo ano caldo e piccante.Lui ansimava di piacere..si voltò per vedere la sua immonda madre con la faccia affondata nel suo culo,alla ricerca di umori proibiti.Sollecitati dalla mia lingua,i muscoli del suo ano si dilatarono un poco;quanto bastava per potergli entrare dentro con tutta la lingua..avevo in bocca il gusto delle sue secrezioni anali e le labbra imbrattate di schiuma ambrata.
Eccitato dal turbinìo di quella perversa situazione immorale ed incestuosa,Roberto mi invitò frettolosamente ad offrirgli la bocca inginocchiandomi affianco a mia sorella, anch’essa pronta con le labbra spalancate innanzi al suo uccello che ci allagò le tonsille di sborra,che,anche questa volta spruzzò generosamente in grande quantità,macchiandoci la faccia ed accecandoci gli occhi.La crema appiccicosa e densa ricoprii copiosamente le nostre facce,mentre Roberto emetteva ansimi di piacere,soffocati dalla violenta pressione degli schizzi seminali che traboccavano all’esterno del suo cazzo.Si chinò e mi baciò sulla bocca,imbrattandosi la faccia del suo stesso sperma.Avevo raggiunto un livello vergognoso,immondo..e nella spira della mia perversione avevo trascinato persino mia sorella.A turno ci ripulimmo sotto la doccia.Io e Clara pranzammo insieme mentre Roberto si divertiva nella piscina ,nuotando completamente nudo.Da sotto il portico lo guardavamo compiaciute ed attratte.Nell’acqua la sua pelle abbronzata e bagnata rifletteva la luce del sole e ad ogni immersione, ammiravamo i suoi glutei possenti spalancarsi davanti ai nostri occhi,prima di scomparire nel fondo della piscina.Nel tardo pomeriggio,salutammo Clara.Io e lei ci abbracciammo mentre Roberto le diede due piccoli baci sulle guance..”Ciao zia” si guardarono negli occhi e salimmo in macchina per tornare a casa. Dopo quel week and sul lago,non posso dire che i miei rapporti con Clara tornarono quelli di un tempo, ma per lo meno ci sentivamo sporadicamente al telefono.Roberto aveva ripreso a lavorare duramente in cantiere ed il suo tempo libero era veramente limitato.La società per cui lavorava,aveva preso in mano un grosso cantiere nella nostra città,per la realizzazione di un immenso residence a cinque stelle.La sua squadra di lavoro fu fortificata con la fusione di un’altra ditta che metteva a disposizione numerosi operai provenienti dal sud Italia.Roby strinse amicizia con un ragazzo napoletano in trasferta e spesso la domenica usciva in sua compagnia.
Un sabato pomeriggio,mentre rincasavo carica di sacchetti della spesa trovai Roberto sotto casa insieme al suo nuovo amico partenopeo,che si presentò cordialmente.”Piacere sono Ciro..”e mi strinse la mano in una stretta decisa.Roby mi disse che eccezionalmente avevano due giorni liberi dal cantiere, in quanto una squadra di periti dovevano verificare scrupolosamente le opere svolte fino a quel momento.Così mi chiese se per quella notte Ciro avrebbe potuto dormire da noi.Accettai senza alcun problema,ero contenta che Roberto si trovasse bene con un nuovo amico.Mi aiutarono a portare in casa i sacchetti della spesa; Ciro era un ragazzone possente di 24 anni;la sua carnagione ambrata,i capelli scuri e mossi e gli occhi verdi lo rendevano decisamente un tipo attraente.Ai fornelli volle assolutamente preparare personalmente gli spaghetti “Cà pummarora” secondo una ricetta tradizionale di sua madre.Mentre si muoveva abilmente tra i fornelli,andai in camera da Roberto che si stava cambiando per la cena.”E’ simpatico il tuo amico sai!” dissi e lui ne fu contento”E’ un bravo ragazzo,un gran lavoratore” mi rispose.Circondò il mio viso con le mani e mi baciò pudicamente le labbra.Rimasi un attimo davanti al comò della sua camera,mi specchiai: ero una donna carina,ma comune.Non ero una di quelle persone super curate,alla ricerca della giovinezza a tutti i costi.Mi soffermai sulle sottili rughe che si stavano cominciando ad evidenziare intorno agli occhi,dove la pelle era più sottile.Le labbra,ben delineate erano rosee ma non troppo carnose.Ero una donna comune,come tante.Ero snella questo si,ma il seno era piccolo,sodo e le gambe lunghe,leggermente smagliate all’altezza delle cosce,segni comparsi dopo la gravidanza.Probabilmente al di fuori di quella assurda situazione,non mi sarei potuta di certo permettere un amante bello e vigoroso,di vent’anni più giovane.Pertanto le attenzioni che mi prestava Roberto,pur essendo mio figlio,mi lusingavano facendomi sentire bella ed ancora desiderabile.Cenammo in un clima allegro e spensierato,Ciro era simpatico e quella sua cadenza cosi’ spiccata lo rendeva ancora più piacevole da ascoltare.Era un ragazzo alla mano e non ebbe problemi a prendersi la confidenza di darmi del tu.”Hai una mamma bella e giovane,sembra tua sorella” disse a Roberto che annuì.Io arrossii un poco e dissi che non ero più così giovane,mentre lo sguardo verde di Ciro si posò per un attimo sopra mia canotta all’altezza dei seni,che spiccavano ancora sodi dalla stoffa.
Con l’aiuto di Roby aprimmo il divano letto e portai un cuscino per Ciro. Andai nella mia camera mentre i ragazzi si soffermarono in soggiorno per fumare un’ultima sigaretta ,prima di coricarsi.Stavo per prendere sonno quando Roberto mi raggiunse in camera “Mamma sei sveglia?” Mi stropicciai gli occhi nella semi oscurità della camera per focalizzare mio figlio ai piedi del letto “Si perch&egrave?” risposi con voce impastata.”Sai,Ciro mi ha confidato che sei una bella donna” ascoltai..”Beh,ringrazialo caro..ma..perch&egrave me lo stai dicendo ora?Stavo quasi per addormentarmi..” Roberto sorrise con un’espressione sorniona e aggiunse “Ha detto che ti darebbe una “botta”molto volentieri” Mi ripresi dal sonno e tirandomi su per la schiena chiesi a Roberto che cosa aveva in mente.”Alzati e vai in soggiorno,infilati nel suo letto mentre io vi spio da dietro l’ingresso” Sbottai un pò infastidita da quella presuntuosa richiesta di mio figlio “Ma come ti vengono certe idea,per chi mi hai presa?” chiesi,dimenticando che razza di donna ero diventata ultimamente.Roby sollevò un sopracciglio,in una buffa espressione di disappunto ed alzandosi disse “Beh,peccato,sarebbe stato eccitante” mentre con la mano tastò il bozzo che sporgeva dalle sue mutande.Mi morsi le labbra in un attimo di riflessione.”Ok amore”.Mi alzai e mi sfilai i pantaloncini del pigiama restando con indosso la t-shirt leggera che mi copriva a malapena i glutei nudi,senza le mutandine.Roberto esternò un sorriso complice e mi strinse per un attimo il sedere,spingendo voglioso il dito medio contro il mio orifizio anale.Così mi avvicinai in punta di piedi al soggiorno.Ciro se ne stava disteso sul divano letto a guardare un programma notturno di sport.Indossava una canotta intima bianca a coste che spiccava sul petto villoso.I peli neri sbordavano all’attaccatura del collo e sugli avanbracci.I boxer intimi blu scuro erano aderenti alle cosce ed ai glutei.Entrai nella stanza e sfacciata chiesi a Ciro se potevo tenergli compagnia per un pò.”Ma con piacere!” rispose stupito,cercando di ricomporsi chiudendo le gambe e sollevandosi con la schiena.”Stai comodo caro,non ti preoccupare” le dissi dolcemente mentre mi accomodavo affianco a lui sul materasso.Sollevando le gambe mi scoprii il pube sotto lo sguardo incredulo di Ciro,ignaro di essere spiati da Roberto,nascosto dietro la porta.”Ti senti a tuo agio?” gli chiesi mentre appoggiavo la mia mano sopra il suo uccello che si stava indurendo dentro i boxer.A questo punto,mi circondò le spalle con un braccio e mi avvolse a lui in un bacio bagnato,lingua a lingua mentre il suo corpo aderiva al mio e la pressione della sua erezione spingeva sopra lo spacco della mia vagina.”Non ci credo!!” esclamò introducendomi con poca delicatezza due dita nella fica.Abbassai l’elastico delle sue mutande ed estrassi il suo bel cazzo,di dimensioni non eccessive,ma durissimo e ben proporzionato.Lo presi in bocca con facilità,rispetto a quando lo facevo sulle grosse dimensioni di mio figlio. Ma ero lo stesso molto eccitata.Il Cazzo di Ciro aveva un buon sapore dolciastro mentre lo assaporavo lungo l’asta e sopra i coglioni sodi. Affondò la sua faccia tra le mie cosce,pizzicandomi la pelle con la barba incolta da un paio di giorni.La sua lingua si muoveva con maestrìa all’interno della passera che sbrodolava già copiosamente.Cercavo di captare nel buio l’ombra di Roberto che,probabilmente si stava masturbando forsennatamente alla visione di sua madre fottuta dal suo migliore amico.Desiderai che piombasse sul letto anche lui per partecipare a quell’incontro carnale,ma questo non successe.Così mi abbandonai sotto il corpo virile di Ciro adagiandomi a cosce aperte per accogliere il suo sesso dentro di me.Mi penetrò lentamente,mentre i muscoli della mia fica si avvolgevano intorno a lui in una morsa calda ed umida.”Mmmmm come sei calda” mi disse all’orecchio e prese a fottermi con un ritmo più veloce.Nel silenzio, le carni appiccicose schioccavano in un sordo rumore.Mi ero talmente lasciata andare che avvertii presto l’arrivo dell’orgasmo,che mi avvolse completamente e sgorgò liquido tra le mie gambe,bagnando il pube scuro di Ciro. Estrasse l’uccello dalla passera ed eieculò sulla mia pancia ,zampillando la sua sborra cremosa di color bianco vivo mentre eccitato, balbettava ansimi incomprensibili di appagamento..Mi accarezzai l’addome con la mano,intingendo la mano nel suo spurgo di umori maschili e mi leccai le dita golosamente ,assaporando il suo aroma denso e gustoso.”Maronna mia quanto sì bona” concluse.Le augurai una buona notte lasciandolo ancora incredulo sul materasso ed attraversai il corridoio lentamente ,camminando a piedi nudi sulla moquette grigia.Entrai in camera e subito venni circondata dalle braccia di Roberto che si strinse contro la mia schiena.”Sei stata fantastica mamma” mi sussurrò piano,mentre il suo cazzone si appoggiò impunemente tra le mie chiappe.Avvertii nuovamente un brivido lungo la spina dorsale.Mio figlio mi baciò sul collo stringendomi i seni tra le sue mani.”Ho una gran quantità di latte caldo da farti bere mia dolce mammina”..Mi sedetti sul bordo del mio letto e Roberto mi si piazzò di fronte,nudo con la mazza alzata contro la mia bocca.Strinsi il suo uccello tra le mani e pompandolo golosamente con la bocca,in breve,riversò sui miei seni un’abbondante colata di sperma,che guizzava dalla fessura rosata della grossa cappella,sotto la pressione dei coglioni gonfi e saturi di liquido seminale, che si contraevano all’interno dello scroto.Fradicia dei suoi umori,mi infilai sotto la doccia.L’acqua calda fece scivolare lungo la mia pelle,i residui biancastri ed appiccicosi del nettare di Roby e completamente abbandonata a m&egrave stessa ,in quel clima di lussuria e peccato,mi masturbai con la mano,sola ed ancora desiderosa di piaceri immorali. Un mercoledi’ mattina in ufficio,ricevetti una telefonata inaspettata.Ero immersa nell’archivio generale alla ricerca di un fascicolo che il capo mi aveva dato mesi prima.Si affacciò sulla porta Franca,la mia collega: “Monica al telefono per te..” “Chi mi rompe già a quest’ora del mattino?”chiesi “Un certo Flavio Borgazzi” rispose.Scattai dritta come un soldato.Flavio era il mio ex marito.Non lo sentivo da più di un’anno.Presi la telefonata dall’apparecchio situato in fondo alla stanza archivio.”pronto sono Monica” Dall’altra parte la voce composta e cordiale del mio ex marito da cui ero separata da circa tre anni e mezzo: “Son tornato da New York questa settimana,e pensavo che ti avrebbe fatto piacere cenare insieme,mi fermo solo per qualche giorno.” Il mio rapporto con Flavio era terminato dopo una serie di tentativi da parte di entrambi,di poter mantenere in piedi il matrimonio.Ma lui,che lavorava per una multinazionale,viaggiava spessissimo e nell’ultimo periodo continuavamo a litigare,sempre per motivi strettamente legati alla sua professione.Per di più,avevo sempre sospettato un suo tradimento con l’assistente personale,una bella ed affascinante donna sulla trentina,che lo seguiva in ogni spostamento,un presunto adulterio da lui mai confermato.
Quando tornai a casa informai Roberto della telefonata ricevuta.”Che cazzo vuole dopo essere sparito,lasciandoci nella merda..”sbottò.”Dai non parlare così,&egrave sempre tuo padre”.Fu una reazione istintiva, Roby voleva bene a suo padre ,ed in fondo ,i suoi rapporti con Flavio erano sempre stati buoni.Dopo un breve scambio di pareri,comunque,dissi a mio figlio che mi sarei incontrata per cena col papà al Gambero Rosso,un noto ristorante nel centro della città..Mentre mi preparavo Roby se ne stava sull’ingresso della camera e mi guardava,mentre mi truccavo davanti allo specchio.Indossai una longuette con spacco e una camicetta di voile bianca,abbastanza trasparente.”Ti si vede il reggiseno” mi disse Roby prima di girarmi le spalle ed andare in camera sua.Chiamai un taxy che mi portò nella piazza dove io ed il mio ex marito ci eravamo dati appuntamento.Puntuale come sempre,Flavio mi aspettava in piedi vicino ad una grande fontana.Mi sorrise ed in quell’istante notai la stessa espressione di nostro figlio.Ora che si stava avvicinando ai ventuno anni,Roberto assomigliava sempre di più a lui.”Ti trovo in splendida forma” mi disse abbracciandomi. “Stai molto bene anche tu!” risposi.Flavio era veramente in ottima forma;aveva perso qualche kilo,i capelli brizzolati tagliati con cura,la pelle abbronzata e morbida.Era un bell’uomo di quarantanove anni,elegante nei gesti e carico di fascino.Aspirai il suo profumo,lo stesso che adoperava sin da quando eravamo fidanzati.Mentre raggiungevamo a piedi il ristornate,poco distante dalla piazza,mi estraniai per un attimo pensando alle bassezze sessuali che avevo compiuto in quel periodo.Mio marito mi guardava con uno sguardo limpido,gentile; per anni lo avevo condannato imputandogli una relazione extraconiugale forse inesistente,ed ora mi ritrovavo a fare delle zozzerie immonde con nostro figlio.Cercai di allontanare quei pensieri dalla mia testa. A cena mi chiese di Roberto,voleva sapere se stava bene e se era molto arrabbiato con lui.”Son quasi due anni che non lo vedo,mi farebbbe davvero piacere incontrarlo”.Promisi di chiederglielo non appena fossi rincasata.Bevemmo un’ottimo champagne dopodich&egrave Flavio mi chiese se volevo salire nella sua camera,in uno splendido hotel dove avrebbe pernottato per qualche giorno,prima di partire nuovamente per gli States. Accettai ed entrammo nell’immensa hall tutta tapezzata in color panna e decorata con stucchi dorati.”Buona sera Mister Borgazzi” disse un valletto in divisa,situato dietro la moderna reception cromata.Entrammo nell’ascensore tapezzato di specchi e cristalli e mi venne spontaneo chiedergli quanto spendeva per dormire ogni notte li dentro.Flavio scoppiò in una risata divertita “E’ la società che paga.Qui ti pelano 2.500euro a notte!” Strabuzzai gli occhi pensando che quella somma corrispondeva a quasi due mensilità del mio stipendio.
Entrammo nella camera e rimasi scioccata dalla vastità e dal lusso dell’arredamento dal design futuristico.Flavio mi avvolse le spalle con il braccio e mi sussurrò “Anche se non siamo più sposati mi farebbe tanto piacere passare la serata insieme a te”.Ci baciammo sulle labbra e riscoprii un brivido che mi percorse le vene.”Aspettami” disse Flavio entrando nel principesco bagno in marmo nero.Mi sfilai la camicetta e la gonna,restando con l’intimo in pizzo bianco.Ero un pò nervosa ma anche molto eccitata. Erano passati così tanti anni dall’ultima volte che avevo fatto l’amore con mio marito.Flavio arrivò nella camera,con indosso l’elegante accappatoio in ciniglia blu.Si meravigliò nel trovarmi già spogliata.Si sedette vicino a me e con gentilezza mi baciò la fronte.”Sei molto bella”.Sorrisi per un attimo;in diciannove anni di matrimonio ero stata la sua timida compagna,riservata,pudica.I nostri rapporti si erano sempre consumati come un dovere coniugale,silenziosi e teneri,senza mai un accenno di passionalità da entrambe le parti.Eppure Flavio era un bell’uomo,non avrei potuto desiderare di meglio.Alto e con un fisico asciutto,le spalle larghe,le braccia ancora robuste e le gambe scattanti e delineate dal calcio,sua grande passione.Ma oggi ero una donna molto diversa.In me scorreva il sangue della lussuria.Non ero più una timida moglie,e non poteva immaginarsi che dietro al mio aspetto di donna mite e madre di famiglia,si nascondeva l’anima di una puttana corrotta.Flavio avvicinò la mano alla spallina del mio reggiseno candido,per scostarla delicatamente,e si stupì nel sentirsi spingere sul materasso.Aprii il suo accappatoio con gesti decisi e rapidi denudandolo.Non gli lasciai il tempo di realizzare quello che stavo facendo; presi in bocca il suo cazzo profumato e cominciai a spompinarlo come una troia vogliosa.”Mamma mia Monica che ti stà succedendo” sospirò esterefatto.Mi guardava con i suoi occhi azzurri e trasparenti mentre mi affannavo a spingermi il suo uccello in bocca mentre si gonfiava tra le mie labbra.I peli color sale e pepe del suo pube si inumidirono della mia saliva che trasbordava dalle labbra ,come una bestia vorace.Coinvolto dalla foga,mi scostò le mutandine e mi infilò le dita nella fica,allargandomi lo spacco.Ero bagnata,la mia tana era zuppa di umori vaginali,tanto che il mio ex marito,eccitatissimo,si introdusse all’interno della mia sorca con tutta la mano,fino a quando il suo polso fu circondato dalle grandi labbra. Emettevo dei gridolini di eccitazione mentre Flavio stava riscoprendo i piaceri della carne ,da tempo assopiti. “Mettimelo in culo” biascicai mentre, leccavo i suo coglioni con cura.”Si tesoro,tutto quello che vuoi” mi disse prendendomi per i fianchi con decisione, piazzandomi a quattro zampe sul materasso.Sentii la cappella spingere timorosa contro il buchino del culo. “Dai,non avere timore,sfondamelo!” ordinai. E Flavio mi aprì il culo,cacciandomi dentro il suo cazzo durissimo ,spingendo con forza. Il materasso del letto sobbalzava sotto i colpi pelvici che il mio ex marito mi infieriva.Colpi secchi che mi facevano sussultare. Divaricai al massimo le cosce,mentre Flavio continuava a stantuffarmi con vigore,e con le dita presi a sgrillettarmi il clitoride,che era gonfio e sensibile.”Amore sei diventata una gran troia” disse lui mentre infilava il suo uccello marmoreo dentro il mio ano dilatato. Infine,sdraiati sul materasso concludemmo il nostro approccio con un meraviglioso 69; mi lasciavo affondare il suo cazzo nella gola,mentre Flavio dissetava le sue seti dentro la mia fica,leccando golosamente i miei effluvi femminili.Venne dentro la mia bocca ed ingerii l’abbondante sorsata di sborra acre,cosa che non avevo mai fatto in diciannove anni di matrimonio.”Sei formidabile Monica,mi hai lasciato senza parole,concluse lui pago di quel piacere.Mi rivestii quasi subito,come una qualsiasi prostituta al termine del suo lavoro.
Uscii nella grande terrazza adiacente alla camera per fumare una sigaretta.Fuori il clima era fresco.In mezzo alla grande veranda coperta,troneggiava una piscina con l’idromassaggio.”Mi farebbe piacere se domani venisse a trovarmi Roberto qui.Potrebbe farsi un bel bagno in piscina e cercherei di fargli capire che sono sempre suo padre e gli voglio bene!”disse Flavio.”Ti ho promesso che gliene parlerò appena arrivo a casa. Potreste vedervi nel pomeriggio così potrete chiarirvi e la sera vi raggiungerei per cenare tutti insieme,che ne dici?” proposi.Il mio ex marito era assolutamente d’accordo.Mi chiamò un taxi,direttamente dalla linea privata della sua camera e tornai a casa. Il taxi mi lasciò sotto il portone di casa.Erano passate le h 03.00. Prima di aprire l’ingresso di casa mi specchiai un attimo all’interno dell’ascensore.Mi ero lavata il viso nel bagno di Flavio e non avevo più tracce di trucco.Entrai in casa.Dalla camera di Roberto la luce della tv ancora accesa illuminava il corridoio.Entrai nella sua stanza e lo trovai semi addormentato.”Tesoro sono arrivata”.Lui alzò pigramente la testa dal cuscino,mi scrutò un attimo e sprofondò nuovamente.”Mi ha chiesto papà se domani pomeriggio vuoi andare a trovarlo”..”Domani vedrò” biascicò assonnato.
Al mattino trovai mio figlio già in cucina,seduto sullo sgabello che sorseggiava caff&egrave.Me ne versò una tazza.Mi sedetti al tavolo con lui. Aveva la faccia gonfia di sonno e sulla pelle ancora i segni delle lenzuola impressi.Mi chiese come era andata la serata.Le raccontai della cena e di come era bella la camera dove suo padre alloggiava; evitai di soffermarmi sul fatto che avevo fatto sesso con il mio ex marito.”Ha una piscina stupenda in camera,sai! E’ un residence davvero lussuoso”.Finimmo di fare colazione dopodich&egrave comincia a riassettare un pò la casa. Roberto uscì a fare un pò di jogging nel parco.Tirai fuori dal fondo dell’armadio l’album di nozze e riguardai quegli scatti con malinconia.In fondo,dopo la separazione non ero più riuscita a ricostruirmi una vita sentimentale ed ero una donna sola..Mi soffermai su una fotografia scattata durante le vacanze al mare.Mi ritraeva insieme a Flavio con Roberto in braccio,ancora infante..per un attimo ebbi una sensazione fastidiosa pensando alla relazione sessuale che da due anni mi legava a mio figlio.Chiusi l’album fotografico di colpò e lo riposi.
Intanto Roberto,che aveva cambiato il suo percorso di jogging raggiunse la piazza dove sorgeva il residence di papà.Si fermò un attimo davanti l’enorme porta a vetri scorrevole,asciugandosi il sudore dalla fronte con l’avambraccio della tuta sportiva.Entrò nella hall e avvicinandosi alla reception chiese di essere annunciato al signor Borgazzi. Un valletto lo accompagnò sul piano dove si trovava la camera.Flavio lo aspettava sull’ uscio.
Si abbracciarono e per un lungo minuto si strinsero forti l’uno con l’altro “Sei diventato un uomo!”disse suo padre ,dandogli una pacca sulla spalla.Roberto si guardava intorno incuriosito dalla bellezza dell’enorme stanza.Parlarono molto,confidandosi emozioni e paure,come due vecchi amici.Roberto era sempre stato molto attaccato a suo padre.Ma non aveva mai digerito la nostra separazione.
“Ti va di farti due bracciate in piscina?”chiese a suo figlio.”Perch&egrave no !! Ok”. Flavio andò a cambiarsi mentre Roberto uscì in veranda a giunse ai bordi della piscina; si sfilò la felpa sportiva,restando a torso nudo. Suo padre arrivò con indosso i calzoncini da bagno.”Fai molto sport vedo!” esclamò Flavio davanti al torace muscoloso di Roby.”Non mi sono portato il costume.Ti da fastidio se faccio il bagno con le mutande?” “Tranquillo non c &egrave problema” Roberto si sfilò i pantaloni e si tuffò agilmente dentro l’acqua.Intanto raggiunsi il residence.Salii sull’ascensore ed arrivai davanti la camera di Flavio.Bussai. Mi venne incontro il mio ex marito tutto grondante di acqua.”Ciao Monica,stiamo facendo il bagno in piscina!” “Bene” esclamai e mi accompagnò in veranda.Roberto era in acqua che nuotava con grandi bracciate,come un vero atleta.”E’ arrivata mamma!” mi annunciò Flavio e Roby tirò fuori la testa dall’acqua e mi salutò con un cenno della mano! Mi sedetti con il mio ex marito al tavolino, ai bordi della piscina e mi offrii un succo di ananas fresco.”Hai sete Roby?” chiesi ad alta voce.”Si arrivo”mi rispose.Uscì dall’acqua e provai una sensazione di disagio ed imbarazzo.Le mutande bianche di Roby appiccicandosi al corpo bagnato,trasparirono completamente.Notai che il mio ex marito,dopo un’occhiata attenta agli slip di Roby voltò la testa fingendo di ammirare il sole che brillava alto nel cielo.Roberto prese il bicchiere dal tavolo e tracannò il contenuto.Guardavo le sue mutande zuppe d’acqua, aderire al pene che appariva come una grossa salamella adagiata sopra i pesanti testicoli.Arossii. Continuammo a parlare e Flavio mi prese la mano e la avvicinò alla bocca per un bacio galante “Sei sempre bellissima Monica” disse; Roberto che stava osservando la scena disteso al sole sulla sdraio si indispettì,morso dalla gelosia che provava nei miei riguardi e che spesso manifestava violentemente.Scattò in piedi bruscamente e sbottò: “Devo andare al cesso” con tono secco allontanandosi scuro in viso; mi diede un’ occhiata di sfida attraverso la vetrata della veranda ed entrò nella stanza attigua. Suo padre non ci fece caso . Flavio mi porse un foglio pieno di date ed orari, illustrandomi gli impegni ai quale doveva far fronte nei giorni seguenti.Nel mentre mi stava spiegando dove si trovava la direzione generale della sua sede lavorativa in Italia,mi gelai,irrigidendomi sulla sedia alla vista di Roberto, che uscì sulla veranda completamente nudo,con un sorriso sfacciato dipinto in volto. Flavio si voltò verso di me ,interdetto e disorientato.”Prenderò un pò di sole integrale,vi dispiace?” ci disse accomodandosi a gambe larghe sulla sdraio a pochi passi da noi.Era imbarazzante vedere il suo lungo uccello adagiato lungo le cosce , e quelle dimensioni generose rendevano la situazione ancora più imbarazzante. Flavio non si pronunciò ma notai il suo sguardo fisso sul cazzo di suo figlio.Deglutì nervosamente mentre io non sapevo più dove guardare.Mi alzai dalla sedia “Vado un attimo in bagno”dissi affrettandomi all’interno della camera.
Entrai nello splendido bagno in marmo nero,e mi rinfrescai il viso paonazzo dalla vergogna.
Mi abbassai le mutandine per fare pipì quando irruppe Roberto che,spalancando la porta entrò nella stanza da bagno e mi si piazzò davanti,con le mani sui fianchi e l’uccello che oscillava tra le gambe a pochi centimetri da me.”Non avrai mica intenzione di andare a letto con lui” tuonò ad alta voce. Mio figlio aveva il viso alterato e le vene sul collo pulsavano nervose.”Roby dai,ne parliamo a casa,mi stai mettendo in imbarazzo di fronte a papà ” dissi a bassa voce,per paura di essere sentita.Roby mi afferrò violentemente per un polso “Tu sei solo mia mamma,hai capito? MIA e basta” Ero nel panico,avevo paura di sbagliare a parlare; mio figlio,dopo l’inizio del nostro rapporto incestuoso,aveva spesso manifestato reazioni violente che erano sconfinate in rapporti sessuali violenti,come la volta che mi violentò il culo. Roberto si chinò inaspettatamente tra le mie cosce,mentre ero ancora a cavalcioni sul water.”Pisciami in bocca mamma,avanti”. Rimasi sconvolta, paralizzata da una misteriosa forza perversa che mi rendeva inerme davanti a mio figlio.Non appena dallo spacco della passera cominciò a piovere l’urina scrosciante,la lingua di Roby impunemente leccò la fica,bagnandosi il volto con la mia pipì e deglutendone alcune boccate.”C’&egrave tua padre di là smettila” sospirai già abbandonata in quel vortice di oscene perversità.Il cazzo di Roberto era già ritto,duro e mostruosamente grosso.”Dammelo,lo voglio..”sospirai poco prima di riempirmi la bocca di quel tarello equino.La cappella gonfia sbatt&egrave sulla mia ugola ,soffocandomi.
E proprio in quell’istante entrò Flavio dentro il bagno. Rimase dritto sulla soglia paralizzato,con lo sguardo fisso su di noi. Un senso di disorientamento ed incredulità lo attraversò lungo le vene.Lo guardai negli occhi,mentre la mazza di nostro figlio era ancora impiantata all’interno della mia bocca.Ci fu un lungo momento di silenzio e di immobilità. Mi colò un rigolo di saliva dagli angoli della bocca dilatata da quel palo carnoso.Per un secondo,Roberto si voltò con la testa verso suo padre,guardandolo come se fosse stato uno sconosciuto qualsiasi,per un secondo soltanto.
Dopodich&egrave mi ordinò secco “Succhialo troia” e continua a leccare il suo cazzo. Il mio ex marito si grattò il capo per un momento,e notaio dentro i suoi calzoncini da bagno un’improvvisa erezione che tendeva la stoffa blu. Fece un passo indietro nell’azione di uscire dal bagno..si fermò..e facendo un profondo respiro si abbassò anch’esso il costume.Flavio si avvicinò a fianco di suo figlio e mi porse il suo cazzo duro. Roberto gli sorrise sfrontatamente ed estraendo il suo membro dalla mia bocca ,mi lasciò libera di spompinare l’uccello di suo padre.”Bravo papà, fai il tuo dovere di marito” ghignò lui perversamente.La mia lingua era vellutata lungo l’asta venosa del suo pene. Flavio reclinò la testa,gemendo silenziosamente di piacere. Sollevai il mio sguardo verso di lui e notai che i suoi occhi erano fissi sull’enorme cazzo di nostro figlio.Dopo un attimo di esitazione,con le labbra tremanti disse “Sei davvero dotato figliolo,hai un cazzo gigantesco!” rivolgendosi a Roberto.Padre e figlio si scambiarono uno sguardo di profonda intesa,come se quegli anni di separazione non ci fossero mai stati.Roberto,allungò una mano verso i glutei nudi del padre,accarezzandoli . Flavio si leccò le labbra, con lo sguardo perso in chissà quali fantasie. Le labbra carnose di mio figlio si avvicinarono alla guancia paterna e la baciò. “Mio dolce papà,sò che mi desideri tanto anche tu, proprio come la mamma” disse e prendendogli il polso lo indirizzò sopra il suo minchione. Flavio strinse la mano intorno al cazzo del figlio,afferrandolo con decisione. Roby storse la bocca in un’espressione animalesca,diabolica ed estraendo la lingua la passò sulla bocca di suo padre, leccandola. “Succhiami il cazzo papà,ti prego!Dimostrami che mi vuoi bene”. Io mi appoggiai con la schiena all’assa del water e mi fermai ,attenta a quello che stava succedendo.Mi sembrava di essere in una dimensione irreale,dentro ad un sogno erotico perverso,senza limiti.La mia fica però era presente,bollente e bagnata come mai prima d’ora.L’eccitazione cominciò a manifestarsi dalla punta delle dita fino al cuoio capelluto,con brividi fortissimi.Flavio,annientato dalla bellezza fatale di suo figlio, si chinò con le ginocchia sul pavimento freddo,spoglio della sua abbituale mascolinità e come una serva obbediente ,si lasciò scopare la bocca da nostro figlio. Le sue labbra sottili circondavano il cazzone,bagnandolo di saliva paterna,che colava sopra le palle di Roby mentre sbattevano sul suo mento.Roby stinse la testa del padre con le mani continuando a sferzare colpi secchi alla gola di Flavio,violentandola.Mi toccai la fica e presi a sgrillettarmi selvaggiamente,in preda ad un’eccitazione letale.Tutto quel volgare spettacolo mi stava facendo godere come una scrofa.Roberto ansimava ad alta voce “Sii Sii succhialo vecchio porco,continua,non ti fermare”e lui obbediente ingurgitava nella gola il suo sesso esplosivo. Oramai la nostra realtà familiare era catapultata all’interno di un vortice vizioso senza limiti .Riemersero nella mia testa gli anni di vita coniugale condivisa con l’ uomo che in quel preciso istante stava davanti a me ,anch’esso schiavizzato dal fascino magnetico e distruttivo che emanava il corpo di nostro figlio.Le nostre coscenze,il nostro animo,la dignità ed il rispetto erano stati seppelliti dai nostri istinti sessuale ,per anni repressi dietro ad una maschera di finto perbenismo e moralità.
Piansi,arrivando all’orgasmo; un piacere misto ad un isterismo interiore.Ed ancora Roberto,ormai padrone dei nostri sensi più perversi, innaffiò la faccia di suo padre,schizzando prepotentemente il suo seme vitale su di lui. Il mio ex marito socchiuse gli occhi lasciando che il getto cremoso sgorgasse dentro la sua bocca,sfregiandone le guance ,calpestando così la sua virilità per sempre.Il bagno si riempì dell’acuto sfogo vocale di Roby che oltraggiosamente stava godendo sulla sua famiglia,su colore che lo avevano generato. Mi chinai,con la fregna ancora grondante di umore,accasciandomi sul pavimento,vicino al corpo nudo di Flavio. Mi chinai su di lui e leccai il suo viso,cercando di recuperare sulla mia lingua il denso spurgo bianco. Anche Flavio,esausto scoppiò in un pianto sommesso,dopo essersi reso conto di aver perso la maschera,macchiandosi per sempre l’anima. Quasi sull’orlo di un oblìo esistenziale, sentimmo le braccia di Roberto circondarci,entrambi. Si chinò su di noi e ci baciò la nuca “Mamma ,papà..Vi voglio bene.Torniamo ad essere una famiglia unita” furono le sue parole prima di cominciare a versare lacrime di commozione e di sfogo. Io e Flavio ci guardammo negli occhi, arresi di fronte all’ amore che provavamo per nostro figlio.Quell’unione incestuosa e torbida generò una decisione importante : Flavio,da quel giorno tornò a frequentare sempre più frequentemente la nostra casa e nel giro di pochi mesi tornammo ad essere una famiglia unita,volendoci bene come le più rispettabili delle famiglie …ed amandoci come tra i più perversi amanti esistenti sulla terra.

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