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Racconti erotici sull'Incesto

Il profumo di A.

By 23 Giugno 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

Una piccola premessa.. non sono uno scrittore, questi non saranno racconti bellissimi come altri che ho letto su questo forum.. sono infatti semplicemente un ragazzo come tanti, che ha la passione per questi racconti, per queste ‘occasioni’ e ‘sensazioni’.. proprio per questa mia passione, ho deciso di condividere queste esperienze che, essendo state realmente vissute, vedranno i protagonisti essere chiamati solo tramite le iniziali..

Mi chiamo M., sono un ragazzo di 27 anni del Nord Italia, ed ho deciso di scrivere ciò che ha caratterizzato il mio rapporto con A.

A. era una bellissima ragazza, che ha sempre fatto parte della mia vita e grazie a lei, ho avuto modo di vivere e sfogare le mie prime pulsioni sessuali. A. &egrave ora una bellissima donna, felicemente sposata con la quale continuo ad avere un rapporto splendido.. A. &egrave mia sorella..

Sono ormai passati anni da quei primi approcci, da quelle prime esperienze così cariche di tensione sessuale. Abbiamo sempre avuto un ottimo rapporto, basato su complicità e sull’affetto reciproco. A. &egrave di qualche anno più grande di me, ma non &egrave mai stata una sorella iperprotettiva o che vedeva il fratello più piccolo come un impiccio da tenere per casa.

La casa dove abbiamo vissuto prima che lei andasse a convivere non &egrave molto grande e, per forza di cose, abbiamo da sempre dovuto condividere la stanza. Non &egrave mai stato un problema, ognuno aveva i suoi spazi e non si sono mai creati problemi di alcun tipo.. non abbiamo mai avuto problemi nel girare per la camera poco vestiti, senza alcuna malizia ma capita che in camera si stia comodi.

Questa convivenza non ci ha mai creato problemi, o almeno finché anche io non ho attraversato il periodo della pubertà.. Arrivato ai 15-16 anni, la pubertà stava ampiamente facendo il suo corso, così come gli ormoni stavano prendendo il controllo..
Tutto questo non passò inosservato ad A. che, contrariamente a quanto accadeva fino ad 1-2 anni prima, smise di cambiarsi tranquillamente davanti a me. Era anche giusto così, lei era una donna bella e fatta (con un fisico slanciato, alta e magra, con un seno non grande ma giusto per il suo corpo) ed io ero un ragazzo in preda agli ormoni della pubertà.

Entrambi riuscimmo a cogliere la situazione e ci comportammo di conseguenza.. non cambiò praticamente nulla nel nostro rapport finché.. finché una sera, di ritorno da un’uscita con una ragazza, ero ancora pervaso da voglie che lei non aveva contraccambiato e me ne tornai a casa.. vista l’ora, rincasai senza far troppo rumore e mi diressi verso la camera.

Attraversai il corridoio come ogni sera, la porta era socchiusa e dalla camera non fuoriusciva alcuna luce.. A. non era nel letto, non era ancora rincasata.. mi spogliai e, non curante dei miei genitori che dormivano dall’altra parte del corridoio, mi misi sul letto ed iniziai a masturbarmi..

Ero preso dall’idea della ragazza con cui ero uscito, da ciò che avrei voluto fare con lei ma che si rifiutò di fare.. ero venuto da poco quando sentii la porta di casa aprirsi.. feci in tempo a darmi una pulita ed a infilarmi sotto le coperte quando A. entrò in camera.
Con la luce spenta e girato verso il muro, non davo l’idea di essere sveglio e sentii quindi mia sorella iniziare a cambiarsi.. la sentii lasciar cadere i vestiti sulla poltrona e successivamente infilarsi nel letto.. non sentendo ulteriori rumori, riuscii a capire che aveva preso sonno e potevo quindi riuscire dalle coperte per darmi una sistemata e infilarmi il pigiama.. uscii dalla stanza, mi diressi verso il bagno per finire ciò che avevo iniziato: mi masturbai, tornai in camera e, infilato il pigiama, mi addormentai..

La mattina dopo mi svegliai, dirigendomi verso la cucina per la colazione sentii dei rumori dal bagno e capii quindi che A. era ancora in casa. Feci colazione con i miei genitori per poi tornare verso la camera.. ci incrociammo per il corridoio, A. usciva dal bagno ed ero quindi libero di potermi andare a preparare.
Mi feci una rapida doccia con ancora in mente la ragazza della sera prima per poi dirigermi diressi verso la camera.. essendo la porta socchiusa, entrai tranquillamente e trovai A. intenta a fare quello che faceva dopo ogni doccia: si stava asciugando i capelli, era li davanti lo specchio con l’accappatoio addosso.. Nulla di nuovo, niente che non avessi visto altre decine di volte ma l’eccitazione della sera prima non era ancora passata.. sarà stata questa eccitazione che mi fece notare come l’accappatoio le stringesse il seno.. come le fasciasse bene il sedere lasciando intravedere parte delle gambe..

Fu la prima volta che pensai a lei non come mia sorella ma come una donna.. me ne tornai in bagno nel tentativo di perdere tempo e per non lasciarmi andare in strani pensieri.. ormai però l’eccitazione aveva preso il sopravvento e non potendo nascondere l’evidente erezione, decisi di masturbarmi.. tentai nuovamente di pensare alla ragazza della sera prima ma l’immagine di A. mi aveva colpito.. colpito troppo per non pensarci.. ed i suoi indumenti lasciati li, nella cesta dei panni, non aiutarono.. quel reggiseno appena tolto, quegli slip che ancora profumavano di lei..

Feci una cosa mai fatta, a cui non avevo neanche lontanamente mai pensato.. mi masturbai pensando a mia sorella.. Erano ormai passate alcune settimane.. andai avanti come nulla fosse accaduto ma, nel profondo della mia testa, avevo comunque un senso di colpa per quello che avevo fatto.

Dentro di me cercavo una giustificazione: potevano essere stati gli ormoni, sarà stata la pubertà, ho provato anche ad incolpare la ragazza con cui ero uscito.. sarebbe bastato una qualsiasi distrazione, una qualsiasi cosa che non mi avesse portato a pensare a mia sorella come ad una donna ed a masturbarmi pensando a lei.. al suo corpo, ai suoi seni stretti dall’accappatoio, alle sue gambe scolpite da anni di nuoto..

Passavano le settimane e sebbene mi sentissi ancora un po’ in colpa per quanto avevo fatto, la vita andava avanti.. passarono quindi le settimane, arrivarono la primavera e poi l’estate.. il caldo, il bel tempo e la scuola ormai giunta al termine, davano l’occasione di uscire e di stare più tempo fuori con gli amici. A quell’età ed in preda agli ormoni, la speranza era quella di mettere del tutto da parte quella (s)piacevole parentesi grazie ad una storiella estiva.. e fu infatti quello che accadde..
Fu quella la prima avventura un po’ più seria e che, diciamocelo, non si limitasse a qualche bacetto innocente tra ragazzini.. il fatto che mia sorella fosse più grande ed uscisse più di me, l’ottima abitudine presa dai miei genitori di fare dei weekend fuori con gli amici visto che ormai eravamo abbastanza cresciuti da stare soli, mi fornirono le condizioni ideali per avere massima libertà.. bastava quindi organizzarsi bene, avere la certezza che mia sorella uscisse per poter avere casa libera..

Furono quindi quelli i giorni in cui le voglie da adolescente divennero realtà.. quelli che fino ad allora erano stati dei baci, divennero ben presto esperienze più eccitanti.. l’eccitazione di un corpo femminile da poter possedere, di una voglia e carica sessuale ricambiata.. i primi rapporti orali fatti e ricevuti.. i primi rapporti sessuali tanto attesi finalmente avevano tolto del tutto dalla mia testa l’immagine di me, intento a masturbarmi con il pensiero rivolto al corpo di mia sorella e gli occhi fissi su quegli slip appena tolti, ancora pieni dei suoi odori..

Era ormai estate piena e tutto procedeva come meglio non potessi sperare.. mia sorella continuava ad uscire per i fatti suoi, i miei continuavano a concedersi qualche giorno di vacanza in compagnia dei loro amici ed io continuavo ad avere la possibilità di soddisfare le mie voglie.. passato un altro sabato sera in libertà ed appagato sessualmente, uscii per fare due passi con la mia ragazza.. una bella passeggiata per la città in cui viviamo, quattro chiacchiere con gli amici e la riaccompagnai a casa..
Non era ancora troppo tardi ma decisi comunque di tornarmene a casa.. ormai vicino al palazzo, dalla strada notai una luce soffusa provenire dalla camera dei miei genitori: la rottura di scatole di averli nuovamente dentro casa era però ampiamente bilanciata dalla gratificazione raggiunta avendo fatto sesso fino a non molto prima con la mia ragazza..
Senza fare troppi rumori, aprii casa e mi diressi verso la camera.. tolti i vestiti ed infilato il pigiama, me ne andai in cucina per un bicchiere d’acqua prima di mettermi a letto.. passando per il corridoio, notai però l’assenza del giubbino che papà era solito appendere all’attaccapanni e l’assenza delle chiavi della macchina dal mobile accanto la porta..
Pensai tra me e me, ‘avessi acceso io la luce? Possibile che un po’ di sesso mi renda così mentalmente incapace?’.. nel dubbio mi avvicinai alla camera, la porta socchiusa non dava una chiara visuale dell’interno ed anche il letto era in posizione tale che la parte dei cuscini non era visibile.. si riusciva giusto ad intravedere parte della gamba di mio padre ed una figura femminile ai piedi del letto, avvolta in una vestaglia e con il viso rivolto verso la parte opposta alla porta..

Ero prossimo a bussare, non tanto per salutarli quanto per rimproverarli.. e quando mi sarebbe ricapitato di chiedergli di avvisare nel caso in cui tornassero prima del previsto? La scusa del tornare a casa preoccupato avendo visto dalla strada la luce della camera accesa con nessuno in casa era già pronta.. la fortuna volle che non bussai..
‘luce spenta o luce accesa?’, sentii chiedere da mio padre.. con una voce più rauca del solito ma la raucedine era stata una costante degli ultimi anni..
‘accesa questa volta’, risposte mamma.. che nel rispondere si alzò dal letto ed aprendo la vestaglia, lasciò cadere quel pezzo di stoffa mettendo in mostra il suo corpo nudo..

Il pensiero che ebbi fu ‘vab&egrave ho capito.. sono un uomo ed una donna anche loro, andiamocene prima di vedere qualcosa che preferisco non vedere’ ..
Nell’allontanarmi sentii nuovamente la voce maschile.. ‘non sai quanto ti voglio.. ‘
Cadde il gelo su di me.. quella voce era tutt’altro che quella di mio padre.. mi girai nuovamente verso la porta e, nel vedere dallo spiraglio lasciato aperto, notai la figura femminile girarsi.. quelle gambe scolpite, quel sedere così sodo, quella seconda taglia di seno così bella.. il dubbio mi si era tolto ben prima di arrivare al viso.. altro che mamma, quella figura femminile nuda davanti a me ed in procinto di fare sesso, era mia sorella..

Fu quella la prima volta che, dopo alcuni anni, la vidi così.. era completamente nuda, non indossava nulla.. non c’era nulla che potesse impedirmi di vedere quel corpo che, fino ad alcuni mesi fa, era quello di mia sorella ma che ora, di nuovo, per me era solo un corpo femminile che suscitava in me una grande carica sessuale..
Non riuscivo a toglierle gli occhi di dosso.. furono pochi attimi, ma sufficienti per vederla in tutto il suo splendore.. era bella, una forma fisica invidiabile.. suscitava in me una carica sessuale incredibile, l’idea che fosse mia sorella non bastava comunque ad attenuare la voglia di quel corpo..

La vidi così, nuda in piedi alla fine letto.. ‘mi vuoi? allora prendimi..’ disse salendo sul letto, con uno sguardo deciso e sensuale, che trasmetteva chiari segnali di voglie che da li a poco avrebbe appagato..
‘Me ne devo andare’, pensai mentre la vedevo salire sul letto ed uscire dalla mia visuale.. e invece rimasi li, in preda all’eccitazione, ad origliare mia sorella dare libero sfogo alla sua carica sessuale.. Dovevo andarmene.. ero consapevole di dovermi allontanare da quella dannata porta ma non lo feci.. Non mi allontanai, ma non per scelta ma perché non ci riuscii.

Ero li, impietrito, in uno stato caratterizzato da un mix di stupore ed eccitazione, dovuto alla vista di quella scena tanto proibita e sbagliata quanto eccitante. Vederla nuda, ai piedi del letto, con la voglia di fare sesso che si leggeva chiaramente nei suoi occhi mi aveva profondamente turbato.. ma mi aveva altrettanto eccitato.

Rimasi li appoggiato alla porta, la vedevo camminare a carponi sul letto e dirigersi verso quella figura maschile di cui intravedevo solo i piedi.. la vidi avvicinarsi a lui e fermarsi tra le sue gambe, in una posizione ed intenta in alcuni movimenti che lasciavano ben poco all’immaginazione: glielo aveva preso in bocca..

I rumori, i movimenti di lei, i gemiti di piacere di lui.. tutto ciò continuava ad alimentare questo mio stato di incredulità ed eccitazione dal quale però non riuscivo ad allontanarmi.. Lo sentivo gemere mentre i movimenti di mia sorella si facevano sempre più frequenti e più ampi.. lo sentivo dirle le stesse cose che io dicevo alla mia ragazza, ma quella era mia sorella.. quella era la mia A., con cui ero cresciuto e che fino a poco fa era semplicemente mia sorella, non una donna che mi causava tensione sessuale.. mai avrei immaginato di assistere ad una scena tale, e tantomeno pensavo di provare piacere nel vederla e sentirla fare sesso..

Passarono così alcuni minuti.. lei era ancora li, a dare piacere con un rapporto orale che sembrava far godere molto il suo ragazzo.. continuavo a sentirlo gemere, a dirle cose che mai avrei pensato di sentir rivolte a mia sorella fino a quando non le chiese di rallentare..

‘Piano’, le disse.. ‘non scappo mica!’.. i movimenti di mia sorella si fecero più lenti, i gemiti del suo fidanzato sempre più profondi.. fino al momento in cui non gli sentii emettere un gemito più forte degli altri e sentii emettere alcuni gemiti anche da A. che poco dopo si fermò nei suoi movimenti..

‘Stupido’, lei disse con voce ferma.. ‘lo sai che non mi piace quando mi vieni in bocca’.. il gelo cadde nuovamente su di me, ero ancora li ad ascoltare mia sorella che aveva un rapporto con il fidanzato e sentirla lamentarsi perché lui le era venuto in bocca provocò in me un ulteriore senso di eccitazione.. perché mi chiesi, perché invece di sentirmi turbato dall’aver ‘visto’ mia sorella mandar giù lo sperma del fidanzato mi eccitai ancor di più? Perché invece di provare un senso di ribrezzo per quella scena, l’unica cosa a cui riuscii a pensare era che la prossima volta anche io avrei cercato anche di venire in bocca alla mia ragazza?

Non feci neanche in tempo a darmi queste risposte, che sentii lui rispondere al rimprovero di mia sorella: ‘hai ragione, so che non ti piace.. ma vedrai che ora mi faccio perdonare..’

Nel dire così, vidi mia sorella alzarsi da quella posizione che aveva tenuto fino ad ora.. vidi delle braccia allungarsi sul suo corpo e spingerla all’indietro.. nel farla scivolare all’indietro, con la testa verso la fine del letto, sentii lui dire ‘apri le gambe.. ora sta a te..’

Fu così che vidi il corpo di mia sorella lasciarsi andare all’indietro, stendersi sulla schiena.. riuscivo nuovamente a vederle il viso.. era li, sdraiata a pancia in su.. riuscivo a vederle in parte il seno ma mi colpivano di più le smorfie che faceva.. era chiaro cosa lui le stesse facendo.. mani, bocca o quant’altro, non riuscivo a vedere ma era chiaro che ora era lui a farle provare piacere..

La vedevo chiudere gli occhi, alternare un sorriso a smorfie di puro piacere.. era li, in preda alle sue voglie e la sentivo chiedere di più.. ‘di più’, diceva con quel poco di voce che riusciva ad emettere.. vidi nuovamente le braccia del suo fidanzato allungarsi su di lei, stringerle forte i seni ed allungarsi fino al suo viso..

‘quante?’, le chiese.. vidi lei aprire gli occhi, afferrare la mano del suo fidanzato e portarsela alla bocca.. iniziò ad infilarsi tra le labbra le dita di lui, una dopo l’altra.. ‘uno..’, diceva lui.. ‘due?.. tre?..’.. vidi lei portarsi 4 dita in bocca, leccargliele mentre lui sospirava ‘e allora quattro siano’.. Lei si lasciò andare in un sospiro ed in un sorriso, mentre lui tirava indietro il suo braccio, le sue dita che lei le aveva appena leccato..

Ci volle molto poco per capire.. la vidi fare dei sussulti.. era chiaro cosa lui le stesse facendo: sussulti sempre più forti, dovuti a colpi decisi.. la mano di lui la stava prendendo.. non riuscivo a non pensare a quella mano, a dove la stesse mettendo, a quanto stesse facendo godere A. che era sempre più presa dalle sue voglie..

Quella mano.. quei sussulti.. ormai l’eccitazione si era impadronita di me.. e l’unica cosa a cui riuscii a pensare fu la mia mano, che ben presto finì nei miei pantaloni.. mi stavo toccando, mi stavo toccando di nuovo pensando ad A., mi stavo toccando mentre la vedevo sussultare e la sentivo gemere in preda al piacere..

Di nuovo.. ancora una volta in pochi mesi, ero li a masturbarmi pensando a lei.. ad ogni suo sussulto, seguiva un mio gemito.. ogni suo gemito, era simbolo del suo piacere e fonte del mio piacere.. ‘Fammi tua’, le sentii sussurrare.. non riuscii a sopportare quelle parole, sebbene l’eccitazione fosse più che evidente e nonostante mi stessi spudoratamente masturbando nel vederla essere a sua volta masturbata, l’idea di vederla fare sesso era ancora troppo dura da gestire.. riuscii così a farmi forza e mi allontanai..

Riuscii quindi a staccarmi da quella porta, da quei gemiti di piacere, e lasciai mia sorella dare ancor più libero sfogo alle sue voglie.. ma io dovevo masturbarmi, dovevo finire perché ero ormai quasi arrivato al punto di venire.

Riuscii ad arrivare al bagno, aprii e pantaloni nell’intento di finire quanto avevo iniziato già da un po’.. l’idea di venire mentre lei a pochi metri da me si faceva possedere mi stava facendo impazzire.. ma non mi limitai a questo, ormai volevo di più, volevo venire per lei e mi accontentai di quel che trovai..

Scoperchiai la cesta dei panni sporchi, rovistai in cerca di qualcosa di suo.. la fortuna fu dalla mia parte e trovai un suo perizoma.. lo portai al naso, era intriso dei suo profumo.. a quel punto ci venne ben poco per venire.. per venire nel suo perizoma..

Era però ora giunto il momento di ricomporsi, non potevo farmi trovare in casa.. mi rivestii, uscii dal bagno ed entrai in camera per nascondere quel perizoma troppo pieno del mio sperma per essere semplicemente nascosto nella cesta dei panni.. nascosto il suo perizoma, ma neanche troppo, uscii dalla stanza per dirigermi verso la porta di casa..

La sentivo gemere, la sentivo godere ma quanto avevo visto e fatto fino ad allora era stato anche troppo.. trovai la forza di uscire di casa.. Erano ormai passati alcuni giorni da quella sera.. i gemiti di A., l’immagine di un uomo che la possedeva, le sue voglie che l’avevano portata ad essere non curante della possibilità che qualcuno rincasasse e molto altro.. erano tutti aspetti che ormai facevano parte della nuova immagine di mia sorella che avevo in mente.

Passavano i giorni e quelle immagini mi rimanevano comunque in mente; cercai rifugio in quella che era ormai passata da un’avventura estiva ad una relazione un po’ più stabile.. se così si può chiamare una storia tra un ragazzo ed una ragazza dell’età mia e della mia ragazza di allora..

Ogni scusa era buona per vederci.. così come ogni scusa era buona per sfilarci i vestiti di dosso e dare libero sfogo a quei momenti di piacere che tanto ci appagavano. Ormai erano diverse settimane che stavamo insieme e, da altrettante settimane, eravamo la valvola di sfogo (e l’appagamento sessuale) l’uno dell’altra. L’imbarazzo della prima volta era ormai ampiamente superato, le prime prestazioni goffe si stavano via via allontanando e venivano ‘rimpiazzate’ con momenti di piacere che vedevano affiorare la possibilità di realizzare le nostre curiosità ed appagare le nostre voglie..

Dirò la verità.. pur cercando in tutti i modi di togliermi dalla testa le scene dell’atto sessuale di mia sorella e del fidanzato, ammetto che ne avevo anche tratto ispirazione.. sentire lui chiederle senza troppi problemi con quante dita volesse che lui prendesse il suo piacere, mi aveva dato la possibilità di fare altrettanto con la mia ragazza.

Le mie richieste erano diventate quindi un po’ più esplicite, non c’era più quel velo di innocenza e semplice curiosità che aveva caratterizzato i nostri primi incontri.. fu così che passammo l’ennesima serata ben organizzata a casa mia.. i miei erano fuori, mia sorella chissà dove con le amiche o con il fidanzato.. era la solita ottima occasione per passare una piacevole serata solo per noi..

Cenammo, se così si può dire, con due pezzi di pizza.. fu una cena veloce, entrambi non eravamo di certo li per la cena.. mi alzai da tavola per portare via piatti e bicchieri, lei stava raccogliendo le posate ma non le diedi il tempo di finire.. era li, con quel vestitino leggero che le lasciava scoperte gran parte delle gambe e che lasciava intuire la rotondità di quel bel lato B.. mi avvicinai da dietro, le fermai le mani e gliele feci appoggiare sulla tavola lasciando cadere le posate che stava raccogliendo..

‘resta così.. ci penso io..’ le sussurrai nell’orecchio.. non fece alcuna resistenza, girò giusto la testa per darmi un bacio e rimase li, pronta a soddisfare le nostre voglie..

Allontanai le mie mani dalle sue.. le lasciai i polsi, con le mie dite che sfioravano la sua pelle, mi avvicinai verso le spalle ed iniziai a scendere sulla sua schiena.. giù, sempre più giù, verso quella rotondità che tanto mi piaceva ma che non era ancora disposta a concedermi..

Le infilai le mani sotto il vestito, la accarezzai sugli slip.. tirai su il vestito quanto bastava per scoprirle il sedere e per afferrarle l’intimo.. glielo sfilai delicatamente, lo feci scendere filo alle caviglie per poi risalire con le mani verso il suo fondoschiena.. iniziai delicatamente a toccarla con un dito.. i dolci e soffici gemiti di piacere lasciavano facilmente capire che le stava piacendo..
‘lasciati andare.. lasciati controllare’, le sussurrai.. continuai a masturbarla qualche minuto con un dito..

‘di più?’, le chiesi.. con un filo di voce mi disse di si, sfilai allora il dito e le portai la mia mano alla bocca.. le feci leccare due dita e tornai a toccarla.. passarono veloci quei minuti, le portai nuovamente la mano alla bocca e le dissi di fermarmi nel caso avesse avuto dolore..

Le dita erano ormai diventate tre.. i gesti sempre più convinti, la mia mano e le mie dita erano sempre più all’interno di lei, pronte a darle quanto più piacere fosse possibile..

‘piano.. mi piace ma fai piano’, furono le parole che le sentii sussurrare.. ed erano proprio le parole che volevo sentire.. le tolsi le dita, le riportai la mano alla bocca per farle sentire ed assaporare i frutti del suo stesso piacere..
Lentamente le tolsi le dita dalla bocca e tornai nuovamente a darle piacere.. la sua richiesta di far piano fece sì che rallentai il ritmo dei miei colpi e le dita utilizzate.. si sentiva che iniziava a provare un certo piacere, ansimava sempre più forte ed era sempre più bagnata..

‘meglio così?’, le chiesi prendendola con due dita..

‘si.. molto meglio’, mi rispose in preda al piacere.. ‘mi piace se fai più delicatam..’, non le diedi modo di terminare la frase che alla richiesta di maggior delicatezza subentrò la mia voglia di farle provare una sensazione di piacere misto a dolore.. le sfilai le due dita che stavo utilizzando delicatamente come mi aveva chiesto, per poi farla mia con quattro dita.. le stesse quattro dita che mia sorella aveva chiesto di utilizzare al fidanzato e con un impeto ancor maggiore..

‘mi fai male!’, disse con voce ferma.. i pochi impeti, i pochi colpi che le riuscii a dare con quelle quattro dita li aveva accusati.. quel pizzico di dolore che le avevo fatto provare, mi aveva dato un forte senso di piacere.. piacere che però lei non aveva colto e che le portò, con un movimento del corpo, a chiudere le gambe e a girarsi per guardarmi..

Quell’espressione fu indescrivibile.. dava proprio l’idea di quella sensazione di piacere e dolore che volevo farle provare.. la baciai, delicatamente le feci cadere le spalline del vestito che le cadde ai piedi.. si tolse quel poco che le rimase addosso, lasciando cadere il reggiseno ai suoi piedi insieme agli slip che le avevo sfilato ed al vestito che le avevo fatto cadere di dosso..

La presi in braccio per portarla sul divano.. la feci sdraiare.. ero li, in piedi al lato del divano con la mia ragazza completamente nuda, sdraiata e pronta ad unire il suo piacere al mio..

Faci giusto in tempo a mettere il preservativo che iniziammo a fare sesso.. dolcemente, in modo da farmi perdonare quell’accenno di dolore che avevo voluto farle provare.. eravamo li, intenti a soddisfare le nostre voglie quando decisi di farmi un po’ più audace..

‘so che dietro non vuoi.. ma vorrei prenderti da dietro’.. non oppose resistenza, si girò di spalle e si mise a carponi davanti a me.. era la prima volta che si faceva prendere a pecorina, la mia eccitazione era tale che quei momenti passarono molto in fretta..

Era davanti a me, era mia.. la stavo facendo mia come le avevo chiesto.. dolcemente e delicatamente, a ritmo lento gemeva al ritmo che le stavo dando.. le mie mani erano sui suoi fianchi e lentamente, iniziai ad aumentare il ritmo e la forza della mia penetrazione..

Non riuscivo a togliere lo sguardo dal suo corpo.. era bello, sodo e tonico, si muoveva posseduta dal mio impeto e dalla mia voglia..

La vedevo godere.. la sentivo godere.. l’emissione dei suoi gemiti non faceva altro che aumentare il mio piacere..

‘sto per venire’, le sussurrai..

Mi allontanai dolcemente dal suo corpo.. tolsi le mani dai suoi fianchi in modo che potesse girarsi.. scese dal divano ed in ginocchio, mi portò al piacere con la sua bocca..

Mi tolse il preservativo e guardandomi dritta negli occhi me lo prese in bocca, giusto il tempo per dirmi ‘al solito, quando stai per venire dimmelo’..

Chiusi gli occhi, stavo provando un piacere immenso.. misi le mie mani sulla sua testa per accompagnare i miei movimenti.. mi piaceva come sapeva farmi godere, ma le sensazioni che mi stava facendo provare in quel momento non me le aveva mai fatte raggiungere in precedenza..

Abbassai la testa, aprii gli occhi e la vidi intenta a finire per cercare di portarmi allo stesso piacere che le avevo fatto provare prima.. lei alzò gli occhi e guardò dritta nei miei, per poi riprendere ciò che stava facendo..

Mi piaceva ciò che vedevo, mi piaceva ciò che stava facendo.. rialzai lo sguardo per lasciarmi andare e per raggiungere il culmine del mio piacere..
Guardai dritto di fronte a me per qualche istante, furono istanti brevi e colmi di piacere..

‘Fortuna che ti avevo detto di dirmi quando avevi fatto.. non ti avevo detto di venirmi in bocca!’ mi disse con un tono che non era nelle sue corde..

‘Hai capito?? E guardami che ti sto dicendo una cosa’..

Ma io ero li, pervaso dal piacere che la mia ragazza mi aveva fatto appena provare, quasi inconsapevole di esserle riuscito a venire in bocca pur sapendo che lei non volesse..

Ero li.. inerme, a guardare fisso davanti a me.. a guardare dritta negli occhi mia sorella che aveva appena aperto la porta di casa e mi aveva visto venire in bocca alla mia fidanzata’
Fu un momento ai limiti del surreale.. ero li, in piedi in mezzo alla sala, con la mia ragazza inginocchiata davanti a me..

Era stato bello, eccitante.. era la prima volta che le venivo in bocca.. era una sensazione mai provata prima, accompagnata da un senso di appagamento dato dall’aver trasgredito alla sua richiesta di non farlo.

Lei ancora infastidita dall’accaduto, aveva accennato una piccola lamentela alla quale però non avevo risposto.

‘Mi stai ascoltando? Ti avevo detto di non farlo..’

Ma io ero li, immobile, pervaso da quella sensazione di piacere.. non la stavo ascoltando.. i miei occhi erano rivolti davanti a me, non ancora lucidi a causa di quel flusso di piacere appena provato ma, allo stesso tempo, fissi su quella figura che entrando inaspettatamente dentro casa aveva contribuito ad amplificare questo senso di piacere..

Mia sorella era li a fissarmi, con uno sguardo che lasciava intendere una serie di emozioni e sentimenti che andavano dall’imbarazzo all’incredulità dell’aver visto quella scena.. ma ormai era tardi, non potevamo tornare indietro: aveva visto una cosa che non doveva vedere.. non era stato minimamente voluto, mai mi era passato per la testa di farmi cogliere nel pieno di un atto sessuale ma, al contrario di quello che era stato il mio iniziale pensiero, questo non mi aveva impedito di raggiungere il piacere.. anzi, questo suo fugace ingresso aveva reso quell’atto sessuale una sensazione ancor più unica e con una tensione erotica enormemente amplificata.

Fu una questione di istanti, pochi secondi che passarono velocemente ma, allo stesso tempo, sembravano non trascorrere mai.

‘Mi fa piacere che non mi ascolti’, ripeteva la mia ragazza notando che non le davo risposta alcuna.. ma io ero troppo teso, attraversato da una sensazione di piacere ma anche bloccato dall’incrocio di sguardi che mi stavo scambiando con mia sorella..

‘Cosa faccio? Cosa dico?’, furono gli unici pensieri che mi passarono per la mente negli istanti che avrebbero preceduto il discorso più imbarazzante che un fratello possa intraprendere con una sorella..
Abbassai gli occhi per vedere la mia ragazza, era li a fissarmi anche lei mentre tentava ancora di pulirsi da quel piacevolissimo inconveniente.. quella sensazione di piacere era ancora molto forte in me, ero così pervaso da non lasciare svanire quello stato di eccitazione che persisteva..

Rialzai lo sguardo, lo diressi nuovamente verso mia sorella.. e presi la mia decisione.. portai la mia mano sinistra all’altezza della mia bocca, le feci cenno di non parlare.. la mia mano destra intanto l’avevo appoggiata sulla fronte della mia ragazza, la stavo facendo scorrere sui suoi capelli accarezzandoli.. fino ad arrivare con la mano sulla sua nuca..

‘Ancora.. di più..’, le sussurrai.. con un movimento del braccio, le portai nuovamente la bocca a contatto con il mio corpo.. glielo misi di nuovo in bocca, tutto, e con impeto ancor maggiore..

Ormai avevo scelto, decisi che le conseguenze di quei momenti e di quelle azioni sarebbero state decise da A.
Avevo scelto di far finta di nulla, di continuare a possedere la mia ragazza nonostante mia sorella davanti a me.. abbassai gli occhi, vidi la mia ragazza nuovamente presa dalla nostra passione.. rialzai lo sguardo e incrociai nuovamente gli occhi di mia sorella.. aveva notato che non avevo intenzione di smettere, aveva percepito che i miei impeti si facevano sempre più forti e il piacere stava tornando a impadronirsi di me.. la vedevo che aveva percepito le mie voglie e il mio desiderio di continuare nonostante la sua presenza.. la vidi chiudere quegli occhi, con uno sguardo che non le avevo mai visto in volto.. la vidi lentamente richiudere la porta di casa ed uscire..

Non servirono parole.. i fatti avevano preso il sopravvento, alle parole ci si penserà a tempo debito..
Dalla sera della cena &egrave passato parecchio tempo e sono cambiate un po’ di cose.
Partiamo dalla mia ragazza.. poco dopo quanto raccontato nel precedente capitolo, la nostra storia ha preso una piega che ha portato poi a lasciarci.
Non devo nascondere che sia stata lei a lasciarmi e non sono riuscito neanche a darle torto: alle parole ‘non ti capisco, c’&egrave qualcosa che non mi convince e comunque ormai questo non mi basta più’ non sono mai riuscito a darle risposta e quindi &egrave finita prima di quello che sinceramente sperassi.

A questo devo aggiungere che, sempre a seguito di quella sera, i rapporti con mia sorella (che rimarrà comunque ‘A’ per evitare quanto più possibile ogni situazione ambigua..) si sono fatti un po’ più freddi.
Posso capirla: vedermi in pieno atto sessuale e soprattutto il fatto che non mi fossi fermato nonostante ci fosse stato un chiaro ed inequivocabile scambio di sguardi, deve averle dato fastidio e non mi sento di biasimarla.
Sperando che il tempo aiutasse, decisi di non cercare di prendere mai il discorso ed il tempo passò fino a farci tornare al rapporto di prima (anche se era venuta meno gran parte della complicità che avevamo).

Erano ormai passati mesi ed era arrivato il Natale. Pur odiando le feste comandate, sinonimo di parenti e soprattutto di vecchie zie che non vedono l’ora di abbracciarti, quest’anno la vivevo con più filosofia: ci sarebbe stata anche A.
Essendo la più grande ed avendo avuto relazioni degne di questo nome, per un paio d’anno ha anche avuto la possibilità di evitarsi riunioni di famiglia. Quest’anno però era costretta a partecipare visto che ormai era single da qualche mese.

Puntuale, come ogni anno, intorno al 20 Dicembre mamma sentenzia con il nome dei parenti dai quali siamo stati felicemente invitati: confermato il pranzo del 25 da due suoi zii a quasi 200km di distanza da casa.
Catechizzati a dovere e costretti a mostrare un minimo di felicità nell’essere stati invitati, dopo le oltre 2 ore di macchine siamo dai parenti. Solito pranzo in famiglia, tra cugini lontani che hanno messo su famiglia e vecchi zii che non ti vedono da anni; fortuna che c’&egrave A., visto che negli ultimi anni si era data latitante, gran parte delle attenzioni sono rivolte a lei.

Il pranzo era stato consumato, nonostante ci fosse quantità di cibo per un esercito, ed era ora dei soliti giochi natalizi; tra carte e tombola, il tempo continuava a passare e la voglia di essere li sempre più affievolita.
La svolta arrivò tra un ambo ed un terno, quando mio padre si lasciò andare in un ‘cazzo, ho finito le sigarette’.. tralasciando l’esclamazione colorita, il tempismo fu perfetto: ‘vado io!!’.

Non ero stato l’unico a rispondere prontamente a mio padre; anche A. si era lanciata su questa occasione e bastò uno scambio di sguardi per concordare di andare insieme.
‘Guido io!’, provò a dire lei; mi bastò indicarle il bicchiere di vino che teneva in mano (sarà stato almeno il quarto a dire la verità) per farle cambiare idea.
Presa la macchina, ci lanciammo alla ricerca del distributore: fortuna voleva che il paese era piccolo e che il distributore automatico non funzionava; avvisati i parenti, la ricerca fu più lunga del previsto ma ci diede modo e tempo di stare un po’ da soli. Prendendo spunto da una sciocchezza, entrambi ci sciogliemmo e tornammo ad essere affiatati (quantomeno nella discussione) come non lo eravamo da tempo.

Prese le sigarette e tornati alla base, posammo le sigarette non senza notare la strana felicità che avvolgeva mio padre; chiedendo spiegazioni, arrivò un’altra sentenza di nostra madre: ‘vostro padre non &egrave felice, ha solo alzato il gomito ..’. Chiedendole di farla breve, il tutto ci venne riassunto con ‘Si dorme qui stasera’.

Per far passare l’incazzatura, ci mettemmo di nuovo sul divano a bere: il buon vino fu l’unica nostra ancora di salvezza che ci accompagnò fino al termine della giornata.
‘Gli zii hanno una seconda camera al piano di sopra, io e papà ci arrangeremo sul divano.. almeno ci facciamo perdonare di questa improvvisata’.

Arrivato in camera, notai subito due cose: degli improbabili pigiami che ci avevano prestato gli zii ed il letto matrimoniale. Per lasciare ad A. la sua privacy, mi andai a cambiare in bagno; rientrato in camera, la vidi infilarsi sotto le coperte in tutta fretta.
‘Freddo?’
‘Abbastanza.. questa camicia da notte, oltre ad essere orrenda non aiuta con il freddo’.
Ormai sotto le coperte, ci rimettemmo a chiacchierare fino a prendere sonno.

Il sonno era leggero ed il vino non stava di certo aiutando; quando riaprii gli occhi per una fondamentale sosta al bagno, sembravano passate ore quando in realtà ne era passata meno di una. A. dormiva, a dirla tutta russava anche mentre era con il viso affogato nel cuscino.
Tonando dal bagno, mi accorsi che avevo tolto le coperte troppo energicamente e le avevo scoperto la gamba ed il fianco destro quasi fino all’altezza del seno.

Quella stanza semi buia, lei sdraiata a faccia in giù con metà corpo scoperto.. sensazioni e pulsioni sopite per molto tempo si stavano nuovamente manifestando; il pigiama dello zio non era in fatti in grado di celare la mia evidente erezione.
Frettolosamente, e non badando al rumore che feci, mi rimisi a letto senza che A. si accorgesse di nulla; l’aver intravisto quel sedere sodo e rotondo, a cui si aggiungevano gli effetti del vino, mi fecero velocemente passare ogni voglia di dormire.
Rimasi quindi disteso, senza aver rimesso le coperte, ad ammirarla così com’era; non potevo rimanere così per molto e, sempre grazie all’ottimo vino della giornata, presi coraggio..
La mia mano sinistra si avvicinò lentamente a lei.. la posai all’altezza del suo ginocchio, iniziai pian piano a salire fino ad arrivare a spostarle in alto la camicia da notte.
Aveva un bellissimo perizoma nero che si infilava sinuosamente nella rotondità del suo sedere.
Lasciai la camicia da notte e nuovamente misi la mano sulla sua coscia, nessuna reazione.
Presi ancor più coraggio, la mano scivolò verso le gambe fino a sfiorarle le mutandine.. la accarezzai più volte ma di reazione non ce n’era stata alcuna.
Era ormai il momento di osare fino in fondo, non si sarebbe ripetuta una situazione del genere: con l’indice le scansai delicatamente il perizoma fino a scoprirle la figa. Il dito indice iniziò quindi a sfiorarle delicatamente le labbra.. ai primi movimenti, seguirono dei piccoli sussulti delle sue gambe.. continuai qualche altro secondo fino a quando decisi di andare oltre: infilai tutto il dito dentro la sua bellissima figa che stava iniziando ad essere umida.. la stavo masturbando..
Piccoli movimenti, a ritmo lento al fine di non farla sussultare; al primo dito ne aggiunsi un secondo e continuai per lunghi secondo.. l’erezione nel mio pigiama era sempre più evidente e non riuscivo più a trattenermi.. smisi di masturbarla per togliermi velocemente pantaloni e boxer..
Ero li, in piena erezione e con mia sorella accanto.. mi avvicinai a lei, il mio pene era ormai a contatto con il suo sedere quando iniziai lentamente a sfregarmi su di esso..
Feci in modo di scivolare il più possibile accanto a lei e, muovendomi lentamente, infilai la mia gamba sinistra sotto le coperte fino a scavalcare le sue gambe così da essere praticamente intrecciati.. con delicatezza mi alzai e mi girai in modo da mettermi esattamente dietro di lei: il mio cazzo in piena erezione era ormai puntato verso il suo culetto e quel che si intravedeva della sua fighetta.
Misi la mano destra sul suo fianco destro.. la mano sinistra spostò definitivamente quel che rimaneva delle coperte per andarsi poi ad appoggiare sul suo fianco sinistro.
Mi lasciai cadere dolcemente su di lei fino a quando il mio cazzo non fu a contatto con le sue labbra. Un sospiro.. e lentamente ma con decisione entrai in lei: la stavo penetrando..
I primi movimenti furono lenti e dolci.. A. non sembrava reagire fino a quando iniziò ad arrivare qualche movimento delle sue gambe e qualche sospiro, che mi fecero capire che il suo sonno si stava facendo sempre più leggero.
Era ora di finirla di trattenersi perché da li a poco si sarebbe svegliata: con un po’ di forza tentai di sollevarle i fianchi per metterla in modo da favorire una penetrazione più profonda: un movimento ampio della sua testa mi fece intravedere un occhio ormai socchiuso, si stava praticamente svegliando e questo mi portò a non trattenermi più
Le tirai su i fianchi con forza e l’atto di penetrarla divenne forte e deciso: la stavo scopando.. la stavo scopando con foga e fu proprio la foga del movimento a svegliarla definitivamente. Si svegliò quando ormai i miei movimenti erano diventati fermi e decisi, e la profonda penetrazione era ormai un movimento inequivocabile che aveva portato a svegliarla di soprassalto.
Fu proprio nel momento in cui i suoi occhi si liberarono dell’appannamento dovuto al sonno che io raggiunsi l’orgasmo: fu la sua voce che chiamava energicamente il mio nome a farmi raggiungere l’apice del piacere.
‘M.!! M.!!’ mi strillava lei nel momento in cui io liberai il mio sperma nella sua figa.
‘M.!!’
Mi sembra ancora di sentirla strillare il mio nome..
‘M.!!’
e fu in quel momento che aprii gli occhi, con mia sorella che mi guardava e chiamava il mio nome..
‘cosa? che c’&egrave?’
‘stavi sognando, &egrave mezz’ora che fai un casino.. che cazzo stavi sognando per fare tutto sto rumore??’

Non la stavo scopando.. era stato solo un sogno, un bellissimo e proibito sonno..

‘scusa A., rimettiamoci a dormire..’ furono le poche parole che riuscii a rivolgerle.

M_V

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