Il regalo di mia zia

Andavo in secondo liceo quando è accaduto ciò. È stata la mia prima esperienza nel mondo erotico. Un giorno mi scrive zia verso febbraio e mi dice :”ciao caro, avanzi regalo di compleanno. Che desideri hai?” Inizialmente elle avevo detto non so poi dopo un po’ le chiesi un pompino e dopo varie discussioni sono riuscita a convincerla e a farmi mandare pure delle foto hot. SE VOLETE LE CHAT E LE FOTO DITELO NEI COMMENTI DOVE LE VOLETE INVIATE OPPURE SCRIVETEMI SU INSTAGRAM A ervest8. Il giorno di carnevale, come ogni anno, eravamo a mangiare da mia nonna. Eravamo io con i miei, mia nonna, la zia con i miei cugini e lo zio e un’altra mia zia con kilo zio, circa 11 persone. Mentre mangiavamo ci scambiavamo qualche occhiata e lei sembrava seria ma ogni tanto mi sorrideva. Dopo mangiato erano tutti seduti che parlavano e bevevano super alcolici, e la zia disse “io vado un attimo in bagno” io capì che era il segnale. Allora mi alzai prima di lei per non destare sospetti e feci finta di andare in cucina. Mi fermai sull’uscio e aspettai che mia zia passasse. Quando passò la seguì fino al bagno più lontano che c’era. Quando entrammo la sua chiuse la porta a chiave e disse “dai forza che dobbiamo fare” e io le dissi “iniziamo” lei si inginocchiò davanti a me con sguardo serio ma un po’ divertito. Mi sbottonò i pantaloni e li portò alle caviglie insieme alle mutande. Guardò il cazzo, duro come mai lo avevo avuto, mi guardò e mi fece un sorriso e disse “ma cosa stiamo facendo ahahah” e io sorrisi. Lei lo prese in mano e lo scappellò. Disse “potevi lavarlo però” e io dissi “vabbè dai” e lei se lo mise in bocca. Era bellissimo anche solo la vista di quello che stava accadendo. Le spingevo la testa scopandole la bocca e dopo circa 2 minuti le riempì la bocca. Si alzò e disse “soddisfatto?” E io le dissi “un attimo mettiti di nuovo a terra” lei lo fece e io le iniziai a strofinare il cazzo in faccia. Poi lei si alzò e disse “dai che poi manchiamo per troppo tempo” dicendo questo disse “ho la mano che mi puzza di cappella” e io dissi “anche l’alito” e lei sorrise