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Racconti erotici sull'Incesto

il trasloco

By 8 Ottobre 2005Dicembre 16th, 2019No Comments

1.

Presi il trasferimento meglio del previsto.
Sulle prime, quando mi comunicarono che avrei dovuto lasciare il mio quartiere per trasferirmi in un nuovo ufficio e in un nuovo stabile, fui recalcitrante.
In effetti, non mi era mai piaciuta l’idea di cambiare le mie sane, e buone abitudini, nonostante il mio lavoro; un buon agente immobiliare deve saper trovare sempre il lato migliore delle abitazioni che promuove, mormorava spesso il mio capo.
Chissà perché, proprio quando il trasloco interessava il sottoscritto, di lati positivi ne avevo trovati ben pochi.
Cominciai a valutare bene quel che avevo, tanto per avere una base di partenza.
Un buon appartamento, moderno, in stile, che avevo arredato di persona e che finalmente era pronto, decisamente più vicino alla sede del lavoro di quanto non fosse il vecchio che avevo in affitto, ma mi ero ormai abituato ai ritmi del mio vecchio quartiere.
Sospirando, aprii la porta del mio nuovo appartamento, e la richiusi senza voltarmi indietro.
La sola presenza delle scatole da aprire e la montagna di cose da fare mi scoraggiava, e fuori faceva caldo.

Fortunatamente, avevo lasciato da parte una valigia con l’occorrente per una doccia ed un cambio di vestiti.
Attraversai il soggiorno fino al bagno, dove trovai la cabina della doccia aperta.
La finestra era aperta, ma non me ne curai.
Mi levai gli indumenti, e mi soffermai appena un secondo a sentire il calore dell’acqua, mentre mi accorsi che qualcuno bussava alla porta d’ingresso.
Sollevai lo sguardo verso il cielo ed imprecai mentalmente, cercando l’asciugamano.
Tornai verso la porta, cercando di legarmi l’asciugamano alla vita.
Sbirciai dallo spioncino; era una donna, una delle più bella ragazze che avessi mai visto in vita mia.
Vita snella, un bel seno, ed un sorriso solare.
Sorrisi a mia volta.
Era mia cugina Miky.
Aprii di colpo:
‘Hey!che sorpresa!’ dissi abbracciandola con trasporto.
‘Mauro, mettimi giù!’ rispose sorridente.
Obbedii, malvolentieri.
‘Che ci fai qui?’ domandai.
Lei sorrise, chiudendo la porta.
‘Sapevo che avevi traslocato e sono venuta per darti una mano’ disse, poggiando la sacca da ginnastica su una poltrona coperta di nylon.
Mi diede una sbirciata con un occhio indagatore:
‘Ma li fai sempre mezzo nudo i tuoi traslochi?’ domandò.
Risi:
‘No, &egrave che stavo andando in doccia.’ Risposi.
‘Mmmmh. Fai pure, io intanto comincio a spacchettare; poi raggiungimi, ok?’ disse, legandosi i lunghi capelli scuri a coda di cavallo.
Mentre camminava verso le scatole, non potei fare a meno di ammirare il suo fondoschiena sodo, che disegnava una meravigliosa curva verso un top quasi inesistente.
Mi diressi verso il bagno, prima che l’erezione che mi sopraggiungeva diventasse troppo inequivocabile per quel misero asciugamano.

L’acqua era tiepida, ma tutto sommato, più fresca della temperatura esterna.
Mi lavai con calma, ripensando alla mia ospite.
Avevo frequentato Miky in maniera non troppo assidua, ma forse non mi ero mai accorto di come fosse cambiata.
Aveva assunto le forme di una vera donna adesso, con tutta la vitalità e la bellezza dei suoi ventuno anni, e non riuscivo davvero a nascondere l’effetto che mi aveva fatto in quei pantaloni bianchi che lasciavano intravedere il perizoma azzurro e il solco del sedere.
Mentre mi lavavo via i residui del bagnoschiuma, non potevo fare a meno di ripetermi che era mia cugina, e che avrei certamente dovuto pensare a qualcos’altro.

Uscii dalla vasca con ancora addosso i vapori della doccia.
L’aria era satura dell’odore della vaniglia; mi asciugai un po’ dappertutto, quando sobbalzai di colpo:
‘Bell’attrezzatura cuginetto!’ disse Miky.
‘Cristo Miky, mi hai fatto venire un infarto.’ Risposi, ancora scosso dallo spavento.
Lei sorrise, avvicinandosi.
‘Dai vieni qui che ti do una mano ad asciugarti!’ disse.
Mi ritrassi, leggermente spaventato.
‘E dai, non penserai mica che tu sia il primo uomo che abbia visto nudo. Niente problemi, siamo cugini, no?’ disse.
Già, siamo cugini, accidenti a te, pensai.
Il suo tocco era delicato, anche con l’asciugamano riuscivo a sentire la delicatezza delle sue mani e delle sue carezze. Ero rapito, avevo scordato chi fosse e cosa fosse per me; vedevo davanti a me solo una bellissima donna che toccava il mio corpo nudo con fare ammiccante e provocatorio, e sentivo crescere in me un’eccitazione devastante.
Miky lasciò cadere l’asciugamano e cominciò a carezzarmi solo con le mani, afferrando con gesti lenti, ma decisi il mio fallo tra le mani piccole e delicate.
Cominciò un lento movimento che risucchiò le poche remore che ancora covavo, lasciando solo un’onda di piacere che si stava impadronendo sempre più di me.
Sudavo, e anche lei, glielo vedevo nel viso solcato da qualche goccia.
‘Qui fa troppo caldo. Ho trovato un set di lenzuola e ti ho preparato il letto, che ne dici, vediamo come &egrave venuto?’ domandò.

Mentre mi avviavo dietro a lei, un lieve senso di colpa mi colse un po’ impreparato, cercando di richiamarmi alla realtà, ma quello che vidi un minuto dopo lo ricacciò nell’abisso dei desideri inespressi.
Miky si stava togliendo il top.
Anche se la vedevo di schiena, mentre saliva sul mio letto, era una visione stupenda.
Come avevo immaginato, non indossava il reggiseno, e liberarsi di quell’indumento era stato semplice come liberarsi dell’acqua di una doccia fin troppo calda.
I pantaloncini elasticizzati seguirono il top in una discesa libera giù dal soppalco dove stava il mio letto:
‘Allora, che devo fare? Tirati giù una corda per farti salire?’ disse sorridente.
No, non era necessario, pensai. Non più.

Aveva sciolto i capelli e mi aspettava con gli occhi scuri carichi di desiderio, ed io non vedevo l’ora di accontentarla.
Le baciai le labbra schiuse con passione, mentre la sua lingua si faceva strada fino ad incontrare la mia; ci baciammo con passione per qualche secondo, ma poi abbandonai le sue labbra calde per cercare il suo collo candido.
Lentamente, scivolai con le labbra e poi con la punta della lingua fino all’incavo del seno, mentre gli ansimi di Miky si facevano sempre più profondi ed intensi.
I capezzoli si stavano facendo più sodi, mentre le mie mani affondavano nel suo seno abbondante.
Azzardai un piccolo morso, appena accentuato, e i mugolii di piacere divennero piccoli urletti strozzati, mentre cominciavo a leccare e succhiare quelle scure, piccole punte.
Il viso di Miky era adesso perso nel piacere; circondò la mia vita con le gambe, e mi spinse verso il basso. Quasi senza accorgermene mi ritrovai a pochi centimetri dal suo pube.
Non mi feci pregare.
Affondai il viso nella sua peluria umidiccia, mentre con una mano tenevo aperte le labbra, la mia lingua esplorava il suo piacere, stuzzicando il clitoride sempre più duro e grosso.
‘Sei’. Bravissimo”ohh, non smettere, ti prego’.’ Disse con la voce strozzata da piacere.
Azzardai un dito nella sua fessura; era un po’ stretta, ma bagnata al punto giusto.
Cominciai un lento movimento, senza abbandonare la presa sulle sue labbra fradice.
‘Non ce la faccio più” ti prego, Mauro, prendimi”’ disse con gli occhi socchiusi.
La penetrai dolcemente, ma senza esitazioni; la sua vagina era colma di piacere, e il mio fallo scivolò senza troppe ostruzioni, accompagnato dai sospiri di Miky.
Spinsi con forza, penetrandola a fondo e senza riserve; era in preda ad un piacere intensissimo, sentivo i suoi mugolii soffocati nella mia testa, mentre acceleravo il ritmo sempre più; ero al limite, ancora poco e sarei esploso dentro di lei:
‘Dio, Mauro.. ti prego non smettere’.. Stò venendo”.’disse abbandonando violentemente la testa sul cuscino, mentre il suo sesso stringeva il mio con degli spasmi violenti ed intensi; venni subito dopo, inondandola con un getto di sperma copioso come poche volte avevo avuto.
Ero sfinito, e mi abbandonai in un abbraccio al suo fianco.

‘Perché lo hai fatto?’ chiesi, mentre le carezzavo i capelli ora sciolti ed abbandonati sul cucino.
‘Non ti &egrave piaciuto?’ chiese, un po’ allarmata.
‘No, No. &egrave solo che non capisco come mai. Siamo cugini, e davvero non me lo aspettavo’ risposi.
Si voltò sorridente.
‘Mi sei sempre piaciuto Mauro, non te lo voglio nascondere. &egrave da quando avevo sedici anni che volevo fare l’amore con te e non ho mai avuto l’occasione per farlo; per questo l’ho voluto fare oggi. Ti prego, dimmi che ti &egrave piaciuto’ chiese, carezzandomi la barba appena pronunciata.
Le regalai un bacio, sfiorandole appena le labbra.
‘Non ho mai goduto così tanto, cuginetta. E poi, nemmeno tu mi sei sempre stata indifferente sai?’ dissi abbracciandola nuovamente sotto il seno.
‘Ah, &egrave così? E magari ti sei pure masturbato, pensando a me eh, maialino?’ disse, baciandomi un braccio.
Colpito sul vivo, non seppi far altro che arrossire un po’ e sorridere.
‘Ne avevo bisogno, Mauro. Da quando Sergio mi ha lasciata, non ho più avuto un uomo, e due anni sono veramente duri da passare da soli. Grazie’
Mi baciò di nuovo.

Ci alzammo qualche ora dopo, con dei buoni propositi per l’appartamento.
Spacchettammo ogni genere di oggetto; dai libri ai mestoli, ai miei boxer fino alle saponette del bagno.
Non fu poi lungo come pensavo.
L’appartamento che avevo lasciato era piccolo, e la roba che stava nelle scatole era poco più che vestiario e qualche libro da riporre nelle librerie.
Ce la cavammo in una sera appena.
Sfiniti, ricademmo sul letto.
‘E’ stata dura, ma ne siamo venuti fuori.’ Disse.
‘A cosa ti riferisci, al trasloco o a Prima?’ dissi.
Mi diede un colpo delicato con l’indice sul naso:
‘Scemo! A proposito, che ne dici di ricompensare la tua cuginetta con una bella cenetta?’ chiese.
‘A dire il vero avevo in mente un diverso tipo di ricompensa!’ dissi sorridente.
‘Ah, il mio cuginetto maialino! C’&egrave il dopo cena no? Sotto con le pentole!’ disse
carichi di un nuovo entusiasmo, ci mettemmo sotto per preparare una cena sostanziosa, in attesa di quel che ci aspettava”..

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