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Racconti erotici sull'Incesto

In finestra con la zia

By 12 Gennaio 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

La zia è sempre stata una bella donna, in particolare ciò che maggiormente mi attraeva di lei, erano le gambe, i cui polpacci erano messi in risalto dai tacchi che amava portare, e il culo, un gran culo, non più marmoreo ma da sempre il suo pezzo forte. Sin dai 14 anni le mie pugnette erano tutte dedicate a lei, immaginavo di possederla in tutti i modi possibili, fantasticavo di ricevere pompini incredibili di cui la zia, nelle mie fantasie, era perversamente avida.

Gli anni erano passati, gli studi prima e il lavoro poi mi hanno portato lontano da casa e dalla zia, e mai avrei pensato che ben sedici anni più tardi, quando la zia era oramai ultrasessantenne avrei tramutato quei miei sogni da bambino in realtà. Era estate, ed ero rientrato in città per un periodo di ferie.

Quel pomeriggio, ero andato a fare jogging, come d’abitudine da oramai 2 anni a questa parte, per tenermi in forma. Dieci chilometri al giorno, ad una media circa di 40 minuti, non male. Avevo attraversato la parte vecchia della città e mi stavo dirigendo in zona stadio nuovo, circondato da diverse villette tra cui quella degli zii. Passando davanti al cancello notai la zia alla finestra e mi fermai d’istinto per salutarla. Non sapeva che ero rientrato in città e sembrava piacevolmente sorpresa di vedermi. Scese ad aprire il cancello e mi invitò ad entrare. Mi abbracciò nonostante fossi completamente sudato sia per via della corsa che per il gran caldo, essendo in pieno Agosto. Rientrammo in casa per ripararci dal sole e stare al fresco e mi offri del té freddo che sorseggiamo sul divano parlando del più e del meno. Chiesi dove fosse Marco, mio cugino, e lei rispose che era uscito con gli amici e che era sola in casa. Lo zio, suo marito era passato a miglior vita qualche anno prima.

Per via dell’afa la zia indossava una veste leggera da casa chiusa davanti da dei bottoni, senza maniche, scollata sul petto e corta fin sopra il ginocchio. L’ultimo bottone era slacciato e lasciava intravedere l’interno coscia. Il passare del tempo non era certo stato gentile nei suoi confronti, eppure la sua pelle abbronzata era ancora soda e capace di provocare una dirompente erezione di un giovane uomo poco più che trentenne. Ed infatti, l’ “amico” non si fece attendere a lungo: un po’ per colpa dei pantaloncini da jogging che mi premevano sul pacco e un po’ per colpa della situazione intrigante, con tanto di vista sulle cosce e sul petto della zia, il mio pene iniziò a prendere consistenza mettendomi non poco in imbarazzo. Non riuscivo a gestirlo, cercavo di pensare a qualsiasi altra cosa pur di riuscire a distrarmi, ma l’erezione non accennava ad arrestarsi. Il peggio fù che la zia se ne accorse, e mi sorprese una paio di volte a frugare con lo sguardo tra le sue cosce, ma non mi era parsa troppo seccata, anche se aveva accennato a coprirsi. Che figura !

Di colpo si alzò e ando alla finestra, dei rumori dalla strada avevano attirato la sua attenzione: ‘questo dev’essere Marco che rientra, non ha le chiavi di casa’ disse lei. Affacciatasi alla finestra e sporgendosi dal davanzale per controllare, vide che si trattava solo di un passante, un signore sulla settantina, che si era momentaneamente appoggiato al cancello per rifiatare (la strada era in salita, e sotto il sole estivo diventava uno sforzo non indifferente per qualcuno non più giovane).

Io intanto ero immobile sul divano, bloccato dalla mia erezione, non potevo alzarmi o sarebbe stata ancora più evidente. E lo spettacolo che avevo davanti mi fece perdere completamente ogni inibizione. La zia affacciata alla finestra aveva lasciato alla mia vista il suo magnifico culo, ancora sodo e le sue gambe. Volevo prendermi a schiaffi per svegliarmi da questo sogno/incubo e ripetermi che non era una cosa corretta da fare, ma il mio pene la pensava diversamente. Non potei più resistere e mi fiondai su di lei in preda ad un raptus.

La cinsi da dietro mentre ancora era alla finestra, appoggiando volutamente il mio sesso tra le sue cosce causandole un sussulto, ma non le diedi nemmeno il tempo di girarsi che la mia bocca e la mia lingua già erano sul suo collo e le mie mani si insinuavano sotto la sua veste in cerca della sua passera. La sua resistenza fu debole: ‘ma cosa stai facendo?’ disse, neanche troppo convinta, in fondo era da tempo che non provava più certe sensazioni, e non appena scansai le sue mutandine e raggiunsi le grandi labbra, mi accorsi che era già bagnatissima !

Iniziai a massaggiarle la passera e a giocare con la clitoride. Poi infilai un dito dentro, era una sensazione fantastica. La zia intanto non opponeva più la minima resistenza e sembrava in trance, con gli occhi semichiusi. Presi a baciarla in bocca e lei rispose. Quindi feci scivolare la lingua ripetutamente sul collo per poi baciarle le orecchie e succhiarne i lobi. Lei intanto, con mia sorpresa, cercava, seppur girata, di raggiungere con la mano la mia patta. Mi calai I pantaloncini per liberare il mio pene e lei lo impugnò senza indugi ed iniziò a segarmi piano.

Eccitato com’ero avrei potuto sborrare da un momento all’altro. Le abbassai le mutandine fino a terra, sollevai la veste, mentre lei restava sempre china in avanti appoggiata alla finestra e da dietro portai il glande sulla sua fessura e con un colpo secco la penetrai. La zia emise un gridolino, che non fece che aumentare la mia eccitazione. Presi a scoparla con foga, con colpi sempre più forti. Persi come eravamo nell’eccitazione del momento, avevamo totalmente dimenticato il signore fermo davanti al cancello, il quale attirato dai gemiti si era girato e ci osservava. La finestra era spalancata proprio di fronte a lui, me ne accorsi, mentre la zia continuava a godere dei miei colpi con gli occhi socchiusi. Non dissi niente e continuai a scoparla. Quando la zia apri gli occhi e si accorse anche lei del nostro spettatore, rimase sorprendentemente tranquilla e anzi lo fissava dritto negli occhi.

Preso dall’eccitazione di quella situazione inverosimile, slacciai i primi bottoni sul petto della veste della zia liberando le sue tette per il piacere della vista del passante che intanto si era portato una mano sulla patta e se la massaggiava. L’uomo continuava ad osservarci eccitato, e dato che non passava nessuno non resistette più e abbassata la cerniera dei pantaloni, tirò fuori il suo membro e iniziò a segarsi mentre osservava la zia che continuava a gemere. Io continuavo a pomparla da dietro e al contempo le massaggiavo le tette e le torturavo la clitoride.

Zia Anna intanto aveva messo gli occhi sul pene dello sconosciuto, e con lo sguardo lo incoraggiava a masturbarsi, ansimando sempre più. La vidi passarsi la lingua sulle labbra più volte mentre l’uomo accelerava il ritmo della mano su e giù sulla sua asta. Venne riversando una copiosa quantità di sborra. E in quello stesso istante anche zia Anna gridò in preda all’estasi e tremò tutta. le vibrazioni del suo corpo scossero il mio pene portandomi all’orgasmo. Venni gemendo e scaricando dentro zia un fiume di sborra, che le riscese lungo l’interno delle cosce. Rimasi dentro di lei, mentre il pene perdeva consistenza, e appoggiato alla sua schiena per un pò, baciandole ancora il collo e sussurrandole parole dolci per ringraziarla della bellissima scopata. Le dissi che mai nessuna mi aveva eccitato a tal punto. Lei sorrise.

Il passante si era velocemente ricomposto ed allontanato. Zia Anna era esausta. Guardandomi negli occhi disse che non riusciva a spiegare a se stessa come avesse potuto lasciarsi andare in quel modo, ma al contempo non ne era pentita. Quando stavo per tirarmi su i pantaloncini, zia mi sorprese: mi fermò il braccio, si abbasso e iniziò a baciarmi l’uccello ripulendolo tutto. Stavo per avere una nuova erezione, ma il timore che mio cugino potesse rientrare da un momento all’altro, prevalse, e così dopo averla abbracciata e ringraziata ancora, andai via correndo e felice, già pregustando una nuova sosta dalla zia nei giorni successivi. Il miglior jogging della mia vita.

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