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Racconti erotici sull'Incesto

In moto con Nonna

By 20 Novembre 2009Dicembre 16th, 2019No Comments

Al compimento dei miei 18 anni, dopo un lunghissimo ‘lavoro ai fianchi’ dei miei genitori sono riuscito a spuntarla! Sono riuscito ad avere la moto dei miei sogni al posto della classica automobile da diciottenne che ai miei tempi si chiamava Nuova Cinquecento.

Allora non esistevano particolari limitazioni, era sufficiente sostenere l’esame di guida per la patente B e automaticamente si veniva abilitati anche per la guida di motociclette e altri mezzi.

Ovviamente disponevo da un paio di anni di uno dei cinquantini di moda, ormai distrutto dall’uso fatto fuori strada. Le mie attenzioni si erano rivolte verso moto tranquille e che per allora erano di grossa cilindrata. In particolare mi piaceva la mitica Guzzi V7, 750 cc, sella tipo America comoda per i viaggi, spaziosa per ospitare un passeggero.

Indovinate chi fu il mio primo passeggero? Ovviamente Nonna, la mia cara, giovanile Nonna che mi voleva un bene all’anima e che mi esaudiva in ogni mio desiderio. Devo dire che anche in questa occasione mi appoggiò con i miei genitori affinché acconsentissero all’acquisto della Guzzi.

Ritirata la moto dal concessionario e fatto un primo giro di ‘affiatamento’ con il nuovo mezzo, mi diressi verso la casa di Nonna. Eravamo d’accordo che saremmo usciti da Milano per un giro ‘capelli al vento’ io e lei e ci saremmo poi diretti verso un parco della periferia Nord Est di Milano per goderci un pic-nic. Nelle borse laterali avevo tutto l’occorrente per sdraiarci sull’erba, alcune bibite e un po’ di dolcetti da sgranocchiare.

Arrivato a casa di Nonna, suonai al campanello della sua villetta e attesi la sua uscita accanto al mio nuovo cavallo motorizzato. Nonna si presentò tutta ben agghindata, foulard di seta annodato in testa, occhiali da sole, gonna a pieghe, camicetta e golfino per l’aria. Io mi premurai di offrirle un giubbottino impermeabile che meglio la proteggesse dall’aria.
‘Che caro il mio nipotino! Sempre gentile e premuroso. Fammi un po’ vedere questo gioiellino. Stupenda’ disse, girando introno alla Guzzi. ‘rosso fuoco come piace a me. E a te Nonna piace?’ ‘Certo amore mio. Non vedo l’ora di salire in sella per il nostro giretto’.
Si presentò subito un piccolo problema, la salita in sella. Nonna si rese subito conto che la gonna a pieghe non era certo l’abbigliamento più adatto ‘Mi rendo conto che la mia gonna andava bene quando con Nonno andavamo in giro in Lambretta. Ma qui mi sa che mi devo cambiare altrimenti dò spettacolo delle mie cosce a tutti’, ‘forse è meglio Nonna. Un paio di pantaloni sarebbero più adatti’. Rientrò in casa e poco dopo uscì vestita con paio di pantaloni di lino viola scuro in cromatismo perfetto con la camicetta che indossava. Salii in moto dopo avere predisposto i predellini per la mia passeggera, inclinai un poco la moto sul fianco sinistro e Nonna salì con destrezza, accomodandosi sulla sella, mi cinse i fianchi e partimmo per la nostra scampagnata.

Durante la mezz’ora di viaggio sentivo le tette prosperose di Nonna spingermi sulla schiena, suscitando in me fantasie e ricordi di quando ero più piccolo di quando mi faceva il bagnetto, piuttosto che quando la spiavo mentre si vestiva. Nonna aveva a quel tempo un corpo da fare invidia ad una trentenne, seno della terza misura, belle gambe tornite, fianchi prominenti, un didietro ben messo sia in forma sia in dimensioni, un bel viso sempre curato e truccato, mani splendide con unghie curatissime e sempre smaltate di colori raffinati. Devo dire che, complici anche le vibrazioni della Guzzi, mi ritrovai con ben ‘indurito’ tanto da dovermi alzare leggermente dalla sella per dare modo al mio fratellino di sistemarsi meglio. ‘cosa fai tesoro? Qualche acrobazia? Guarda che ci sono io qui dietro di te!’ ‘Non preoccuparti Nonna, necessitavo di una sistematica’ ‘Capisco’ e spostò le sue mani dalla vita alle cosce. Erano calde le mani, le sentivo molto bene attraverso i pantaloni, così come sentivo molto bene i loro piccoli movimenti verso il mio inguine. Solo alla fine del viaggio, come fosse stato un caso, une delle mani di Nonna mi sfiorò proprio in cima al mio uccello; ho sentito una scarica che mi è arrivata dritta dritta al cervello. Ora ero più teso che mai, tanto che una volta arrivati a destinazione mi dovetti sistemare per evitare che Nonna notasse il bozzo.

Ci avviammo verso il prato, all’ombra di un bell’albero frondoso, srotolai la coperta, ci poggiai bibite e dolcetti e mi ci sdraiai sopra. Nonna prese dalla sua borsa la gonna a pieghe, se la infilò sopra i pantaloni e con pochi rapidi movimenti cambiò look, mostrando al suo nipotino le sue belle gambe. ‘Così sono più comoda, i pantaloni anche se leggeri mi danno sempre un po’ fastidio in mezzo alle gambe e poi così sono più signora!’ disse rivolta a me. Dal canto mio avevo ben osservato i suoi movimenti durante il cambio d’abito ed essendo sdraiato sulla coperta, avevo potuto scorgere le sue leggere mutandine di pizzo bianco e l’ombra della peluria del suo pube prominente.

Nonna si accomodò accanto a me, togliendosi le scarpe, sistemando per bene la gonna e con entrambe le gambe ripiegate di lato.
‘Vieni qui gioia mia, metti la testa sulle mie gambe che ti coccolo un po” appoggiai la testa sulle sue cosce e Nonna iniziò ad accarezzarmi fra i capelli, lentamente, dolcemente. ‘Allora cosa mi racconti? Le tue donne come stanno?’ ‘Beh sai Nonna, la mia vita sentimentale è abbastanza piatta, niente di che le mie conoscenze femminili sono abbastanza limitate. Solo qualche piccola avventura con un paio di compagne di scuola.’ ‘Dai raccontami un po’! lo sai che sono curiosa. Hai fatto sesso?’ ‘divenni rosso come un peperone ‘ma Nonna dai! mi vergogno a raccontarti certe cose!’ ‘ma è normale che tu abbia una qualche esperienza, in fin dei conti hai 18 anni, l’anno prossimo andrai all’Università e fra poco tempo avrai una laurea, una posizione e poi magari metterai su anche famiglia! Raccontami le tue esperienze magari posso aiutarti’.

Così inizia il mio racconto mentre Nonna continuava a carezzarmi fra i capelli. Le dissi delle mie poche esperienze erotico/sessuali, dei miei dubbi e incertezze.
Nonna mia ascoltava attenta, ogni tanto mi chiedeva qualche dettaglio anche piccante come quello della mia compagna di banco che con la scusa di raccogliere la sua penna da terra mi strofinò la sua mano sul mio uccello mentre il professo re di Filosofia parlava di Kant.

Rise divertita, mi fece alzare dalla sue cosce, si spostò dalla sua posizione e sistemò in ginocchio seduta sui talloni sistemando la mia testa ancora sulle sue cosce.
Fu allora che sentii uno strano profumo, un profumo che penetrò le mie narici, intenso e gradevole. Non lo conoscevo ancora bene, ma da lì a poco mi sarebbe stato molto ben chiaro.

Continuavo nel racconto delle mie esperienze a occhi socchiusi. Sentivo che Nonna muoveva leggermente il bacino e priva e chiudeva quasi impercettibilmente le cosce. Non capivo cosa stesse facendo. Aprii bene gli occhi e vidi Nonna con gli occhi socchiusi che si mordeva il labbro inferiore, stava silenziosamente godendo fisicamente grazie ai miei racconti. Le sue carezze diventavano più intense, sposto la sua mano sul mio petto e con le unghie mi solleticava il torace. Io continuavo a parlare ma gli effetti collaterali diventavano sempre più evidenti; i miei pantaloni scoppiavano. Sentivo la sua mano scendere e ad un tratto sentii il palmo caldo sul mio uccello ‘Nonna!’ esclamai, si fermò ‘Scusa, scusa tesoro mi sono fatta prendere dai tuoi racconti e mi sono eccitata’ ‘scusami ancora ora vado alla fontanella a rinfrescarmi’ si alzò e andò a sciacquarsi le mani e i polsi sotto l’acqua fresca della fontanella. Dopo poco ritornò all’ombra del nostro albero e si accovacciò come prima ‘Certo che se avessimo portato almeno uno sgabello”. Mentre si accovacciava notai che sul dietro della gonna si intravedeva un’ombra come fosse bagnata. Andai verso la Guzzi, aprii la sacca e presi un cuscino gonfiabile da mare che quasi dimenticavo di avere portato con me ‘ecco qua Nonna, così forse sei più comoda’ ‘Oh grazie tesoro!’ prese il cuscino lo mise a terra e ci si sedette sopra avendo cura di sistemare la gonna per evitare che si vedesse tutto visto che la posizione più comoda la obbligava a stare a cosce spalancate.
Consumammo bibite e biscottini seduti uno di fronte all’altra. ‘Scusami ancora caro, non volevo toccarti lì ma mi sono fatta prendere dal trasporto, mi sono ricordata i bei tempi con tuo Nonno, pensavo quasi di essere con lui e non mi sono controllata. Ho anche visto però che non è che ti sia poi spiaciuto così tanto, almeno il tuo ‘coso’ non sembrava patisse’ ‘e sì Nonna, anche a me i racconti e i ricordi fanno qualche effetto e poi sono all’asciutto da un po”.
Eravamo orami entrati in intimità, non che prima non lo fossimo, Nonna mi ha sempre visto nudo così come io sebbene di nascosto l’ho spiata più volte e sapevo anche che lei se ne era accorta ma mai mi aveva rimproverato o detto qualche cosa ai miei genitori.

‘Devo andare a fare pipì, là c’è un chiosco, dovrebbero avere anche una toilette. Mi accompagni?’ ‘Certo, andiamo’. Lasciammo tutto sul’erba e andammo al chiosco che stava ad alcune centinaia di metri da noi.
Ordinammo un paio di caffè e Nonna chiese della toilette ‘è sul retro del chiosco, signora. La porta però è difettosa e forse è meglio che suo nipote le tenga chiusa la porta’ ‘Grazie, Gianni hai sentito? Accompagnami’ andammo dietro al chiosco e Nonna entrò ‘ tieni chiusa la porta Gianni, un attimo solo’.

Sentivo lo scroscio della pipì nell’acqua del water volevo vedere ma non osavo. Sentii la pressione sulla porta, segno che Nonna stava uscendo. Aprii e Nonna uscì. ‘Non c’era carta, mi sono dovuta arrangiare’ e tornammo verso la coperta sotto l’albero ‘Gianni aspetta un attimo passo per la fontanella’. Nonna si lavò le mani e inumidì qualche cosa che al momento non capivo fosse.

Tornati alla nostra postazione stavamo per accomodarci sulla coperta quando Nonna mi disse ‘Gianni coprimi alla vista delle persone che sono vicine al chiosco per favore, devo fare una cosa ci metto un attimo’ mi posizionai di fronte a lei e rimasi lì fermo immobile ‘Non guardare Gianni, chiudi gli occhi devo fare una cosetta alla mia farfallina’ mi disse Nonna ‘devo pulirmi meglio, altrimenti dopo mi brucia’ chiusi gli occhi a non resistetti alla tentazione di socchiuderli. La visione fu tremendamente eccitante, Nonna si mise in ginocchio, aprì le gambe, sollevò di poco la gonna e infilò sotto la mano che stringeva quella cosa che poco prima aveva imbevuto alla fontanella, le sue mutande di pizzo. Si stava rinfrescando. Io ero in visibilio, rosso paonazzo come un peperone. L’uccello che mi faceva un male del diavolo tanto era duro. ‘Ho finito, apri pure gli occhi’ ‘mi sono accorta cha hai sbirciato, porcellino!’ non potevo negare viste le mie condizioni. Nonna allora si sedette ancora sul cuscino gonfiabile ‘Vieni qui appoggiati alla mia coscia’ mi appoggiai e sentii subito l’intenso profumo che avevo sentito prima. Non sapevo bene cosa fare,

Nonna colse la mia perplessità ‘Stai tranquillo Gianni, ora ci pensa Nonna a te. Devi giurarmi però che quanto è successo e quanto succederà rimarrà un segreto fra noi’ ‘Giuro’ risposi.
‘Io mi occupo di te e poi tu ti occupi di me, va bene?’ ‘Certo Nonna! Con piacere! Lo sai che stravedo per te farei qualunque cosa tu mi chiedessi’ ‘Bene allora slacciati la cintura dei jeans e il bottone, sdraiati e lasciami fare’ eseguii. Nonna infilò un mano nei jeans, scostò l’elastico delle mie mutande e mi afferrò l’uccello, sobbalzai ‘Calmo piccolo, calmo. Non ti agitare, chiudi gli occhi e lasciami fare’. Scese fino ai coglioni per poi risalire verso l’alto, sistemando il mio uccello.. Il mio uccello ora era perfettamente dritto con la cappella che spuntava dalla patta semi aperta. Nonna iniziò a toccarmi molto leggermente sulla parte inferiore della cappella, la cinse con indice e pollice e iniziò a stringere e rilasciare. Io ero in visibilio. ‘Calmo, falla durare il più possibile. Non venire!’ cercai di trattenermi ‘Ecco bravo respira profondamente, ora Nonna ti fa godere!’ tolse la mano, prese dalla borsetta una crema per le mani, si spalmò per bene e riprese a massaggiarmi ‘Così va meglio vero? Non voglio fare male al mio amore!’ penso che durai non più di cinque secondi. Quando Nonna si accorse che stavo per venire, iniziò a stringere e ad andare su e giù con la mano, le presi il polso ‘Vieni amore, vieni nella mano di Nonna’ e così feci le riempii la mano di tutto il mio seme. Nonna la portò alla bocca e la leccò avidamente ‘Ottima, stupenda! Erano anni che non ne assaggiavo di così buona!’. ‘Stai giù rilassati, ora sei più tranquillo vero?’ annuii con il capo, avevo la gola secca. Passarono alcuni minuti. Nonna mi invitò a riallacciarmi cintura e pantaloni. ‘vieni qui davanti a me, sdraiati a pancia in giù. Non preoccuparti tanto non ci nota nessuno’ mi sdraiai di fronte a Nonna che tese la sua gonna a pieghe tanto quanto bastava per farmi vedere la sua passerina ‘Ti piace amore? è un po’ anzianotta ma è ancora attiva, senti il profumo?’. Stavo strabuzzando gli occhi, davanti a me una figa meravigliosa, diversa dalle altre che avevo visto sia al naturale sia sulle riviste porno che usavo comprare. Era perfettamente curata, solo una piccola striscia di peli castani poco sopra le grandi labbra. Grandi labbra carnose che alla loro congiunzione superiore mostravano un significativo rigonfiamento. ‘La vedi bene Gianni? Vedi in alto poco sotto i peli? Vedi quel rigonfiamento? Aspetta che ti faccio vedere meglio’ Nonna infilò una mano sotto la gonna e con due dita allargò le grandi labbra ‘Vedi il bottoncino? Quello è il clitoride, io godo molto quando me lo tocco, diventa più lungo e duro come un piccolo cazzettino’. ‘Ora toccami lì ti prego!’ allungai una mano sotto la gonna e sfiorai con un dito il clitoride di Nonna. Sospirò profondamente ‘dai Gianni più forte, vai su e giù!’ feci come chiedeva Nonna inizia a titillare il clitoride salendo e scendendo con l dito. Vedevo gli umori di Nonna uscire, un rivolo biancastro scendeva verso il sedere. Nonna portò le braccia dietro e si poggiò con le mani a terra ‘dai Gianni, dentro e fuori, dentro e fuori come fai con le tue amichette!’ ‘cazzzzzzooooooo che bello! Non fermarti daiiiii! Continua così daiiiiii!’ Nonna era partita per la tangente, faceva fatica a controllarsi. ‘Vieni, leccala voglio sentire la tua lingua, vuoi?’ non ci fù necessità di risposta, mi avvicinai a lei che sollevò la gonna in modo tale che potessi arrivare alla sua figa. Sentii ancora il profumo intenso, non me lo sono mai scordato! Con la lingua passai sul clitoride ‘Vengoooooo, non smettere vengoooooooo’ e mi ritrovai con il viso bagnato degli umori di Nonna. Pochi minuti per riprendersi dall’orgasmo e Nonna era già pronta per venire un’altra volta. Questa volta però voleva il mio cazzo paonazzo dolorante per la rigidità e paonazzo di voglia.

‘mettiti giù e abbassati i pantaloni Gianni’ obbedii. Nonna era già senza mutandine, mi scavalcò e si abbassò sul mio ventre con la figa umida e scivolosa; si alzò un poco tanto quanto bastava per impugnare il mio palo e infilarselo in figa, strabuzzando gli occhi e gemendo di piacere. Nonna non seppe resistere alla tentazione di cavalcarmi furiosamente, facendo comunque attenzione che la sua gonna coprisse bene le nostre parti intime da sguardi indiscreti. Andava su e giù, si strusciava sentivo i suoi spruzzi, sentivo colarmi sulle palle il suo succo. ‘Gianni cazzo! vieni sborra nella figa di nonna! Senti come è bagnata! Fammela sentire la tua sborra calda! Poi a casa voglio berti tutto’ non mi trattenni più, presi la Nonna per i fianchi e cominciai ad agitarmi, amplificando i suoi strusciamenti, inarcai la schiena e schizzai potenti getti di sperma. Nonna si mordeva le labbra per non urlare e si lasciò andare sul mio petto. Rimasi dentro di lei fino a che il mio cazzo non fece capolino all’esterno. Nonna si sdraiò al mio fianco ‘Grazie tesoro, erano anni che non godevo così’ si infilò una mano sotto la gonna e raccolse qualche goccia di sperma che leccò avidamente. ‘adesso andiamo a casa, non hai ancora finito! Sei giovane e forte, chissà quanta ne hai ancora e io voglio berla tutta’. Ci sistemammo, raccogliemmo le nostre cose e via in moto verso casa di Nonna ‘.

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Per critiche, suggerimenti ed eventuali contributi (sarebbe bello poterli ricevere da signore) potete scrivermi all’indirizzo: firefiretongue@yahoo.it

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