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Racconti erotici sull'Incesto

Incest Stories

By 6 Settembre 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

‘Tanti auguri a te, tanti auguri a te, tanti auguri ad Ilaria, tanti auguri a tee !’

Sono cinquantasette anni per Ilaria, soffia sulle candeline sorridendo a fatica, ad ogni compleanno passa un periodo di crisi dovuto alla sensazione dello scorrere degli anni.

‘Dai Ilaria facci un discorso ” chiede Luigi, il fratello.
‘No no ” Risponde ritrosa, ‘ ‘ io non avrei nemmeno festeggiato, lo sapete che ora passerò tre mesi in depressione vero ?’

Nel frattempo Vincenzo, suo figlio ventenne, sta portando in salotto i pacchi con i regali. Il marito di Ilaria, Fabio, serio e silenzioso stappa una bottiglia di spumante e ne versa il contenuto nei fl’te poggiati ordinatamente sulla tavola.

‘Daai Mamma, uno sforzo ?’ Insiste Piero, il suo primogenito.

Ilaria rifiuta nuovamente e prende il bicchiere di spumante mandandolo giù in una sola sorsata.
La serata prosegue tra chiacchere varie, Ilaria si isola un po’ dal gruppetto, i bicchieri di spumante aumentano, si sente leggermente brilla e triste. Osserva il marito mentre parla con suo figlio Piero, i due si somigliano, sono alti, capelli mossi, una lieve fossetta sul mento li accomuna.

La vita matrimoniale di Ilaria non è felice, è sposata con un uomo completamente dedicato al lavoro ed incapace di qualunque gesto affettivo. Piero vive a Milano dove dirige una piccola software house mentre Vincenzo studia a Roma e vive ancora con loro, è il cocco di mamma, il piccolo di casa.

Ilaria va in bagno, abbassa la tavoletta e vi si siede. Pensa alla sua vita, ad ogni compleanno è come se facesse un consuntivo degli anni trascorsi. La gonna nera attillata le stringe sui fianchi, si sente grassa, il suo seno è trattenuto a stento dalla camicetta rossa, i piedi le dolgono a causa del tacco vertiginoso.

Muove le dita dei piedi, smaltate di rosa, per sgranchirle, quello che vorrebbe ora è soltanto buttarsi a letto e dormire per una settimana.

Poche ore dopo e, dopo aver sistemato la casa, Ilaria va in camera da letto, suo marito sta lavorando al portatile.

‘Almeno il giorno del mio compleanno potresti smettere di lavorare ” dice Ilaria al marito struccandosi davanti lo specchio.

‘Almeno tu potresti smettere di essere acida per un giorno ” Gli risponde Fabio non scostando gli occhi dallo schermo del pc.

‘Ah io sono acida ‘ beh forse c’è un motivo, forse è perché io e te ci diciamo a malapena buongiorno e buonasera, forse perché sono tre anni che non mi tocchi con un dito, forse perché sono stanca di fare la serva in casa ”

‘Fai sempre così il giorno del tuo compleanno, domani starai meglio, buonanotte !’ La liquidò il marito, spegnendo il pc e raggomitolandosi sotto le coperte.

Ilaria va in bagno, fa scorrere l’acqua calda, di là suo marito borbotta qualcosa a proposito del rumore, lei lo manda a fare in culo mentalmente ed inizia a spogliarsi. Ha i capelli neri e ricci, scalati all’altezza del collo, un bel viso, con labbra carnose e occhi scuri dalla forma lievemente orientale. A cinquantasette anni il suo fisico è ancora in forma, il suoi seni abbondanti sono leggermente calati ma ancora piacenti, le aureole sono grandi, rosse, invitanti.
Si guarda allo specchio, si tocca la pancia, si sente leggermente sovrappeso, si gira pizzicandosi una natica, ha un po’ di cellulite, alla sua età è normale, ma gli piace la vista del suo sedere, è tondo, abbondante, ancora capace di attirare gli sguardi degli uomini.

Dopo il bagno Ilaria si mette a letto, suo marito è girato di spalle, si addormenta.

Alle tre di notte Ilaria viene catapultata in un sogno erotico, denso e reale. Nel sogno si trova nella giungla, il suono di tamburi lontani le dà il senso di essere vicino ad un villaggio di aborigeni. Si trova in una radura, nel centro c’è un tronco ornamentale dipinto di rosso e nero. Un uomo di colore le appare all’improvviso parlandole in una lingua sconosciuta. Lei capisce cosa sta dicendo. L’uomo è alto, muscoloso, perfetto, la sua testa è ornata da una corona di piume ed ossa, sembra uno stregone. Tra le gambe gli pende un pene enorme.

Obbedendo a quella strana lingua Ilaria si spoglia, il suono lontano si fa più forte, più ritmato.

Rimane nuda, l’uomo le indica il tronco, lei vi si sdraia, pancia in giù, il legno levigato è caldo a contatto con la sua pelle. I tamburi si avvicinano, nella radura appaiono altri uomini, hanno i visi dipinti con colori sgargianti, due di loro vanno verso Ilaria, le legano i polsi al tronco con delle corde, poi passano alla gambe.

Ora è nuda, legata con le terga all’aria sul tronco sacrificale, i tamburi suonano assordanti, alcuni degli uomini urlano, danzano intorno a lei. Lo stregone ornato di piume si avvicina ad Ilaria, esce dalla sua visuale, è dietro di lei, alza le mani al cielo invocando gli dei.

Nel sogno Ilaria è sia spettatrice che protagonista, come se poetesse vedere e sentire le sensazioni nello stesso momento.

Il membro dello stregone si alza, un’erezione possente, il fallo è gigantesco, pauroso. Ilaria sa cosa l’aspetta, lo stregone glielo ha detto nella sua lingua sconosciuta, lo aspetta, ansiosa di sacrificarsi a quegli dei misteriosi.

Due donne bellissime, scure e completamente nude, si avvicinano alla donna legata al tronco, le ungono il solco tra le natiche con un unguento oleoso dal l’odore intenso, le loro dita lunghe e sottili si insinuano nel buchino stretto e grinzoso, lo allargano dolcemente cantando una nenia sommessa e cantilenante.

Lo stregone urla qualcosa alle due donne, loro afferrano le natiche di Ilaria da entrambe le parti, le allargano, l’uomo guarda l’intimo orifizio della donna offerto alla sua verga. Si abbassa su Ilaria tenendo il cazzo teso puntato verso il culo offerto alla sua vista, le struscia la cappella sulla sua pelle ungendola col liquido che la ricopre.

Ilaria nel sogno sta aspettando con ansia il momento in cui quel fallo gigantesco le entrerà dentro. Lo stregone urla una parola incomprensibile, spinge piegando le ginocchia, la sua cappella penetra lentamente tra le natiche di Ilaria, la donna geme godendo nel sentire la carne calda e pulsante del cazzo scivolargli nel culo aperto. Le due donne iniziano a carezzare il fallo dello stregone mentre incula la donna legata, quando estrae il suo cazzo unto dal culo di Ilaria le loro mani carezzano la cappella enorme, poi l’accompagnano dolcemente verso il buco aperto. Ad ogni spinta Ilaria mugola e gode, lo stregone inizia ad aumentare il ritmo, seguendo quello dei tamburi, la sua asta sparisce nel culo offerto in sacrificio agli dei. Ilaria urla dal godimento, sente lo stregone venirle dentro, sente lo sperma caldo in lei mentre nella radura gli uomini e le donne che hanno assistito al sacrificio si gettano in danze propiziatorie al suono dei tamburi.

‘Cosa cazzo ti prende, ma che sei scema ?’ Dice Fabio ad Ilaria che giace seduta nel letto con la fronte imperlata di sudore.

‘Ho avuto un incubo stronzo stai calmo !’ Risponde acida mentre si alza per prendere un bicchier d’acqua.

‘Uff domani devo lavorare ” Borbotta Fabio rimettendosi a dormire.

‘Sai che novità ” Bisbiglia Ilaria mentre va in cucina.

Ferma davanti al lavandino la donna ripensa al sogno, si tocca con le dita tra le gambe, è bagnata, il pensare a quel cazzo nero che la incula la eccita. Non le succedeva da anni di vere dei sogni erotici. Evidentemente l’astinenza forzata stava iniziando a produrre degli effetti indesiderati, o forse la cosa innaturale era proprio l’astinenza.

Ricordava gli anni prima del matrimonio, quando sperimentava, quando il suo cuore batteva per qualche ragazzo, quando l’attesa di una carezza intima la faceva bagnare tra le cosce. Il suo dito scese verso la fessura calda e bagnata, in piedi, ancora col bicchiere dell’acqua in mano iniziò a masturbarsi, la sensazione di calore salì lentamente, si abbandonò alle carezze, sospirando alzò la gamba poggiandola sul bordo del lavandino, le sue dita entravano tra le sue grandi labbra scivolando sensuali in lei. Posò il bicchiere, si scoprì il seno e strinse forte il capezzolo.

Le era sempre piaciuto il dolore misto al piacere, uno dei ragazzi che più le avevano fatto perdere la testa era stato Mario, uno del quartiere, muscoloso e forte. Gli piaceva sculacciarla mentre la prendeva da dietro. Ricordava che dopo aver fatto sesso con Mario non riusciva a sedersi senza fare delle smorfie di dolore.

L’orgasmo sopraggiunge intenso e silenzioso, le gambe gli cedono leggermente mentre gode facendo attenzione a non urlare.
Dopo essersi sistemata Ilaria va verso la camera da letto, sospira tristemente alla vista del marito che ronfa tra le coperte e si addormenta.

Il giorno dopo Ilaria sta preparando la cena. L’episodio del giorno prima è dimenticato, la quotidianità l’ha assalita come tutti gli altri giorni sommergendola di impegni e servizi. Ha passato la mattinata a fare la spesa, a ritirare le camicie del marito dalla tintoria ed a pulire l’appartamento.

Squilla il telefono, alza la cornetta.

‘Pronto ? Si ‘. Sono io ‘.OH MIO DIO ” Urla spaventata, ‘ Cosa ? Ahh, niente di grave per fortuna, aspettami che ti vengo a prendere ”

Il tempo di indossare le scarpe e scendere le scale ed Ilaria è in macchina, diretta verso l’ospedale più vicino.

‘Pronto ‘ nostro figlio si è fatto male col motorino, una macchina lo ha tamponato ‘ non lo so come è successo ‘ si è rotto tutte e due le braccia, è ingessato, sto andando a prenderlo ”

Raggiunto l’ospedale Ilaria va verso il pronto soccorso, Vincenzo la sta aspettando. Ha entrambe le braccia ingessate, comprese le dita, tornano a casa, Vincenzo si sorbisce la ramanzina della madre in silenzio, è preoccupato per i tempi di recupero, in ospedale gli hanno detto che deve rimanere ingessato per un mese intero.

Raggiunto l’appartamento Ilaria cerca di sistemare la stanza del figlio in modo che lui possa muoversi agevolmente. Fabio la chiama al cellulare, ha la voce seria come al solito.

‘Ciao, devo partire per Bruxelles urgentemente, non passo da casa, compro il cambio direttamente lì.’

‘Ma come, con tuo figlio in queste condizioni tu mi lasci sola ?’ Urla al telefono Ilaria.

‘Dai smettila, fai sempre delle storie, lo sai che è importante.’

‘Sono stanca Fabio, fai come vuoi ma al tuo ritorno dobbiamo parlare.’

Ilaria chiude la comunicazione, si siede alla scrivania del figlio, guarda la sua foto, adora Vincenzo, al contrario del fratello, che ha preso lo stesso carattere del padre, il piccolo ha un carattere dolce ed affettuoso.

Vincenzo entra in stanza.

‘Mamma ‘ devo fare pipì.’ Gli dice con gli occhi bassi, si vergogna ma non è autosufficiente e il bisogno che ora deve condividere con sua madre lo imbarazza.

‘Tranquillo piccolo mio, ci pensa la mamma, ti ho visto crescere.’ Gli dice la madre rassicurandolo.

Al bagno Ilaria si siede sul bordo del bidet, tira giù i pantaloni del figlio, poi le mutande, stenta a trattenere un grido. Il pisello di suo figlio è enorme, alla mente gli sovviene il cazzo dello stregone nel sogno fatto la notte prima. Cercando di darsi un contegno invita Vincenzo a sedersi sulla tazza per fare pipì.

Distoglie lo sguardo mentre il figlio urina imbarazzato, seduto sul water, un volta finito Vincenzo la guarda con aria imbarazzatissima.

‘Mamma ‘.’

‘Si tesoro, hai finito ?’

‘Si ‘ ma sgocciola ‘ di solito io .. ehm ‘ io lo sgrullo’

‘Ah ‘ si ‘ ah, ecco ora lo faccio, stai tranquillo, sono sempre tua madre.’ Dice Ilaria ancora più imbarazzata del figlio.

Vincenzo si alza, Ilaria non può fare a meno di guardare quel cazzo così lungo, per un attimo lo immagina duro, poi cerca di pensare ad altro mentre con l’indice ed il pollice, delicatamente, prende il pisello del figlio agitandolo per far uscire le ultime goccioline. Il silenzio tra i è due assoluto, gli occhi di Ilaria guardano il pene enorme del figlio, si sente le mutandine bagnate, un leggero panico la assale.

Dopo aver rivestito il figlio lo fa sedere sul divano e gli accende la tv, lei torna in cucina, il cuore le batte forte nel petto, il contatto intimo col figlio, il senso di colpa e la vergogna non l’abbandonano. Apre il frigorifero e si versa un bicchiere di vino.

La giornata scorre, tranquilla, Vincenzo cerca di chiamare Ilaria per i suoi bisogni il meno possibile. Sua madre si prodiga senza problemi per accudirlo ma ogni volta il silenzio tra i due, dovuto all’imbarazzo, rimane vivo.

La notte Ilaria si gira nel letto senza riuscire a prendere sonno, si sente inquieta, suo marito non ha chiamato nemmeno per sapere qualcosa su Vincenzo. Il pensiero torna puntualmente al cazzo del figlio, sente ancora sulle dita la sensazione di quella carne giovane e pulsante. Riesce ad addormentarsi dopo un paio d’ore.

Il sogno sopraggiunge improvviso, è di nuovo nella radura, di nuovo ode i tamburi in lontananza, è già legata al tronco sacrificale, sente dietro di se lo stregone che la incula lentamente ed a fondo, sogna il godimento intenso della penetrazione, l’orgasmo vivido che la assale nello stesso momento in cui l’uomo dietro di lei sborra copioso nel suo culo, poi si gira, l’uomo non è di colore, è bianco, indossa una maschera tribale, la toglie, il viso è quello di Vincenzo.

Madida di sudore Ilaria si dirige verso la cucina, prende la bottiglia di vino e si siede al tavolo.

‘Diventerò alcolizzata se continua così ” Dice pensando tra se e se, ‘Mio dio Ilaria smettila, che vai a pensare, è tuo figlio. Certo che ha un bel cazzo ‘. Oddio che sto dicendo ‘ sto diventando bipolare ”

Dopo parecchi bicchieri la donna si mette a letto, brilla, con i pensieri che vagano senza sosta nella sua mente e si addormenta.

La mattina Ilaria si alza presto, si trucca pesantemente, colta da un eccesso di vanità. è ancora un po’ intontita dall’alcool bevuto la sera prima. Indossa una camicetta di seta lilla molto attillata, le sue tette vengono strette dal morbido tessuto donandole un meraviglioso decolté, infila la sua gonna nera preferita, aggancia la cinta alla vita, il suo culo, fasciato dalla gonna stretta e corta, è invitante.

Indossa il perizoma che gli ha regalato la cognata lo scorso natale, non le è mai piaciuto portare quel genere di intimo, ma la sensazione di essere seminuda sotto la gonna stamattina la eccita. Mette su degli zoccoletti molto alti dello stesso colore della camicetta e si rimira allo specchio.

L’effetto le piace, forse ha esagerato un po’ con rimmel e rossetto ma oggi vuole essere provocante. Si affaccia alla camera del figlio, ancora dorme, i suoi capelli scuri e arriffati spuntano dal bordo delle lenzuola.
Si deve sbrigare a fare la spesa prima che Vincenzo si svegli.

Al mercato gli sguardi ammirati degli uomini la seguono durante la spesa, il fruttivendolo le porge le mele non riuscendo a staccare gli occhi dal seno prominente, strabordante dalla camicetta. Ilaria compra del buon vino bianco, tre bottiglie. Prende della carne con l’intenzione di cucinarla con i funghi.

Tornata a casa ripone la spesa nel frigo, suo figlio la chiama dall’altra stanza. Lo trova nel letto, bagnato.

‘Scusami mamma, tu non c’eri ed io dovevo fare pipì, non ho fatto in tempo ad alzarmi.’

‘Non ti preoccupare tesoro, ci pensa la mamma ” Ilaria porta il figlio in bagno, lo spoglia, non mancando di rimirare quel cazzo enorme, pendente tra le gambe di Vincenzo.

Completamente nudo Vincenzo si mette a cavalcioni sul bidet, la madre si inginocchia a lato ed apre l’acqua, si insapona le mani d inizia a lavare il figlio.

Vincenzo abbassa lo sguardo, l’occhio gli cade nella scollatura di sua madre, il suo seno è così stretto dalla camicetta che sembra debba esplodere.
Le mani di Ilaria insaponano le natiche del figlio, scorrono verso i testicoli, il palmo della mano li accoglie, la schiuma diventa abbondante.

La sensazione di essere toccato nelle parti intime diventa piacevole per Vincenzo, il suo sguardo non riesce a staccarsi dall’incavo del seno, le mani della madre sono scivolate sul suo membro, lo scorrono per tutta la sua lunghezza, il ragazzo ha un erezione prepotente, le sue guance arrossiscono.

‘Tesoro stai tranquillo ” Lo rassicura Ilaria, ‘ ‘ è normale, sarebbe stato peggio se non funzionava.’

I due ridono. Ilaria continua a percorrere con le mani insaponate la verga dura del figlio, le dita percorrono la circonferenza della cappella gonfia e soffice. Vincenzo prova piacere, un piacere proibito, il seno della madre diventa invitante in un modo che lo confonde.

Ilaria è ipnotizzata, le sue mani non si riescono a staccare dal pene di Vincenzo, lo prende nella mano e gli tira giù per bene la pelle a scoprirne il prepuzio, al figlio scappa un gemito, il cazzo è teso ed incredibilmente duro, lei continua ad andare su e giù con la mano.

Suona il telefono.

Come se qualcuno l’avesse fatta uscire da uno stato di trance Ilaria si alza di scatto, asciuga e riveste il figlio per poi scappare verso il telefono.

Dall’altra parte della cornetta il marito le chiede notizie sulla situazione di Vincenzo, Ilaria lo aggiorna e riaggancia dopo pochi minuti. Incrocia Vincenzo in corridoio, entrambi abbassano gli occhi, si sentono colpevoli, in qualche modo sanno entrambi cosa stava succedendo in bagno.

A pranzo Ilaria sta imboccando Vincenzo, stanno guardando il telegiornale. Il ragazzo è silenzioso, ripensa alla scena sul bidet, la mano della madre che lo accarezza lentamente. La guarda, ne osserva i lineamenti. Sua madre è una bellissima donna, scorre con lo sguardo verso il basso, la vestaglietta a fiori che indossa è sbottonata all’altezza del seno, ne può ammirare la curva sinuosa e morbida, si sta eccitando. Le loro gambe si toccano, involontariamente, mentre lei gli porta il cucchiaio alla bocca.

Ilaria sente lo sguardo di Vincenzo su di se, nota il rigonfiamento che ha tra le gambe, il ragazzo ha un erezione. Quella situazione così morbosa la intimorisce ed allo stesso tempo la esalta, le piace il fatto di sentirsi ammirata, di provocare una reazione così intensa. Le loro gambe si toccano, Ilaria non scosta la sua e nemmeno il figlio, il contatto li eccita, entrambi.

Ilaria si versa un bicchiere di vino e chiede al figlio se ne vuole. Vincenzo annuisce, il suo volto è teso, ha paura di quello che sta provando. Le braccia ingessate non lo aiutano, lo fanno sentire inerme.

‘E’ finita la bottiglia, oggi ne ho comprato dell’altro, aspetto che lo prendo dal frigo.’ Dice Ilaria mentre si alza.

La vestaglietta corta si alza a scoprirle una parte dei glutei, mentre rovista nel frigo per prendere la bottiglia. Indossa ancora gli zoccoletti color lilla messi la mattina, si alza in punta di piedi, Vincenzo ammira le sue gambe, si sofferma sui suoi talloni ben curati, sui polpacci, sulle cosce, sente il cazzo che sta per esplodergli, i testicoli comincia a dolergli dall’eccitazione prolungata.

Dopo aver stappato la bottiglia Ilaria si rimette seduta accanto al figlio, nel farlo poggia una mano sulla sua coscia, Vincenzo sta per esplodere. La madre gli porge il bicchiere di vino alla bocca, lo trangugia veloce, il liquido gli scalda lo stomaco.

‘Mhhh, buono, mi piace da morire il vino bianco ” Dice il ragazzo cercando di distogliere i suoi pensieri.

‘Si l’ho preso alla vineria sotto casa, un po’ caro, ma ne vale la pena ” Risponde la madre versandone un altro bicchiere, per lei e per suo figlio.

Vincenzo cerca nuovamente il contatto, allarga le gambe fino a toccare quelle di sua madre, la vestaglietta di Ilaria si è aperta sulle cosce, un solo bottone tiene nascoste le sue mutandine. Il vino inizia a fare il suo effetto, Il ragazzo si sente più leggero. La mano di Ilaria si sposta impercettibilmente verso l’inguine di suo figlio, sente il tessuto teso dall’erezione, sfiora la punta della cappella con il mignolo.

Vincenzo guarda le gambe di sua madre schiudersi lentamente, lei scosta la sedia dal tavolo ed allarga di più le cosce, afferra un lembo delle mutandine, lo sposta a mostrare agli occhi di Vincenzo la sua fessura bagnata.

Ilaria sbottona i pantaloni del figlio, libera il cazzo del ragazzo afferrandolo alla base, ne percorre tutta la lunghezza con la mano.
‘Mio dio amore mio com’è grosso ‘ lo so che quello che stiamo facendo è sbagliato ” Dice Ilaria al figlio continuando a masturbarlo.

‘Mhhh ‘ è così bello mamma ‘ tu sei così bella ‘continua a toccarlo, ti prego, sto impazzendo ” Risponde eccitato Vincenzo.

Ilaria si inginocchia davanti al figlio, la vestaglia è aperta, i suoi seni si muovono armoniosi ed invitanti. La sua lingua scorre lenta verso la cappella gonfia, apre le labbra e fa scivolare il cazzo nella sua bocca, lo succhia con forza.

‘Oddio mamma ‘. Si ‘ così ‘ succhiamelo forte.’

Erano anni che non faceva un pompino, il sentire quella carne giovane crescere nella sua bocca la eccita, muove la testa ad ingoiare quel membro enorme, lo sente mentre le arriva in gola, lo fa scivolare fuori, se lo sbatte sulla lingua, sulle guance, lo struscia sui suoi capezzoli inturgiditi.

‘Ti piace il seno della mamma ? Ti piace come ti faccio godere piccolo mio ?’

‘Mi fai impazzire mamma ”

Ilaria sta godendo, con una mano si sta masturbando, non le era mai successo di stillare liquido caldo in preda all’eccitazione, le sue dita penetrano in lei uscendone bagnate di rugiada calda. Si alza e sfila le mutandine sotto gli occhi del figlio che ne ammira le forme, i peli pubici ricci e scuri lasciano intravedere la pelle morbida e rosata della fica.

Facendo attenzione alle braccia ingessate del figlio Ilaria allarga le gambe e scende verso di lui, lentamente, tenendo il suo cazzo con la mano lo fa scivolare nella fica, aderisce con la bocca a quella del figlio, si baciano appassionati mentre lei inizia a muoversi sul membro duro che le riempie il ventre.

Si muove sinuosa sul figlio, avvinghiata con le mani alla sedia spinge col bacino per far entrare quel bastone enorme nella fica. Vincenzo sente che sta per venire, cerca di trattenersi, la madre si sfila piano da lui lasciandogli il cazzo lucido di umori, si inginocchia di nuovo ed afferra il pene del figlio con la mano strozzandolo alla base e ritardando l’eiaculazione.

‘Mhhh ‘ sto per scoppiare mamma ‘non ce la faccio più ‘ ‘Geme Vincenzo.

‘Shhh ‘ ora ci pensa la mamma ”

Ilaria si gira chinandosi e poggiando i gomiti sul tavolo, mostra il culo al figlio, si allarga le natiche con le mani e scende fino a sentire la cappella a contatto col suo buco stretto. Spinge facendolo entrare piano.

‘Oddio, nel culo ‘. Sto godendo mamma ‘. Te lo stai mettendo nel culo ‘.’ Farfuglia Vincenzo.

Ilaria sente la carne calda del figlio riempirle il culo, lo sente mentre prepotente le allarga lo sfintere entrando dentro di lei. La sensazione di essere riempita da quel cazzo enorme le fa sgocciolare la fica, le sue cosce sono madide di liquido caldo. Stringe il suo culo, Vincenzo mugola e geme sentendo il suo cazzo avvolto nel calore del culo della madre. La sborra le schizza calda nell’intestino, riempiendola e facendola tremare dal godimento. Gode anche lei, urlando, muovendo il bacino ad assecondare l’orgasmo.

Restano così per qualche minuto, ansimando, lasciando che il piacere scemi lentamente. Ilaria bacia il figlio sulla bocca.

‘Piccolo mio, sarà il nostro segreto vero ?’

‘Si mamma ‘ stanotte posso dormire nel tuo letto ?’ Gli risponde Vincenzo mentre il suo cazzo torna ad ergersi eccitato.

Pochi giorni dopo Ilaria riceve una telefonata.

‘Pronto sono Fabio, tardo qualche giorno ”

Ilaria è seduta sul letto col cordless in mano, con l’altra carezza dolcemente il cazzo del figlio , anch’esso sdraiato sul letto.

‘Certo Fabio ” Risponde lei distante, ‘ ‘ prenditi tutto il tempo che vuoi.’

Spegne il cordless, si china tra le gambe di Vincenzo pronta a godere ancora del giovane corpo del figlio.
La notizia lo coglie all’improvviso, un espressione ebete gli si dipinge in viso.

‘Ma sei matta ‘ dovevamo stare tranquilli da soli ” dico a mia moglie che mi guarda imbarazzata.

‘Carlo, scusa, ma sai, mio padre è da solo, non sa che fare e dopo il divorzio, è molto triste ”

Lucia guarda suo marito con un espressione dolce e remissiva, convinta che basti questo ad indorargli la pillola.

Erano mesi che parlavano di passare il natale da soli, una cenetta romantica con le candele accese, musica classica in sottofondo. Per l’occasione Carlo le aveva regalato un completino trasparente di raso, rosso e bianco, in modo da trascorrere la festa con un pizzico di malizia e di allegria. Invece il padre di Lucia, Aldo, si era praticamente autoinvitato con la scusa della tristezza natalizia ed ora si prospettava un natale con parente, noioso e lacrimevole.

Lucia nel frattempo si sta vestendo per andare al mercato a prendere le cose per la cena di natale. Indossa un paio di pantacollant neri molto attillati che le fasciano le gambe lunghe ed affusolate mettendo in risalto il suo sedere piccolo e sodo. Sopra indossa un maglione bianco a collo alto, aderente che le fascia i fianchi ed il seno, piccolo e tondo. Si guarda allo specchio aggiustandosi i capelli scuri a caschetto che le donano un aria da ragazzina imbronciata e sexy.

‘Io esco tesoro, pensi tu al vino ?’

‘Si ”, risponde mugugnando Carlo.

In enoteca Carlo esagera, prende quattro bottiglie di vino rosso tra quelle con la gradazione più elevata, uscendo passa dal suo amico di quartiere e prende della cocaina pensando tra se e se :’se mi devo rompere i coglioni almeno lo faccio nel migliore dei modi’.

Arriva la sera. Carlo sta sistemando la tavola mentre Lucia è in camera da letto che si prepara per cena. Indossa un tubino nero con degli strass che esalta il suo fisico asciutto. Al collo una fila di perle azzurre, ai piedi un paio di decolleté nere con tacco da dieci centimetri.

‘Wow ”, esclama Carlo mentre sua moglie si presenta all’ingresso del salone, ”stai da Dio ‘ se fossimo soli ‘.’

‘Mhhh che faresti maialino ?’, lo incita Lucia camminando sinuosamente verso di lui.

La donna sorpassa il marito. Poggia, girandosi, le mani sul bordo della tavola e si china leggermente arcuando la schiena e mostrando il suo culo seducente al marito.

Carlo si avvicina alla moglie, le sfiora la coscia salendo lentamente ed alzando un lembo del vestito fino scoprirle il culo.

‘Mhhhh vedo che hai indossato il mio perizoma preferito ”, esclama Carlo mentre le sue mani percorrono le pelle vellutata delle natiche di Lucia.

Suonano alla porta, Lucia si tira giù il vestito e va ad aprire la porta mentre Carlo bestemmia in silenzio maledicendo il suocero e tutti i parenti prossimi in ordine alfabetico.

Aldo entra nella casa baciando la figlia, è un omone corpulento, alto ed ancora giovanile.

‘Ciao Carlo”, saluta l’uomo, ”scusami lo scarso preavviso ma Lucia ha così insistito, fosse stato per me non sarei venuto ‘ sai ‘ dopo quello che è successo quest’anno.’

Carlo stenta a trattenere un urlo, non è nemmeno entrato e già suo suocero inizia a piagnucolare sulla sua situazione.

Carlo risponde al saluto e con una scusa va verso il bagno, chiude la porta e prepara due strisce di cocaina pensando di alleviare il tedio che lo aspetta.

La cena procede senza grossi intoppi, le portate preparate da Lucia sono ottime, il vino inizia a colmare i bicchieri, dopo una mezz’ora sono tutti e tre visibilmente allegri.

Durante la cena Carlo osserva sua moglie, il vestitino scuro lo eccita, il suo cazzo tende il tessuto dei pantaloni in modo evidente. Più volte l’uomo si reca al bagno per rinnovare l’effetto di euforia dato dalla cocaina.

Al ritorno nel salone Carlo vede sua moglie ridacchiare al fianco del padre mentre sfogliano un vecchio album di foto. Aldo abbraccia la figlia affettuosamente, cingendole i fianchi stretti ed invitanti. Lucia è chinata a guardare l’album, il vestitino le scopre leggermente le natiche, Aldo le guarda di sfuggita per poi distogliere lo sguardo imbarazzato. Quando l’uomo si alza Carlo non può non notare i suoi pantaloni tesi all’altezza dell’inguine.

La serata continua sul divano, in televisione trasmettono l’immancabile ‘una poltrona per due’, Carlo siede sul lato destro, Aldo su quello sinistro, Lucia è accoccolata sul marito, tra i due. Il vino continua ad essere versato nei bicchieri, le terza bottiglia è andata e la quarta inizia la sua giostra inebriante.

Carlo carezza le gambe scoperte di sua moglie, con la coda dell’occhio vede Aldo che occhieggia le natiche scoperte della figlia che, leggermente ubriaca, si allunga sul divano fino a toccare con i piedi nudi la gamba del padre.

‘Guarda questa che tette ”, esclama Aldo alla vista dell’attrice che interpreta il film.

‘Papà ‘ che dici ? E’ natale ”, ridacchia Lucia guardandolo con aria severa.

‘Che c’è di male ”, risponde Aldo biascicando leggermente a causa del vino.

Il padre di Lucia poggia la mano sul piede della figlia iniziando a massaggiarlo mentre di nascosto continua a soffermare il suo sguardo sul suo culo.

Carlo inizia a fantasticare sulla situazione, la droga ed il vino gli hanno allentato i freni inibitori, il viso di sua moglie è a pochi centimetri dalla sua patta, si eccita. Lucia sente l’erezione del marito, muove il suo braccio poggiandolo sul tessuto teso dei pantaloni di Carlo, avverte il suo cazzo che guizza al contatto.

Aldo muove la sua mano verso il polpaccio della figlia, Carlo le carezza la gamba, inizia a salire fino a toccare il tessuto fine del vestitino, lo tira leggermente scoprendole la natiche quasi completamente.

Aldo arrossisce, si vergogna della sua eccitazione ma il suo sguardo non può fare a meno di posarsi sul quel fondoschiena invitante, reso ancora più sensuale dal perizoma minuscolo che sparisce nel solco invitante del culo di Lucia.

Carlo prende la coperta del divano e se la sistema sulle gambe, coprendo il suo inguine.

Lucia, nascosta dalla coperta muove la sua mano fino ad incontrare il bozzo inequivocabile dei pantaloni del marito, col mignolo saggia la protuberanza invitante del cazzo duro di Carlo.

Il film scorre sullo schermo, Carlo lo guarda distrattamente, Lucia gli ha abbassato la zip dei pantaloni infilando le sue dita nella patta, le muove percorrendo lenta l’asta dura del marito, scosta il bordo delle mutande afferrando con due dita la cappella calda e pulsante.

Aldo cercando di fingere indifferenza vede la mano di sua figlia che si muove all’altezza dell’inguine di Carlo, imbarazzato cerca di guardare altrove ma la scena che si svolge al suo fianco è eccitante.

Il culo di Lucia inizia ad ondeggiare lentamente mentre lei sta masturbando delicatamente il marito, incurante della presenza del padre.

Aldo continua a massaggiare il piede di Lucia, lei si stende fino a poggiarlo sulle sue cosce, l’uomo lo prende con entrambe le mani, la pelle morbida del suo piede lo eccita, le sue unghie pittate di rosso, le sue dita affusolate che si muovono sinuose. Il cazzo di Aldo è duro all’inverosimile, avvicina il piede della figlia verso il suo inguine fino a sentire il contatto.

Carlo sta impazzando, vede suo suocero che strofina il suo bozzo sul piede nudo della moglie che, nel frattempo, carezza con l’indice ed il pollice la sua cappella tesa. Si stende , porta la sua mano sul culo della moglie che al contatto mugola leggermente inarcando la schiena. Carlo le infila le dita nel solco invitante scostando il sottile filo del perizoma fino a raggiungere il buchino caldo e grinzosi del culo.

Aldo non può credere ai suoi occhi, Carlo deve essere impazzito, lo vede mentre con le dita accarezza il buco del culo della figlia. Lucia ora accarezza con il piede il cazzo del padre attraverso la stoffa dei pantaloni.

‘Tesoro ‘ tutto bene ”, chiede Aldo alla figlia, eccitato ed imbarazzato al tempo stesso.

‘Mhhh ‘ si papà ‘ benissimo ‘ ti dispiace se mi sto scaldando i piedi su di te ?’, risponde la donna con la voce sensuale.

‘No .. no ‘fai pure tesoro ”, risponde Aldo che non riesce a staccare gli occhi dalle dita di suo genero che si intrufolano tra le calde pieghe del culo di sua figlia.

Lucia pone l’altra estremità sulle gambe del padre, con la piante dei piedi strofina maliziosa la sua protuberanza, Aldo si sdraia leggermente mentre con la mano sale fino alla coscia, il suo sguardo incontra quello del genero che gli sorride e gli versa dell’altro vino.

‘Prendi Aldo, ci sciogliamo un po’ ‘ che ne dici ?’, chiede Carlo offrendo il calice colmo al suocero.
Aldo trangugia il bicchiere di vino in un attimo.

‘Anche io voglio bere ”, chiede Lucia, ‘ ‘ ho bisogno di scaldarmi ”

La donna beve ingorda il liquido inebriante, si rimette sdraiata scostando la coperta dalle gambe di Carlo e scoprendo il suo cazzo duro totalmente fuori dai pantaloni.

‘Mhhhh cosa abbiamo qui ?’, scherza Lucia toccando con le dita il cazzo eretto del marito.

Aldo strabuzza gli occhi, non sa se osare, ormai completamente eccitato dalla scena o alzarsi ed andarsene.

Lucia si alza, si gira e poggia la testa sulle gambe del padre.

‘Mhhh anche tu hai qualcosa qui papino ?’, chiede lei con una vocina infantile e sexy mentre la sua mano accarezza il bozzo enorme che spunta tra le gambe del padre.

‘Ma tesoro ”, prova a replicare Aldo.

‘Non sai quante volte ti ho visto nudo quando eravamo a casa insieme, mi sono sempre chiesta come deve essere prendere un cazzo così enorme dentro ”, dice sussurrando Lucia.

Carlo vede la moglie, accoccolata sulle gambe del padre, mentre lentamente tira fuori dai pantaloni il cazzo enorme e duro di suo suocero. Aldo guarda inebetito la figlia che fissa il bastone di carne nodoso di suo padre quasi inebriata.

‘Dio mio che cazzo che hai papà ”

‘Tesoro io ”

‘Shhh ”, lo zittisce Lucia mentre si porta l’asta alla bocca ingoiandola lentamente mentre con lo sguardo invita il marito ad unirsi a loro.

Carlo afferra le caviglie sinuose di sua moglie, le allarga leggermente le gambe infilando la testa tra le sue cosce e scostando le mutandine leggere con i denti. Inizia ad infilarle la lingua nella fica, sente il gusto invitante dei suoi umori caldi.

‘Sei proprio una zoccola, sei eccitata come una vacca. Ti piace spompinare tuo padre, non è vero ?’

‘Mhhh siiii ”, risponde Lucia ormai in balìa della sua voglia. Il cazzo del padre le pulsa nella mano, grande che quasi non riesce ad afferrarlo tutto, con la lingua ne percorre tutta la lunghezza per poi allargare le sue labbra e farlo sparire nella sua bocca.

Carlo fa alzare sua moglie, l’abbraccia baciandola, le loro lingue si intrecciano, le mani dell’uomo le sollevano il vestito denudandola completamente.
Carlo le sussurra all’orecchio :’Ho una sorpresina per te ”

‘Cosa ?’, chiede lei curiosa.

Carlo tira fuori dalla tasca la polverina bianca, Lucia strabuzza gli occhi, la fica le cola eccitata, si gira, vede suo padre che la guarda estasiato mentre si masturba ammirandola nuda con indosso solo il perizoma.

‘Mhhh papino, ora la tua figlioletta si dà un po’ di carica e poi vuole avere per regalo il tuo bel cazzo ”

‘Oh dio mi stai facendo impazzire ”, le risponde Aldo che approfitta della pausa per spogliarsi completamente nudo.

Lucia si china per terra e tira col naso le due striscioline bianche che il marito le ha preparato sul tavolino basso del salotto.

Aldo non ce la fa a resistere, non gli importa cosa sta facendo la figlia, se è sbagliato o meno quello che succede, mentre sua figlia è chinata lui avvicina il viso al suo culo, scosta il perizoma ed affonda la sua lingua nel buco morbido di Lucia.

‘Papààà sei un porco ”, urla Lucia mentre con le mani si allarga le natiche per farsi penetrare più a fondo dalla lingua ingorda del padre.

Carlo estasiato dalla scena si pone di fronte alla moglie che ingoia avida il suo cazzo insalivandolo completamente fino a renderlo lucido ed invitante.
I due uomini fanno inginocchiare Lucia sul divano, Aldo si prende il cazzo tra le mani e lo poggia sulle labbra della figlia :’ingoialo puttanella ‘ fai vedere al tuo papà come lo succhi !’

Carlo le fa allargare le gambe e la penetra con delicatezza scivolando nella fica di sua moglie lentamente mentre le fa colare la sua saliva sul piccolo buco grinzoso e stretto del culo.

‘Daiii tesoro, scopami come una cagna ‘ fai vedere a mio padre come sono zoccola !’
Aldo le chiude la bocca spingendo il suo enorme cazzo fino in gola, l’uomo si eccita sentendo il gorgoglio della saliva mentre sua figlia lecca come un ossessa allargando le labbra ad accogliere il suo grosso bastone nodoso.

I due uomini si danno il cambio, Aldo fa mettere la figlia sdraiata sul divano, le spalanca le cosce, poggia la sua cappella enorme tra le labbra implumi della sua fica, grondante e calda. Spinge, forte, la fica di Lucia inghiotte centimetro dopo centimetro quel cazzo taurino.

‘Mio diooo papaà così me la rompi ‘ daaaaiiiii ‘.’, urla la donna sopraffatta dal godimento.

Carlo eccitato guarda la moglie mentre viene scopata come una vacca da suo padre. Gli occhi della donna semichiusi, la sua bocca aperta in un espressione di godimento sublime, i suoi fianchi scossi dai colpi di bacino di Aldo che le tiene le gambe ben ferme estasiato dallo spettacolo della fica di sua figlia slabbrata dal suo enorme cazzo.

‘Ancoooraaa ‘ dai ‘ ancora ‘ ‘, urla Lucia sfilandosi da suo padre e mettendosi sulle ginocchia invitandolo a prenderla da dietro.

Aldo le allarga le natiche, le sprofonda nella fica mentre le sue dita iniziano a giocare intorno al suo buchino caldo e bagnato.

‘Siiii, allargami il culo papà ‘ dai infilaci le dita ”
Carlo le afferra la testa spingendola verso il suo cazzo, sente la sua cappella scivolare nella gola della moglie, sfila lentamente il suo cazzo, lo sbatte forte sulla lingua di Lucia, lo strofina sul suo viso madido di sudore e sognate dal godimento.

Aldo continua a slargare il buco di culo della figlia, le sue dita scivolano dentro di lei aiutate dalla saliva e dagli umori caldi che le colano dalla fica. Si sfila e poggia la sua cappella sul buchino grinzoso della figlia, spinge leggermente, lo sfintere di Lucia si allarga gradatamente cedendo piano piano all’enorme cazzo che le scivola nello sfintere facendola gridare.

‘Ahhhhhhh, dio miiiiooooo mi sfondi il culoooo ‘. Dai dai dai inculami come una troia papà ‘ scopami nel culo ‘. Daaaaiii’

Carlo, alla vista dello sfintere dilatato di sua moglie non resiste, schizza un fiotto di sborra calda nella sua bocca rantolando come un animale. Lucia beve lo sperma del marito, ingorda ne lecca ogni singola goccia mentre il suo ventre viene scosso da un orgasmo improvviso e violento.

‘Maledetti, mi fate venire come una troia ‘ non vi fermate, scopatemi ancora ”

Aldo le tiene le natiche strette mentre le fa scivolare il cazzo nel culo fino in fondo, guarda eccitato il culo slabbrato della figlia comprimersi ad ogni sua spinta, lo sfila allargandole il buco oscenamente dilatato con le dita, ci sputa per poi infilarvi tre dita.

‘Aveva ragione tua madre quando diceva che eri una zoccola ‘ guarda che culo sfondato, ti piace fartelo aprire dal tuo paparino vero ?’

‘Mhhhh si papino, aprimelo, scopami come non hai mai scopato la mamma ‘ d’ora in poi mi puoi inculare quando vuoi ‘ voglio essere la tua zoccola ‘ a te va bene amore ?’, chiede Lucia a suo marito, ormai abbandonata completamente alle sensazioni forti e proibite del suo rapporto incestuoso.

‘Certo tesoro ‘ da oggi in poi Aldo potrà usarti come una vacca tutte le volte che vuole ”

Aldo sta per venire, allarga le natiche della figlia, vede il suo sfintere largo e umnido che ingoia per intero il suo cazzo, le esplode dentro un fiotto potente di sperma.

Lucia sente la sborra di suo padre irrorarle l’intestino, la sente mentre le cola dal culo copiosa e calda, lordandole le cosce e bagnandole la fica.

‘Ora fai con tuo padre quello che fai con me piccola cagna ‘.’, ordina Carlo a sua moglie.

‘Vuoi tesoro ?’

‘Si, voglio ”

Lucia gattona verso il padre che siede esausto ed appagato sul divano, gli afferra il cazzo e lo incita :’Ora pisciami addosso papà ‘ piscia addosso alla tua bambina ‘ fammi sentire com’è calda ”

Aldo sorpreso, ma allo stesso tempo incoraggiato dalla sfrontatezza della figlia si alza, si prende il cazzo in mano ed inizia ad urinare addosso a Lucia che,

inginocchiata sul pavimento, ingoia la piscia calda del padre, allarga le labbra, la sente che le scivola sul corpo, sul seno, tra le gambe.

Carlo di nuovo duro la gira e le entra prepotentemente nel culo, inizia a scoparla selvaggiamente mentre il padre della ragazza le porge nuovamente il cazzo alle labbra.

Lucia monta a cavalcioni sul padre impalandosi su quel bastone di carne dura e pulsante, Carlo le stantuffa nell’ano dilatato e grondante.

I due uomini arrivano all’unisono, schizzandole fiotti di sperma nel culo, nella fica, strusciandole i loro cazzi sulla pelle calda ed umida.

‘Mhhh mi avete distrutta ‘ porci ‘ mi avete trattato come una vacca in calore ”, sussurra Lucia mentre si accende una sigaretta e si sdraia sul divano.

Carlo sorride, il suo natale è andato meglio di quanto sperasse, si alza e poi rivolto al suocero dice :’ domani sei da noi vero, a tua figlia ed a me farebbe molto piacere !’

‘Certo Carlo, grazie dell’invito ”, risponde Aldo, i suoi problemi di divorzio sono scomparsi, si avvicina alle gambe della figlia, le allarga e, non sazio, inizia a leccare la fica grondante di Lucia che chiude gli occhi e dice :’mmmhhh ‘ buon natale papino ‘ goditela ”

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