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Racconti erotici sull'Incesto

insospettabile zia

By 14 Novembre 2004Dicembre 16th, 2019No Comments

Mia zia Teresa è un tipo minuto ma abbastanza in carne. Non è sposata e vive da sola. E’ mora, alta meno di un metro e sessanta e, come dicevo, robustina ma con tette non esagerate. L’episodio che vi racconto è avvenuto quando io avevo appena 18 anni e lei 42.
Avevo da poco acquistato un computer e la sera dedicavo qualche oretta alla scoperta del misterioso mondo di Internet.
Mia zia volle spiegato il meccanismo della ‘rete’ e ne rimase affascinata al punto che dopo qualche tempo anche lei comperò un computer portatile con cui potere navigare.
Avevo spiegato alla zia Teresa come funzionassero le chat, e qualche volta avevamo chiacchierato insieme, fianco a fianco davanti al mio PC, con altri utenti. Così lei aveva potuto memorizzare gli indirizzi delle chat che frequentavo nonché il ‘nick’ che utilizzavo lì dov’era necessario registrarsi.
Mai e poi mai avrei immaginato che avrebbe organizzato un maliziosissimo scherzetto nei miei confronti.
Una sera conobbi in chat una donna che si faceva chiamare ‘Marinasexy’ ed in breve facemmo amicizia e iniziammo a confidarci ed a fare delle conversazioni erotiche. Io sono molto timido, e mi sembrava che anche lei lo fosse, ma l’anonimato della rete, come si sa, rende tutti più disinibiti e fa venir fuori il peggio (o il meglio, dipende dai casi) delle maialate che stanno nei nostri sogni erotici e non riescono a trovar sfogo nella realtà.
In sostanza facevo sesso virtuale con questa donna che diceva di essere più grande di me ma di prediligire i diciottenni. Anch’io le dicevo che mi arrapavano più le quarantenni che le mie coetanee. Una sera le parlai di mia zia Teresa, confidandole che mi masturbavo spesso immaginando di vederla nuda e di scoparmela, cosa alquanto irreale dal momento che era pudica e castigata. Le raccontai che mi piacevano le gambe tornite della zia ed il suo culo molto grosso. Che sognavo di leccarglielo e di sborrarle addosso. Mi disse che dalla descrizione fisica che le avevo fatto, lei non doveva essere molto diversa dalla zia. Un giorno, improvvisamente, mi propose d’incontrarla.
Ci pensai molto per la verità, perché si parla spesso dei rischi e dei pericoli che si possono correre incontrando le persone conosciute su Internet. Ma poi pensai che in fondo i timori potevano essere più da parte sua, dato che era una donna, e in ogni caso avevamo stabilito di incontrarci in un luogo aperto. Scegliemmo la piazza principale di Cairo Montenotte, che era un paese non lontano per entrambi.
Il giorno dell’appuntamento ero molto teso, sia nella mente che’nel corpo.
Con 10 minuti di ritardo rispetto alla data dell’appuntamento, mi sentii afferrare per le spalle. Una voce familiare mi disse queste parole:
– Ciao Jack (il mio nick), allora vuoi davvero scoparmi?
Mi girai di scatto ed ebbi la conferma che si trattava di mia zia Teresa.
Non sapevo cosa fare. Ero sbalordito. Mi passarono per la mente tutte le scopate virtuali fatte con una persona che credevo di non conoscere e che invece era mia zia. Mi balenò l’attimo in cui confidai alla fantomatica Marinasexy che desideravo chiavare mia zia. Poi pensai anche al linguaggio scurrile che lei utilizzava e con il quale mi fece sborrare tante volte davanti al mio computer.
– E così ti piace la zietta, che definisci ‘pudica e castigata”?
– Dai zia, – balbettai ‘ non pensavo di parlare con te, e poi era tanto per parlare’
– tanto per parlare? E no, caro maialino, adesso vieni con me.
Mi afferrò per un braccio e mi condusse sulla sua auto. Mi stava portando verso casa sua, ma nel tragitto non disse neanche una parola. In quei frangenti mi rasserenai un po’, dicendomi che in fondo le maialate le avevamo fatte in due, e poi sinceramente non mi dispiaceva che mia zia sapesse che la desideravo e che mi faceva arrapare. Sicuramente non avrebbe potuto raccontare la storia ai miei genitori dato che lei, da adulta, non aveva certo dato il buon esempio, e questo mi rasserenava.
Ma mai avrei immaginato quali fossero i suoi piani.
Quella troia mi portò con fare autoritario a casa sua, chiuse la porta e mi trascinò nella stanza da letto.
Aveva la gonna corta e la giacca di pelle nera. I lunghi capelli raccolti nella nuca. Mi accorsi che quel giorno somigliava ad una vera puttana di alto bordo. Senza pronunciare ancora una parola si tolse la giacca e sfoderò una maglietta aderente che lasciava intravedere le tette rotonde. Si tolse in fretta anche quella e restò con un reggiseno nero.
Girandosi di scatto finalmente mi parlò:
– Per le presentazioni mi sembra sufficiente quanto mi hai detto in chat: sei un vero maiale. Sappi che mentre mi raccontavi le tue porcate mi masturbavo come una troia. M’infilavo un cetriolo nella fica immaginando che mi scopassi. Si caruccio, perché la tua cara zietta ‘castigata e pudica’ è una cagna in calore, una troia ninfomane, e adesso tu le farai vedere quanto sei bravo a scopartela.
Le sue parole e la vista delle tette appena coperte da un reggiseno molto ridotto mi avevano fatto rizzare il cazzo. Non credevo ai miei occhi e alle mie orecchie. Mia zia voleva il mio cazzo, desiderava che la sbattessi come avevamo simulato di fare in chat.
Mi avvicinai a lei che, ancora con fare autoritario, mi tolse di dosso la camicia, mi sfilò i pantaloni e fece scivolare la sua gonna.
– Sei bellissima ‘ le sussurrai
– Non così, non era questo il linguaggio che utilizzavi. Dimmelo come conviene a quei due maiali che siamo!
Mi resi conto che mia zia era davvero una porcona e che era disposta a tutto, altro che essere risentita per l’atteggiamento del nipotino. Allora mi dissi che dovevo lanciarmi nell’avventura e vivere questa storia senza alcun limite. Mi stava dando il permesso per poterlo fare.
– Zia, sei una gran troia. Ho sempre desiderato di farmi fare un pompino da te e di scoparti la fica.
– Così mi piaci, nipotino. Strappami il reggiseno e leccami le tette.
Obbedii immediatamente. Le sganciai il reggiseno e mi misi a succhiare quei bei capezzoli rosa, duri da parecchio tempo. Era la prima volta che lo facevo. Forse ero imbranato, ma leccai e succhiai con avidità mentre il mio cazzo s’ingrossava sempre di più.
La spinsi sul letto. Adesso poteva sentire il mio membro attraverso gli slip.
Ad un certo punto s’impadronì delle mie labbra. Mi baciò con voluttà e quando cominciai a leccarle le labbra mi ficcò la lingua in bocca:
– Che cazzo duro che hai, allora è vero che desideri quella zoccola di tua zia’
– Si, mi masturbo sempre pensando al tuo culo.
– Maiale, vuoi toccarmi il culo? D’accordo, sfila le tue mutandine e spingi il tuo cazzo contro il mio culo.
Mi denudai, lei si tolse le mutande e si stese a pancia sotto sul letto. Che bel culo. Largo, bianco, con un solco peloso e profondo. Mi gettai su di lei e le strofinai il cazzo sul sedere. Dapprima sulle chiappe, poi in mezzo, poi sotto. Avvertivo gli umori della fica e sentivo l’odore della sua intimità.
Cominciai a masturbarmi sul suo culo strofinandomi sempre più. Realizzavo il mio sogno erotico.
– Adesso la smetti di strofinarti come un bambino e mi soddisfi con quel randello che ti ritrovi. Sfondami la fica alla pecorina e fammi godere come una vacca.
Si mise carponi aggrappandosi alle coperte e mi mostrò la sua sorca nera e prominente. Il mio cazzo duro entrò con facilità in lei. Quindi, afferrando i suoi fianchi, la scopai per degli attimi di goduria interminabili.
– Brutta troia, ti piace il cazzo del tuo nipotino? Ti piace farti chiavare da me? Sei una gran maiala, sento la tua fica grondare di piacere.
– PORCO, SBATTIMI. LA MIA FICA E’ TUA. RIEMPIMI DI SBORRA.
La scopai così per una decina di minuti, poi le scaricai una buona quantità di sperma dentro la fregna.
Non contenta la troia si rigirò e mi ripulì la cappella con la lingua. Dapprima dolcemente, poi sempre più avidamente prese a farmi un vero e proprio pompino. Le tenevo la testa e la spingevo con violenza sul mio cazzo che aveva ripreso a gonfiarsi. Sentivo le sue labbra premere attorno al mio cazzo e la sua lingua andare su e giù accarezzandomi e bagnandomi l’asta.
– Troia, fatti sborrare in bocca. Lo so che vuoi bere tutto il mio succo. SUCCHIA MAIALA, fai godere il tuo nipotino.
Sentii che stavo per venire. Tenni ferma la sua testa per evitare che perdesse la presa, e le sborrai in bocca. Lei bevve tutto. Quando alzò la testa le colava ancora lo sperma dalle labbra. Se le asciugò con la lingua. Poi raccolse un po’ di succo dalla sua fica, lo diede da leccare a me col dito.
Era davvero una troia. Non avrei mai pensato che la mia prima esperienza sessuale potesse essere così particolare e così intensa.

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