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Racconti erotici sull'Incesto

Julia 02 La crescita di una piccola donna

By 16 Agosto 2009Dicembre 16th, 2019No Comments

Julia 02 La crescita in una piccola donna

i miei racconti
https://raccontimilu.com/viewuser.php?uid=843

Tutto quello che seguirà è reale.

Leggete prima il racconto precedente.
https://raccontimilu.com/viewstory.php?sid=15843

Julia

Molta gente e caldo afoso. La banda lontana che suona e chiasso di bambini e di gente che non sa cosa fare se non gozzovigliare bevendo e mangiando. Il gruppo si muove trovando infine alcuni posti liberi e si siedono con i vassoi colmi di prelibatezze. Le anonime panche li obbligano a scavalcarle e si siedono tutti, stretti, stretti, vicini, vicini.

Non amo le sagre e mi devo ricrede. Mi sto divertendo. Siamo gli unici uomini adulti accompagnati da due belle fanciulle. Una volta tanto le nostri mogli non sono volute venire con noi e ci rilassiamo bevendo, forse troppo. Ridiamo delle battute dette dalle nostre figlie e dal loro modo buffo di comportarsi. Al mio fianco c’era Julia, simpaticissima e bellissima. Quella sera aveva bevuto troppo vino e si vedeva chiaramente che era alticcia, anzi, direi decisamente brilla per come ride e si comporta.

La osservo più attentamente ed essendo seduta al mio fianco mi posso beare delle sue stupende gambe inguainate dalle calze, cui la moda odierna chiama pinocchietto per via che arrivano fin sotto al ginocchio. Seduta così vicino, potevo notare che il collant o quel diavolo che sono, si era insinuato fra le gambe. Nella fioca luce della sera, potevo chiaramente vedere le labbra vaginali contornate ed esposte.

Mi scrollo la testa e rido ad una battuta o una barzelletta che non avevo per niente sentito e guardo se il mio amico e il padre di Julia davanti a me se si fosse accorto dei miei sguardi bramosi. Mi vergogno un poco anche per via della gente che ci sta a fianco e l’occhio continua a cadermi anche nell’ampia scollatura della maglietta. Mi sento eccitato e mi aggiusto il cazzo che mi tira nelle mutande. Non sono eccitato per come è vestita, ma per le battutine e le mezze allusioni che sta facendo. Sono costernato che anche mia figlia le stia tenendo corda. Dopo l’ennesima volta che si appoggia a me, decidiamo di andare a fare due passi visto anche che le pietanze erano state consumate e il vino terminato.

Fatti giusto due passi, Julia perde l’equilibrio e mi cade addosso sedendosi letteralmente sopra di me. Preoccupato che si fosse fatta male, le guardo il piede, ma lei mi stupisce muovendo il sedere in circolo. Ci guardiamo in faccia e noto la sorpresa sul suo volto trasformarsi poco dopo in un sorriso malizioso. Spingo in avanti il bacino per farle sentire meglio la mia dura consistenza e lei preme il sedere contro il cazzo duro.

‘La piccola ha le voglie.’ Si dice fra se.

‘mmmhhh… Sei messo bene paparino…’ Bisbiglia in cui riesce appena a percepirlo.

Si rialzano e mano nella mano camminano in mezzo al trambusto di gente. A causa dell’eccesso di alcool, Julia si abbraccia al suo cavaliere non perdendo l’occasione di strusciare il seno contro il braccio di lui o facendosi abbracciare per stringerselo contro.

Le piace farsi sentire desiderata. Adora quella sensazione di calore che si spande fra le gambe. Lo vuole, lo desidera, ma c’è troppa gente e non saprebbe come eclissarsi senza dare nell’occhio.

La serata passa troppo velocemente e le due coppie devono lasciarsi per andare verso le rispettive abitazioni.

Giunta in camera si sente su di giri, si spoglia e si getta nel letto. Resta con indosso il solo perizoma. Si conosce bene oramai. Ciò che aveva scoperto quella sera l’aveva sorpresa ed eccitata. La sensazione che sente provenire da mezzo alle gambe è di forte eccitazione e si passa i polpastrelli delle dita sopra al tessuto umido. Durante il viaggio di ritorno in macchina aveva stretto spasmodicamente le gambe per l’eccitazione. Quando è eccitata prova un sommesso fremito e un brivido provenire dal mezzo delle gambe. Si sente il clitoride pulsare e prova una voglia irrefrenabile di toccarsi. Il piacere la segue e si sente sempre più umida. Chiusa in ascensore, aveva paura che il padre se ne accorgesse e percepisse l’aroma che emanava.

Nel buio della camera, immagina il suo bel uomo con il cazzo duro e i polpastrelli delle dita scorrono sul tessuto umido del perizoma sentendo chiaramente la protuberanza del clitoride e freme come lo schiaccia.

Le dita scendono e risalgono alcune volte e passano sotto al bordo dell’elastico per solleticare i radi peli pubici. Il clitoride viene attagliato morbidamente dalle dita e freme al solo pensiero di quello che il desiderio vuole che faccia. Delicatamente massaggia il piccolo caldo bottoncino trattenendo il respiro per qualche attimo, per poi gemere lungamente. Adora iniziare a masturbarsi in quel modo. Tutta la tensione accumulata durante la serata si sta ora liberando. Senza penetrarsi, si inumidisce le dita accarezzandosi le labbra vaginali, per poi risalire in continue evoluzioni sul clitoride. Ogni volta che lascia il piccolo bottoncino di carne per inumidirsi le dita, geme ansimando.

Le dita tornano sul clitoride e queste premono sempre più dandole continue scosse. Con l’aumentare del piacere, la pressione esercitata aumenta di pari passo. La voglia continua ad aumentare e le dita ora si insinuano fra le labbra vaginali divaricandole e giungono fino all’antro del piacere profondo.

Un’onda di calda e bollente desiderio e di piacere si spande dall’utero per contagiarla tutta. Preme il palmo della mano e la muove con movimenti sempre più rapidi, sempre più forti e veloci. Insinua le due dita nel piccolo umido buchino della vagina e un brivido la percorre tutta seguendo la spina dorsale fino al cervello. Insinua le dita profondamente e geme. La dilatazione e lo sfregamento lungo le pareti vaginali la fanno tremare sempre più.

Presa dal piacere sempre più intenso, le dita si muovono andando avanti e indietro dentro di lei mentre il palmo della mano sfrega sul clitoride portandola in breve al godimento. Si irrigidisce tutta e l’orgasmo esplode con le dita piantate profondamente nella vagina. Geme e ansima a lungo finché non si addormenta appagata e con le dita all’interno delle umide mutandine.

Giungono in casa con difficoltà. Lei praticamente non era in grado di camminare e in macchina, gli ultimi cinque minuti si era appisolata. Aperta la porta con lei che si reggeva al muro ondeggiando come fosse una funambola, entrano in casa e come ella riesce a fare pochi passi all’interno, si getta sul divano addormentandosi quasi all’istante. Chiusa la porta, la vede distesa bella lunga e rassegnato si avvia verso il bagno per darsi una lavata. Aveva sudato più in quella serata passata che non per tutto il resto della giornata.

Nudo si guarda allo specchio, si dice fra se che è ancora piacente e il pensiero corre a Julia e a quello che aveva fatto. Il cazzo si inturgidisce e sorride pensando alle calze che si erano infilate nel solco della figa e come si accorge che si stava scappellando il cazzo, toglie la mano velocemente.
‘Ma sei un adolescente?’ Si dice guardandosi riflesso allo specchio.

Si osserva il cazzo e vede che il prepuzio si è un poco ritirato mentre la cappella è parzialmente fuoriuscita. Scuote la testa e si infila sotto la doccia cui il getto che discende dal corpo o che batte direttamente sul cazzo lo stimola facendolo restare turgido. I pensieri sono fissi alla giovane ragazza che lo aveva eccitato. Per tutta la serata aveva fatto ammiccamenti e battutine sarcastiche sui rispettivi accompagnatori e questo lo aveva fatto sentire a disagio fintanto che alla sagra, lei non si era seduta in grembo e aveva mosso il sedere.

Sapeva che lo stava eccitando e sapeva benissimo che era eccitato e questo grazie a lei. Si osserva il cazzo e riscuote la testa con fare rassegnato. Aveva provato a pensare ad altro e aveva sempre nella mente l’immagine delle calze di lei che si insinuavano nella figa. Terminata la doccia si asciuga e si scappella vistosamente il cazzo alcune volte con l’intendo di pulirlo, ma non di provare piacere cui invece assapora voluttuosamente.

Sognante si allaccia l’asciugamano in vita con evidente il bozzo sul davanti. Si ferma a guardare la figlia sdraiata sul divano e non avrebbe mai camminato in casa in quel modo se non avesse saputo che ella dormiva profondamente. Si gratta la testa e pensa come farà a sollevarla e portarla a letto.
‘Non è più una bambina. Ora è una donna e pesa…’ Le parole di disperdono inascoltate mentre la guarda perplesso grattandosi la testa.

è sdraiata a pancia a sotto, con un braccio che pende posato a terra e la testa rivolta dalla parte opposta. Il respiro profondo indica chiaramente che sta dormendo profondamente. Si avvicina e guarda come poter fare a portarla nel suo letto. Prova a girarla e a metterla seduta o quanto meno a pancia sopra. Nel farlo le scivola e dalla camicia salta un bottone.
‘Bene! Quando domani tornerà mia moglie, sentirai che storie…’

Stanco e già sudato, si passa una mano sulla fronte e con la mano libera, agguanta l’asciugamano e se lo toglie definitivamente e con questo si asciuga. Per abitudine e per rispetto verso la figlia, se lo riallaccia in vita e prova un’ultima volta a metterla seduta.

‘Niente da fare. Quando si dice peso morto!’ Si reca in cucina e beve un lungo sorso di té freddo.

Tornato, la guarda perplesso. La minigonna si era sollevata e poteva scorgere le nere mutandine sottostanti, mentre la camicia si era completamente aperta mostrando parte di una coppa di un seno e parte della pelle levigata dell’altro. Titubante si abbassa su di lei e inizia a sbottonare i pochi bottoni della camicia che le sono rimasti. L’operazione è piuttosto agevole, non altrettanto togliergliela.

Nel farlo urta con la faccia il globo di carne del seno e ne rimane sconcertato. Non voleva credere che si era eccitato per la figlia. La guarda preoccupato e la vede completamente addormentata. Ora che le aveva tolto la camicia ha pensato che poteva più facilmente prenderla in braccio e dopo alcuni sforzi, riesce a mettersi in piedi, ma resta nudo. L’asciugamano gli scivola a terra e lui imperterrito e sbuffando per lo sforzo, prosegue fino a raggiungere la camera dove la deposita sul letto.

Con il cuore che batte fortemente, sudato e con il fiato corto, osserva soddisfatto l’operazione svolta.
‘Ora…- Respirando profondamente.- Non mi resta che…- Respirando profondamente.- Togliere le scarpe…

Si china in avanti e tolta la prima scarpa, nota come la minigonna si sia sollevata mostrando parte di un labbro vaginale. Rimane costernato e la guardo a lungo. Non aveva mai saputo che la figlia portasse i perizomi. Cerca di assolvere al compito che si era prefissato e toglie anche la seconda scarpa mentre gli occhi continuano ad osservare il piccolo labbro contornato da alcuni pelucchi perfettamente visibili.

Con la gola secca si avvicina alla minigonna. Le mani gli tremano mentre libera l’asola dal bottone e aperta la cerniera sfila il piccolo indumento. Senza ricevere nessun aiuto da parte di lei, l’operazione si rileva più difficile di quando credesse e tira con tutta la forza che le è rimasto. Terminata l’operazione, si dice soddisfatto e come la guarda rimane allibito.

Il piccolo triangolino di stoffa, già di per se trasparente, si era arrotolato e ora lasciava che lo sguardo avido e lussurioso del padre, le potesse vedere il folto cespuglio pubico mentre il piccolo labbro vaginale era sempre ben in vista. Eccitato e ipnotizzato da quello che vedeva, si avvicina lentamente e appoggia il naso contro la sottile stoffa. Respira lungamente a pieni polmoni e l’inebriante profumo gli provoca una violenta erezione.

Deciso ad andare fino in fondo, infila i pollici sotto all’elastico e abbassa il piccolo tessuto. Si ferma come scorge distintamente anche il secondo labbro vaginale per poi proseguire e fermarsi nuovamente. Si china e ne assapora nuovamente l’odore. Trema per il piacere provato. Questo è ancora più intenso, perché è il piacere della lussuria e del peccato più profondo.

Terminato di sfilare il perizoma, allarga le gambe e si posiziona in mezzo a queste. Le allarga ancor di più e nota che le piccole ninfe si aprono davanti ai suoi occhi. Dolci effluvi inebrianti si spandono per la stanza. Vi appoggia il naso e lo sfrega andando avanti e indietro alcune volte. Nel farlo accarezza il clitoride e spera in cuor suo che la figlia non si svegli, ma che le provocasse piacere.

Il suo sguardo ora viene attirato dal seno ancora coperto. La tira a se sollevandola come fosse una bambola e le sgancia il reggiseno per poi adagiarla lentamente. Le mani scorrono lungo le braccia e si fermano tremanti ai seni. Li palpa, li accarezza. Percepisce che da sotto il palmo, i capezzoli si stanno facendo sempre più duri. La guarda e vede che ha il respiro profondo, segno che dorme profondamente.

Si china e inizia a baciare i capezzoli, a succhiarli, a mordicchiarli mentre al contempo li palpa. Il pensiero le torna a Julia, a quello che avevano fatto quella sera solo poche ore prima. Il cazzo è durissimo, vuole godere. Lo accarezza e ne soppesa le palle trovandole grosse e dure. Osserva davanti a lui la figlia. Nuda. A sua totale disposizione. Un pensiero lubrico le viene in mente. Un desiderio che ha sempre avuto e mai ha soddisfatto.

Si posiziona con entrambe le ginocchia ai suoi fianchi e prese le tette con entrambe le mani, le schiaccia contro al cazzo. La sensazione di morbida e dura consistenza lo colpiscono. Prova a sfregare il cazzo andando avanti e indietro, ma si accorge che non è sufficientemente lubrificato. Davanti a lui sulla mensola, vede la crema per le mani e presa una grossa porzione dal barattolo, se lo spalma su tutto il cazzo. Riprova l’operazione e ne è entusiasta.

Il cazzo scorre fra i due globi di carne della figlia con facilità, con sempre più piacere, con sempre più godimento.
‘ohohHH… siiIII…’

Sente il piacere scorrere lungo il cazzo e con una forte spinta il primo schizzo di sperma fuoriesce violento e veloce. Muove rapidamente il cazzo fra le tette e vede gli schizzi riversarsi sulla figlia colpendola sul volto, sul collo e continua a sfregare il cazzo fintanto che sente lo sperma fuoriuscire.

Si ferma appagato e soddisfatto oltre ogni limite. Nota il cazzo ancora turgido e stretto fra i due globi di carne. Allenta la presa e li massaggia, stupendosi di come i capezzoli fossero duri. Emette un fischio pensando a quando ha goduto. Osserva l’abbondante sborra che aveva riversato sulla giovane figlia e ne rimane sorpreso. Non si ricordava che avesse mai fatto un tale disastro con la moglie. Si rialza e si appresta a pulirla, ma si ferma. La lascia in quello stato. Monito di future sbronze.

Accosta un ultima volta il cazzo alla figlia e fa scorrere la cappella sul viso e sulle labbra per pulirsi dalle ultime stille di sperma.
‘Julia, questa sborrata te la dedico.’

Osserva il cazzo che gli resta turgido e si fa prendere dal senso di colpa mentre si reca al divano. Prende l’asciugamano a terra e si pulisce ancora il cazzo scappellandolo.
‘Sei un vigliacco. Lei non è Julia. è tua figlia!’

Torna sui suoi passi e la vede che dorme placidamente. Socchiude la porta e si dice fra.
‘Domani non si ricorderà di nulla.’

In camera sul letto. Pensa a Julia e a chi potesse dargli delle informazioni. La vuole rivedere. Vuole farla sua.

* * *

Soppesa la domanda che gli è stata fatta.
‘Chi è Julia con la giej?’

Dopo un attenta analisi ha potuto rispondere
‘Per farti meglio comprendere chi è? Devo partire da molto indietro’ Vediamo”

‘La conosco da tanto, tantissimo tempo. Posso dire che sono stato io a crescerla. A dieci anni ha indossato il primo reggiseno. Eravamo a fare una passeggiata in centro e i suoi genitori mi avevano dato il compito di andare a comprare il nuovo costume da bagno. A forza di girare per negozi e, a vedere anche molti e vari capi di lingerie, mi ha confessato che desiderava avere un reggiseno.
Posso dirti in tutta onestà che aveva solo un inizio di accrescimento (telarca) mammario, segno che si stava trasformando in una giovane donna, ma che eravamo ancora lontani nella corsa. Trovare il primo reggiseno non è stato facile e posso dirti che era un anonimo leggero bianco copriseno. Non era nulla di speciale, ma per il fatto che si allacciava dietro come quelli veri e per la sua ambizione di essere considerata già una grande e non più una bambina, fu per lei il più grande regalo che avesse ricevuto.’

Continuano a camminare lungo il parco, al fresco delle piante.

‘Da quel giorno non l’ha più tolto, sapeva di piacere ai ragazzi più grandicelli e non perdeva l’occasione, almeno inizialmente, di sfoggiarlo agli amici più intimi. Si cambiava in continuazione o girava per casa con in dosso solo il reggiseno.’

‘A 11 anni le sono venute le sue cose. Solo alcune gocce giusto da sporcare le mutandine. Per lei fu un vero disastro. Lo seppi solo successivamente, ma quella prima volta e anche nelle prime successive, ha pianto per due giorni di seguito. Fin da piccola aveva un enorme terrore del sangue. Sia che si ferisse o che lo vedesse e figuriamoci, quando le capitò di perderlo dalla sua piccola fessurina.’

Lui annuisce e non lo interrompe sempre più interessato al racconto.

‘Poi in una calda giornata di fine Maggio, mentre eravamo in casa in abiti succinti, l’ho accompagnata davanti allo specchio e le ho fatto descrivere ciò che vedeva in quell’immagine riflessa. Ha capito e realizzato da sola che era diventata grande e si è rassegnata come ogni ragazza che entra a far parte della pubertà.’
‘Bravo.- Lo interrompe lui.- Io non sarei stato capace di farlo.’

‘A 12 anni ha dato il primo bacio a un ragazzo di 16 anni… Si sono fidanzati ufficialmente anche se inizialmente suo padre non vedeva di buon occhio quella relazione con un ragazzo tanto più grande di lei. Le guerre in casa a causa dei ritardi quando rientrava o per dover uscire non si contavano. Anche con la madre le cose non andavano bene, ma erano dettate dall’uso smoderato della minigonna e dalla naturale condizione di voler preservare la purezza della figlia o per lo meno che non portasse a casa qualche sorpresa irreparabile. In ogni caso sono rimasti insieme per due anni e posso dire con certezza che non si è concessa molto. Al meno all’inizio…’

‘Una cosa ti posso assicurare. In quei due anni ha capito che il vero potere lo hanno le donne nelle loro mani, ho meglio… Nelle loro gambe hanno un vero tesoro.’

‘A XX ha scoperto la masturbazione cioè, ha ceduto alle insistenze del fidanzato e avendo dei fremiti in mezzo alle gambe, si è lasciata fare il primo ditalino. Forse perché era troppo eccitato o troppo poco esperto, o perché ha affondato troppo le dita, ella ha provato un immenso dolore. è poi trascorso molto tempo prima che si facesse toccare nuovamente e le volte successive sono andate in un crescendo di piacere. Lo stesso anno ha fatto anche il suo primo pompino. Non ha ingoiato. La sola idea le faceva schifo…’

‘A XX anni vi è stata la svolta della sua vita. In vacanza al mare, conosce un bagnino di 26 anni. Al principio vi è solo una forte intesa fatta di sguardi e timidi ammiccamenti. Impegnato con il lavoro e attorniato da belle ragazze, non si è fatta avanti, ma poi, preso il coraggio a due mani, ha deciso di parlargli e ne è scaturito subito un appuntamento per la sera stessa. In spiaggia, su un lettino, ha consumato la sua prima volta. Piacevole, ma deludente. Lui è venuto troppo in fretta e ripetendo le sue stesse parole -frettoloso-. Non si sono più rivisti e ne è stata delusa al punto di chiudersi in se stessa per il resto della vacanza. Come è tornata a casa, ha voluto concedersi al suo ragazzo e peggio, non ha mai più voluto rivederlo, ne frequentarlo. è stata una cocente delusione.’

Lo guarda perplesso e pensa a quando anch’egli giovane, aveva fatto gli stessi errori.

‘A XX, sentendo le chiacchiere fra amiche di quanto fosse bello e piacevole fare l’amore, ha voluto riprovare e si è concessa ad alcuni compagni di scuola e di compagnia. Sono stati più che altro usati per una ricerca del tanto agognato piacere stellare e conseguentemente, non li ha mai più frequentati dopo la prima volta. Sono stati tutti veloci e dal lato del piacere, deludenti e per niente degni di nota.’

‘Ma scusami, ne ha avuti molti? Non aveva paura delle dicerie fra le amiche e gli amici?’

‘Beh… Cosa ti posso dire… è la gioventù d’oggi. Incentrata nei fast food e nel tutto e subito… Una cosa invece ha capito e ne ha avuto la consapevole certezza, che il potere lo aveva tra le mani o meglio tra le gambe.’

Entrambi annuiscono.

‘A XX conosce un uomo di 46anni… Bel figo come dice lei. Separato, con 100 fidanzate, figli più grandi di lei. Con lui ha iniziato un gioco di seduzione in cui le piaceva provocare e farsi desiderare. Sono andati avanti a lungo in cui lui teneva duro, ma alla fine ha ceduto alle sue lusinghe. Durante la loro prima sessione di sesso, ha sperimentato l’orgasmo. Da all’ora si sono succedute molte sedute in cui le ha insegnato molto sul sesso. Le ha fatto comprendere che non ci sono limiti nel piacere e che più si è troia e più ci si diverte.’

‘Stai scherzando? Con uno tanto più grande di lei?’ Lo guarda allibito e incredulo.

‘Calma e ti racconto tutto. Sediamoci.’

‘Durante le vacanze natalizie, l’ho invitata a cena.’

‘Ma come?- Sbotta incredulo.- Tu?’

Annuisce rammaricandosi, ma si era lasciato prendere dai ricordi.
‘Mi è scappato. Non lo sa nessuno il nostro segreto.- Osserva l’amico guardarlo con interesse.- Come ti dicevo abbiamo mangiato a casa mia quella sera e nel dopo cena, al posto del caffè, l’abbiamo fatto per la prima volta. Mi ricordo tutto come se fosse ieri. 23 Dicembre 2006. Da quella volta a tutt’oggi, continuiamo a frequentarci e a farlo.’

‘Le ho insegnato tutto. Abbiamo fatto sesso in ogni luogo in cui ci veniva voglia di farlo. Sul l’autobus, in treno, nei bagni della stazione, nel parcheggio del centro commerciale… Dolce, selvaggio, ma sempre attento ai suoi desideri e alle sue voglie. Non sono un superdotato, tutt’altro… Cerco sempre e mi posso vantare di esserci sempre riuscito a portare non solo lei, ma anche le mie amanti all’orgasmo.’

‘Ora le nostre visite si sono un poco diradate, ma l’entusiasmo non è mai scemato. Quando si sente ispirata e su di giri, inizia a parlarmi con quella sua voce suadente che solo lei sa fare. Ti ammalia provocatoriamente con lo sguardo, con i gesti e non solo con le parole.’

Lo guarda dritto in faccia.
‘Stai attento. All’inizio ti fa credere che sei tu che conduci il gioco, ma poi, quando pensi di averla nella tua mano, ecco che ti sfugge. La cerchi… La desideri… Lei si fa trovare e la vedi, ma non si lascia prendere. è lei che conduce il gioco. Ti provoca solo per il gusto di farti impazzire. Lei gode nel dettare le regole. è lei che decide quando. Stai attento!’

Gli prende le mani nelle sue e prosegue.

‘Stai attento. Ho ti farà friggere il cervello come lo ha fatto con me.’
Maxtaxi e in collaborazione con la protagonista.

Aiutatemi a migliorare. Aspetto le vostre critiche.
Sono in attesa delle vostre proposte e suggerimenti da inserire nei prossimi capitoli’

taximassimo@yahoo.it ‘ mail e msg nelle poche volte che sono collegato.

Questo romanzo non deve essere riprodotto elettronicamente o a mezzo stampa senza la mia autorizzazione scritta.
This novel should not be reproduced electronically or in print with out my written permission.

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