Skip to main content
Racconti erotici sull'Incesto

KELLY

By 22 Novembre 2016Dicembre 16th, 2019No Comments

Protagonisti:

Kelly
Paul ‘ il figlio di Kelly;
Lorna ‘ la madre di Kelly

Mi chiamo Kelly ed ho un figlio: un maschio di nome Paul. Non ho un marito perché non l’ho mai avuto. Mio figlio &egrave il frutto dovuto all’inesperienza delle mie prime relazioni sessuali. Lo concepii a 14 anni e lo partorii a 15. Mia madre voleva farmi abortire ma io mi opposi. Solo dopo il parto mia madre decise che era venuto il momento di parlarmi dei rapporti che intercorrono fra un uomo ed una donna in particolari momenti e per evitare di farmi commettere ulteriori errori di inesperienza mi portò dalla sua ginecologa per farmi prescrivere la pillola. Poi, mi diede lezioni di sesso. E chi meglio di lei poteva farlo. Non solo. Mi aiutò nella crescita di Paul permettendomi così di continuare gli studi. Conseguii una laurea in economia ed un dottorato in economia e finanza. Ad assistere alla seduta di laurea vi erano mia madre e mio figlio che oramai aveva 8 anni ed io ne avevo 23. Oggi ho un avviato ufficio di consulenza per aziende e per facoltosi privati cittadini. Il tutto senza privarmi dei piaceri del corpo che tenni in perfetta forma facendo attività fisica. Ancora oggi frequento palestre. Ho una seconda attività che &egrave molto redditizia. Faccio l’escort. Posso permettermelo perché sono una bella donna con un corpo da sballo. Le mie misure sono: 98 ‘ 60 ‘ 90. Ho seguito le orme di mia madre. &egrave stata lei a lanciarmi sulla piazza. Mamma faceva l’escort. Non sapevo cosa fosse. Lo scoprii per puro caso. Un giorno il telefono squillò (la mia casa era un trillare continuo) per istinto alzai la cornetta e lo feci nello stesso istante in cui mamma rispose al cordless (lo aveva sempre a portata di mano ed oggi so il perché).

La telefonata:

‘Pronto?’
‘Ciao Lorna, tutto Ok? Ti comunico che si sono fatti vivi due nostri vecchi clienti. Mi hanno chiesto se siamo disponibili per trascorrere con loro un fine settimana. Danno un ricevimento e gradirebbero la nostra presenza.’
‘Due giorni? Devo chiamare mia madre e dirle di venire a stare a casa a sostituirmi. Ti hanno detto cosa dovremmo fare?’
‘No. Però penso si tratti delle solite cose. Intrattenere gli ospiti e non rifiutare qualche sveltina sia che si tratti di farla con un uomo sia che si tratti di farla con una donna.’
‘Quanto pagherebbero? Voglio dire ti hanno anche detto l’ammontare del compenso?’
‘Non ne hanno parlato. Credo che si tratti del solito: 4000 ‘ a notte per entrambe. ‘
‘Chiamali e fatti dare 5000 ‘ per notte ed anticipati. Insisti vedrai che cederanno. Due gnocche come noi non facilmente le trovano sul mercato.’
‘Ti richiamerò appena avrò concluso. Dai una carezza alla tua passera da parte mia. Mi manca.’
‘Quando mi richiamerai dimmi che hanno accettato e ti prometto che te la darò prima di andare da loro.’
‘Ci conto. Ciao.’
Sento il clik della fine della telefonata. Quella conversazione mi sconvolge. Involontariamente sono venuta a conoscenza che mia madre &egrave non solo una puttana ma &egrave anche lesbica. Voglio dire che le sue prestazioni le fa sia se a chiederle sono uomini sia se sono donne. Decido di affrontare l’argomento. Raggiungo mia madre. La trovo nella sua stanza. &egrave seduta sulla poltrona davanti allo specchio ed &egrave nuda. Si sta pettinando. Mi soffermo a guardarla. &egrave una bella donna. Ha un fisico che dire fantastico &egrave farle torto. Sono sicura che farebbe la felicità di molti uomini se potessero averla nel proprio letto. Mi avvicino e mi chino a baciarla su una guancia. Lei risponde al mio bacio poggiando le sue labbra sulle mie. Fin da quando sono nata mi ha sempre baciato sulla bocca.
‘Ciao mamma.’
‘Ciao Kelly, posso fare qualcosa per te?’
‘Sì. Ti farò una domanda e vorrei che tu fossi sincera.’
‘Dai, spara e vedremo se merita la mia sincerità.’
‘Mamma tu sei una puttana? Voglio dire ti prostituisci?’
Le scruto il viso; non c’&egrave alcuna espressione di sorpresa. Ho la sensazione che stesse aspettando quella mia domanda. Punta i suoi occhi nei miei.
‘Sì. &egrave da prima che tu nascessi che mi prostituisco.’
Senza distogliere il mio sguardo dai suoi occhi le chiedo:
‘Ci vuole coraggio per prostituirsi?’
‘No. Ci vuole consapevolezza.’
‘Potrei farlo anch’io?’
‘Certo. Ma tu non hai bisogno di prostituirti. Hai uno lavoro ed hai un figlio.’
‘Tu mi hai sempre aiutata. Se decido mi insegneresti ad essere una brava puttana?’
Decisi. Mia madre mi insegnò i segreti del mestiere e mi introdusse nel mondo delle luci rosse. Niente strada. Solo per appuntamenti. Diventai una escort molto ricercata e il mio taccuino era sempre pieno. Questa mia nuova attività mi fece aumentare anche il numero delle consulenze non solo aziendali ma anche di singoli privati. Unii l’utile al dilettevole. E lo feci tenendo all’oscuro il mio Paul. Almeno cosi credevo. Giunse il mio compleanno. Lo festeggiai portando mio figlio a cena. Con noi c’era anche mia madre che non gli lasciava spazio per respirare. Lo abbracciava e lo copriva di baci continuamente. Nel ristorante c’era anche una pista da ballo. Mia madre pretese che suo nipote la invitasse a ballare. Paul l’accontentò. Li vidi sulla pista stretti l’uno all’altra. Un particolare mi colpi. Mio figlio aveva le mani appoggiate non sui fianchi di sua nonna ma bensì sul culo di mia madre e la testa era appoggiata sul petto di sua nonna. Le mani non stavano ferme. Si muovevano frenetiche ad accarezzarle il culo. Mia madre rideva ma lo lasciava fare. Poi la musica finì ed un altro gesto mi colpì. Prima di staccarsi Paul solleva la testa dal petto di sua nonna e le da un bacio sulle tette. Si staccarono e mia madre gli mise una mano nei capelli scompigliandoglieli. Giunsero al tavolo tenendosi per mano. Un cattivo pensiero attraversò la mia mente che scacciai ritenendolo assurdo. Poi Paul invitò me a fare un ballo. Salimmo sulla pista e cominciammo a ballare. Lui mi mise le mani sui fianchi ed io sulle sue spalle. Ero in tensione perché l’immagine delle sue mani sul culo di mia madre mi lampeggiarono nella mente. Dopo un minuto accosto il suo corpo al mio e premette il suo pube contro il mio. La stretta delle sue mani aumentò d’intensità. Mi attrasse a se e sentii il suo indurito cazzo premere contro il mio ventre. Era eccitato e forse lo era già da quando aveva ballato con sua nonna. Fu un attimo e lo scostai con una spinta. Lo guardai negli occhi. Sorrideva. Pensai ad un suo involontario momento. Il ballo si concluse senza nessuna altra manifestazione. Ritornammo al nostro tavolo e tutto tornò nella normalità. La cena finì e tornammo a casa. Accompagnammo prima mia madre. Arrivati a casa ognuno si ritirò nella propria camera. Mi spogliai; andai in bagno e feci una doccia calda poi indossai la camicia da notte e mi infilai sotto le coperte. La scena delle mani di mio figlio che accarezzavano il culo di sua nonna, il bacio che le diede sul seno unitamente alle sonore risate di mia madre ed al premere del suo cazzo contro il mio ventre irruppero con forza nella mia mente e di nuovo il cattivo pensiero prese vita. Stavo sul punto di dare più corpo alle mie fantasie che sentii bussare alla porta della mia camera.
‘Mamma posso entrare?’
Il pensiero svanì.
‘Entra pure.’
Entrò e venne a sedersi sul letto.
‘Cosa c’&egrave. Ti serve qualcosa?’
‘Non mi serve niente. Sono giorni che un pensiero mi assilla e solo tu puoi dargli risposta. Mamma perché io non ho un fratello o una sorella? I miei amici hanno tutti dei fratelli ed anche delle sorelle’
Oh cazzo! E adesso che gli rispondo. Non posso certo dirgli che prendo la pillola per cautelarmi contro improvvide gravidanze. Mi domanderebbe il perché la prendo e dovrei dirgli della mia seconda attività. Dio che situazione di merda. Una luce si accende nel mio cervello.
‘Paul penso tu sappia che i bambini non si trovano sotto i cavoli. Sono gli uomini e le donne che li fanno nascere. &egrave attraverso il loro accoppiamento che si creano le condizioni naturali perché i bambini nascono.’
‘Mamma non mi stai dicendo niente di nuovo. Come nascono i bambini lo so. Io voglio sapere perché io non ho un fratello o una sorella?’
‘Figliolo dammi tempo. Stavo per dirtelo. Tu non hai ne fratelli e ne sorelle perché io non ho un uomo con cui accoppiarmi e quando parlo di uomo mi riferisco ad un uomo che si ama e non ad uno occasionale che serve solo a soddisfare un bisogno fisiologico provvisorio. L’uomo che mi fece sua non era un uomo era un ragazzino della mia stessa età: avevamo 14 anni e giocammo a fare marito e moglie. Il risultato sei tu. Quel ragazzino non l’ho più visto e nemmeno so che fine abbia fatto. E non mi importa perché non l’amavo. In seguito non ci sono stati e ne ho avuti uomini con cui poter far nascere bambini e se ho avuto qualche rapporto &egrave stato occasionale ed ho preso le dovute precauzioni per non restare incinta. Ecco ora sai. Spero che la risposta ti soddisfi.’
Paul restò per un attimo in silenzio.
‘Se tu trovassi l’uomo; voglio dire se ti innamorassi di qualcuno faresti un figlio?’
‘Non lo so. Prima ancora di innamorarmi mi dovrebbe piacere e non &egrave detto che ci farei un figlio; può anche darsi che a lui non piacerebbe avere dei figli. Hai altro da chiedere? Dai, stanotte resta a dormire con me. Ci faremo compagnia.’
Lui invece si alza, mi da un bacio su una guancia e si avvia verso l’uscita della mia camera. Ha la fronte corrugata. Chissà quali pensieri lo assillano. Resto sola e con la mente a rimuginare su quello che ci siamo detti.

LA RIVELAZIONE

Un mese passa in fretta. &egrave sabato. Mia madre &egrave venuta a cena da me. Abbiamo finito di cenare e mamma si &egrave prestata a mettere ordine in cucina. La lascio fare. Io mi sto rilassando stando seduta nel salotto. Mi viene sete. Vado in cucina e prima di entrare sento la voce di mia madre.
” ma tu glielo hai detto? Hai avuto l’occasione e te la sei lasciata sfuggire.’
&egrave la voce di mio figlio quella che sento.
‘No. Mi &egrave mancato il coraggio.’
Mi blocco e resto ad ascoltare.
‘Voi ragazzi siete sempre gli stessi. Fate gli sbruffoni e vi vantate delle vostre prodezze poi quando si tratta di affrontare una donna diventate dei pappamolla.’
‘Nonna, come si fa a dire alla propria madre di voler accoppiarsi con lei per fare un figlio. Il minimo che potrebbe fare &egrave chiamare la neuro e farmi rinchiudere.’
Mi sento venire meno. Non svengo perché riesco a farmi forza. Mio figlio sta dicendo a mia madre che vorrebbe accoppiarsi con me per generare un figlio. Ecco spiegato il motivo di tutte quelle domande sul fatto del perché non ha fratelli. Stava tentando di dirmi che mi vorrebbe come donna. Ma &egrave un ragazzino. Come può avere pensieri così perversi? Ha ragione. &egrave roba da neuro. Ma perché ne parla con mia madre? La risposta non si fa attendere.
‘Però con me non hai avuto remore. Il ricordo non mi ha mai abbandonato. Era notte fonda. Io stavo nella stanza degli ospiti a dormire. Venisti ed entrasti nel mio letto. Mi abbracciasti. Mi baciasti sulla bocca e poi prendesti a palparmi le tette. Fiondasti la tua testa sul mio seno e con le tue labbra agganciasti un mio capezzolo e cominciasti a succhiare. In un primo momento credetti di stare sognando. Provavo piacere. Mi svegliai. Sentii la tua voce che mi chiedeva se ero disposta a fare sesso. La frase che usasti fu: ‘Nonna ti faresti chiavare da tuo nipote? Faresti un figlio con me?’ Ancora oggi non riesco a spiegarmi come sia stato possibile concedermi. Senza pormi nessun problema ti feci entrare nel mio ventre; mi feci chiavare e da allora &egrave stato un continuo. Il figlio non l’abbiamo avuto solo perché il mio periodo fecondo era passato da un pezzo altrimenti credo che mi sarei fatta ingravidare e ti avrei fatto diventare padre. Sei però diventato il mio amante.’
La scena del ballo di mia madre con mio figlio al mio compleanno si materializza nella mia mente. Ecco spiegati i palpeggiamenti di Paul al culo della nonna ed ecco spiegato il bacio alle tette. Per non parlare della pressione del suo cazzo sul mio ventre durante il ballo che ha fatto con me. Ed ecco anche spiegato le domande di quella sera fattemi sul perché lui non ha fratelli. Aveva tentato di dirmi che &egrave suo desiderio accoppiarsi con me, sua madre, per mettermi incinta. Non ci &egrave riuscito non perché non lo voleva ma perché gli &egrave mancato il coraggio. E bene ha fatto. Se avesse avuto l’ardire di chiedermi di impregnarmi non lo avrei fatto ricoverare. Lo avrei ammazzato. Basta ho sentito troppo. Ritorno sui miei passi e vado a sedermi nel salotto. Le parole continuano a rintronarmi nel cervello. Accoppiamento, gravidanza, figlio, incesto, perversione sono parole che sono rombi di tuono nel mio cervello. Ed ora che so che faccio? Come potrò guardarlo sapendo cosa lui vuole da me? E mia madre? &egrave non solo sua complice ma &egrave anche quella che lo sta invogliando a palesarmi il suo desiderio di mettermi incinta. Come uscire da questo groviglio. Mentalmente esausta mi ritiro in camera mia. Mi chiudo dentro con la chiave (non si sa cosa possa frullare nel cervello di mio figlio; il pericolo &egrave latente). Senza svestirmi mi riverso sul letto e solo all’alba riesco ad addormentarmi. &egrave tardi quando mi sveglio e subito le parole che mi hanno perseguitato per tutta la notte riprendono a rimbombarmi nella testa. Poi sento bussare alla porta. &egrave mia madre.
‘Kelly, sei sveglia?’
Vado ad aprire. La faccio entrare e richiudo a chiave.
‘Cosa &egrave questa novità? Perché chiudi la porta a chiave?’
‘Dovresti saperlo. Mamma ieri sera ho sentito tutto quello che vi siete detti tu e mio figlio; non hai niente da aggiungere?’
Lorna diventa cadaverica. Barcolla. Va a sedersi sul letto. Poi il viso riprende il colore di sempre. Mi guarda e con occhi carichi di sfida mi dice:
‘Ho una sola cosa da dire. Kelly, tuo figlio ti ama. Paul &egrave innamorato di sua madre e tu faresti bene ad innamorarti di tuo figlio.’
‘Ma io già lo amo.’
‘Non come lui vorrebbe. Lui vuole essere considerato un uomo e non un figlio.’
‘Dovrei fare come hai fatto tu? Lo dovrei far entrare nel mio letto e concedermi come una sgualdrina.’
‘Quando &egrave venuto da me l’ho accolto con amore. Ero sua nonna e sono rimasta sempre sua nonna. L’ho amato e mi sono fatta amare come fosse uomo e non mi &egrave importato che fosse anche mio nipote.’
‘Non dire stupidaggini. Paul &egrave un ragazzino. Cosa vuoi che sappia di cosa &egrave il sesso?’
‘Ti assicuro che lo sa. Provare per credere. Non dimenticare che anche tu eri una ragazzina quando lo hai concepito.’
‘Mi stai dicendo che dovrei farmi chiavare da mio figlio? e da quello che ho sentito dovrei anche farmi mettere incinta?’
‘Tu prova prima ad amarlo come lui vuole essere amato. Prendi le tue precauzioni e portalo a letto. Non lo rimpiangerai.’
‘Tu sei pazza. Ti rendi conto di quello che mi stai proponendo?’
‘Sarò anche pazza ma qualcosa mi dice che a te non dispiacerebbe.’
Mi precipito su di lei. L’afferro per un braccio, l’accompagno alla porta, apro e la costringo ad uscire dalla stanza. Richiudo e vado a sedermi nella poltrona. Che cazzo sta succedendo? Mio figlio che mi fa domande sul perché non ho avuto altri figli? scopro che &egrave il boy friend di mia madre che ha fatto di suo nipote il suo amante; e poi la cosa che più mi ha sconvolta: l’ho sentito dire (non me lo sono inventata) che vuole accoppiarsi con me, sua madre, per generare un figlio, desidera ingravidarmi. Se non &egrave pazzia non so come definirla. Quello che mi fa più rabbia &egrave che la nonna gli tiene corda. Mia madre, senza se e senza ma, mi ha invitata a far entrare mio figlio nel mio letto con il chiaro ed esplicito scopo di farmi chiavare e dopo, solamente dopo, decidere se &egrave il caso di dargli un figlio. Un uragano si &egrave abbattuto sulla mia casa. Il problema &egrave come evitarne gli effetti devastanti. Due sono le alternative. La prima &egrave affrontare mio figlio e parlargli con l’incognita del risultato. La seconda sarebbe quella di allontanarlo da casa per un lungo periodo di tempo mettendolo nelle mani di una psicologa. Scarto la seconda perché sostituirebbe l’amore con l’odio ed &egrave una cosa che non voglio. Va bene non farmi chiavare ma farmi odiare no. Eppoi c’&egrave mia madre che non rinuncerebbe facilmente al suo piccolo stallone. Decido per la prima alternativa. Sono sua madre e sono anche la donna dei suoi desideri. Devo essere io a far capire a mio figlio che quello che lui vuole che io gli dia non può averlo. I giorni si susseguono ed io non riesco a parlare con mio figlio. Lui mi ronza intorno come un calabrone. Arriva l’estate. &egrave tempo di vacanze. Ci spostiamo nella nostra tenuta sita tra mare e collina. &egrave una calda giornata estiva. Sono in spiaggia. Sono sola. Paul non ha voluto accompagnarmi. &egrave rimasto a casa. Seduta sulla sdraio vago con la mente. Non ho ancora parlato con mio figlio. Non riesco a trovare il punto d’approccio. Devo farlo perché la sua presenza nel mio campo visivo &egrave diventata assidua. Il suo insano desiderio riempie lo spazio che il mio corpo non occupa. Dovrebbe darmi fastidio; invece no. Sentire i suoi occhi su di me mi provoca brividi di piacere ed i miei capezzoli si induriscono. Nel cervello mi rimbombano le parole di mia madre: . Sto impazzendo. Una parte di me sta cedendo. Sto desiderando mio figlio. Scaccio il pensiero, mi alzo dalla sdraio e mi precipito a casa. Entro e vado in cucina. Apro il rubinetto dell’acqua e mi rinfresco il viso; poi guardo fuori dalla finestra. Una scena che non avrei mai ritenuto possibile vedere &egrave davanti ai miei occhi.
Mia madre &egrave stesa sul prato che circonda la piscina. &egrave nuda. Ha le gambe incrociate dietro la schiena di mio figlio che &egrave steso fra le bianche cosce della nonna. I due si stanno accoppiando. Paul si sta chiavando sua nonna e ci sta dando dentro come se stesse partecipando ad un rodeo. Sento i loro gemiti e le loro grida di piacere. Ecco spiegato il perché non &egrave voluto venire con me al mare.
‘Nonna perché non sei tua figlia? Come mi piacerebbe se al posto tuo ci fosse mia madre.’
‘Non pensare a tua madre. Pensa invece alla tua nonnina che ha tanto bisogno delle tue attenzioni. Pompa, pompa.’
La scena &egrave talmente carica di libidine che mi coinvolge. Porto una mano nel pezzo di sotto del mio striminzito bikini e vado a solleticare con le dita il mio clitoride. L’altra mano &egrave andata a scoprire le mie lune e le mie dita artigliano uno dei capezzoli e lo torturano. Prendo a masturbarmi senza distogliere gli occhi dalla scena che mi &egrave davanti. Ha ragione mia madre. Da quando ho scoperto che Paul brama albergare fra le mie cosce ho cominciato a desiderarlo. &egrave diventato il mio incubo. Devo parlargli. Continuare a rinviare non serve e non risolve il problema. Non posso stare a guardare mia madre che si sollazza con mio figlio. Se &egrave scritto che deve accadere non mi opporrò. Un grido mi porta sulla terra. Mia madre &egrave arrivata al culmine; sta godendo mentre suo nipote continua a pomparle il cazzo nel ventre. Accelero il ritmo della mia mano sul mio clitoride e aggiungo il mio gemito a quello di mia madre. Vengo. Mi sento spossata ma non sono soddisfatta. Ho bisogno di mio figlio. Ecco l’ho detto; Paul deve essere mio. Questa sera verificherò se il mio cucciolo &egrave l’animale giusto a riscaldare il mio letto e se il suo idrante riesce a spegnere il fuoco che divampa nella fornace che ho fra le gambe e che mi sta consumando il cervello. Lancio un ultimo sguardo in direzione del luogo dove l’amplesso fra nonna e nipote si &egrave consumato e mi ritiro in camera mia. Faccio una lunga doccia avendo cura di liberare la mia vagina dagli umori della masturbazione. Mi asciugo e mi distendo, nuda, sul letto. Mi appisolo avendo l’immagine di Paul riflessa nella mia mente. Un rumore mi sveglia. Qualcuno sta bussando alla mia porta.
‘Chi &egrave?’
‘Mamma, sono venuto ad avvertirti che la cena &egrave pronta.’
‘Grazie. Vengo subito.’

L’ epilogo

Mi alzo e vado all’armadio per prendere un vestito da indossare. Lo specchio mi rinvia la mia immagine nuda. Mi fermo a guardarla. Sì, sono una bella donna. Ho tutti gli argomenti adatti a corrompere un uomo e ne ho corrotti tanti fin da quando avevo 14 anni. Ed ora eccomi qui a constatare che i miei 98-60-90 hanno corrotto anche mio figlio. Lui &egrave in attesa del compenso. Non sa che &egrave giunto il momento di riscuoterlo. Prelevo dall’armadio un vestito da sera. &egrave un modello che indosso sempre quando si tratta di incontrare persone speciali. Paul &egrave uno di questi. &egrave il più speciale di tutti. Il vestito &egrave di colore nero ed &egrave leggermente velato tanto da lasciare intravedere le magnificenze delle mie forme.
&egrave lungo fino alle caviglie ed ha uno spacco laterale che lascia vedere una delle mie fantastiche gambe. Ha una scollatura molto ampia e profonda. Sotto indosso un tanga a coprire la folta foresta di peli che ornano e nascondono la mia polposa vulva ed un reggicalze agganciato a calze nere con la cucitura dietro. Il reggiseno e di quelli a coppe aperte. Sorreggono le mie favolose zizze ma tengono scoperto i grossi e scuri capezzoli che si ergono al centro di larghe areole caffellatte e che fanno bella mostra di se stessi; il velo del vestito per quando possa nasconderli non riesce ad evitare lo sfregamento della stoffa sulle loro punte facendoli indurire quel tanto che basta a farli evidenziare. Ai piedi metto un paio di scarpe nere e con tacco da 12 cm. Coloro le mie labbra con un rossetto rosso fuoco. Lacco le unghia delle mie mani con un smalto di colore rosso acceso. Lascio i capelli scompigliati cadenti sulle mie spalle e fin giù al fondo schiena. Niente orecchini, collane, anelli, etc. Mi guardo allo specchio. Sono perfetta. Sorrido e mi lancio un bacio. Ed ora mio bramato stallone a noi due. Mia madre e mio figlio sono già seduti a tavola quando faccio il mio ingresso nella sala da pranzo. Il mio sguardo &egrave per mio figlio. Vedo il suo viso diventare rosso ed ha la bocca aperta. &egrave la reazione che mi aspettavo. Anche mia madre mi guarda con occhi spalancati. Vado a sedermi fra lui e mia madre.
‘Allora ceniamo?’
Nessuno dei due si muove. Tocca a me servirli. Prendo il vassoio e servo prima mia madre e poi mio figlio. Nel farlo mi chino verso di lui in modo che il peso delle mie zizze allentino la scollatura provvedendo a mostrare ampie parti delle mie mammelle agli occhi del mio rampollo.
‘Mamma, basta. Mi farai fare indigestione.’
Il doppio senso non mi inganna.
‘Credo invece che tu ti rimpinzeresti fino a scoppiare. So benissimo che la mia carne ti piace molto ed io sono pronta a dartene tanta. Però devi essere tu a prendertela.’
‘Mamma io sono pronto e non da oggi. Ho tanta voglia di mangiarti, scusa &egrave un lapsus, volevo dire di mangiare la tua carne che non so ne come e ne da dove cominciare.’
Gli passo un mano nei capelli.
‘Credo poco ai lapsus. Credo invece che tu voglia realmente mangiarmi. Perché non cominci dalla parte di me che più ti piace?’
Paul allunga le mani e le posa sulle mie tette.
‘Ecco mamma, sono queste le parti di te che più mi fanno impazzire. Mi piacerebbe molto che avessero latte per poterlo succhiare.’
‘Latte &egrave da un bel po’ di anni che non ne ho. Però tu ed io possiamo provvedere a riempirle nuovamente di latte. Ci stai? Ti va l’idea?’
‘Mamma faresti di me l’uomo più felice del mondo.’
Gli prendo una mano e lo costringo ad alzarsi dalla sedia.
‘Seguimi.’
&egrave la voce di mia madre che sento.
‘Dove andate.’
La mia risposta &egrave inequivocabile.
‘A fare un figlio. Non sei tu che mi hai proposto di fare un figlio con tuo nipote? Ed &egrave li che stiamo andando.’
‘Oh dio! Sarò nonna per la seconda volta.’
‘No, mamma. Pensaci. Sarai nonna e bisnonna.’
‘&egrave vero. Sarò nonna perché sarai tu la madre e sarò bisnonna perché il padre sarà mio nipote ovvero tuo figlio. Però anche tu avrai un doppio ruolo. Sarai madre e nonna. Quello che farete nascere sarà il frutto dell’accoppiamento fra te e tuo figlio ed in quanto figlio di Paul sarà tuo nipote. Fate presto che voglio contribuire a crescerlo ed accudirlo.’
‘Così come hai fatto con mio figlio?’
‘Che male ci vedi in tuo figlio? L’ho bene addestrato.’
‘&egrave quello che verificherò.’

Leave a Reply