Skip to main content
Racconti erotici sull'Incesto

La crisi di una ventenne

By 7 Settembre 2016Dicembre 16th, 2019No Comments

Lucia &egrave l’unica nipote che ho. Figlia di mia cognata, &egrave la coccola di tutta la famiglia.
Suo padre morto quando lei aveva solo 3 anni, sua mamma ha sempre cercato di non farle mancare nulla, soprattutto affetto ed attenzioni; ed in questo nonni e zii sono un aiuto indispensabile ed il lavoro di tutti viene ripagato dalla tanta dolcezza di cui dispone Lucia e dai suoi pochissimi fronzoli per la testa, una rarità in una ragazza di 24 anni. Non ha mai creato problemi, tutto ciò che faceva lo comunicava in casa e tutti noi eravamo felici di lei.
L’unica preoccupazione che ha dato, ma solo alla mamma, &egrave stata un’amicizia, apparentemente normale, con una ragazza che abitava a 50 chilometri da lei; si erano conosciute ad un concerto e per un anno si sono viste per almeno una volta al mese, alternativamente prima a casa sua e poi a casa dell’amica. Un’amicizia che si &egrave poi rivelata d’interesse fisico. Da un paio di mesi Lucia aveva però deciso di chiudere la relazione, si sentiva confusa e forse non era quella la sua strada; oppure perché a casa l’ambiente non era dei migliori: “Nessun problema, l’importante &egrave che sia felice, sia essa omo o etero sessuale” continuava a dirmi mia cognata eppure ogni volta che la vedevo insieme a sua figlia sentivo che le chiedeva “Non ti piace quel ragazzo ?” “Hai più di 20 anni ma ancora nessun fidanzato ?” e così via. Seppur a me non ne parlasse, sono certo che Lucy fosse in periodo di estrema lotta interiore e necessitasse di un periodo di calma per chiarirsi le idee, possibilità di cui non poteva disporre abitando ancora a casa con la mamma.
Con me si comportava come se niente fosse, convinta che io non sapessi nulla; il rapporto tra noi 2 saltava da periodi in cui mi cercava per parlare di ogni cosa ad altri in cui era più fredda e distaccata; un rapporto normale insomma, tra zio e nipote.
Nel periodo pasquale di quest’anno il rapporto era nel periodo di ricerca della mia persona ma proprio durante la festa, accadde una situazione che andava un pò oltre la normalità: dopo pranzo, in casa ci fu un abbiocco generale. Non eravamo riusciti a mangiare neanche il dolce visto che antipasti, primi e secondi, accompagnati da alcune bottiglie di vino, ci avevano messo ko. I nonni andarono nella loro camera a dormire, la cognata andò nella sua stanza d’infanzia dove c’era ancora il suo lettino mentre io, con mia moglie e mia nipote, ci mettemmo sul divano della sala, con le 2 donne ai miei fianchi.
Lucy cerca spesso il contatto, pur in maniera molto fine, con piccoli gesti che denotano il suo bisogno di coccole.
Su quel divano, Orfeo ci stava rapendo velocemente; mia moglie, per cercare di stare comoda, si rannicchiò di lato con addosso una coperta mentre io mi rilassavo con le gambe distese e Lucia seduta di lato, con la spalla destra appoggiata sul divano e molto vicina a me. Ero entrato ormai nella fase rem, pensieri senza senso stavano invadendo la mia mente quando sento la mano di mia nipote sulla pancia. Ricordo che io avevo parecchio caldo ed ero rimasto solo con una maglietta addosso e pare che a Lucia desse fastidio anche quella perché la sua mano andò sotto, alla ricerca della pelle. Un gesto un po’ più audace di quelli che era solita fare, un tocco che m’immobilizzò per alcuni secondi, insicuro su come reagire: per carità, non mi dava fastidio, la stava tenendo ferma ma era un gesto che consideravo esagerato. Se avessi reagito, avrei magari svegliato mia moglie che avrebbe notato questa coccola un po’ più audace ed inoltre avrei messo in difficoltà Lucia, che in fondo non stava facendo nulla di male. Decisi di non fare nulla anche se, appena presa questa mia decisione, sentii che il mignolo di Lucia si muoveva verso il basso, giocando con i peli poco sotto l’ombelico. Non nego che, tra la situazione, il fatto che fosse mia nipote, le carezze dolci e stimolanti, mi stavano gonfiando i boxer. Speravo da un lato che tutto ciò finisse ma dall’altro era tutto molto piacevole e non volevo interromperla. La guardavo e aveva gli occhi chiusi, possibile che stesse compiendo dei gesti inconsapevolmente ?
Per sicurezza, non sapendo bene cosa la spingesse a fare ciò, mi spostai con il sedere più avanti in modo che la sua mano salisse sul mio corpo. Questo mio movimento interruppe quella carezza; lei tolse la mano dal mio corpo, l’appoggiò per un attimo sulle mie cosce e poi cambiò posizione, dandomi le spalle.
Quel momento cambiò il mio modo di vedere Lucia: non era più ragazzina da tempo e la donna che stava nascendo poteva essere tranquillamente ambita da molti ragazzi: alta più di 1.70, occhi azzurrisimi, sembravano quasi trasparenti da quanto erano chiari, 2 luci così belle che accecavano nel guardarli e che lei sapientemente metteva spesso in risalto con un trucco accattivante ma mai volgare. Una quarta di seno su un corpo sinuoso, caviglie sottili che reggono un corpo piuttosto abbondante. Eppure, era sola e qualche dubbio sulla sua tendenza sessuale, specie dopo quanto sua madre ci disse, poteva venire in mente.
Il tempo passava, ogni settimana ci si vedeva e non c’era alcun minimo comportamento che potesse far risalire a quelle carezze audaci; il pensiero di quel giorno mi tornava a volte in mente ma piano piano s’affievoliva, lasciando spazio alla convinzione che avevo esagerato a pensar male.
Un sabato chiamò mia suocera perché le serviva un passaggio per andare a comprare la lavastoviglie; il suocero era in trasferta con l’altra figlia per il funerale di uno zio e pertanto toccava a noi andare a fare da autista/consiglieri per l’acquisto.
Simpatica la suocera ma di andare a girovagare per centri commerciali non avevo nessuna voglia. Così restai a casa con Lucia e le proposi un giro in città “No zio, restiamo a casa, sono stanca”.
E così restammo a casa sua e l’occasione era buona per fare 2 chiacchiere.
“Allora, come va con tua mamma ?” le chiesi
“E’ pesante, da qualche mese mi sta con il fiato sul collo e a volte non riesco a reggerla ma non &egrave quello il problema, io ho altri pensieri che non sono belli”
Ah, quindi Lucy aveva altri problemi e pareva anche qualcosa non da poco. Cercai di capire quale fosse ma lei era elusiva e tendeva a cambiare argomento.
“Non sto bene ma non ho voglia di parlarne” e io desistetti, anche se da lì a poco avrei voluto tornare a parlarle, preoccupato com’ero per la mia nipote.
Mentre mi fa vedere distrattamente un nuovo libro che ha comprato, mi chiese”Tu mi vuoi bene ?”. La risposta era scontata ma la domanda non me l’aspettavo proprio; la guardo negli occhi e noto che &egrave sul punto di piangere. I suoi occhi lucenti erano bellissimi e rimasi imbambolato a guardarli
“Non mi rispondi ?” mi disse, svegliandomi dal torpore
“Certo Lucy” le dissi quasi alzando la voce “Vieni qui” e l’abbracciai stretta a me. Nel naso sentii l’odore dei suoi capelli mentre sotto il petto sentii la morbidezza del suo seno che si schiacciava su di me. Le diedi un bacio sulla testa, poi uno sulla tempia e uno sulla guancia
“Cacchio zio, che dorsali che hai !” interruppe la serie dei miei baci su di lei.
“Sdraiati che ti faccio un massaggio. Sto imparando a fare massaggi alla schiena, devo fare pratica”.
Va beh, nulla di male pensai. Mi sdraiai sul letto prono e mi sollevò la maglietta. Ammetto che l’essere a casa noi 2 da soli, in quella situazione, mi fece un certo effetto e il pensiero prese vigore quando sentii le sue mani, già calde, sulle mie spalle che si muovevano in un lento massaggio. Alternava piccoli picchiettii lungo tutta la schiena a massaggi con le dita energiche sui muscoli fino ad usare i polpastrelli sui fianchi, provocandomi un solletico a cui facevo fatica resistere. Tutto sommato il massaggio era piacevole e mi stavo rilassando anche se mi accorsi che col tempo le sue mani erano sempre più morbide, leggere; il massaggio si stava tramutando in carezze, specie sui fianchi, risalendo dal bordo dei pantaloni a poco sotto le ascelle. Mi piaceva ed anche il mio corpo gradiva, tanto che, frutto anche del fatto che fossi schiacciato sul letto, sentivo il cazzo gonfiarsi e non c’era modo di arrestare questa sua crescita. Dovevo fermarla e glielo dissi “Può bastare Lucy” e lei si arrestò immediatamente. Rimaneva il problema dell’erezione che ormai sentivo consistente; il fatto che fossi rimasto sdraiato a massaggio terminato, destò ovviamente curiosità in lei “Perché non ti giri ?” Una domanda innocente o maliziosa ? “Dai girati, che ci fai lì ?” e cominciò a farmi il solletico, cercando con le mani di passare sotto i miei fianchi “No no Lucy, smettila !” Aveva capito oppure stava solo giocando ?
Fatto sta che, volendo o meno, non riuscii a stare in quella posizione e mi misi parzialmente su un fianco e d’istinto misi le mani sul pacco. “Ma dai ?!” disse indispettita e si allontanò. Cercammo di fare finta di niente ma ogni tanto lo sguardo su di lei cadeva sulle mie mani ancora ferme nella zona intima e anche per tale motivo, l’erezione non calava minimamente. “Ma ancora ??” mi disse ed io sorrisi amaramente. “Togli le mani, tanto si capisce” ed insistendo mi convinse a mettere in risalto ciò che avevo e che, i pantaloni di lino non potevano di certo mascherare.
“Beh, niente male. Ma sono stata io ?”
“Direi proprio di sì”
“Vuoi liberarlo ? Forse &egrave meglio” e da lì cominciò a farmi domande intime, mostrando curiosità sul corpo maschile. Scoprii che guardava filmati porno e che era stata iscritta in una chat per vedersi mentre ci si masturbava. Lucy che faceva questo ? E altro che diminuire la mia erezione a parlare con lei di questi argomenti e a sentire queste rivelazioni !
“Fai come vuoi, se vuoi toglierti i pantaloni per me non c’&egrave problema dai”
Non so cosa mi prese ma lo feci senza farmelo ripetere. Il cazzo era teso ed il bordo dei boxer era sollevato in parte.
“Guarda, non ti racconto altro ma non pensare che non ne abbia mai visto uno” mi disse. Sembrava un’altra persona, spudorata.
“Abbracciamoci, ti voglio bene” le dissi. Gesti e parole mi uscivano senza rifletterci, come se fatti da un altro io.
L’abbracciai forte, d’istinto le mie mani andarono sotto la maglia e le accarezzavo la schiena robusta; ed il mio cazzo lo sentivo spinto contro la sua pancia. Lei mi mise le mani sul culo, poi a cercare la mia pelle sulle cosce e poi, d’improvviso, mi prese i bordi dei boxer e cercò d’abbassarli. L’erezione non l’aiutò e mi spostai da lei di poco, in modo che potesse togliermeli dal davanti. Era tutto così veloce, ci stavamo spostando in un’altra dimensione, sconosciuta; me lo prese in mano ma gliela spostai; volevo vederla meglio e mi venne voglia di baciarla. Lo stomaco si contrasse, tremolio alle mani, stavo facendo una cazzata e non riuscivo a fermarmi. Lei ricambiò il bacio, dovevamo fermarci ma sperava fosse lei a farlo, io non ne avevo la forza. Sempre istintivamente mi venne da toccare le sue generose tette, lei mi aiutò a sentirle meglio, alzandosi la maglia. “No Lucy, fermati” pensavo ma ero ormai rapito dalla lussuria. Spostai la coppa del reggiseno mentre sentii la sua mano tornare sul mio cazzo, muoversi su di esso in maniera discontinua, alternando palpate alle palle a una sega propensa più a constatarne la consistenza.
La baciavo, mi serviva la dolcezza e a lei pure. Si buttò sul letto, volgarmente con il reggiseno sotto il suo seno nudo che si palpava, invitandomi a sostituire le sue mani con le mie. Mi misi sopra di lei, le gambe fuori dal letto ed il busto sopra; mi venne naturale andare a baciarle i capezzoli, leccarglieli, mettere in bocca il suo seno il più possibile.
“Vieni più su, mettimelo in bocca” era la sua voce, che quasi non riconoscevo. Mi misi con le ginocchia sul letto, gambe aperte su di lei e misi il cazzo vicino alla sua bocca che si spalancò e lo prese tutto in bocca, subito. Movimento scomposto mio nella sua bocca, lei con le labbra cercava di succhiarlo. Ero in estasi, non capivo più nulla, la situazione era eccitante, non solo per la cosa in s&egrave ma anche perché era moralmente vietata.
“Vienimi sulle tette” mi disse, il pompino era morbido e allo stesso tempo assatanato, un mix di voglia repressa e dolcezza. Mi allontanai un poco, lasciandole la cappella in bocca. Me la leccò, sapientemente il filo sotto, succhiandomela e lo schizzo era pronto a fuoriuscire.
“Spostati Lucy” e mi spinse i meloni verso il pene. Più schizzi finirono tra il suo collo e la pancia, liquido che sembrava non finire mai.
“Posso sentire che sapore ha ?”
“E me lo chiedi ?” le dissi, sorridendo
Lo prese tra le mani e si leccò le dita.
Rimanemmo qualche minuto in silenzio, spaesati.
“Lucy, non dovevamo lo sai ?!”
“Non ti &egrave piaciuto ?”
“Moltissimo; il problema sarà non rifarlo”
“Potremo anche rifarlo, tanto questo sarà il nostro segreto: io ne ho tanti di segreti, non ti preoccupare”
Eccome se ne hai. Speriamo che questo rimanga tale.

Leave a Reply