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Racconti erotici sull'Incesto

LA CURA

By 22 Marzo 2007Dicembre 16th, 2019No Comments

LA CURA

Salve a tutti,sono Marie,ho 48anni e sono francese. Vivo in Italia da ormai 24anni,sono quindi quasi italiana. Vivo in una cittadina piccola dell’Umbria e lavoro come insegnante di francese in una scuola superiore di Città di Castello. Sono qua perché pratico incesto e non mi sento in colpa di ciò e lo ammetto. Vorrei,scrivendo,ricevere poi email di persone serie con cui scambiare opinioni. Sarei entusiasta se potessi avere email di madri come me affinch&egrave assieme si possa discutere meglio della questione.

La storia che vado a narrarvi &egrave una storia improntata sul rapporto madre-figlio di cui io faccio pare.

Io sono sposata da 22anni con Amilcare,un bravo uomo umbro di 54anni. Ci siamo conosciuti a Nizza dove io ero a trovare i miei parenti. Mi ero fatta sei ore di viaggio da Parigi a Nizza e appena giunta mi riposai due minuti alla stazione,e li conobbi questo bell’uomo italiano. Ci fidanzammo dopo esserci frequentati,poi dopo due anni di fidanzamento ci sposammo a Roma e poi siamo venuti a vivere nel paese dove stiamo ora.

Io sono una donna molto bella per l’età che ho lo ammetto. Da giovane ero meglio ma come si sa,gli anni passano per tutti,quindi anche per me. Da giovane vinsi un concorso della più bella ragazza delle università di Parigi,e ancora adesso a casa ho la fascia e la piccola coppa. Mi descrivo almeno avete l’idea di chi sia la donna che scrive e di cui state leggendo il racconto. Sono alta 1:74,capelli corti biondi con sfumature scure,occhi verdi,labbra carnose espertamente truccate (ho anche un attestato in manicure e cosmetici quindi mi so curare molto bene) in modo vistoso,non sono né grassa né magra ma mi mantengo bene,seppure un poco in carne,ho una 5′ soda e abbondante di seno e un di dietro che ancora per bellezza mi da soddisfazioni. Direi che sono una bella donna.

La mia famiglia &egrave composta oltre che da me anche da mio marito Amilcare e da nostro figlio Gustave,di16anni. Il nome l’ho scelto io in onore del grande costruttore della Tour Eiffel,Alexandre Gustave Eiffel. Gustave &egrave un ragazzo molto dolce e simpatico,studioso quanto basta,scherzoso e amante della lettura. Parla correttamente sia l’italiano che il francese che esercita con me il più delle volte. L’unica cosa che non tollero di mio figlio &egrave il fatto che beve e fa uso di alcol,di vino,birra e super alcolici. Due volte &egrave stato ricoverato. E la storia cui voglio esporvi appunto comincia dalla seconda volta,da quando Gustave uscì dall’ospedale dopo tre settimane di degenza. Fu esattamente uno degli ultimi giorni di ottobre e faceva anche un po’ freddo. Io e mio marito andammo a prendere Gustave all’ospedale e,prima di prelevarlo parlammo con il medico che lo curò

‘signori voi per vostro figlio dovete rivolgervi ad uno psicologo,ad uno psicologo che riesca ad indirizzare il giovane verso una buona via. Siete delle persone per bene,vi conosco ormai ed &egrave un peccato che vostro figlia faccia uso di queste bevande,che poi &egrave come una droga e che si rovini la vita solamente perché &egrave triste’
‘ma da cosa può dipendere la sua tristezza dottore?’domandai io al dottore

‘non lo so signora. Io so solo che così mi ha detto la psicologa dell’ospedale e inoltre mi ha anche detto di portare il giovane da uno psicologo privato. Lei lo terrebbe volentieri in cura ma ha già altri pazienti,mi ha detto di dirvi,visto che lei oggi non c’&egrave,di portare il ragazzo a Perugia dove c’&egrave un’ottima psicologa che cura proprio ragazzi come vostro figlio,ovvero che hanno problemi d’alcol.’ Ringraziando il dottore alla fine prelevammo nostro figlio e lo portammo a casa.

La sera era contento d’essere ritornato e quindi telefonò ad amici,amiche e altri che conosceva asserendo che si sarebbero visti a scuola. Mangiammo in tranquillità come sempre e poi tutti sul divano a vedere la televisione. Io mi sedetti vicino a lui abbracciandolo e facendogli poggiare dolcemente la testa sul mio seno. Avevo la mia solita vestaglia viola per la sera o per quando sto in casa e non dovevo uscire e i seni mi si intravedevano in parte,una buona parte. So che mio figlio ogni tanto sbircia,ma apparte una risatina dolce non faccio nulla,infondo non &egrave che ci sia nulla di male quando l’occhio casca su dei seni,anche se sono i seni della propria madre. Stette così per un po’,poi mi accorsi che Gustave si muoveva in continuazione come se non stesse comodo nella posizione cui stava e nella nuova cui si metteva

‘amore cos’hai?’domandai vedendolo scalmanato

‘nulla mamma’mi rispose in francese ( rien maman!’)

‘Gustave ti ho detto mille volte,quando ci sono io non parlare francese’disse mio marito alzandosi

‘ma noi siamo francesi, e ce ne vantiamo!’dissi io sorridendo con un po’ di orgoglio nazionale

‘si si vabbene,notte cara,notte Gustave’disse Amilcare andandosene al letto stanco dalla giornata

‘che ha papà?’

‘nulla amore. &egrave solo angosciato perché te stai così. Per la tua situazione amore,anche se adesso ti aiuteremo noi piccolo mio’dissi dandogli un bacetto sulla fronte

‘si baciano i morti sulla fronte’

‘ma piantala!!!!’dissi io dandogli un piccolo schiaffetto sulla guancia.

‘e’come vorreste aiutarmi se fin’ora &egrave stato inutile?’
‘mai inutile quando c’&egrave la buona volontà. Comunque ti porteremo da una psicologa che cura proprio chi ha problemi di dipendenza con l’alcol”
‘e, se io non ci volessi venire?’
‘ci devi venire amore,piantala! Lo sai che mi sto facendo in quattro,sia io che papà per aiutarti”
‘c’&egrave un modo ma non verrà mai,quindi io continuerò a bere’io lo guardai torva. Aveva detto che sapeva un modo per guarire

‘e’che’che mode &egrave scusa? Perché non lo hai detto a suo tempo?’
‘lasciamo stare!’disse volgendo la testa alla televisione. Presi dolcemente la sua testa e la rivolsi verso di me. Aveva il capo poggiato ora sulle mie ginocchia e mi guardava

‘allora? Vuoi dirmelo?’chiesi a mio figlio che mi guardava e ogni tanto guardava il gonfiore sulla vestaglia,gonfiore dei miei seni’ma che c’&egrave?’
‘mamma’lasciamo stare dai. Tanto so che non guarirò mai!’
‘ma se hai detto che conosci il modo”
‘si ma &egrave un modo irrealizzabile,e te lo sai’
‘io?…ma io che ne posso sapere amore?’si scostò dalle mie gambe mettendosi a sedere accanto a me. Sedendosi non potei non notare una cosa,l’erezione che si era propinata nelle sue parti intime,il gonfiore del suo pigiama e lui che non faceva nulla per nasconderlo. Rimasi un po’ di sasso. Lo guardai seria

‘cos’&egrave insomma questa storia?’dissi volgendogli la testa verso di me con le mani e poi indicando il suo gonfiore con gli occhi. Di scatto mi tolse le mani e ci rimasi di stucco

‘ecco,vedi? Non posso guarire così,se hai questo atteggiamento,e sai perché!’disse

‘amore ma,non ti riconosco. Ma’chi sei? Sei mio figlio o’ma’Gustave che’che hai in mente scusa?’

‘mamma’io ho te in mente,te e basta,ecco come potrei guarire!’disse guardando sempre la televisione,poi lanciandomi un’occhiata dolce e poi riguardando la tele. Io rimasi ferma,immobile con la bocca semiaperta incredula e senza proferire parola.

‘scusa,puoi ripetere Gustave?’chiesi io con voce seria e ferma,anche severa

‘inutile. Non posso guarire se sei così austera con me mamma!’
‘austera? Sai amore cosa mi hai appena chiesto?’
‘io non ti ho chiesto nulla!’rispose serio lui

‘infatti ma l’hai lasciato intendere amore e”
‘io non voglio sesso da te mamma se &egrave quello che credi’rimasi ancora più incredula perché mi sembrava d’aver capito che volesse sesso e ora mi stava dicendo che non lo voleva

‘mi scoppia la testa’dissi mettendomi le mani ai capelli. Lo guardai,mi avvicinai a lui di più

‘amore,lo so che non stai bene ma’spiegami tesoro,sarò calma,ti giuro che mamma starà calma ma ti prego,spiegami se no impazzisco,ti giuro che impazzisco. Quindi,con calma ma spiegami’mi guardò

‘giuralo’

‘lo giuro con tutto il bene che ti voglio e’se non sarò calma allora non parlarmi più. Ok amore?’

‘ok mamma’
‘allora piccolo mio. Dimmi,cos’&egrave che può farti star bene?’
‘Te!!’
‘si amore,lo hai già detto. Ma in che senso?come?’

‘io’io non voglio da te sesso come lo fai con papà!’lo guardai seria capendo che alcune volte mi spiava ma avevo detto,avevo promesso che non mi sarei arrabbiata

‘e’continua dai’

‘ci sono anche delle cose che senza la penetrazione si possono fare e’per me quello &egrave l’amore più bello. L’ho letto e’avvicina di più le persone e io voglio che tu mi stia vicino”
‘ma’passerotto di mamma tua’io’io ti sto vicino ‘Dio mio ma guarda che situazione!’dissi mettendomi ancora le mani ai capelli’amore’non credo di poterti accontentare. Sono tua madre Gustave e’.&egrave impossibile come cosa lo capisci!?’dissi alzando un po’ la voce

‘mamma non gridare,papà può sentire

‘si’scusa’dicevo’&egrave impossibile Gustave”
‘lo so lo so’ma io così non guarirò. Non posso guarire se quello che voglio mi sfugge. Fai conto che a me mi visitino 50 psicologi e che tutti mi convincano di stare bene quando io so di non stare bene. Se dicessi loro questo sicuramente a te direbbero di provare,di tentare,e se mi mandassero da uno psichiatra quello parlerebbe con te e ti direbbe che la cosa &egrave semplice e che con una cura potrei guarire?’
‘cura?’
‘si,te mamma’
‘amore io”
‘mamma &egrave l’unica possibilità’. Stetti zitta per un po’. Lui mi guardava

‘da quando questa cosa?’
‘da quando cosa?’
‘da quando mi’b&egrave’da quando mi desideri?’
‘da quando ho’ho”

‘sviluppato?’chiesi io seria

‘s’i mamma’
‘Dio che situazione’che situazione Dio mio’dissi con le mani tra i capelli. Lui venne vicino a me e mi tolse le mani dai capelli. Lo guardai,aveva un’espressione dolcissima

‘mamma io’ti voglio bene. Stammi vicino’disse dolcemente. Mi riempì quella frase di calore materno e di dolcezza al ch&egrave gli sorrisi,presi la sua mano sinistra tra le mie

‘Gustave’.amore’io non so se”
‘mamma’ti prego’ti prego mamma’ non dissi nulla finch&egrave non accennai dolcemente un si con il capo

‘s’i vabbene’mamma cercherà di”lo guardai negli occhi e respirai a fondo cacciando tutta l’aria accumulata”di farti guarire’sorrise a fondo e mi abbracciò

‘mamma grazie’.grazie mamma grazie!!!’ lo abbracciai tenendolo stretto a me come quand’era piccolo,non facendolo andar via. Lo tenni stretto e quell’abbraccio durò alcuni minuti. Dopo di che mi staccai da lui e vidi che lui aveva,come me,le lacrime agli occhi

‘mamma quando’quando comincerà la cura?’mi chiese vergognato di ciò che mi aveva appena chiesto. Io ero rossa in viso e cercai di non guardarlo ma risposi

‘b&egrave’domani?’
‘si’si mamma ok’. Gli carezzai il volto con una mano sorridendogli,poi aggiunsi anche l’altra prendendogli una guancia e l’altra

‘ora dormi amore mio. Va a dormire,lasciami un po’ qua sola a pensare’

‘mamma però non’non ci ripensare!’mi disse raccomandandosi

‘no’non’non ti preoccupare piccolo’dissi sorridendogli dolcemente anche se turbata. Si avvicinò a me e mi diede un bacino affettuoso sulla guancia,che io ricambiai e poi andò a dormire augurandomi la buona notte. Stetti li ferma,con le lacrime che mi scendevano lungo il viso ma pensando che la cosa potrebbe riuscire,ma ero turbata,e credo sia anche naturale in certe occasioni.

Continua’

Grazie per aver letto. Chi voglia sapere di più oppure scambiare informazione ed esperienze mi scriva alla mia email. Rispondo solo io e nessun altro. Grazie,alla prossima. marievassal@libero.it

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