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Racconti erotici sull'Incesto

La doccia birichina

By 30 Luglio 2012Dicembre 16th, 2019No Comments

Elisa chiuse il rubinetto con rammarico. Quella doccia l’aveva davvero rimessa in sesto dopo una visita troppo lunga alla città. A 37 anni si sentiva ancora in piena forma (forse con un eccesso di presunzione) ma di certo fare la turista sotto ai 35 gradi con tasso di umidità del 90% di quel pomeriggio non era stata un’idea geniale. Aveva accettato solo per accontentare sua figlia e suo genero che erano stati così gentili da ospitarla per il weekend nella loro nuova casa in cui erano andati a convivere da circa un mese. Pensava che forse lui era un pò troppo grande per lei (27 anni Paolo contro i 20 di Simonetta), ma Elisa pensava che ognuno fosse libero di fare le proprie scelte ed eventualmente i propri errori.

Rimase per qualche istante in piedi nel box doccia, pensando già a cosa preparare per cena ai due ragazzi. Era una mamma molto giovane certo ma pur sempre una mamma, e sua figlia era andata a lavorare subito dopo la mini-gita.. per cui era decisa a regalarle una cenetta coi fiocchi, della quale ovviamente avrebbe beneficiato anche il suo compagno, che invece era rimasto a casa a godersi le ferie. Afferrò le maniglie delle ante scorrevoli del box e le tirò per aprirle, senza ottenere alcun risultato. Concentrandosi meglio su quello che stava facendo ritentò, ma ancora senza successo. ‘Ma che diavolo..’ imprecò.

Tirò le maniglie con più veemenza, ma sembravano incollate. ‘L’innovazione ha rovinato tutto, l’ho sempre detto!’ disse a se stessa mentre tentava per l’ennesima volta. Impreparata ad una simile evenienza, si lasciò andare ad un piccolo accenno di isterismo, tirando le due porticine con l’obiettivo di romperle se necessario, pur di vincere quella piccola battaglia. Ma ancora niente, non si muovevano di un millimetro. Senza riflettere, chiamò sua figlia. ‘Simonetta!!’. Nessuna risposta. ‘Simonettaaa’. Solo al terzo richiamo ricordò che Simonetta non era in casa.. perchè una voce maschile le rispose. ‘Elisa tutto a posto? Simonetta è al lavoro!’. ‘Ehm.. hai ragione scusa Paolo..’. ‘Se ci sono problemi può dire a me!’ disse la voce, che le dava ancora del lei. ‘Sono rimasta bloccata nella doccia!’ rispose. Ed un attimo dopo si diede dell’idiota. Con quella frase aveva messo in difficoltà sia il ragazzo che se stessa. Era ovvio che, essendo rimasta bloccata nella doccia, non poteva essere che nuda.. e lui, per risolvere il problema, non avrebbe potuto che entrare in bagno!

Paolo reagì con l’unica risposta interlocutoria che avrebbe potuto dare. ‘E’ sicura di aver tirato bene le ante? Ogni tanto si bloccano perchè è montata male!’ urlò attraverso la porta. ‘Ora riprovo!’ cercò di tranquillizzarlo lei. Ma quando si rese conto che molto probabilmente le porte si erano rotte una volta per tutte, si trovò a non saper che fare. Aspettare sua figlia per 5 ore dentro la doccia era impensabile.. e l’unica alternativa era che.. beh.. d’altronde non sembravano esserci alternative. ‘Niente?’ la incalzò lui forse un pò preoccupato.. o forse imbarazzato all’idea di cosa stava per succedere di lì a breve. ‘Temo di no.. ho paura che si sia proprio rotta!’. ‘Ehm.. Elisa.. io invece temo di.. ehm.. di dover entrare!’ propose ora con tono realmente imbarazzato. Lei cercò di stemperare un pò il clima. ‘Se non altro non dovrai chiamare anche un carpentiere.. la chiave non era nella toppa, così non mi sono potuta chiudere nel bagno!’.

Suo genero però sembrava ben conscio di cosa stava per succedere.. e un pò intimorito. ‘Elisa.. ha modo di.. ehm.. insomma di.. coprirsi un pò?’ domandò. Lei si guardò attorno. Non aveva l’accappatoio ma solo un asciugamani grande prestatole da sua figlia, ripiegato sulla lavatrice.. che però era vicino alla doccia. Vicino ma imprendibile per lei, chiusa nel box, lontano per lui per afferrarlo a occhi chiusi. ‘Paolo qui c’è solo un asciugamani.. ma se arrivi qui per prenderlo sarà del tutto inutile..’.

Elisa guardò in alto e si rese conto che dal box doccia al soffitto c’era poco spazio, insufficiente perchè suo genero potesse ‘lanciarle’ un altro asciugamani dentro al box. ‘Elisa non so come fare..’ si arrese lui. ‘Io lo so.. entra.. e cerca di sbloccare questa maledetta porta prima possibile.. e soprattutto cerca di guardarmi meno possibile, tanto non ne vale la pena! – lo consigliò – Ora comunque mi giro di spalle, almeno non ci sarà proprio nulla di interessante da vedere!”

Era una bugia, perchè sapeva che gli allenamenti costanti di step le garantivano un sedere tonico e sodo. ‘Elisa è.. è sicura?’. ‘Entra e non pensare.. agisci solamente!’ confermò lei, voltandosi di spalle rispetto alla porta..

Non lo vide entrare, ma lo sentì, e la sensazione fu davvero strana. Sapere che suo genero era a due passi dietro di lei, e che lei era nuda, la imbarazzò in modo incredibile, forse anche più di quanto si sarebbe aspettata. Lo sentì armeggiare con le ante, consapevole che, a risultato ottenuto, avrebbe sentito una leggera brezza di aria più fresca, come spesso accade dopo una doccia tiepida. Ma l’assenza di quella brezza ed il continuo armeggiare le fece comprendere che non era così semplice.

Dopo qualche secondo di silenzio dettato soprattutto dall’imbarazzo, fu lui a rompere il ghiaccio. ‘Elisa io.. avrei bisogno di un suo aiuto..’. ‘Cioè?’ chiese lei senza muoversi. ‘Devo smontare del tutto una delle due ante, ma ho paura che possa cadere una volta sganciata.. è di vetro e non vorrei che le si rovesciasse addosso..’. ‘Oh cavolo.. e cosa posso fare per evitarlo??’. Paolo rimase in silenzio. Elisa non capì e voltò leggermente il capo verso di lui. Lo colse con gli occhi bassi e pensò che fossero fissi alla scoperta delle sue natiche nude.

‘Allora? Qual è il tuo piano?’ gli chiese. Lui rialzò lo sguardo, e dall’espressione un pò stordita Elisa giudicò che si era davvero soffermato sul suo sedere. ‘Ecco dovrebbe.. dovrebbe sostenere l’anta mentre tolgo le viti’. ‘Scusa ma come faccio in questa posizione a tenere l’anta? E’ impossibile, ci riuscirei solo se..’. Non riuscì a completare la frase perchè l’imbarazzo la bloccò. ‘Solo se se si gira si..- terminò lui – ma stia tranquilla, ora le passo l’asciugamani, aspetti!!’. Elisa aveva dimenticato per un attimo che avrebbe potuto tranquillamente coprirsi con il telo, annodandolo all’altezza delle ascelle, come si fa generalmente quando si esce dalla doccia.

Quando sentì qualcosa che le toccava la spalla, girò il capo e vide che suo genero le stava passando il telo. ‘Grazie’ gli disse afferrandolo col braccio sollevato. Poi lo avvolse intorno al corpo, agganciando un lembo all’altro con un risvolto proprio all’altezza dell’ascella. ‘Ok, ci sono’, annunciò più tranquilla. In fondo prima era nuda, ora non più, e poteva girarsi senza sentirsi in grande imbarazzo. Paolo tornò proprio in quel momento con un cacciavite in mano e involontariamente, forse per la sorpresa, la esaminò con una ‘scansione’ dai piedi alla testa. Chissà che commenti aveva nella sua testa..

‘Direi di procedere’ disse lui cercando di scuotersi. ‘Cosa devo fare?’ chiese Elisa. ‘Niente di particolare, afferri l’anta sul bordo in alto con tutte e due le mani.. e la tenga stretta. Mi raccomando non la lasci mai mentre sto togliendo le viti perchè è molto pesante. Quando avrò finito di liberare l’anta poi la prendo io.. ok?’. ‘Ok è facile’ accettò Elisa. Sollevò le braccia e fece come aveva detto suo genero. A quel punto lui si concentrò sulla prima vite in basso ed iniziò con il cacciavite a tirarla via. ‘Cavolo sono avvitate strettissime!!’ annunciò il ragazzo.

Grazie al fatto che Paolo era a dorso nudo, indossando solo un paio di pantaloncini, Lei potè notare lo sforzo che stava facendo dai muscoli delle braccia molto tirati.. e constatò che erano anche più sviluppati di quando non avesse fatto caso fino ad allora. Nel frattempo sentì un solletico al naso, girò un attimo la testa e starnutì. ‘Salute!’ disse lui distrattamente mentre esultava per aver finito con la prima vite a già aveva iniziato ad aggredire la seconda, quella all’altezza centrale. ‘Mi raccomando ora non lasci per nessun motivo l’anta altrimenti con il peso si spacca tutto perchè non farei in tempo ad afferrarla io!’ la istruì. ‘Tranquillo, non mi muovo da così!’ lo tranquillizzò. Ma nello stesso tempo, si rese conto che qualcos’altro si era mosso. Non era lei e non era l’anta. Purtroppo era l’asciugamani.

Probabilmente non l’aveva legato abbastanza stretto, ed il movimento involontario fatto con lo starnuto aveva fatto si che il nodo si allentasse. Sentì che il tessuto non aderiva così strettamente al corpo, e abbassando gli occhi notò che era sceso un pò all’altezza del seno, rendendo la scollatura più audace. Ma era niente rispetto all’imbarazzo che avrebbero provato entrambi se…

Cercò addirittura di trattenere il fiato, per evitare che anche il respiro potesse favorire lo scivolar via dell’asciugamani, ma sentì un nuovo solletichìo. Si rese conto che era sceso di un altro centimetro.. e capì che ormai il processo sarebbe stato inarrestabile senza un intervento. Ma Paolo era stato chiaro sul pericolo di lasciare l’anta al suo destino. Poteva dirlo al ragazzo. Certo sarebbe stato imbarazzante, ma forse avrebbe potuto evitare il peggio. Lui avrebbe potuto lasciare un attimo il lavoro che stava facendo, giusto il tempo di tenere l’anta mentre lei si sistemava bene il telo addosso.

Decise che avrebbe fatto così. ‘Paolo..’. ‘Si mi dica’ disse lui senza sollevare lo sguardo dalle viti, forse per paura di doverla guardare. ‘Credo di avere un problema, dovresti un attimo fermarti e tenere l’anta tu..’ annunciò. A quel punto lui sollevò il capo per capire meglio. E nello stesso istante, il peso dell’asciugamani divenne insostenibile per quel nodo ormai troppo allentato. Il telo scivolò via da lei per appoggiarsi a terra e lei fu senza difese.. seni e figa al vento, completamente nuda davanti a suo genero, proprio mentre lui aveva alzato gli occhi.

Non poteva incolparlo dell’espressione che aveva assunto mentre la fissava. Con un pizzico di vanità sicuramente fuori luogo, ma forse comprensibile in una donna di 37 anni nei confronti di un ragazzo di dieci anni meno di lei, sperò di non suscitare solo sorpresa ma anche attrazione. La sua terza abbondante di seno ancora soda di solito aveva sempre buone recensioni negli uomini che l’avevano vista, e la posizione sollevata delle braccia per tenere l’anta la favoriva anche un pò.. senza contare che per fortuna qualche giorno prima si era depilata l’inguine, lasciando un triangolino ben curato.

‘Come puoi vedere il problema si è manifestato. Ora ti prego di togliermi da quest’imbarazzo.. puoi tenere per un momento l’anta?’. Paolo divenne rosso in viso, sentendosi colpevole come un bambino colto con le dita nella marmellata. ‘Si si.. mi scusi.. io.. non ho.. non ho visto..’ si giustificò abbassando lo sguardo. ‘Siamo tra persone adulte caro. Ora lascia il cacciavite, rialza la testa e non preoccuparti di quello che hai visto e che vedi. E poi prendi l’anta in modo che io possa rimediare..’.

Lui si riscosse ed eseguì gli ordini, non lasciandosi sfuggire l’occasione di un’altra scansione da testa a piedi prima di prendere l’anta della doccia sotto la sua protezione. Elena si chinò e raccolse l’asciugamani. Forse fu un pò di inconscia eccitazione a spingerla a fare tutto con eccessiva lentezza, anche mentre si riavvolgeva il telo attorno al corpo, come per dare più tempo al ragazzo di guardarla. Non fece caso alla direzione dello sguardo di Paolo, per lasciarlo libero di guardare se avesse voluto..

‘Ecco, ora puoi riprendere’ gli disse afferrando di nuovo l’anta dopo aver riavvolto attorno a se il telo. Un colpo di tosse e Paolo riprese in fretta e furia il suo lavoro. Tolse l’ultima vite centrale molto rapidamente e poi si concentrò sull’ultima, quella in alto. Salì sul bidet per raggiungerla, ed a quel punto lei potè notare l’addome scolpito del ragazzo, non coperto da alcuna maglietta e proprio all’altezza dei suoi occhi. Occhi che però, un attimo dopo, si abbassarono involontariamente verso le sue parti basse.

C’era una forma ben delineata, che qualunque donna non avrebbe fatto fatica a riconoscere. Il pene eretto premeva sotto al pantaloncino di tessuto leggero ed era talmente evidente che sembrava quasi che sotto non portasse gli slip. In ogni caso in quel momento lei aveva scoperto che suo genero aveva un membro di almeno 20-22 cm, se l’esperienza non la ingannava. Restò a fissarlo senza accorgersene.. e purtroppo quando lui scese dal bidet avendo finito il lavoro lei seguì con lo sguardo il suo pantaloncino. Era impossibile che lui non se fosse accorto, troppo evidente il movimento della sua testa.

‘Ok ora può lasciare l’anta a me Elisa’ disse lui apparentemente senza problemi. Con un paio di strattoni la sfilò dalla guida, liberando Elisa dalla prigionia del box doccia. ‘Finalmente libera!’ disse lei gioiosamente, come per allontanare tutto quello che era successo e quei pensieri sbagliati che l’avevano sfiorata. L’eccesso di finta euforia però la portò a compiere un gesto sconsiderato. Sollevò le braccia in segno di vittoria e fece anche un piccolo saltello: le due cose messe insieme furono troppo anche per il nodo più stretto che aveva rifatto all’asciugamani, che scivolò via di nuovo, lasciandola nuda per la seconda volta.

Si coprì immediatamente i seni con un braccio e l’inguine con una mano, ma si rese conto che questa volta poteva davvero sembrare che fosse stata un’azione calcolata, per provocarlo. ‘Accidenti.. scusami Paolo, ti assicuro che non l’ho fatto apposta!’ si giustificò. ‘Nemmeno io..’ rispose lui sibilinnamente, riferendosi probabilmente al fatto che stavolta stava esaminando il suo corpo senza troppa riluttanza. ‘Ok, in ogni caso è meglio che quello che hai visto resti tra noi, che ne dici?’ gli propose sorridendo, mentre si chinava per raccogliere l’asciugamani. ‘Credo che abbia ragione.. diciamo che io non ho visto niente – disse lui con una strizzatina d’occhio – ma mi permetta almeno di dire che quello che non ho visto è molto eccitante! Però anche lei non ha visto niente ok?’ disse lui sistemandosi meglio i pantaloncini per evidenziare ancor di più il rilievo dell’erezione.

Lei lo guardò apertamente, ed in quel momento le venne il concreto dubbio che il ragazzo non indossasse gli slip sotto al pantaloncino: sarebbe stato alquanto strano.. per non dire ‘voluto’. Di sicuro c’erano solo l’interesse e la curiosità che stava provando per quel ‘rilievo’.. Lusingata per i complimenti ed eccitata per la situazione, Elisa reagì d’istinto. ‘A che ti riferisci?? Io per davvero non ho visto niente!’ commentò maliziosamente. ‘Accidenti.. ma allora non è servito a niente non mettere le mutande sotto ai pantaloncini??’ rivelò Paolo con un sorrisetto. Elisa aveva visto giusto.. era stato un gesto voluto da parte di suo genero. ‘Vuoi dire che non hai messo gli slip perchè si notasse la tua erezione??’ chiese lei con finto stupore. ‘Non esattamente.. li avevo.. ma poi li ho tolti quando sono andato a prendere il cacciavite.. non so nemmeno perchè, forse un presentimento del fatto che lei volesse giocare un pò..’ spiegò lui candidamente.

Elisa si sentì colta con le mani nel sacco e cercò di giustificarsi. ‘Io non volevo giocare Paolo.. è successo davvero tutto per caso!’. ‘Certo.. ed è per questo che ancora si sta coprendo malamente con le mani nonostante abbia raccolto l’asciugamani?’ la incalzò lui. Elisa così si rese conto che il telo pendeva dalla mano con cui si copriva l’inguine.. e che un capezzolo, probabilmente già da un pò. faceva capolino dal braccio che avrebbe dovuto coprire i seni. Le perplessità di suo genero, quindi, erano più che giustificate.

‘Ok senti Paolo.. diciamo che abbiamo giocato un pò entrambi – ammise – ma credo sia meglio finirla qui per il bene di tutti.. sei d’accordo?’. Lui riflettè per qualche secondo, poi inspiegabilmente si voltò ed uscì dal bagno. Elisa rimase impietrita qualche minuto, riflettendo sul significato di quel comportamento. Se n’era andato senza salutarla, come per dire che era offeso? Oppure aveva preferito allontanarsi per evitare il peggio? O chissà cos’altro? Mentre rimuginava, si avvolse di nuovo il telo addosso per prepararsi ad andare in camera sua. Si girò per controllare di aver chiuso bene il rubinetto della doccia (abitudine istintiva che non riusciva a debellare), e quando si voltò di nuovo verso la porta lui era lì.

‘Ho pensato che entrambi dobbiamo rivestirci. Mi sono permesso di prendere alcune cose per lei dalla sua valigia, era aperta e appoggiata sul letto, ancora da svuotare.. e ho preso qualcosa per me..’. Elisa esaminò rapidamente gli indumenti che Paolo le stava passando, cercando di capire cosa intendesse. Una maglietta gialla a girocollo, gonnellina corta nera, un reggiseno bianco ed un perizoma, anch’esso bianco. ‘Intanto che decide se l’abbinamento va bene, procedo io’. Con assoluta naturalezza, suo genero pose le mani ai fianchi del pantaloncino e lo abbassò lentamente. Il pene, ancora in piena erezione, spuntò fuori quasi subito. Il glande ovviamente scoperto fu la prima rivelazione.

Man mano che il pantaloncino andava giù, il pene rivelava una lunghezza sempre più sorprendente. Quando fu completamente nudo, Elisa ebbe conferma di tutte le impressioni avute in precedenza: almeno 20-22 cm, largo, leggermente curvo, nodoso ma non eccessivamente. Insomma, vicinissimo ai suoi canoni di perfezione. Con la stessa naturalezza, e senza chiedere di più, Paolo prese gli slip e li infilò fino a coprirsi. O meglio.. a coprirsi fino a quanto quel pene permetteva! Un quarto rimaneva comunque fuori, ancora alla vista di Elisa. ‘Beh, più tardi si sistemerà da solo!’ scherzò lui. Poi prese la maglietta e la indossò. Infine raccolse i pantaloncini e infilò anche quelli, non prima di aver sollevato inutilmente la maglietta, tanto per darle un’ultima occasione di guardare il pene.

‘Ecco fatto – annunciò alla fine – lei nel frattempo ha deciso se i vestiti che le ho preso vanno bene?’. Adesso tutto era chiaro. Paolo le aveva mostrato quello lei desiderava vedere.. ed in cambio chiedeva che lei gli mostrasse per l’ultima volta ciò che lui fortuitamente aveva già visto. Elisa sorrise. La trovata di suo genero era assurdamente giusta. ‘Si, hai scelto un ottimo abbinamento’ annunciò. Portò le mani sotto le ascelle ed allentò l’asciugamani, poi lo aprì al rallenty mostrando tutte le sue grazie, senza alcuna apparente inibizione. Prese da sopra al piano della lavatrice il perizoma scelto da Paolo, si chinò leggermente e lo infilò. Giocò un paio di volte con il piccolo triangolo di tessuto fingendo di sistemarlo, poi si girò inutilmente per far vedere a suo genero il sedere ‘decorato’ dalla sottile stringa del perizoma. Quando tornò a voltarsi verso di lui, vide un chiaro sorriso di apprezzamento.

Stranamente, quel sorriso la fece sentire anche più attraente ed eccitata di quanto non fosse già. Prese il reggiseno, lo accostò sempre molto lentamente ai seni, dove i capezzoli erano ormai irrimediabilmente turgidi, e li coprì, poi spostò le mani dietro la schiena per agganciarlo. Non perse di vista lo sguardo di Paolo, che a sua volta non perse di vista le sue tette, che evidentemente gli piacevano. Poi prese la maglietta e la indossò. Si guardò e scosse la testa in segno di diniego. ‘Proprio come immaginavo’ commentò. ‘Cosa?’ chiese lui incuriosito. ‘Il reggiseno bianco sotto alla maglia gialla non sta bene.. ci vuole nero.. ma credo di non averne portati’ spiegò lei con un sorrisetto che era tutto un programma. ‘Le prendo un’altra maglietta?’ propose lui. ‘No, questa va bene per casa, le altre sono più scollate.. c’è un’altra soluzione..’.

Come se avesse premuto un immaginario tasto ‘rewind’, Elisa sfilò di nuovo la maglietta, portò le mani dietro la schiena, sganciò e poi tolse il reggiseno, lasciando il suo seno di nuovo nudo, per qualche istante, davanti all’unico spettatore, come il protagonista di una recita teatrale che si mostra un’ultima volta dopo la chiusura definitiva del sipario. Poi afferrò la maglietta e la indossò, prima di infilare anche la gonnellina. I capezzoli turgidi premevano contro il tessuto leggero dando un punto di riferimento certo agli occhi di Paolo.

‘Ecco.. ora va meglio..’ sentenziò. Lui la guardò senza timori. ‘E’ sicura che vada bene? Credo che sua figlia si potrebbe accorgere del suo look un pò.. come dire.. aggressivo..’ giudicò lui. ‘Lei tornerà tra un paio d’ore.. credo che starò più comoda così a cucinare.. poi troverò qualcosa di più adatto da indossare..’ rispose lei con una strizzatina d’occhio. ‘Posso darle una mano a preparare la cena?’ domandò lui. ‘Purchè tu non concentri le tue attenzioni su altre cose.. – lo ammonì lei tra il serio ed il divertito – ma ora muoviti e andiamo a cucinare!’ disse dandogli una pacca amichevole sul sedere, trovandolo molto muscoloso e pensando che, in un’altro momento e con altre premesse, quel ragazzo sarebbe stato certamente una sua preda. “Paolo scusami, dov’è il sale?” chiese Elisa. Suo genero non rispose immediatamente. Era troppo intento a fissarle i capezzoli, ancora turgidi sotto al tessuto della maglietta, attraverso la quale si riusciva, anche se in maniera quasi impercettibile, ad immaginare il contorno più scuro dell’areola. “Paolo ti prego.. è da un quarto d’ora che ti colgo a guardarmi..” lo ammonì. “Mi scusi, ma davvero le dispiace così tanto che io la stia guardando?”. Aveva ragione. Se le fosse dispiaciuto non sarebbe rimasta senza reggiseno. “Cmq il sale è nel ripiano in alto del pensile” concluse lui cambiando argomento.

Elisa prese la scaletta e salì fino al secondo gradino, per poter vedere all’interno del pensile. Trovò il sale e lo prese. Poi spostò il piede verso lo scalino più basso ma lo mancò, perdendo l’equilibrio. Cercò di aggrapparsi all’anta del pensile ma mancò anche quella e si sentì cadere, al punto da vedere nella mente l’immagine di lei stessa distesa sul pavimento con un braccio rotto. Ma improvvisamente sentì che la caduta si interrompeva, e realizzò che era stata trattenuta proprio all’ultimo.

Ritornando in sè comprese che era stata la prontezza di rifilessi di Paolo a salvarla. Ma l’urgenza dell’intervento evidentemente aveva richiesto di non andare troppo per il sottile.. e così Elisa si rese conto che una mano di suo genero era sulla sua spalla, mentre l’altra era.. esattamente sopra alla sua tetta sinistra, senza neanche il filtro di un reggiseno! Non era neanche ‘leggermente appoggiata’.. la tetta era praticamente avvolta dalla mano di Paolo, che era grande a sufficienza per contenere una terza misura come la sua..

RImasero così per una decina di secondi, apparentemente interminabili. Nessuno dei due sapeva cosa fare a quel punto, ma lui provò a rompere il ghiaccio. “Mi scusi!” disse, senza tuttavia ritrarre la mano, come se l’opera di salvataggio non fosse stata ancora compiuta. “No no.. anzi grazie.. mi hai salvata da una bella caduta.. e direi che hai avuto già la tua ricompensa..” rispose lei cercando di sdrammatizzare.

Paolo si rese conto dell’allusione, e solo a quel punto ritrasse la mano. Era impossibile dire se fosse stato un gesto automatico o voluto, ma comunque prima di allontanare la mano diede una palpata convinta al suo seno. Lo vide arrossire un pò e cercò di tranquillizzarlo mentre scendeva dalla scaletta. “Non preoccuparti.. capisco che è stato un gesto istintivo!”. “Certamente! Io non.. l’avrei mai fatto apposta! Forse poco sono stato inopportuno quando ho detto che poteva non dispiacerle che la guardassi.. ma non intendevo davvero essere così intraprendente!!!”. “Ok ok.. diciamo che abbiamo solo approfondito un pò la conoscenza di prima..” scherzò lei. A quel punto notò il palese rigonfiamento sotto ai pantaloncini di suo genero, ed il ricordo di quello che aveva visto in bagno le provocò un brivido di imprevista eccitazione.

Cercò di non guardarlo troppo da quelle parti ma non ci riuscì troppo bene. . e così per la distrazione posò male il piede sul pavimento. Il tacco della scarpa scivolò, e con il tacco anche lei perse l’equilibrio. Di nuovo. Elisa cadde in avanti davanti a suo genero in modo totalmente imprevedibile, e cercò di aggrapparsi all’unico sostegno che trovò nel corso della caduta: Paolo!! Gli cadde praticamente addosso. Con le mani cercò di afferrargli i polsi per tenersi su. Lui era robusto e non cadde, ma lei non riuscì comunque ad evitare l’impatto.

E mai impatto fu così imbarazzante. Nell’arco di un secondo che sembrò lunghissimo, Elisa franò con il viso proprio sul pube di Paolo.. poi perse il contatto con uno dei polsi del ragazzo e si aggrappò al pantaloncino, tirandolo verso il basso da un lato. Contemporaneamente voltò il capo di istinto e sentì chiaramente il contatto tra la sua guancia e qualcosa di duro che era negli slip, ormai in parte visibili. Riuscì a non rovinare in terra, ma questo comportò che, in modo del tutto involontario, la caduta si fermasse proprio in quella posizione. Per di più lui le teneva la testa, probabilmente in un altrettanto istintivo gesto di protezione.

Un osservatore esterno avrebbe potuto pensare che la donna stesse regalando una pausa di sesso orale al ragazzo prima di finire di cucinare.. Rendendosene conto, Elisa si rialzò appena possibile. “Oh cavolo scusami sono mortificata, non l’ho fatto apposta!!” si giustificò. “Ehm.. non si preoccupi, la capisco.. è stato come per me prima!” la tranquillizzò lui. Aveva il pene più che mai eretto, lo si vedeva benissimo in rilievo, perchè era diretto a destra, proprio dalla parte dove ormai si vedeva lo slip….e per fortuna che ce l’aveva, altrimenti il contatto sarebbe stato pelle a pelle!!

“Ok, prometto che cercherò di non cadere più!” assicurò lei con un sorrisetto, lanciando inconsapevolmente un’altra occhiata tra le gambe del genero, prima che lui si risistemasse i pantaloncini in modo più adeguato senza tuttavia riuscre a nascondere davvero quel rilievo così netto.

Restava da capire se l’episodio fosse stato poi così spiacevole per entrambi.. Passato qualche minuto per riprendersi dagli imbarazzanti episodi precedenti, Elisa si rese conto, da buona cuoca, che alcuni fondamentali elementi non erano presenti in cucina.. o almeno lei non li aveva trovati. “Paolo scusami.. per il sugo ho bisogno almeno di un barattolo di conserva.. e poi non vedo nemmeno l’olio.. dove li tenete?” chiese. “Beh in realtà mi ero ripromesso di andarli a prendere giù in cantina, teniamo lì una riserva di queste cose” rispose lui. Apprezzò il fatto che ora cercava di non guardarla troppo assiduamente sui rilievi dei seni. “Davvero avete anche una cantina? Non lo sapevo!” commentò lei realmente sorpresa. Sua figlia non gliene aveva mai parlato.. non che fosse importante in realtà. “Beh..se vuole scendere anche lei, prendiamo quelle cose e torniamo su” propose lui. Elisa riflettè un attimo. “Scendo così secondo te?”. Lui sulle prime sembrò non capre il riferimento.. poi però ci arrivò. “Oh si.. ehm.. non credo che incontreremo nessuno nella palazzina, penso siano tutti in ferie!”. “Ok andiamo” accettò lei.

Entrare in ascensore fu abbastanza problematico per lei. Era molto piccolo, anche la porta era strettissima, sufficiente per far passare una sola persona. Quando fu giù lo rimproverò. “Potevamo fare le scale per due miseri piani!!” disse. “L’ascensore lo paghiamo profumatamente.. usiamolo anche allora dico io! – le spiegò suo genero mentre prendeva una bottiglia di conserva e una d’olio – comunque le piace la cantina?”. “Troppo umida per i miei gusti, meglio che torniamo su!” rispose lei candidamente. Per tutta risposta, Piero chiuse la porta del piccolo ripostiglio ed insieme si riavviarono all’ascensore. Come all’andata entrarono uno alla volta.. ma a differenza dell’andata, qualcosa andò storto.

La cabina ebbe un sobbalzo.. e poi semplicemente si fermò. “Che succede??” chiese Elisa già preoccupata. “Ehm.. credo che l’ascensore si sia bloccato..”. Piero provò a premere tutti i pulsanti, ma niente. A quel punto lei fu colta da un primissimo accenno di panico, e suonò la sirena. “Non credo serva a molto Elisa.. come le dicevo prima, nella palazzina non c’è nessuno..”. “E allora scusa come dovremmo fare???” commentò lei piccata. “Credo che dovremo usare le buone maniere.. e sperare che siamo almeno arrivati al primo piano o giù di lì..”.

Come per spiegarle le sue intezioni, Piero appoggiò le mani nella fessura tra le due mezze porte scorrevoli che chiudevano la cabina dell’ascensore, ed iniziò a fare forza per aprirle. I muscoli delle sue braccia fecero un buon lavoro, ed una piccola fessura di luce si aprì nel mezzo. Non era certo sufficiente per passare, ma lo era per capire che il pianerottolo era più o meno alla loro altezza. “Direi che siamo salvi – commentò lui – se riesco ad aprire di più queste porte.”. “Dai dai che sei forte!” lo incitò lei che aveva solo tanta voglia di uscire. Soffriva leggermente di claustrofobia e cominciava anche a fare un caldo infernale lì dentro.

Piero si incuneò nel piccolo spazio tra le porte appoggiandosi con la schiena sul profilo di una di esse, per fare forza con le braccia sull’altra. Ma nonostante i tricipiti notevolmente sviluppati ed evidenti, riuscì a guadagnare solo qualche altro centimetro. “Considerando che anche a porte completamente aperte passava quasi una sola persona, è difficile immaginare come possiamo farcela da questo spiraglio in due!” commentò lui con la voce leggermente deformata dallo sforzo. “Perchè in due? Cerchiamo di passare a turno!” propose lei senza riflettere. Poi capì il segno di diniego di suo genero. “Cavolo.. se non la tieni si richiude eh?”. “Si.. sono sotto sforzo anche adesso.. e non ce la faccio ad aprirla di più!” chiarì lui, come se non fosse già chiaro dai muscoli in tensione.

Elisa comprese che non c’era scelta. Ma realizzò anche che passare di lì avrebbe voluto dire.. beh.. strusciarsi in modo più che palese con Piero. Lui sembrò leggerle nel pensiero. “Lo so Elisa.. posso immaginare cosa sta pensando.. ma temo che non abbiamo scelta.. e non sono neanche sicuro che possa bastare!!”. Lei lo guardò e decise che in ogni caso non voleva più stare lì dentro. Così si mosse senza troppo pudore. Si mise di spalle rispetto a Piero, almeno per evitare un contatto frontale, e praticamente gli si appoggiò addosso, cercando al tempo stesso di introdursi nella fessura tra le porte. Fece pressione per una decina di secondi, provando a catapultarsi fuori, ma niente. Poi al quarto o quinto tentativo, fu un’altra la pressione che sentì. Era quella di qualcosa di lungo e duro sulle sue natiche. Considerando che erano alti più o meno allo stesso modo, non c’erano dubbi su cosa fosse successo.

Il pene eretto di Piero che premeva sul suo sedere era diventato un ulteriore (per niente piccolo) ostacolo all’uscita dalla cabina. A quel punto, decisamente imbarazzata, Elisa si ritrasse. Non c’era bisogno di guardarsi per capire che entrambi sapevano bene cosa era successo un attimo prima, tant’è che Piero si sentì in dovere di scusarsi. “Mi perdoni Elisa.. mi creda non l’ho fatto apposta neanche stavolta.. è che il contatto..”. “Non preoccuparti.. capisco.. ora però se devo essere sincera mi preoccupo più di come uscire.. così non ce la facciamo!!” rispose sincera. “Ci mancano un pò di centimetri qui in mezzo in effetti!” giudicò lui. Elisa senza volerlo pensò che di centimentri ce n’erano anche troppi.. sotto al suo pantaloncino però! Poi si riscosse. “E’ vero.. dovremmo guadagnarne più possibile!!”. “Il fatto è che non so come.. io più di così non riesco ad aprirla.. dovremmo trovare il modo di diventare più magri qui dentro!!”.

Elisa sentì crescere l’oppressione dello spazio chiuso, ed elaborò l’unica modalità con cui il proposito di Piero poteva essere realizzato. Senza pensare ai possibili effetti collaterali, la condivise. “Pensi che basterebbe toglierci i vestiti?”. Lui la guardò.. ed evidentemente percepì che non era una battuta, nè un modo di rendere la situazione erotica. Si trattava solo di trovare la via di fuga. “Ehmm.. Elisa non so.. non credo che guadagneremmo poi così tanto.. non è che abbiamo addosso granchè!” commentò lui come se stessero parlando del più e del meno. “Ok ma abbiamo anche questo…” aggiunse Elisa prendendo da terra la bottiglia di olio. Piero spalancò gli occhi. “Ma.. davvero lei.. cioè..lo farebbe??”. “Senti io voglio uscire di qui immediatamente.. – tagliò corto lei – e se a te va bene fare questo tentativo, per me non ci sono problemi”.

Piero sembrò riflettere, ma lei sapeva che avrebbe accettato. “Ok.. ha ragione” disse lui. Elisa non tardò un secondo. Senza chiedergli di chiudere gli occhi, sfilò la maglietta, poi la gonnellina, e infine anche gli slip, che forse avrebbe potuto anche tenere. Ma suo genero l’aveva già vista nuda e così le probabilità di uscire, anche se di poco, sarebbero aumentate. Poi aprì la bottiglia dell’olio, se ne versò un pò sulla mano, ed iniziò a spalmarselo addosso. Sulle spalle, sul collo.. poi sui seni, con un gesto che di certo era di gradimento del ragazzo, che la guardava con espressione stupita ed occhi spalancati. Forse dentro di se pensava che stesse solo approfittando per provocarlo, ma non le importava. Doveva uscire. Si spalmò l’olio anche sulla gambe, sul sedere, sul pube.

Poi guardò suo genero. “Ma io come faccio?? – chiese – non posso lasciare la porta!”. Elisa non aveva pensato a questo.. ma lo ritenne un problema superabile.. almeno in quel frangente. “Ci penso io..” disse provocandogli forse un mezzo infarto. Fortunatamente sopra non aveva già nulla, perchè aveva tolto la maglietta per aiutarla a cucinare. Così si concentrò su ciò che c’era sotto. E se non fosse stata così vogliosa di uscire da quell’ambiente così piccolo, sarebbe stata vogliosa di qualcos’altro, tutt’altro che piccolo.. Chinandosi con il viso quasi all’altezza del pube, gli abbassò i pantaloncini rapidamente, ed il pene era già mezzo fuori dallo slip. Abbassò anche la mutanda fino ai piedi, lasciando suo genero nudo.

Poi fece quello che lui davvero mai e poi mai si sarebbe aspettato. Imbarazzante o no, avrebbe aumentato ancora di più le possibilità di uscire. Meno attrito, più slittamento. Così si versò dell’olio sulla mano ed iniziò a spalmarlo sui pettorali di Piero. Poi sulla pancia.. poi scese ancora di più. Infilò la mano tra il pube ed il pene, e così facendo il dorso della mano ci si scontrò più volte, mentre l’olio veniva distribuito anche sui fianchi e poi, a scendere, sulle gambe, fino alle caviglie. Poi risalì. C’era una decisione da prendere. Rapidamente. Elisa guardò suo genero. “Scusami.. è meglio non tralasciare niente..” disse mentre prima con una mano e poi con l’altra cingeva il pene. Solo due passaggi, quel tanto che bastava per oliarlo.. e per fargli emettere un gemito di piacere.

Solo a quel punto, speranzosa di poter uscire dalla piccola prigione, Elisa si concesse un gesto di erotismo, pensando che avrebbe potuto giustificarlo con il panico. Si lanciò verso la fessura della cabina dell’ascensore senza pensarci.. e senza girarsi come la volta precedente. I suoi seni vennero a contatto con il petto di Piero.. il suo pube con il pene, che le si appoggiava anche alla pancia. Si strusciò così per una decina di secondi, tra la conscia voglia di uscire e l’inconcia voglia di restare, finchè riuscì a liberarsi.

Esultò mentre schizzava fuori dalla cabina.. poi vide suo genero uscire e le porte chiudersi con un tonfo alle sue spalle.. e anche lui stava schizzando.. letteralmente.. senza controllo.. “io.. non so che dire.. che vergogna!!” disse Piero ancora di spalle. Elisa poteva capirlo. Appena era uscito dalla cabina, subito dopo di lei, aveva schizzato proprio davanti ai suoi occhi. Lo sperma era finito in terra molto vicino a lei, senza tuttavia raggiungerla. Forse era stata una sorpresa anche per lui venire in quel modo, senza toccarsi, solo per il contatto che c’era stato tra i loro corpi sulla porta dell’ascensore. Anche lei aveva avuto un brivido intenso quando gli ‘aveva brevemente toccato il pene per spalmargli un pò d’olio anche lì, ma non voleva lasciarsi vincere da quella sensazione che per lui era stata forse decisiva. “Ehi, Piero dai..tutto bene?”. Lui con timidezza si voltò verso di lei. Aveva il volto palesemente imbarazzato, e si copriva il pene con le mani, come dimenticando che non era la prima volta, quel giorno, che lo vedeva nudo. “Mi scusi per quello che è successo!” si giustificò.

Elisa volle rincuorarlo, e decise di farlo sia con i fatti che con le parole. Non si coprì le parti intime, restando completamente nuda. “Si.. credo che ora dovremmo solo tornare in casa e rivestirci ok? Tu mi hai vista nuda più di una volta oggi.. e anche io ho visto nudo te.. poi abbiamo avuto questo piccolo incidente, chiamiamolo così.. ma è una cosa naturale, non devi vergognarti. Ora cerchiamo solo di dimenticare”. Lui sembrò tranquillizzarsi e riacquistare lucidità. Smise di coprirsi, lasciando libero il pene che ora puntava più mestamente verso terra, per il naturale riposo dopo l’ebbrezza dell’orgasmo. “Ok, andiamo su” accettò.

Salirono dal piano -1 al piano terra, dove c’era l’appartamento con piccolo giardino di suo genero e sua figlia. Quando furono davanti alla porta, si resero conto che nessuno dei due, fino a quel momento, aveva davvero riacquistato lucidità. Le chiavi di casa potevano solo essere in una tasca.. ma non c’erano tasche lui loro corpi nudi. “Cazzo.. le chiavi!! Sono rimaste nella tasca dei pantaloncini!!” commentò lui. “Nell’ascensore!!” terminò Elisa con espressione atterrita. “E che facciamo adesso??” si domandò Piero apparentemente spaesato. “Non lo so, trova una soluzione tu, non c’è una chiave di riserva da qualche parte??”. “Purtroppo no – confermò lui – mi faccia riflettere”.

Elisa lo guardò mentre passeggiava nervoso sul pianerottolo. Non potè fare a meno di notare, nonostante l’inopportunità della constatazione, che aveva davvero un bel fisico..ed un pene attraente anche a riposo. Scacciò l’dea di poterlo desiderare, e cercò di limitarsi a valutarlo in senso oggettivo, come un’opera d’arte. Quando lui le si avvicinò, tentò di nascondere i suoi pensieri, ma allo stesso tempo registrò come ormai il tabù della completà nudità tra loro sembrasse superato. “Elisa, credo che abbiamo una sola possibilità.. scavalcare il muretto del giardino”. “Uhmm.. non l’ho visto.. è molto alto?”. “Diciamo che non è esagerato, penso che possiamo farcela in qualche modo..”. “Ma scusa.. dobbiamo uscire in strada in queste condizioni??”. Piero fece una rapida scansione del suo corpo nudo, come se solo ora fosse tornato a vederla davvero. “Temo di si.. ma il portone dà su una stradina privata, secondo me non può esserci nessuno oggi in giro a quest’ora con questo caldo!”. Elisa sapeva che non potevano esserne sicuri, ma non intravedendo altre soluzioni, e temendo che prima o poi la figlia potesse tornare, decise di accettare.

Uscirono guardinghi in strada e si raggiunsero il muretto del giardino. “Meno male che non era esagerato!” commentò subito Elena. L’impresa le sembrava quasi impossibile. “E’ l’unica via – sentenziò Piero a ragione – io l’aiuterò a scavalcare, così poi lei potrà aprire la porta da dentro”. “Scusa e perchè non fai il cavaliere e scavalchi tu?” chiese. La risposta fu assolutamente ragionevole. “Perchè lei Elisa peserà poco più di 50 kg.. e non ce la vedo a tirare su me che ne peso più di 80!”. “Hai ragione – accettò lei – allora come procediamo?”. Per tutta risposta, Piero le appoggiò le mani sui fianchi. “Lei faccia un salto.. io provo a spingerla su, come in un passo a due di danza. Cerchi di aggrapparsi con le mani alla parte superiore del muretto, così io poi le dò una mano ad issarsi” spiegò. “Ok.. procediamo!”. Elisa fece due piccoli inchini, come per prendere la rincorsa per il salto in alto.. e poi si lanciò.

Avevano fatto i conti senza l’oste. O meglio, senza l’olio. Il corpo di Elisa, come quello di suo genero, era ancora scivoloso per via dello stratagemma di poco prima in ascensore.. e così il tentativo fu a dir poco catastrofico. Piero sollevò le braccia per issarla mentre lei saltava, ma la presa non poteva essere abbastanza salda. Le mani di lui iniziarono a scivolare sui fianchi di lei, fino ad arrivarle lentamente sotto alle ascelle. Allo stesso tempo, ovviamente, Elisa perdeva quota, e per di più era sbilanciata in avanti per via del salto. Il tentativo di Piero di tenere le braccia comunque sollevate fu l’ago della bilancia che fece pendere di nuovo la situazione dal lato dell’erotismo.

Le tette di Elisa, infatti, finirono proprio sul viso del ragazzo. Lui mosse la testa, forse cercando di liberarsi, in un gesto istintivo che però finì per fargli posare un paio di volte le labbra umide sui capezzoli. Lei percepì distintamente questo contatto, e si sentì nuovamente percorsa da un brivido. Dopo un paio di secondi le braccia di Piero cedettero, e lei si ritrovò con i piedi a terra. E fu di nuovo imbarazzo, stavolta per entrambi. “Scusami – disse lei – ho perso l’equilibrio”. “No no.. mi scusi lei, è colpa dell’olio.. non volevo.. cioè..”. “Lo so lo so.. tu non c’entri.. il caso evidentemente si accanisce.. stanno succedendo cose che non sarebbero credibili neanche in un racconto erotico!!” commentò lei rendendosi conto di essersi espressa in modo un pò esagerato.

“Beh..motivo in più per non raccontarle!”. Lei sorrise e nello stesso tempo diende un’occhiata in basso. L’asta di Piero si ergeva di nuovo in tutta la sua lunghezza. Lei non nascose uno sguardo più attento, e lui non nascose l’oggetto dello sguardo. “Dai.. fammi la scaletta con la mano, è l’unico modo che ho per salire” disse poi riscuotendosi un pò. “Ok..” rispose lui. Poi incrociò le mani e si chinò, invitandola a salire. Elisa, che aveva una forma fisica invidiabile, salì senza difficoltà e mise le mani sulle spalle del ragazzo per tenere l’equilibrio. Si rese conto che in quella posizione la sua figa era proprio davanti al viso di Piero. Lui sembrò comunque mantenere il controllo ed alzò le braccia issandola finchè lei fu in grado di raggiungere la sommità del muretto con le mani.

A quel punto Piero si spostò per spingerle i piedi in alto. Lei prese uno slancio e si sollevò facendo forza con le braccia. Il passo successivo era quello di appollaiarsi sulla cima del muretto. Poi iniziò a calarsi dall’altra parte ma prima di lasciarsi cadere giù congedò il ragazzo. “Ok ora vado ad aprirti”. Lo guardo di Piero sembrava un pò stordito, ed il suo pene (che lei non mancava mai di controllare) era più che mai rigido. Si chiese il perchè di quello sguardo, e fu in grado di rispondersi in un attimo, non prima di aver sospirato profondamente. Per spingersi in cima, Elisa aveva dovuto aprire un pò le gambe, per cui, al 99,9%, aveva regalato al genero la visione in prima fila ed in 3D della sua figa..

Cercando di non pensarci, si diresse verso casa ma si rese conto che i problemi non erano ancora finiti. Solo una delle due porte-finestre dalle quali si accedeva in casa era aperta, perchè altrimenti l’aria condizionata non avrebbe avuto effetto quando erano dentro.. ma soprattutto la tapparella della finestra aperta era quasi tutta giù! “Allora Elisa, tutto ok?” disse la voce di Piero dall’altra parte del muretto. Lei si avvicinò per dargli la brutta notizia. “Piero.. ho paura che dovrai passare di qua..”. La risposta del ragazzo fu eloquente.. in un attimo aveva ricordato. “Cazzo le finestre sono chiuse??”. “In realtà una sola.. ma l’altra ha la tapparella quasi tutta giù..” svelò lei rivolta al muretto. “Quasi? Vuole dire che c’è una speranza di non dover aspettare Simonetta tutti nudi per strada??” chiese speranzoso. “Dipende solo dai tuoi muscoli credo.. e intanto è comunque il caso che scavalchi..” rispose Elisa, in attesa di scoprire se e come avrebbero potuto risolvere una questione così intricata… Piero aveva scavalcato il muretto con molta più facilità di lei. Ora erano in giardino, davanti all’unica porta finestra aperta, a contemplare i pochi centimetri che separavano la tapparella dal pavimento. Concentrati sul da farsi, sembravano quasi aver dimenticato di essere completamente nudi. ‘Credo che ci sia una sola possibilità..’ disse lui ad un certo punto. La sua attenzione al problema era testimoniata dal fatto che non aveva più l’erezione. ‘Sarebbe?’ chiese lei. ‘Io mi infilo con il corpo sotto alla tapparella, dovrei farcela, credo che lo spazio sia sufficiente. Poi la sollevo con le braccia per quanto possibile, in modo che lei possa passarci sotto. Questa tapparella è un pò più pesante di quelle normali, ma in fondo in palestra con la panca piana me la cavo bene! A quel punto da dentro la può tirare su’ spiegò.

Elisa riflettè.. e comprese immediatamente cosa avrebbe comportato quel tipo di soluzione. ‘Scusami Piero ma così.. voglio dire.. la finestra è poco più larga delle tue spalle.. anche se sollevi la tapparella a sufficienza per fami passare.. da dove passo??’. Era una domanda retorica. ‘Temo che dovrà passare sopra di me, nello spazio tra le mie braccia.. cercherò di tenerle più larghe possibile..’. ‘Tu non potrai comunque alzarla più di tanto.. sicuramente non più dell’altezza delle tue braccia.. insomma.. hai capito..’ disse lei senza bisogno di spiegare che sarebbero venuti di nuovo a contatto molto stretto. ‘Per uscire dall’ascensore ce la siamo cavata.. penso che a questo punto possiamo tentare anche questa.. e dimenticare subito dopo.. che ne dice?’ propose lui. Senza pensarci troppo, Elisa accettò. ‘Dai, alza quella tapparella uomo forzuto!’.

Piero si sdraiò e infilò le gambe sotto alla tapparella. Poi strisciando a pancia in su, fece sparire il suo corpo all’interno della soglia della finestra, fino all’altezza delle spalle. Praticamente dalla parte del giardino rimaneva quasi solo la testa. Proprio come in un esercizio di panca piana, mettendo le mani sotto alla tapparella fingendo che fosse un bilanciere, la sollevò. ‘Ecco.. tocca a lei!’ disse con voce distorta dallo sforzo. Elisa capì che sarebbe stato anche peggio dell’episodio dell’ascensore. Lo spazio a disposizione era davvero poco. E non era possibile introdursi lì sotto come aveva fatto lui, dai piedi, perchè avrebbe rischiato di appoggiarsi troppo di peso su di lui facendogli male. Doveva infilare prima la testa, gattonando. Sospirò cercando di non pensare alle evidenti conseguenze.

Si chinò dapprima in ginocchio, poi appoggiò le mani a terra, mettendosi come a quattro zampe. ‘Non esiti troppo.. pesa!’ la incitò lui. Elisa allora si portò su di lui, appoggiando le mani sul pavimento, ai lati della sua testa. A quel punto dovette abbassarsi, si spinse in avanti ed infilò la testa sotto alla tapparella, nello spazio libero tra le braccia di Piero. Ciò che successe era inevitabile dato il poco spazio. Sentì il contatto e si voltò istintivamente per verificare. I suoi seni, resi ancor più prosperosi dalla forza di gravità, erano letteralmente schiacciati sul viso di suo genero.

Elisa decise allora di accelerare e gattonò un pò in avanti per togliere i seni dalla faccia di Piero. Ma quando tornò a guardare avanti, ebbe conferma che il ragazzo non era rimasto indifferente all’accaduto. Il suo pene ora guardava verso di lei, perchè era di nuovo duro, eretto, possente. Ed era davvero vicino stavolta. Ad un osservatore esterno sarebbe apparso come un classico ’69’, in cui ogni partner regalava all’altro un eccitante momento di sesso orale. Non doveva andare così, perchè era suo genero e non un uomo qualunque. Ma tutto quello che era successo quel giorno, e soprattutto gli ultimi eventi, non potevano passare inosservati, a nessuno dei due. Forse per questo a lei era parso di sentire qualcosa di umido sul capezzolo destro poco prima.. magari lui non aveva resistito alla tentazione di leccarglielo per un secondo, sperando che nella foga dell’azione lei non se ne rendesse conto. E forse per lo stesso motivo ora lei era tentata di…

Scacciò quel pensiero con veemenza e fece ancora qualche altro movimento in avanti, sempre appoggiando le mani ai lati del corpo di suo genero. Ma evidentemente non c’era modo di uscire da quel vortice di erotica casualità.. perchè adesso sotto alla tapparella, e sopra al viso di Piero, era il suo pube a dover passare. E a quel punto, sopraffatta dall’eccitazione, non riuscì ad evitare di essere fintamente imbranata. Tenne il bacino più basso di quanto avrebbe potuto.. e sentì chiaramente che il suo basso ventre veniva a contatto con il viso del ragazzo. Sentì di nuovo qualcosa di umido, ma stavolta poteva anche essere stato uno sfioramento con le labbra di Piero. E si chiese se anche lui non avesse percepito qualcosa di umido tra le gambe di lei..

Nello stesso tempo, Elisa era oramai molto vicina al suo pene. Avrebbe potuto evitarlo, perchè era abbastanza all’interno per poter sollevare il busto.. ma non lo fece. Al contrario, strofinò i seni sull’asta di Piero per qualche secondo, come se avesse un pò perso l’equilibrio, percependone distintamente la rigidità (che in ascensore aveva già saggiato tanto velocemente quanto inopportunamente, con le mani per spalmargli quell’olio che ora contribuiva a rendere la situazione ancora più intrigante). Al test della macchina della verità non avrebbe potuto negare il desiderio di assaggiarlo, per sentirne anche il sapore sulla lingua. Ma sarebbe stato davvero troppo. Decise di tagliar fuori ogni tentazione, fece l’ultimo tratto che la separava dall’interno della casa, si rialzò e poi sollevò la tapparella, liberando Piero dal peso.

Il ragazzo fece cadere le braccia sui fianchi, come se fosse sfinito, poi dopo un paio di secondi si sollevò. Aveva il pene più duro che mai, ma non c’era più alcun motivo di nasconderlo. ‘Bene.. abbiamo superato anche questa prova..’ commentò lui guardandola da capo a piedi. ‘Si.. e dobbiamo dimenticarla..’ chiarì lei, senza riuscire a sua volta ad evitare di guardargli il pene. ‘Ok, dimenticherò che non ha usato tutto lo spazio a disposizione per passare sotto alla tapparella, sia da un lato che dall’altro della finestra..’ disse lui maliziosamente, rivelando di aver indovinato tutte le volte che si era volontariamente strofinata a lui.

Elisa non si stupì, e stette al gioco. ‘Bene.. e io dimenticherò che mentre passavo lì sotto troppo bassa la tua lingua è saltata fuori un paio di volte..’ azzardò strizzando l’occhio. Il sorriso del ragazzo le confermò che era andata davvero così. ‘Ok Elisa.. ora però per varie ragioni è meglio che andiamo a lavarci e ci rivestiamo..’ disse lui.

E non c’era alcun bisogno di spiegare tutte quelle ragioni.. ‘Incredibile.. abbiamo davvero superato il limite del grottesco in quest’ultima ora!’ esordì Elisa mentre si avviavano in bagno. ‘Ma non dovevamo dimenticare?’ commentò Piero, forse con un po’ di malizia, come a voler dire che era davvero impossibile farlo. ‘Beh, credo che il fatto di essere ancora nudi non sia di aiuto!’ rispose lei sincera. L’erezione del ragazzo si era ridotta, anche se non le sembrava sparita del tutto. Per contro, lei aveva ancora i capezzoli un po’ turgidi. ‘Ci rivestiremo subito dopo la doccia, non mi va di ungere i vestiti!!’ affermò lui in modo condivisibile.

Passando nello stretto corridoio lei camminava davanti a lui. Si voltò per dare un segno di assenso all’ultima affermazione.. e le fu fatale, perchè per l’ennesima volta inciampò, a causa di un tappeto mal posto. Si sentì cadere in avanti e portò le braccia avanti per prepararsi a parare il capitombolo.. ma in realtà non cadde. Fu infatti un altro repentino intervento di suo genero a salvarla. Anche stavolta, però, l’intervento fu efficace ma non privo di conseguenze imbarazzanti.

Elisa non poté fare a meno di intravedere una certa volontarietà nel gesto di Piero che l’aveva letteralmente ‘abbracciata’ da dietro per poi bloccare la caduta afferrandola per.. le tette! Allo stesso tempo le si era ovviamente appoggiato addosso.. e se, sulle prime, lei aveva percepito solo vagamente ciò che inevitabilmente era a contatto con lei, nel giro di due o tre secondi sentì chiaramente che qualcosa di duro e lungo si stava intromettendo tra i loro corpi. Non era difficile comprendere che il pene nuovamente eretto di suo genero era premuto al confine tra la schiena bassa ed il sedere.

‘Direi che la mia incapacità di restare in piedi sta diventando proverbiale.. ma potrei dire lo stesso anche del tuo modo di salvarmi..’. La prova di quello che stava dicendo era ancora tangibile, perchè le mani di Piero erano ancora in ‘posizione di salvataggio’ sulle sue tette (come era già capitato, anche se con una sola mano).. ed il pene sempre appoggiato dietro. ‘Ehm.. si.. ha ragione.. ma le assicuro che non l’ho fatto apposta!’ si scusò lui. ‘Ok non ho dubbi che l’hai fatto per salvarmi dalla caduta.. però adesso sono salva.. che ne dici di.. ehm.. lasciare la presa?’. ‘Oh.. si si.. mi perdoni..’ rispose.

La sua voce tradiva un imbarazzo che le sue mani però sembravano non provare.. ed a riprova di questo, prima di staccarsi, le tette di Elisa furono oggetto di una palese e neanche troppo breve palpata che non avrebbe avuto ragion d’essere. D’altronde, prima che la pressione del pene sparisse, anche lei fu protagonista di uno strofinamento con il sedere altrettanto palese e fuori luogo.
‘Volevi verificare se il mio petto fosse solido al punto giusto per afferrarmi nel caso cadessi di nuovo?’ domandò Elisa maliziosamente, mentre si voltava verso di lui. ‘E lei voleva verificare che potesse esserci qualche altro appiglio a cui aggrapparsi?’ rispose lui altrettanto maliziosamente.

Lei gli guardò apertamente il pene e per la prima volta si lasciò andare ad un commento più esplicito. ‘Direi che l’appiglio c’è..’ disse. Lui, di contro, le guardò palesemente le tette. ‘D’altronde lei ha già una dotazione molto solida di appigli..’ rispose altrettanto esplicitamente. Elisa si sentì lusingata, nonostante fosse sbagliato. ‘Direi anche che è il caso che dimentichiamo anche questi ultimi episodi e ci concentriamo sulla doccia.. Simonetta non tarderà molto ad arrivare..’ propose lei quasi a malincuore. ‘Ha ragione.. andiamo..’ accettò lui posandole una mano sul sedere come per spingerla ad incamminarsi di nuovo verso il bagno.. e come se posarle una mano sul sedere fosse la cosa più normale del mondo!

‘Aspetta, vorrei evitare di cadere un’altra volta, è meglio sistemare questo tappeto..’ disse lei sincera. Fece tre passi a ritroso, superando il ragazzo, e si chinò per eliminare la piega colpevole del fattaccio di poco prima. Prima di rialzarsi alzò istintivamente lo sguardo.. e vide il pene di Piero a pochi centimetri. Suo genero si era avvicinato, forse sperando proprio che lei si ritrovasse faccia a faccia con la sua erezione.. e chissà.. pensando che lei potesse lasciarsi andare.

Non poteva negare a se stessa che lo avrebbe accontentato volentieri.. ma si sforzò di resistere, anche perché le sembrava un invito un po’ troppo azzardato da parte di lui. Tuttavia non le riuscì del tutto di rimanere indifferente, e istintivamente fece qualcosa di intrigante. Lo guardò a lungo, poi alzò una mano e gli afferrò il pene saldamente. A quel punto, finse di utilizzarlo come aiuto per rialzarsi, ricordando le parole con cui avevano scherzato poco prima. Solo quando fu in piedi lasciò la presa, strofinando comunque la mano su tutta la lunghezza dell’asta. ‘Grazie..lo dicevo io che sembrava un solido appiglio..’ disse candidamente, mentre gli passava accanto per dirigersi in bagno..
Solo dopo essere entrata in bagno Elisa realizzò che mancava un’anta del box doccia, quella che suo genero aveva smontato dando inizio a quella serie incredibile di eventi tanto fortuiti quanto eccitanti. Uscì dal bagno per chiedere a Piero se era possibile rimontare quell’anta, anche se in maniera posticcia. Pensava di trovarlo ancora in salone, ma non c’era. Così si affacciò nella sua stanza e lo vide. Stava per chiamarlo, ma ricacciò la voce in gola appena si rese conto che lui era al telefono. Ancora nudo (proprio come lei d’altronde), di spalle, stava parlando con qualcuno. Furono sufficienti poche parole per capire cosa stesse raccontando, e che lo stava raccontando in modo molto concitato, come se si volesse sfogare. E lo giudicò molto, molto, molto interessante, al punto che origliare era doveroso.

‘A quel punto l’ho afferrata per evitare che cadesse, e praticamente una mano gliel’ho messa sulla tetta.. non puoi immaginare, dura!! Ma devo dirti dell’ascensore! Praticamente stavamo risalendo dalla cantina con il necessario per cucinare e si è bloccato. Io ho aperto un pò le due porte ma non ci si passava.. e così ha avuto l’idea di usare l’olio per renderci più.. scivolosi. Eh? Ma scusa secondo te ci siamo messi l’olio sui vestiti? Ragiona! E certo! Nudi!! Lei sembrava soffrire un pò di claustrofobia così non si è opposta, anzi! Com’era nuda? Beh, ha un gran bel fisico, belle tette, una terza, ho visto la taglia di un reggiseno nella sua valigia.. e ha la figa con pelo ben curato! Come sarebbe a dire? Non riesci a figurarti le tette? Ma ne hai viste di donne nude si?? Fammi pensare va.. ecco.. hai presente Malena? Si si, il film.. esatto, non sono mica enormi ma sono grandi al punto giusto! Cosa?? Mandarti una foto?? Ma sei fuori?? E come credi che potrei scattarla?? Col cellulare?? Vabbè poi vediamo..’

Elisa lo ascoltava ripercorrendo gli eventi, sentendosi anche lusingata del paragone. Piero avrebbe forse raccontato anche le sue sensazioni, e questo la eccitò ancora di più. Senza rendersene conto, iniziò ad accarezzarsi tra le gambe mentre il ragazzo continuava il racconto..

‘Comunque ti dicevo.. a quel punto ha ritenuto di ungere anche me.. e indovina un pò? Me l’ha messo anche sull’uccello!! Come dici? Si si, duro! Incredibile ma me l’ha toccato, molto rapidamente certo, solo per metterci l’olio. Eh? No no.. non credo che volesse provarci, secondo me aveva davvero bisogno di uscire.. ma mi ha eccitato da morire quella cosa. Poi si è strofinata a me per uscire dalla cabina, perchè ci si passava appena dallo spiraglio che avevo aperto! Come? Eh certo, non ho resistito.. quando sono uscito ho schizzato davanti a lei! Siii te l’ho detto! Proprio davanti a lei! Non addosso però.. ma lei mi guardava, sembrava che le piacesse lo spettacolo, una volta passata la sensazione di claustrofobia. E io ho lasciato apposta che guardasse, non mi sono per niente nascosto. Come? Si si, per il momento è finita lì.. ma poi siamo rimasti fuori casa, perchè le chiavi erano nei miei pantaloncini, quindi nell’ascensore. Così siamo dovuti passare per il giardino. Eh si.. ovviamente! Le ho fatto la scaletta.. e quando si è tirata su ha allargato le gambe e le ho visto la figa bene bene! Tutta da leccare!!’

Elisa ebbe un sussulto. Non aveva avuto dubbi sul fatto che lui le avesse visto bene la figa.. e poteva immaginare di aver suscitato in lui un certo desiderio (proprio come quando gli aveva toccato il pene).. ma ora, averlo sentito con le sue orecchie la colpì. Iniziò a penetrarsi prima con uno, poi con due dita, soffocando un gemito di piacere.

‘Ma non è nemmeno finita! Abbiamo scoperto che la finestra era aperta ma c’era la tapparella quasi completamente giù.. ci siamo dovuti passare sotto.. Come dici? Dov’è ora? Ma che c’entra, fammi finire di raccontare, tanto è sotto la docc..’. Piero si era voltato proprio mentre diceva l’ultima frase, e lei per fortuna se n’era accorta in tempo. Rimase appoggiata allo stipite della porta, senza coprirsi (ormai sembrava che il tabù della nudità fra loro fosse stato debellato) ma anche senza masturbarsi, guardandolo con un leggero sorriso sulle labbra. Il suo pene era eretto, e anche lui non fece nulla per nasconderlo. ‘Senti devo lasciarti adesso, mi sono ricordato che devo fare una cosa..’ disse il ragazzo chiudendo la telefonata senza neanche aspettare una replica dalla persona all’altro capo della linea. ‘Ehm.. è da molto che è lì?’ chiese poi titubante. ‘Scusa non volevo origliare.. ero solo passata per chiederti se potevi rimontare l’anta del box doccia.. senza si rischia di allagare il bagno..’ spiegò, sorridendo dentro di sè all’idea che lei stessa si era ‘allagata’ poco prima…

Piero aveva un’espressione preoccupata. Elisa riflettè in un secondo sul da farsi e decise di non dosare troppo la malizia.. ‘Beh.. diciamo che adesso sono certa che se mai un giorno mi regalerai un completino intimo non sbaglierai la taglia del reggiseno… ‘. Era la conferma indiretta che aveva ascoltato praticamente tutto. ‘Mi scusi, non avrei dovuto’ si giustificò lui mortificato. ‘Non preoccuparti, ora pensiamo solo a risolvere quel problema per fare la doccia prima che torni mia figlia, ok?’. Piero sembrò più rilassato, probabilmente felice di cavarsi d’impaccio, ma forse anche consapevole che lei non aveva preso affatto male la verità sull’attrazione che lui stava provando. ‘Subito – rispose – ma prima.. ehm.. mi permette di mandare un messaggio di scuse al mio amico? Ho chiuso la telefonata molto bruscamente..’. ‘Ma certo’, accettò lei.

Elisa, forse un pò confusa dalla situazione, non aveva elaborato subito quella richiesta così strana. In effetti era difficile che tra ragazzi ci fosse quel tipo di formalità. Poi, quando lui puntò in modo discreto il cellulare verso di lei, comprese. Non c’era nessun messaggio da inviare. Solo una foto.. Sembrava che inizialmente suo genero non avesse accolto la richiesta dell’amico, ma forse un eccesso di narcisismo, emerso dopo aver constatato che nessuno dei due sembrava più troppo imbarazzato, lo aveva portato a vantarsi di quella atipica ‘avventura’ con la giovane madre della sua compagna. Con altrettanto narcisismo, Elisa non si scompose e non si voltò.

Lasciò a Piero il tempo di scattare, ma quando lui, dopo aver armeggiato un pò con il cellulare (probabilmente per inviare), lo posò sulla scrivania, lei non resistette. ‘E’ una persona fidata?’ chiese provocandolo. L’espressione di Piero apparve totalmente confusa. ‘Chi?’ domandò. ‘Quello a cui hai appena mandato la mia foto.. spero senza il volto..’ rivelò con tranquillità. Suo genero divenne paonazzo, assalito di nuovo dall’imbarazzo. ‘Ehm.. ma io veramente..’ balbettò. ‘Basta che mi rispondi si o no..’ ribattè lei con tono ancora più pacato. ‘Si’ rispose lui. ‘Ok.. ricordati solo di cancellarla dal tuo cellulare poi.. adesso però occupiamoci della doccia..’ concluse lei con un sorrisetto, sorprendendo anche se stessa per la carica di malizia e femminilità che sembrava riuscire a trasmettere ad un ragazzo più giovane di lei.. ‘Ho la sensazione che per rimontarla serva un pò troppo tempo..’ disse Piero con le mani sui fianchi, constatando giustamente che di tempo non ne avevano poi tanto prima del ritorno di Simonetta. ‘Però anche allagare il bagno non è un’ottima idea.. non ci sarebbe il tempo di sistemare!!’ commentò lei con un pizzico di preoccupazione. Il ragazzo incrociò le braccia come per riflettere. Elisa lo guardò e non perse occasione di ammirarne il fisico tonico.. ed il pene che, pur non essendo più totalmente eretto, manteneva una dimensione leggermente più grande del normale. Sorrise dentro di sè, rendendosi conto che glielo aveva visto davvero in tutte le salse quel pomeriggio.. come lui aveva visto lei d’altronde. E l’incredibile era che nessuno dei due ormai sembrava più aver bisogno di coprirsi, anzi..

‘Forse ho un’idea..’ disse Piero dopo qualche secondo. ‘Spara..e fa che sia buona!’. ‘Potremmo improvvisare una tenda al posto dell’anta che manca!’. ‘Geniale.. e come si terrebbe??’ chiese lei ingenuamente. ‘Beh.. a questo punto non credo che lei si imbarazzerà troppo se la tengo io.. e viceversa.. tra l’altro basta tenerla alzata bene e vedremo meno di quello che stiamo vedendo adesso!’. Nel dirlo, Piero le guardò le tette in modo diretto, senza attenuanti, ma senza suscitare in lei alcun tipo di imbarazzo. ‘Credo che possa andare bene – commentò lei sincera – ma cosa utilizziamo come ‘tendaggio’?’. ‘Mah.. non saprei.. una tovaglia?’ propose lui. ‘Si.. va bene, vado a prenderla io dai, le trovo nella cassettiera in cucina no?’. ‘Si, può prendere la prima che le capita, non si preoccupi’.

Elisa gli passò accanto e si diresse in cucina. Prese, come aveva detto Piero, la prima tovaglia che trovò nei cassetti e poi tornò in bagno. Non potè fare a meno di notare che le dimensioni del pene di suo genero si erano ridotte un altro pò nel frattempo. ‘Ecco.. chi inizia a lavarsi?’ chiese Elisa. ‘Mi faccia essere cavaliere!’ rispose lui prendendo dalle sue mani la tovaglia ancora piegata. La aprì in modo che diventasse un ‘telo’ di un metro e settanta circa. ‘Prego.. entri pure’ le disse. Elisa entrò nel box doccia e Piero sollevando le braccia stese la tovaglia davanti a sè, tramutandola magicamente in una sorta di separè tra di loro. Assurdamente, le dispiacque quasi che fossero nascosti, tanto si era abituata. Scacciando ogni pensiero, aprì il rubinetto e potè constatare che il risultato era perfetto. ‘Funziona alla grande, mi raccomando resisti!’ commentò con un sorriso che lui non poteva vedere.

Un attimo dopo, però, mentre già iniziava ad insaponarsi, Elisa si rese conto di essersi sbagliata sul fatto che fossero totalmente nascosti. Nella tovaglia, infatti, c’era un foro. Probabilmente era stato causato dall’aver maldestramente appoggiato una pentola bollente.. ma quel che contava era che adesso quel foro, neanche troppo piccolo, era una specie di finestra sul corpo nudo di Piero. E guarda caso, in perfetta coerenza con le assurdità di quel pomeriggio, la finestra affacciava proprio.. sul pene di suo genero! Riflettè sul fatto che la finestra doveva essere per entrambi in punto perfetto, visto che la differenza di altezza era compensata dal fatto che lei era nel box doccia, di qualche centimetro più alto del pavimento. Di conseguenza, per lui l’oblò affacciava proprio sulla sua figa.

A quel punto, Elisa fu assalita da un impulso irrefrenabile, che aveva già dovuto soffocare un paio di volte in precedenza. Si sciacquò la mano, si accarezzò il seno destro sentendo già il capezzolo turgido.. poi scese dolcemente fino al pube.. infine cercò tra le gambe dopo averle leggermente divaricate, fino a trovare le grandi labbra già umide. A quel punto, riprese la penetrazione interrotta poco prima, quando stava origliando. Si chiese se lui stesse guardando in quella finestra non troppo segreta. Ma la domanda ebbe immediata risposta quando, attraverso la stessa finestra, Elisa vide il pene di Piero rapidamente gonfiarsi, alzarsi, indurirsi. Fu questione di pochi attimi perchè raggiungesse l’erezione completa, e nello stesso istante lei si sentì percorsa da un brivido che sfondò il muro della ragionevolezza. Si inarcò sperando di riuscire a mostrare meglio la propria masturbazione, ed iniziò a penetrarsi con tre dita contemporaneamente, mentre immaginava che a farlo fosse l’asta rigida di suo genero.

Poi, però, accadde l’imprevisto. Il ragazzo, probabilmente fuori controllo quanto lei, si avvicinò alla tovaglia che lui stesso stava tenendo.. poi la assestò, come un prestigiatore fa con il mantello prima di far comparire qualcosa che prima non c’era. In questo caso, però, Piero fece comparire qualcosa che c’era già. Ora, infatti, il suo pene eretto non era più dietro alla ‘finestra’, ma era ‘affacciato’. Ed era l’unica parte del corpo del ragazzo che lei poteva vedere, mentre lui, ora, non poteva più vedere nulla. L’acqua che scorreva su di lei divenne d’un tratto ghiacciata, forse colpa di una caldaia da manutenere con più cura, ed i brividi di freddo e di eccitazione si mescolarono in un cocktail micidiale. In quello stesso istante, Elisa non riuscì più a pensare, ma solo a desiderare.

Si chinò e si avvicinò al pene di Piero. Qualche schizzo d’acqua lo aveva ovviamente bagnato, ed erano come gocce di rugiada su un fiore. Come un’ape, ritenne che quel fiore dovesse essere molto succulento.. meritevole di essere assaggiato. Nessuno l’avrebbe vista farlo.. ed il fascino del proibito le diede l’ultima spintarella. Si abbassò ancora un pò, tirò fuori la lingua e la passò languidamente lungo tutta l’asta, dai testicoli alla punta, per poi soffermarsi su quest’ultima come gustando la panna in cima al gelato. Lo trovò gustosissimo e decise di assaggiarlo meglio. Lo fece sparire in bocca e lo succhiò, solleticandolo anche con la lingua. Con una mano gli afferrò saldamente la base ed iniziò a masturbarlo, facendo lo stesso con la bocca nella parte superiore. Le bastò toccarsi un attimo tra le gambe con l’altra mano per raggiungere un orgasmo molto soddisfacente…

Dopo essersi trastullata (ed averlo trastullato) così per un paio di minuti, Elisa lasciò il pene di suo genero, ma solo per qualche istante. Il tempo di inginocchiarsi e di valutare se l’altezza fosse quella giusta. Si misurò e decise che andava bene. Prese con le mani i suoi seni dall’esterno, e li spinse verso l’interno, ‘catturando’ letteralmente l’asta sempre più rigida di Piero. Poi inizò ad abbassarsi e sollevarsi, quel tanto che bastava per massaggiarlo con le tette. Era una posizione un pò più scomoda perchè il box doccia era stretto.. ma comunque non durò molto. Dopo mezzo minuto l’eccitazione di Piero scoppiò, proprio come era successo a lei poco prima. Lo sentì pulsare un attimo prima di percepire un liquido caldo mescolarsi all’acqua fredda sul suo viso, sulle labbra, sulla guancia e infine sulle tette. Le venne istintivo di pulirsi le labbra con la lingua, sentendo anche il sapore del liquido del ragazzo.. Solo quando la chiamò, lei si rese conto di quello che era successo. “Ehm.. Elisa.. ha finito? Si sta facendo tardi..”. “Si si.. stavo.. beh mi sono persa un attimo nelle mie riflessioni, ogni tanto mi capita..”. L’eccitazione, l’assurdità della situazione, e perchè no, il desiderio sopito, l’avevano letteralmente fatta andar via per la tangente, facendole immaginare ad occhi aperti di essersi concessa un momento di sesso con suo genero. Era accaduto dopo che aveva visto il foro nella tovaglia che li divideva, perchè aveva scatenato quelle fantasie che poi aveva vissuto come se fossero vere. Ora ricordava distintamente di non aver nemmeno fatto scivolare la propria mano tra le gambe.. quello faceva già parte della dimensione onirica.

“E su cosa mai stava riflettendo sotto la doccia?” chiese lui curioso. Lo guardò attraverso il foro, e constatò che quell’attesa, in cui nel mondo reale non era successo nulla, gli aveva fatto scemare l’erezione. “Lascia perdere, cose stupide, comunque ho finito” rispose lei pensando a quanto davvero fosse stupido avere un malcelato desiderio per il sesso del compagno di sua figlia. Piero non ebbe alcuna remora a togliere il ‘separè’ di fortuna, svelando di nuovo i loro corpi. Poi Elisa coprì le proprie parti intime avvolgendo intorno a sè un asciugamani, lo stesso che in precedenza le era caduto mostrandola per la prima volta nuda. “Ora ti lascio il posto – continuò lei mentre scendeva lo scalino del box doccia – e vado a prendere qualcosa da mettere.. forse è il caso di non restare troppo in… in queste condizioni..’ propose mentre lui la squadrava da capo a piedi. ‘Si, credo che io non avrò bisogno di quella specie di tenda per evitare di allagare il bagno..’ rispose lui con sarcasmo. Lei si rese subito conto della gaffe. ‘Scusami! Sono un pò confusa.. devo tenerti la tovaglia?’. ‘No, non si preoccupi, davvero, vada pure a rivestirsi, io cercherò di stare attento’.

Elisa si congedò con un sorriso di ringraziamento e gli passò accanto. Si sentiva bagnata, eccitata, nonostante fosse del tutto sbagliato. Ed aveva bisogno di.. dirlo a qualcuno. Scelse rapidamente dalla valigia qualcosa da mettere: una maglietta che aveva comprato ma non aveva usato praticamente mai, perchè aveva un’ampia apertura sulla schiena che lasciava poco spazio all’immaginazione e che faceva chiaramente intendere alle persone intorno a lei se indossasse o meno il reggiseno. Poi un paio di shorts bianchi, e biancheria intima rigorosamente bianca. Ma non indossò nulla. Aveva fretta. Prese il cellulare dalla sua borsetta, si sdraiò sul letto con lo sguardo rivolto al soffitto e chiamò la sua migliore amica. Senza perdersi in troppi convenevoli, venne diretta al punto e iniziò a raccontarle rapidamente gli eventi di quell’incredibile pomeriggio.

Arrivata al punto in cui per la prima volta erano rimasti nudi, Patrizia la interruppe. ‘Aspetta aspetta, prima di andare avanti descrivimi il particolare più importante, così posso immaginare meglio!’. ‘Cioè?’ chiese lei confusa. ‘Scema.. dimmi com’è il suo uccello!’. Elisa scoppiò in una risata. ‘E che vorresti sapere di preciso? Le misure??’ domandò mentre ancora rideva. ‘Mi sembra il minimo! Dimensioni, forma, tutto!’. ‘Ma che ti frega della misura del suo pene, poi mica avevo il centim…’. Mentre parlava, Elisa aveva distolto lo sguardo dal soffitto e guardando di lato si era bloccata. Si diede immediatamente della stupida.. come un’adolescente assalita dall’eccitazione aveva perso di vista il tempo e lo spazio, e non aveva considerato che la porta era rimasta aperta. Piero era lì, chissà da quanto, e la guardava. Proprio come lei prima della doccia, il ragazzo aveva origliato forse fin dal principio.. ma di certo aveva ascoltato l’ultima frase, quella forse più compromettente. Sorrideva malizioso.. aveva indossato dei pantaloncini ma nessuna maglietta. Elisa divenne paonazza ma lui non sembrò scomporsi. Poi, senza dire nulla, si allontanò rapidamente dalla stanza. ‘Elisa, ci sei ancora?’ disse la voce di Patrizia risvegliandola un pò. ‘Si.. ehm.. dicevamo?’.

In quel momento suo genero riapparve con qualcosa in mano. Solo quando Piero gli porse la fettuccia metrica per sarti, Elisa capì dove volesse andare a parare. Era un azzardo, ma evidentemente lui aveva compreso che l’eccitazione che stavano provando era reciproca. ‘Se proprio vuole può rispondere alle domande della sua amica senza dover inventare..’ spiegò abbassando i pantaloncini in modo eloquente, restando nuovamente nudo. Ed Elisa non resistette. Anzi.. alzò la posta. Mise il vivavoce al telefono e lo appoggiò sul letto, poi si sollevò e si mise seduta sul bordo del materasso.. con il pene di suo genero proprio all’altezza degli occhi. ‘Scusa Patri, c’era qualche problema alla linea.. ora ho messo il vivavoce per comodità ma spero che mi senti.. dicevi?’. ‘E dai!! Ti ho chiesto com’è il pene di questo ragazzo!! Lungo? Quanto??’. ‘Vuoi le misure precise??’. ‘Beh.. approssimative!’ si accontentò l’amica. Elisa sorrise al ragazzo e srotolò un pezzetto di fettuccia metrica e la appoggiò al pene di Piero, che al momento non era eretto, misurandolo. ’10 cm circa’ annunciò. ‘Cosa?? Ma è piccolissimo!!’ commentò patrizia con una risatina. ‘Ma dico quando è normale!’. ‘Ma che mi importa.. dico quando è duro!!’. ‘Aspetta.. fammici pensare..’ indugiò Elisa.

Guardò Piero ammiccando, afferrò dal basso l’asciugamani che ancora la copriva e lo tirò giù, scoprendo prima i seni, poi l’addome. Infine si sollevò un pò, quel tanto che bastava per sfilare il telo, lanciarlo via e restare completamente nuda. Immediatamente l’asta di Piero cominciò ad irrigidirsi, proprio come aveva sperato. Per aiutarlo, Elisa gli accarezzò l’interno coscia, per poi proseguire proprio sul pene, solleticandolo con un tocco molto leggero dalla base alla punta e ritorno. Due o tre volte furono sufficienti perchè l’asta puntasse decisa verso il soffitto raggiungendo quell’erezione completa che ormai conosceva bene. A quel punto, ripetè la misurazione di poco prima ottenendo un risultato decisamente più soddisfacente. ’19 e mezzo, azi quasi 20..’ annunciò con precisione. ‘Caspita!! Gli hai fatto la fotografia mentale??’. ‘Sai che sono molto attenta a certi particolari..’ rispose Elisa. ‘E quando è duro.. è molto molto duro??’ chiese Patrizia con una domanda che palesava anche in lei, seppur a distanza, il prevalere dell’eccitazione sulla razionalità. ‘Fammi pensare..’ tentennò lei maliziosa.

Tornò ad accarezzare il pene eretto di Piero, stavolta però con il palmo della mano.. e poi la chiuse senza indugi, afferrandolo e premendo più volte con decisione, come per valutarne al meglio la consistenza. ‘Si.. direi come il marmo cara’ sentenziò alla fine. ‘Caspita.. sembrerebbe perfetto per ospitarlo tra le tue tette!!’. Elisa rimase per un attimo interdetta, perchè non si aspettava una simile considerazione.. ma l’attrazione era ormai irresistibile. Si prese i seni tra le mani e li strizzò verso l’alto, come avrebbe fatto un esagerato reggiseno push up. E si preparò a riceverlo.. stavolta per davvero però..

Piero si avvicinò piegando leggermente le gambe per poter arrivare all’altezza giusta. Ma quando fu sul punto di posarle il pene eretto tra i seni, il suono del campanello li fece trasalire. Si guardarono con gli occhi spalancati. ‘Oh cavolo… Simonetta!!’ urlò Elisa, vedendo riflessa nel ragazzo la sua stessa espressione preoccupata.. Lo guardò bene in viso e si rese conto di essere ancora sdraiata, perchè sullo sfondo c’era il soffitto della stanza. Abbassò gli occhi e realizzò di avere ancora l’asciugamani avvolto sul corpo, anche se il lembo inferiore era scostato e le lasciava scoperta parte del pube. “Ma che succede?” chiese confusa, senza sentire il bisogno di coprirsi. “Beh.. credo si sia addormentata.. o per lo meno era in dormiveglia..forse con la doccia si è rilassata un pò!”. Elisa squadrò Piero e vide che aveva indossato un paio di pantaloncini corti e una canotta. Aveva i capelli bagnati, indizio chiaro che aveva appena finito di lavarsi. Si diede dell’idiota. Per la seconda volta nel giro di poco tempo aveva sognato (stavolta ad occhi chiusi almeno) di lasciarsi andare con suo genero. Ora si, era necessario coprirsi per evitare il peggio.

Si sollevò a sedere e sistemando l’asciugamani si coprì il pube, Peccato che nel farlo la parte di sopra si allentò e scivolò giù scoprendole un seno prima che potesse intervenire. ‘Ops’ disse mentre riacciuffava il lembo per nascondersi, troppo tardi perchè lo sguardo di lui non si posasse proprio lì. ‘Se vai un attimo di là mi rivesto.. ti spiace?’ chiese quasi supplicando di evitare altri siparietti osè che per qualche misteriosa ragione sembravano inevitabili quel giorno. Mentre Piero annuiva, il campanello di casa suonò, stavolta davvero. E gli sguardi furono realmente preoccupati, proprio come nel sogno così reale che aveva fatto poco prima. ‘Cazzo.. mia figlia!’ si lasciò sfuggire. ‘Vado ad aprire io, lei si vesta!’ rispose lui cercando di tranquillizzarla un pò.

Ma Elisa era quasi in preda al panico. ‘No no, dobbiamo essere alla porta insieme, altrimenti sospetterà qualcosa!’ disse convinta, anche se il ragionamento non aveva alcun senso logico. Nel frattempo si era già alzata dal letto, aveva ritrovato la maglietta preparata prima di addormentarsi e l’aveva indossata in fretta e furia, mentre Piero l’aveva preceduta avviandosi verso l’ingresso. Poi aveva preso al volo gli shorts bianchi e li aveva infilati zompettando dietro al ragazzo che frattanto si dirigeva alla porta. Non c’era tempo per l’intimo, lo avrebbe messo dopo, quando le acque si sarebbero un pò calmate. A quel punto ‘sorpassò’ letteralmente il ragazzo e mise mano alla maniglia della porta di casa. Volle essere lei ad aprire.. le dava, in maniera del tutto insensata, più tranquillità.

Quandò aprì la porta però, rimase sbigottita, come se avesse visto un alieno. Si voltò un attimo verso Piero e lo vide fissare l’uscio e l’ospite, con espressione altrettanto sorpresa. ‘Ciao’ disse allegramente il ragazzo, facendole anche uno scan dal basso verso l’alto, per poi soffermarsi all’altezza del seno. Le succedeva di ricevere quel genere di attenzioni, per sua fortuna, e non ci fece caso più di tanto. ‘Che cazzo ci fai qui Leo?’ chiese Piero, che chiaramente lo conosceva. ‘Beh.. ho ricevuto una chiamata da Simonetta.. ha provato a chiamare entrambi per avvertire che è bloccata nel traffico.. probabilmente impiegherà un paio d’ore a tornare a casa’. ‘E perchè ha chiamato te?’ chiese ancora Piero. ‘Dice che ha provato a telefonare ad entrambi ma che non rispondete..così mi ha chiesto di venirvelo a dire.. forse avete lasciato i cellulari da qualche parte? Comunque potevi dirmelo che la donna di cui parlavi era tua suocera.. tra l’altro non mi avevi neanche più mandato la foto!’ disse il ragazzo con sguardo sornione.

A quel punto fu tutto chiaro. Solo una persona poteva sapere che con Piero c’era una donna.. era l’amico, quello al quale lui aveva raccontato alcuni degli episodi di quel pomeriggio, ed al quale avrebbe dovuto mandare la sua foto nuda.. ma evidentemente non gliel’aveva inviata più, e neanche aveva rivelato la vera identità di Elisa. Ora però il segreto era svelato. Suo genero sembrò comunque risentito di quell’affermazione, considerandola forse inopportuna. ‘Ok ora però puoi andare..’ rispose con tono aspro. ‘Caspita che modi amico mio! Dovreste considerarvi fortunati che sia stato io a venire qui ora e non Simonetta..e lo sono anch’io!!’ accennò l’altro.

Elisa si sentì di intervenire per la prima volta. ‘Senti, se è per quello che Piero ti ha raccontato io…’. Ma Leo la interruppe. ‘Non mi riferivo a questo signora.. semmai mi riferivo a quello – spiegò, posando ancora apertamente lo sguardo all’altezza del suo seno e indicandolo con il dito – sa, lei ha sicuramente tutte le carte in regola per potersi permettere un abbigliamento del genere, ma sicuramente sarebbe stato un tantino più complicato giustificarlo con sua figlia in casa sua..’. Elisa non comprese finchè non abbassò lo sguardo. Poi vide, non senza un filo di inopportuno orgoglio, gli occhi di entrambi i ragazzi fissarla. L’espressione di Piero era sbigottita, perchè nemmeno lui se n’era accorto.

Sospirò per l’incredibile gaffe che aveva fatto.. e non potè dare torto a Leo sull’ultima cosa che aveva detto. Infatti, per andare subito ad aprire la porta, quando pensava che fosse Simonetta ad essere arrivata, Elisa aveva indossato gli abiti preparati in precedenza, soprattutto quella orribile maglietta, in fretta e furia. E purtroppo la fretta era stata cattiva consigliera.. non si era resa conto che l’enorme apertura ad O sulla schiena era diventata in realtà.. un’enorme scollatura sul seno! L’aveva messa al contrario!! Non essendoci nemmeno il reggiseno, le tette erano quasi del tutto in vista, solo i capezzoli erano rimasti miracolosamente coperti, ma proprio ai confini del tessuto. Forse solo il più audace abito da sera della più audace donna dello spettacolo avrebbe mostrato tanto! ‘Cazzo’ si lasciò scappare di nuovo.

Non ebbe nemmeno il tempo di avvicinare un pò i lembi della scollatura per coprirsi che accadde l’ennesimo fatto assurdo. Un altro uomo si affacciò alla porta. ‘Scusate, credo che siate voi ad aver lasciato alcuni oggetti personali nell’ascensore’ disse porgendo una busta, un attimo prima che le tette di Elisa calamitassero anche lo sguardo del nuovo arrivato. Pensò di coprirsi con le mani, ma paradossalmente avrebbe significato sottolineare ancora di più la scollatura.. e quindi decise che ormai non c’era nulla da fare se non essere considerata una donna molto trasgressiva. ‘E lei chi sarebbe?’ chiese Piero. ‘L’ascensorista.. ho ricevuto la chiamata automatica che parte quando si preme l’apposito pulsante.. ho trovato queste cose dentro e nella palazzina ci siete praticamente solo voi..’ spiegò senza nemmeno degnarsi di provare a distogliere lo sguardo dal polo magnetico delle tette di Elisa. ‘Si esatto, dia pure a me..’ disse.

A quel punto però fu decisamente ingenua. Voleva fare andar via l’uomo prima possibile, così si mosse per prendere subito la busta contenente gli indumenti. Lo fece senza avvicinarsi, solo sporgendo il busto. Ma a quel punto la gravità fu fatale. La maglia si scostò ed i seni, resi ancora più formosi dalla posizione, tracimarono completamente. Elisa riuscì a notare che i sei occhi maschili presenti erano tutti puntati su quello che ormai poteva rientrare a tutti gli effetti nella definizione di topless. Per di più, una volta presa la busta e tornata nella posizione eretta, le tette le rimasero scoperte e dovette sistemarsi la scollatura alla meglio con la mano libera per ricoprirsi.. inutile dire che quel gesto non fece che alzare il tasso erotico della scena, che in tutto durò pochi lunghissimi istanti.

‘Grazie, ora se non vi dispiace.. – disse Piero cercando di chiudere la vicenda, riferendosi ad entrambi gli ‘ospiti’ inattesi – Leo grazie per il messaggio, poi ci risentiamo. E a lei grazie per la premura di riconsegnarci le noste cose’. Chiuse letteralmente loro la porta in faccia senza preoccuparsi troppo di essere considerato maleducato. ‘Grazie..e scusami per quello che è successo..’ disse subito Elisa. ‘Non deve scusarsi, è stato un incidente.. l’ennesimo di oggi ma pur sempre un incidente! Sono certo che i due non si sono sentiti troppo offesi..’ commentò lui con un sorriso, cercando di stemperare la tensione. ‘Oramai è quasi inutile l’assurdità di quello che sta succedendo.. chissà cosa hanno pensato quei due.. – riflettè lei a voce alta – sicuramente hanno pensato che io sia.. beh.. diciamo disinibita per non usare altri termini..’. ‘Io credo invece che si siano limitati ad ammirare lo spettacolo ed a preoccuparsi di non mostrare le loro.. reazioni..’ giudicò lui con un sorrisetto malizioso. ‘Perchè ne sei così sicuro?’ chiese lei. ‘Perchè per me è stato lo stesso’ spiegò lui sollevando un pò la canotta.

La forma del pene duro di Piero era perfettamente visibile sotto ai pantaloncini. Elisa lo fissò senza timore per qualche secondo, ed ebbe un brivido di imprevista eccitazione al pensiero che tre uomini potevano aver avuto quella stessa reazione.. Era tornata in camera sua piuttosto stordita dopo l’episodio della maglietta. Si era data mentalmente dell’idiota almeno 10 volte, anche se in fondo non poteva negare di aver assaporato anche l’eccitazione di essere così provocante (seppure involontariamente) con quei tre uomini.. e soprattutto con Piero, che senza troppi imbarazzi le aveva anche fatto vedere quanto aveva apprezzato quella scollatura estrema. Tolse la maglia incriminata, poi anche gli shorts e rimase così, nuda, seduta sul bordo del letto, a pensare a tutto quello che era successo quel pomeriggio.. abbastanza per scrivere un racconto erotico tanto lungo quanto improbabile. Ma poichè era successo davvero, l’imperativo era dimenticare al più presto, anche perchè sua figlia, seppure in ritardo, stava per arrivare.

Si alzò e indossò il reggiseno bianco che aveva preparato in precedenza. Lo aveva comprato circa un mese prima in saldo, e le piaceva perchè le coppe leggermente imbottite davano ai suoi seni una forma naturale ma anche un invisibile sostegno (si riteneva più che soddisfatta delle sue tette ma un piccolo aiutino non guastava a 37 anni!). Si voltò per prendere lo slip ma a quel punto lo vide. E tutti i pensieri di dissolsero in un istante. Il ragno era lì, vicino a lei, proprio sulla sua valigia.. e l’unica cosa che gli riuscì fu di urlare, perchè Elisa aveva solo due paure.. quella dei luoghi stretti e chiusi.. e quella dei ragni. La prima l’aveva vissuta nell’ascensore, ora incredibilmente toccava anche alla seconda.

‘AAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHH PIEROOOOOOOO’ urlò rivolgendosi all’unica persona che poteva aiutarla. Sentì distrattamente dei passi veloci, poi vide la porta aprirsi e suo genero entrò con espressione impaurita. ‘Che succede??’. In uno stranissimo momento di lucidità, vista la situazione, Elisa si premurò di coprirsi il pube incrociando le mani proprio lì davanti. Poi notò che Piero non aveva la maglietta, ma solo un boxer attillato, per di più indossato male perchè su un fianco era più basso rispetto al punto vita.. un pò troppo basso per la verità, tanto che al centro spuntavano fuori le prime avvisaglie di peli pubici, ma evidentemente per correre lì non se ne era accorto. L’evidente rilievo poi raccontava di un pene in chiara erezione.. un pene che restava nascosto solo perchè suo genero lo teneva dalla parte in cui il boxer era ben indossato. Un microsecondo dopo, Elisa tornò al problema, dimenticando anche quanto quel pene l’avesse fatta eccitare nel pomeriggio..

‘UN RAGNOOOOOO.. UN RAGNO ENORMEEEEE’ urlò ancora impietrita e impaurita. ‘Ma dov’è??’ chiese Piero, la cui attenzione però era palesemente focalizzata sull’effetto push-up del reggiseno, ancor più che sulle mani aperte a fare da scudo alla sua parte più intima in mezzo alle gambe. ‘Se la smettessi di guardarmi le tette lo vedresti! E’ LI’!!!’ disse lei senza giri di parole, indicando nella direzione del ‘mostro’. A quel punto il ragazzo cercò di dedicarsi davvero al problema e vide il ragno. ‘Ok si eccolo – confermò non senza una punta di imbarazzo per l’accusa di un attimo prima – non è così enorme però!’. Elisa guardò il ragno e decise che per le ERA enorme. ‘Senti fai tu.. ma liberamene, uccidilo!!’. ‘Non è necessario.. posso prenderlo e portarlo fuori, da dove è venuto..’. ‘Ok allora fallo e basta!’. ‘D’accordo, vado di là a prendere qualcosa per catturarlo’ propose lui avviandosi. Elisa presa dal panico lo bloccò per un braccio, cercando di muoversi il meno possibile. ‘Non ti azzardare ad uscire da qui..’. ‘Allora prendo qualcosa dalla sua valigia..’. ‘Nooo.. se poi il ragno scappa e si nasconde da qualche parte?? Non potrei più dormire qui!’. ‘Allora esca dalla stanza!’. ‘Sono certa che ti sei accorto che ho addosso solo il reggiseno.. e se poi arriva Simonetta??’. ‘Allora metta qualcosa su prima!!’. ‘Non intendo muovermi se prima non mi assicuro che quel ragno non è più qui! Quindi trova un’altra soluzione.. ED IN FRETTA!’.

Piero diede l’idea di riflettere rapidamente. ‘Ok ci sono.. non vedo alternative..’ disse dopo qualche secondo in cui, neanche troppo stranamente, il suo sguardo era dedicato soprattutto alle tette di Elisa, che non si era mossa e non intendeva muoversi di un millimetro, sperando che il ragno facesse lo stesso. ‘Spara!’. ‘Potrei prendere il ragno in trappola..’. ‘Con le mani??’. ‘No, con quelle fa schifo anche a me..’. ‘E con cosa??’. ‘Con l’unica cosa accessibile.. il suo reggiseno.. potrei catturarlo nelle coppe…’. ‘Stai scherzando vero?’. ‘Temo di no..’. Elisa riflettè.. e giudicò che in fondo non aveva nulla da perdere.. tutto quello che c’era da mostrare lo aveva già mostrato. ‘Ma perchè oggi per un motivo o un altro devo sempre rimanere nuda davanti a te?? – si domandò Elisa sbuffando in modo plateale mentre, anche con un pizzico di malizia, lasciava scoperto il suo triangolino di peli pubici per portare le mani dietro la schiena, slacciare il reggiseno e sfilarlo lentamente, in un improvvisato spogliarello i cui unici spettatori erano suo genero ed il ragno..

Rimasta completamente nuda, lanciò il reggiseno a Piero senza avvicinarsi a lui, per evitare che il mostro si potesse innervosire. Forse confuso dalla situazione, e palesemente più interessato al corpo di lei che al ragno, il ragazzo mancò la presa. Il reggiseno cadde a terra, ed il leggero movimento d’aria fu fatale, perchè il ragno lo percepì. Si mosse di qualche centimetro ed Elisa perse anche la calma apparente. Urlando come prima, fece un passo all’indietro per mantenere sempre fisso lo sguardo sull’aracnide, cercando di mantenere le distanze. Poi il ragno si avvicinò leggermente, e a quel punto lei si catapultò all’indietro senza guardare.. e si scontrò con Piero. L’impeto della paura le diede la forza di superare la differenza di stazza con suo genero.. il ragazzo, sicuramente sorpreso dal movimento rapido di Elisa, finì addosso alla parete.. e lei gli si schiacciò addosso di schiena.

Per l’ennesima volta, tutto si svolse con grande rapidità. Elisa, rapita dal terrore del ragno, percepì nitidamente lo stretto contatto tra il suo fondoschiena ed il pene eretto di Piero (che il tessuto leggero del boxer non attutiva affatto), ma non diede troppa importanza alla cosa. Il ragno però iniziò poi a muoversi lateralmente in modo repentino.. sembrava quasi che stesse cercando una via di fuga e che lei gliela volesse impedire. In realtà Elisa non faceva che muoversi esattamente nel verso opposto all’animale.. ma lo faceva stando ancora attaccata a Piero.. con il risultato di un sensuale strofinamento del suo sedere sull’asta rigida di suo genero. Dopo cinque o sei movimenti, il ragno decise che era giunto il momento di andarsene davvero.. e lo fece nella direzione opposta. Elisa lo seguì con lo sguardo fin quando non lo perse di vista.. e nello stesso istante sentì su una natica qualcosa di caldo, e nell’orecchio, vicino al viso di Piero, un lungo sospiro. Si rese conto anche che le mani del ragazzo erano posate sui suoi fianchi, e la tenevano stretta a se anche ora che lei, viceversa, aveva alleggerito la pressione.

Si dice che la paura possa accentuare la lucidità. Fu forse per questo che Elisa mise insieme i tre indizi e capì cosa era accaduto. Afferrò tra le sue mani quelle di Piero e si liberò dalla presa. Poi si voltò e vide la sua espressione tremendamente imbarazzata. E infine scese giù, dove la macchia nei boxer, proprio vicino alla punta del pene ancora un pò in rilievo, era inequivocabile. Si portò una mano dietro al sedere, dove aveva sentito il calore poco prima. Era leggermente inumidita. Avvicinò al naso il polpastrello e percepì un odore che conosceva.. era un odore da uomo, che chiudeva il cerchio delle sue supposizioni. ‘Mi scusi..sono mortificato..’ si scusò lui in anticipo, sapendo di essere stato smascherato. ‘No no Piero.. non è colpa tua.. sono stata io che.. beh.. che ti ho.. provocato..’. ‘Beh.. diciamo che.. ehm.. ero già a buon punto.. ed è stato il colpo decisivo!’. ‘A buon punto?’ chiese lei per un attimo confusa. ‘Ehm.. io devo andare a lavarmi.. non vorrei arrivasse Simonetta!’. ‘Hai ragione.. corri.. dimentichiamo anche questo ennesimo episodio!’ confermò lei mentre il ragazzo già usciva dalla stanza.

Elisa rielaborò anche quelle ultime parole e capì un attimo dopo. Piero era entrato nella stanza tutto trafelato quando lei aveva urlato. Aveva i pantaloncini indossati male, ed il pene eretto. Ed ora era chiaro perchè. Il ragazzo si stava masturbando in bagno ed aveva dovuto interrompersi bruscamente. Ma poi il suo improvvisato spogliarello, il contatto fisico e lo strofinamento erano stati determinanti. Il ragazzo aveva avuto l’orgasmo nel momento meno opportuno.. era venuto nei boxer proprio mentre erano uno attaccato all’altra.. e di certo si era tremendamente imbarazzato nel rendersi conto che lei lo aveva sentito.. e che lo sperma era passato attraverso il tessuto per bagnare un pò anche il sedere di Elisa..

Nonostante fosse passato un quarto d’ora circa dall’ennesimo episodio grottesco del pomeriggio, Elisa si rese conto di quanto ancora era preda dell’eccitazione. La semplice t-shirt bianca indossata senza reggiseno non riusciva a nascondere i piccoli rilievi dei capezzoli turgidi.. e sotto alla gonnellina di tessuto leggero non aveva potuto mettere gli slip perchè si sarebbero bagnati all’istante. Negli occhi aveva l’immagine del pene rigido di suo genero, e quasi sentiva ancora la sensazione dello sperma sulla natica. ‘Ah Elisa.. è ancora qui..’. La voce di Piero la fece trasalire. Si voltò di scatto e lo vide in piedi sull’uscio. Indossava una canotta da basket con relativi pantaloncini. Lui non lesinò sguardi indiscreti, soprattutto ai rilievi dei seni, sui quali si soffermò più a lungo. ‘Si.. stavo.. stavo finendo di rivestirmi..’ disse stupidamente. ‘Capisco.. in effetti credo che abbia dimenticato il reggiseno..’ commentò lui con un leggero sorriso, senza troppi imbarazzi.

La conferma di essere al centro dei desideri del ragazzo fu altra benzina sul fuoco della sua eccitazione. Ed il successivo comportamento di suo genero scatenarono un vero incendio. ‘Ma non si preoccupi, la capisco.. anch’io sono riuscito ad indossare solo quello che vede..’ disse lui con una chiara allusione al fatto che sotto non aveva i boxer. Nello stesso momento in cui rispose, Elisa si rese conto di aver superato il punto di non ritorno. ‘Piero.. se stai cercando di provocarmi beh.. ci sei già riuscito ampiamente.. ma sai che non può accadere nulla..’. Lui sembrò pienamente consapevole. ‘Si lo so.. è per questo che prima che lei mi chiamasse per il ragno io..’. ‘Tu ti stavi masturbando..’ completò lei con un sorrisetto involontariamente malizioso. Senza negare l’evidenzia, il ragazzo rincarò la dose di erotismo nella stanza. ‘E’ quello che consiglio anche a lei di fare.. magari con quel giochino che ha nella valigia’.

Piero si avvicinò e infilò una mano in una delle tasche della valigia, dando l’idea di sapere bene cosa stesse cercando. Non si stupì quindi nel momento in cui lo vide estrarre un fallo finto. Elisa si chiese quando lui avesse aveva scoperto quel segreto così imbarazzante.. ed In un attimo di lucidità, ricordò che Piero aveva rovistato nella sua valigia per cercarle indumenti da farle indossare dopo il primo episodio della doccia da cui tutto era scaturito. E lei in quel frangente non aveva minimamente pensato che potesse trovare l’improbabile dono che la sua migliore amica le aveva fatto prima della sua partenza. ‘Piero, non è come pensi.. è solo un regalo di una mia amica.. con cui lei mi augurava di incontrare in vacanza.. beh.. qualcuno con doti simili.. ed in effetti non si può dire che non sia successo!’ spiegò lei sinceramente. ‘Beh.. immagino che la sua amica intendesse un incontro di diverso tipo.. ma la ringrazio comunque per il complimento, visto che quell’aggeggio sarà di almeno 20 cm!!’.

Elisa non si trattenne. ‘Questo è di 25 cm.. ma non mi sembra che tu sia molto lontano da misure del genere..’. ‘Magari!’ disse lui sorridendo. Poi, con assoluta naturalezza, come se fosse la cosa più normale del mondo, Piero si annodò la canotta all’altezza dell’ombelico e si abbassò i pantaloncini. Affiancò per qualche istante il fallo finto al suo pene, che era di nuovo completamente eretto. ‘Come mi era sembrato vince chiaramente lui.. ma almeno non di tantissimo!’ commentò in modo autoironico. Elisa lo guardò attentamente e notò una differenza di 5 cm circa, non di più. Ma fu la naturalezza del gesto ad eccitarla in modo irreversibile. ‘Posso chiederle qual è la dimensione che preferisce?’ chiese lui in modo esplicito. ‘Forse non è il miglior argomento di discussione..’ cercò di frenarsi lei senza troppa convinzione. ‘Ora sono curioso, risponda solo a quella domanda.. poi la lascerò al suo fallo finto!’ insistette lui. ‘Dai mi imbarazza dire una cosa del genere!!’. ‘Allora me lo faccia capire senza dirlo..’ propose lui.

Quando Piero affiancò di nuovo il fallo finto al suo pene, le sue intenzioni furono chiare. Elisa avrebbe dovuto esprimere la sua preferenza non a parole, ma con i fatti. E la cosa peggiore era che questo gioco proposto dal ragazzo la intrigava. ‘E va bene..’ accettò facendosi più avanti. Guardò per un minuto circa i due falli, alternandosi tra quello vero e quello finto. Poi avvicinò una mano tra i due e pronunciò la tipica frase da verdetto. ‘And.. the winner is..’. Due secondi di suspance e infine impugnò il pene durissimo di Piero, roteandolo un paio di volte in modo che la punta disegnasse immaginari cerchi nell’aria, per poi lasciarlo. Il ragazzo scoppiò in una sonora risata. ‘Non immaginavo! Sono davvero emozionato!! – disse stando al gioco – E’ davvero un onore alzare la coppa.. anzi.. le coppe!’. A quel punto Piero le afferrò i seni, palpandoli allegramente e poi sollevandoli e mantenendoli su per qualche secondo come se fossero trofei, in modo che le piacque e le diede brividi di piacere allo stesso tempo.

Alla fine della scenetta si guardarono. ‘Credo sia meglio che ora tu mi dia il giocattolo.. quello finto intendo…’. ‘Ok.. e forse è meglio che io vada..’ accettò lui. ‘Se vuoi puoi restare..’ suggerì lei sorprendendolo chiaramente. ‘Restare?? Qui.. davanti a lei?’. ‘No.. davanti mi sembra troppo.. magari dietro..’. Lui sembrò comunque accettare di buon grado. L’idea di essere lì, anche se non nella miglior posizione, mentre lei si masturbava con il fallo finto sicuramente lo eccitava da matti. Ma Elisa aveva una gran voglia di dimostrargli anche quanto l’eccitazione l’avesse resa creativa. Si voltò e si sdraiò sul letto a gambe aperte, dando le spalle al ragazzo. Poi si strofinò il pene finto alla figa già bagnata e fu facile iniziare a penetrarsi. Quando sollevò leggermente il busto ed il viso per la prima volta potè gustare appieno il successo del suo spettacolino. Si vide riflessa nel grande specchio che era appeso sulla parete di fronte, vide il pene che la penetrava ripetutamente, favorito da un movimento ancheggiante del bacino.

E sopra alla sua immagina riflessa c’era il volto di Piero, con espressione stupefatta, con una mano sul pene più che mai eccitato.. perchè il ragazzo stava vedendo esattamente lo stesso spettacolo nello specchio. Realizzando che anche suo genero di stava masturbando, Elisa iniziò a gemere senza più alcun freno, muovendosi al ritmo delle penetrazioni sempre più profonde.. finchè non raggiunse un orgasmo incredibilmente soddisfacente accompagnato da un urletto più acuto. Si adagiò completamente sul letto e a quel punto vide l’asta del ragazzo proprio sopra al suo viso. Piero si era evidentemente avvicinato, forse per vedere meglio.. o forse sperando in qualcosa di più. Elisa, preda ancora di una voglia irrefrenabile, sollevò un braccio e dopo qualche tentativo trovò il pene di Piero.. lo afferrò saldamente ed iniziò a masturbarlo con veemenza. Dopo un tempo indecifrabile ma sicuramente breve, sentì l’asta pulsare.. e poi sentì qualcosa di caldo su di sè.. tre schizzi, uno sulla pancia, uno sul seno e uno sulla guancia la raggiunsero. Un attimo dopo sentì lo stessa sensazione sulla mano che ancora teneva saldamente il pene.. e solo a quel punto lasciò la presa, mentre già lo sperma le colava sul polso.

Nessuno dei due, tuttavia, riuscì a dire qualcosa per rompere il silenzio. Ebbe bisogno di un’altra doccia (fatta senza preoccuparsi di allagare il bagno) e di almeno un quarto d’ora di tempo prima di avere il coraggio di ripresentarsi davanti a suo genero. Dopo quello che era successo, Elisa si sentiva tremendamente in colpa, sinceramente sorpresa da se stessa e soprattutto.. ancora dannatamente eccitata nonostante l’orgasmo appena raggiunto! Fu forse su quest’ultimo impulso che selezionò dalla valigia l’abbigliamento con cui ripresentarsi in cucina: camicia attillata nera, con il solo primo bottone slacciato (il che significava una scollatura più che casta, con la sola attaccatura dei seni appena visibile) e jeans, sotto ai quali aveva messo solo un perizoma. Del reggiseno ormai sentiva il bisogno di fare a meno..

Piero era già lì, ed Elisa non potè fare a meno di guardarlo con attenzione e curiosità.. perchè indossava un accappatoio.. sotto al quale.. chissà! ‘Ancora in queste condizioni??” disse con un sorriso. “Si.. ho fatto una rapida doccia dopo di lei.. per rinfrescarmi un pò.. sa.. il clima si era fatto rovente!!” rispose lui con una chiara allusione. “Piero io.. sono mortificata.. non doveva accadere.. è colpa mia!’. ‘Non è vero.. anche io mi sono un pò lasciato andare.. la colpa semmai è di quella maglietta che aveva messo prima.. o meglio.. di quello che c’era sotto!’. ‘Dai non esagerare adesso!’ commentò lei con falsa modestia, conoscendo l’attrazione che le sue tette destavano negli uomini ed avendone avuta conferma anche quel pomeriggio.

Lui la squadrò semiserio. ‘Non esagero.. ha visto le facce del mio amico e dell’ascensorista no? Per non parlare degli effetti su di me!’. Elisa cedette e proseguì sentendosi libera di parlare apertamente. ‘Vabbè dai.. era solo per il fatto che le mie tette erano.. a dir poco esposte!’. ‘Mah.. due calamite non avrebbero avuto lo stesso potere di attrazione!!’ commentò Piero sorridendo. ‘Credimi.. è l’effetto sorpresa.. sarebbe accaduto anche a parti invertite!!’ rispose lei. Il ragazzo a quel punto sembrò curioso. ‘Cioè? Mi spieghi un pò..’. Elisa non risparmiò i dettagli, avendo ormai rotto gli argini dei tabù. ‘Beh.. se l’ospite fosse stata una donna, che so una mia amica, e tu fossi stato sull’uscio della porta indossando solo un paio di boxer.. magari attillati.. e magari con.. hai capito.. beh.. credo che avresti suscitato effetti simili!’.

Piero sorrise e rincarò la dose dei particolari. ‘Mi sta dicendo che l’attenzione della donna in questione si sarebbe rivolta alla mia erezione??’. Lei non si nascose. ‘Credi che per me non sia stato così quando oggi c’è stata l’occasione?’. ‘Beh ma forse nel nostro caso è stato per la situazione molto particolare.. magari un’estranea non si sarebbe interessata..’ commentò lui con modestia apparentemente sincera. Mentre stava per confermare, suonò il citofono. ‘Accidenti.. Simonetta??’ disse lei sgranando gli occhi. ‘No tranquilla – la rassicurò lui – mi ha scritto poco fa che sarebbe arrivata dopo cena.. forse invece è il tizio delle pizze..’. ‘Le hai ordinate tu?’. ‘Si.. tanto valeva mangiare qualcosa no?’. ‘Ok..’ disse Elisa accettando di buon grado e rispondendo lei stessa al citofono.

Quando sentì la voce che le confermò che l’intuizione di suo genero era giusta, una molla scattò in lei. Perchè la voce era femminile. Subito dopo aver comunicato a che piano avrebbe dovuto effettuarsi la consegna, si rivolse a Piero. ‘Allora vorresti verificare se avevo ragione?’. ‘Beh si certo sarei curioso.. ma adesso non vedo ora cosa c’entr..’. Lei lo interruppe perentoriamente.. e maliziosamente. ‘Cos’hai sotto? Non perdere tempo, rispondi e basta’. ‘Boxer bianchi’. ‘Attillati?’. ‘Si’. ‘Ok.. allenta la cinta dell’accappatoio’. Lui lo fece senza chiedersi perchè. ‘D’accordo.. obbedisco!’. Elisa guardò i boxer, a quel punto visibili, e comprese che mancava un dettaglio fondamentale. ‘Ma non ce l’hai duro??’ chiese senza mezzi termini. ‘Mica sempre!’ rispose lui quasi giustificandosi. ‘Accidenti.. devo intervenire o salta il test’ riflettè lei a voce alta.

Poi sorprendendo se stessa e sicuramente anche Piero, affiancandosi a lui sussurrò: ‘Dovrai aprire tu..’. ‘Scherza?? In queste condizioni??’. Lei gli guardò tra le gambe mentre il campanello suonava di nuovo. ‘No.. hai ragione.. così no.. togli l’accappatoio..’ disse lei sfilandoglielo prima che potesse opporsi. Poi Elisa con grande naturalezza fece sparire una mano all’interno dei boxer di suo genero, afferrandogli il pene. ‘Ma.. che fa..’ disse subito lui chiaramente sorpreso da una mossa così audace. ‘E’ solo per amor di scienza..’ spiegò lei con una strizzatina d’occhio più che maliziosa. Non avrebbe saputo descrivere a parole il brivido che le stava provocando l’inequivocabile quanto rapido irrigidirsi dell’asta di Piero nella sua mano. Le bastarono tre o quattro strizzate e un rapido massaggio per fargli raggiungere il massimo dell’erezione.. pochi secondi. A quel punto glielo sistemò verso l’alto e sfilò la mano, contemplando l’invitante rilievo dell’ottimo risultato. ‘Ok.. ora possiamo andare..’ commentò prendendolo sotto braccio e spingendolo così ad avviarsi verso la porta.

Lui sembrò realmente titubante, ma la seguì. Elisa buttò un occhio nello spioncino e vide che fuori non c’era ancora nessuno. ‘Io adesso mi nascondo dietro la porta della cucina da dove posso vedere senza essere vista.. la tizia sta salendo, suonerà e tu le aprirai con naturalezza.. la scusa per essere in mutande è che ti aspettavi che fossi tornata io, che era appena uscita. Ovviamente io sono la tua compagna..’ tagliò corto mentre già si nascondeva. Quando suonò il campanello, Piero non si tirò indietro. Attese qualche secondo, poi aprì con espressione contenta. ‘Tesoro! Sei proprio una smemorata! Cosa hai dimentic..’ iniziò, per interrompersi poi quando, con la capacità di un grande attore, finse di realizzare che si tratta di un’estranea.

Era una ragazza giovane, che ndossava una maglietta con tre bottoncini allacciati, il cui tessuto era messo alla prova dalle rotondità di un seno chiaramente florido. ‘Non poteva andare meglio..’ pensò tra sè. Ed in effetti la ragazza le diede subito una enorme soddisfazione, dedicando uno sguardo tanto breve quanto evidente al pene eretto di suo genero, a malapena celato dal boxer. ‘Oh.. mi scusi signorina – si giustificò lui con espressione da oscar, senza tuttavia coprirsi – credevo fosse la mia compagna.. sa.. era uscita un attimo..’. ‘Ehm.. no io.. ho portato le pizze che aveva ordinato..’. Un altro sguardo, più che evidente, al boxer. Come darle torto del resto! ‘Si certo.. ehm.. può darle a me.. ora le vado a prendere i soldi’ disse lui ripagandola con un’occhiata diretta alle sue forme, pur ben nascoste. La tizia non evitò di dedicare sguardi anche al sedere di Piero mentre lui si allontava, e al suo ritorno fu molto sbrigativa, forse per fuggire da una situazione imbarazzante.

Dopo averla congedata, Piero sospirò. ‘Può uscire Elisa.. allora qual è il suo verdetto?’. ‘Non dirmi che non ti sei accorto di quanto te l’ha guardato!! – rispose lei uscendo dal nascondiglio – secondo me si è talmente eccitata che se le capita un’altra consegna ad un uomo solo gli salterà addosso!!’. Piero sorrise. ‘Beh era una ragazza carina comunque!’. ‘Si.. e ho visto che non hai perso l’occasione di guardarle le tette, anche senza scollatura!!’. ‘Già.. era troppo abbottonata, non trova?’. ‘L’avresti preferita più scollacciata, non ne dubito!’. A quel punto, fu Piero a sorprenderla, ma fino ad un certo punto. In fondo, stava solo ripagandola con la stessa moneta, senza neanche esagerare troppo. Si avvicinò e le slacciò il primo bottone della camicetta, quello che era poco sotto all’altezza dell’attaccatura del seno. Nel farlo, approfittò ovviamente per una palpatina con il dorso delle mani. ‘Sarebbe stato sufficiente anche così..’ disse controllando la scollatura.

Poi, con l’espressione di finta insoddisfazione, alzò di nuovo le braccia e slacciò il secondo bottone, che era già leggermente sotto ai seni, tastandola anche più di prima. La camicia si aprì ovviamente in modo molto più marcato. ‘Forse così sarebbe stato meglio però..’ commentò lui dirigendo lo sguardo sul suo petto in modo palese, con una intensità tale da farle indurire all’istante i capezzoli. ‘Mmm.. chissà se anche lei non portava il reggiseno sotto!’ commentò ancora lui, a cui non era sfuggito quel particolare. La squadrò ancora, poi si dedicò al terzo bottone, all’altezza dell’ombelico. ‘Meglio ancora..’ commentò dopo averlo slacciato, al cospetto delle sue tette ormai praticamente quasi del tutto scoperte, con l’eccezione (forse anche casuale) dei capezzoli.

Elisa non si oppose, anzi.. si sentì lusingata da quegli sguardi, ma si riabbotton’ in fretta. ‘Se si fosse presentata così le pizze non le avresti proprio viste! – lo stuzzicò comunque – A proposito.. che ne dici di assaggiarle?’. Suo genero sgranò gli occhi, e lei capì cosa aveva potuto intendere.. ed il doppio senso involontario le piacque. ‘Sto parlando delle pizze!!’.

Scoppiarono in una sonora risata e si diressero verso la cucina. ”Prima vestiti – lo ammon’ lei – che mia figlia potrebbe tornare da un momento all’altro”. ”è sicura di volerlo davvero?” chiese lui malizioso abbassandosi la parte davanti dei boxer per mostrarle di nuovo il suo pene in piena erezione. In quel momento squill’ il cellulare di Elisa.. era sua figlia che avvertiva, in modo inconsapevolmente provvidenziale, che sarebbe tornata a casa nel giro di dieci minuti. ”Adesso si – rispose al ragazzo – come sono sicura di dover rimettere il reggiseno..la serata pazza termina qui..ok?”.

Lui annui suo malgrado, sapendo che oltretutto non avrebbe mai dovuto esserci un seguito..

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