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Racconti erotici sull'Incesto

La lezione

By 12 Ottobre 2009Dicembre 16th, 2019No Comments

Questo racconto conclude una trilogia.
Nei due precedenti racconti, (la sveltina e l’inaugurazione) come avrete notato, sono le circostanze impreviste che s’impongono all’uomo, indipendentemente dalla sua volontà; mentre in questa storia, invece, è l’uomo che crea le circostanze, utilizzando lo strumento sottile dell’inganno.
Vorrei precisare una cosa importante: L’incesto è la situazione erotica più potente che l’uomo possa immaginare. La sua efficacia però rimane tale solo se si sviluppa nello spazio della pura fantasia, mentre perde il suo fascino potente nel momento in cui si realizza nella realtà.
Buona lettura.

Sono un militare in pensione.
Dopo una lunga carriera a comandare uomini, è stato difficile trovarsi, tra le propria mura domestiche, senza alcun ruolo istituzionale, senza responsabilità, senza il peso di dover prendere decisioni importanti.
Le difficoltà maggiori sono emerse soprattutto nei rapporti con la moglie; una donna che in passato ha sopportato tutti i disagi connessi ai rigori della vita militare, vale a dire le amarezze quotidiane conseguenti ai conflitti abituali con superiori e dipendenti.
Con il congedo arrivò la rivincita, poiché il suo ruolo familiare divenne, chiaramente, più importante.
Il giorno, quindi, non era opportuno che restassi in casa ad oziare in pantofole e pigiama, perché la mia presenza significava disturbare abitudini consolidate, quindi dovevo eclissarmi.
Nessuno è profeta in patria, come dicevano gli antichi greci.
Cosi, quarantanni d’onorata carriera agli occhi della moglie contarono meno del cacio sui maccaroni.
Per lei ero diventato un vecchio rincoglionito che si aggirava per la casa con la testa nelle nuvole. Un ingombro insomma.
Dovevo risolvere il problema al più presto, così, una mattina uscii quasi all’alba ed alcune ore più tardi mi presentai a casa con un cane bassotto, dalle orecchie lunghe e pelle abbondante. Mia moglie, non comprendendo il motivo del mio acquisto, sbraitò di tutto, precisando subito che l’animale doveva essere educato alla pulizia più estrema, e che era mio compito provvedere alle sue faccende private. Gli ordini erano categorici e non si discutevano.
Certamente se avessi avuto la possibilità di occuparmi di un nipotino, forse, non avrei acquistato un cane; ma la voglia di accudire ad un essere indifeso, che dipendeva solamente da me, ritenei che fosse la soluzione ideale per risolvere quell’andazzo, caratterizzato da lunghe e noiose giornate.

Mia figlia Manuela, d’anni 33, sposata da quattro, ancora senza figli perché c’erano troppi problemi economici; inoltre aveva appena intrapreso una carriera di funzionario di banca, quindi non conciliabile con l’allargamento della famiglia, il marito, geometra impiegato nell’ufficio tecnico comunale, era dello stesso parere.
Non restava, quindi, altro da fare che condividere le giornate con un cane, il solo che dimostrava rispetto verso la mia persona.
L’impegno cominciò anche a piacermi. Lo sapete che la sera, nei nostri giardini, si aggirano tantissime persone con il loro cane? Tra queste molte sono donne!
Cominciai a fare amicizia con molta gente che amava il proprio cane e da loro imparai a trattare bene il mio, a rispettarlo come animale, ma soprattutto ad affezionarmi come ad un figlio.

La storia che sto per raccontarvi, in ogni caso, non riguarda il mio cane, ma una lezione di vita che diedi a mia figlia Manuele, una lezione che difficilmente dimenticherà. Che cosa c’entra il cane? Ora vedrete!

Una sera mi trovavo a passeggiare tra gli alti tigli del nostro parco cittadino, con il mio fido cane, per fare la solita uscita serale.
La passeggiata era diventato anche il motivo che ci permetteva di allontanarci dalla casa, dove non c’era alcuna libertà di movimento.
Arrivati nel prato centrale, raccolsi un pezzetto di legno e lo lanciai in aria. Con mia gran sorpresa il fido cane invece di correre a prendere il bastone s’infilò nei cespugli e corse lungo il viale di ghiaia che finiva nello spazio attorno alla statua di un noto poeta italiano.
Lo seguii con lo sguardo, e nonostante lo avessi chiamato proseguì senza esitare fino ad avvicinarsi ad una panchina, dove, sollevando le zampette anteriori, si aggrappò alle ginocchia di una persona, una donna.
Lei, per nulla intimorito da quell’imprevista aggressione, lo prese in braccio e cominciò ad accarezzargli le lunghe orecchie. Certamente era una persona che fido doveva conoscere molto bene.
La vista non era come una volta, quindi dovetti avvicinarmi fino a pochi metri dalla panchina prima di poter vedere chi era.

Ciao Manu! Che ci fai qui, a questa ora?
Ciao Papà! Avevo voglia di fare una passeggiata! Questo luogo mi ricorda tanto la mia infanzia!

Mi sedetti al suo fianco ed il caro fido iniziò a muovere la coda, saltando da una parte all’altra. Era felice di poter condividere la panchina tra me e mia figlia.

La sua presenza solitaria a quello ora della sera mi aveva insospettito.
Venne in aiuto il vecchio mestiere di militare, che mi aveva insegnato una regola aurea, dietro ogni effetto c’era sempre una causa, voluta o accidentale.
Gli occhi di Manuele erano rossi, segno che aveva pianto. Poi vederla da sola senza il marito mi sembrò chiaro che la causa dei suoi dispiaceri fosse proprio lui.

Scusami Manu! Forse sono un po’ ficcanaso! Tu hai pianto?
No! Sarà stata la polvere! Oggi c’è un po’ di vento!

Mentiva. Non c’era dubbio. Il vento era appena percepibile.

‘Come mai sei da sola? Tuo marito?

Dopo quella frase, contrasse le spalle ed esplodendo in un pianto liberatorio si gettò tra le mie braccia.

‘Pa! Ti prego basta! Non c’è la faccio!
‘Manu! Che ti succede? Perché piangi?
‘Mario! E’ un vigliacco! Ho scoperto che va a letto con una collega di lavoro!
‘Quel bastardo! Meriterebbe la corte marziale! Se avessi la possibilità, lo passerei sotto le armi! Dimmi? Sei sicuro di quello che dici?
‘Si! In questo momento si trova al Motel Cocù in compagnia di quella stronza! Li ho seguiti e poi sono venuta qua a piangere!
‘E’ un gran figlio di puttana! Non meritava proprio di sposare una ragazza come te! Anche io mi sento tradito da quel gaglioffo!

Come lei, mi sentivo veramente offeso ed indignato per quello che stava facendo a Manu.

‘Ma come cazzo siete arrivati a questa situazione? Per giunta in solo quattro anni di matrimonio! Cristo! Ti avevo sempre avvertito di tener gli occhi aperti! Gli uomini sono cacciatori ed appena trovano la preda giusta! Cazzo! Ce danno la zampata!
‘Forse avrei dovuto capirlo prima! Sono mesi che non facciamo l’amore!

Il discorso cominciò a diventare interessante, ed il linguaggio a degenerare nel classico idioma da marmittoni, che Manu conosceva benissimo, avendo vissuto tutta la sua adolescenza in una caserma.

‘Porca vacca! Manu! Ma lo sai che il sesso è la cosa più importante nella vita di una coppia! Come dicevano gli antichi: le malattie è meglio prevenirle che curarle! Lui, invece, la cura l’ha trovata nelle braccia di un’altra! Cazzo! Potevi sforzarti ad avere tu l’iniziativa sull’argomento!
‘Quale argomento?
‘Scopare con tuo marito!
‘Come cazzo facevo? Mi proponevo sempre, e lui inventava mille scuse! Una volta era stanco! Una volta aveva il mal di testa! Spesse volte usciva con gli amici per fare una rimpatriata! Così diceva quel bastardo!
‘Manu! Hai fatto un errore di strategia impostando il tuo rapporto sulla fedeltà, sulla fiducia e sul rispetto, credo a senso unico! Nella vita di coppia un pizzico di malizia non guasta mai! Tua Madre avrebbe dovuto insegnarti alcune cose! In cui, ti assicuro, è una grande esperta!
‘Di cosa stai parlando!
‘Parlo di estetica femminile! Per certi aspetti è anche colpa mia! Ti ho educato come un soldato! Impedendoti di raffinare il tuo aspetto di donna!
‘Che cosa vorresti dire che sono un cesso?
‘Niente affatto! Anzi nel gergo maschile sei classificabile come un gran pezzo di figa! Solo che!
‘Solo che?
‘Ma guarda come sei vestita! Sei troppo coperta! Le ragazze della tua età non fanno altro che mettere in mostra le gambe, il culo, parte del seno; insomma i vestiti devono esaltare le forme invece di nasconderle! Manu! Per dirtela in parole povere! Un uomo quando ti guarda gli deve diventare il cazzo duro!
‘A Mario gli piaccio come vesto! Ha sempre detto che le ragazze che si truccano e si vestono da puttana non sono il suo genere di donna!
‘Balle! Adesso invece le cerca e se le scopa! Manu! Svegliati! Cristo hai mai sentito parlare di lingerie intime! Di reggicalze e baby doll!
‘Non le ho trovate mai interessanti!
‘Manu! Vivi in un mondo tutto tuo! Tua madre è una vita che li usa! Ti assicuro che la sera, quando a letto si presentava vestita come una ‘grande troia’, le pene e la stanchezza del lavoro sparivano nei piaceri dell’amore! Credimi è il letto che tiene una coppia unita!
‘Adesso sono stufa di quello stronzo! Appena esce da quel fottuto motel, gli sputo in faccia, gli do un calcio nei coglioni e lo lascio!
‘Se fai una cosa simile, commetteresti una cazzata! E’ stupido rompere un matrimonio che, tutto sommato, ti assicura una vita agiata!
‘Cosa? Lo devo perdonare? Ma che cazzo dici!
‘No! Come dirtelo! Ti fa schifo passare per cornuta? Rendigli la pariglia! Vedrai che il suo tradimento ti sembrerà normale! Si chiama rapporto alternativo! Oggi va molto di moda!
‘No! Ho la mia dignità! Non sono una puttana! Poi non ho il coraggio di farlo! Gli uomini li ho sempre tenuti a largo! Adesso mi sentirei molto impacciata a prendere certe iniziative! Papà ero talmente felice del mio matrimonio che l’idea di tradire Mario non mi ha sfiorato mai!

Quelle parole mi fecero venire un dubbio atroce; forse mia figlia era una donna frigida.
Questo poteva giustificare il comportamento di Mario.
La mia mente, in ogni caso, si rifiutava di dubitare sulla scarsa sessualità di Manu. Ero certo che lei aveva ereditato la passionalità di sua madre e la mia audacia, molto apprezzata dalle tantissime amanti che ho avuto.

‘Possibile che almeno una volta, dico una sola volta nella tua vita, non ti è mai capitato di desiderare un uomo che non fosse tua marito!
‘Ma! Papà, è ridicolo!
‘Ma in che mondo hai vissuto finora! La vita è fatta anche di desideri proibiti! Cazzo capita a tutti!

Non avrei mai immaginato che Manu fosse così ingenua e priva di qualsiasi malizia.

‘Si! Sono una stupida romantica! Papà non resisto più! Ora vado dentro e li faccio a pezzi tutte e due! ‘ piangendo – Oppure mi ammazzo! Oddio papà aiutami! Sono veramente disperata!
‘Fermati per carità! Ragiona! A che servirebbe fare una carneficina! Uccidersi poi? Sei impazzita!

Dopo aver riflettuto sulla grave situazione mentale di Manu, mi venne un’idea, un po’ scabrosa.
Mi vergognai dell’idea che avevo avuto, ma in quel momento, mi sembrò una buona soluzione per farla uscire da quello stato di confusione.

‘Senti Manu! Ho avuto un’idea magnifica! Ho giusto una terapia adatta alla tua situazione sentimentale! Però, devi fare tutto quello che ti chiederò! Ti fidi ancora di me?
‘Si! Sei mio padre!
‘Appunto! Noi militari abbiamo un motto ‘mai fuggire di fronte al nemico! Affrontarlo per vincere o morire con onore!’. La terapia che ho in mente ti aiuterà senz’altro, perché ti farà capire come funziona la vita, al di là delle apparenze ed al di là del bene e del male! Una vera e propria terapia d’urto! Uno shock per guarire da un altro shock! Ti assicuro che funziona!
‘Cosa dovrei fare?
‘Dovrai seguire tutte le mie indicazioni! Vedi, ora non scorgi alcuna via d’uscita dalla tua disperazione, sei smarrita, perché nella tua mente la figura di Mario è l’unico modello maschile che conosci! Devi allargare i tuoi orizzonti! Per farlo ti occorre lo spirito giusto, proprio quello che ti serve per affrontare un nuovo stile di vita! Ed io ho intenzione di insegnartelo!
‘Non capisco?
‘Vieni a casa e vedrai!

Manuela è sempre stata una figlia ubbidiente. Per cui, qualsiasi cosa avessi chiesto lei si sarebbe fatto in quattro per soddisfarla, anche se la richiesta fosse stata assurda.

Accettò e tenendosi attaccata al mio braccio, con il fido cane che gironzolava allegro tra le nostre gambe, mi seguì a casa.

‘Ciao Ma!
‘Ciao Manuela! Che sorpresa! E Mario?

Mi guardò come se volesse un suggerimento, poi, prese una boccata d’aria:

‘E’ stato trattenuto dal Sindaco, credo per alcuni problemi tecnici riguardanti il piano regolatore, quindi farà molto tardi! Per fortuna che ho incontrato papà, per caso; entrambi abbiamo pensato che ti avrebbe fatto piacere avermi a cena!
‘Hai fatto bene! ‘ guardandomi di straforo ‘ ogni tanto ne fa una giusta!
Rivolto a mia moglie: ‘Senti cara! Dovrei chiudermi nello studio con Manu! Dobbiamo parlare di una faccenda molto delicata! Mi raccomando, intanto tu prepara pure la cena, e, per almeno un’ore abbondante, non ci disturbare!
‘Ma che dici? Sei impazzito! Cosa c’è di così importante che io non debba sapere?
‘Forse mi sono spiegato male! Certamente non resterai all’oscuro di niente! Solo che, per adesso, è necessario che lei resti sola con me!

Non capì un cazzo, e con lo sguardo perplesso fissò prima me e poi Manuela, che oscillando il capo fece comprendere a sua madre che era d’accordo.

‘Per me siete pazzi! Fate come volete! Ci vediamo all’ora di cena!

Presi Manuele dai fianchi e, con dolcezza, le feci strada fino allo studio. La sua espressione era tale e quale a quella della madre, poiché non capiva che cosa mi stesse passando per la testa.
Appena entrati, la feci accomodare sulla sedia di fronte alla scrivania. Prima di sedermi davanti a lei, accesi la lampada sul tavolo e chiusi gli scuri delle finestre.

‘Papà da quando ti sei messo a fare lo psicologo!
‘Mia cara, sono stato un comandante di uomini, quindi ho imparato a conoscere il carattere delle persone; ti assicuro che la terapia è molto efficace e ti toglierà qualsiasi blocco di natura psicologica! Durante la N.A.I.A era una prassi normale! Parola di soldato! Sei pronta?
‘Dovrei?
‘Mi sembra un si!

Spensi la luce della lampada e la stanza piombò nel buio pesto.

‘Bene! Ora, spogliati!
‘Papà! Sei impazzito? Di fronte a te?
‘Ti fidi di me?
‘Si! Però, quello che chiedi mi sembra un po’ esagerato! Perché dovrei spogliarmi?
‘Immagina un uomo, che deve attraversare un percorso di guerra in un bosco di montagna, in piena notte, completamente nudo! Non credi che in quei momenti le sue paure più recondite emergeranno fino a farlo tremare dal terrore? Pensa, è nudo e completamente esposto a tutti i pericoli che lo minacciano nell’oscurità! E’ un’idea disarmante, ma quando avrà superato la prova ne uscirà un uomo forte e sicuro di se! Fidati! Adesso spogliati! Siamo al buio! Non posso vederti!
‘Vabbè! Faccio come dici tu!

I rumori, provocati dai movimenti e dal respiro forte di Manuela, mi fecero comprendere che aveva accettato il mio piano, quindi lo spogliarello era in piena fase, potendolo solo immaginare.
Per ovviare al problema, con cautela, da un cassetto prelevai il visore notturno, lo accesi e subito vidi mia figlia in reggipetto che stava sbottonandosi la gonna, che fluttuando scivolò a terra.
Poi, posandosi le mani sui fianchi.

‘Sono spogliata! Adesso cosa devo fare!
‘Un momento! hai detto spogliata? Vuoi dire che non sei nuda?
‘Ma papà! La cosa comincia a diventare ridicola!
‘Manu! Invece, è una cosa seria! Fidati di tuo padre! Solo mettendo a nudo i propri problemi questi si possono rimuovere!
‘Vabbè!

Intanto, a mia volta, sbottonai i pantaloni e, agendo con attenzione per non farmi scoprire, li tolsi lentamente unitamente alle mutande. Fu un sollievo perché il cazzo era già a tiro. Lo calmai con alcuni colpi di mano mentre stavo gustando Manu che si sfilava il reggiseno e le mutandine.
Dio santissimo che pezzo di figa.
Accidenti a Mario, doveva essere un vero cretino per trascurare una donna come lei. Manu aveva raggiunto una bellezza matura e raffinata.
Era incomprensibile come mai, una donna avvenente come lei, non si curava della propria bellezza; mentre uomini idioti, come Mario, correvano dietro le gonne di donne che camuffavano la loro mediocrità esaltandola con cosmetici ed espedienti artificiali.
Il cazzo intanto continuava a palpitare al cospetto di quel fantastico corpo. Lo tenevo a bada con altri colpi decisi, nell’attesa di fargli gustare il suo nutrimento naturale.

‘Sono completamente nuda? Adesso che cosa dovrei fare?
‘Adesso, dobbiamo creare l’effetto percorso di guerra! Questo ti aiuterà a fare emergere gli impulsi naturali che soffochi con la ragione e pregiudizi sbagliati! Dovresti avvicinarti alla scrivania ed appoggiarti con i gomiti! Tenendo le gambe molto aperte!
‘Insomma dovrei mettermi a pecorina! Ma è ridicolo! Che senso ha tutto questo?
‘Invece ha senso! Immagina la donna primitiva! Quando gli uomini entravano nella caverna, lei si metteva a pecorina per farsi scopare dal primo che capitava! Il matrimonio non era ancora stato inventato. Le donne erano di tutti, chiaramente soprattutto del maschio dominante!
‘Papà non so in cosa consiste questa strana terapia, ma comincio a dubitare circa la sua funzionalità!
‘Manu! Libera la tua mente da tutti i pregiudizi! Immagina di essere in una stanza affollata! Con tanti uomini dietro di te! Vinci le tue paure e renditi disponibile a loro, per tutti! Devi imparare a valorizzare il tuo spirito di donna, a sentirti attraente e vincere tutte quelle inibizioni che ti frenano!
‘Ho capito, devo comportarmi come una grande troia?
‘Così è! Se ti pare! Ora concentrati ed immagina tanti occhi libidinosi che ti guardano il culo! Uomini eccitati che desiderano solo scoparti!

Mi alzai con una vistosa erezione del cazzo, che sporgeva oscenamente dal grembo.
Lo vidi che palpitava al ritmo impazzito del cuore, e della mia mente impregnata d’estrema libidine, anelando di poter sfogare la bramosia accumulatasi in quei momenti d’estrema eccitazione.
Mi spostai dietro la sua schiena, con il visore notturno ancora calzato, ed ho potuto finalmente apprezzare le fattezze del suo corpo superbo: un culo di straordinaria bellezza, glutei ben torniti che si dividevano divinamente in corrispondenza dello scoscio, separati dalla figa, che appariva come un disco ovale diviso da due labbra sporgenti.
Ad un tratto, tra le labbra della figa, scorsi dei movimenti. La sua mano faceva capolino tra le cosce aperte. Manu aveva preso alla lettera il mio invito a concentrarsi. Si era talmente immedesimata nella parte di una puttana pubblica, che si era eccitata come una cagna in calore.
Adesso stava spazzolandosi la figa, con alcune dita ficcate nella vulva.
Bene, non era frigida, la sua sessualità era solo repressa da pregiudizi sbagliati, quindi era sufficiente creare le condizioni ideali per scatenarla.
Di fronte a tanta sensualità il cazzo sobbalzò nuovamente, e questa volta ho dovuto menarlo con più forza.

Sorrisi perché la mia strategia stava funzionando perfettamente.
Era arrivato il momento di passare all’azione.
Durante la carriera militare ho frequentato corsi di difesa personale, perciò conoscevo perfettamente le tecniche per bloccare una persona.
Eccitato come uno stallone davanti alla sua giumenta, senza esitare un solo istante, mi lanciai sulla schiena di Manu, poi spingendola verso la scrivania la inchiodai completamente, senza darle alcuna possibilità di movimento.
L’eccitazione e l’adrenalina mi avevano reso molto forte e soprattutto ardimentoso.
Finalmente potevo soddisfare la brama di quel magnifico corpo che stava facendo battere il mio cuore come quello di un ragazzino.

‘Cazzo Pà! Sei impazzito! Cosa vuoi fare!
‘Manu! Ricordati che uno Shock elimina un altro shock!

La tenevo bloccata alla scrivania, mentre con una mano afferrai il cazzo, puntando la grossa cappella contro la sua figa.

‘Dio santissimo Papà! è quello che penso! Sei impazzito! Sono tua figlia!
‘Manu! Ricordati quello che sei in questo momento! Chiunque può prenderti! Io, quindi, sono un uomo qualunque! Credo che la sola immaginazione non basti a farti capire quello che voglio insegnarti! Adesso diamo concretezza alla fantasia! Con qualcosa di sostanzioso! Un cazzo vero! Ora, rilassati!
‘Tu sei mio padre e no una persona qualunque! Dio santissimo, era questa la tua idea?
‘A! finalmente hai capito! Cazzo! Vedo che sei bagnata fradicia, sei eccitata vero?

Non gli diedi il tempo di replicare. Con un movimento repentino delle anche, la penetrai profondamente.

‘Dioooo ooo Papàààà, cosa hai fattoooo?
‘Sii, Cristo! è bellissimo! quanto sei stretta! E’ calda’ mmmm
‘ooo, pa’ non doveviii mmm cristooo, mmm! Sono tuaa figliaaa mm
‘Rilassati! Goditi sto cazzo qualunque, che non è quello di tuo marito! Lascia perdere a chi appartiene! Rilassati! Sento che comincia a piacertiiii ! Mmm, dio quanto sei bonaa’
‘Come? Puoi vedermii oooomm?!
‘Sono un militaree mmmm ooo tooo.. ho i miei trucchiii mmmm toooooo

Dopo alcuni colpi, assestati in modo veloce e penetranti, cominciai a percepire un atteggiamento più mansueto, che denotava una resa incondizionata a quella scopata al buio.
Non sembrò solo un’impressione, perché stava cominciando realmente a partecipare al coito.
Conscio del suo assenso, quindi, mollai la presa di judo e mi aggrappai ai suoi fianchi, e, con maggiore concentrazione, iniziai a prendere un ritmo più regolare, con affondi profondi e rapidi, devastanti in ogni caso.

‘Cazzooo’mmmm hoo capitooo hai un visore notturnoooo mmm, Bastardooo allora mi hai visto quando mi sono spogliataa’.
‘Siiiii, mmmm, non mi sono perso neanche un secondooo’ Sei stata magnificaaaa’ Ti piace la terapia d’urtooo!
MMM Siii, comincia a piacermiiii’ Cristoooo pa’ il tuo cazzoo mi riempie la figaaa’ sei più dotato di Mariooooo’
‘Bene mmm visto che la terapia comincia a piacerti che ne pensi di cambiare posizione’?
‘mmmm’ vabbè’ cosa vuoi fare’?

Mi tolsi il visore notturno, non serviva più, sapevo com’era fatta Manu, il contatto con le sole mani era più che sufficiente.
Mi accomodai sulla sedia, la presi dai fianchi e la tirai verso di me, facendola sedere sul mio grembo mentre il cazzo, felicemente, scivolava tra le bollenti pareti vaginali.
Quella posizione era straordinaria, perché mi permetteva di accarezzarla completamente: le cosce, il culo, i fianchi, il ventre e soprattutto di impastare quelle belle e boriose tette.
In seguito, invertì la posizione e, mentre mi cavalcava come un destriero, le sue grosse tette sbattevano contro il mio viso, fino a sommergerlo. Cristo erano sode e la pelle sembrava vellutata come quella di una pesca.
Che delizia accarezzarle la schiena ed il culo.
Ogni tanto la sua bocca si fondeva con la mia, in una danza sinuosa delle lingue.

‘mmmm papà’ sei magnificoooo’ ora capisco perché la mamma la mattinaa.. mmm cantavaa comeee un usignoloooo mmmmm che belloooo, dai scopamiii più forteee mmm
‘Cribbio Manu’ avverto le vibrazioni del tuo corpo’ stai godendo come una pazzaaaa mmm e pensare che quando eri adolescente le tue superbe formeeee avevano già attirato le mie attenzioni!
‘Ooo Papàà ,’. Perché non mi hai fatto la festaaaa?
‘Preferisco oraaa ‘ sei una donna maturaaa! Sono sicurooo che diventerai una grande troiaaa’ si! sarà così! hai talentooooo’ mm e si vede!
‘Siiiiii mm mi piaci quando mi chiami troiaaaa’. Sono la tua troia mmmm, Ho pà.. mi sembra di navigare in un mare infinitooooo mmmm

Quel movimento frenetico mi fece raggiungere l’apice del godimento. I conati di sborra stavano già fremendo nei cunicoli più angusti dei testicoli

‘Paa mmm lo sento più duroooo stai per sborrare? Mmm
‘Siii.. non resisto piùùù’ devo scaricarmiiiii
‘Vienimiiii vieniiii dentroooo, Oddioooo godoooo’

Stava godendo alla grande e si avvertiva benissimo, perché le pareti vaginali pulsavano come se volessero tritarmi il cazzo.
Quello fu il segnale, mi abbracciai a quel corpo conturbante ed immergendo la faccia nelle tette, cominciai a riempirle il ventre.

Uno.. due.. e tre colpi e poi’ venimmo insieme, ansimando in perfetta sinergia..

Infine esausti, immersi nel buio e nel silenzio:
‘Manu! Sei ancora viva?
‘Si! Credo! Dio che scopata!
‘Allora è servita la terapia d’urto!
‘Si! Alla grande! Ho deciso! mi terrò quel cornuto di Mario! Da domani però si cambia! Vita nuova!
‘C’è ancora speranza per il tuo paparino?
‘Certo! Tu sarai il tasso fisso, quello dominante, gli altri quello variabile!
La risata scoppiò spontanea.

Bene, allora posso dire: Missione compiuta! Il matrimonio è salvo!

‘E’ ora di cena! Sbrigatevi altrimenti si fredda!

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