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Racconti erotici sull'Incesto

La mamma

By 5 Agosto 2005Dicembre 16th, 2019No Comments

Da piccolo ero un gran segaiolo, non che ora sia molto più grande, ho 20 anni ma di seghe non me ne faccio più, anche se qualcuna ogni tanto ci scappa.
Mi ricordo i miei primi sali scendi, la mia prima sborrata con gran soddisfazione, per fortuna, esiste la magica fabbrica dei sogni e nei miei, ci sono passate tutte le donne di casa, muse ispiratrici con la mamma in testa, le zie, la nonna e qualche amica della mamma, mia sorella due anni in meno, allora, era troppo piccola perché la vedessi sotto l’aspetto sessuale, anche se diverse volte si è giocato al dottore.
La mamma, è stata la sorgente dei miei primi turbamenti e il divino oggetto dei miei indecenti desideri, le ho spiate tutte, ero affascinato dalle loro tette, chi le aveva a pera, chi a banana chi a cocomero come la nonna, chi al tegamino come l’Amanda solo due capezzoli, piatta da far paura, ma pur sempre tette, l’emozione di vedergli le mammelle anche se solo per un istante, con l’occhio spiaccicato sulla toppa della serratura, la sorpresa di poterle ammirarle senza reggiseno, per poi correre in bagno a masturbarsi.
Seghe, seghe su seghe quando guardavo meravigliato il loro culo o il pube, ricoperto da pelosissimi cespuglietti, se ero fortunato, vi facevano capolino le labbra delle iperdesiderate fighe.
La fantasia ha sempre galoppato immaginando grandi evoluzioni sessuali, corpi attorcigliati in sublimi amplessi, le loro fighe aperte, l’accarezzarsi tra donne, la mamma con le zie, la nonna, pompini da mille e una notte e la mia mano era sempre sporca di sborra.
I sogni con l’andare del tempo si sono trasformati in puro, intenso desiderio e non sapevo cosa fare per riuscire a scopare una di loro, almeno una, di quelle amate e venerate fighe, la dovevo conquistare.
Anna la mamma è una 44 enne peperina, brillante, raffinata, dall’aspetto mediterraneo, mora non molto alta, carnagione scura e due occhi meravigliosi, neri da gatta.
Minuta, ma ben proporzionata, con due seni e un culo da sballo, lo farebbero rizzare ad un morto, una terza da sogno con due belle tette sode e sostenute, due fantastiche chiappe che quando scodinzola si girano tutti a guardarla, una donna di grande fascino e lasciarsi sedurre dalla sua bellezza, non sarebbe un peccato.
Mi eccitavo tremendamente dinanzi ai loro fantastici corpi, anche se molto diversi, la bellezza della mamma, l’abbondanza della nonna, un gran culone e due mammelle che riempiono gli occhi, la zia Amanda secca come un chiodo e quasi priva di forme o la zia Carmen, una montagna di cellulite e rotoli di grasso, con due zinne spaventosamente grandi, ma ogniuna di loro, mi stimolava e accendeva il desiderio.
L’incesto mi incuriosiva e ne ero tremendamente attratto, leggevo tutto quello che trovavo sull’argomento, specialmente i racconti erotici che mi eccitano facendomi fantasticare sulle femmine della mia famiglia che immaginavo nello stesso scenario, dove il protagonista maschile, chiaramente ero io.
Il più delle volte sorridevo dalla stessa ed identica situazione che si ripeteva in tanti racconti, mamme che trovano il figlio con il cazzo in mano, mentre si sparano delle portentose seghe.
Mamme che si sacrificano per soddisfare i loro figli, qualcuna, continua a masturbarli stringendo loro timidamente il cazzo, altre, le più golose, avidamente lo pigliano in bocca facendoli venire con un fantastico pompino.
Che troie, ma quale sacrificio! Hanno voglia di nerchia e molto giovane, sbavano davanti a lunghe e prolungate erezioni, gli concedono il corpo, in estenuanti sedute amorose, per godere da gran maiale.
Ho detto sorridevo perché mi ricordava quello che mi è successo qualche anno fa, ma con una piccola differenza non sono stato io ad essere sorpreso con il cazzo in mano intento a menarmelo.
Andiamo con ordine, una sera di circa tre anni fa, inaspettatamente sono ritornato a casa anzitempo, dovevo svolgere la mia solita seduta d’allenamento, ma a causa di un guasto all’impianto elettrico della palestra, sono dovuto tornare indietro.
Dal salone si vedevano i bagliori del televisore, muto, solo le immagini, vi scorrevano le scene di un filmino porno, un ragazzo di colore dal cazzo enorme, inculava una biondina messa a pecora.
Buttato sul divano l’abito della mamma, più in la nel corridoio, per terra il suo reggiseno, cosa stava accadendo? Avvicinandomi alla camera della mamma, sentivo chiaramente i suoi gemiti, erano sospiri di piacere, di una donna che godeva, con chi era la mamma se il papà a quest’ora è al lavoro? Con il cuore in gola mi sono avvicinato alla porta della sua camera, anche il minuscolo perizoma era lì per terra, sulla soglia della porta, arrivandoci in punta di piedi, silenziosamente, per non farmi sentire.
Con gran sorpresa, la mamma era sola, non che mi dispiacesse, mi sari incazzato come una bestia per il contrario, anche se mi si sarebbe gonfiato il cazzo nel vederla darsi ad un altro uomo, era completamente nuda, sdraiata sul letto con un grosso cetriolo piantato nella figa, le gambe spalancate e tirate su, con i piedi appoggiati sul materasso, sensuale, scandalosa, con gli occhi chiusi, si masturbava spingendo lentamente quel grosso ortaggio avanti e indietro per urlare selvaggiamente quando accelerava il movimento, spingendolo completamente dentro, con l’altra mano, si palpava i seni e si pizzicava il capezzolo stringendolo tra l’indice e il pollice fecendolo ruotare tra i polpastrelli, lo martoriava, strapazzandolo come non avevo mai visto fare.
Uno spettacolo inatteso, conturbante e mi sono eccitato come un maiale con il cazzo che mi esplodeva nelle mutande, più di così non poteva diventarmi duro e grosso da far paura, mi godevo lo spettacolo.
Bellissima, non l’avevo mai vista completamente nuda e per di più, in pose così arrapanti, continuava a masturbarsi, non mi aveva sentito ed ero meravigliato che la sua bellissima figa accettasse un oggetto così grosso, scorreva facilmente, entrando completamente in lei in una profonda penetrazione.
Farfugliava parole quasi incomprensibili tra un gemito e l’altro, siiii siiiiiii amore, spingi, spingimiii, fottimiiiiiii. Quando ad un certo punto, sii siiiiii, sei bravissimo Giacomo, dai figlio mio fammi godere siiiiiiiiiiiiiiiii.
Uno shock pauroso, dopo anni di seghe pensando a lei, ora la vedevo indecentemente masturbarsi e godere, mi desiderava e sognava il mio cazzo, nella sua mente, ero io a procurarle il piacere.
Una cagna in calore, che troia la mamma, aveva voglia di forti emozioni? Non resistevo a quel sublime show, ero più che intenzionato a scoparmela, avrei soddisfatto le fantasie inseguite per anni, ora o mai più.
Mi sono seduto sul letto affianco a lei, è trasalita il suo volto rosso come un peperone, quando ha capito che ero io, cercava di ricoprirsi, voleva darmi delle giustificazioni, ma non riusciva a spiccicare parola, balbettava, iii io.
Non l’ho fatta parlare, mi sono chinato su di lei e le ho infilato la lingua in bocca, ha lasciato che la slinguassi, per rispondere prima timidamente, poi con passione al mio bacio.
Le due lingue, frullavano una contro l’altra, si intrecciavano, le sue labbra carnose spiaccicate sulle mie, mi ha abbracciato tenendomi stretto per il collo, ricambiando con un fantastico gioco di lingua, mentre le mie mani esploravano quel corpo ancora più bello di come l’avevo sognato, di quel poco che avevo visto quando la spiavo.
Ho incontrato il cetriolo ancora infilato nella fregna, era molto grosso, e ho iniziato a spingerlo nella sua figa, larga, dilatata da far paura, lo stantufavo andando avanti e indietro, urlava, si dimenava, il piacere la stava facendo impazzire, dando un ritmo sostenuto alla penetrazione, senza dargli tregua.
La mamma era molto bella, continuavo a muovere l’ortaggio ricoperto da un preservativo, le accarezzavo il seno sodo con i capezzoli turgidi che svettavano grossi, i miei occhi scrutavano le morbide curve del suo adorabile corpo, gioivo nel sentirla gemere.
Quando gli ho sfilato il cetriolo, ho percepito, l’inebriante, intenso profumo di donna, tra le sue gambe ho trovato il paradiso, la sua bella gnocca con due labbroni gonfi, carnosi, le sue piccole labbra aperte e slabbrate in una pozza d’umori che colavano da tutte le parti, un sogno dove infilare la lingua per bere il suo piacere.
Un pelosissimo pube si presentava ai miei occhi, la figa più bella che avessi mai visto, stupenda visione, ora tutta per me, con le cosce completamente spalancate e le gambe sollevate, si offriva alle mie attenzioni, era così invitante che sono affondato con il viso tra le cosce andandola a baciare, la lingua scorreva veloce lungo la fessura, mi soffermavo sul clitoride che sporgeva duro tra una selva di peli neri, lo ciucciavo avidamente, stimolandolo con colpetti della lingua.
Le mani della mamma sono arrivate al pacco, con una mi strizzava il cazzo sopra i pantaloni, con l’altra li slacciava e li ha fatti scendere impossessandosi della nerchia, la sua mano calda lo stringeva e sono saltato quando l’ha ingoiato, lo succhiava golosa, si consumava la lingua lungo la mia la mazza di tamburo, lappava la cappella e faceva scorrere la mano avanti e indietro, diventava sempre più duro.
Le mie dita dentro la sua fica, frugavano, esploravano, facendola gemere, lei a cavalcioni sulla mia faccia, continuava ad ingollare profondamente il cazzo, spingendoselo in gola, un sessantanove che non dimenticherò mai.
Da quella posizione vedevo il suo culetto, con la lingua andavo a stimolarlo e piano, piano cedeva facendomi strada, era una vera tentazione, il suo buchetto stretto, grinzoso, solcato da mille pieghe, una bellissima voragine scura, lo desideravo, bramavo un rapporto contro natura, dovevo inculare la mamma.
Pisciava sborra, una vera fontana, riempiendomi la bocca del suo buonissimo nettare, ero riuscito a donarle un paio d’orgasmi, con l’incalzante lavoro della mia lingua, anche se inesperto, ero riuscito a stimolarla come si deve.
Fottimi figlio mio, fai godere quella troia della mamma.
Si è girata e sempre a cavalcioni ha preso il cazzo avvicinandolo alla figa e ci si è seduta sopra, lasciandosi penetrare a smorza candela, in un sol colpo è scivolato dentro, senza nessuna fatica, non che sia un superdotato, ma mi difendo e nonostante la sua abbondante dilatazione, la sentivo molto bene, mi stava cavalcando spingendo il bacino con impeto, le toccavo i seni, afferravo i suoi capezzoli strizzandoli tra le dita e lei continuava a saltarmi sul cazzo, lo voleva sentire in profondità, l’aiutavo tenendola per le chiappe, dure, contratte nel suo spingere, dandogli il ritmo, quando anch’io spingevo verso di lei.
Le tette ballavano, i suoi capezzoli grossi, duri, come impazziti sbatacchiavano da una parte all’altra, ero talmente eccitato che non riuscivo a venire.
Desideravo possederla animalescamente e l’ho messa a quattro zampe, tenendola per i fianchi ho iniziato a muovermi spingendo con impeto, come un toro da monta, ero esausto ma prima dovevo riempirla di sborra.
Ora la trombavo tenendola per le mammelle per i capezzoli, urlava come un’ossessa, incitandomi a possederla con più vigore.
La tentazione per il sederino, era forte e l’ho infilzata anche nel culo sbattendoci dentro un dito senza tanti complimenti, sino alla nocche della mano e la mamma ha strillato, il piacere si stava impossessando di lei.
Sii siiii dai figlio mio, toccami bene siiiii siiiiiii cosi cosiiiiiiiii.
Spingevo, spingevo con furia, con un dito infilato nel culo e il cazzo dentro sino alle palle, la mamma con la testa appoggiata nel letto, teneva ben alto il suo culetto.
Fammi godere ancora, vienimi nel culo.
Senza rendermi conto della grossezza del mio pene l’ho penetrata affondando deciso, nel suo stretto buco del culo, questa volta ha urlato di dolore, ma ben presto, dai suoi ululati, dai suoi gemiti, il dolore era solo un lontano ricordo, gli orgasmi si susseguivano uno appresso all’altro e si contorceva in preda alla più sfrenata libido.
Ora il possesso della mamma era totale, era da molto che la sbattevo, e il suo buchetto stretto mi aveva eccitato ulteriormente, sentivo il sopraggiungere i primi spasmi dell’orgasmo.
Mi sono svuotato nel suo budello, ed ora ero io che ululavo, sbrodavo nel suo culo e schizzo dopo schizzo l’ho riempita.
Si è adagiata sul letto, era esausta, il buchetto largo, aperto come un cratere, lasciava che la sborra le colasse tra le chiappe, il suo viso era felice, quello di chi ha goduto intensamente.
Mi sono avvicinato e l’ho baciata dolcemente sulla bocca, anche io ero esausto, ma era troppo bella e non smettevo di ammirarla, il suo corpo non aveva segni d’invecchiamento, solo qualche rughetta sugli occhi, per il resto dava filo da torcere a tante giovani troiette.

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Gio

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