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Racconti erotici sull'Incesto

La nonna

By 15 Settembre 2018Dicembre 16th, 2019No Comments

La nonna. (118 ‘ 60 ‘ 90)

Il sogno diventa realtà

Sabato. Ancora assonnato entro nel bagno. Non mi rendo conto che il vano doccia &egrave occupato. Mia nonna, la madre di mia madre, sta facendo la doccia. &egrave nuda. Nonostante la sua età, ha un corpo da suscitare invidia nelle ragazze del quartiere. Cercherò di descriverla. Alta 175 cm, gambe lunghe con misure (appurerò in seguito) da favola. 118 cm di circonferenza seno e con capezzoli che sembrano due grosse ciliegie; un giro vita stretto: 60 cm e fianchi larghi: 90 cm. insomma mia nonna ha una fantastica carrozzeria ed &egrave tutta roba sua. Non ha mai subito ritocchi. Solo le zizze sono un po cadenti. Questo &egrave dovuto in parte all’allattamento delle sue due figlie: mia madre e sua sorella, in parte all’età: ha 52 anni; ed in massima parte alla grossezza ed alla pesantezza della sue zizze. Con una mano tiene sollevata una sua mammella e con l’altra tiene il telefono doccia ad irrorare la sua zizza. I capezzoli sono tutti fuori e credo siano anche duri. Alla vista di tanta magnificenza il mio inquilino ha una impennata stratosferica. Porto le mani sul davanti e copro la mia eccitazione. Sono incantato. Lei solleva la testa e mi vede. Per un attimo i nostri occhi si incrociano. Poi i miei occhi ritornano a puntare le sue zizze. Sono un magnete. Lei sorride. Chiude l’acqua; esce dal vano doccia; si avvicina; allunga le mani; afferra i miei polsi e libera lo sparviero che svolazza verso l’alto. Abbassa lo sguardo e punta gli occhi sul mio cazzo.
‘Però! Sei ben fornito. Mia figlia &egrave stata brava nell’impastarti.’
Arrossisco. Per togliermi dall’imbarazzo mi fa girare con il viso rivolto al muro. Mi abbraccia standomi dietro. Il suo corpo bagnato si schiaccia sul mio corpo. Sento i suoi capezzoli che premono contro la mia schiena; sono duri come bulloni. Una sua mano &egrave sul mio torace e l’altra &egrave scesa ad impugnare il mio cazzo. Non riesco a trattenere un gemito di piacere. Lei ha stretto la sua mano intorno al mio cazzo. Sento il pulsare del sangue che scorre veloce nelle vene che lo attraversano battere contro il palmo della sua mano.
‘Questo che sto stringendo &egrave così perché mi hai visto nuda? Cosa di me te lo ha fatto indurire?’
Vorrei urlarle il mio desiderio, ma la vergogna mi frena. Lei comincia a carezzarmelo. Muggisco.
‘Ti piace se te lo accarezzo? vuoi sollazzarti? Lo faresti con me?’
&egrave troppo. Non riesco più a trattenermi. Mi giro verso di lei e l’abbraccio. Sento il suo seno schiacciarsi contro il mio torace. Fisso i miei occhi nei suoi.
‘Sì nonna; ti voglio. Le tue tette sono l’incubo dei miei sogni erotici. Sono la mia ossessione. Dovunque vada me le vedo davanti agli occhi ed ogni volta devo correre in bagno a scaricare la mia libidine.’
‘Lo sapevo. Ho sempre saputo che le mie tette ti attraevano. Credi che non mi sia accorta che guardi nelle scollature dei miei vestiti. &egrave da quando hai cominciato a frequentare il liceo che le mie gemelle sono diventate fonte di attrazione per i tuoi occhi. Ti faccio una confessione. Spesso ho indossato magliette con ampie scollature oppure camicette non abbottonate completamente per favorire i tuoi sguardi. A volte non indossavo il reggiseno allo scopo di farti vedere la spinta che i miei capezzoli esercitavano contro la stoffa che li copriva. Mi piaceva provocarti. Ti guardavo e nei tuoi occhi vi leggevo la bramosia. Il gonfiore della tua patta rendeva evidente il tuo desiderio. Il provocarti mi eccitava. Non eri il solo a masturbarti sognando le mie tette. Anch’io correvo a chiudermi in camera e mi masturbavo pensando a te. La differenza stava nel fatto che tu ti sollazzavi sognando le mie zizze; io. Invece, mi sgrillettavo fantasticando di farti entrare nel mio ventre. Ti rifaccio la domanda: ti piacerebbe fornicare con tua nonna. Vuoi chiavarmi?’
‘Ho vergogna a pronunciare quella parola.’
‘Invece voglio sentirtela dire. Dai, dillo. Solo dicendolo libererai il tuo cervello dal tabù di volerti scopare tua nonna. Un tabù che ti &egrave stato inculcato da una morale falsa e bigotta. Io sono qua pronta ad accoglierti nel mio ventre e niente mi trattine dal farti entrare.’
Mi irrigidisco e grido.
‘Sì, nonna, ti voglio scopare.’
‘Di la parola magica? Dillo? Dì: -Nonna ti voglio chiavare ‘ Gridalo.’
Un attimo di silenzio e poi prorompo in un grido che rimbomba nello stretto spazio della doccia.
‘Nonna ti voglio chiavare.’
‘Finalmente l’hai detto. Non &egrave stato poi così difficile.’
Si libera dal mio abbraccio e si allontana quel tanto che basta dandomi così modo di vederla in tutta la sua meravigliosa nudità. Quante notti ho trascorso sognando di abbracciarla e di sollazzarmi con lei. Quante volte ho cercato di spiarla per vederla nuda; ed ora eccola qui. Davanti a me c’&egrave un corpo che ho visto solo nelle mie perverse fantasie. L’afferro per le spalle e l’attraggo contro il mio corpo. Il mio sparviero si pone fra il mio pube ed il suo ventre. I suoi occhi sono puntati nei miei. Il suo seno e schiacciato contro il mio torace. Guardo la sua bocca. Ha le labbra dischiuse. Avvicino la mia bocca alla sua. Tiro fuori la lingua e gliela infilo in bocca. Lei la serra fra le sue labbra e me la succhia. Poi &egrave la sua lingua a penetrare la mia bocca. Un lungo duello ha inizio nelle nostre bocche. Ci baciamo fin quanto l’aria si esaurisce nei nostri polmoni. &egrave la prima volta che una donna mi bacia trasmettendomi anche il suo desiderio di avermi. Poi si libera dal mio abbraccio, Si gira e si china in avanti poggiando le sue mani sul bordo della vasca da bagno. Allarga le cosce e gira la testa verso di me. Ha gli occhi carichi di desiderio.
‘Dai, vieni a mettermelo dentro. Chiavami.’
&egrave un invito da tempo agognato. Mi avvicino. Con una mano impugno il mio cazzo e lo manovro facendo in modo che il glande si posizioni fra le grandi labbra della pelosa figa di mia nonna.
‘Spingi.’
Fletto il bacino in avanti ed il mio sparviero entra nel caldo nido di mia nonna.
‘Bravo. Continua a spingere. Non fermarti se non quando incontri il mio utero.’
Fermarmi? Non sono mica scemo. Mi chino in avanti e stendo il mio torace sulla sua schiena. La circondo con le mie braccia e vado ad ancorare le mie mani alle sue mongolfiere. Le stringo strappandole un grido di dolore misto a piacere.
‘Ahia! Sì! Fammi male. Strizzamele. Mungimi le zizze. Fammi uscire il latte. Sapessi quante volte ho bramato sentire le tue mani pastrugnarmele. Finalmente il mio e tuo desiderio si &egrave concretizzato. Da oggi tu sarai il mio tiralatte. Ti farò succhiare le mie zizze ogni qualvolta lo vorrai. Ti pongo una sola condizione: – dovrai sempre utilizzare il tuo vomere per arare il mio giardino e riempirlo della tua forza.’
Intanto sono giunto a fine corsa. Il mio glande &egrave contro il suo utero.
‘Nonna sei la donna che ho sempre sognato di possedere. Ti prometto che mai lascerò il tuo giardino senza fertilizzante. Da oggi ogni notte verrò a stare nella tua stanza. Entrerò nel tuo letto e metterò il mio sparviero nel tuo nido. Ti sbatterò fino a farti svenire.’
‘Sarai il benvenuto. Ti accoglierò a cosce aperte. Datti da fare. Usa il tuo cazzo come fosse un pistone. Metti in moto il motore e stantuffa il tuo pistone nel mio cilindro. Fammi andare in fuori giri.’
In casa oltre me e mia nonna non c’&egrave più nessuno. Mio padre e mia madre sono fuori. Hanno deciso di trascorrere il fine settimana in una località turistica di montagna. Ho due intere giornate per divertirmi con mia nonna.
‘Sei pronta? La giostra ha inizio.’
Sempre restando ancorato alle favolose zizze di mia nonna, comincio a stantuffare il mio cazzo nel suo caldo ventre. Lei comincia prima a miagolare poi sotto l’azione martellante del mio cazzo nella sua pancia prima nitrisce e poi da inizio ad una sinfonia di suoni e di grida di piacere.
‘Ihììììì; Sììììììì. Cosììì. Bravo. Yeahhh. Quanto ho sognato questo momento. Amore di nonna tua galoppa, galoppa. Sfiancami. Sventrami. Sbattimi. Chiavami. Ti amo, ti amo. Perché non ti ho preso quando ero ancora in grado di procreare? Mi sarei fatta mettere incinta per poterti allattare. Ti avrei fatto succhiare le mie zizze gonfie di latte fino a farti ubriacare.’
&egrave troppo. Non so se quello che dice &egrave vero, sta di fatto che mi incita ad aumentare di velocità la mia corsa nel suo ventre. Il mio motore arriva al limite.
‘Nonna ti amo. Sono al limite. Vengooo!!!’
‘Siìì! Anch’io sono al limite. Veniamo insieme.’
Un secondo dopo il mio cazzo erutta nella sua pancia copiose bordate di denso sperma che va ad infrangersi contro il suo utero mentre dalla sua uretra un lungo fiotto di cremoso liquido viene pisciato sul pavimento del bagno.
‘Nonna se questo fosse accaduto almeno 5 o 6 anni fa ti avrei impregnata ed oggi avremmo un figlio/a nostro.’
Dal bagno ci trasferiamo nella sua stanza. Trascorriamo il restante tempo a nostra disposizione sperimentando tutte le posizioni descritte nel kamasutra. 48 ore trascorse all’insegna del più perverso degli atti. Ho posseduto; ho chiavato mia nonna: la madre di mia madre. Prima di uscire dalla sua stanza le do un bacio e le dichiaro ancora una volta il mio amore ed il mio desiderio di continuare ad amarla.
‘Nonna, spero che quello che c’&egrave stato fra noi non sia finito. Io ti amo fino al punto di fare un figlio con te. So come possiamo, se tu sei d’accordo, realizzare il mio e tuo sogno.’
‘Amore mio. Fra noi non &egrave niente finito. Anch’io ti amo. Mi sei entrato nel sangue. Tu sarai il mio amante. Sì, voglio darti un figlio e so come fare. Ne parleremo la prossima volta che ci incontreremo. Ora vattene che fra poco i tuoi genitori saranno a casa.’
Ritorno nella mia stanza. Un’ora dopo sento la voce squillante di mia madre che ci annuncia la sua presenza.
‘Amore? Mamma? Ci siete? Siamo tornati.’

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