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Racconti erotici sull'Incesto

La settimana bianca

By 6 Dicembre 2009Dicembre 16th, 2019No Comments

Fin da bambino ho praticato lo sci. Sono cresciuto tra le montagne alte e rocciose. La città in cui vivo è situata alle pendici delle Alpi. I boschi verdi e folti di pini l’abbracciano come la cornice di un quadro.
Sin da quando ero studente liceale presi l’abitudine di trascorre la settimana bianca nella località sciistica della mia regione, una tra le più belle e rinomate d’Italia.
Finita la scuola non persi l’abitudine di quel momento di completa evasione, ed anche da sposato divenne un rito sacro ed irrinunciabile.
La sensazione di libertà che offre un paio di sci non è facilmente descrivibile. Le piste quando sono perfettamente battute diventano un manto liscio e candito come la pelliccia di un peluche.
Così, fedele alle tradizioni, ogni anno prendevo la famiglia e la trasportavo in piena montagna. Per aver un impatto forte ed un contatto diretto con la natura sceglievo le baite sperdute in mezzo alla selva alpina, lontano dal caos cittadino e dalle strade affollate di turisti.
La scorsa stagione invernale il rito si è ripetuto regolarmente. Questa volta, dopo quasi dieci anni di assenza, mia figlia Sandra si è unità alla comitiva partecipando con il figlio Alex ed il marito Vittorio.
Avere il nipotino tutto per me è stato il più bel regola che potessi ricevere in quel periodo. Non vedevo l’ora di insegnargli a sciare e viziarlo come meglio volevo.
Per l’occasione trovai una bellissima baita, posto ai margini di un parete scoscesa che dava sulla vallata più belle e suggestiva della mia regione.
Mia figlia Sandra è una bella donna di trentacinque anni, laureata in medicina e specializzata in geriatria. Suo marito Vittorio è quasi un mio coetaneo, di anni cinquantacinque, anche lui dottore e primario nell’ospedale in cui lavora Sandra.
Apparentemente non dimostravo l’età che avevo. La vita è stata molto generosa con me, grazie ad una borsa di studio sono riuscito ad entrare in accademia ed a ventitrè anni ero già in servizio attivo. Conobbi subito mia moglie e dopo due anni, accidentalmente, nacque Sandra.
Ho praticato molti sport, con la squadra olimpica militare di sci ho partecipate a diverse competizioni internazionali. Quindi rispetto a Vittorio sembravo più giovane r vigoroso.
La baita era molto grande e ognuno di noi aveva la sua stanza. Sandra e suo marito si erano sistemati in quella posta al piano sopra; Mia moglie ed io in quella situata al piano terra, a fianco a quella di Alex.
I Primi giorni sono stati magnifici ed Alex si è divertito alla grande.
Durante quei giorni notai un certo nervosismo nel comportamento di Sandra, cogliendo alcuni atteggiamenti polemici nei confronti di suo marito Vittorio.
Ogni giorno andavamo sulle piste a liberare il corpo dallo stress accumulato. Sandra in quelle occasioni si lasciava andare al divertimento estremo. Quando la vedevo ridere a squarciagola mi ricordava la sua infanzia spensierata. Vittorio non amava la neve preferiva restare rintanato in Baita a leggersi i suoi libri o a lavorare con il computer portatile.
Questo atteggiamento faceva incazzare Sandra fino al punto da far scattare la sua ira che sfociava nelle solite scenate familiari, in cui le rinfacciava il suo egoismo ed il comportamento distratto nei confronti del figlio Alex.
Una sera, dopo che Alex era andato a dormire nella sua cameretta. Decisi di chiarire la situazione una volta per tutte, per il bene del bambino.
Dopo un ora abbondante di accesa discussione non riuscì a risolvere un bel niente perché Sandra incazzata nera si ritirò in camera sua seguita da sua madre.
Vittorio, con voce collerica:

‘Stasera non mi aspettare! Dormirò sul divano!
‘Che novità! Sono anni che dormo da sola!

Io e mia moglie restammo basiti di fronte quelle parole, buttate li come se fossero noccioline. Guardai Vittorio e le feci segno di non rispondere.

Mia moglie, risentita da quelle parole, per spirito di solidarietà verso la figlia e osteggiandomi per il solo motivi di essere un uomo, mi disse:

‘Viene a dormire!
‘No! Rimango a fare compagnia a Vittorio!
‘Resta pure qua! dormi sulla poltrona! Se la tiri diventa un letto!

Cazzo! Doveva essere incazzata per trattarmi in quel modo.
Rimasti soli tentai di intavolare un dialogo con Vittorio, ma è stato tempo perso. Ormai tra quei due si era rotto l’unione e, da quanto mi è sembrato di capire, definitivamente.
Per l’occasione andai nella credenza e tirai il collo ad una bottiglia di grappa, notai che ne mancava una.
Parlammo e ingollammo grappa per parecchio tempo. Vittorio esagerò tracannando diversi bicchieri, uno dietro l’altro, fino a ridursi al punto da non reggersi sulle gambe. Si alzò dal tavolo e con uno slancio si distese sul divano, piombando all’istante in un sonno profondo, con il respiro forte.

Da parte mia, già in preda i fumi alcolici, guardai Vittorio e considerai che era arrivato il momento di andare a riposare.
Osservai la poltrona, poi manovrai tutti gli angoli nel tentativo di trovare la maniglia magica che l’avrebbe trasformata in un letto.
Fu del tutto inutile. Ero in pieno stato di ebbrezza, quindi non riuscì nemmeno a spostarla. Così, innervosito dal fallimento, decisi di raggiungere la camera da letto. Forse la moglie, nel frattempo, si era calmata, senz’altro non mi avrebbe buttato fuori dal letto.

Per fortuna non dovevo fare le scali, perché le gambe mi tremavano reggendomi a stento.
Appena entrato nella stanza percepì un forte odore di grappa. Da quel profumo capì subito dove era finita l’altra bottiglia di grappa. Eppure mia moglie non era il tipo che esagerava nei liquori, anzi, si era sempre limita ad assaggiare senza andare oltre. Si vede che il nervoso accumulato in quei giorni e quello che era successo la sera stessa l’aveva stravolta.

Faceva un caldo infernale, la stanza sembrava un forno. Così mi spogliai completamente e, traballando, riuscì ad infilarmi sotto le coperte. Mi addossai alle spalle di mia moglie scoprendo che anche lei si era infilata nuda nel letto.
Sarà stato l’effetto dell’alcol o il calore e la vicinanza del corpo di mia moglie, ma in quel momento sentì il cazzo che si stava irrigidendo, fino a diventare un palo grosso e duro.
Cavoli, la grappa aveva fatto un brutto effetto. Eccitato dagli effetti dell’alcol allungai un mano e cominciai ad accarezzare il suo culo.
Non lo ricordavo così sodo e tonico. Il contatto suscitò un leggero singulto. Dormiva profondamente.
Dovevo decidere se andare avanti o tentare di addormentarmi lottando contro quella spaventosa erezione.
Il cazzo palpitava come un cavallo imbizzarrito e mi aiutò a scegliere, quindi continuai ad accarezzare quei glutei rotondi fino ad infilare la mano in mezzo allo scoscio.

Successivamente inserì alcune dite nella figa, suscitando lamenti e movimenti leggeri del corpo.
Ad un certo punto si girò verso di me spalancando le cosce. In quella posizione era più facile toccarle la figa e stimolare le parti interne. Ficcai il viso sotto la coperta affondando la bocca tra le sue tette. Le trovai stranamente più grosse e molto più sode.
L’alcol faceva brutti scherzi. Perché ebbi la strana sensazione di essere con un estranea.
Quella donna non sembrava affatto mia moglie. Li per lì decisi di non farci caso, ero talmente ubriaco da non badare a quelle stranezze, che imputai agli effetti dell’alcol.

La fragranza di quel corpo invogliò il desiderio di leccare la figa, così andai in apnea sotto le coperti e ficcandomi tra le su cosce, al buio, guidato solo dagli istinti, immersi la bocca tra le labbra infuocate e unte di umori.
Quando iniziai a leccare nelle parti intime, sentì le sue mani che afferravano il capo spingendolo forte contro la figa.
Sotto lo stimolo della mia lingua, posò le gambe sopra le mia spalle e con la forza dei talloni cerco di tirarmi verso di lei.
Non parlava si limitava ad ansimare con la gola.
Ero super eccitato e in quell’istante bramava follemente quel corpo. Così, lentamente mi distesi con il busto sopra di lei, mantenendo le sue gambe sulle spalle. Poi afferrai il cazzo, come l’elsa di una spada, puntando la cappella rossa e rotonda come una biglia, tra le labbra vaginali. Prima di inoltrarmi tra le sue carni accaldate e riscaldate dall’eccitazione, strusciai la punta tra il clitoride e la vulva vaginale. All’improvviso avvertì le unghia delle sue mani che artigliavano il collo tirando con forza verso di lei.
La figa era talmente impregnata di umori che scivolai dentro profondamente fino alla base dei coglioni. La penetrazione provocò alcuni lamenti ovattati dalla coperta.
Dopo alcuni affondi veloci e penetranti, i lamenti si trasformarono in una cantilena cacofonica, con l’intermezzo di alcuni suoni acuti corrispondenti ad altrettanti affondi dentro di lei.
Presi un ritmo veloce e costante, senza soluzione di continuità, che la facevano fremere come un fuscello tormentata dalla bufera.
Il suo corpo si agitava, partecipando al coito con un movimenti perfettamente sincronizzati ai miei affondi. Mi sentivo smarrito, perché cominciai ad avere dei dubbi. Quella donna non sembrava mia moglie, persino la bocca era diversa, le labbra più carnose ed i baci erano intensi ed appassionati.

Ma che importanza aveva, era comunque meraviglioso. Ero ubriaco, ma felice di esserlo, perché lo stato di ebbrezza mi stava facendo vivere un esperienza incredibile.
Dopo alcuni affondi, la girai a pecorina e da dietro continuai a trapanarla come una furia della natura. Lei partecipava a quell’effusione con tutta l’anima ed il suo corpo era completamente posseduto dal demone della bramosia, e si agitava contro di me con la forza di una valanga.
Dopo alcuni affondi, mi trovai disteso sul dorso, e lei sopra di me che cavalcava come un amazzone in preda all’estrema euforia.
In quella posizione, puntando le ginocchia sul letto, muoveva velocemente il bacino senza staccarsi dal cazzo, che pulsava felicemente imprigionato tra le pareti infuocate della vagina.
Finalmente arrivai all’estremo sacrificio. I primi conati di sborra stavano già sollecitando i testicoli che si erano sollevati nello scroto, ed il cazzo divenuto più duro, cominciò a fremere dentro di lei in attesa dell’estasi finale.
Lei colse quel momento, ed agitando e gemendo come una cagna in calore, aumentò il ritmo del movimento delle anche. Nell’istante in cui sentì le pareti della vagina che si contorcevano dal godimento, lasciai sfogare i coglioni e fiotti di sperma eruttarono dentro quella caverna infuocata ed ingorda.
Infine spossati, e senza alcuna tensione emotiva, ci siamo rilassati. Mia moglie o quella che consideravo tale, continuò a restare distesa sopra di me, con la testa poggiata tra il colle e la spalla.
Dopo alcuni minuti la sentì respirare forte, si era addormentata profondamente. Con cautela e molta difficoltà riuscì a scivolare via. Quel caldo infernale mi aveva messo una sete incredibile.

Facendo attenzione a non far rumori raggiunsi la cucina. Mentre stavo bevendo a canna dalla bottiglia d’acqua minerale entrò mia moglie:

‘Mario! Ma sei impazzito a girare nudo in casa!
‘A sei tu! Pensavo che dormissi!
‘Infatti! Poi mi è venuta sete! Secondo me fa troppo caldo!
‘E si! Allora ti è piaciuto!
‘Che cosa doveva piacermi ? Ti riferisci alla discussione di stasera? Certamente no! Mario non andare in camere nostra!
‘Perché ?
‘Perché questa sera, dopo la discussione tra Sandra e Vittorio, ho lasciato la stanza a nostra figlia! Era stanca e non aveva la forza di salire le scale!

Quella frase mi sconvolse e la bottiglia d’acqua minerale mi cadde dalle ma

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