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Racconti erotici sull'Incesto

LA VILLA SUL MARE

By 31 Maggio 2007Dicembre 16th, 2019No Comments

Salve a tutti. Vi ricordate di me? Sono la vostra amata Federica, che anche oggi ha un’avventura da raccontarvi. Questo mese già la mia parte di soldi che mi mandano mensilmente i miei genitori l’ho finito, poiché mi son rifatta un po’ il guardaroba. Ora avevo bisogno di rimpinguare le mie economie, telefonai allora a Pierpaolo se poteva concedermi almeno 500′ per poter fare il regalo alla mia amica del cuore Lilly e farmi un po’ di spesa, lui mi rispose sul momento di si, e che sarebbe passato nel dopo pranzo a portarmi la cifra che desideravo.

Suonò al campanello, andai ad aprire e lo accolsi appoggiando la mia mano sul suo pacco, lui non fece mossa di fastidio, anzi sorrise. Mi disse che andava di fretta ed era venuto solo per lasciarmi il danaro. Mi disse: ‘Tieniti pronta una di queste sere, perché al comando abbiamo un party.’ Mi lasciò sul tavolo più di 700′, mi salutò ed andò via. Molto eccitata all’idea di essere posseduta da molti uomini, telefonai a Giulio se poteva passare da me per completare quel progetto universitario, mi diede appuntamento per le 15, io allora lavai i piatti e mi dedicai alla cura del mio corpo.

Non erano ancora scoccate le 15 che Giulio con un suo nuovo compagno di merenda si presentarono a casa mia. Suonarono al campanello e mi diressi verso la porta, era mio uso accogliere i miei scopatori mostrando le mie fattezze infatti come al solito mi presentai ai loro occhi come mia madre m’ha fatto. Giulio sapeva che io ero solita accogliere i miei ‘amici’ così tanto che era per lui normale, ma Giorgio no, rimase un po’ perplesso ed il nostro amico comune gli disse: ‘Ma te l’avevo detto che andavamo da una vera zoccola!’ a questa affermazione d’altri tempi m’avrei offesa, ma proprio da quel momento iniziavo ad essere una meretrice a tutti gli effetti. Infatti comunicai la tariffa per gli estranei al gruppo che era di 150′ solo bocca e figa, poi per il servizio semi-completo 230′ e quello completo 280′, in effetti le tariffe erano molto esose, ma dovevo fare così, Giorgio mi chiese se poteva pagare a rate poiché non aveva tutta quella cifra appresso e non voleva perdersi il mio fantastico ingoio, gli feci lasciare la sua patente poiché non conoscendolo avrebbe potuto fregarmi.

Giorgio mi tirò a sé per mano e mi fece sedere sul suo cazzo già bello ritto e duro, iniziò a stimolarmi i capezzoli rendendoli turgidi e facendomi bagnare il clitoride. Giulio allora prese a dirgli: ‘Vedi? La troia &egrave già bagnata, a quest’ora si prenderebbe più di quattro cazzi!’, mi abbassai verso la zip di Giulio ed iniziai a leccare l’asta coperta dai mutandine in microfibra, Giulio allora si calò le mutande e mi cacciò il cazzo in bocca facendomelo ingoiare fino alle gonadi, poi con le mani Giorgio iniziò a sditalinarmi il clitoride stimolando ogni punto possibile esterno della figa. Mi posizionarono con le gambe divaricate e come due cani in calore mi leccavano con avidità la vagina, facendomi emettere ogni umore possibile. Giulio, che aveva la verga già in tiro, non esitò a lubrificarmi il culo e a penetrarmi con tutta la forza che aveva, lasciando a bocca aperta il suo compagnetto Giorgio. ‘Ma come fai?’mi andava dicendo il poveretto che non conosceva le mie possibilità di resistenza al dolore, io godevo e me ne fregavo di ciò che potevano dire la gente di me. ‘La troia gode, e non sai quanto.’ Gli diceva da parte sua Giulio che essendo un habitué dei miei giochetti sapeva ormai ogni mio segreto. Mi alzai per andare a bere un po’ d’acqua e al mio ritorno trovai Giorgio che titillandosi il membro mi invitava ad appoggiarmi le mani sulla vetrata che dava sulla piazza antistante casa mia, lo feci poiché avevo voglia di perversione sessuale, lui mi penetrò la figa già preventivamente bagnata dalle mie stesse secrezioni, non &egrave da tutti i giorni farsi impalare da un bel ragazzo con un’asta di 23 cm, infatti volevo provare tutto con lui.

Giulio allora ci portò nella mia camera da letto e posizionandosi al centro dell’alcova, mi donai a lui con i miei capezzoli i quali strofinavano sulla sua faccia, Giorgio allora mi immise nel mio retto il medio, e poi l’indice, ed anche l’anulare ed infine tutte le cinque dita, dopo passò a perlustrarmi il sedere con la sua mazza, non avrei desiderato di meglio. Squillò il telefono. Loro continuavano non curanti del trillo del telefono, allungai la mano sul comodino per prendere il portatile e risposi. Era Giacomo. Mi chiese: ‘Chi c’&egrave lì? Sento ansimare!’ ‘Dei miei amici’ risposi, ‘Domani sera alle 21,00 non prendere impegni che organizziamo un party nella nostra villetta al mare e ci saranno i nostri più simpatici e carini colleghi.’ Riattaccai senza salutare, poiché volevo godermi i cazzi di Giulio e Giorgio che mi sfondavano di più i due canali. Li feci fermare poiché avevo arsura, e andai a dissetarmi in cucina, al mio ritorno in camera da letto Giorgio mi bendò gli occhi con una calza e mi posizionò a pecorina, poi fecero la gara se io avessi riconosciuto i cazzi dall’entrare nel culo. Fu la volta di Giulio e lo riconobbi subito, poiché mentre scopava sudava come un maiale e mi irrigò tutta la schiena, la particolarità di Giorgio invece era che quando entrava nel culo la cappella la proteggeva con la stessa pelle, per non arrossargli il glande dopo il rapporto. Smesso il gioco del riconoscimento, Giorgio mi fece appoggiare le mani sulla vetrata che da su Largo Gramsci, il quale nei pomeriggi feriali &egrave popolato di ragazzi, e le gambe me le fece posizionare formando un angolo di 45′. Mi cacciò il suo sesso nell’orifizio dell’ano, sputò sopra il glande ed entrò con molta tenerezza arrecandomi un tale piacere che cominciai ad emettere dolci lamenti di incitazione e vedendo che godevo inizio ad andare sempre più veloce facendomi raggiungere il atarassia più completa. Non seppe più controllarsi e mi eiaculò dentro, uscendo però lo sperma iniziò anche esso a fuoriuscire dal buco scendendo come la brezza sui campi scende durante la notte. Giulio dal canto non era ormai capace di alzare un dito tanto si era stancato, ero riuscita a trarre da quei due ragazzi tutto il ‘midollo’. Giorgio nuovamente mi iniziò a titillare i capezzoli, ma io sapendo ciò che mi spettava la sera successiva volli smettere lì la faccenda. Come una brava padroncina gli ordinai di rivestirsi e di andare a prendere la rimanente cifra che mi spettava, Giorgio con la fretta di riprendersi la patente si dimenticò di mettersi le mutande, Giulio invece si avvicinò a me e mi chiese se avessimo potuto fare la doccia insieme, lo assecondai perché mi andava di fare l’amore con lui da solo, perché Giulio sin dalla nostra fanciullezza mi attizzava. Presi dall’armoire un accappatoio per il mio ospite, poi lo condussi con me nella vasca idromassaggio, la quale era già piena di schiuma e Sali, mi immersi nell’acqua e invitai lo stesso Giulio a fare altrettanto. Appena sommerso nella vasca con il piede destro inizia a vellicare il suo sesso rendendolo duro come sassi. Mi diressi verso di lui, ed immergendo la testa sott’acqua gli inizia a succhiargli il sesso con molta avidità, lui gemeva dal piacere ed io godevo nel sentirlo sussurrare apprezzamenti sul mio lavoro. Poi mi mise a cavalcioni sul bordo della vasca e mi passò un po’ di schiuma sul culo, entrò con molta facilità poiché ancora c’erano dei residui di sperma di Giorgio, dopo un quarto d’ora di Sali e scendi mi chiese implorando di poter sborrare dentro la figa ed io sapendo che ero ormai prossima alle mestruazioni gli dissi fai pure, ma per ciò ci vogliono 200 ‘, acconsentì alla mia richiesta e venne abbondantemente dentro la mia ingorda passerina. Poi gli ripresi in bocca il cazzo ripulendolo da ogni residuo di liquido seminale. Uscimmo dalla vasca e gli dissi di cacciare fuori la somma accordataci, lui senza proferire parola mi diede la cifra senza batter ciglio. Suonarono al campanello, era Giorgio con i 280 ‘, mi porse la pecunia sul tavolo della cucina e mi chiese il documento, io andai a prenderlo e glielo porsi, lui chiedendomi un appuntamento mi iniziò ad accarezzare, gli fissai un incontro per lunedì prossimo e gli chiesi se era rimasto soddisfatto del servizio lui mi rassicurò e recandosi verso la porta mi diede un tenerissimo bacio sulle labbra lasciandomi il suo sapore di ragazzino porco.

Feci andare via Giulio e iniziai a riassettare le camere, dal momento che il giorno dopo sarei stata impegnata con i rituali di preparazione per la mega scopata, ponderai che era il momento propizio per mettere un po’ di ordine in casa. Forse più che in casa dovevo mettere in ordine la mia vita, fatta di studio, party e sesso a volontà; ma questa &egrave un’altra storia.

Mi alzai di buon mattino, accesi degli incensi alla fragranza di gelsomino, aprì le imposte che davano sulla piazza e misi all’aria aperta le mie piantine, nel frattempo il caff&egrave era stato preparato dalla mia inseparabile Alicia, la quale mi fu regalata dal mio primo cicisbeo. Riempii nuovamente la vasca idromassaggio e sparsi per il bagno petali di rose rosa fino a farle sembrare un tappeto. Misi su un cd di Boccherini e mi unii al mio bagno caldo. Scoccarono le dodici quando mi suonò alla porta mio fratello Giacomo, che mi diede istruzioni utili su come arrivare alla loro villetta, mi lasciò anche le chiavi della sua mini cooper e mi chiese se avevo bisogno di qualcosa; per la prima volta Giacomo mi si mostrò per un ragazzo dolce e sensibile, allora lo trassi a me e lo baciai con molta passione. All’orecchio mi sussurrò ‘Ti amo’ e si inginocchiò a me che ero con l’abito adamitico addosso ed iniziò a trastullare la mia vagina con la sua calda lingua. Gli presi la testa con entrambe le mani e lo risollevai da terra e gli dissi: ‘Non voglio farti già stancare, continuiamo stasera.’ Mi baciò nuovamente e con la mano sinistra mi palpò i glutei, io lasciai andare copiosamente i miei umori rilasciano un odore di muschio. Abbassai gli occhi a terra e non riuscii più a guardare mio fratello. Mi chiese perché mi comportavo così e gli risposi: ‘Vedi, Giacomo, non so come dirtelo: ti amo!’ e lui: ‘Mi sorprendi sorellina. Non ti avevo mai sentita pronunciare questa frase, sarà vero! Lo ammetto anch’io mi sto attaccando a te con un altro sentimento diverso da quello della fratellanza, ma vedi, non te l’ho dato a vedere, per non ferirti. Cio&egrave per non ostacolare la tua vita futura.’ Mi andai a chiudere nella mia stanza e scoppiai in un pianto, e Giacomo da dietro la porta a dirmi di smetterla, che avrebbero cercato insieme di risolvere il problema. Stese dietro la porta fino alle 15 pressappoco fino a quando mi decisi ad uscire dalla camera da letto che m’aveva visto scopare con i più bei ragazzi dell’università, mi fermò tenendomi per i polsi e mi ribaciò confermando così anche i suoi sentimenti. Dopo un po’ andò via, iniziai a fare il mio solito giro di telefonate e composi un numero, ma era quello di Giacomo!!!! Allora riagganciai, ma lui mi chiamò per sapere se avessi dimenticato qualcosa, gli dissi ‘Ti amo’ e riagganciai come un’adolescente alla sua prima cotta.

Indossai tutto ciò che mi sarebbe servito per la calda serata organizzata da Pierpaolo, misi una mini di jeans e una camicia in seta di due taglie più piccola, affinché l’effetto che procurava, mi faceva sfoggiare la mia quarta di seni ancora di più di quanto non si notasse. Scesi le scalinate del mio appartamento e proprio davanti il portone c’era posteggiata l’auto datami da mio fratello. Aprii la portiera e mi accomodai sul sedile di pelle, aprii (automaticamente) il tetto e misi su l’ultima compilation della Nannini, ingranai la marcia e partii. Feci un giro per il paese per prendere piede con l’autovettura per me molto villana, mi fermai al pub del fratello di Lilly, al quale l’avevo istigato molte volte per poi lasciarlo a bocca asciutta, per vedere dove fosse finita. I complimenti e soprattutto i palpeggiamenti svolti da Glauco mi fecero venire un’idea, cio&egrave me lo sarei portato a letto con la stessa tariffa che adottai per Giorgio, gli proposi il prezzo e lui mi chiese: ‘A che ora possiamo vederci?’ ed io ‘Alle 2 stanotte sotto il portone di casa mia.’ Non vidi Lilly poiché era uscita per delle compere, allora mi accordai con Glauco e mi assicurò che sarebbe arrivato all’ora accordataci.

Risalii sulla mini cooper e mi diressi verso la caserma della marina militare dove ad aprirmi ci pensò mio fratello Giacomo, il quale mi chiese il perché di quell’anticipo e perché fossi andata lì e non sulla villa. Io non sapevo che rispondere, il motivo lo sapevamo entrambi e mi avrebbe fatto piacere che non mi avesse fatto domande. Mi vennero incontro mio fratello Pierpaolo con due stalloni da monta, uno biondissimo e l’altro aveva la carnagione che pareva mulatto, uno si chiamava Christian, il secondo Daniele. Pierpaolo esordì dicendo: ‘Questo &egrave il nostro diversivo di questa sera! Spero che vi piaccia.’ Christian affermò: ‘Ma &egrave fighissima! A questa la voglio impalare con il mio randello!’ non sapendo che fossi la sorella del suo collega, allora Giacomo emise dei colpetti di tosse e pronunciò: ‘Questa &egrave mia sorella, prima di essere il nostro trastullo!’ allora Crhistian si fece color peperone dalla vergogna ed io per toglierlo dall’imbarazzo gli dissi: ‘Non mi offendo, e neanche i miei fratelli.’ Li salutai e feci per andare verso la porta, quando dall’ufficio vicino uscirono altri tre ragazzi sui generis: Carlito, Francesco e Massimiliano che esclamarono ‘Che bella figa! Spero che sia così quella di stasera!’ ed io afferrando Carlito per la patta della divisa gli risposi: ‘E chi ti dice che non sia proprio io?’ e lui imbarazzato ‘Beh, perché tu sei la sorella di Pier!’, gli accarezzai il membro già in tiro e aprii la porta e andai verso il cancello, ad aprirlo manualmente c’era un bel cazzone che non esitò anch’egli ad affermare la mia incantevole bellezza. Dallo specchietto retrovisore vidi Giacomo che correva verso di me, feci retromarcia e mi diede le chiavi, l’usciere allora mi disse: ‘Ci vediamo più tardi!’ ed io ‘Non vedo l’ora!’

Arrivata in villa mi servii un po’ di vodka la serata sarebbe stata movimentata quindi era meglio tenersi ‘allegri’. Presi delle riviste dal porta giornali e iniziai a sfogliarle, era giornaletti porno, i fogli appiccicaticci facevano intendere che uno dei miei fratelli ci si era segato sopra e che la sborra l’aveva fatta finire sulla pubblicazione. A pensare che i miei fratelli oltre a scoparsi le pischelle del paese e me compresa si masturbavano su materiale erotico mi eccitava e non poco, in una delle foto c’era una pornostar che si faceva possedere da quattro ragazzi, ed io pensando a quello che da lì a qualche ora avrei avuto fra le membra non la invidiavo mica, anzi la deridevo di quanti pochi ragazzi aveva attorno. Mi decisi a servirmi un altro bicchiere di vodka, il desiderio di alcolico mi rendeva nervosa, arrivarono le prime due autovetture, scesero Pierpaolo, Christian e Daniele; Giacomo, Carlito, Francesco e Massimiliano, dopo qualche minuto arrivò anche Steeve il portiere. Nel vedermi Carlito rimase esterrefatto, rivolgendosi a Pierpaolo gli disse: ‘Tua sorella? Ma stai scherzando.’ e lui: ‘Ora vedrai se scherzo!’ Allora io per cortesia servii loro dei drink alcolici, per renderli più alticci e sbrigarmi presto. Giacomo andò a prendere dei plaid e li poggiò sul tavolino del soggiorno, Pierpaolo allora mi invitò a fare un piccolo spettacolino, io presi per mano Christian e lo condussi al centro della stanza, m’appoggiai alle sue spalle ed io iniziai ad ancheggiare e sculettare, iniziarono le prime battutine, io continuavo a dimenarmi per eccitare il mio pubblico fino a quando non li invitai a denudarsi delle fogge e a mettersi in fila ad aprire le danze ci pensò Carlito che era ben fornito, gli misurava 23 cm. La cappella era grossa come un fungo, gliela iniziai a lavorare con molta abilità, mi ingoiai la sua asta fino alle palle, non era villoso e a me piacevano gli uomini così, ad un certo punto della fellatio lui si ritirò ed esclamò: ‘Bambola. Vuoi farmi già venire?’, si inginocchiò dietro di me ed iniziò a perlustrarmi gli orifizi meridionali titillandomi e facendomi eruttare umori a volontà. Fu la volta di Daniele e Francesco anch’essi di buone dimensioni 18 e 20 cm, ma me li liquidai subito mi vennero profusamente in bocca ed io da brava zoccola mi deglutii tutto non tralasciandone neppure una goccia. Massimiliano e Steeve invece di farsi spompinare vollero frizionarmi i loro sessi in faccia; dulcis in fundo Giacomo, Pierpaolo e Christian tutti e tre sproporzionati l’ultimo aveva 25 cm minimo di stendardo al quale mi ci avvinghiai con non poca bramosia, e lui mi incoraggiava: ‘Dai Federica continua. Forza continua così. Non fermarti. Sei fantastica.’ Al suo esprimersi io mi eccitavo, e gli imposi: ‘Scopami!’ e lui come un sevo ubbidiente mi sollevò, mi distese sul divano, si lubrificò il cazzo con lo sputo e senza tentennamenti mi entrò in culo come se niente fossi, si formò un carosello di esortazioni e battutine. Carlito allora stirò una coperta a terra, Christian si alzò dal divano e si andò a stendere sul plaid e mi fece sedere sul suo arnese dando i capezzoli alla sua soave bocca, e Pierpaolo di sopra a riempire il mio culo col suo strumento e Giacomo non rimase altro che mettersi davanti alla mia bocca e farsi spompinare fino a quando uno dei due avesse voluto cambiare posizione. Mi ricolmavano di ogni piacere, stantuffandomi in modo regolare ma possente come solo nei film quella coordinazione l’avevo vista. Giacomo allora prese l’iniziativa e fece mettere Pierpaolo sotto io in mezzo e lui sopra, con un colpo secco e preciso mi cacciò dentro l’ano il suo cazzone, rendendomi pazzamente folle. Lo incitavo, e lui mi controbatteva con altre frasi similari, mi sborrò nel mio diletto culo lubrificando l’orifizio per chi dopo di lui doveva coprirmi. Pierpaolo dunque disse: ‘Alla zoccola piace che gli sborriamo ovunque, quindi baldi giovani schizzatele da per tutto!’ I rimanenti della scopata, cio&egrave Pierpaolo, Christian, Carlito, Massimiliano e Steeve, mi fecero inginocchiare davanti a loro, che avevano formato un semicerchio. Steeve bastò titillarlo con un colpetto di lingua che venne sugli occhi, Massimiliano idem ma mi sbrodolò tutto sul musetto come Winnie the Pohoo con il miele. Carlito mi afferrò la testolina e scopò con essa fino a farmi arrivare alle tonsille il suo sesso e a ingollare il suo umore, Christian e Pierpaolo ricomposero il sandwich riempiendo le mie mucose di sperma e facendolo fuori uscire con i colpi larghi e decisi che mi davano. Si alzarono e mi alzai anch’io, come a termine di uno show mi applaudirono e come una coniglietta di Play boy ricevetti da ognuno di noi 150′. Ad alta voce dissi: ‘Ed ora una bella doccia liberatoria!’ andando verso la spiaggetta dietro la villa.

Andai via, dopo avermi ripulita da ogni sozzura di sperma misto a sudore’

Questo &egrave il primo di una serie di racconti incestuosi, se volete potete leggere i miei racconti gay nella sezione a loro riservata. Potete contattarmi su igor.marco.g@alice.it per i vostri commenti, sono ben graditi.

jacoportis86

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