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Racconti erotici sull'Incesto

Lady Checker

By 15 Marzo 2004Dicembre 16th, 2019No Comments

Le cose capitano sempre tutte insieme.

Liza era a Boston, per ultimare i suoi corsi universitari e ci dava dentro da matta per ottenere un ottimo piazzamento ‘lei contava di essere la prima in classifica- anche perché puntava a un incarico interno.

Eileen, la madre, si divideva tra le cento cose che aveva da fare, a cominciare dalla conclusione dell’anno scolastico, perché ci teneva ad affermare sempre di più la Clarence University, di cui era Dean. La più giovane Dean dell’UK. E ne andava giustamente orgogliosa.

Poi c’erano le conferenze, i convegni, il tennis, il nuoto, qualche bridge’

Cercava di vincere la solitudine.

Cinquanta anni sono un’età abbastanza difficile per una donna, specie quando &egrave rimasta vedova e la figlia &egrave al di là dell’oceano.

Rifarsi una vita, come usa dirsi?

Ci aveva pensato, soprattutto per molte insistenze di cui era stata oggetto. Amiche, amici e non pochi pretendenti.

Avere qualche saltuario flirt? Cio&egrave ogni tanto una relazione per soddisfare i sensi?

Non poteva negare che nei momenti in cui più forti erano stati gli istinti sessuali, aveva anche meditato qualche week end dedicato allo scopo. Più di un ammiratore glielo aveva proposto, e qualcuno, oltre ad essere simpatico, era anche molto attraente.

Lei i suoi cinquanta se li portava molto bene.

Abbastanza alta, snella, senza la minima ombra di cellulite o di cedimento della bella struttura complessiva, che poteva sfoggiare un adorabile fondo schiena e un seno, non esuberante, che non aveva ancora bisogno di essere puntellato.

In piscina erano in molti a guardarla con compiacimento e anche con una cerca concupiscenza, a riconoscere che era un bel honey-pot, un bel vaso di miele, e loro ne avrebbero raccolto volentieri, col loro gobstik, il grosso cucchiaio.

Malgrado gli incarichi che ricopriva, aveva un carattere tenero, dolce, delizioso.

Come una gattina, diceva Edward, il fidanzato della figlia, ed anche per lui la futura suocera era una nice pussy, una bella gattina, e sorridendo pensava a ciò che di morbido e peloso ricordava la parola pussy.

No, rifletteva Eddy, non era donna per a quick bang, una sveltina, Eileen era una donna di classe, una raffinata, ci voleva savoir-faire, e cogliere il momento opportuno nel luogo adatto.

Che lui ne avesse trenta e lei cinquanta, non solo non aveva importanza, ma, in fin dei conti, costituiva un’attrattiva. Pensa che bello, concludeva, far inarcare per il piacere una simile giumenta. Era anche convinto che in Eileen c’era ancora qualcosa di inesplorato.

La notizia che Edward era stato ricoverato al Central Hospital, essendo stato travolto da uno scriteriato e semiubriaco motociclista, raggiunse Eileen a casa, verso le sei del pomeriggio.

Il ferito era in sala operatoria da circa mezz’ora.

Il taxi fu veloce, e dopo poco la donna era in Ospedale.

Le era venuto in mente di telefonare a Liza, ma pensava che fosse meglio conoscere lo stato di Eddy.

I genitori di Eddy erano in crociera nel Pacifico.

Passeggiava nervosamente nel corridoio.

Come stava Eddy?

Dopo diversi minuti, si aprì la porta che dava nel reparto operatorio e si diresse a lei, ancora in camice, un medico.

‘La signora Plomer? Sono il Dottor Evans. Lei &egrave parente di Edward Moss?’

‘Si dottore. Come sta?’

‘Le condizioni generali sono abbastanza buone, non ha perduto mai conoscenza, ma gli accertamenti hanno evidenziato delle lesioni ossee che potrebbero avere serie conseguenze.’

‘Cio&egrave?’

‘Conseguenze neurologiche.’

‘Scusi, quali?’

‘Al momento non ha sensibilità nelle gambe e nella parte inferiore del tronco”

‘Paraplegia?’

‘Non &egrave da escludere.’

‘Quindi rimarrebbe paralizzato nelle gambe?’

‘Purtroppo.’

‘E sarebbero coinvolte anche altre funzioni?’

Il Dr. Evans annuì.

Prima di accomiatarsi le disse che tra pochi minuti avrebbe potuto vederlo.

Eileen andò a sedersi, su una sedia metallica, in un angolo. Pensierosa.

Passò un’infermiera.

Eileen le andò incontro.

‘Scusi, posso farle una domanda?’

‘Prego.’

‘La paraplegia, in un maschio, può compromettere le funzioni sessuali?’

‘Certo.’

‘In qual modo.’

‘Così come non si muovono le gambe”

‘Quindi deficienza erettile.’

‘Appunto.’

‘Grazie.’

‘Prego.’

Andò vicino alla finestra, guardò fuori, verso la strada fiocamente illuminata e la leggera pioggerellina che cominciava a cadere.

Mille pensieri nella mente.

Non si poteva pretendere, sia pure in nome del cosiddetto amore, che una giovane donna, esuberante, piena di vita, si legasse a paralitico impotente!

Un ausiliario venne a chiamarla.

‘Signora Plomer, il Signor Moss l’attende.’

^^^

Edward era nel letto, immobile.

Era collegato a diversi strumenti di monitoraggio, ed all’ipodermoclisi.

La leggera coperta tirata fin quasi sotto il mento.

Solo le braccia fuori, dalle quali dipartivano tubi e tubicini.

Il volto abbastanza disteso e senza segni dell’incidente.

Anche la voce era abbastanza sicura.

‘Ciao, Eddy, come ti senti?’

‘Ciao. Al momento non sento niente. Solo una leggera confusione.’

‘Puoi parlare?’

‘Certo.’

‘Come &egrave accaduto?’

‘Ero sul marciapiede, in attesa che il semaforo indicasse il ‘go’. Una moto di grossa cilindrata, che andava a velocità sostenuta e sbandava, mi &egrave venuta addosso. Tutto qui. Un signore si &egrave avvicinato, ha detto di essere un medico, mi ha detto di stare fermo, mi ha guardato gli occhi. Dopo alcuni minuti &egrave sopraggiunta l’ambulanza, mi anno immobilizzato il collo con quello che loro hanno chiamato una ‘Maria Stuarda’, mi hanno cautamente adagiato in barella, caricato sull’auto. Non credo che ci sia altro. E’ già abbastanza questo.’

‘Hanno detto se hai riportato ferite, lesioni?’

‘Hanno parlato di osservazione perché hanno rilevato insensibilità alle gambe. Io, infatti, non le sento.’

‘Chissà se posso restare qui, questa notte.’

‘Non devi sacrificarti. Come hai visto, ho tutta la massima assistenza.

Ti prego, per ora, non dir nulla a Liza né ai miei. Ci sarà tempo.’

‘Non vuoi che rimanga?’

‘Non voglio che ti stanchi.’

Eileen si avvicinò al letto, lo carezzò teneramente, si chinò a baciargli la fronte. Lui mosse il viso protese le labbra, la baciò su una guancia.

^^^

La mattina, Eileen si interessò presso il medico.

Nessuna novità.

Riuscì a parlare con Eddy, gli disse che, purtroppo, aveva impegni precedenti che non le consentivano di andarlo a trovare prima del pomeriggio.

Lui le rispose di non preoccuparsi.

Non gli mancava nulla.

Sarebbe stato lietissimo rivederla in serata.

Eileen s’informò, presso il centralino dell’Ospedale fino a che ora fosse aperta la cafeteria.

Fino alle 8 p.m.

Fece una lunga telefonata al suo vecchio amico Sinclair Muddock, neurologo di fama mondiale, lo interrogò a lungo sulla temuta paraplegia di Edwuard.

Sir Sinclair le disse che a volte era una manifestazione temporanea, perfino apparente. Cio&egrave il malato aveva tutti i sintomi dalla patologia ma non c’era nulla di organico. Lo shock aveva provocato un blocco psichico.

Con ulteriori accertamenti si sarebbe avuta una diagnosi esatta.

Bisognava, comunque, avere pazienza e attendere.

Eileen, però, era preoccupata.

Andò a trovare Edward.

Dall’aspetto sembrava stare meglio.

Gli avevo dato delle vitamine, e avevano iniziato una terapia specifica.

Quando venne il primario, seguito dal suo staff, per il controllo della sera, disse ad Eileen che poteva rimanere.

Guardò gli occhi di Eddy, scoprì le gambe, le punse con un piccolo strumento ad ago, lo stesso fece sotto la pianta dei piedi, ma né il paziente né gli strumenti indicarono reazione alcuna.

Il medico decise di rimuovere l’alimentazione per vena e di somministrare qualcosa di leggero.

Dopo poco, l’infermiera si presentò con una minestrina e della frutta cotta e si apprestò ad imboccare Edward.

Eileen disse che sarebbe andata a prendere un toast alla cafeteria.

Al suo ritorno, l’infermiera aveva già finito, gli aveva lavato bocca e mani, e si apprestava ad andar via, raccomandando a Edward di tirare il piccolo cordoncino che aveva a portata di mano se desiderava qualcosa o sentisse qualche particolare stimolo, come quello di mingere.

Eileen chiese il perché non gli avessero applicato un catetere vescicole.

L’infermiera spiegò che lo svuotamento continuo avrebbe affievolito, o addirittura abolito, gli stimoli naturali

La nurse uscì, augurando la buona notte.

Eileen le disse che sarebbe rimasta lei a fare compagnia al malato.

Edward aveva socchiuso gli occhi, sembrava riposare.

Eileen attenuò la luce, si mise sulla poltrona, ai piedi del letto.

Anche lei fu vinta dalla stanchezza, dall’emozione, dallo stress.

Si assopì.

Quando riaprì gli occhi non comprese subito quanto tempo avesse dormito. Guardò l’orologio. Era trascorsa la mezzanotte.

Si avvicinò a Edward. Non s’era mosso. Il respiro era regolare.

Scoprì un po’ la coperta, toccò le gambe, solleticò leggermente sotto la pianta del piede.

Stava per ricoprirlo.

Gli venne in mente di alzare la camicia, quella tipica, allacciata dietro, che usano solitamente gli ospedali.

Il fallo, flaccido, giaceva, immobile, tra le gambe.

Anche così, però, aveva un suo fascino.

Era armonioso, ben disegnato.

Fu spontaneo, per Eileen, carezzarlo, dolcemente.

Scosse la testa.

C’era pericolo che non si sarebbe mai più eretto.

Lo strinse teneramente.

Il sangue, però, fluiva nelle vene, la sua mano lo sentiva.

Seguitò a carezzarlo.

Sì, il sangue fluiva, pulsava. Debolmente, ma pulsava.

Povero birdie, povero uccellino.

Si chinò a baciarlo.

Lo ribaciò.

Scoprì il glande e lo baciò di nuovo.

Con la lingua lo sfiorò e poi la passò intorno al solco balanico.

Si stava eccitando, Eileen, quasi inconsciamente.

Lo accolse nella bocca e cominciò a ciucciare piano piano.

Quasi non si accorse che quel piccolo fungo cominciava ad enfiarsi. Sempre più. E a mano a mano che s’ingrossava, che sempre più le occupava la bocca, i suoi movimenti andavano cambiando.

Ora era una vera e propria fellatio, con tutte le carte in regola, e con Eileen che era proprio partita e sentiva che qualcosa le colava tra le gambe.

Guardò Edward.

Sembrava dormire.

Sembrava.

Fece appena in tempo a prendere il grosso panno che era sul letto, e ad alzare la testa, che l’eiaculazione esplose violenta e immensa.

Riuscì a non far sporcare nulla.

Lo asciugò accuratamente.

Attese che il fallo riacquistasse la quiete e lo rimise come era prima.

Abbassò la camiciola.

Ricoprì il tutto.

Eddy aprì appena gli occhi.

‘Grazie, Eileen, &egrave stato wondrous, stupendo. Grazie.’

Eileen si chinò su lui, lo bacio sulla bocca.

^^^

I medici dichiararono ‘prodigiosa’ l’evoluzione positiva delle condizioni fisiche di Edward.

La temuta paralisi degli arti inferiori era scomparsa d’incanto.

Il primario sorrise ad Eileen, che era rimasta tutta la note al capezzale di Eddy, e disse che la sua compagnia era stata taumaturgica.

Il paziente poteva essere dimesso, ma era necessaria una certa convalescenza, e un attento controllo.

Edward ed Eileen si guardarono, in silenzio.

La donna col volto riposato e disteso, malgrado la veglia, le emozioni, i turbamenti e i dubbi che si torcevano nella sua mente, chiese al medico se non ritenesse opportuno che fosse lei ad ospitare Edward per qualche giorno, per poterne seguire meglio la guarigione, e accertarsene.

Il primario disse che era una ottima idea.

Eileen si rivolse al degente.

‘Cosa ne pensi, Eddy?’

‘Non vorrei esserti di peso”

Eileen rispose con tono serio, ma che a Edward sembrò allusivo.

‘Faremo in modo che ciò non accada..!’

Stabilirono che Edward avrebbe incaricato la sua housemaid, domestica, di fargli avere quanto necessario: biancheria, vestiti, vestaglie, pigiama, scarpe, pantofole, shaving-kit’

Eileen avrebbe fatto approntare la camera degli ospiti, la guest room, avrebbe ordinato a Meg un lunch per due, e avrebbe atteso un’ora decente per informare Liza di quanto era accaduto e che ora tutto andava per il meglio: Eddy era sotto le sue attente cure, e lei non gli avrebbe fatto mancare nulla. Stessa comunicazione ai genitori in crociera.

Edward sarebbe stato dimesso a mezzogiorno.

Mancavano oltre due ore.

Eileen avrebbe fatto un salto a casa e sarebbe tornata giusto in tempo per rilevarlo.

Sì, dette disposizione per camera degli ospiti e lunch, ma soprattutto si preoccupò che la sua camera fosse in perfetto in ordine e accogliente, che l’adiacente bagno fosse fornito di tutto e che nell’armadio ci fossero le sue più eleganti housecoats, vestaglie, e le più sexy nigties, camicie da notte.

Mancavano cinque minuti all’ora stabilita, quando entrò nella camera di Eddy. Per non avere problemi di traffico, di parcheggio, ed altro, era venuta in taxi ed aveva pregato di aspettarla.

I discharging documents erano già pronti.

Quando giunsero a casa erano in ritardo sulla normale ora del lunch di pochissimi minuti.

Il tempo di lavarsi le mani e Meg annunciò che il lunch era servito.

La conversazione tendeva a languire.

L’argomento più importante non era l’incidente, la salute, la’ guarigione, ma il tempo, la situazione politica.

Eileen si domandava come si sarebbe presentato il pomeriggio.

Che avrebbe voluto fare Edward?

Riposare, leggere, guardare la TV’?

Eddy rifiutò gentilmente il Porto che gli aveva offerto Eileen, e disse che avrebbe gradito sedere un po’ in poltrona.

Si rivolse alla donna.

‘Spero, Eileen, che tu abbia la possibilità to keep me company, di farmi compagnia.’

‘Con piacere.’

Andarono nel soggiorno.

La poltrona era ampia, comoda, non troppo bassa, con un sedile abbastanza largo e una spalliera anatomica che consentiva di poggiarvisi confortevolmente.

Di fronte alla TV.

Eileen sedette su una sedia, poco discosta da Eddy.

‘Perché non siedi by me, accanto a me? Credo che ci sia posto.’

Eileen si alzò, si avvicinò ad Edward, e lei quell’invito, ‘accanto’, lo accolse con una lieve modifica: sedette sulle gambe di Eddy.

Egli rimase alquanto sorpreso da quell’azione diretta e senza mezze misure.

Aveva intuito che l’invito a trascorrere da lei la convalescenza era chiaro riferimento a un prevedibile follow-up, continuazione, dell’esordio ospedaliero, ma riteneva che dovesse essere lui a prendere l’iniziativa e, da buon figlio di Albione, avrebbe proceduto, step by step, gradualmente, e con la massima discrezione.

Ora, il pregevole fondo schiena della sempre attraente Eileen, che dimostrava almeno dieci anni meno dei suoi cinquanta, premeva, sodo e morbido nel contempo, sul lievitante sesso del trentenne e oversexed, allupato, Eddy.

La donna aveva chiaramente percepito il ‘crescendo edwardiano’ e con abili, leggeri movimenti, adeguava l’allargarsi delle natiche al volume di quanto voleva ospitarvi.

C’era ancora troppa stoffa, ma già pensava come provvedere in merito.

Eddy, intanto, aveva deciso di passare alla conferma dell’intento, come dicevano tra amici.

Era chiaro che Eileen ci stava, ma fino a che punto?

L’episodio ospedaliero era stato soddisfacente, d’accordo, ma non era possibile che ci si dovesse contentare di una pura e semplice ripetizione di esso.

Forza, dunque.

Mano alle tette e avviso alle labbra della bocca di tener pronte le altre. Più in basso!

Niente reggipetto.

Tette non troppo voluminose ma deliziosamente palpeggiabili.

Capezzoli sensibili.

Labbra superiori pronte a dischiudersi.

Quindi, sondaggio successivo.

Mano sotto la gonna, tra le gambe.

Decisamente.

Le gambe si dischiudono.

La pattina sottile di un ridotto perizoma, significativamente umida, &egrave più un’indicazione della strada da seguire che altro.

Bei cespuglietti, certamente biondi, che adornavano il tutto.

Ecco. Il clitoride ha reazioni anche più evidenti dei capezzoli.

La vagina sembrava suggere, più che accettare, le dita che vi si intrufolano in avanscoperta. La ispezionano.

Eileen vibra, sussulta.

Eddy comincia a spogliarla.

Lei lo aiuta febbrilmente.

Poi spoglia lui.

Rapidamente, precisamente.

Cadono insieme sul tappeto, incuranti di tutto e di tutti.

Lei alza le gambe, mostra tutta la sua femminilità, la sua attrattiva, la sua bella micina, la pussy cat, morbida e pelosa, alla quale Eddy accosta il suo fallo vibrante e lo immerge lentamente, accolto da brividi di piacere, da ondate di voluttà.

Eileen &egrave avida, affamata, vorace.

Il suo bacino si inarca.

Il grembo palpita, sussulta.

Respira affannosamente, dimena il capo, geme.

E’ squassata da un orgasmo irresistibile, travolgente.

Comincia a rilassarsi.

Le pareti della vagina si distendono.

Poi riprendono a contrarsi e accolgono impazzite il prorompere del piacere di Eddy che la invade, la scalda ancora di più, si diffonde deliziosamente in lei. Sente che sale al cervello, scende lungo le gambe, fino agli alluci.

Lei distende la gambe, senza lasciar uscire dal grembo il sesso del partner.

Lo guarda, gli sorride, chiude gli occhi.

Beata, estatica, ebbra di voluttà.

Giacquero così, immobili.

A lungo.

Eddy,poi, si mise supino.

Eileen allungò le gambe, gli sorrise, lo carezzò, gli strinse il fallo nella mano e chinò lievemente il capo verso di esso.

‘Checked, suitable! Controllato, idoneo’!’

^^^

Eileen era una raffinata buongustaia.

Non voleva farne una scorpacciata, immediatamente, per non perdere il piacere della qualità.

Aveva avuto la conferma che la ospedaliera prova ‘orale’ le aveva preannunciata: Eddy era perfettamente ‘fit’, attrezzato.allo scopo.

Lei, però, doveva accertarsene meglio.

Al momento si alzò in piedi, prese la sua roba, sorrise languidamente a Eddy e gli disse che sarebbe andata a fare una doccia.

Eddy raccolse gli indumenti e si avviò verso la camera assegnatagli.

Il pomeriggio trascorse tra chiacchiere, un po’ di TV, una partita a scacchi, e la visione di un film, in DVD, che aveva dei risvolti chiaramente erotici.

Eileen era sul divano, a fianco a Edward e lui la teneva stretta, titillandole le tette.

‘Eddy, &egrave bello sentirsi carezzare così, ma a me viene subito voglia’ forse perché sono vecchia’ sono alle ultime cartucce”

Allungò la mano sui pantaloni di Edward.

” però’ anche tu’ &egrave il contrappasso per opposizione’ il mio tramonto il tuo fulgido splendore’ gli ultimi raggi che mi scaldano”

Eddy non poteva essere insensibile, a quella mano, a quelle parole.

‘Sei adorabile, Eileen, una deliziosa fanciulla, altro che non giovane’ io ho più voglia di te”

Ritennero opportuno di non perdere tempo.

Decisamente, ma senza fretta, quasi con uno ‘strip’ sincronizzato, si spogliarono, fino a restare completamente nudi.

Eddy prese la donna per mano, la condusse nella camera da letto dov’era una sedia ricoperta d’una coperta bianca, sedette, accolse Eileen sulle gambe, a cavallo, puntò il glande sull’umido ingresso della vagina, ed ella si fece penetrare con brividi di voluttà.

Si strinse a lui.

‘Eddy, sono pazza di te.

Non so come andrà a finire questa storia, ma non riesco a comportarmi come dovrei”

‘Come dovresti?’

‘Non dovrei essere qui, con te, come adesso”

Intanto, si dondolava dolcemente, e sentiva che il suo piacere andava pervadendola completamente, dalla radice dei capelli alle unghie dei piedi.

Strano ‘pensava- sto godendo come non mi &egrave mai capitato, un benessere che va al di là del sesso. Mi sento compiuta, arricchita, perfezionata. E’ il ‘mio’ maschio, quello giusto.

Seguitava a muoversi, a sentirlo entrare e uscire, con un massaggio delizioso.

Il ‘mio’ maschio. Ora capisco il nostro modo di dire: tongue and groove, l’incastro a linguetta. Un incastro meraviglioso.

‘Eddy, tesoro, honey’ miele’ senti come mi fai godere’ senti’ eccomi’ amore’ eccomi’ oooooo, darling, I’m coming’. Vengo’. Siiii’ vengooooo!’

Si strinse a lui, palpitando, spremendolo in se, con un attimo di distensione e l’attesa di sentirne la testimonianza del piacere di lui, che non tardò.

Aveva gli occhi pieni di lacrime Eileen, mentre lo baciava appassionatamente, sulle labbra, sugli occhi’ e si spingeva freneticamente verso lui.

Era la prima volta che Eddy provava simili sensazioni.

Non avrebbe mai voluto staccarsi da lui, Eileen, e fissava nella sua mente, suggellava, il ricordo di questi momenti per riviverli, sia pure col pensiero, almeno in sogno, quando il presente non sarebbe stato che passato.

Passato!

Tutto ha un inizio e una fine!

Eddy, molto probabilmente sarebbe stato il marito di Liza.

Quindi, avrebbe avuto modo di incontrarlo spesso, di rivederlo.

Liza, per l’attività alla quale s’era avviata, avrebbe dovuto fare spesso qualche viaggio: convegni, conferenze’

Quindi’

Questo quindi l’entusiasmava: avrebbero potuto rivivere ancora queste sensazioni.

Questo quindi la angosciava: avrebbe tradito sua figlia, le avrebbe rubato il marito.

No, non era sottrazione: il capitale sarebbe stato sempre di Liza, lei ne avrebbe utilizzato un po’ degli esuberanti frutti che produceva. Una specie di comodato, un prestito gratuito del bene con restituzione al legittimo proprietario dopo l’uso.

Pur nell’agitazione che la turbava, le veniva da sorridere pensando all’esempio giuridico che le era balzato in mente. Anche se inesatto.

Comodato!

Ne avrebbe tratto il proprio comodo, vantaggio, piacere, godimento.

Fu percorsa da un brivido, sentì un po’ di freddo, si alzo da quella incantevole posizione e si diresse verso l’armadio per cercare qualcosa con cui coprirsi.

Eddy andò a sdraiarsi sul letto, così, nudo com’era.

La sua virilità era tornata evidente’ invitante’ stimolante’ attraente’

Eileen si voltò, con una vestaglia in mano e rimase incantata a quella vista.

Altro che il tenue calore che avrebbe potuto darle la vestaglia.

Li c’era un vulcano.

Forse era più esatto dire che c’era il fuoco per il suo desiderio.

Si avvicinò, come falena attratta dalla luce, e andò a sedere sull’obelisco di Edward, the Eddy needle, con un lungo respiro di sollievo che sembrava quello di una affamata che addenta il cibo a lungo desiderato, e non quello d’una donna che solo da pochi minuti aveva avuto un appagante rapporto sessuale.

Prima di iniziare di nuovo la sua danza preferita, rimase così, abbastanza a lungo, per degustarlo, centellinarlo, goderlo, coccolarlo, sentirlo in sé, custodirlo in sé.

Poi fu lei a imporre il ritmo, un po’ egoisticamente, secondo il proprio piacere.

La schiena rivolta a Edward, le natiche che s’alzavano e abbassavano, quasi per dire che c’era ancora tanto da fare, tra loro.

Intanto, quella nuova tappa voluttuosa, stava per essere raggiunta’ fu raggiunta’ meravigliosamente.

Eddy l’aveva compresa ed aveva assecondato il piano della donna: farla godere.

Ora, però, toccava a lui!

Attese che lei si riprendesse un po’.

L’afferrò per i fianchi, la fece stendere, bocconi, sulla sponda, si mise dietro di lei, le dilatò le natiche e puntò decisamente nella stillante vagina, con un colpo deciso che scosse la donna, piacevolmente.

Furono colpi decisi, non violenti ma energici, vigorosi, efficaci.

Si, efficacissimi, perché Eileen cominciò a dimenarsi significativamente e a gemere sempre più forte, lo sentiva, virilmente irresistibile, e fu meraviglioso raggiungere il piacere nello stesso momento, tra i crescenti mugolii di lei e il roco ruggito che sfuggiva dalle labbra di Eddy ad ogni colpo contro il magnifico deretano della donna.

^^^

Erano soddisfatti, certamente, ma già pensavano al dopo.

Avevano fatto la doccia insieme, lavandosi a vicenda.

Lavandosi! Si fa per dire, furono reciproche carezze voluttuose.

Poi decisero di uscire.

Era meglio.

Dovevano interrompere quella smania.

Andarono a un concerto, si distesero.

Eddy ripensava continuamente ai colpi del suo pube contro le natiche della suocera.

Natiche magnifiche, tonde e sode.

La musica gli giungeva quasi come un fastidio che non gli consentiva di concentrarsi mentalmente come avrebbe desiderato.

Un bellissimo fondo schiena, quello di Eileen.

Non doveva, non poteva, lasciarselo sfuggire.

Avrebbe dovuto parlarne con lei?

No, non era proprio il caso.

Eventualmente, avrebbe accennato a quel tipo di rapporto, così, vagamente, tanto per sondarla.

All’uscita, si fecero accompagnare da ‘Tio Pepe’, ordinarono qualcosa di leggero.

‘Tio Pepe’ si avvicinò al loro tavolo, col caratteristico fiasco dal collo lungo e ritorto dal quale fece colare alcune gocce nella sua bocca e poi usò per riempire i calici dei due del rosso vino spagnolo che conteneva.

Chinò il capo augurando salute.

Eileen e Eddy alzarono i bicchieri verso il vecchio spagnolo e bevvero il contenuto. Ottimo, vellutato, aromatico.

Ascoltarono un canto patetico d’una brava artista portoghese, applaudirono la danzatrice che alternava le battute di tacchi alle nacchere, e decisero che era l’ora di tornare a casa.

Certo che come ‘convalescenza’ le cose andavano alla grande!

Eileen pensava come fargli capire, senza dirlo, che l’avrebbe ospitato nel suo letto.

Eddy, nel taxi, profittò per un messaggio d’avanscoperta palpeggiando insistentemente le natiche della donna.

Lei non sembrava dispiacersene. Anzi.

Non ci fu bisogno di parlare.

Andarono insieme nella camera di Eileen.

Eddy rimase in bagno qualche secondo, e quando rientrò in camera era nudo e andò a infilarsi nel letto della donna.

Eileen era radiosa.

Anche lei non si trattenne a lungo, e al rientro indossava solo le lunghe calze nere, autoreggenti.

Eddy stese la mano, prese quella di lei, la tirò verso il letto, e la trascinò su di sé, così com’era.

La donna si attaccò alla spalliera di ottone del letto, lui le dilatò le gambe, la sollevò un po’, portò il glande bollente e intriso di saliva direttamente vicino al roseo buchetto tra le natiche e con un colpo preciso e deciso entrò in lei.

Solo un attimo di naturale e involontaria resistenza, da parte di Eileen, alquanto sorpresa, impreparata. Un lievissimo e fuggevole mordersi il labbro inferiore, poi il lento rilassarsi, e la degustazione del ‘nuovo’.

Qualcosa di molto appagante, completata dall’accompagnamento delle eccitanti titillazioni di Eddy, tra le gambe, sulle tette.

Era un ‘servizio completo’, all-inclusive.

Meraviglioso.

Quell’adorabile intruso, in lei, la massaggiava deliziosamente, ed era inimmaginabile il godimento che produceva il suo incontro, percepito attraverso i tessuti palpitanti, con le dita che la frugavano dentro e che avevano perfettamente identificato il suo punto ‘G’.

I capezzoli, strizzati, inviavano stimoli contrattivi a tutto il corpo.

L’estasi che esprimeva il suo volto testimoniava la voluttà dalla quale era travolta e il giungere di orgasmi sconosciuti.

Benedetto Edward, il liquido del suo aspersorio era veramente celestiale.

‘Hai aperto la Eddy way, caro.

La tua strada.

L’hai inaugurata tu.

Inconsciamente l’ho conservata per te, fino ad oggi.’

E, a sua volta, cercò di conservare a lungo, in sé, l’incantevole sesso del suo Eddy.

Si, poteva ben dirlo, suo!

Così come lei era sua, e lo sarebbe stata per sempre.

Per sempre avrebbe ricordato quell’improvviso ‘vernissage’ che lo legava a lei.

Per sempre.

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