Gabriele decise infine di telefonarle. Era diverso tempo che non si sentivano, nè per telefono, nè per messaggi. E lui sentiva di aver bisogno della sua voce. Era solo nella sua abitazione , perciò avrebbe potuto parlare liberamente, senza alcun timore di essere ascoltato. Compose il numero e attese qualche istante, forse troppi. Temeva che non gli avrebbe risposto, d’altra parte lei spesso non rispondeva ai suoi messaggi e pareva provasse gusto a tenerlo sulle spine, a non fargli capire cosa lei provasse, cosa lei pensasse. Infine, rispose.
“Ciao, Gabri.”
“Ciao, cuginetta”.
Ebbene si, la ragazza che egli amava, altri non era che la figlia di sua zia materna.
“dimmi tutto, non mi telefoni mai, è successo qualcosa?”
“si…ecco…mi mancava sentire la tua voce, sai..non ci sentiamo da tanto..”
Lei abitava con i genitori a Torino, era più piccola di lui e frequentava il primo anno di università. Erano quasi due anni che non si vedevano e da quel giorno di 3 anni prima il loro rapporto era cambiato totalmente. Un amore impossibile, desiderato da entrambi ma ostacolato da mille barriere.
“beh, in verità…mancava anche a me sentirti.”
Queste parole fecero piacere al ragazzo. Da quel giorno avevano deciso che avrebbero avuto le loro storie, le loro esperienze. Per lei fu più semplice, considerando il bell’aspetto di ragazza poco più che adolescente. Lui ebbe solo un paio di esperienze di scarsa importanza. Tuttavia, entrambi sentivano il desiderio dell’altro.
“Sai, ti penso spesso..so che dovremmo dimenticare tutto ma…vorrei abbracciarti, vorrei baciarti, stringerti a me..e..ehm..”
“e…?”
“fare l’amore con te.”
Non lo avevano mai fatto, ma semplicemente perchè non ce ne era stata occasione. A sentir quelle parole, lei arrossì. Lo aveva fatto con altri ragazzi, ma non aveva mai desiderato qualcuno tanto quanto desiderava lui.
“Gabri, lo vorrei anche io ma…è impossibile…”
“Lo so che lo è, però…che ci costa fantasticare a proposito? L’unica cosa che non possono toglierci è la fantasia, il pensiero…nella nostra mente io posso farlo con te e tu puoi farlo con me”.
Lei sorrise a queste parole. Si sorprendeva sempre del cugino, aveva un “non so cosa” che non aveva riscontrato in nessun altro.
“e…cosa succede nella tua mente..?”
Un’altra cosa che lei amava era ascoltare i desideri e le fantasie di suo cugino. Però, quella volta rimase sorpresa, in quanto lui non era mai andato così oltre.
“Beh..sei sola a casa..io rientro e ti trovo sul letto che leggi un libro. Cavolo quanto sei bella! Hai un pantaloncino corto e una maglietta senza intimo sotto. Ti guardo e tu mi sorridi, posi il libro e mi fai cenno di sedermi accanto a te.”
“e..poi…?”
lei sentiva che qualcosa si stava smuovendo in lei. Non sapeva se fosse nostalgia dei momenti passati insieme o… puro desiderio.
“poi appoggio la mia mano sulla tua gamba, e ti bacio mentre te la accarezzo. La sensazione delle tue labbra sulle mie è bellissima. Con l’altra mano ti sposto i capelli e ti fiso negli occhi. Il tuo sguardo è fantastico, carico di desiderio, di amore, di passione.”
Gabriele si sorprese di se stesso. Aveva telefonato solo per sentire qualche minuto la sua voce, e invece aveva iniziato a raccontarle i suoi desideri più reconditi. Continuò:
“Scendo un poco e ti alzo un tantino la maglietta, e inizio a baciare la morbida pelle della tua pancia, risalendo molto lentamente..fino al seno. Dio,quanto è bello! Inizio a muovere la lingua su quelle meravigliose colline..e mi soffermo sui capezzoli, titillandoli e mordicchiandoli…”
Lei aveva cominciato a sudare. Andò nella sua stanza e si stese sul letto. La temperatura non era particolarmente alta, ma lei aveva caldo. E sapeva perchè.
“continua…” disse con la voce un pò roca.
“Mentre la mia lingua continua il suo lavoro..con la mano destra sbottono i tuoi pantaloncini. Poi scendo giù e te li sfilo…e inizio a baciare le cosce, descrivendo dei piccoli cerchietti con la lingua, salendo piano..piano…arrivato in prossimità della meta..inizio a baciare l’altra coscia partendo dal basso…finchè…”
Lei iniziò a sentire un richiamo provenire dal basso ventre. Il suo respiro iniziò ad essere un pò affannoso, mentre suo cugino incalzava:
“…le mie labbra si appoggiano sul frutto proibito e tirano leggermente le tue grandi labbra..e la mia lingua si fa spazio al loro interno. Tu ti fai sfuggire un leggero gemito, e poggi una tua mano sulla mia testa, iniziando ad accarezzarmi i capelli. Poi poggi anche l’altra e inizi a spingermi la testa verso di te, man mano che l’eccitazione prende il soppravvento, e inarchi la schiena per sentire la mia lingua più a fondo…”
Lei non ce la fece più. Le parole del cugino non venivano recepite dalle sue orecchie, ma aggredivano direttamente il suo basso ventre, e presto cedette. Abbassò i suoi indumenti inferiori e poggiò due dita sul clitoride, iniziando un leggero massaggio che, via via che il racconto proseguiva, diveniva sempre più rapido.
“Gabri…lo voglio…”
Spronato da quelle parole di una sensualità indescrivibile, Gabriele continuò:
“Smetto di godere di quell’afrodisiaco pasto e tu inizi a spogliarmi. Mi guardi con un sorriso talmente erotico da farmi girare la testa e inizi ad accarezzarmi dolcemente il pene ancora protetto dall’intimo. Poi togli anche quello e inizi a toccarlo lievemente, dandomi dei brividi lungo tutta la schiena, finchè la tua bocca non si abbassa e riceve la mia asta al suo interno.”
Gabriele aveva immaginato mille volte quella scena, ma non aveva mai pensato che un giorno l’avrebbe raccontata proprio a colei che era la fonte delle sue fantasie e la causa della sua eccitazione.
“La tua lingua avvolge il mio pene e mi provoca delle sensazioni indescrivibili…i tuoi occhi fissi sul mio volto contribuiscono a rendere la situazione ancora più eccitante.”
Le gambe di lei si erano totalmente spalancate e l’intensità del movimento delle sue dita continuava ad aumentare. Le parole del cugino stimolavano i suoi sensi in una maniera tale che lei non aveva mai ritenuto possibile.
“Dopo un pò la tua bocca si separa dalla mia asta e ti siedi sopra di me..la tua vagina sul mio pube emette il calore di una fornace..mi guardi, sorridi maliziosamente e te lo infili dentro lentamente. Ogni millimetro del mio pene che affonda nella carne mi provoca un intenso piacere e la vista del tuo volto estasiato è appagante come poche cose nella vita.”
Lei era totalmente in balìa delle parole di suo cugino. La sua mente era ottenebrata, riusciva a pensare solo a quella immagine tanto impura quanto desiderata, le sue dita si muovevano sempre più veloce; iniziò a respirare in modo irregolare e ad emettere dei gemiti che facevano trapelare attraverso il telefono la realtà dei fatti.
“Gabri…ti voglio…”
“Continui a muoverti su di me emettendo degli urletti di piacere che mi mandano il cervello in tilt, finchè entrambi non raggiungiamo l’apice del piacere e il frutto della mia eccitazione non ti riempie totalmente mandandoti in estasi e facendoti accasciare sul mio petto.”
Nel momento stesso in cui il racconto del cugino giungeva al suo culmine, lei faceva altrettanto, giungendo al climax e godendo come mai era riuscita a fare da sola. Respirando affannossamente disse:
“..Gabri…”
“S-si..?”
“Promettimi che tutto ciò accadrà davvero…”
Sorridendo, un pò amaramente, Il ragazzo rispose:
“Si…te lo prometto…piccola mia.”
Il racconto nasce dall'unione di alcune esperienze sessuali e relazionali che ho vissuto. Celeste esiste, ma non è quello il…
Pazzesco..sarebbe bellissimo approfondire la sua conoscenza..
Mi piace pensare sia un racconto reale..se ti andasse di parlarne scrivimi a grossgiulio@yahoo.com
Molto interessante, è realtà o finzione? Dove è ambientato?
Felice che le piaccia. Le lascio il beneficio del dubbio…