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Racconti erotici sull'Incesto

L’ano della figlia

By 13 Novembre 2006Dicembre 16th, 2019No Comments

Mi chiamo Luisa, e ho compiuto diciotto anni all’inizio dell’anno corrente. La vicenda che voglio raccontarvi &egrave avvenuta quest’estate in vacanza, durante un viaggio in camper con i miei che inizialmente io non volevo neppure fare’.
Mio padre ha comprato il camper parecchi anni fa, da allora tutte le vacanze le facciamo in giro per l’Italia nell’angusto spazio di pochi metri quadrati, con poche comodità e, come potete ben immaginare, con ancor meno intimità e privacy tra di noi’
La professione dei miei genitori, che sono entrambi insegnanti, fa si che le nostre vacanze estive siano molto più lunghe del normale: trascorriamo in genere un paio di mesi tra i vari campeggi della regione che scegliamo di visitare, e come pretendere che i miei genitori riescano a trattenersi così a lungo dai loro istinti solo perché nei paraggi ci sono io?
E’ per questo che, dall’età di 5 anni, sono abituata ad assistere alle loro avventure notturne di sesso nel lettino sotto il mio, e da qualche anno ho anche iniziato a godere di questa eccitazione generalizzata per masturbarmi di nascosto sotto le coperte.
E’ tuttavia prassi, fin dalla prima volta che mi sono accorta delle loro effusioni, che io continui a fingere di dormire: ricordo bene quella volta, la prima, quando nel buio vidi mio padre infilare il suo coso in bocca a mia madre senza capire cosa stessero facendo’. Avevo solo cinque anni, e per paura mi rannicchiai sotto le coperte, probabilmente loro neanche si accorsero che io fossi sveglia.
Li sentii andare avanti per ore quella notte, e così tante altre notti.
Adesso però non giurerei che non si accorgano di me, quando accompagno i loro gemiti con il mio ansimare dall’alto della mia cuccetta, tuttavia la tacita omertà tra noi ha sempre funzionato, fino a quest’estate’.
Era una notte come molte ce n’erano già state in luglio: dopo una cena all’aperto con un po’ di vino di troppo (mia madre era letteralmente incosciente) ci avviammo tutti nel camper verso i nostri letti, mia madre portata a spalla da mio padre, poiché le gambe non la reggevano.
Che gran bella donna era mia madre, quarant’anni ottimamente portati, una gran classe, ma soprattutto un bellissimo paio di gambe!
Dovetti aiutare mio padre a spogliarla per metterla a letto, e visto il caldo afoso, al di sopra delle medie stagionali, lasciammo che si stendesse in intimo sotto il lenzuolo: portava un perizoma rosso molto stretto e un reggiseno di identico colore. Riconobbi subito quel completo: sentivo spesso mio padre la notte dirle che era il suo preferito, e che lo considerava il completino delle grandi occasioni’
Capii cosa avevano programmato per quella notte, forse la sbronza di mia madre aveva mandato tutto in fumo, chissà’.
Mi infilaii a mia volta nel mio letto, in alto, sopra del loro, e cercai di prender sonno, ma i borbottii di mio padre scontento mi impedivano di prender sonno’
Mi affacciai leggermente nel buoi per cercare di scorgere cosa succedeva e, senza farmi vedere da lui, scorsi distintamente mio padre che si segava sdraiato a fianco a mia madre dormiente’
Non avevo mai visto così distintamente e così da vicino il suo fallo: era più grosso di quanto pensassi!
Era evidente che mio padre si aspettasse un epilogo migliore per la serata’
Ad un certo punto però la cosa prese una piega diversa: sentii mio padre esclamare:
‘Brutta porca!’
‘Si &egrave accorto di me! Cazzo!’ pensai ritraendomi lentamente
‘Sei una piccola maialina’ continuò. Sentivo che si stava spostando sotto di me, forse si stava alzando’
‘Non hai mai voluto darmelo eh?’ disse con un filo di voce mio padre, continuando il suo strano monologo.
‘Che gran culo che hai Miriam’ Non hai mai voluto darmelo’ Vorrei proprio capire per cosa lo stai conservando”
Capii che non parlava con me: Miriam &egrave il nome di mia madre’ La curiosità e l’eccitazione si riaffacciarono in me, e io mi spinsi nuovamente di la dal bordo per guardare’
Mia madre adesso aveva il perizoma alle ginocchia, e continuava a dormire profondamente su un fianco. Dietro di lei mio padre si segava implacabilmente con una mano, mentre con l’altra esplorava la fessura tra le natiche di mia madre.
Poi di colpo mio padre si fermo, ci fu qualche secondo di stasi completa, quasi dovesse raccogliere il coraggio dentro di se; poi di colpo si mise due dita in bocca e le insalivò bene, e lo vidi condurle diritte tra le chiappe sode di mia madre’
Non ebbi bisogno di pensarci troppo per capire dov’erano finite’ Ora mio padre non si segava più, ma era impegnatissimo a lavorarsi l’ano della moglie, troppo ubriaca persino per svegliarsi; ebbi paura che potesse essere un coma etilico il suo, ma troppe volte avevo visto amiche ubriache nelle stesse condizioni nelle mani di compagni arrapati senza che il giorno dopo nessuno ne facesse un dramma’ Una sana dormita e mia madre avrebbe avuto solo un gran mal di testa il giorno dopo, e a giudicare dall’impegno profuso di papà forse anche male altrove’
Il mio stupore crebbe quando vidi mio padre poggiare la sua cappella contro lo sfintere ormai elastico di lei: e già la pompava dentro e fuori con foga tra quelle chiappe sode e lisce’
Non resistevo più, sentivo il fuoco divamparmi tra le gambe, dovevo placare anche la mia eccitazione ormai alle stelle. Presi a masturbarmi come mai avevo fatto prima, senza curarmi di soffocare i sospiri e i gemiti che spontanei nascevano dalle mie labbra, guidati dai tremiti di piacere che percorrevano il mio corpo.
Ero già fradicia, grondavo umori sul materasso, il loro odore dolce era dappertutto nel piccolo volume del camper: era troppo sperare che mio padre non lo sentisse; ma non me ne curavo, stavo per raggiungere l’orgasmo più bello e intenso della mia vita’
‘Scendi da li!’
Una voce mi interruppe
‘Scendi da li’ So che sei sveglia”
Orrore’ credevo mi importasse solo godere in quei momenti, non avevo fatto nulla per camuffare la mia attiva presenza, credevo non mi sarebbe importato nulla se si fosse accorto di me’
Ora ero pietrificata’
‘Scendi, so che sei sveglia, lo so da un pezzo’ da quando i tuoi umori hanno iniziato a gocciolare lenti dal bordo del letto sul volto di mamma”
Rossa di vergogna feci capolino dal mio letto’
Nulla era cambiato: mio padre era dentro mia madre e lei dormiva’. Lui non la pompava più però, mi guardava, e continuava a tenere la moglie per i fianchi vicina al suo bacino per non uscirne’
‘Scendi giù’ mi disse, questa volta lo vedevo mentre mi parlava, senza avere il coraggio di incrociare però il suo sguardo; Questo era inoltre attratto come una calamita da ciò che prima poteva solo scorgere, mentre adesso si presentava completamente di fronte ai miei occhi. Vedevo la lunga asta di mio padre sparire dentro mia madre, e non vi nascondo che mi causava grande eccitazione nonostante la situazione assurda che si era venuta a creare’
Obbedii a mio padre e scesi dal mio letto.
‘Avvicinati” continuò lui.
Non ero nelle condizioni di fare di testa mia, ero in suo potere, una figlia nelle mani del padre.
Quando fui alla portata delle sue braccia mi poggiò una mano sulla spalla:
‘Siediti’
Mi sedetti.
Ero li seduta sul piccolo lettino, il corpo nudo di mia madre divideva il mio corpo nudo dal corpo nudo di mio padre’
‘Prendilo in bocca!’
Così, senza girarci intorno, mio padre aveva fatto il passo decisivo.
Mi imposi di non obiettare su nulla, mi convinsi di non essere nelle condizioni per farlo, anche se sapevo in realtà di volere anch’io ciò che voleva lui’.
Da seduta, mi chinai verso il culo di mia madre: fui io stessa a sfilarle da dentro il cazzo di suo marito, mio padre’
Lo infilai in bocca come diceva lui; le sue mani ora non tenevano più i fianchi di mia madre, ma accompagnavano aritmicamente il mio movimento su e giù lungo la sua asta.
Sentivo il sapore del culo di mia madre, e al contempo quello del cazzo di mio padre: essi si mescolavano nella mia bocca mentre la forza delle braccia di mio padre mi imponeva di ingoiare sempre di più il suo fallo, finch&egrave non scomparve interamente tra le mie labbra’
Soffocavo, non respiravo più, ma la morsa in cui le mani mi mio padre mi tenevano stretta non lasciavano che quel cazzo enorme uscisse di un centimetro dalla mia gola.
Furono lunghi secondi di immobilità: sentivo il glande gonfio premere nella mia laringe, le mie braccia cercavano di allontanare il bacino di mio padre, ma lui mi teneva serrata su di se, senza accennare un movimento, senza neanche muovere la sua asta dentro di me.
Immobile dentro di me, già messo alla prova dalla lunga inculata con mia madre, venne copiosamente nella mia gola dopo una quarantina di secondi di stasi completa, durante la quale mi dimenavo per cercare di trovare un respiro liberatorio.
Neanche un goccio del suo seme andò sprecato: andò tutto diritto giù per l’esofago, e io potei riprendere a respirare. Avevo bisogno di riprendere fiato: l’apnea prolungata mi aveva stremata, dovetti però arrangiarmi a rifiatare mentre minuziosamente pulivo con la bocca la cappella di mio padre, come lui mi aveva ordinato.
‘Adesso voltati..’ Speravo lo dicesse, temevo che, una volta goduto lui, si sarebbe dimenticato di me’
Invece mi fece mettere a cavallo del corpo di mia madre dormiente, e con la sua lingua iniziò ad esplorare ciò che si nascondeva tra le mie gambe, con me a carponi a ponte sulla mamma’
La sua lingua frugava tra le mie verginità, fradice di umori, e intanto la sua mano teneva duro il suo pene, ormai perfettamente tornato in piena attività.
Mi lasciò carponi quando avvicinò al suo fallo al mio sedere, e sentii la cappella sfiorare le mie grandi labbra ancora perfette e immacolate. Fu però il culo a subire per primo la violazione:
senza preavviso spinse forte contro il mio sfintere, trovandolo ovviamente non pronto a riceverlo, troppo stretto e mai preparato ad una simile invasione. Il suo cazzo era però straordinariamente duro e diritto, e forzava contro il buchetto che si allargava lentamente sotto quella spinta uniforme’
‘Troietta” diceva ora lui con voce oscenamente arrochita dal desiderio’ ‘Sei una troietta, e come le troiette devi essere abituata a prenderlo anche nel sedere. Tua madre da sobria non mi concederà mai di violarla di nuovo nel culo, quindi d’ora in poi sarai tu il mio ano da sfondare.’
Quelle parole non mi offendevano, né mi preoccupavano, ero al momento più preoccupata a gestire il grosso cazzo che si faceva strada nelle mie viscere, non senza procurarmi dolore’
Finalmente fu tutto dentro di me, e lentamente mio padre iniziò a pomparmi sempre con più foga’ Capii presto come dovevo fare per agevolarlo nel suo fare, cosa fare per non sentire troppo dolore:
non dovevo stringere, quel buchino era già abbastanza stretto’ Dovevo solo rilassarmi e iniziare a godere anch’io di quella magnifica cavalcata’
Fremendo ebbi un fortissimo orgasmo; non avrei mai creduto che si potesse raggiungere un tale piace sfruttando la via secondaria di accesso al mio corpo’
Forse perché appena due minuti prima mi era venuto in gola, mio padre non accennava a voler venire, ma pompava selvaggiamente e con sempre maggiore forza. Mi scopò il culo per molti minuti, tirando a volte completamente fuori la sua asta per puoi reinserirla dentro con violenza.
Era assurda la naturalezza con cui adesso quel grosso cazzone mi entrava nel culo.
Finalmente mio padre mi venne dentro, e stringendomi forte a se vi rimase per diversi minuti dopo l’abbondante sborrata, finch&egrave non sentii il suo membro perdere vigore lentamente.
Quando lo sfilò da dentro aveva dimensioni dimezzate rispetto a quelle che avevano sottoposto a dura prova il mio culetto rotondo’ Era vergognosamente sporco di sperma, che capii subito mio padre mi avrebbe fatto pulire’
Ci addormentammo nudi, abbracciati al corpo nudo di mia madre, tra le lenzuola sporche di sperma e umori
Il risveglio la mattina fu per me una gran sorpresa: mia madre e mio padre erano già svegli’ Pensavo mia madre avrebbe dormito a lungo quella mattina, vista la sbronza che si era presa, speravo sarei riuscita a sgattaiolare fuori da quello stretto lettino prima che lei aprisse gli occhi’
Invece era già in piedi, preparava un caff&egrave di cui già si sentiva nell’aria l’odore, solo i suoi occhi tradivano i postumi della bevuta della sera prima’
Mio padre era alle mie spalle, sdraiato come ricordavo si fosse addormentato, ma non avevo bisogno di vederlo per capire che anche lui era sveglio’ Passava lentamente la mano sul mio fianco; mia madre, di tanto in tanto, lanciava uno sguardo nella nostra direzione, ma non c’era stupore né rabbia nei suoi occhi, anzi, era lo sguardo dolce di sempre’
‘In piedi su, la colazione &egrave pronta!’
Feci per alzarmi, ma il dolore nella contrazione dei glutei per compiere il gesto mi ricordò che quella notte il mio culetto aveva subito uno stress cui non era abituato!
La mia smorfia di dolore tradì la mia leggera sofferenza’
Era evidente da come camminava che anche mia madre avvertiva qualche conseguenza dall’inculata subita nel sonno’
L’unico protagonista della notte a non sembrare provato era il cazzo di mio padre, che rilassato e cascante non sembrava più quel mostro che mi aveva allargato l’ano quella notte’
Adesso mia madre era ferma di fronte al letto, ci guardava con aria interrogativa’
‘Sai Luisa che ti sei fatta davvero carina? Non ti avevo mai guardata sotto questa luce, come una rivale, ma adesso devo riconoscere che sei davvero bella”
Era evidente che non era arrabbiata, anzi, sembrava addirittura incuriosita’
‘Tuo padre mi ha raccontato che stanotte lo hai fatto godere al mio posto”
Quelle parole restarono sospese nell’aria tra il silenzio e il mio imbarazzo’
‘Miriam!’ la interruppe mio padre, ‘Non avresti dovuto bere tanto ieri sera”
‘Probabilmente ieri sera non sarebbero dovute succedere molte cose’ ‘ proferì immediatamente mia madre, bruciando subito una qualsiasi replica del marito’
‘Tu Luisa, sei veramente una piccola sporcacciona!’ Il sorriso sulle sue labbra rendeva ancora più evidente che non fosse arrabbiata, ma addirittura forse eccitata’
‘Stanotte papà ha goduto delle tue grazie, piccola maialina’ hai davvero un corpo sexy, come forse il mio non &egrave più”
Intanto si era avvicinata al letto dove io sedevo in silenzio’
Si inginocchiò di fronte a me, e divaricò le mie gambe’ ‘La tua fichettina &egrave ancora così giovane” e così dicendo vi infilò di colpo due dita, con violenza, senza alcun preavviso’
Io gridai dal dolore, le sue dita avevano rotto il mio imene, e un rigagnolo di sangue mi scendeva ora lungo la coscia’.
Trattenni a stento le lacrime, mio padre intanto guardava in silenzio, ma una prepotente erezione tradiva la sua eccitazione’Mia madre mi afferrò per i capelli, e mi spinse con forza verso quel cazzo gonfio’ Io lo ingoiai, tra i mugolii eccitati di mio padre e gli insulti di mia madre: ‘Sei davvero una zoccoletta’ Ho nutrito in seno una zoccoletta’ adesso succhialo stronza, fammi vedere come hai fatto stanotte”
Mia madre mi teneva le mani dietro la schiena, mi padre invece mi pompava in gola con le sue mani che mi serravano la testa’ Ad ogni spinta il suo pene pieno di desiderio mi penetrava fino in gola, per poi uscirne solo parzialmente prima di rituffarsi fino in fondo’.
Dopo poco fu però mio padre a prendere in mano la situazione: afferro mia madre dal collo e la tirò a se, la baciò con foga per poi buttarla sul letto con violenza: le divaricò le gambe e la penetrò, sdraiato sopra di lei’ Io assistevo alla scena, mentre il calore dell’eccitazione si sostituiva lentamente al dolore nella mia vagina sempre più umida’
Mio padre mi infilava il cazzo in bocca ogni volta che lo toglieva dalla fica di mia madre, poi decise che era il mio turno, e mi penetrò con forza nella fica’ Il dolore ancora intenso lasciò ben presto spazio ad un piacere che mai avevo provato: godevo come una matta urlando e gemendo al tempo stesso. Mi pompò finch&egrave resistette, poi venne dentro di me; afferrò mia madre dai capelli e la costrinse a leccare ciò che iniziava a sgorgare dalle mie grandi labbra, mentre io continuavo a provare il piacere che aveva lasciato in me quel primo orgasmo’
Mentre mia madre continuava a dissetarsi dalla mia vulva, mio padre forzò la mia bocca con il suo cazzo’
Ormai sapevo cosa dovevo fare, e lo ripulii e dovere con la lingua e succhiai tutto ciò che ancora ne usciva; riportai quell’asta splendida alle dimensioni e alla durezza che il caso voleva: Subito mio padre la appoggiò al mio sfintere e la fece scivolare dentro di me’
Come era stato la notte, fu un’inculata lunga e calda, mentre mia madre cercava piacere premendomi il suo sesso sul volto’Iniziai a leccarle la fica, che mi stillava in bocca dolci gocce del suo succo: contemporaneamente mia madre mi venne in bocca mentre mio padre mi inondava il culo con la sua sborra calda’ Un fiume di sperma mi bagnava ora il culo, volevo sentirne l’acre sapore in bocca’ Volevo assaporare ancora una volta il gusto maschio e forte di mio padre’
Allungai una mano verso il mio culo, lo trovai paurosamente allargato! Le mie dita ispezionarono con cura il mio sfintere, raccogliendo quanto più potevano della sborra di mio padre, per poi portarsi vogliose alla mia bocca ingorda’
Anche mia madre volle assaporare di quel nettare prezioso, e lo fece direttamente alla fonte, leccando bene il mio buchino con la sua lingua sapiente ed esperta’
Eravamo ormai nel vortice della lussuria, sapevo che non sarebbe finita li’

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