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Racconti erotici sull'Incesto

L’ano spano di mia madre

By 1 Settembre 2015Dicembre 16th, 2019No Comments

Arrivai a casa, varcai il cancello automatico, aprii il portone, lasciai la bici nell’androne e salii le scale di corsa. Mario, il mio migliore amico, era con me. Era l’estate in cui entrambi ci eravamo finalmente liberati dell’esame di maturità. Avevamo scorrazzato a destra e a manca come due pazzi per quasi tutto il pomeriggio sulle nostre bici, eravamo sudati da fare schifo e ci era venuta una gran fame.
‘Tua mamma &egrave in casa?’ mi domandò Mario.
‘Penso di sì’ perché me lo chiedi?’
‘Perché se non c’&egrave potremmo guardarci un bel pornazzo in totale relax’ panino, birretta e pornazzo”, mi strizzò l’occhio.
‘Crudo o mortadella?’
‘Mortadella.’
‘Aggiudicato.’
L’idea non era male, ma ero sicuro che a quell’ora mia madre fosse in casa. Però trovammo la porta chiusa a chiave.
‘Magari non c’&egrave’ disse Mario con un sorrisetto.
‘A volte si chiude dentro’ dissi io.
Presi le chiavi dalla tasca sinistra dei pantaloncini corti, feci scattare la serratura della porta ed entrammo. Televisore spento, radio spenta, nessun rumore, silenzio assoluto, tutto lasciava presagire che la casa fosse deserta. Mi richiusi la porta alle spalle.
‘GIULIOOOOO’ SEI TUUUUU?’
La voce di mamma giunse nitida e inesorabile a buttare all’aria i nostri programmi. Avremmo dovuto rimandare panino, birretta e pornazzo a un’altra volta.
Guardai Mario e lui fece spallucce.
‘GIULIOOOOO”
‘SI’, MAMMA, SONO IO” le risposi.
‘SONO IN TERRAZZA A PRENDERE IL SOLE’ continuò lei, ‘HAI BISOGNO DI ME?’
‘HO SOLO UN PO’ FAME”
‘VUOI CHE VENGA A PREPARARTI QUALCOSA?’
‘NO, MAMMA, GRAZIE, NON IMPORTA’ MI FACCIO UN PANINO”
‘SEI SICURO?’
‘SI’, FACCIO DA SOLO.’
‘OK, COMUNQUE SE HAI BISOGNO CHIAMAMI.’
Mi avviai verso la cucina seguito da Mario.
‘Tua mamma prende il sole in terrazza?’ mi chiese lui, curioso.
‘La tua no?’ gli chiesi io.
Lui scosse la testa.
‘Ha cominciato quest’anno’ dice che s’&egrave stufata del mare’ troppa gente, troppa confusione’ e a dirti il vero non &egrave che la cosa mi vada tanto a genio’ almeno prima, in estate, mi ritrovavo spesso la casa libera.’ dissi.
‘Magari si stufasse del mare anche la mia! Mi farei tante di quelle seghe”
Guardai Mario un po’ dubbioso, e lui evidentemente notò la mia sorpresa.
‘Non dirmi che non ti sei mai fatto una sega spiando tua mamma che prende il sole’ non ci credo”
Visto che non proferivo parola, Mario continuò:
‘Sei davvero pessimo’ con la madre che ti ritrovi neanche ti seghi spiandola’ be’, al posto del pornazzo si potrebbe dare una sbirciatina di là”
Mario aveva sempre avuto un debole per mia madre, e vista la confidenza che c’era tra me e lui, me l’aveva confessato più o meno esplicitamente un sacco di volte. E devo ammettere che a quarantatre anni lei faceva ancora la sua bella figura: non si era lasciata andare come molte altre donne della sua età, anzi, più passavano gli anni e più mi sembrava che curasse il suo fisico. Non era una fissata della palestra, ci andava ogni tanto, ma almeno una volta alla settimana non mancava all’appuntamento al centro massaggi con una sua amica.
‘Non so se &egrave il caso” dissi io titubante, provando un intenso senso di gelosia nei confronti di mamma, e nello stesso tempo un perverso brivido per l’occasione di metterla in mostra a sua insaputa, ‘e ad essere sincero’ ripresi, ‘sì, mi sono segato un po’ di volte mentre lei prendeva il sole’ mentii.
‘Adesso ti riconosco’ disse Mario soddisfatto, dandomi una pacca sulla spalla, ‘volevo ben dire che non ti fossi mai fatto una bella sborrata fantasticando sulla mammina’ fammi dare solo un’occhiata’ me lo meno, mi sborro nelle mutande e vado a casa”
Rimasi interdetto per un po’, poi, realizzando che tirarsi indietro era da mammolette, dissi:
‘E va bene’ proprio perché sei il mio migliore amico’ però prima vado a vedere se la cosa &egrave fattibile’ se per caso si accorge di qualcosa succede un casino’ tanto più che non le ho nemmeno detto che ci sei anche tu”
Raggiunsi la terrazza con la massima cautela, rimanendo a distanza di sicurezza, e vidi quello che mi aspettavo: mia mamma a pancia in giù, con i piedi rivolti verso la porta-finestra, reggiseno slacciato sulla schiena e filetto del perizoma tra le chiappe. Il fatto di vederla in perizoma per me era assolutamente normale. Non l’avevo mai vista indossare slip di altro genere.
Tornai da Mario e gli dissi che se non faceva stupidate e stava attento si poteva fare.
‘Se ti sporgi appena dalla porta della stanza che dà sulla terrazza riesci a vederla senza problemi’ aggiunsi, ‘ma non avvicinarti troppo’ non fare cazzate, mi raccomando”
‘Tranquillo, ci sto attento, ma tu non vieni?’ mi chiese lui.
‘No, tanto posso godermi la vista quando voglio” dissi io, facendo un po’ il gradasso.
‘Beato te, Giulio!’ A buon rendere”
Dopo due o tre minuti, vidi Mario già di ritorno.
‘Be’? Ce l’hai fatta?’
‘Se ce l’ho fatta?! &egrave tutta nuda’ solo col filetto in mezzo al culo! Oh cazzo! Non mi avevi detto che era a culo nudo’ cio&egrave’ che prende il sole a quel modo’ ho sborrato in tre secondi’ ‘
‘Be”’ dissi io, ‘alla prima occasione ricambierai il favore e mi farai vedere il culo della tua”
‘Guarda qua, Giulio, guarda qua” mi faceva Mario senza nemmeno starmi a sentire e mostrandomi il suo cellulare’ ‘non ho resistito”
Aveva scattato delle foto del culo di mia mamma. Ma foto molto ravvicinate. Quell’idiota aveva sicuramente rischiato di farsi beccare.
‘Guarda questa” continuava Mario come in preda alla libidine, ‘ma guarda questa’ questa qua’ &egrave favolosa’ si vede quasi’ se posso permettermi” mi guardò, incerto se continuare o meno, poi si decise e terminò la frase, ‘si vede quasi tutto il buco del sedere”
Nella foto c’era il culo di mia madre in primo piano, con il sottile filetto del perizoma nel solco tra le natiche. E cosa ancora più eccitante, una parte del suo ano era effettivamente esposta, ben visibile sul lato destro dell’impalpabile filo degli slip. Il grosso orifizio, che anch’io vedevo per la prima volta, era letteralmente sgusciato fuori dalla striscetta di tessuto, evidentemente troppo esigua per assicurarne la totale copertura. Sentii il mio cazzo gonfiarsi improvvisamente nelle mutande come un palloncino.
‘&egrave tutta rasa” continuava Mario, ‘&egrave tutta rasa’ guarda come si vede bene l’alone”
‘L’alone?!’
‘Sì, Giulio’ l’alone scuro intorno al buco, dove dovrebbero esserci i peli’ m’&egrave tornata la voglia di sborrare” diceva cercandosi l’uccello nei calzoncini, ‘e scommetto che tua madre &egrave anche spana”
‘Spana?’ Cosa intendi?’
‘Intendo ‘spana”’ ripeté Mario, ‘cio&egrave, hai visto il suo buco del culo?’ &egrave bello carnoso, tutto in fuori’ ne avrai visti su Internet, nei siti porno’ adesso ti faccio lo zoom’ guarda’ guarda come sporge’ sembra uno di quelli’ insomma’ uno di quelli belli spani’ belli aperti”
Sentire che Mario parlava in quel modo di mia madre mi faceva tirare l’uccello da far male. Mi era stato praticamente detto senza tanti giri di parole che mia mamma era una rotta in culo, che aveva il culo aperto, o spano, come diceva lui. Ma a quel punto, combattuto tra l’eccitazione e la rabbia, strappai il cellulare dalle mani del mio amico.
‘Che ti prende?’ mi domandò.
‘Le cancello’ feci io.
‘Noooooo” fece lui tentando di riprendersi il telefonino.
‘Sì, invece”
‘No, Giulio, ti prego’ lasciamene almeno una”
‘Così potrai segarti a tuo piacimento, eh?’ e magari vantartene facendole vedere in giro o mettendole in qualche sito Internet’ eh, no’ dovrai venire qui per goderti lo spettacolo’ e non &egrave nemmeno detto che sarà sempre gratis”
‘Giulio, per favore”
Un po’ a malincuore, cancellai tutte le foto, nessuna esclusa. Mi sarebbe piaciuto tenerne almeno un paio.
‘No, dai, ti giuro che non le faccio vedere a nessuno”
‘Ormai ho fatto”
‘Noooooo”
‘Cosa c’&egrave di tanto interessante da vedere? Ah, Mario, ci sei anche tu? Come sta Teresa?’ esordì mia madre senza scomporsi, presentandosi in cucina vestita di tutto punto.
‘Buonasera, signora’ ehm’ mia mamma sta bene, grazie” disse lui abbassando un po’ lo sguardo.
‘Niente di che, delle foto che ci siamo fatti prima’ intervenni io con prontezza fulminea, mostrandole il cellulare, ‘sembravamo due cretini.’
‘Fai vedere’ disse lei.
‘Le ho cancellate, per fortuna’ Mario voleva pubblicarle su Facebook”
‘Ah, ho capito’ disse mia mamma, ‘avete mangiato?’
‘Non ancora, adesso ci facciamo un panino”
‘Sarà meglio che ve li faccia io, i panini, altrimenti poi Mario va a dire a sua mamma che a casa nostra non si mangia niente” disse lei sorridendo al mio amico.
‘Che fai poi, esci?’ le chiesi.
‘Sì, accompagno zia Silvia in centro’ tempo un’oretta e sono a casa.’
E insomma, mia madre ci preparò i panini e se ne andò. E io e Mario, senza accennare minimamente a quello che era accaduto, ci mettemmo comodi sul divano, col computer davanti, ci collegammo a Internet e via con un bel filmetto porno, panino e birretta fresca.

* * *

Da quel pomeriggio cominciai a vedere mia madre in modo diverso. Sarà che con Internet e tutto il resto avevo sempre avuto accesso a qualsiasi cosa riguardasse il sesso, sebbene in modo virtuale, ma quella semplice trovata delle foto scattate da Mario mi aprì nella mente un nuovo universo.
Presi a spiare mamma ogni volta che potevo, con l’intento di scattare qualche foto, come aveva fatto quel dritto di Mario.
E finalmente mi si presentò l’occasione propizia.
‘Vado a prendere un po’ di sole in terrazza” mi disse lei, ‘tu che fai, un giro in bici?’
‘No, oggi no, vedo Mario domani, magari guardo un po’ di tv o mi metto a leggere qualcosa’ dissi io.
‘Ok’ posso chiederti solo un favore, Giulio?’
‘Certo, mamma.’
‘Potresti darmi un po’ di crema protettiva sulla schiena?’ L’ultima volta mi sono appisolata senza essermela data e quasi quasi mi scotto”
‘Con piacere, mamma.’
Non aspettavo altro. Mi armai di cellulare in tasca e attesi che lei si sdraiasse. Si mise bocconi e si slacciò il reggiseno. Anche stavolta aveva tra le chiappe un filetto minuscolo.
‘Spargila bene, Giulio.’
‘Sì, mamma.’
Iniziai dal collo e dalle spalle, per poi scendere verso il basso molto lentamente, per non dare a vedere quale fosse il mio obiettivo. Quando arrivai alle natiche, avevo il cazzo già duro come il marmo.
‘Riprendo un po’ di crema’ le dissi.
‘Se continui così mi addormento’ mi stai facendo un massaggio super rilassante” mi disse lei.
‘Vuol dire che sono bravo.’
‘Eccome se lo sei, Giulio.’
‘Se riesco a farti addormentare cosa mi dai?’
‘Ehm’ vediamo’ se ci riesci domani ti faccio il dolce che ti piace tanto, va bene?’
‘Perfetto, mi sembra un bel premio.’
Mentre parlavamo estrassi il cellulare dalla tasca e lo preparai in modalità fotocamera, avendo escluso già da prima il suono rivelatore dello scatto, come presumo avesse fatto Mario.
Spinsi fuori la crema dal tubetto e ricominciai a spargerla, stavolta sulle natiche, con una mano sola. Con l’altra tenevo il cellulare. Ero terribilmente agitato, temevo che mamma potesse accorgersi di qualcosa, ma la mia determinazione fu più forte della paura. Scattai subito qualche foto di tutto il culo, poi altre avvicinando il telefonino al solco delle natiche, tentando di allargare un pochino le chiappe con la mano che massaggiava, prima da una parte, poi dall’altra. Con quel movimento ero riuscito a fare sgusciare l’orifizio anale di mamma completamente fuori dal filo del perizoma, meglio che nelle foto di Mario. Poi, tornando in me, capii che era meglio non insistere troppo. Misi in tasca il cellulare e ripresi a stendere la crema a due mani, passando alle cosce e al resto delle gambe, e di nuovo risalendo verso la schiena.
‘Ho finito, mamma’ dissi soddisfatto del mio operato.
Nessuna risposta.
‘Mamma”
Ancora nessuna risposta. Dopo un bel venti minuti di massaggio si era addormentata sul serio. A quel punto una scarica di adrenalina mi risalì lungo la schiena, una scintilla mi lampeggiò nel cervello, ero tutto in ebollizione.
Con estrema attenzione misi un dito sotto la parte alta del filetto del perizoma e pian piano lo sollevai scendendo nello stesso tempo verso il basso, fino a farlo uscire tutto dal solco delle natiche. Quindi cercai di spostarlo sulla sinistra, con ancor più delicatezza, per poi adagiarlo sopra la chiappa. Fu una visione paradisiaca: il buco del culo di mia madre sporgeva oscenamente nel solco, grosso e carnoso, violaceo, circondato dal largo e soffuso alone scuro dei peli rasati, completamente offerto al mio sguardo. Dall’ano si diramavano tanti piccoli raggi, come dal mozzo di una ruota. Più sotto c’era la fica, depilata anche quella.
Le due chiappe si aprivano a sipario, subito sotto la schiena, il solco era ampio e andando verso il basso si svasava notevolmente, mostrando in pieno l’ano esposto, ad almeno tre centimetri dall’ingresso della vagina.
Mi chinai su quel culo delizioso, avvicinai il naso all’ano di mia madre e con il cuore che mi batteva all’impazzata lo odorai, lo odorai a lungo, resistendo a stento alla tentazione di dargli una leccatina.
Poi mi ricordai del cellulare e scattai altre foto di quel buchetto rugoso illuminato dal sole. E mentre mamma sembrava ancora immersa nel sonno, mi tirai fuori l’uccello e cominciai a menarmelo. Mi menavo il cazzo guardando quel culo nudo e ripensando alle parole di Mario, che mi diceva che mia madre aveva il buco di culo spano, bello aperto. Questione di secondi e le strisciai le chiappe di sborra. Qualche goccia di sperma finì pure sull’ano, scorrendo nel solco depilato, giù giù a lambire le pendici di quel vizioso orifizio.
‘Giulio, non hai ancora finito?’ sentii all’improvviso.
Rinfoderai l’uccello alla svelta e con la voce che mi tremava dissi:
‘Qua’ Quasi’ quasi, mamma’ quasi”
In fretta e furia, un po’ nel panico, cominciai a spargere la sborrata tutto intorno, sulle natiche, sulla schiena, come fosse crema abbronzante. E ci misi anche troppo impeto. Impeto grazie al quale il filo del perizoma, non si sa come, tornò miracolosamente al suo posto.
‘Piano, Giulio, ma che ti prende?’
‘Ti sei svegliata” riuscii a dire.
‘Sei tu che mi hai svegliata’ che fai?’
‘Forse ho esagerato’ mi sono fatto prendere un po’ la mano dal massaggio”
‘Puoi ben dirlo’ e dire che mi stavo facendo un bel sonnellino”
‘Ti ho svegliata’ ma prima sono riuscito a farti addormentare”
‘Sì, sì’ adesso fammi riposare’ vediamo se riesco a riappisolarmi”
‘E il dolce?’
‘Domani, domani te lo faccio, te l’ho promesso”
La lasciai lì, ignara d’avere la mia sborra sul culo. Dopo il sole si sarebbe fatta una doccia e non avrebbe sospettato nulla.
Ma io avevo le foto. Non vedevo l’ora di vedermele con calma. E soprattutto, di vedere la faccia di Mario.

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