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Racconti erotici sull'Incesto

Le due danesi

By 26 Agosto 2016Dicembre 16th, 2019No Comments

Sonia una delle due danesi

Protagonisti:

Sonia ed il figlio Pippo

&egrave notte. Sono circa le 23.00; sono a letto. Non riesco ad addormentarmi. Sono nervoso. Mi alzo e vado in cucina. Apro il frigo e prendo una birra. Se mi vedesse mia madre si infurierebbe. Lei non vuole che io assuma alcolici. Dice che alla mia età non &egrave consentito bere birra, vino o quant’altro contenga anche se pur minima traccia di alcol. Svuotata che ho la lattina di birra la comprimo e per non lasciare traccia la butto nel sacchetto dell’immondizia coprendola con altri rifiuti. Per ritornare in camera devo necessariamente passare davanti alla camera di mia madre. La porta &egrave semiaperta. Sbircio e la vedo. &egrave a letto. Non sta dormendo. Sta leggendo un libro. Ha le spalle appoggiate alla spalliera del letto. Sono nude e parzialmente coperte dai lunghi capelli di colore rosso rame. Anche se non l’ho mai vista so che mia madre ama dormire nuda. Anche quella sera lo &egrave. A parte le spalle e le braccia il resto del suo corpo &egrave coperto dal lenzuolo. Si vedono solamente le forme dei suoi capezzoli che spingendo contro la stoffa del lenzuolo sembrano volerlo sfondare. La sensazione di essere guardata le fa alzare gli occhi dal libro. Mi vede.
‘Ciao. Cosa c’&egrave? Ti senti bene? Vuoi qualcosa?’
‘Si, sto bene. Non voglio niente. Non riuscivo a prendere sonno e sono andato in cucina a bere un bicchiere d’acqua (mento). Poi ho visto la luce della tua stanza e mi sono fermato a guardarti. Ho una mamma bellissima.’
‘Ehilà! Come mai questo complimento alla tua mamma? Mi vedi tutti i giorni e non mi hai mai fatto complimenti. Questa sera sei in vena? Vieni, entra. Vieni a sederti sulla poltrona. Parliamo un po. Io e te non parliamo mai.’
Entro e vado a sedermi sulla poltrona che si trova ad un passo dal letto. La guardo. I miei occhi sono attratti dalle protuberanze dei suoi capezzoli nascosti dal lenzuolo. Sonia (&egrave il nome di mia madre) si accorge della direzione del mio sguardo. Sorride.
‘La scuola come va? E quella bella professoressa che tanto ti piace &egrave brava come mi dici?’
Non le rispondo. Altri sono i miei pensieri.
‘Mamma, ma tu dormi sempre nuda?’
Sonia mi guarda e dopo un attimo di silenzio mi risponde.
‘Si. Quando sono a letto tra il mio corpo ed il lenzuolo non mi piace che ci sia niente a separarci. Perché lo vuoi sapere?’
‘Non ti ho mai vista nuda; mi piacerebbe tanto vederti vestita della tua sola pelle.’
I suoi verdi occhi puntano i miei. Il silenzio cade nella stanza. I minuti passano.
‘Desideri vedermi nuda? Solamente? E poi?’
‘Poi cosa?’
‘Non vuoi che il tuo sogno diventi reale?’
‘Di che sogno parli?’
Non mi risponde. Non ce ne bisogno. &egrave una donna ed ha capito delle mie fantasticherie su di lei. Sa e come faccia a saperlo &egrave per me un mistero. Divento rosso dalla vergogna. Mi alzo e mi giro verso la porta. Mi incammino verso l’uscita dalla stanza. Sono sulla soglia quando la sua voce mi blocca.
‘Cosa fai? Te ne vai? Non vuoi più vedermi nuda? Dai, torna indietro.’
Sono confuso. Mi giro e guardo verso il letto. Lei &egrave lì. Distesa e senza più il lenzuolo a coprirla. Si sta mostrando ai miei occhi. Senza distogliere il mio sguardo da quel fantastico corpo mi riavvicino al letto; mi siedo nuovamente sulla poltrona e resto a fissarla per un tempo che a me sembra infinito. Lei sta sorridendo. Dio come &egrave bella.
‘Allora, dimmi: ti piace quello che stai vedendo? Mi trovi veramente bella come hai detto?’
Sono così emozionato che non riesco a parlare. Un corpo bianco latte lungo 178 cm di soda carne con cosce e gambe che sono due colonne che sostengono un peso di 70 kg tutto incluso; un torace con 105 cm di circonferenza, un giro vita da 65 cm e fianchi da 98 cm &egrave lì davanti ai miei bramosi occhi. Il mio pomo di Adamo sale e scende. Sto ingoiando aria.
‘Mamma sei stupenda. Non ho mai visto niente di così meravigliosamente bello. Mi piacerebbe tanto poterti toccare, accarezzarti. Posso?’
Sonia ride.
‘Vuoi dire che vorresti palparmi? Fa parte del tuo sogno? Da quando desideri farlo? Devi aver fatto un grande sforzo per arrivare a farmi una cosi eccitante richiesta. Essermi mostrata nuda agli occhi di mio figlio &egrave già un atto che non avrei dovuto fare però mi eccita sentirmi guardata ed in particolare se sei tu a guardarmi. Vuoi far scorrere le tue mani sul mio corpo? Sono tua madre e non dovrei consentirlo ma non ci trovo niente di strano a che mio figlio mi tocchi. Certo che puoi toccarmi ed anche accarezzarmi anche se già so come andrà a finire.’
Non posso crederci mi ha dato il permesso di mettere le mie mani sul suo fantastico corpo. Allungo le braccia; le mie mani si posano sulla sua pancia. &egrave calda. Le faccio scorrere una verso il ventre e l’altra verso il seno. Il mio tocco e talmente leggero che la sento fremere.
‘Non ti facevo così bravo a fare carezze. Dove hai imparato?’
Non le rispondo. Continuo nella mia opera. La mano che si sposta verso il ventre raggiunge il suo pube e si ferma. Ho il palmo poggiato sul folto triangolo di peli che le coprono la vulva e le dita sopra la sua fessura. L’altra mano ha raggiunto le sue mammelle; le palpo. Accarezzo prima una e poi l’altra. Sento mia madre emettere un gemito ed un incitamento.
‘Sììì, non ti fermare, continua.’
Le mie dita giocano con i suoi capezzoli che sono diventati duri come l’acciaio. Li artiglio con l’indice ed il pollice e li strizzo. Mamma grida e miagola.
‘Sì, strizzali più forte. Ti piacciono le mie mammelle? Quando eri piccolo ti ci aggrappavi con la bocca e ti ubriacavi del mio latte. Vorresti riprovarci? Però ti devi accontentare. Latte non ne ho. Tu fa finta che ne abbia; che ci sia.’
Mia madre mi sta invitando a succhiarle le tette. Non mi faccio ulteriormente pregare. Fiondo la mia testa su quei splendidi globi di bianco alabastro ed avvolgo con le mie labbra il capezzolo più vicino. Comincio a succhiare. Lo so fare. I ricordi ancestrali non mi tradiscono. Sonia trema.
‘Vedo che non hai dimenticato come si fa a succhiare latte dalle mie zizze. Anche se sono passati un bel po di anni il ricordo ti &egrave rimasto. Bravo il mio bambino.’
La mano che ho sul suo pube trasmette alle dita le sensazioni che sto provando nel succhiare le zizze di mamma; non riesco a controllarle. Si muovono da sole e si avventurano nel folto dei peli. Giungono a contatto con le grandi labbra e prendono ad insinuarsi verso l’interno. Ho appena valicato l’ingresso della vagina che sento un ruggito e nello stesso tempo la contrazione delle grandi labbra viene esercitata sulle mie dita. Mamma sta godendo. La sua vagina si sta riempiendo degli umori del suo orgasmo. Quando &egrave completamente piena tramacia; valica le collinette delle grandi labbra e inonda la foresta di peli bagnando le mie dita e tutta la mia mano. Ed &egrave allora che accade quello che ho sempre sognato. Mia madre mi invita ad entrare nel letto.
‘Spogliati e vieni a letto.’
In un batter di ciglia sono disteso, nudo, al suo fianco.
‘No, no, non così. Vienimi sopra.’
Mi passa un braccio intorno alle spalle e mi fa rotolare su di se. Sono disteso sul suo corpo. Le sue tette sono schiacciate contro il mio torace. Sento la durezza dei suoi capezzoli. I suoi occhi sono puntati nei miei. Brillano di una luce che non ho mai visto in altri occhi. Nel mentre mi sta guardando una sua mano si insinua fra i nostri corpi. Mi artiglia il cazzo e lo guida verso l’ingresso del suo fantastico corpo. Avvicina la sua bocca al mio orecchio.
‘Spingi.’
Eseguo ed entro nel corpo da tempo agognato di mia madre. Sono appena giunto al termine della corsa che una strana sensazione mi pervade. Ho l’impressione di aver voglia di urinare. Un attimo dopo eiaculo e farcisco la vagina di mia madre con il mio sperma. Mi abbatto su di lei.
‘Mamma, scusami. Non so cosa mi succede.’
Lei mi stringe forte e mi sussurra nell’orecchio.
‘Non scusarti. Stai tranquillo. Se non ti fosse capitato mi avresti delusa e preoccupata. &egrave la tua prima volta?’
‘Si mamma.’
‘Dio, &egrave fantastico. Mio figlio &egrave diventato uomo giacendo con sua madre. Non potrai mai immaginare di quanto sono contenta di essere stata io la tua prima donna. Vedrai che alla prossima durerai di più; sarà più lunga. Piuttosto sai cosa hai fatto?’
‘Penso di saperlo. Ho fatto l’amore con mia madre?’
‘&egrave quello che hai fatto. Mi hai chiavata. Ti &egrave piaciuto? Vuoi ancora farlo?’
‘Si, mamma.’
‘Abbiamo tutta la notte a nostra disposizione. Lo faremo quante volte ti sentirai di farlo. Mi devi, però, promettere che niente di quello che faremo sarà conosciuto da altri. Nessuno dovrà mai sapere che hai fatto l’amore con tua madre. Sarebbe, se si viene a sapere, la nostra rovina.’
‘Perché?’
‘Perché questo si chiama incesto e nel nostro paese &egrave vietato accoppiarsi fra madre e figlio. Se ci scoprono per me c’&egrave il carcere e cure psichiatriche e per te, considerata la tua età, l’affidamento ad uno psicologo.’
‘Ma io non sono pazzo. Non ci sono paesi in cui il nostro rapporto non viene punito?’
‘Si, ci sono.’
‘Allora trasferiamoci in uno di questi paesi.’
‘Questa &egrave una delle ragioni che mi ha convinta a farmi amare da te. La tua ingenuità. Ce ne sono anche altre fra le quali spicca la tua giovane età. Sei un efebo ed anche bellissimo e questo ha contribuito a farti accogliere nel mio letto come amante. Per spostarci, cosa che farei volentieri perché mi permetterebbe di amarti liberamente, ci vorrebbe una notevole base economica e finanziaria che al momento, pur essendo una famiglia agiata, non abbiamo. Eppoi c’&egrave un’altra ragione che mi trattiene. Ma non dispero di poterlo fare. Io ti voglio alla luce del sole.’
‘Qual &egrave questa ragione?’
‘Un giorno te ne parlerò.’
‘Sei misteriosa. Mi hai fatto entrare nel tuo letto e giacere fra le tue cosce. Hai permesso che io ti chiavassi. Il fatto di essere tuo figlio non ti ha spaventata?’
‘Certo, ma la paura di accoppiarmi con te l’ho superata quando mi sono accorta che tu mi volevi; che facevo parte dei tuoi pensieri erotici. Sono mesi che aspetto che tu ti faccia coraggio. Per caso mi sono trovata a guardare nel tuo PC ed ho scoperto una cartella con il mio nome scritto al contrario. L’ho aperta e vi ho trovato una lunga serie di lettere a me indirizzate. Alcune dal contenuto mieloso; altre molto sentimentali; ed infine quelle dal contenuto hard. Le mielose le ho considerate insulse e prive di interesse. Credo che siano state le tue prime. Le sentimentali sono quelle che mi hanno colpito di più. Capii che eri innamorato di tua madre. Sono state quelle a farmi guardare mio figlio con occhi da donna; Le hard invece mi hanno eccitato fino al punto da farmi correre in bagno e masturbarmi ed ogni volta era un casino. Hai una fervida fantasia. All’apice degli orgasmi ho urlato il tuo nome e ti ho maledetto perché non eri li con me. Hai descritto i nostri incontri meglio di uno che scrive racconti erotici di sesso. Sono queste che hanno contribuito molto a farmi decidere di concedermi alle tue voglie. Avessi scoperto prima che bramavi accoppiarti con me ti avrei violentato e non avremmo perso tutto questo tempo a masturbarci. Piuttosto tu mi dici da quando faccio parte delle tue bramosie?’
‘Da sempre. Voglio dire fin da quando ho cominciato ad avere le mie prime polluzioni notturne. Sei stata la donna dei mie sogni erotici. Sapessi, mamma, quanto ti ho desiderata e quante volte mi sono masturbato pensando a te.’
‘Di questo ne sono certa. Le tue mutandine imbrattate del tuo sperma ero io a doverle mettere in lavatrice. Beh, ora sono qui. Mi hai avuta. Sei ancora dentro di me e da quello che sento crescere e gonfiarsi credo proprio che fra qualche attimo sarai pronto per farti un’altra galoppata. &egrave vero?’
‘Si, mamma.’
Di galoppate me ne fece fare per tutta la notte. Riversai nel suo ventre tutta la mia forza. Innaffiai il suo utero con potenti bordate di denso sperma.
Mi sveglio che mia madre &egrave già uscita. Lei &egrave una famosa tributarista ed ha uno studio frequentato dal fior fiore della finanza del paese. Mi guardo intorno. Riconosco la stanza di mia madre. Sollevo il lenzuolo che mi copre e vedo che sono nudo. Non &egrave stato un sogno; &egrave tutto realmente accaduto. Ho fatto l’amore con mia madre, la donna dei miei sogni proibiti. Un urlo di compiacimento mi esce dalla bocca. Balzo fuori dal letto e, nudo, corro in cucina. Sul tavolo c’&egrave pronta la colazione ed un biglietto. Lo prendo e leggo.
‘Ciao. Ben svegliato. Fai colazione e poi corri a scuola. Nello studio troverai la giustifica per il tuo ritardo. Vacci e non marinare. Guarda che se non ci vai lo saprò. A stasera. Ti amo. Mamma.’
Nuovi Piaceri

Protagonisti:

Sonia e suo figlio Pippio 2

Sono già a casa ad attendere il suo ritorno. Per tutta la giornata non ho fatto altro che pensarla. Il tempo trascorso a scuola &egrave stato una tortura. Mi rivedo nudo, steso su di lei e con il mio cazzo affondato nel suo ventre. Ho ancora nelle orecchie i suoi gemiti e le sue grida di piacere. Ho chiavato mia madre; l’ho posseduta. Lei ha goduto. Ancora non ci credo. Le ore sembrano non trascorrere mai. L’attesa &egrave lunga. Finalmente sento il rombare del motore della sua auto. &egrave arrivata. Ora saprò se quello che ho vissuto &egrave vero. Sento la porta aprirsi ed una folata di vento attraversa tutta la casa. Poi la sua voce.
‘Piccolo; cucciolo; amore? Ci sei? Non vieni a salutare la tua mammina?’
Non l’ho mai fatto. Ho sempre evitato di avere un contatto fisico con lei. Ho nascosto il mio desiderio di lei dietro una parete immaginaria. Lei però sapeva che era una finta parete; l’ha scoperto frugando nel mio PC. In un primo momento la cosa la divertiva poi ha cominciato a guardarmi in un modo strano. Ogni volta i suoi occhi si riempivano di una strana luce. Il suo atteggiamento nei miei confronti cambiò. Mi ha trattato sempre meno come figlio e sempre più come un uomo. Ma come tutte le donne ha aspettato che la prima mossa la facessi io in quanto uomo. Io non ho mai avuto il coraggio. Fino a quella sera. Mia madre mi raggiunge nel salone. Mi abbraccia e mi bacia poggiando la sua bocca sulla mia.
‘Cosa c’&egrave. Ti vedo pensieroso. Oh! Stai ancora pensando a questa notte? Non ti sei ancora convinto che sia potuto accadere? Invece &egrave accaduto. Io e te abbiamo fatto all’amore. Ci siamo accoppiati. Hai chiavato tua madre. &egrave stato bello sentirti dentro il mio ventre. Mi &egrave piaciuto molto. Per tranquillizzarti ti dico che stamane, in ufficio, non ho combinato un gran che. I miei pensieri erano tutti proiettati a questa notte. Anche per me &egrave stato arduo convincermi di essermi fatta possedere dal mio bambino e, se vuoi saperlo, non mi pento affatto di essermi fatta chiavare da mio figlio.’
Mi alzo e l’abbraccio.
‘Mamma, nemmeno io mi pento. Lo rifarei. Ma ho paura che tutto finisca ed io non voglio. Io ti amo.’
Sonia avvicina la sua bocca alla mia. La sua lingua guizza fuori dalle sue labbra e viene a picchiare contro le mie labbra che dischiudo permettendole di entrare nella mia bocca. Fa frullare la sua lingua in lungo ed in largo. Gliela succhio. Le nostre bocche restano avvinghiate per un tempo che sembra non avere fine. L’aria nei polmoni si esaurisce. Ci stacchiamo. Mia madre prende il mio viso fra le sue mani e guardandomi negli occhi mi dice:
‘Non finirà. Io ti ho messo al mondo. Io ti ho fatto uomo. Mi appartieni. Sei mio. Hai dormito nel mio letto. Quello che ti ho detto stanotte &egrave la verità. Sono innamorata di mio figlio. Tu sei il mio amante. Trasferisci le tue cose nella mia stanza. Da ieri &egrave anche la tua.’
Le nostre bocche sono di nuovo una contro l’altra. Un altro bacio suggella il nostro amore. Le nostre lingue si incontrano e si attorcigliano fra loro. Sembrano due serpenti in amore. Le mie mani sono scese lungo il suo corpo fino a raggiungere i suoi fianchi e si sono agganciate al suo favoloso culo. Lo artiglio e lo attiro contro di me. Il mio cazzo spinge contro il suo basso ventre. Lei stacca la sua bocca dalla mia. Porta una mano a tastare il mio pube.
‘Dopo, piccolo, dopo. Ora ho voglia di una doccia e poi di mangiare.’
Ho ancora le mie mani sul suo culo e le mie dita ancora affondate nelle sue formidabili natiche.
‘E poi?’
‘Poi? Poi? Vedremo. Ora vieni con me. Aiutami a fare la doccia. Sarà l’occasione per farla anche tu. Ieri ti &egrave andata bene, ma da oggi, se vuoi stare nel mio letto e giacere fra le mie cosce, devi essere sempre pulito. Non ti voglio che puzzi di sudore.’
‘Vuoi che faccia la doccia con te? Noi due nudi sotto l’acqua? Oh, dio, mamma e se”
‘Se, se, quanti se. Se ti viene la voglia lo farai. Non sarò certamente io ad impedirtelo.’
‘Mamma, fammi strada, ti seguo.’
Mia madre mi &egrave davanti. Il suo culo ondeggia ad ogni passo. Dio che spettacolo. Arriviamo in bagno completamente nudi. I nostri vestiti sono disseminati sul pavimento e lungo il tragitto. Entra nella cabina doccia; apre l’acqua; regola la temperatura; appoggia le mani alla parete della doccia e spinge il posteriore verso di me. Allarga le cosce e la sua foresta di peli che, oltre a nascondere l’entrata della sua vulva, si estende anche sul fondo dello spacco delle natiche ma non riesce a nascondere il suo buco del culo, viene invasa dalla luce. &egrave qualcosa di fantastico ed incantato mi soffermo a guardare.
‘Cosa fai ancora lì. Su entra. Sono pronta. Per la verità lo sono già da quando sono uscita dall’ufficio.”
Entro e mi sistemo dietro di lei. Le circondo il torace con le braccia ed ancoro le mie mani alle poderose mammelle e con le dita le artiglio i grossi capezzoli.
‘Mamma, hai delle zizze favolose.’
‘Lo so. Sono la mia arma migliore. So anche che a te piacciono molto. Le ho usate come esca per attirarti fra le mie cosce. Ci sono riuscita. Questa notte a furia di succhiarmele le hai consumate. Mi sono svegliata che le avevo indolenzite.’
Per la verità non solo le grosse tette hanno fatto da esca. Anche il suo culo e le labbra carnose della sua bocca sono stati fonte di attrazione e di fantasie hard. Intanto il mio inquilino si &egrave insinuato fra le sue cosce. L’acqua scorre, tiepida, sui nostri corpi.
‘Cosa aspetti? Mettimelo dentro e datti da fare. Sto bruciando. Spegni il fuoco che mi divora.’
Il mio cazzo trova da solo la strada. Entra nella fessura e si avventura verso l’interno. Il canyon ha le pareti abbastanza viscide ed umide da permettere al mio palo di scorrere facilmente verso l’interno della pancia di mia madre. Il mio glande urta contro il suo utero. Sono giunto alla fine del percorso. Arresto la spinta e le sussurro all’orecchio.
‘Sonia ti amo. Sono stato a scuola, ma non ho combinato niente. Il pensiero di te mi ha assillato per tutto il tempo. Dobbiamo trovare una soluzione altrimenti rischio di perdere l’anno scolastico.’
Lei gira la testa, mi da un bacio sulla bocca e con voce languida mi sussurra.
‘Primo: che non ti venga mai in mente di chiamarmi per nome quando siamo in luoghi pubblici o fra gente che ci conosce. Secondo: quando siamo insieme e facciamo sesso ovvero quando ci accoppiamo non chiamarmi mai Sonia. Sei mio figlio ed anche se mi chiavi resterai sempre mio figlio. Quindi chiamami sempre ‘mamma’; mi eccita molto sentirmi chiamare ‘mamma’ mentre mi stai chiavando. Terzo: La soluzione &egrave che tu venga a stare nel mio letto. Non dovrai più tormentarti per trovare il modo di chiavarmi. Non dovrai più masturbarti pensando a tua madre. Io sarò li pronta a riceverti. Sarò tua ogni volta che lo vorrai. Questo dovrebbe tranquillizzarti. Quarto: in quanto allo studio non permetterti di perdere l’anno scolastico. Se solo saprò, e stai sicuro che lo saprò, che il tuo rendimento viene meno ti rimanderò a dormire nel tuo letto e ti vieterò di avvicinarti a me anche se solo per un bacio. Ora basta parlare, fai il tuo dovere di uomo. Pompa questo tuo pistone nella mia pancia e dammi la mia agognata razione di sperma. La mia micina ha fame.’
Metto in funzione il motore; ingrano la prima e parto. La biella entra in funzione e comincio a stantuffarle il mio pistone nel suo cilindro. Sonia muggisce, nitrisce ed urla.
‘Mmmhhh, ììììhhh, Sssììììììììììì, più forte, mettici più forza. Spaccami in due. Sventrami. Dio, come &egrave bello. &egrave da stamane che desidero farmi chiavare da te. La mia tigre ruggiva ed io non sapevo come fare per calmarla. L’attrezzo per tenerla buona l’avevi tu. Dai, frustala; domala.’
‘Mamma quando avrò finito la tua tigre sarà un docile agnellino.’
Intanto le mie mani pastrugnano le sue zizze e le mie dita le torturano i capezzoli strizzandoli fino a farla gridare dal dolore.
‘Sììì! Fammi male. Mi piace come tratti le mie gemelle.’
Tutto questo mentre le stantuffo nella pancia il mio cazzo con sempre più forza. I colpi che le meno nel ventre sono talmente potenti che fanno ondeggiare il suo corpo avanti ed indietro. Poi un urlo da maiala sgozzata riempie la cabina doccia. Sento il corpo di mia madre irrigidirsi e dopo circa un minuto diventare come se non avesse più forza. Ha avuto un orgasmo e di quelli potenti. Ha squirtato e sono stato io a portarla all’apice del piacere. Lentamente si piega sulle ginocchia fino a rannicchiarsi in posizione fetale sul piatto della doccia. Il mio corpo la segue restando attaccato a lei. Il mio cazzo &egrave ancora dentro la sua pancia ed &egrave pieno di forza. Non sono venuto. L’acqua continua a scorrere sul mio corpo e su quello di mia madre. Dopo un pò si muove e mi costringe a sfilare il mio cazzo dal suo ventre; mi fa girare con la pancia volta verso il soffitto. Il cazzo svetta come l’albero maestro di un veliero. Chiude l’acqua.
‘Ed ora facciamo la conoscenza con lo sparviero che da ieri sera sta ghermendo la mia passera.’
&egrave seduta sulle sua gambe. I suoi occhi sono puntati al mio pube e brillano di una luce carica di libidine.
‘Dio, che cazzo che hai. &egrave bellissimo. &egrave lungo ed anche grosso. Non ho mai visto un cazzo di queste dimensioni e ti assicuro, amore, che tua madre ne ha visti parecchi. E pensare che sono stata io a costruirlo. Sei un figlio cattivo e ingrato. Me lo hai tenuto nascosto. Hai negato alla mia passera la gioia di giocare con il tuo sparviero. Se avessi saputo che mio figlio era dotato di un cazzo cosi bello, grande e grosso non avrei aspettato tutto questo tempo per ospitarlo nel mio ventre. E quanta forza ha dentro. Ma ora ci pensa la tua mammina a tirargliela fuori. Questo birbantello ha bisogno di una lezione per essersi tenuto lontano dal mio nido. Gli tirerò fuori tutta la sua boria.’
Un attimo dopo fionda la sua testa fra le mie cosce e mi da un bacio sul glande ancora umido dei suoi umori. Gemo. Una sua mano lo impugna e lo muove in modo da farsi accarezzare la faccia con il glande. Lo bacia più e più volte. Lo sposta sulle zizze. Se lo struscia sulle rotondità delle ghiandole mammarie. Lo alloggia mettendoselo fra le mammelle e , per un po’, le comprime intorno al cazzo come volesse fare una ‘spagnola’. Lo fa giocare con i grossi capezzoli. Poi avvicina la sua bocca e comincia a baciarlo lungo tutta la superficie. Non disdegna di accogliere la mia borsa scrotale nella sua calda bocca e stuzzicarla con la punta della lingua e succhiarmela strappandomi altri gemiti di piacere. Trascorso un minuto lascia i miei testicoli e prende a leccare il tronco del mio cazzo. La sua lingua lo pennella in lungo ed in largo spargendo la sua saliva su tutta la lunghezza del muscolo di rosea carne come fosse una spatola. Arriva in cima. Sento la punta della lingua di mamma roteare intorno alla corona del glande. Per un po gioca con il frenulo. Poi un caldo tepore lo avvolge. Il glande &egrave dentro la bocca di mia madre. Comincia a succhiarmelo. Sensazioni mai provate mi investono il corpo e si trasmettono al mio cervello. &egrave fantastico. Mi sento librare nell’aria come fossi un volatile. Mia madre mi sta succhiando il cazzo come fosse un ghiacciolo &egrave lo fa con maestria. Riesce a tenermi in uno stato di eccitazione perenne. Mi sta chiavando con la bocca. &egrave brava. Per quanto possa essere piacevole farsi succhiare il cazzo dalla propria madre, la resistenza giunge alla fine. L’esplosione giunge incontrollata. Come un vulcano il mio cazzo erutta. Potenti bordate di denso sperma vengono sparate nella bocca di mia madre che, senza un minimo cenno di fastidio, ingoia il frutto del suo lavoro. Sento le sue labbra stringersi intorno al mio cazzo e mungerlo. Non una goccia va perduta. Quando ritiene che non ho più niente da farle gustare abbandona il mio cazzo e si stende sul mio corpo. La guardo. Un rivolo di sperma le cola da un angolo della bocca. La sua lingua esce dalla sua bocca e va a raccogliere quell’ultimo residuo. Poggia le sue labbra sulle mie.
‘Baciami.’
Le infilo la lingua in bocca ed esploro il suo cavo orale. &egrave piena del sapore del mio sperma. Anche la sua lingua &egrave impregnata dei miei sapori ed a me piace succhiargliela. Trascorriamo alcuni minuti a limonare poi i nostri corpi incominciano ad infreddolirsi. L’acqua di cui eravamo inzuppati si &egrave asciugata ed il piatto della doccia fa sentire tutta la sua scomodità. Sonia si mette in piedi; indossa un accappatoio e mi tende la mano. Nudo come un verme mi faccio guidare.
‘Vieni. Andiamo in un posto più comodo per continuare il nostro discorso. Abbiamo ancora molte cose da dirci. Prima però mangiamo. Devi essere in forze se vuoi continuare a parlare con tua madre.’
Raggiungiamo la cucina. Si appresta a cucinare.
‘Di pronto non c’&egrave niente. Ci dobbiamo arrangiare. Ti va bene un vermicello al sugo.’
‘Mamma il vermicello c’&egrave l’ho già bello pronto. Tu hai la pentola con il sugo. Prima che il vermicello si tuffi nel tuo sugo mi piacerebbe molto assaggiarlo. Deve essere squisito gustarlo direttamente dalla tua pentola.’
‘Sei un adorabile porcellino. Vuoi leccare la patatina della tua mammina? Vuoi cimentarti in un cunnilingus? Lo sai fare? Guarda che non &egrave facile dare piacere ad una donna con la lingua.’
‘Cosa ti costa farmi provare? Una volta dovrò pur leccartela. Dai fattela leccare.’
‘Va bene, ci sto. Dove vuoi che mi metta.’
‘Qui sul tavolo.’
Mamma si toglie l’accappatoio e viene a porsi di fronte a me.
‘Aiutami a salire.’
Non &egrave facile sollevare un colonna di 178 cm di soda carne con un torace con 105 cm di circonferenza, un giro vita da 65 cm e fianchi da 98 cm; il tutto racchiuso in un peso di 70 kg. e farle poggiare il culo sul tavolo. Eppure ci riesco. Il resto lo fa lei. Si stende sul tavolo, tira su le gambe ed appoggia i talloni sul bordo del tavolo; allarga le cosce a 120 gradi. Sembrano una W capovolta. La folta foresta di ricci e rossi peli che nasconde la sua famelica tigre &egrave alla portata dei miei occhi. Prendo una sedia e mi ci siedo sopra. &egrave una posizione dalla quale posso osservare comodamente la fantastica figa di mia madre. Allungo le mani e le poggio sui bordi delle sue grandi labbra. Esercito una leggera pressione ed il colore violaceo della vulva di mia madre esce allo scoperto. Si vedono le piccole labbra a forma di ali di farfalla che fanno da scudo all’ingresso della vagina. Si vede la fessurina dell’uretra ed il cappuccio che nasconde il clitoride. Ne ho viste di fighe su internet ma una bella e meravigliosa come quella della mia genitrice non l’ho mai vista. E pensare che io sono venuto al mondo attraverso quella fessura. Mai avrei immaginato che anni dopo mia madre mi avrebbe concesso di entrare nel suo corpo facendomi passare attraverso la sua favolosa vulva. Mai avrei immaginato che anni dopo la mia nascita avrei chiavato mia madre ed &egrave la sua voce a scuotermi.
‘E allora? Ti piace lo spettacolo? Non credo che tu non abbia mai visto una figa. La mia non &egrave diversa dall’altre. Su, cerca di darti una mossa. Non posso certo stare qui a farmi guardare in eterno fra le cosce da mio figlio.’
‘Mamma di fighe ne ho viste molte ma solo su internet e ti assicuro che bella come la tua non ne esistono.’
‘Ti ringrazio del complimento fatto alla mia passera, ma perché non ti decidi una buona volta a baciarmela. Muoviti che ho voglia di sentire la tua lingua leccarmela.’
Comincio a baciarle l’interno delle cosce accompagnando i baci con veloci leccate. Sonia gradisce e me lo conferma con i miagolii.
‘Sììì, bravo, vai avanti così.’
Arrivo in fondo. I peli mi solleticano il naso. Il profumo della sua vagina mi penetra le narici e mi arriva al cervello. Le mie labbra si affrettano a baciarla. Mamma emette un lungo nitrito di piacere.
‘Hhhhiiiiihhhh! Finalmente ci sei. Uuuhhhmmm! Dai mangiamela. Divorala. &egrave tua.’
Non ho bisogno di incitamenti. Ho sempre desiderato baciare la figa di mia madre ed oggi sto realizzando il sogno di una vita. Tratto la vulva di Sonia come fosse la sua bocca. Di diverso ha solo il sapore un po salmastro ma che a me piace e glielo dimostro affondando i miei denti nella carne delle sue grandi labbra e facendola urlare dal piacere.
‘Bravo, bravo. Mangiala, mangiala. Ti piace la passera della mamma? Dio cosa mi sono persa. Avessi scoperto prima il tuo desiderio di montarmi ti avrei trascinato a letto già dal primo momento. Ed ora voglio sentire la tua lingua. Tirala fuori e usala.’
L’accontento. La mia lingua guizza fuori dalla mia bocca e come quella di un serpente vibra per saggiare l’aria per individuare la preda. Io non ho bisogno di capire dove sta la preda. Ce l’ho già alla mia portata. La mia lingua si muove veloce in lungo ed in largo. La punta esplora ogni piega di quella meraviglia della natura.
‘Dentro; mettimela dentro. &egrave li che la voglio sentire.’
Per quanto mi &egrave possibile riesco ad infilarle un pezzo nell’orifizio vaginale. Con la punta le pennello le pareti vaginali che in un attimo cominciano a secernere un dolce, asprigno e cremoso sugo che come un fiume in piena si riversa nella mia bocca. Lo ingoio.
‘Ti piace il sugo della tua mammina?’
‘&egrave squisito.’
Nel mentre le sto frullando la lingua nella vagina la punta del mio naso va a scontrarsi col suo clitoride. Un lungo ruggito mi fa capire che ho urtato un tasto giusto. Le mie attenzioni si spostano. Apro gli occhi e mi trovo davanti un clitoride talmente lungo da sembrare un cazzo di un ragazzino agli inizi della sua pubertà ed &egrave anche grosso. Ne sono attratto. Sposto la mia bocca e vado a circondare con le labbra quel fantastico organo del piacere. Con la lingua lo circuisco e lo pennello mentre con le labbra lo mungo. Sto dando inizio ad un pompino ed il cazzo che mi sta in bocca altri non &egrave che il clitoride di mia madre che esprime il suo piacere con un lungo ululato.
‘Uuuuuhhhhh! Ci sei; non lasciarlo. Continua così. Non pensavo fossi cosi bravo a fare pompini. Succhia, succhia bello di mamma.’
I suoi nitriti di piacere rimbombano fra le pareti della cucina. Intanto prima due e poi tre dita di una delle mie mani si sono aperte la strada fra le grandi labbra e l’hanno penetrata. Tocco l’utero e lo accarezzo con i polpastrelli delle mie tre dita. Lei gradisce e guaisce.
‘Bravo, bravo. Mi stai facendo impazzire. Oh! Dio. Vengo, vengo. Amore di mamma tua, lo sapevo che non mi sarei pentita di averti accolto fra le mie cosce.’
Le dita delle sue mani mi artigliano i capelli e spingono la mia testa contro la sua vulva.
‘Ecco, così. Bevi, bevi e dimmi se ti piace,’
Un attimo dopo un ruggito ed un torrente di limacciosi e densi liquidi le escono dall’uretra e mi inondano la bocca. Sta squirtando. Ingoio il tutto e dopo le lecco l’uretra ed il glande del clitoride pulendola dei rimasugli del suo piacere.
‘Sei stato fantastico. Bravo il mio cucciolo. Mamma ti ringrazia per la tua performance. Questo pomeriggio mi hai fatto squirtare per ben due volte. Non mi era mai successo. Se questa &egrave la premessa dovrò stare attenta. Ti dovrò tenere a bada altrimenti rischio di farmi distruggere ed io ho un ufficio da portare avanti. Ora portami a letto; sono sfinita.’
‘Non vuoi prima pranzare?’
‘Dopo, dopo. Fammi prima recuperare le forze. Mai avrei pensato che un uomo mi avrebbe portata a toccare le vette del piacere. Mai avrei pensato che quest’uomo sarebbe stato mio figlio. Amore di mamma credo proprio che ti sarà difficile liberarti dai miei assalti.’
Le passo un braccio sotto le cosce ed un altro sotto le spalle e la sollevo dal tavolo. Lei mi passa le sue braccia intorno al mio collo. Mi muovo. Direzione la sua camera da letto che da ieri sera &egrave diventata anche la mia.
La storia di Sonia – 1

Protagonisti:

Sonia e Brigitte

Sono trascorsi tre mesi da quella fantastica prima volta con mia madre ed ancora stento a crederci. Mi sembra di stare sognando. Eppure &egrave accaduto. Mia madre mi ha fatto entrare nel suo letto; mi ha posseduto e si &egrave fatta possedere; ha fatto di me il suo amante. Quello che mi sembrava un sogno irrealizzabile &egrave diventato realtà. La mia vita &egrave cambiata. Sono innamorato di mia madre. I miei pensieri sono tutti a lei dedicati. Il mio amore per mia madre &egrave da lei ricambiato e non ha limiti. Le nostre notti sono sempre tempestose e cariche di sesso. Lei ed io non siamo mai paghi del piacere che ci diamo amandoci. Il nostro, anche se siamo madre e figlio, &egrave vero amore. Il fatto di avere un rapporto incestuoso non ci spaventa. Io sono il suo uomo e lei &egrave la mia donna. &egrave sabato e ne io ne mia madre abbiamo impegni. Un’altra notte si &egrave conclusa all’insegna dell’amore. Il mattino tardi ci coglie, abbracciati, ancora a letto. Sonia &egrave in posizione fetale ed io sono dietro di lei. Siamo nudi. Le mie mani sono ancorate alle sue tette.
‘Mamma, sei sveglia?’
Un movimento del suo corpo contro il mio ed un miagolio mi dice che &egrave sveglia.
‘Hai voglia?’
‘La voglia l’ho sempre. Ma ho voglia di parlare e di sapere. Di me sai tutto mentre di te non so niente. Mi hai messo al mondo. Mi hai allevato, curato. Mi hai fatto entrare nel tuo letto e mi hai dato ospitalità fra le tue cosce. Sono diventato il tuo amante e non puoi immaginare quanto questo mi ha reso felice. Sono il tuo uomo. Ciò nonostante ci sono cose di te che non conosco. Sono anni che mi domando se ho mai avuto un padre. Mi piacerebbe conoscere la tua storia. Vuoi raccontarmela?’
Sonia si libera dal mio abbraccio e si gira verso di me. Prende il mio viso fra le sue mani e mi bacia.
‘Aspetto da tempo che tu mi faccia domande sulla mia vita. Vuoi sapere di me; di chi &egrave tuo padre? Bene. Ti racconterò la storia della mia vita e saprai anche della tua genesi. Non so se il tempo &egrave bastevole ma spero di farcela.’

Sonia racconta.
‘Come ben sai io sono di origine danese. Mio padre e mia madre sono danesi ed io stessa sono nata in Danimarca. Ho anche due fratellastri di un anno più grandi. I miei genitori sono dei funzionari del ministero degli esteri della Danimarca e svolgono il loro compito presso l’ambasciata danese in questo paese; io avevo cinque anni. Ho studiato presso le scuole di questo paese e qui mi sono laureata. I miei avevano rapporti di amicizia con un’altra coppia che avevano anche loro un figlio ed una figlia che si chiama Brigitte. Crescemmo e diventammo amiche. Frequentammo gli stessi istituti scolastici fino al diploma e poi l’università ci separò. Una separazione riferita solo al corso di laurea scelto. Io scelsi economia e lei filosofia. Per il resto niente ci separava. Ci volevamo bene. Un bene che presto si trasformò in qualcosa di più intimo. Ricordo ancora quel giorno. La primavera era già sopraggiunta. Il sole era ancora freddo. Eravamo in riva al mare distese su un plaid. Di colpo Brigitte rovesciò il suo corpo sul mio. Mi fissò negli occhi e prima che io potessi reagire mi diede un bacio sulla bocca. Non protestai e ne mi ribellai. Inconsciamente mi resi conto che lo avevo sempre voluto. Dischiusi le labbra e permisi alla sua lingua di entrare nella mia bocca. Lei la fece vibrare contro la mia lingua che si attorcigliò alla sua. Fu un lungo bacio. Era anche il mio primo bacio. Quando le nostre bocche si staccarono Brigitte, senza distogliere i suoi occhi da miei, mi disse:
‘Sonia, ti amo. Vuoi essere la mia ragazza?’
Senza un attimo di esitazione le risposi:
‘Sì. Brigitte io ti ho sempre amato. Ricordati però che io sono gelosa. Guai a te se mi tradirai.’
Eravamo due ragazzine alla loro prima esperienza sentimentale e per lo più si trattava di una esperienza lesbica. La cosa non ci spaventò e ne ci impressionò. Col passare dei giorni e dei mesi la nostra relazione si rafforzò. Approfondimmo la conoscenza del nostro rapporto ed esplorammo i nostri corpi. Facemmo sesso. Ci amammo. I nostri colleghi ci guardavano con occhi indagatori. I commenti cominciarono a circolare. A noi non importava nulla di quello che dicevano. Un anno passò. Andammo in vacanza con i nostri genitori. Un giorno la madre di Brigitte ci raggiunse al bar dove eravamo solite andare a consumare un gelato. Si sedette al nostro tavolo.
‘Ragazze ho da parlarvi.’
La guardammo e ci guardammo. Di nuovo spostammo i nostri occhi su di lei.
‘In famiglia sappiamo del vostro rapporto e non vi giudichiamo e ne vi condanniamo. Come ne sono venuta a conoscenza? &egrave stata la madre di Sonia a dircelo. Lei vi ha viste nel mentre vi scambiavate effusioni e me ne ha parlato. Anche i vostri papà lo sanno. Quindi in nostra presenza non cercate più di nascondere il vostro amore. Siamo danesi e il lesbismo nel nostro paese non &egrave visto come un rapporto scandaloso. Qui invece &egrave diverso. La morale comune considera il rapporto fra donne un atto scandaloso da condannare. Fate attenzione a quando vi scambiate effusioni in pubblico.’
Poi spostò il suo sguardo su di me.
‘Io e tua madre ne abbiamo parlato ed abbiamo convenuto che sarebbe meglio per voi che riduceste al minimo le vostre effusioni in pubblico. Non vi consideriamo delle diverse. Per noi siete normali. Siete due ragazze che si amano. Vi vogliamo aiutare a vivere la vostra relazione in serenità e tranquillità pertanto abbiamo pensato di affittare un villetta dove voi due vi trasferireste e condurreste una vita in comune come foste una normale coppia. Se la proposta vi aggrada fatecelo sapere.’
Si alzò ed andò via. Io e Brigitte restammo a guardarla allontanarsi. Poi ci guardammo senza proferire parola. Quell’intervento fu per noi, per un verso traumatico e per altro verso liberatorio. Tutto mi sarei aspettato tranne che il mio amore per Brigitte mi venisse spiattellato sul muso. Ma la cosa mi fece piacere perché non dovevo più nascondere i miei sentimenti. Almeno in famiglia. Dovevo però sapere in che occasione mia madre ci aveva viste scambiarci effusioni e mi promisi che lo avrei fatto al mio ritorno a casa. Così feci. Giunsi a casa e andai in cerca di mia madre. La trovai in giardino seduta su una sdraio che stava leggendo. La salutai e mi sedetti di fronte a lei.
‘Mamma, oggi la madre di Brigitte: Jody, ci ha incontrate in piazza (credo che l’incontro non fosse casuale) e senza girarci intorno ci ha detto che voi sapete della relazione che esiste fra me e la figlia e che non ci ostacolerete. Ci ha detto che sei stata tu a scoprirci. Mi dici quando?’
Leanna (&egrave il nome di mia madre) alzò gli occhi dal libro, mi guardò, posò il libro e modificò la sua posizione. Da sdraiata si mise seduta. Prese le mie mani nelle sue.
‘Jody ti ha detto la verità. In famiglia sappiamo di quanto insiste fra voi due. Lo sanno anche i vostri padri ed i vostri fratelli. In quanto allo scoprirlo fu un caso. Devo ringraziare la vostra poco riservatezza. Le porte, quando non si vuole far sapere niente, si chiudono a chiave. Un giorno mi trovai a passare davanti alla tua stanza. Sentii dei lamenti provenire dall’interno. Ho creduto che tu stessi male. Aprii la porta e la scena che mi si parò davanti mi bloccò sull’uscio. Tu e Brigitte eravate nude ed avvinghiate l’una all’altra. Forse &egrave meglio dire che tu stavi sopra di lei con la testa fra le sue cosce e lei con la testa fra le tue cosce. &egrave una posizione che viene comunemente chiamata: mettersi a 69. Eravate talmente impegnate a darvi piacere che non vi accorgeste della mia presenza. Non vi interruppi. Chiusi la porta e andai in camera mia a riprendermi dallo shock. Decisi di parlarne con Jody.’
‘Ma perché lo facesti? E perché proprio con la madre di Brigitte? Non potevi tenerlo per te o quantomeno parlarne con me?’
Leanna esercitò una forte stretta delle sue mani sulle mie.
‘Non siete le sole ad essere diverse. Sappi che le nostre due famiglie sono un focolaio di trasgressività. Io, tuo padre, Jody ed il padre di Brigitte siamo due coppie a cui piace il libero amore e questo dura fin da quando eravamo dei semplici impiegati del ministero degli esteri del nostro paese. Concretizzammo il nostro pensiero e le nostre tendenze. Con Jody ho una relazione lesbica e suo marito &egrave il mio amante. Anche tuo padre &egrave un frequentatore abituale del letto della madre della tua ragazza. Insieme decidemmo di rafforzare il nostro rapporto con la nascita di un figlio. Devi sapere che tuo fratello Robert non &egrave il figlio di tuo padre ma &egrave figlio del papà di Brigitte cosi come il fratello della tua amante non &egrave figlio di suo padre ma lo &egrave del tuo papà.’
‘Mi stai dicendo che oltre ad accoppiarti con il papà di Brigitte gli hai dato anche un figlio? Altrettanto ha fatto la mamma di Brigitte? Non ho solamente un fratello. Ne ho due. Uno &egrave figlio tuo e del papà di Brigitte e l’altro &egrave il figlio che Jody ha avuto da mio padre?’
‘Sì. Un anno dopo nasceste voi due. La trasgressività non si fermò. Sappi che io e la mamma di Brigitte ci siamo fatte carico dell’educazione sessuale dei tuoi fratelli.’
‘Vai a letto con mio fratello? Ti fai chiavare da tuo figlio?’
‘Non dire baggianate. Con tuo fratello ci vado a letto, ma si tratta del figlio di Jody e di tuo padre, mentre lei va a letto con Rob, il figlio che ho avuto da suo marito.’
‘E la chiami trasgressività? Che casino. Accetto la vostra proposta. Affittate, anzi comprate, &egrave meglio, una villetta abbastanza isolata che mi trasferisco con Brigitte e fate presto.’
Lo fecero. Comprarono una villetta in periferia dove io e Brigitte ci trasferimmo. La nostra vita subì una svolta. Eravamo una coppia. I primi tempi furono i nostri genitori a sostenerci finanziariamente ma a noi non bastava. Le nostre esigenze crescevano e di nuove si presentavano. Soluzioni non riuscivamo a trovarle. finché un giorno senza averci riflettuto sparai una proposta oscena.
‘Brigitte, L’unico modo per fare soldi e molti &egrave quello di prostituirci.’
La mia amante spalancò gli occhi ed assunse un espressione di incredulità.
‘Ti ha dato di volta il cervello? Mi stai dicendo che dovremmo diventare delle puttane?’
‘Sì. &egrave l’unico modo di conquistare l’indipendenza piena dai nostri genitori. Siamo due belle ragazze con gli attributi ben sviluppati che sono centri di attrazione. Faremmo soldi a palate.’
‘Ma siamo vergini. A me non va di andare con uomini.’
‘La verginità possiamo tenercela anche se a me comincia a dare fastidio. Il nostro cliente sarà il mondo femminile. Ci sono una miriade di donne che sono come noi: lesbiche. Per non parlare di quelle che nel loro subconscio lo sono e non lo manifestano perché si vergognano. Se troviamo il modo di garantire la riservatezza sono sicura che avremmo delle clienti in grande quantità.’
‘E tu non saresti gelosa sapendomi fra le braccia di un’altra donna?’
‘No, perché so che non lo faresti per amore e che quando finisci di lavorare torni fra le mie braccia che saranno lì ad attenderti pronte a stringerti per amarti. Che dici? Ci stai?’
‘Quando cominciamo?’
‘Te lo dirò dopo. Ora vieni qui che ho bisogno di averti.’
Si avvicinò; l’abbracciai e la baciai. Fu un lungo bacio. Intanto le mie mani si mossero e la spogliarono. Una volta che fu nuda si lasciò andare sul tappeto e sollevò le braccia nella mia direzione invitandomi a raggiungerla. In un baleno mi spogliai e catapultai il mio corpo sul suo.’
‘Brigitte, ti amo e guai a te se ti innamorerai di un’altra. Farei una pazzia.’
‘Sonia, tu sei e sarai sempre il mio unico amore.’
Cominciai a baciarla. Prima sugli occhi poi sulle guance, sulla bocca dove mi soffermai a penetrarla con la lingua e giocare con la sua lingua. Un bacio lungo e avido di desiderio. Ripresi a baciarla lungo il collo. Scesi sul petto. Le sue bianche mammelle mi si pararono davanti in tutta la loro bellezza (Brigitte &egrave una IVB le sue misure sono 98-63-91; &egrave alta 168 cm e pesa circa 55 kg). Mi ci avventai bramosa di cibarmi di quei due globi di alabastro. Baciai e leccai ogni cm2 di quelle bianche sfere. Lei miagolava facendomi eccitare ancora di più. La punta della mia lingua vorticava veloce intorno ai due capezzoli grossi come nocciole e rossi come lamponi. Li imboccai e succhiai. Latte non ne usciva ma io succhiavo con intensità immaginando che lo avesse. I suoi miagolii diventarono più forti. Sentii le sue mani poggiarsi sulla mia testa e spingere. Capii cosa voleva. Assecondai la sua voglia. Con la testa scesi, continuando a baciarla, verso il suo pube. Lei tiro su le gambe e le allargò offrendomi in visione la folta foresta di peli rossicci che copriva la sua meravigliosa e polposa vulva. Mai visione mi fu più gradita. Vidi le sue dita farsi largo fra i folti peli, poggiarsi sui bordi delle grandi labbra ed esercitare una pressione un modo da dilatarle dando modo alle fantasmagoriche sue fattezze di mostrarsi ai miei occhi. La prima cosa che mi si para davanti &egrave il suo grosso clitoride. Grosso e lungo da sembrare un cazzo di un ragazzino e che sormontava la fessura dell’uretra. Poi le piccole labbra che erano due ali di farfalle messe li a protezione dell’ingresso della rosea vagina. Sono gonfie e di un colore rosso ciclamino. Mai visione fu più arrapante. Avevo in precedenza già esplorato con la mia lingua quella favolosa conchiglia, ma quella volta mi sembrò essere più bella. Sentii la sua voce implorarmi.
‘Sonia, amore, ho il corpo che brucia. Ti prego, baciamela, leccala. &egrave tua.’
Sì; aveva ragione era mia. La presi, la mangiai; la baciai; la leccai; le succhiai il clitoride (le feci un pompino). Annusai i suoi peli. Mi inebriai dei suoi odori. Lei venne più volte e rovesciò nella mia bocca tutto il suo piacere. Lo ingoiai. Era squisito. Quando la furia del primo assalto scemò ci spostammo nella camera da letto dove continuammo ad amarci per tutta la notte.
La storia di Sonia 2

Sonia e Katya

Ebbe inizio la nostra vita di prostitute saffiche Le nostre prime clienti le cercammo nell’ambiente scolastico. Sapevamo che molte insegnanti erano lesbiche e sapendo che anche noi lo eravamo più e più volte tentarono di abbordarci e sempre senza risultati. Fu Brigitte a far in modo di far capire che eravamo disponibile ad incontri a condizione che fossimo pagate. La prima ad accettare fu la nostra insegnante di fisica che in giorni diversi ci fissò un incontro a casa sua. Toccò a me essere la prima. Mi recai all’appuntamento. La mia prossima amante si fece trovare avvolta in una vestaglia rossa trasparentissima. La trasparenza della vestaglia mostrava in pieno le sue splendide forme. Sotto indossava un reggiseno rosso a coppe aperte che teneva sollevata la sua IV B lasciando liberi i grossi capezzoli di prendere aria e di lanciare inviti lussuriosi ad eventuali spettatori; un ridotto perizoma rosso le copriva il cespuglietto di peli che le ornava la vulva; delle calze rosse a rete autoreggenti le fasciavano le lunghe e bianche cosce. Ai piedi aveva scarpe di pelle lucida di colore rosso con tacchi da 12 cm. Era una donna già matura (aveva 45 anni) ma aveva un fisico da sballo. Un languore mi colpì lo stomaco. Mi prese le mani e mi attirò a se e con un piede chiuse la porta alle mie spalle. Mi abbracciò.
‘Finalmente. &egrave da quando vi ho viste la prima volta a scuola che ho desiderato questo momento. Sapessi la gelosia che mi rodeva quando capii che tu e la tua amica vi amavate ed io ne ero fuori. Mi sono dannata l’anima nel bramare di portarvi a letto. Avrei preferito farlo senza contratto ma pur di avervi sono disposta anche a pagarvi. La tariffa a quanto ammonta? I soldi li vuoi prima?’
Non le risposi. Sentivo i suoi seni premere contro i miei. Non era bella come Brigitte ma era simpatica e gradevole a guardarla. Avvicinai il mio viso al suo e poggiai la mia bocca sulla sua. Le diedi un lieve bacio. Fu un atto che lei apprezzò molto.
‘Oh! Cara. Hai ragione. A dopo gli affari. Prima il piacere. Vieni.’
Mi guidò verso la camera da letto. Entrammo. Un letto enorme si stagliava nella stanza.
‘Spogliati.’
Era la mia prima volta con una donna diversa da Brigitte ed avevo pudore a spogliarmi. Lei capì.
‘Aspetta. Lascia che sia io a spogliarti.’
Lentamente cominciò a spogliarmi ed ad accarezzarmi con le sue belle mani. Quando la spoliazione giunse al termine si allontanò e fece scorrere i suoi occhi sul mio corpo.
‘Woah, come sei bella. Sei proprio come ti ho sempre immaginata.’
Arrossii. Lei si portò dietro il mio corpo e mi abbracciò agganciando le sue mani alle mie mammelle. Le sue tette si schiacciarono contro la mia schiena ed i suoi capezzoli, duri come bulloni, mi parvero volessero perforare. Sentii le sue labbra poggiarsi sul mio collo. Lo baciò e lo leccò. Un brivido mi percorse la spina dorsale e si trasmise alla mia occasionale compagna che gradì e me lo disse.
‘Vedo che ti &egrave piaciuto. Hai un culetto favoloso e delle tette fantastiche.’
Le sue dita artigliarono i miei capezzoli e li strizzarono. Gemetti.
‘Oh dio, sei già pronta?’
Sì, ero pronta. Il mio corpo era pervaso dalla libidine e la mia micina lanciava acuti miagolii. Senza staccare le sue mani dal mio seno mi spinse verso il letto e mi fece cadere sopra con lei stesa su di me. Prese a baciarmi. Prima la nuca, poi il collo. Ad ogni bacio faceva seguire un colpo di lingua breve e veloce. Mi morse i lobi delle orecchie e me li succhiò. La sua lingua guizzò nel mio padiglione auricolare. Il piacere fu enorme. Gridai.
‘Ti piace? Sono contenta. Siamo appena all’inizio. Vedrai. So come dare piacere ad una giovane donna bella come te. Mi implorerai di smettere e di continuare. Tu non sai niente dell’amore fra donne. Quando avrò finito non vorrai più lasciarmi.’
Le sue mani non avevano abbandonato il mio seno. Sentivo le sue dita strapazzarmi i capezzoli e pastrugnarmi i globi. Sentii la sua bocca poggiarsi sulla mia schiena e le sue labbra scorrere lungo la mia spina dorsale. La sua lingua accompagnava la sua bocca leccando ogni punto della mia schiena. Brividi e scosse cariche di elettricità mi percorrevano il corpo. Le sue mani smisero di giocare con le mie tette e si spostarono sui mie glutei. Prima li accarezzarono e poi le sue dita si insinuarono nello spacco che li separava e raggiunsero il mio buchetto posteriore. Un suo dito, credo sia stato il medio, si appoggiò sul buco del mio culo esercitando una lieve pressione. Sobbalzai. Mi misi di schiena e sempre con lei distesa su di me. La guardai.
‘Calma. Rilassati. Non avere paura. &egrave solo un dito.’
‘Il fatto &egrave che lì non sono stata mai toccata.’
‘Sei analmente vergine? Questa si che &egrave una magnifica notizia.’
‘Perché?’
‘Bambina mia, non &egrave di tutti i giorni sapere che una bella ragazza come te ha il culetto ancora inviolato. Anche la tua amante &egrave come te? Voglio dire anche lei non lo ha mai preso nel culo?’
‘Vuoi sapere se siamo mai state con un uomo? No, nessun uomo ha mai goduto del nostro corpo.’
‘Mi stai dicendo che siete due verginelle. Le vostre micine non hanno mai ospitato un uccello?’
‘No. Mai.’
‘Non ci credo. Due bellissime ragazze quali voi siete non possono essere sfuggite a qualche orso arrapato. Di amicizie maschili ne avete mai avute?’
‘Non le abbiamo mai cercate. Non ci &egrave mai piaciuto fare conoscenze maschili. Ci bastiamo.’
‘Non avete mai fatto una galoppata? Nessuno via ha mai chiavate? Non sai cosa vi siete perdute. Io sono lesbica si può dire da quando sono nata. Ciononostante non mi sono fatta mai mancare una ragionevole dose di genitali maschili. Ospitare di tanto in tanto nel proprio nido un valente sparviero che ghermisce le vostre passere fa bene alla salute e ritempra lo spirito. Il mio consiglio e di farci un pensierino. Conosco due uomini che farebbero chissà cosa per avervi nel loro letto e rendervi delle vere donne. Se volete ve li presento.’
‘Con questi tuoi signori ci sei andata a letto?’
‘Sì. E qualche volta con entrambi nello stesso momento. Sono due magnifici amanti.’
‘Cosa ci hai fatto con due uomini insieme e nello stesso letto?’
‘Sapessi quante cose si possono fare che nemmeno lo immagini. Se volete ve li presento.’
‘Tu cosa ci guadagneresti?’
‘Una piccola percentuale sul compenso che chiedereste.’
‘Ci faresti da intermediaria? Vuoi essere la nostra manager?’
‘A condizione che sareste sempre disponibili ad accettarmi anche come vostra amante.’
‘Ci procureresti anche appuntamenti con altre donne?’
‘Non puoi immaginare quante ne conosco che vi accoglierebbero nei loro letti. Si sarei la tenutaria della vostra casa d’appuntamenti.’
‘Una casa il cui accesso sarà riservato esclusivamente a sole donne. Non vogliamo uomini.’
‘D’accordo. E dei due?’
‘Ne devo parlare con la mia amante. Ti farò sapere.’
‘Vuoi che gliene parli io?’
‘No. Lo farò io. Ne dobbiamo discutere e ragionare. Perdere la verginità &egrave una cosa seria. Ed &egrave ancora più seria se si tratta di perderla facendosi montare da due sconosciuti. Tocca a me parlargliene. &egrave la mia amante.’
‘Come vuoi. Aspetterò la vostra decisione. Posso farti una richiesta?’
‘Se &egrave fattibile la soddisferò.’
‘Hai detto che il tuo culo &egrave inviolato. Da quando ho saputo che li dietro nessun cazzo &egrave mai entrato bramo dal desiderio di essere la prima a mettertelo nel culo. Mi concederesti l’onore di essere la prima ad impalarti il culo?’
Spalancai gli occhi.
‘Vuoi chiavarmi nel culo? Scusa non sei un uomo. Come pensi di potermi sfondare il culo?’
‘Sei proprio una novizia. Sono certa che noi due diventeremo delle inseparabili.’
‘Non dimenticare Brigitte.’
‘Saremo in tre. Il numero perfetto. Allora? Qual’&egrave la tua risposta?’
‘Sul farmi impalare da te? Non lo so. Ci devo pensare. In attesa perché non continui da dove abbiamo lasciato.’
‘Girati.’
La storia di Sonia ‘ 3

Protagoniste:

Sonia e Katya 2

Cosa ci faccio in un letto con una donna di molti anni più vecchia di me? La guardo. Mi accorgo che ha una bellissima bocca. I miei occhi si posano sui suoi turgidi capezzoli di color fragola. Distolgo lo sguardo da quella meraviglia e incrocio i suoi verdi occhi. Sta sorridendo.
‘Ti piacciono? Li vuoi? Sii paziente. Li avrai ma dopo. Ora lasciami completare l’opera per la quale sei qui.’
Mi fa girare e me la ritrovo a cavalcioni sulla schiena e con le mani sui miei glutei.
‘&egrave da qui che dobbiamo continuare.’
Un attimo dopo il suo viso e sul mio culetto e la sua bocca &egrave fra le mie chiappe.
‘Scommetto che ti stai domandando cosa voglio farti. Non te lo dico.’
Il suo alito solletica la separazione che insiste fra i miei glutei. So cosa sta per farmi. Chiudo gli occhi e resto in attesa aspettando l’inevitabile. Passano i secondi e nulla succede. La tensione mi logora, ma lei &egrave ferma. Capisco. Vuole che io le dia il mio consenso. Porto le mani sui miei glutei ed, esercitando una pressione li allargo mettendo allo scoperto la mia rosellina posteriore.
‘&egrave questo che vuoi? Prendilo. &egrave tuo. Divertiti e fammi godere.’
‘Veramente posso?’
‘Si che puoi. Per il momento giocaci ma niente penetrazioni. Ti prometto che se mi convincerò a farmi sodomizzare sarai tu a rompermi il culo.’
‘Lo sai piccola puttanella che mi stai facendo innamorare.’
‘Puoi anche innamorarti ma non sarò mai completamente tua. Io ho già il mio amore e si chiama Brigitte. Ora datti da fare.’
Sento un suo dito premere sulla mia rosellina e un attimo dopo il caldo della sua lingua investe il mio buchetto. Mi sta leccando il buco del culo. &egrave la prima volta che me lo sento fare. Brigitte non si &egrave mai lasciata andare a leccarmi il buchetto. &egrave una sensazione mai provata prima. Il guaio &egrave che mi piace. Ci sa fare. La punta della sua lingua tenta di penetrarmi il buchetto. Brividi di piacere mi percorrono il corpo. Grido.
‘Cosa vuoi fare? Ho detto niente penetrazioni.’
‘&egrave soltanto la mia lingua. Te lo sto leccando e dal grido che hai emesso mi fai capire che ti &egrave piaciuto. Lasciati andare. Ti farò un servizietto che non dimenticherai.’
Ritorna ad occuparsi del buco del mio culo. Lo lecca strappandomi rumorosi gemiti di piacere. Poi avverto una lieve pressione al centro dello sfintere. Capisco. Non mi ribello. La lascio fare. La pressione diventa costante. Il suo dito forza la porta posteriore che cede e gli permette di aprirsi la strada verso l’interno. Mi sta sodomizzando con un dito. Quando &egrave tutto dentro lo fa roteare come se volesse allargarmi il buchetto e nello stesso momento avverto di nuovo la sua lingua pennellarmi lo sfintere. &egrave tale il piacere che provo che vengo irrorando le lenzuola con i miei fluidi.
‘Sei venuta. Hai goduto. Sono contenta. E pensare che dentro al buco del culo avevi solo un dito. Immagino a quando ti sfonderò il culo cosa farai. Sonia, io e te ci divertiremo.’
‘Non dimenticare Brigitte.’
‘E chi la dimentica. Mentre ti fottevo il culo col dito mi &egrave venuta in mente una scena di un incontro a tre. Io dietro, Brigitte davanti e tu in mezzo. Sarà meravigliosamente bello amarci.’
Mi bacia con delicatezza. Sento la sua lingua frullarmi nella bocca. Mi abbandono. Dopo un tempo che sembra infinito passa al collo poi la sento scendere senza smettere di baciarmi e di leccarmi. Raggiunge il seno lo bacia ma non si ferma. Continua a scendere. Raggiunge la pancia, il pube. Allargo le gambe lanciandogli un esplicito invito, ma lei mi da solo dei baci all’interno delle cosce e nell’inguine facendomi gemere. Poi ricomincia a risalire. Di nuovo il pube, l’ombelico, la pancia. Arriva al seno. I miei capezzoli sono duri come bulloni di acciaio. La mia eccitazione &egrave al massimo. Sono fuori di testa.
‘Sei cattiva. Perché mi fai questo? Perché non vuoi darmi ciò di cui ho bisogno? Ti prego.’
La guardo. Sul viso ha dipinto un ghigno di trionfo. &egrave riuscita a farsi implorare. Vedo la sua testa fiondarsi sulle mie zizze e, finalmente, sento le sue labbra agganciare un capezzolo: leccarlo e poi succhiarlo. Per un po’ gioca con i miei seni e con i miei capezzoli poi ricomincia a scendere senza mai staccare la sua bocca dal mio corpo. Raggiunge il centro del piacere. Ho ancora le cosce allargate ed il fuoco che mi sta divorando le viscere. Lei &egrave lì e si accinge a placarlo. La sua bocca e sulla mia vulva. La sua lingua percorre tutto lo spacco che divide in due le grandi labbra facendomi gridare ed ululare al mondo tutto il mio piacere. Finalmente mi sta dando ciò per cui mi stavo dannando. Comincia succhiarmi prima le grandi labbra e immediatamente dopo le piccole labbra; poi mi penetra con la lingua e lecca tutta quello che la mia vagina sta secernendo. Il mio corpo &egrave percorso da brividi di piacere. Mi sento impazzire. Nuovamente la imploro di darmi sollievo e lo faccio nella mia lingua natale: Venligst. Jeg f’ler sk’r. Lad mig ikke lide. (Ti prego. Mi sento impazzire. Non farmi soffrire.) Credo che non abbia capito ma i miei gemiti sono inequivocabili. Le sue labbra si impossessano del mio clitoride. Mi fa un pompino. Contemporaneamente mi infila il dito medio nuovamente nel culo cominciando a fottermi ad un ritmo indiavolato. Con le mani le afferro i capelli e spingo la testa contro la mia patata.
‘Ti piace? Mangiala.’
L’orgasmo non si fa attendere. Arriva come previsto. Inarco la schiena ed urlo. Vengo e scarico nella sua bocca tutta la mia forza. Lei la ingoia senza porsi nessun problema. Il mio corpo &egrave in preda ad un forte tremore e solo quando si calma apro gli occhi e la guardo. Ha la testa fra le mie cosce e mi sta fissando con i suoi occhi verdi; si sta passando la lingua sulle labbra; sta gustando il frutto del lavoro della sua bocca.
‘Ne dai un po’ anche a me.’
‘Speravo sentirtelo chiedere. Sei più depravata di quanto pensassi.’
Si alza e strusciando il suo corpo sul mio raggiunge il mio viso. La sua bocca &egrave sulla mia; la sua lingua &egrave nella mia bocca ed &egrave ancora impregnata dei miei sapori. Gliela succhio. Ci stacchiamo. I nostri occhi si incontrano. L’amo, mi ama. So che non &egrave finita.
La storia di Sonia ‘ 4

Protagoniste:

Sonia e Brigitte – Desideri e decisione

Katya diventa la nostra manager ed allo stesso tempo &egrave anche la nostra mantenuta. Non che avesse bisogno di soldi. Era ricca. Non le mancava niente e ne si faceva mancare qualcosa. Il compenso che più le faceva piacere riscuotere era il poter giocare con i nostri corpi. Era un’amante meravigliosa. Per certi aspetti la ringrazio per avermi fatto scoprire sensazioni e piaceri che non conoscevo. Sul versante degli affari si rivela essere una eccellente procacciatrice di clienti. Era lei che selezionava le donne che volevano entrare nel nostro letto. Era sempre lei che stabiliva la tariffa della prestazione e che non era mai la stessa. Donne facoltose e desiderose di avventure extra si prenotavano per avere i nostri servizi. Molte non erano vere lesbiche. Erano donne a cui piaceva sperimentare il diverso. C’erano anche casalinghe, impiegate, infermiere, ecc. C’era di tutto e di ogni età. Le quarantenni erano in maggioranza. A me capitò di soddisfare le voglie di una settantenne che dimostrò di non avere niente da invidiare alle molte più giovani di lei. Era una maestra nell’arte del cunnilinguo. Usava la lingua come un maestro di pittura usa il pennello. Gli affari prosperavano. In tutto questo il mio amore per Brigitte si rafforzò. Dopo ogni incontro correvo a casa e la trovavo sempre pronta ad accogliermi fra le sue braccia ed altrettanto facevo io quando lei tornava dall’aver soddisfatto le voglie di qualche lesbica occasionale. Tutto senza trascurare gli impegni scolastici. Un anno passò. Ci prendemmo un periodo di pausa. Era di domenica quando Brigitte decise di affrontare l’argomento della verginità.
‘Sonia, amore, hai mai desiderato portare a letto un uomo e farlo giacere fra le tue cosce permettendogli di far entrare il suo uccello nel tuo nido?’
Ci siamo. La figura di Katya si materializza nella mia mente.
‘Come mai questa domanda?’
B: ‘Me ne ha parlato Katya. Mi ha detto che &egrave da bambine frustrate pensare di escludere dalla nostra vita un rapporto con un uomo. Lei lo ha avuto e più volte senza che la sua natura di lesbica ne risentisse.’
Io: ‘Si, lo ha detto anche a me. Mi ha anche detto che ci sarebbero due uomini pronti a raccogliere la nostra verginità e disposti a pagare una consistente somma pur di permettere al loro sparviero di ghermire le nostre passere.’
B: ‘Perché non me lo hai detto?’
Io: ‘Ho creduto che non ti interessasse.’
B: ‘Invece mi interessa. Essere vergine mi provoca seri problemi psichici. &egrave giunto il momento di porre riparo.’
Io: ‘Vuoi accettare la proposta di Katya?’
B: ‘Non vedo perché rimandare ancora. Prima o poi la dobbiamo dare. Solo che vorrei sapere a chi la darò. Non mi va di darla a due emeriti sconosciuti.’
Io: ‘Sono d’accordo. Chiamala e dille che ci faccia avere le foto dei due galletti. Noi intanto andiamo dalla ginecologa e ci facciamo prescrivere la pillola. Non mi va di correre il rischio di restare incinta.’
Brigitte prende il cellulare e compone il numero di Katya. Dopo i convenevoli di rito le dice che siamo pronte a fare il grande passo. Che si prodigasse per combinare l’incontro con chi lei sa a condizione che ci facesse avere la foto dei due pretendenti. Spegne il portatile e viene a sedersi sul divano.
‘Sonia, che tipo d’uomo ti piacerebbe fosse quello che vorresti far entrare nel tuo letto?’
‘Brigitte, amore, ti confesso che ho sempre desiderato portare a letto un uomo che ha turbato i miei sogni e che ancora li turba.’
‘E chi sarebbe questo fortunato?’
‘Mio padre.’
‘Oh dio! anche tu?’
‘Perché anche tu ”
‘Si. Io sono innamorata di mio padre. Sapessi quante volte mi sono sgrillettata pensando a lui.’
‘Anch’io. Sarebbe il coronamento di un sogno se i due maiali che vogliono sfondarci la figa fossero loro. Sai la sorpresa nel vederci. Potrebbero anche avere un infarto.’
‘Non credo. Sono sicura che, passato il primo sbigottimento, si lancerebbero su di noi nonostante siamo le loro figlie. Non dimenticare che non hanno mai nascosto le loro porcaggini familiari. Sono certa che il mio paparino qualche cattivo pensiero su di me lo ha fatto.’
‘Una cosa &egrave fare cattivi pensieri e tutt’altra cosa &egrave concretizzarli. Noi siamo le loro bambine. Giacere con noi significa avere un rapporto incestuoso. Potrebbero rifiutarsi.’
‘Dimentichi che noi siamo diventate due puttane. Oramai siamo delle esperti adescatrici. Katya &egrave stata un’ottima maestra. Sappiamo come circuirli e convincerli. &egrave più facile sedurre un uomo che una donna. Agli uomini basta mostrargli un pò di coscia e un pò di tette e te li ritrovi ai tuoi piedi come cagnolini. Se proprio non lo capiranno non ci resterebbe che violentarli.’
‘Auguriamoci che siano loro gli sparvieri che vogliono ghermire le nostre passere.’
La foto dei due maiali non ci viene data. Katya ci dice che si sono rifiutati. Inoltre ci comunica che l’appuntamento &egrave fissato per il fine della prossima settimana. Abbiamo tutto il tempo di prepararci. Ho anche il tempo di fare una visita a mia madre. &egrave già un bel po’ che non la vedo.
Protagoniste:

Sonia – Leanna (sua madre) – Frank (il fratellastro di Sonia – figlio di Paul – padre di Sonia – e di Jody – madre di Brigitte)

Arrivo a casa di mia madre nel tardo pomeriggio. Parcheggio la mia fiammante Porsche 911 nera sullo spiazzo davanti alla villa. &egrave un regalo che mi sono fatta con i proventi della mia attività di prostituta lesbica. Messi i piedi a terra mi accorgo che nascosta da un cespuglio &egrave parcheggiata una moto. La riconosco. &egrave del mio fratellastro ovvero del frutto nato dall’accoppiamento avvenuto tra mio padre con Jody, la madre di Brigitte. Il perché la moto sia lì parcheggiata &egrave facile da intuire. Fu mia madre stessa a dirmelo. Aveva fatto del mio fratellastro il suo amante così come Jody aveva come amante Robert, l’altro mio fratellastro, nato dall’accoppiamento di mia madre con il padre della mia amante. Lo so, &egrave un casino ma &egrave cosi. La mia famiglia &egrave formata da elementi moralmente e sessualmente trasgressivi. Manca solo l’incesto e poi c’&egrave tutto, anche la perversione. Io non dispero. Il sogno di entrare nel letto di mio padre non mi ha mai abbandonato. Mi guardo intorno e non vedo l’auto di mio padre. Magari ci fosse stato anche lui in casa. Sono un poco combattuta. Non so se entrare o ritornare sui miei passi e rinviare la visita ad altro giorno. In fondo di quello che stanno facendo mamma ed il mio fratellastro lo so. Non ho mai visto, tranne che in film porno, un uomo ed una donna accoppiarsi. Ho l’occasione di vedere un amplesso dal vivo. Anche se si tratta di mia madre devo vederli. Decido di entrare. Ho le chiavi. Entro. Mi tolgo le scarpe ed a piedi nudi avanzo. L’interno della casa &egrave in ombra. Dove saranno? Imbocco la scala che porta al piano notte. Arrivata in cima sento gemiti provenire da una stanza. Conosco quei gemiti. Più volte li ho sentiti mentre lecco le fighe delle mie clienti o mentre succhio le loro tette o mentre faccio un pompino succhiando il loro clitoride. Quelli che più mi mandano fuori di testa sono i gemiti che la mia Brigitte mi fa sentire quando siamo a letto a fare sesso. Silenziosamente mi avvicino. La porta &egrave aperta. Sono sulla soglia. Un fantastico spettacolo si presenta ai miei occhi. Sul letto vi &egrave, nuda, mia madre messa carponi (alla pecorina) con il viso rivolto verso l’entrata della camera. Sul volto ha dipinta una espressione stravolta dal piacere. Mi vede e mi sorride. I miei occhi si spostano sulle sue zizze che, grosse come le campane di Notre Dame, ondeggiano ad ogni colpo che il mio fratellastro, standogli dietro, le mena contro il suo poderoso culo. Dalla posizione in cui mi trovo non riesco a vedere ma di sicuro Frank le sta stantuffando il suo giovane cazzo nella pancia. Con una mano la tiene per i capelli; &egrave come se stesse aggrappato alla criniera di una giumenta costringendola a tenere alta la testa mentre l’altra mano é sulla sua schiena lì dove inizia il culo di mamma. Leanna lo incita e lo fa usando frasi spinte e volgari.
‘Dai, bastardo, figlio di puttana. Questo &egrave quello che sai fare? Questo &egrave quello che ti ho insegnato? Tuo padre sa fare di meglio. Lui sì che &egrave un valente stallone. Dai, porco, sventrami, sfondami l’utero, spaccami in due.’
Non so se sono le frasi di Leanna che incita il mio fratellastro a darci dentro o &egrave la spettacolo che mi viene offerto. Fatto &egrave che i miei capezzoli si induriscono e la mia passera comincia a pigolare. Mi sto eccitando. Prima che accada qualcosa di cui possa pentirmi e dopo aver strizzato un occhio in direzione di mia madre abbandono la scena. Sono appena giunta in cima alla rampa di scale che un grido di maiala sgozzata mi arriva alle orecchie. &egrave mia madre. Sta godendo. &egrave il colmo. La mia miciotta lancia un urlo e sento un rivolo scendere lungo una coscia. Cazzo! Sono venuta e senza che mi sia masturbata. Lo spettacolo che mi ha offerto mia madre ha rafforzato la mia voglia di cazzo. Papà dove sei? Lentamente scendo le scale e raggiungo la cucina. Mi siedo su una sedia con i braccioli ed aspetto. Pochi minuti e nel vano della porta si materializza la figura di mia madre. &egrave nuda. Non si &egrave minimamente preoccupata di coprire il suo fantastico corpo. Cercherò di descriverlo. &egrave Era, la dea greca dalle bianche braccia. &egrave Giunone una delle tre dee che si sottoposero al giudizio di Paride sul chi fosse la più bella. Anni:36. Altezza 175 cm.; viso ovale, occhi neri, capelli neri e lunghi fino al fondo schiena, cosce e gambe che sono due bellissime colonne di bianca carne in cima alle quali si dipartono le forme di un culo che &egrave un pianeta diviso in due (la circonferenza raggiunge i 97 cm); un giro vita di 75 cm. e infine le due stratosferiche bianche lune: le sue zizze. Sono enormi. Raggiungono la considerevole misura di 120 cm di circonferenza (in GB ed in US sarebbe una 36J). Nonostante l’età e due gravidanze sono ancora abbastanza sode anche se la grossezza e la pesantezza non riescono a stare su. I capezzoli sono due rosse grosse ciliegie e sono al centro di due larghe areole di colore caffellatte. Il mio subconscio non ha mai dimenticato il fiume di latte che sgorgava da quelle zampogne riversandosi nella mia gola fino ad ubriacarmi. Un rito che si &egrave protratto per anni e che ha visto anche mio fratello Robert partecipare attivamente allo svuotamento delle zizze di nostra madre dal surplus di latte. Mi rivedo con la bocca incollata ad una delle mammelle mentre mio fratello aveva la sua bocca incollata all’altra mammella. Mamma aveva tanto di quel latte da poter sfamare un esercito di bambini. Avevo circa dieci anni quando cominciai a staccarmi dalle tette di mamma. Un forte desiderio di rivivere quei momenti mi percorre il corpo. Sì; desidero tanto lanciarmi su mia madre e artigliare con le mie labbra uno dei suoi capezzoli e succhiarlo fino a farmi dolere le mascelle. Un desiderio che mi provoca un languore al basso ventre che si tramuta in un orgasmo. Trattengo a stento un urlo. Stringo le cosce e trattengo nella vagina i miei umori. Mamma intuisce cosa mi sta accadendo. Si avvicina e si mette su un mio lato. Un suo braccio mi passa intorno al collo e la sua mano &egrave sul mio viso. Mi accarezza mentre una sua tetta &egrave quasi sul mio viso ed il grosso capezzolo mi sfiora le labbra. Divento rossa dalla vergogna. Mai avrei pensato che mia madre potesse suscitarmi pensieri immorali.
‘Cosa c’&egrave. Sei rossa come un peperoncino. Cosa ti turba. &egrave la mia nudità a metterti a disagio o &egrave lo spettacolo a cui hai assistito?’
‘Mamma, l’una e l’altro c’entrano ma più di tutto sei tu, ovvero &egrave il tuo corpo a provocarmi strane sensazioni. Sei bellissima ed eccitante.’
Mamma porta le sue mani sotto le zampogne e le solleva.
‘Sono queste che ti turbano? Le vuoi? Prendile. Sono tue. Lo sono sempre state.’
‘Oh, dio, mamma veramente posso?’
‘Sonia, bambina mia. Lo sai che con la madre di Brigitte ho una relazione saffica e che avere un rapporto lesbico non mi spaventa. Sapessi da quanto aspetto questo momento. Fin dal giorno che venisti da me e parlammo di te e Brigitte. Fu allora che scoprii di desiderarti. Ero invidiosa di Brigitte. Lei ti aveva ed io no. Poi una amica mi propose un incontro con una ragazza e mi fece vedere una foto. Eri tu nuda. Restai senza parole. Seppi da lei che tu &egrave Brigitte vi prostituivate e che le vostre clienti erano solo donne. Fui tentata di accettare l’invito. Mi trattene il fatto che sei mia figlia. Avessi saputo dei tuoi pensieri per me non mi sarei certamente tirata indietro. Ora sei qui e da quello che ho capito vorresti portarmi a letto. &egrave così?’
Non le rispondo. I miei occhi sono ammaliati dalla visione che lei mi sta offrendo. Due enormi tette sono lì davanti ai miei occhi e mi stanno invitando.
‘Mamma mi daresti un po di latte?’
‘Figlia mia prendine quanto ne vuoi. Le mie zizze sono qui pronte a dissetarti. Ti chiedo solo di spostarci nella stanza degli ospiti. Un letto &egrave più comodo.’
‘Mamma non posso muovermi. Se mi alzo si scatena un diluvio.’
Mia madre spalanca gli occhi.
‘Non dirmi che sono io ad aver provocato il tuo stato? Veramente sei tutta un lago?’
‘Mamma, vedere Frank che ti montava e vedere le tue zizze dondolare come campane mi hanno eccitato e sono venuta già due volte e senza toccarmi.’
‘Non muoverti. Ci pensa mammina tua a toglierti l’inconveniente. Vedrai, dopo che ti avrò pulita ti sentirai leggera come una libellula.’
‘Mamma, di sopra c’&egrave il mio fratellastro, faresti bene a chiudere la porta.’
‘Tranquilla e non preoccuparti. Siamo solo noi due. Frank &egrave dovuto correre ad incontrare suo padre per il disbrigo di non so quale faccenda.’
Un attimo dopo &egrave in ginocchio fra le mie gambe. Mi solleva la gonna fin sulla pancia. Infila le dita nello striminzito slip e con forza me lo strappa mettendo a nudo la mia farfalla colma di umori. Per un secondo solleva il viso e fissa i suoi occhi nei miei come a voler il mio consenso. Sto per avere un rapporto lesbico con mia madre. Qualcuno direbbe che trattasi di incesto. Non lo so se &egrave incesto ma non me ne frega un cazzo. Un altro tabù sta per essere polverizzato. Tiro su le gambe ed accavallo le cosce sui braccioli della sedia offrendo a mia madre tutta la mia voglia di sentire la sua lingua pennellare la mia polposa vulva.
‘Si, mamma. Fallo. Lo voglio.’
Senza smettere di fissarmi Leanna fionda la sua testa sul mio inguine e comincia a baciarmi prima l’interno delle cosce per proseguire poi a mordermi la passera. Non resisto e grido.
‘Dio, mamma se continui così mi farai morire.’
Avverto le dita di mamma poggiarsi sulle grandi labbra ed allargarle in modo che l’entrata della mia vagina sia più agevole per le incursioni della sua lingua.
‘Mamma fai attenzione. Sono ancora vergine.’
‘Lo so e so anche che sei in procinto di perderla. L’hai messa in vendita. La mia amica mi ha detto che ci sono due uomini che pagheranno una consistente somma di danaro per cogliere il fiore tuo e di Brigitte. Mi dispiace non poter essere io quell’uomo. Mi sarebbe piaciuto essere io a sfondarti il ventre. Promettimi che dopo verrai da me e ti farai chiavare da tua madre. Credo che tu sappia che una donna può chiavare un’altra donna. Di sicuro hai avuto occasione di cimentarti in sfrenate galoppate con qualcuna delle tue clienti. Basta usare l’attrezzo adatto. Io ce l’ho. Lo uso spesso quando mi incontro con la madre della tua amante. Si chiama ‘Strap ‘ on’. Una cosa non capisco. La dai ad uno sconosciuto e non all’uomo che un giorno potresti amare. Perché? Io l’ho data a tuo padre perché era l’uomo che amavo e che amo ancora.’
Davanti ai miei occhi si materializza l’immagine della figura di mio padre. Certo farsi chiavare anche da mia madre, seppur dotata di un cazzo artificiale, sarebbe il massimo della perversione. Le metto le mani nei capelli e spingo la sua testa contro i miei organi genitali.
‘Mamma io l’uomo che amo ce l’ho. Lui però non lo sa e non so come fare per farglielo capire. Darei qualsiasi cosa affinché quel giorno fosse lui a raccogliere il mio fiore.’
Mia madre già non mi ascolta più. Le sue attenzioni sono tutte rivolte al centro del mio inguine. La sua lingua mi sta mandando in frantumi il cervello. Il mio corpo &egrave percorso da meravigliose sensazioni. Lunghi ululati di gradimento mi salgono in gola e si propagano nello spazio della cucina.
‘Dio, dio, mamma &egrave fantastico. Nessuna delle donne con cui sono andata a letto &egrave brava come te. Nemmeno la mia Brigitte &egrave così brava. Hai un modo di usare la lingua che &egrave favoloso.’
Altro non riesco a dire. Sento l’orgasmo montare. Urlo. Inarco la schiena e vengo. Enormi colate di lava eruttano dalla mia vagina e trovano la bocca di mia madre pronta ad accoglierle. La lava si apre la strada nella gola di mia madre che la ingoia facendola raggiungere il suo stomaco. Tutto si esaurisce dopo pochi minuti. Il mio corpo ha una debacle. I miei muscoli si allentano. E sono tre.
‘Mamma ti amo. Ora si che mi sento bene. Mai avrei creduto che tu potessi amarmi così’, così’, insomma hai capito.’
Senza smettere di continuare a leccarmi la figa, Leanna tra una leccata e l’altra mi dice:
‘Amore mio. Io non ho ancora finito. Ho ancora una cosa del tuo corpo da dover assaggiare. Però voglio che anche tu mi dia piacere. Vieni a stenderti sul pavimento.’
Capisco a cosa mira. Non mi faccio ulteriormente pregare. Mi alzo dalla sedia; mi libero dei vestiti e:
‘Mamma andiamo nella tua camera. Il tuo letto &egrave molto ampio. Staremo più comode.’
Leanna si mette in piedi; mi prende una mano e, sculettando come due verginelle, ci dirigiamo in direzione della sua camera.
Protagoniste:

Sonia e sua madre Leanna 2

Vi arriviamo che siamo entrambe bagnate. Le nostre pussy sono gocciolanti di umori. Mamma mi abbraccia e mi stringe contro di se. Le sue mastodontiche zizze si schiacciano contro le mie. I suoi capezzoli sono talmente induriti che sembrano due bulloni.
‘Sonia, figlia mia, hai un corpo favoloso e sei molto bella. Sono contenta che sei fra le mie braccia. Non puoi immaginare quanto ho desiderato questo momento. Lo so. Questa &egrave pazzia. Una mamma, anche se lesbica, non dovrebbe avere rapporti sessuali con la propria figlia. Me ne frego della morale. Io ti amo e ti voglio.’
Fisso i miei occhi nei suoi.
‘Mamma, quando parli di questa tua amica per caso si chiama Katya? Come fai a conoscerla?’
‘Oh, lei &egrave stata e lo &egrave ancora l’amante della madre di Brigitte. Lei vi conosce. Ci ha raccontato degli incontri che avete con lei e di quanto siete diventate brave a letto. Ci ha messe anche al corrente della vostra attività. Ci ha detto che &egrave lei a procurarvi le clienti e che ha messo la sua villa a disposizione della vostra attività di puttane del sesso lesbico. Insomma ci ha detto che &egrave la vostra pappona. Non ne siamo sconvolte. Siamo solo preoccupate che non siate violentate. Ma lei ci ha rassicurato. Il tormento era solo mio. Ti volevo e non sapevo come fare per averti. Ero innamorata di mia figlia e non sapevo come dirglielo. Ed ora eccoti qui fra le mie braccia e pronta a soddisfare la mia libidine di mamma lesbica ed incestuosa.’
Povera mammina. La capisco. Anch’io sono innamorata di mio padre e non riesco a trovare la strada giusta per confessarglielo in modo da poterlo portare a letto e diventare la sua amante. Sono ancora presa da questo pensiero che sento la lingua di mamma bussare sulle mie labbra. Le dischiudo quel tanto che basta a farla entrare nella mia bocca dove guizzando in ogni direzione va in cerca della mia lingua. Le nostre lingue si incontrano ed un violento quanto piacevole duello ha inizio. Le mie labbra immobilizzano la lingua di mia madre e la succhiano fino a farla restare asciutta della sua saliva. Poi le parti si invertono ed &egrave la mia lingua ad entrare nella sua bocca e subire lo stesso trattamento che io ho fatto alla sua. Il gioco si ripete per diversi minuti e nel mentre lo facciamo le nostre mani non stanno ferme. Le sue sono sul mio culo e le sue unghie me lo trafiggono. Le mie mani sono sulle sue tette e le pastrugnano. Le mie dita artigliano i grossi capezzoli e li strizzo fino a farla gridare dal dolore. Smette di baciarmi.
‘Ahia! Mi fai male. Che ti prende?’
‘Mamma voglio il tuo latte.’
‘Anch’io voglio il tuo. Stenditi sul letto e vediamo come possiamo soddisfare il nostro reciproco bisogno di latte.’
Mi stendo e mamma mi imita stendendosi sul mio corpo con la testa rivolta verso il mio ventre e con le sue zampogne che pendono sul mio viso.
‘Ecco. Questa &egrave la giusta posizione per poter alimentarci senza interruzioni di sorta. Io mi ciberò del tuo latte mentre tu succhierai il mio latte.’
‘Mamma, mettiamoci su di un fianco. Ci sarà più agevole allattarci.’
Quando la posizione &egrave acquisita non perdo un secondo per agganciare con entrambe le mani uno dei grossi palloni da fot ball che ornano il torace di mia madre; avvicinarlo alla mia bocca ed artigliare con le mie labbra il grosso capezzolo che si erge imperioso al centro di una scura e grossa areola che orna la bianca superficie del pallone. Comincio a succhiare. Leanna non ha perso tempo. Anche lei ha attaccato la sua bocca ad una delle mie zizze e sta succhiando. Avevo quasi dimenticato le meravigliose sensazioni che provavo stando aggrappata con la bocca al seno di mia madre. Altre zizze hanno soggiaciute alla mia voglia di succhiarle, ma dolci e squisite come quelle di mamma non ne ho trovate. Passo da una zampogna all’altra con grande voracità e mia madre mi ricambia usando sia la bocca che le mani. Mi pastrugna le mammelle con le mani e mi tortura i capezzoli con i denti e la lingua. Diversi minuti sono già trascorsi da quando abbiamo cominciato a giocare con le nostre mammelle che Leanna allunga un braccio e porta la sua mano sul mio inguine. Sento le sue dita frugare fra i miei peli. Incontrano il mio clitoride che si &egrave espanso in tutta la sua lunghezza di ben 5 cm ed &egrave duro come un chiodo. Per un attimo smette di succhiare. Mi guarda.
‘Oh dio. Da quanto tempo &egrave che sei pronta?’
‘Mamma sono pronta da quando hai cominciato a succhiarmi le zizze. Ora datti da fare e ammorbidisci il mio grilletto.’
Leanna abbandona le mie gemelle e strusciando il suo corpo sul mio porta la sua testa fra le mie cosce mentre la sua pelosa vulva &egrave sulla mia faccia. Un 69 sta per avere inizio. La lingua di mia madre comincia a saettare e la punta tocca velocemente i punti erogeni della mia pucchiacca. Tenta di penetrarmi. La lascio fare perché so che per quanto possa affondare la sua lingua verso l’interno della mia vagina non riuscirà mai a lacerarmi l’imene. Da questo versante la mia verginità &egrave salva. Altrettanto non posso dire del resto. Mamma &egrave un uragano. Lecca, morde e succhia tutto quello che trova sulla strada della sua famelica bocca e la mia passera &egrave piacevolmente aggredita ed assaporata. La sua lingua lappa ogni secrezione che le pareti interne della mia vagina secernono ingoiandole. Io non le sono da meno. Ho già agganciato con le mie labbra il suo enorme clitoride (lungo ben 7 cm) e lo sto mungendo come fosse un cazzo. Fare un pompino ad una donna &egrave più esilarante del farlo ad un uomo. Tra noi due si scatena una competizione. Entrambe ci cimentiamo nella pratica del cunnilinguo. &egrave Leanna a vincere lo scontro. A lei bastano pochi minuti di fervido trattamento e riesce a provocarmi una sequela di orgasmi che si concludono in una copiosa eiaculazione. Squirto ed erutto sulla sua faccia tutto il mio piacere. Pochi secondi ed anche il suo vulcano eietta intense bordate di fluidi caldi e densi che trovano la mia bocca aperta e pronta ad accoglierli. Non uno mi sfugge e ne a lei sfuggono le mie eruzioni. Esauste ci lasciamo andare. Restiamo comunque abbracciate alle nostre cosce e con la testa ferma l’una fra le gambe dell’altra. Dopo un po sento la sua voce.
‘Sonia, amore di mamma, &egrave stato bellissimo. Non avrei mai creduto che noi due potessimo scopare.’
‘Mamma, anche a me &egrave piaciuto molto fare all’amore con te. Spero che questo non sia un episodio occasionale. Dopo quanto &egrave accaduto fra noi due il mio desiderio di averti &egrave aumentato. Io ti vorrò sempre.’
‘Bambina mia, io sarò sempre qui. Quando hai voglia vieni pure. Mi troverai sempre pronta a soddisfare la tua libidine.’
Il grande giorno

Protagonisti:

Sonia e Paul (il suo papà)

La rimanente parte della giornata e l’intera notte la trascorro nel letto di mia madre dove, insieme, diamo vita ai più perversi giochi sessuali. Raggiungiamo più volte le vette del piacere e le accompagniamo con nitriti ed ululati che denunciano il conseguimento della reciproca soddisfazione. &egrave mattina presto quando abbandono il letto di mia madre lasciandola ancora dormiente e non senza averle dato un bacetto sui suoi grossi capezzoli. Rientro a casa. Brigitte non &egrave ancora rientrata. Vado a sedermi in una delle due poltrone del salotto e mi lascio andare con la mente. Certo che ne ho fatta di strada. Prima lesbica poi puttana saffica ed ora anche lesbica incestuosa e non &egrave finita. Lo squillo del telefono mi porta con i piedi sulla terra. Alzo la cornetta.
‘Pronto?’
‘Ciao Sonia. Sono Katya. Ti comunico che l’appuntamento con i due porcellini &egrave fissato per il week end della prossima settimana. Ho già predisposto il tutto. La villa &egrave a vostra totale disposizione. Sarete sole. Io mi assenterò per tutto il tempo che vorrete. Tornerò quando mi chiamerete. Mi raccomando, prendete le necessarie precauzioni per evitare inconvenienze del tipo gravidanze.’
‘Tu dove te ne vai?’
‘Sarò ospite di una mia fiamma.’
Scoppio a ridere.
‘Vuoi dire che non starai da sola a farle prendere aria?’
‘Qualcuno ti ha mai detto che sei una stronza?’
Riattacco. I miei pensieri vanno al giorno fissato. Sacrificherò la mia verginità sull’altare della lussuria. Cerco d’immaginarmi la faccia dell’uomo che perforerà il mio ventre con il suo gladio. La fantasia mi fa brutti scherzi. Il volto che vedo &egrave quello di mio padre. Magari fosse vero. Sarebbe la realizzazione di un sogno. Chiudo gli occhi e fantastico. Vedo mio padre che mi bacia e poi spogliarmi; mi prende in braccio e mi porta nella camera da letto; mi adagia sul letto; si spoglia e si stende sul mio corpo. Sento il suo cazzo premere contro il mio ventre. Tiro su le gambe ed allargo le cosce permettendo così al cazzo di babbo di insinuarsi nel mio inguine e penetrarmi. Arriva all’ostacolo; lo abbatte. Mi fa sua. Sono donna.
‘Ehi, ci sei?’
In un ‘puff’ il sogno svanisce. &egrave la voce di Brigitte a portarmi alla realtà.
‘Sei tornata? Ha chiamato la nostra amica. Ha detto che dovremo tenerci pronte per il prossimo fine settimana. I due si sono fatti vivi ed hanno deciso. Ci dovremo far trovare a casa di Katya pronte a riceverli. Tu sei sempre del parere di immolare la tua verginità?’
‘Tu no?’
‘Non vedo l’ora che avvenga. Dopo il nostro curriculum di puttane si arricchirà. Diventeremo le escort più richieste del paese. Ci pensi. Giovani, belle, bone e soprattutto bisessuali. Faremo stragi.’
Il solo pensiero mi tiene in uno stato di tensione. Non &egrave nervosismo; &egrave eccitazione. Sto continuamente a guardarmi allo specchio domandandomi se riuscirò a sostenere la prova. Trascorro il resto dei giorni che mi separano dal grande evento a tonificare il mio corpo e prepararlo a sostenere l’assalto. Non mi pongo il problema di piacere perché so che piaccio e che nessun uomo, tranne un eunuco, mi resisterebbe. Il giorno arriva. Io e Brigitte siamo già sul posto. Katya ci ha lasciato occupare la casa con un giorno di anticipo. Ho indossato un vestito rosso che mi lascia scoperta tutta la schiena e le braccia ed &egrave lungo fino al ginocchio. Sul davanti ha due triangoli di stoffa che si dipartono dalla vita e salgono a coprire le mie grosse gemelle e vanno ad incontrarsi dietro il mio bianco collo. Non ho reggiseno. Le mie tette sono libere e sballottano ad ogni passo che faccio. I miei capelli color oro sono sciolti e scendono a cascata fino al fondo schiena. Sotto ho uno striminzito tanga rosso che a stento copre la mia folta foresta di ricci peli. Ho delle calze rosse a maglia larga e con cucitura posteriore rette da un reggicalze sempre di colore rosso. Insomma sono uno schianto. Il rumore di un motore mi mette in ebollizione il sangue. Sono loro. Sono arrivati. Corro alla porta. Metto la mano sulla maniglia ed aspetto. Il campanello suona. Apro e ‘ svengo.
Non so quanto tempo resto svenuta. Riprendo i sensi. Gradualmente il mio cervello entra in funzione. Apro gli occhi. Mi rendo conto di essere stesa sul divano del salone. La prima cosa che vedo &egrave il viso di Brigitte.
‘Cosa &egrave successo?’
‘Sei svenuta.’
‘Ricordo che stavo alla porta. Ho sentito bussare. Ho aperto e poi più niente.’
‘Sei sicura? Non ricordi più niente?’
‘Si. Stavamo aspettando due uomini e’ Dio! Ora ricordo. Uno dei due era mio padre e l’altro era il tuo. Dove sono? Sono andati via?’
‘No. Sono loro che ti hanno portata qui. Sono fuori che aspettano. Erano tutti congestionati dalla vergogna. Non si aspettavano di trovare le loro figlie ad attenderli. Stavano per andare via. Sono riuscita a trattenerli.’
‘Falli entrare.’
‘Se li faccio entrare dopo per il mio non sarà facile farlo uscire.’
‘Brigitte, &egrave il destino che ce li ha mandati. Non hai sempre detto di essere innamorata di tuo padre. Pensaci. Quale momento migliore di questo per farlo giacere nel tuo letto.’
‘Non lo so. Mi piacerebbe molto ospitarlo fra le mie cosce. Credi che lo farebbe?’
‘Credo proprio di sì. Altrimenti sarebbero scappati. Dammi retta. A loro non sembra vero che le due verginelle da profanare siano le loro figlie. Lo hanno sempre sognato e desiderato. Vai a chiamarli. Portali qui. Vedrai che non si opporranno.’
Brigitte va ad invitare i nostri papà. I miei nervi sono al massimo della tensione. Il mio più grande sogno sta per avverarsi. L’uomo delle mie fantasie erotiche &egrave qui. Ancora qualche minuto e poi mi &egrave davanti. I suoi occhi puntano i miei. Non vi leggo imbarazzo.
‘Ciao papà.’
‘Ciao Sonia.’
‘Come mai sei qui?’
‘Avevo appuntamento con una ragazza. Dovevo trascorrere un week end trasgressivo ed invece trovo mia figlia.’
Con mio padre ho sempre avuto un rapporto franco e sincero. Ci siamo sempre detto tutto. L’unica cosa di cui non abbiamo mai parlato &egrave il reciproco desiderio l’uno dell’altra.
‘Sei deluso di aver trovato tua figlia in questa casa? Ti dispiace aver scoperto che la ragazza con cui avevi fissato un incontro si &egrave rivelata essere tua figlia?’
‘Certo la sorpresa &egrave stata forte. Non mi aspettavo di trovare te. In quanto al dispiacermi ti dico di no, non sono dispiaciuto e ne tantomeno deluso. Forse il mio subconscio desiderava che fossi tu la ragazza con la quale avrei dovuto trascorrere il week end. Sai perché sono qui?’
‘Certo che lo so. Ho, insieme a Brigitte, combinato questo incontro e Katya ne &egrave stata l’intermediaria. Io e Brigitte siamo ancora illibate ed &egrave diventato psicologicamente pesante esserlo. Quello che non sapevamo &egrave che i nostri possibili contadini fossero i nostri papà.’
‘Perché ci chiami contadini? Siamo due diplomatici.’
‘Siete venuti con il proposito di usare il vostro vomere per arare la nostra terra e quindi siete dei contadini.’
‘E non ti spaventa che sia tuo padre ad arare la tua terra vergine?’
‘Papà io ho sempre sognato che l’uomo che mi avrebbe resa donna fossi tu. Ora sei qui ed io sono pronta a farti dono della mia verginità.’
‘Sonia sapessi da quanto desidero farti mia. Sono tuo padre ma sono anche un uomo e tu sei una ragazza bellissima. Io sono innamorato di te e non mi importa se sei mia figlia.’
‘Vieni. Andiamo di sopra. Ci sono delle camere con ampi letti che possono ospitare due esseri bramosi di accoppiarsi. Io non ti darò solo la mia verginità. Ti darò anche il mio amore.’
‘Mi preoccupa il dopo. Cosa sarà di noi due?’
‘Sarai il mio amante uomo.’
‘Non ti spaventa l’incesto?’
‘No. Non vedo dove sta l’incesto. Ti amo, tu mi ami. Siamo adulti e consenzienti. Basta che nessuno sappia che fra noi esiste un rapporto oltre che sentimentale anche di natura sessuale. Papà tutto deve essere circoscritto a noi due.’
In tutto questo ciarlare con mio padre non mi sono accorta che Brigitte e suo padre sono spariti. Dopo saprò che i due piccioncini non hanno avuto bisogno di parlarsi. Si sono subito ritirati in una delle camere da letto ed hanno aperto le danze. Lo prendo per mano e me lo trascino al piano superiore. Tra le tante stanze una sola ha la porta chiusa e dal suo interno ci giungono gemiti e grugniti di cui conosco l’origine. Stringo forte la mano di mio padre.
‘Il tuo amico ci sta dando dentro alla grande. Brigitte sarà entusiasta delle prestazioni del suo papà.’
Arriviamo nella stanza che ho scelto per me e mio padre. Entriamo e chiudo la porta con la chiave. Mi giro verso di lui; mi avvicino; lo abbraccio; premo il mio seno contro il suo torace e con voce sensuale lo invito.
‘Ed ora vediamo quanto mi desideri. Spogliati. Ti voglio vedere nudo. Fatti vedere come sei fatto.’
Ho appena finito di parlare che in un batter di ciglia il mio giardiniere &egrave completamente nudo. Mi allontano da lui di un passo e comincio a girargli intorno.
‘Papà sei bellissimo. Sei come ti ho sempre immaginato.’
Mio padre &egrave immobile. Lascia che sia io a condurre il gioco. Ha paura che l’incantesimo si rompa. I miei occhi spaziano sul suo corpo di maschio adulto. Accompagno l’esplorazione visiva con piccoli gridolini di piacere. Il mio obiettivo &egrave un altro. I miei occhi vanno alla ricerca del vomere. Lo vedo. &egrave meraviglioso. Non ho mai visto un cazzo e quello che sto ammirando supera la mia fantasia. Mi piego sulle ginocchia e osservo da vicino l’ariete che sfonderà la porta della mia fortezza. Imperioso si diparte dal centro del suo inguine e si erge come l’albero maestro di un veliero e punta verso il mio viso. &egrave lungo (saranno almeno di 18cm), grosso (di sicuro sarà largo 4cm), ma quello che attira la mia attenzione &egrave il glande che, libero dal cappuccio, sembra la cappella di un fungo: larga e luccicante. Non riesco a trattenermi. Mi attrae come fosse un magnete. La mia testa si piega in avanti e la mia bocca entra in contatto con il fantastico glande. Gli schiocco un bacio il cui suono si spande nella stanza. Mio padre emette un lungo ululato e lo accompagna portando le sue mani sulla mia testa e la spinge verso il suo pube. So cosa vuole. Non l’ho mai fatto. Ho sempre e solamente fatto pompini alle donne giocando con i loro clitoridi ma non ho mai succhiato un cazzo. Devo solo fidarmi della mia esperienza di lesbica e di quanto ho visto e letto sul web sull’argomento fellatio. L’immagine di mia madre si affaccia nella mia mente. Sento le sue grida di piacere che emette mentre le succhio il clitoride. Si; basta fare attenzione. Leccare un cazzo non deve essere molto diverso dal leccare una figa. Comincio col dargli bacetti piccoli ed intensi per tutta la sua lunghezza. Arrivo alle palle. Apro la bocca e le avvolgo con le mie labbra. Le succhio strappando a mio padre altri ululati. Faccio durare il trattamento per alcuni minuti poi libero i testicoli dalla prigione della mia bocca e mi dedico alla grossa e lunga asta di soda carne. Tiro fuori la lingua e la faccio scorrere lungo la superficie del palo. Arrivo al glande. La mia lingua lecca la corona e poi si sofferma vibrando sul frenulo. Papà &egrave al limite. Lo capisco dalle pulsazioni del sangue che gli scorre nelle vene che gli attraversano il cazzo. Alzo gli occhi e fisso i suoi. Sono lucidi e pieni di libidine. Vi leggo il piacere che lo sta investendo. &egrave il momento. Dischiudo le labbra ed il suo glande entra nella mia bocca. Lo accolgo imprigionandolo con le labbra. Intanto la lingua continua a svolgere il suo lavoro. Avviluppo la bestia con la lingua e lo lecco. Lo succhio. La mia testa comincia ad andare avanti ed indietro. Il cazzo di mio padre esce ed entra dalla mia bocca. I miei occhi sono puntati nei suoi. La sua voce mi giunge carica di piacere.
‘Sonia, bambina mia, mi stai facendo morire. Come ho potuto perdere questo. Se avessi saputo del tuo desiderio non avrei lasciato trascorrere tutto questo tempo. Figlia mia il tuo papà non ha parole per ringraziarti del piacere che gli stai dando.’
Le sue mani mi bloccano la testa ed &egrave lui a condurre il gioco. Il suo bacino comincia un movimento di avanti indietro prima lentamente e poi sempre più velocemente. Mio padre mi sta pompando il suo cazzo in bocca. Mi sta chiavando la bocca. Il gioco non ha lunga durata. Un lungo ululato ed un rumoroso grugnito mi annunciano che papà &egrave al capolinea. Un secondo dopo il suo cazzo &egrave un vulcano. Una potente e copiosa bordata di caldo ed asprigno sperma viene sparata nella mia bocca. Mi affretto a convogliarlo, con la lingua, verso la mia gola. Alla prima bordata ne fanno seguito delle altre meno potenti e meno copiose. Ingoio il tutto facendolo scivolare verso le profondità del mio stomaco. Mio padre allenta la presa sulla mia testa e si lascia andare all’indietro. Cade disteso sul letto e con il cazzo ancora in tiro. Mi siedo sul letto ed impugno lo scettro.
‘Papà non dirmi che sei già pronto per un altro round?’
‘Sonia, figlia mia, ho tanto bramato questo momento che ho nel mio fucile tanti di quei colpi da sparare dentro il tuo agognato ventre che non lo immagini. Il tuo papà farcirà il tuo nido con abbondanti spruzzate di densa e copiosa crema.’
‘Dio, papà, mi fai bollire il sangue nelle vene.’
‘Dio, papà, mi fai bollire il sangue nelle vene.’
‘Vieni a stenderti sul letto. Il mio ghiacciolo &egrave già pronto per raffreddare il tuo sangue.’
Non mi lascio sollecitare. Prima do inizio ad un lento spogliarello. Lascio scivolare il vestito sul pavimento e poi con mosse studiate mi libero del tanga; lascio le calze, il reggicalze ed il reggiseno a coppe aperte. Poi salgo sul letto e lo cavalco mettendogli la figa sulla faccia. La folta foresta di peli gli solletica il naso.
‘Guardala papà e dimmi se ti piace. &egrave per questa che sei qui? Non vorresti baciare la mia micina? Su, dai, fallo, ne ha tanto bisogno. Fagli sentire il caldo tocco della tua lingua. Leccala. Papà fai godere questa puttana di tua figlia.’
Un attimo e sento la sua bocca premere contro la mia figa. Incurante dei peli apre la bocca e prende a mordermela.
‘Oh dio, papà, vuoi mangiarmela? Tanto ti piace? Sìììì! Mangiala. &egrave tua. L’ho conservata per te.’
Mio padre &egrave un vero cannibale. Addenta le mie grandi labbra e tira come se volesse strapparmele. Urlo dal dolore.
‘Sì! Grida, urla. Ti farò male. &egrave la punizione che ti meriti per esserti tenuta lontana da me. Mi desideravi e non hai mai fatto niente per farmi capire che mi volevi. Ti sei scopata tua madre e con me hai avuto remore.’
Ho un sobbalzo. Sa di me e di sua moglie. Come fa a saperlo? In casa non c’era nessuno.
‘Chi te lo ha detto?’
‘Non scervellarti. &egrave stata tua madre stessa a dirmelo. &egrave stato il mattino stesso che sei uscita dal suo letto. Mi ha anche detto che tu e la tua amante eravate in attesa di questo giorno. Allora ho capito che la ragazza che mi avrebbe aspettato eri tu. Glielo ho detto. Lei non si &egrave mostrata sorpresa. Dice che aveva sempre intuito che mi piacevi e che quanto prima ti avrei chiavata. Mi fece gli auguri raccomandandomi di non farti male.’
‘Dimmi, papà, a te sapere che mi sono fatta mamma che effetto ti ha fatto?’
‘Mi sono eccitato e l’ho costretta a sottostare alle mie voglie. L’ho chiavata ed ho scaricato nel suo ventre miliardi di spermatozoi e mentre godevo ti invocavo. Era te che stavo chiavando e non tua madre.’
Basta. Non ce la faccio più. Mi sollevo quel tanto che basta da portare la mia passera sulla verticale del suo batacchio. Con una mano lo impugno e lo guido all’ingresso del giardino dell’eden. Senza lasciarlo faccio scendere il mio corpo e roteando il bacino permetto al cazzo paterno di scivolare dentro al mio ventre. Il glande &egrave entrato in contatto con il mio imene. Mi mordo le labbra e mi faccio infilzare. Il cazzo di mio padre, favorito dagli umori di cui sono intrise le pareti della mia vagina, affonda nella mia pancia con facilità. I nostri pube si uniscono e la mia foresta di peli si unisce, intrecciandosi, coi peli che ornano la base del suo cazzo.
‘Finalmente sei mio. Il tuo ariete ha abbattuto la mia fortezza. Sapessi quanto ho atteso questo momento. Ora datti da fare. Pisciami nella pancia tutto il tuo piacere. Fammi sentire la durezza del tuo cazzo. Scarica nel mio ventre tutta la forza accumulata nelle tue palle. Papà, violentami; spaccami in due; sventrami.’
Mio padre mi abbraccia e fa in modo che il mio corpo aderisca al suo. Le mie mammelle si schiacciano contro il suo torace. Poi da un colpo di reni e rotoliamo fermandoci nella posizione del ‘missionario’. Io sotto e lui sopra. Le mie cosce si stringono sui suoi fianchi e le mie gambe vanno ad incrociarsi sulla sua schiena imprigionandolo. Le sue mani vanno ad ancorarsi alle mie zizze. Facendo forza sul mio petto solleva il suo torace. Fissa i suoi occhi nei miei.
‘Sonia, bambina, prima che il mio ariete continui nella operazione di sfondamento della tua verginità dimmi: ‘sei protetta?’ Te lo chiedo perché non vorrei metterti incinta. Tua madre si &egrave raccomandata. Ha detto: – chiava pure tua figlia ma fai attenzione: niente bambini.- ‘
‘Papà, tu fa il tuo dovere. Porta a termine quello che hai cominciato. Non stare a preoccuparti. Non corro pericoli di gravidanza. Da quando abbiamo deciso di darla io e Brigitte abbiamo preso le nostre precauzioni. Quindi datti da fare. Riempi la mia pancia del tuo yoghurt.’
Mio padre, senza distogliere i suoi occhi dai miei, comincia a stantuffare il suo pistone nel mio cilindro. Nel mio cervello iniziano le esplosioni dei mondi. Miriadi di stelle e di soli mi vengono incontro a velocità vertiginosa ed esplodono appena entrano in contatto con il mio corpo. Dentro ‘ fuori; dentro ‘ fuori. Il cazzo di mio padre sta facendo il suo lavoro di provetto demolitore. La mia vagina secerne umori in grandi quantità in modo da lubrificare il pistone di mio padre migliorandone l’azione del dentro/fuori. Lui aumenta l’andatura. Lo sento muggire e soffiare come un toro. &egrave l’annuncio che &egrave quasi arrivato al limite. Io non gli sono da meno. Il mio ventre &egrave un vulcano pronto ad esplodere.
‘Sììì! Dai papà ancora, ancora. Così, cosi. Picchia, picchia. Dio quanto mi piace il come mi stai sbattendo. Dagli dentro papà.’
Un grugnito erutta dalla sua gola ed un secondo dopo sento il caldo sperma invadermi la vagina. Uno, due, tre copiosi e densi fiotti di magma spermatozoide si infrangono contro il mio utero. Altri spruzzi meno potenti fanno seguito ai primi tre. &egrave uno tsunami di sperma quello che investe il mio utero. Ed &egrave lava vulcanica quella che erutta dalla mia uretra andando ad infrangersi contro il ventre di mio padre. Sto squirtando ed &egrave stato mio padre a renderlo possibile. Il piacere raggiunto mi fa rilassare il cervello e con esso i miei muscoli si allentano. Mio padre, esausto, si lascia andare. Si abbatte sul mio corpo. Lo abbraccio e lo stringo.
‘Papà &egrave stato meraviglioso. Amarti &egrave stato fantastico. Ti amo. Mi auguro che tra noi due non finisca qui.’
Mio padre mi guarda.
‘Sonia, tu mi sei entrata nel sangue. Tra noi non finirà. Se vuoi saremo amanti.’
‘Se voglio? Non devi nemmeno chiedermelo. Certo che voglio essere la tua amante. Ma non dimenticare che sono anche una puttana lesbica, che ho per amante la figlia del tuo collega e che mi sono scopata mamma e che lo rifarò. Piuttosto tu come pensi di giostrarti fra me, mamma e Jody (la mamma di Brigitte). Un ultima cosa. Quando i nostri perversi sensi incestuosi si sentiranno appagati mi sposterò nella camera di Brigitte. Ho desiderio di farmi chiavare anche da suo padre. Non resterai solo. Da te verrà Brigitte e quello che farete non mi interessa. L’avevamo concordato prima di sapere che eravate voi i profanatori delle nostre pance.’
‘Come farò a giostrarmi fra te, tua madre e Jody troveremo il modo. Non dimenticare che nel letto di tua madre, oltre me, vi entra Frank (il tuo fratellastro) e anche Alex il marito di Jody. La stessa cosa dicasi per Jody. Lei ospita fra le sue cosce: il marito; Robert l’altro tuo fratellastro e me stesso. Da quanto ho capito la mandria si allarga. Devo aggiungere te ed anche Brigitte ai miei doveri di stallone. Tenuto conto che il tabù dell’incesto &egrave stato abbattuto perché tu e Brigitte non fate un pensierino sui vostri fratellastri?’
‘Mi stai proponendo di farmi chiavare da Frank?’
‘Non dimenticare che c’&egrave anche Robert.’
‘Ah! già. Dimenticavo. Presumo che ne avete parlato?’
‘No. Con loro non abbiamo aperto bocca. Io ed Alex ne abbiamo parlato con tua madre e con Jody che, non so come, hanno scoperto che i vostri fratellastri bramano di avervi nei loro letti. Fateci un pensierino.’
‘Non pensi che sorgerebbero rivalità?
‘Perché dovrebbero esserci? Ognuno di voi donne avrebbe a disposizione quattro stalloni da cavalcare ed ognuno di noi maschi avremmo quattro giumente da montare. Sarebbe l’apoteosi della perversione.’
‘Ci penserò. L’idea non mi dispiace. I due sono dei bei ragazzi. Ne devo parlare con Brigitte. Questi sono progetti per il futuro. Pensiamo al presente. Tu da questa stanza non uscirai se non dopo aver farcito il mio ventre e la mia pancia con la tua squisita crema. Papà vieni. La mia passera sta pigolando. Ha fame e tu hai il cibo per sfamarla.’
‘Sonia, amore mio. Sono tuo padre ed il mio dovere &egrave quello di soddisfare i desideri della propria figlia. Rimpinzerò la tua passera fino ad ingozzarla.’
Così fu. Trascorsi l’intero week end facendomi sbattere da mio padre in tutti modi descritti nel Kamasutra. Mi riempì la pancia del suo squisito sugo ed allagò il mio ventre della sua forza. Il lunedì mattina mi svegliai che avevo una fame tremenda e fatto più importante avevo un amante maschio: mio padre. Mi alzai; indossai la vestaglia; diedi uno sguardo al corpo di mio padre che dormiva profondamente ed uscii dalla camera. Andai in cucina dove trovai la mia Brigitte seduta al tavolo che sorseggiava latte da un grossa tazza. Sollevò gli occhi e li puntò nei miei.
‘Allora come &egrave andata?’
‘&egrave stato meraviglioso. Mi &egrave sembrato viaggiare nello spazio infinito. Per te invece come &egrave stato?’
‘Non so descriverlo. Mi mancano le parole. Ho vissuto un week end come stessi vivendo una fiaba. &egrave stato fantastico.’
‘Facciamo cambio?’
‘Facciamo prima colazione poi prepariamo la loro e gliela portiamo. Io la porto a tuo padre e tu al mio.’
Cosi facemmo. Il resto dei giorni fu un continuo saltare da un letto all’altro. Paul (mio padre) ed Alex (il padre di Brigitte) si rivelarono dei valenti giardinieri. Una settimana trascorse senza che ce ne accorgessimo. Poi il dovere portò i nostri amanti coi piedi sulla terra. Brigitte si fece accompagnare da suo padre. La vidi incamminarsi verso l’auto con un andatura alquanto strana. Camminava a gambe allargate. Avrà fatto qualche movimento fuori controllo. Quando saremo sole gliene chiederò il motivo. Io, invece, feci accomodare mio padre nella mia Porsche. Giungemmo a casa dei miei. Scendemmo dall’auto. Bussammo. La porta si aprì e la figura di mia madre si proiettò nel vano della porta. Era avvolta in una vestaglia nera trasparente che non nascondeva la bellezza delle favolose forme del suo corpo. Ci fece entrare e quando fummo nel salone mi abbracciò e guardandomi negli occhi mi chiese:
‘Allora come &egrave andata? Posso dire che sei una donna? Ti &egrave piaciuto? Cosa ne pensi degli uomini? E tuo padre &egrave stato bravo?’
‘Dio mamma, quante domande? Non posso trattenermi. Devo correre da Brigitte. Ti dico solo che sono sette giorni che papà &egrave il mio amante uomo. Poi ti racconterò.’
Mamma mi riaccompagna alla porta e prima di farmi uscire mi dice:
‘Vieni presto che ti voglio nel mio letto. Devo anche darti una bella e meravigliosa notizia.’
Mi da un bacio sulla bocca e chiude la porta.
Sono a casa. Brigitte &egrave stesa sul divano. Mi siedo sulla poltrona.
‘Non ti chiedo come ti senti perché so che stai come me.’
‘Proprio come te no.’
‘Cosa &egrave successo. Tuo padre ti ha usato violenza. Ho visto che avevi una strana andatura. Cosa ti &egrave capitato?’
‘Oh no. Con mio padre &egrave andato tutto bene ed anche con tuo padre tutto &egrave filato liscio. Gli ultimi due giorni invece mio padre mi ha detto che aveva un desiderio e che se volevo esaudirlo.’
‘Qual’era questo desiderio?’
‘Come faccio a dirtelo. Mi vergogno.’
‘Dai siamo solo noi due. Parla.’
‘Ha detto che ho un bel culo e che era un suo sogno mettermelo nel culo.’
‘Glielo hai dato. Voglio dire ti sei fatta sodomizzare?’
‘Si. &egrave stato un po difficoltoso ma ci &egrave riuscito.’
‘Dal modo in cui ti ho vista camminare deve avertelo sfondato. Ti &egrave piaciuto?’
‘Non so come possa piacere una cosa che ti procura dolore. Quando &egrave cominciato ad entrare mi sembrava che una perforatrice mi stesse scavando il culo. Poi ha cominciato a chiavarmi nel culo ed &egrave stato tremendo.’
‘Non ti ho sentita gridare dal dolore?’
‘Se vedessi le condizioni in cui ho ridotto il cuscino capiresti cosa si prova a farselo mettere nel culo. Non mi hai sentita gridare perché il cuscino ha fatto da tappo alle mie urla.’
‘Anche mio padre ha visitato il tuo buco del culo?’
‘No. Me lo ha solamente leccato e ti assicuro, amore mio, che tuo padre &egrave un provetto imbianchino. Usa la lingua come fosse un pennello. Quando mi sono sentita leccare il buco del culo da tuo padre sono andata in estasi. Mi &egrave piaciuto tanto che l’ho pregato di non smettere di leccarmelo. Ma ogni cosa bella finisce.’
‘So cosa si prova a farsi leccare il buco del culo.’
‘Tuo padre lo ha fatto anche con te?’
‘No. &egrave stata la nostra mantenuta a leccarmelo e si &egrave fatta promettere che se mi convinco a farmi sodomizzare lei dovrà essere la prima a mettermelo nel culo.’
‘Katya &egrave una donna. Che io sappia non ha un cazzo fra le cosce. Come farà a romperti il culo.’
‘Non lo so. Ha solo detto che ci sono molte cose che due donne possono fare che io non so. Ho intenzione di scoprirle. Ora andiamo a nanna. Sono stanca.’
A Brigitte non dico che il giorno dopo ho intenzione di andare a trovare Leanna. Le grosse zizze di mia madre mi mancano. Voglio anche conoscere il suo pensiero sulla relazione che ho cominciato ad avere con suo marito ovvero con mio padre.
‘Che storia? Certo &egrave che hai avuto una vita sessuale intensa. La libidine e la perversione la facevano da padrone. Tu e la tua amante non vi siete limitate a portare a letto i vostri paterni genitori, ma vi siete fatte chiavare anche dai vostri fratellastri.’
‘Sì. Venne a determinarsi una situazione di promiscuità. Non dimenticare che anche tu fai parte della mia storia. Sei mio figlio ed anche il mio amante. Non dimenticare Leanna, tua nonna.’
‘Già, la nonna. E come faccio a dimenticarla.’
Nella mia voce c’era una certa emozione. Sonia lo capì; mi mise la mano sotto al mento e me lo sollevò.
‘Ehi, fringuello. Per caso ti piace tua nonna?’
Tentennai a risponderla.
‘Sì, mamma.’
‘Lo sai che ha superato gli ‘anta. &egrave una milf; una matura.’
‘Però tu continui a frequentarla. Il che dimostra che la ritieni ancora una donna da suscitare desideri e dare piacere.’
‘Su questo hai ragione. Mia madre nonostante gli anni fisicamente e sessualmente &egrave ancora una bomba e non sei il solo giovane guerriero a desiderarla.’
‘Credi che se le dicessi di amarla mi farebbe entrare nel suo letto.’
‘Se non glielo dici non lo saprai mai. Provaci.’
‘A te non darebbe fastidio sapere che mi chiavo tua madre?’
‘Fastidio no, però sarei un po gelosa. Sapere che il mio amante si chiava mia madre non &egrave certamente facilmente digeribile. Già i miei fratellastri la scopano ed io fremo al solo pensiero. Uno di loro; Frank l’ha addirittura messa incinta per ben due volte. Oggi hanno due figlie. Lei &egrave sempre li a soddisfare le esigenze di suo marito, dei suoi tre amanti: Alex, Frank, Robert e della sue due amanti donne: io e Jody. Credo che mamma non avrebbe difficoltà alcuna ad accogliere anche te nel suo entourage. Dimmi; cosa ti attrae di più in mia madre?’
‘Il seno. Nonna ha due zizze che sono due lune.’
‘Mi credi se ti dico che sapevo che mi avresti dato questa risposta. Anche per me le tette di mia madre sono state fonte di incubi. Le ho desiderate fino a consumarmi le meningi. Me le ha date; ci ho giocato e mi sono divertita. Poi, quando ha partorito mettendo al mondo le figlie del mio fratellastro, mi ha pure allattata. Mi sono alimentata succhiando il latte dalle sue zizze ed ogni volta mi ubriacavo. Oggi latte non ne ha ma ciò nonostante il fascino di succhiarle le mammelle &egrave rimasto come quando mi ha permesso di farlo la volta che gliel’ho chiesto. Sono sicura che se gli dirai che ti piacciono le sue tette te le darà.’
‘Stanne certa, lo farò. Prima di farti domande su un altro argomento che mi sta a cuore ti faccio una domanda. Sul versante sentimentale come sei messa? Voglio dire sei o ti sei mai innamorata di qualcuno o per te si trattava di soddisfare solamente i tuoi bisogni sessuali?’
‘Sì, sono stata innamorata e lo sono ancora di Brigitte, di mia madre, di mio padre e soprattutto di te. Con voi non &egrave stato solo piacere sessuale. Scoparmi mia madre o Brigitte &egrave stato amore. Farmi chiavare da mio padre &egrave stato l’amore. Farti entrare nel mio letto e ospitare il tuo sparviero nel mio ventre &egrave stato amore. Con altri miei frequentatori non era amore. Era mestiere; era solo professione punto e basta. Soddisfatto? Ora spara la domanda che ti preme farmi.’
‘Di una cosa non mi hai mai parlato. Di mio padre. Non l’ho mai visto e ne conosciuto. Cosa mi dici di lui?’
‘Prima o poi dovevo dirtelo. Non lo so chi &egrave tuo padre.’
‘Come non lo sai? Ci deve pur essere stato qualcuno che &egrave entrato nel tuo letto e ti ha inseminata?’
‘Che sono stata fecondata lo so e so anche quando &egrave avvenuto. Amore mio tu sei mio figlio perché io ti ho fatto crescere nella mia pancia e ti ho partorito, ma nessun uomo ha depositato il suo seme nel mio utero.’
‘Mamma non dirmi che sono nato perché qualche alieno &egrave venuto sulla terra ed ha depositato nel tuo ventre un ovulo fecondato?’
‘Non dire scemenze. Di una cosa ti do ragione. L’ovulo fecondato c’&egrave stato ma non era il mio.’
‘Mi stai dicendo che tu sei la mia madre naturale e che la madre biologica &egrave un’altra. La conosco? Un momento. Non ci credo. &egrave la tua amante? &egrave Brigitte?’
‘Sì, e se smetti di fare domande ti dirò del come &egrave andata.’
‘Certo che voglio conoscere la storia della mia nascita. Dai spara.’
‘Devi sapere che dopo la perdita della illibatezza i nostri paterni genitori diventarono degli assidui frequentatori della nostra casa. Mio padre era quello che più era presente. Un giorno dei tanti mentre eravamo a letto (Brigitte era impegnata altrove) Paul (mio padre) mi fece una domanda.
‘Sonia, secondo te Brigitte sarebbe disponibile a farsi mettere incinta?’
La domanda mi sorprese. Io amavo mio padre e restai alquanto delusa. Ho sempre sperato che mi avrebbe chiesto di fargli un figlio. Invece lui lo voleva da Brigitte. Mi credi se ti dico che in quel momento la odiai. Poi ci pensai e mi resi conto che mio padre non mi chiedeva di fargli un figlio perché avrebbe dovuto inseminarmi e non gli era possibile farlo perché ero sua figlia. Passato il momento di sconcerto gli dissi:
‘Perché non lo chiedi a lei. Credo che non si rifiuterà di farsi ingravidare.’
‘Se a te lo chiedesse Alex gli daresti un figlio?’
‘No. E non perché Alex non mi piace. Quando viene a trovarmi mi sento bene stare fra le sue braccia. Non lo farei per il motivo che lui &egrave il padre della mia amante. Va bene farmi chiavare ma farci un figlio mi sembrerebbe di tradire la fiducia di Brigitte.’
‘Credo che anche la tua amante si comporterebbe come te.’
La cosa finì lì. Mio padre non tornò più sull’argomento ma a me il pensiero di fare un figlio restò e come un tarlo cominciò a rodermi il cervello. Un mese fece presto a passare. Una mattina mentre facevamo colazione mi rivolsi a bruciapelo verso Brigitte.
‘Amore ti piacerebbe fare un figlio?’
La risposta mi sconcertò.
‘Certo che mi piacerebbe, ma non so come sia possibile farmi impregnare da te. Sei una donna e non ho mai sentito che una donna abbia ingravidato un’altra donna.’
‘Stamane ti sei svegliata ironica. Lo so benissimo che non posso metterti incinta. Non sono un uomo. Sono una donna che”
‘Che ha delle belle e grosse mammelle dalle quali potrebbe sgorgare tanto di quel latte da potermi ubriacare. Tu però puoi mettermi incinta. Ti spiego come.’
‘Hai voglia di scherzare? Hai appena detto che non posso farlo perché sono una donna.’
‘Hai mai sentito parlare di fecondazione artificiale o assistita?’
‘Certo. Cosa ha che fare con il fatto di poter metterti incinta?’
‘Dobbiamo solo trovare il donatore.’
‘Donatore di che?’
‘Oh bella. Un ovulo per essere fecondato ha bisogno di un seme.’
‘Brigitte parla chiaro. Cosa ti frulla in quella tua testolina?’
‘&egrave già un bel po’ che ci penso. &egrave da prima di dare la nostra verginità ai nostri padri che sto pensando di fare un figlio nostro. Ho consultato, a tua insaputa la nostra, ginecologa. Mi ha detto che si può fare. Che noi potremmo avere un figlio senza che un uomo giaccia fra le nostre cosce; senza che farcisca le nostre passere con il suo sperma e senza che i suoi spermatozoi facciano a gara per fecondare i nostri ovuli. Mi ha anche detto che se vogliamo avere un figlio lei ci aiuterà a trovare il seme giusto. Insomma senza farci chiavare. Che ne pensi? Lo facciamo?’
‘Vuoi ricorrere alla fecondazione assistita per avere un figlio nostro? Dovrei far prelevare un mio ovulo, farlo fecondare e poi impiantarlo nel tuo utero?’
‘La cosa sarebbe reciproca. Anch’io metterei a disposizione un mio ovulo per impiantarlo nel tuo utero. Ci pensi. Entrambe incinte. &egrave come se il figlio nascesse dal nostro accoppiamento. Tu saresti la madre naturale di nostro figlio ed io la madre biologica. E sarebbe al contrario per il bambino che nascerebbe dal mio ventre.’
Per lei il problema di fare un figlio senza la partecipazione, fisicamente parlando, di un uomo era risolta. Io volevo un figlio ma non avrei mai pensato di ricorrere alla fecondazione artificiale o assistita che sia. Non le risposi. I giorni si susseguirono senza sosta. Una notte, dopo aver fatto sesso con Brigitte, decisi.
‘Allora &egrave deciso. Facciamo un figlio.’
Brigitte mi fece rotolare sotto di lei. Le sue mammelle mi ondeggiarono sul viso. Non so come ma riuscì ad accendere la lampada del comodino.
‘Dio come sono contenta. Avremo due marmocchi che riempiranno con le loro grida la nostra casa. Sonia, Sonia mi rendi la donna più felice di questo mondo. Chiamerò la nostra ginecologa e le dirò di predisporre il tutto. Ci vorrà del tempo ma sono sicura che ci riusciremo. Farò, che dico, faremo un figlio. Saremo mamme.’
L’unica condizione che posi fu quella di convincere la nostra ginecologa di accertarsi della sana origine del seme e che non fosse dello stesso uomo. Il risultato, anche se sulla sana provenienza dello spermatozoo birichino che ha fecondato l’ovulo di Brigitte ho i miei dubbi, l’ho davanti. Sei tu.’
‘E Brigitte? Lei ha una figlia. &egrave anche lei il frutto della vostra decisione.’
‘Si. Lei ha messo al mondo una bambina. Ha la tua stessa età. Mi somiglia molto.’
‘La conosco. &egrave bella come te.’
‘Io la trovo più bella.’
‘Mamma perché hai dubbi sulla buona salute del seme che ha fecondato l’ovulo di Brigitte?’
‘Lascio a te il giudizio. Rispondi prima a questa domanda. &egrave sano di mente un figlio che si chiava la propria madre?’
‘E tu rispondi alla mia. &egrave sana di mente una madre che fa di tutto per far entrare nel suo letto il proprio figlio; che si fa possedere e ne fa il suo amante?’
‘Sì, non ci sono dubbi, anche se l’ovulo non &egrave il mio, sei mio figlio.’
‘Sonia, mamma, ti dispiacerebbe se facessi sesso con la tua amante?’
‘Pippo se vuoi dirmi che ti scopi anche la tua madre biologica ti avverto che lo so fin da quando lo hai fatto la prima volta. Fu lei a dirmelo. Sapevo che la corteggiavi, ma non credevo che Brigitte ti avrebbe permesso di farti entrare nel suo ventre. Biologicamente sei suo figlio. &egrave accaduto e sono contenta per te. Manca solo che ti chiavi mia madre ed il tuo trittico &egrave completo. Vedrai che quanto prima riuscirai anche a scoparti tua nonna. Parliamo d’altro. Fra una settimana sarà il compleanno tuo e di Nicole, la figlia di Brigitte. Abbiamo deciso di festeggiarlo tutti insieme: io, tu, Brigitte e sua figlia. Abbiamo una proposta da farvi che mi auguro accettiate.’
‘Perché non inviti anche tua madre? Puoi anticiparmi qualcosa?’
‘No. Tua nonna non la invito per due motivi. Il primo &egrave che la sua presenza ti distoglierebbe dal prestare attenzione a quello che dobbiamo proporvi. Il secondo motivo &egrave che non mi fido di me stessa. Quando vedo mia madre vado in tilt e tenuto conto che l’argomento di cui dobbiamo parlarvi &egrave molto, ma molto serio non posso permettermi il lusso di far prevalere la mia libidine. No, non posso anticiparti niente.’
‘Mamma, sentirti raccontare la storia della tua vita mi ha eccitato e i miei ormoni stanno ballando la danza della lussuria. Che ne diresti se”
‘Hai voglia? Vuoi farti una chiavata con la tua mammina. Ci sto. Anche a me &egrave venuta voglia di sentire il tuo sparviero ghermire la mia passera. Come vuoi che mi metta?’
‘Ho voglia di starti dietro.’
‘Ci avrei scommesso. &egrave la posizione che più mi piace. Quando mi chiavi standomi dietro mi sento essere completamente tua. Mi sento realmente posseduta. Forza, facciamolo che la mia ‘bambina’ ti sta reclamando. &egrave già tutta un lago.’
Mia madre con un rapido movimento si mette carponi con il culo rivolto verso di me. Porta le mani sulle sue natiche e le allarga. La foresta di peli tra i quali si intravede lo spacco che separa le grandi labbra della sua polposa vulva ed il suo buco del culo sono davanti ai miei occhi.
‘Ti piaccio? Va bene così?’
‘Mamma sei fantastica. Con le mammelle grosse che pendono sembri proprio una vacca.’
‘E tu sei il mio toro. Dai muoviti che la mia figa ti reclama. Prima però annusala. Fai come fanno i tori quando le vacche sono in calore. Leccala. Assaggia i suoi umori e dimmi se sono di tuo gradimento.’
Non ho bisogno di altri incitamenti. Sono già con la testa fra le sue chiappe. I suoi odori di vacca in calore mi penetrano nel naso e contribuiscono ad aumentare il mio eccitamento. Vedo il suo buco del culo grinzoso pulsare. Sembra il centro di un crisantemo. Fiondo la mia testa fra le pacche del culo di mia madre e la mia bocca &egrave al centro della corona anale. Prendo a baciarlo. Mamma lancia un lungo ululato di piacere.
‘Oh! che bello, mi stai baciando il buchetto. &egrave la prima volta che lo fai e sei anche bravo.’
Tiro fuori la lingua e do inizio alla più perversa forma di leccata di culo che abbia mai fatto. Mia madre va nel pallone.
‘Sììììì. Non credevo che farsi leccare il buco del culo fosse così eccitante. Non ti fa schifo leccarmi il buco del culo?’
‘Mamma sarà ancora più eccitante quando te lo metterò dentro.’
‘Sbrigati a chiavarmi che già sono pronta a ricevere il tuo cazzo.’
Sonia non ha capito che il mio obbiettivo &egrave il suo culo. Smetto di leccarle il culo e mi metto in ginocchio dietro di lei. Le poggio una mano sul fondo schiena e spingo per tenerla ferma. Con l’altra mano impugno il mio cazzo e dirigo il glande al centro del buco del culo di mia madre. Mamma ha un sobbalzo ma non riesce a spostare di un millimetro il mio glande dal suo culo.
‘Cosa vuoi fare?’
‘Quello che hai capito. Voglio mettertelo nel culo.’
‘Oh dio! vuoi sodomizzarmi?’
‘No mamma, voglio sfondarti il culo; voglio spaccartelo in due.’
‘Nooo, Pippo. Amore mio. Non lo fare. Mi farai male. Prenderlo nel culo non &egrave come prenderlo nel ventre. La vulva &egrave elastica e si adatta alle dimensioni del cazzo che le entra dentro. Il culo no. Ti prego fermati.’
Sto già spingendo ed Il mio glande ha incominciato ad aprirsi la strada nel budello di mia madre.
‘Dio, che dolore! Per favore fermati. Io la dietro sono vergine. Non l’ho mai preso nel culo.’
‘Hai dato la tua verginità a tuo padre ed a tuo figlio darai la tua verginità anale. Mamma io te lo metterò nel culo e non potrai fare niente per evitarlo. Rassegnati ed aiutami ad incularti. Se ti rilassi ed accetterai di farti chiavare nel culo sarà tutto più semplice. Sentirai meno dolore. Dai mamma ci sono quasi. Il glande &egrave già dentro il buco del tuo culo. Ancora uno sforzo e il mio cazzo sarà dentro alla tua pancia.’
‘Ho detto che sei il mio toro. Ho sbagliato. Sei un maiale. Da quando vuoi farmi il culo?’
‘Sono anni che sogno di sfondartelo. Vederlo tutti i giorni ondeggiare davanti ai miei occhi mi mandava in tilt il cervello.’
‘Ci stai riuscendo. Rallenta. Ti aiuterò ad incularmi. Fammi abituare all’idea. Ti dirò io quando riprendere a spingere. Intanto usa le tue mani in un altro modo; non tenermi ferma. Usale per darmi piacere.’
‘Eccome?’
‘Che ne so? Strizzami le tette o torturami i capezzoli. Ecco, ho trovato. Vieni a sgrillettarmi il clitoride. Li sono molto sensibile e mi aiuterà a ricevere il tuo cazzo nel culo.’
Stento a crederci. Si &egrave rassegnata. Si farà inculare senza ribellarsi. La sua natura di donna perversa viene allo scoperto. Mia madre &egrave una troia. Mi stendo sulla sua schiena e le circondo il torace con le mie braccia. Le mie mani si attaccano alle sue penzolanti mammelle e prendono a strizzarle.
‘Bravo. &egrave cosi che devi fare. Non fermarti e vedrai che sarà tutto più facile. Riprendi a spingere e fermati quando te lo chiederò. Ci metterai più tempo ma alla fine riuscirai nel tuo intento. Il mio culo sarà tuo così come hai sempre sognato.’
Mamma comincia a roteare il bacino favorendo l’allargamento del condotto anale. Io riprendo a spingere. Ogni tanto il movimento rotatorio del culo di mia madre si ferma e lei mena un colpo all’indietro permettendo al mio cazzo di avanzare nel suo intestino retto. Continuiamo in questo modo fino a quando il mio pube si scontra con il grinzoso sfintere. Ho il cazzo affondato per tutta la sua lunghezza nel buco del culo di mia madre.
‘Finalmente ci sei. Sei arrivato in fondo. Ma che hai fra il gambe? un TIR? Ho avuto la sensazione che me lo volevi far uscire dalla bocca. Ed ora che facciamo?’
‘Mamma ora viene la parte più dolorosa. Ti devo chiavare nel culo.’
‘Chiavarmi nel culo? Vuoi dire farlo entrare ed uscire come quando me lo stantuffi nel ventre? No Pippo. Preferisco tenertelo dentro ma fartelo stantuffare nel mio buco del culo &egrave chiedermi troppo.’
‘Mamma devo farlo. Servirà a farti abituare. Vedrai che il tuo buchetto si allargherà e si ammorbidirà quel tanto che basta ad accogliere il mio cazzo nel tuo intestino. Ti servirà anche per le prossime volte.’
‘Prossime volte? Che ti sei messo in testa? Hai intenzione di ripetere questa pratica anche in futuro?’
‘Mamma io visiterò il tuo buco del culo ogniqualvolta ne avrò voglia e tu dovrai sempre essere disponibile a far entrare il cazzo di tuo figlio nel culo di sua madre.’
‘Dio, che prospettiva. Se cosi deve essere che cosi sia. Dai inizia a stantuffare, ma ti prego non farlo con violenza; non farmi morire dal dolore.’
‘Stai tranquilla mamma vedrai che le prossime volte ti piacerà. Sarai tu a chiedermi di mettertelo nel culo.’
‘Basta parlare. Porta a termine quello che ti sei prefisso e facciamola finita. Dai chiavami nel culo.’
Di incitamenti non ho bisogno.
‘Mamma, se senti dolore grida pure. Io non mi fermerò. Qui nessuno può sentirti.’
Do il primo colpo e poi il secondo ed anche il terzo e continuo a far andare il mio bacino avanti ed indietro. Il mio cazzo entra ed esce dal buco del culo di mia madre con sempre più facilità. I muscoli anali si sono allentati. Mamma, ai primi colpi che le meno nel buco del culo, grida come un ossessa. Poi le sue grida cominciano ad affievolirsi fino a sparire del tutto. Le grida vengono sostituti da gemiti che non sono di dolore. Sono gli stessi gemiti di quando la chiavo davanti. Sono gemiti di piacere. Hai capito la troia? Le sta piacendo. Meglio così. La sensazione di stare a violentarla sparisce. Avvicino la bocca al suo orecchio.
‘Mamma sei una porca. Prenderlo nel buco del culo ti sta piacendo. Dillo che ti piace?’
Sonia trattiene per un attimo il respiro.
‘Si mi sta piacendo. Sento solo molto bruciore che &egrave compensato dal piacere. La prossima volta che lo faremo, e sarò io a decidere quando? dovrai lubrificare il tuo cazzo con abbondante crema adatta; io preparerò il mio buchetto. Lo metterò in sicurezza sanitaria. Sarebbe meglio che tu, quando vuoi chiavarmi nel culo, indossassi il preservativo.’
‘No mamma. Il preservativo non lo indosserò mai. Davanti, in bocca o nel culo quando ti penetro con il mio cazzo voglio sentire il caldo della tua carne avvolgerlo. Non ci devono essere artifizi a separare la tua carne dalla mia. Ora tieniti forte che sto per inondare le tue budella del mio sperma.’
‘Sì. Scarica pure la tua forza nelle mie budella. Fa in modo che raggiunga il mio stomaco. Riempimi il culo con il tuo nettare. Allagalo.’
&egrave il giorno in cui una nuova pratica viene aperta con il corpo di mia madre.
Personaggi:
SONIA : La protagonista;
PIPPO : Il figlio di Sonia;
BRIGITTE : L’amante donna di Sonia;
NICOLE : La figlia di Brigitte;
LEANNA : la Madre di Sonia;
PAUL : il padre di Sonia;
ROBERT : il figlio di Leanna e di Alex (padre di Brigitte);
JODY : la madre di Brigitte;
ALEX : il padre di Brigitte;
FRANK : il figlio di Jody e di Paul (padre di Sonia);
KATYA : la ruffiana di Sonia e di Brigitte;

Matrimonio e contratto matrimoniale

Sono un ragazzo che ha realizzato il suo più grande sogno. Sono entrato nel letto di mia madre e l’ho posseduta. Non le ho usato violenza. Il nostro &egrave stato un accoppiamento consensuale. Sonia, mia madre, era anche lei ansiosa di accogliermi fra le sue cosce e quanto il momento &egrave arrivato non ha esitato. Mi ha fatto entrare nel suo letto e si &egrave concessa. &egrave stato come toccare il cielo con le mani. Oggi sono l’amante di mia madre. La nostra &egrave una relazione non del tutto clandestina. In famiglia qualcuno sanno che frequento il letto di Sonia. Una di questi &egrave mia nonna Leanna, la madre di Sonia. Una bellissima e formosa donna matura che ho avuto il piacere di chiavarla e che ancora le piace sollazzarsi con suo nipote. Un’altra che &egrave al corrente della mia relazione con Sonia &egrave la sua amante: Brigitte. Mia madre &egrave una bisessuale. Brigitte non &egrave solamente l’amante donna di Sonia, &egrave anche la mia madre biologica. Lei e Sonia decisero di avere un figlio ma il concepimento doveva avvenire senza dover accoppiarsi fisicamente con l’elemento umano maschio. Fecero ricorso alla fecondazione assistita. L’ovulo di Brigitte fu fecondato esteriormente e poi impiantato nell’utero di Sonia che mi fece crescere nel suo ventre e mi diede poi alla luce. La stessa cosa avvenne per Brigitte che partorì una bambina a cui diedero il nome di Nicole. Ha la mia stessa età essendo nata a distanza di un solo giorno dalla mia nascita. &egrave una bellissima ragazza e somiglia molto a mia madre. Questo scambio di ovuli non mi impedì di entrare anche nel letto della mia madre biologica. Il mio sparviero frequenta il nido che Brigitte ha fra le gambe con assiduità. Quando avvenne non ero a conoscenza del rapporto genetico che esisteva fra me e Brigitte. Lei però lo sapeva e non disse niente. Mi portò a letto e si fece montare. Anche la madre di Brigitte: Jody, non mi &egrave sfuggita. Con quest’ultima fu la fortuna ad aiutarmi. Una sera lei e suo marito vennero a trovare la figlia. Si fece tardi e restarono a dormire da noi. Durante la notte mi alzai per andare in cucina a bere. Quando aprii la porta vidi un ombra sgusciare dalla porta della camera degli ospiti e dirigersi verso la porta della stanza delle due amanti. Era Alex, il padre di Brigitte che andava a far visita alla figlia. Mia madre mi aveva detto del rapporto che loro avevano coi rispettivi genitori paterni. Un minuto dopo vidi uscire mia madre che si diresse verso un’altra stanza. Vi entrò e chiuse la porta. Guardai in direzione della porta da dove era uscito Alex. Il mio diavoletto mi disse di approfittare dell’opportunità che mi veniva offerta. Mi affrettai a raggiungere la stanza. Entrai. Guardai verso il letto. Jody era distesa nuda, a pancia sotto, sul letto. La suocera di mia madre mi aveva sempre attratta fisicamente. Non era una matrona come mia nonna ma era una bella donna. Mi avvicinai al letto; mi denudai e mi distesi sulla sua schiena. Lei sobbalzò.
‘Cosa c’&egrave. Sei già di ritorno? Tua figlia te l’ha negata?’
‘Non sono tuo marito. Sono Pippo e vorrei tanto che tu mi dessi un po di affetto.’
Jody con una mossa da lottatrice si liberò del mio corpo scaraventandomi sul lato opposto del letto. Accese la luce e scese dal letto. La guardai. Era bellissima nella sua nudità. Alta. Due lunghe gambe sorreggevano un fantastico corpo. Un ventre piatto; occhi verdi; bocca con grosse labbra e poi il suo pezzo forte: le zizze. Due meravigliose e favolose lune troneggiavano su un ampio torace. Non erano grosse come quelle di mia nonna Leanna ma reggevano bene il confronto.
‘Pippooo! Cosa ci fai nella mia stanza?’
‘Jody, scusami, tu mi piaci. Sono secoli che sogno di fare l’amore con te. Ti prego lascia che ti ami.’
‘Oh dio! Vuoi scoparmi? Ti rendi conto di quello che mi chiedi? Sono una vecchia.’
‘Se tutte le vecchie fossero come te o come lo &egrave mia nonna Leanna che ben venga la vecchiaia.’
Intanto lei era tornata a sedersi sul letto ed aveva cominciato ad accarezzarmi sul petto.
‘Veramente ti piaccio? vuoi giacere con me?’
‘Sì.’
Le sue mani scesero fino a raggiungere il mio inguine dove trovò ad aspettarle una robusta e vigorosa mazza da base ball. La impugnò.
‘Però! Sei messo bene. Ora capisco il perché mia figlia, la sua amante e tua nonna sono innamorate pazze di te. Hai un argomento di tutto rispetto a cui non si può dire di no. Non sarò certamente io ad essere la prima a negarmi. Mio marito ha raggiunto sua figlia e sono certa che la sta piacevolmente montando. La notte &egrave lunga. Restare da sola &egrave ingiusto. Vuoi tenermi compagnia per il resto della notte?’
‘Sì, mi auguro che non staremo solamente a guardarci.’
‘Non sarà mai detto che Jody sia restata a guardare, per una notte intera, un giovane virgulto armato di un potente e grosso bastone senza usarlo. Noi due stanotte cavalcheremo per le verdeggianti praterie dell’amore.’
Finito che ebbe di parlare mi scavalcò con una gamba e si infilzò sul mio cazzo.
‘Ecco fatto. Ora non mi resta che galoppare fino a sfinirmi.’
Puntò le mani sul mio petto e si lanciò al galoppo. Fu una notte da rodeo. Jody si cimentò in furiose cavalcate. Fece del mio sparviero un docile uccelletto. Jody non era mai stanca e tantomeno era sazia. Non ebbe mai un attimo di cedimento. Arrivai al mattino completamente spompato mentre lei era ancora arzilla e pimpante. A partire da quella notte le mie amanti aumentarono di numero. La mia madre naturale Sonia e sua madre Leanna; la mia madre biologica Brigitte e sua madre Jody si rivelarono delle meravigliose amanti e lo furono con me così come lo furono per Paul, Alex, Robert e Frank gli altri uomini della famiglia.
Oggi &egrave il mio compleanno. L’aria &egrave carica di elettricità. Le mie due mamme, quella biologica:Brigitte e quella naturale: Sonia, sono eccitate. Sono frenetiche. &egrave come se dovesse accadere qualcosa di straordinario. Eppure altri miei compleanni ci sono stati ma l’atteggiamento delle mie due mamme amanti non &egrave mai stato cosi movimentato. &egrave presente anche Nicole la figlia di Brigitte. &egrave proprio una bella ragazza. Somiglia molto a Sonia. Tenuto conto che l’ovulo fecondato da cui &egrave nata &egrave di Sonia non può essere diversamente. Anche lei sa del come &egrave stata concepita e sa pure che sua madre &egrave mia amante come pure sa che io e Sonia dormiamo nello stesso letto. Oggi si festeggia, con un giorno di anticipo, anche il suo compleanno.
‘Pippo ma cosa le hai fatto? Le tue donne sembrano non trovare pace. Eppure &egrave una festa di compleanno. Si comportano come se stesse per accadere chissà cosa.’
‘Non dimenticare che &egrave anche il tuo compleanno quello che festeggiamo. Quindi il ‘ cosa le hai fatto ‘ vale anche per te.’
‘Vuoi il mio parere? Credo che hanno in mente qualcosa che riguarda noi due. Credo di sapere di cosa si tratti.’
‘Dici? Aspettiamo gli eventi. Nicole se mi chiederanno di portarti a letto non mi rifiuterò. Io sono innamorato di te e vorrei che tu diventassi mia moglie.’
‘Ti ci sono voluti tutti questi anni per propormi di diventare tua moglie. Sono secoli che aspetto che tu me lo proponga. Accetto ad una condizione che non lasceremo questa casa e che tu continui ad essere l’uomo di cui le nostre madri sono innamorate.’
‘Nicole mi stai dicendo che vuoi che continui a frequentare il letto di tua madre e di mia madre. Brigitte e Sonia oltre a continuare ad essere le mie amanti sarebbero anche le mie concubine?’
‘Sì. Io ti aiuterò a gestire il tuo rapporto con noi tre.’
‘Non dimenticare le nostre nonne: Leanna e Jody, anche loro pretenderanno di far valere i loro diritti su di me.’
‘Ci ho pensato. Ma ho in mente un piano che accontenterà tutte.’
In quella il campanello di casa suona. Nicole si precipita ad aprire. Le voci squillanti di Jody e di Leanna mi giungono alle orecchie.
‘Auguri bambina mia. Sei bellissima.’
Poi la voce di Leanna
‘Dov’&egrave il mio torello? Perché non &egrave venuto lui ad aprire la porta?’
Irrompono nel salone. Nonna Leanna si precipita ad abbracciarmi. Le sue favolose mammelle si schiacciano contro il mio petto.
‘Mi sei mancato ovvero mi &egrave mancato la tua mazza.’
&egrave Jody che interviene.
‘Non essere egoista. Lascialo andare. Con questa tua latteria lo stai stritolando. Anche a me &egrave mancato.’
Leanna allenta l’abbraccio.
‘Sei invidiosa perche le tue zizze non sono grosse come le mie.’
‘&egrave vero non ho le tette grosse come le tue. Ma sia il porcellino e sia la maialina qui presenti si sono divertiti a giocare con le mie lune. Ed erano anche bravi a succhiarmele.’
‘Lo so, lo so che sono bravi. La piccola sa usare anche la lingua con maestria.’
Guardo Nicole. Il suo sguardo &egrave rivolto verso il pavimento ed il suo viso &egrave rosso fuoco. Nicole, la ragazza a cui ho chiesto di diventare mia moglie, &egrave anche lesbica. Jody si accorge dell’imbarazzo della nipote e le viene in aiuto.
‘Pippo vieni ad abbracciarmi.’
Per raggiungerla devo per forza passare vicino a Nicole.
‘Non sapevo che anche tu fossi una cultrice di Saffo. Perché non me lo hai detto?’
Jody ha sentito.
‘Aveva vergogna perché avrebbe dovuto dirti anche che lei &egrave sua madre sono amanti e che anche tua madre la porta a letto. Avrebbe anche dovuto parlarti del come io e tua nonna l’abbiamo corteggiata e poi fatta nostra. Si, caro amabile nipotino, Nicole fa parte della nostra famiglia. Ecco ora sai. Mi auguro che i tuoi pensieri su di lei non subiscano variazioni.’
Ecco spiegato il perché mi ha fatto promettere di non, una volta sposati, lasciare la casa. Non aveva nessuna intenzione di lasciare le sue amanti.
‘Potevi dirmelo. Non ti avrei negativamente giudicata. La mia proposta te l’avrei comunque fatta.’
Brigitte: ‘Quale proposta?’
Nicole: ‘Mamma, Pippo mi ha chiesto di diventare sua moglie.’
Sonia: ‘Finalmente si &egrave deciso. &egrave la tua risposta &egrave?
Le quattro donne: Sonia, Brigitte, Leanna e Jody guardano la loro amante e sono in attesa della risposta.
‘Ho accettato. Gli ho detto di sì. Che desidero diventare sua moglie.’
Le mie amanti si precipitano ad abbracciarla. La coprono di baci.
Sonia: ‘Benvenuta nella famiglia.’
Brigitte: ‘Dobbiamo brindare.’
Leanna: ‘Se volete per il brindisi metto a disposizione le mie zampogne.’
La guardo. In un lampo si &egrave liberata dai vestiti. &egrave completamente nuda con le mammellone al vento. Jody le si avvicina e le mette le mani a coppa sulle zizze.
Jody: ‘Sei la solita vacca.’
Leanna: ‘Faresti bene a spogliarti anche tu. Due latterie sono meglio di una.’
Brigitte: ‘E perché non quattro. Dai Sonia spogliati. Il nostro sogno di unire la nostra famiglia attraverso il matrimonio dei nostri figli si &egrave realizzato. Pippo, mio e tuo figlio e Nicole, tua e mia figlia, diventeranno marito e moglie. Dobbiamo festeggiare. Una piccola orgetta fra noi donne ci sta bene.’
Sonia: ‘Io aspetterei. Non dimenticare che il nostro progetto contempla anche un’altra più impegnativa cosa. Decidemmo che nello stesso giorno in cui i due si sarebbero scelti noi avremmo avanzato la nostra richiesta.’
La scena era di quelle boccaccesche. Due bellissime MILF: Leanna e Jody completamente nude e un’altra donna: Brigitte, splendente nella sua nudità, ferme al centro del salone. Poi mia madre vestita che parlava loro di un progetto. Guardai Nicole. Aveva lo sguardo fisso sulle tre donne nude e si leccava le labbra. L’incantesimo si interruppe con l’intervento della mia madre biologica.
Brigitte: ‘Sei la guastafeste di turno. Comunque hai ragione.’
Jody: ‘Ha ragione Sonia. Diamoci una calmata. Andiamo a sederci.’
Lei e Leanna si presero per mano ed andarono a sedersi sul divano dove c’era posto anche per Sonia e Brigitte. Io e Nicole ci sedemmo nelle poltrone poste di fronte al divano. Mi prendo la parola.
‘Eccoci qua. Pronti ad ascoltarvi. Avete parlato di progetto e di richiesta. Se intendete dirci che non volete essere lasciate sole state tranquille. Abbiamo deciso che non lasceremo questa casa. Non vi faremo mancare il nostro affetto ne a voi due ne alle nonne che potranno venire a trovarci ogniqualvolta ne sentono la necessità. Io e Nicole saremo sempre pronti a soddisfare i vostri bisogni. &egrave questo che volevate sentirvi dire?’
Jody: ‘Che non ci avreste fatto mancare il vostro affetto ne eravamo certe. Non avevamo mai avuto dubbi. La questione &egrave più seria. Si tratta di incremento demografico.’
IO: ‘Che c’entra l’incremento demografico con il nostro matrimonio?’
Leanna: ‘C’entra, c’entra. Dai Sonia. Tocca a te parlare.’
Sonia: ‘Pippo tu sei il nostro amore. Ci hai dato e continui a regalarci piacevoli momenti di felicità e di questo te ne saremo eternamente grate. Ma vogliamo di più. Trascorrere intere notti a sollazzarci nel nostro letto non ci basta più. Quello che sto per chiederti riguarda me e Brigitte. Le tue nonne sono fuori non perché non lo avrebbero voluto ma perché non possono.’
IO: ‘Mamma cosa stai per chiedermi?’
‘Non interrompermi. Dicevo che le tue nonne non possono perché il loro ciclo riproduttivo si &egrave esaurito. Figli non ne potranno più fare a meno che non decidano di farsi fecondare artificialmente. Io &egrave Brigitte invece siamo ancora in grado di procreare ed abbiamo deciso di avere un figlio.’
‘Volete fare un figlio? Volete ricorrere nuovamente alla fecondazione assistita?’
‘Mai più. Questa volta abbiamo deciso che sarà un uomo a fecondarci.’
‘Perché lo dite a me? Se avete deciso di accoppiarvi con un uomo per farvi mettere incinte non mi opporrò anche se il solo pensiero che un altro uomo debba giacere fra le vostre cosce mi manda in tilt il cervello. Lo so. Nel vostro passato ci sono stati molti uomini che vi hanno frequentato. Ed ancora oggi i vostri paterni genitori: Paul ed Alex insieme ai miei zii Frank e Robert sono assidui frequentatori del vostro letto. Il mio più forte desiderio &egrave che voi due mi apparteniate anima e corpo ma mi rendo conto che voi siete spiriti liberi. Anche Jody e Leanna vorrei che fossero esclusivamente mie ma so che non potrà mai essere.’
Brigitte: ‘Se tu lo vuoi noi saremo sempre e solamente tue.’
Io: ‘Rinunceresti a farti chiavare da mio padre, da tuo padre e dai tuoi fratellastri? Faresti questo per me?’
Guardai mia madre.
Io: ‘ E tu Sonia, faresti lo stesso?’
Sonia: ‘Facci diventare madri e ci avrai per sempre solamente per te. Saremo le tue concubine.’
Io: ‘Sarebbe la cosa più bella, dopo Nicole, che mi potesse capitare. Cosa devo fare perché ciò accada?’
Sonia: ‘Devi farcire il nostro utero con i tuoi spermatozoi. Riempire il nostro ventre con il tuo seme. Devi ingravidarci. Impregnaci. Mettici incinte e saremo tue per sempre.’
&egrave troppo. Svengo.
Personaggi:
SONIA : La protagonista;
PIPPO : Il figlio di Sonia;
BRIGITTE : L’amante donna di Sonia;
NICOLE : La figlia di Brigitte;
LEANNA : la Madre di Sonia;
PAUL : il padre di Sonia;
ROBERT : il figlio di Leanna e di Alex (padre di Brigitte);
JODY : la madre di Brigitte;
ALEX : il padre di Brigitte;
FRANK : il figlio di Jody e di Paul (padre di Sonia);
KATYA : la ruffiana di Sonia e di Brigitte;

L’accordo va in porto

Riapro gli occhi. La scena &egrave cambiata. Sono disteso su un letto. Quattro paia di luccicanti occhi mi stanno guardando. Ne manca un paio.
‘Cosa &egrave successo?’
‘Sei svenuto.’
&egrave la voce di Nicole che mi giunge. Ne cerco il viso. Lo vedo apparire al di sopra delle quattro facce che mi stanno guardando.
‘Non mi sono sentito male. Perché sarei dovuto svenire.’
‘Il perché lo hai davanti. Tua madre naturale e la tua madre biologica hanno espresso il desiderio di essere messe incinte e vogliono che ad impregnarle devi essere tu a farlo. Loro vogliono che tu le fecondi. Hanno detto che se lo farai diventeranno tuo esclusivo terreno di caccia. Smetteranno di prostituirsi.’
Guardo prima mia madre e poi Brigitte.
‘&egrave vero quello che sta dicendo Nicole?’
&egrave mia madre a rispondere.
‘Sì &egrave vero. Vogliamo essere ingravidate e dovrai essere tu a farlo. Abbiamo scelto te perché sei il nostro unico uomo che amiamo e come figlio e come amante.’
Un altro dei miei desideri sta per concretizzarsi. Ho sempre sognato di ingravidare mia madre e la sua amante.
‘Ci vuole molto per impregnarvi?’
‘Dipende da una serie di fattori. Se ci chiaverai durante il periodo in cui siamo feconde può darsi che non ci vorrà molto tempo.’
‘Quando cominciamo? Cio&egrave voglio dire quando &egrave che siete feconde?’
‘Calmati. Prima devi prendere moglie. Partirai per il viaggio di nozze e quando farai ritorno, se le cose sono andate bene, ti permetteremo di arare la nostra terra e piantare il tuo seme nel solco scavato dal tuo aratro.’
‘Che intendete quando dite: se le cose sono andate bene.’
‘Intendiamo che prima di noi viene tua moglie. Solo dopo che l’avrai ingravidata potrai metterci incinte.’
Poi sento la voce di Leanna.
‘Ehi, voi due, non dimenticate che ci siamo anche noi. Io e Jody vogliamo essere della partita. Anche a noi piace partorire un figlio del nostro focoso stallone.’
Brigitte: ‘E come intendete concepirlo dal momento che non siete più feconde?’
Jody: ‘Avete dimenticato che esiste la fecondazione assistita. Nicole ci mette gli ovuli; il nostro torello ci mette gli spermatozoi e noi ci mettiamo l’utero. Vedrete che nasceranno due bellissimi bambini.’
La storia segue il suo corso. Prima di sposarci Nicole si fa prelevare gli ovuli necessari ad essere fecondati dai miei spermatozoi per poi essere impiantati nell’utero di Leanna e nell’utero di Jody. Poi convoliamo a nozze e partiamo per il viaggio di nozze durante il quale la nostra fantasia nella ricerca del piacere fisico elabora le più svariate posizioni. Gli animali si accoppiano senza stare a pensare al come farlo e dove farlo. Io e mia moglie siamo i degni rappresentanti del mondo animale. Siamo gli architetti del piacere. Ci siamo laureati all’università del piacere. Le nostre professoresse sono state Sonia, Brigitte, Leanna e Jody. Nessuno al mondo meglio di loro sa come procurare e dare piacere. Siamo impegnati in un fantastico 69 quando il telefono squilla. &egrave Nicole che, trovandosi nella posizione più favorevole (mi &egrave sopra ed ha la testa fiondata nel mio iguine), alza la cornetta e risponde. Una manciata di secondi e poi un urlo di gioia.
‘Ce l’abbiamo fatta. &egrave andato tutto a gonfie vele. La fecondazione assistita ha funzionato. Le nostre nonne: Leanna e Jody sono incinte.’
‘Ora tocca a te e poi sarà il turno di tua madre e di mia madre.’
‘Pippo, amore, ti invidio. Ti chiaverai tua madre e la metterai incinta e farai la stessa cosa con mia madre. Mi piacerebbe tanto essere un uomo. Vorrei io inseminare mia madre.’
‘Nicole lo farai attraverso me. Quando verrà il momento sarai presente e parteciperai all’inseminazione di tua madre. Sarai tu ad accompagnare il mio sparviero all’entrata della tana di tua madre. La faremo mettere alla ‘pecorina’ e tu ti stenderai sotto di lei con la testa fra le sue cosce. Vedrai il mio vomere entrare nella terra di tua madre e quando le pomperò il cazzo nel ventre sarà come se fossi tu a stantuffarglielo nella pancia e potrai anche partecipare nel darle piacere. Tua madre ha un clitoride che quando eccitato si estende fino a raggiungere la considerevole misura di 7cm. Basta prenderlo in bocca e glielo succhierai così come quando mi fai il pompino.’
‘Dio, Pippo, al solo pensiero mi sono già bagnata. Dai vieni a pulirmela. Ho voglia di sentire la tua lingua pennellarmi la patatina e già che ci sei fammi anche un pompino. Anch’io ho un clitoride come quello di mia madre.’
‘Nicole, tu tua madre le somigli in tutto e per tua madre intendo quella biologica: Sonia. Sei anche più porca. Tu sei un concentrato di quattro puttane: tua madre, mia madre, mia nonna e tua nonna. Dai vienimi sopra e riprendiamo da dove abbiamo interrotto quando &egrave arrivata la notizia della gravidanza delle nostre nonne.’
‘Eccomi mio bel porcellino. Grazie per avermi detto che sono il meglio di casa nostra. &egrave un gradevole complimento e come premio ti farò un servizietto che non facilmente dimenticherai.’
Catapulta la sua testa fra le mie cosce e la sua bocca &egrave sul mio pene. Dischiude le labbra ed avvolge il mio calzo in un caldo abbraccio labiale. La sua lingua rotea intorno alla corona del padre dei bambini. Con la punta solletica il frenulo e poi da inizio alla danza del ghiacciolo. Mi succhia il cazzo fino a farmi ululare dal piacere. Il sangue pulsa nelle vene del mio cazzo con una intensità tale da farmelo dolere.
‘Ti prego Nicole fammi godere altrimenti mi scoppiano i testicoli.’
Nicole smette di succhiarmi il cazzo e con una mossa acrobatica porta la sua passera sulla verticale del mio falcone. Lo afferra e lo guida fra le sue cosce. Il glande &egrave fra le grandi labbra. fa ondeggiare il culetto ed il cazzo entra senza chiedere il permesso.
‘Ed ora mio bel maialone datti da fare. Sventrami col tuo spadone. Spaccami l’utero in due. Pisciami nell’utero i tuoi spermatozoi. Non ti farò uscire se non prima di aver fatto affogare il mio utero nel tuo seme. Insomma mio possente toro mi devi mettere incinta. Cosi hanno deciso le nostre mamme e così deve essere. Altrimenti sarai svenuto per niente. Loro non ti faranno più entrare nel loro letto fino a quando non mi avrai impregnata.’
‘Mia dolce mogliettina, figlia di due depravate puttane lesbiche ed incestuose, noi non usciremo da questa stanza se non saremo sicuri che ti ho ingravidata. Scaricherò nel tuo ventre tutta la mia forza. Devo farlo non perché me lo hanno imposto loro ma perché lo voglio; perché ti amo e perché mi dovrai dare più di un figlio. Dovrai essere la mia scrofa.’
‘Ed io sarò felice di accontentarti. Ti farò quanti figli vorrai. Ora pensiamo a mettere in cantiere il primo. Quindi datti da fare ad impregnarmi.’
Miliardi e miliardi di spermatozoi attraversarono il mio condotto uretrale e si riversarono nella vagina di Nicole. Una disputa si accende. Fanno a gara a scavarsi la strada attraverso l’utero per raggiungere l’ovulo e fecondarlo. Uno di loro ci riesce. Trascorsi quindici giorni Nicole compra in farmacia un test di gravidanza. Risultato: positivo. Mia moglie &egrave incinta. Il mio pensiero corre alle mie due mamme. Facciamo ritorno a casa. &egrave mia nonna Leanne ad accoglierci.
‘Finalmente siete tornati. Le vostre mamme sono ansiose di sapere come &egrave andata.’
‘Puoi chiamarle. Le aspetteremo nel salone.’
Mentre Leanna va a chiamare Sonia e Brigitte, io e Nicole andiamo nel salone e ci spogliamo. Ho il cazzo rigido addobbato con un nastro rosso mentre Nicole ha intrecciato fra i peli della sua foresta una serie di fiorellini rosa. Abbiamo appena finito di spogliarci che una folata di vento ci investe. Ci giriamo verso la porta e due meravigliose e bellissime donne hanno fatto il loro ingresso. Ci vedono nudi ed i loro sguardi si spostano sui nostri inguini. Notano il fiocco rosso e i fiorellini di stoffa rosa. Spalancano la bocca. La prima a parlare &egrave Sonia, mia madre.
Sonia: ‘Brigitte ‘ hai visto come sono belli?’
Brigitte: ‘Guarda il cazzo di nostro figlio. &egrave infiocchettato e la patatina di nostra figlia &egrave ornata di fiorellini. Sonia capisci cosa vogliono dirci? Saremo nonne.’
Pippo: ‘E sarete anche madri. Abbiamo rispettato il vostro mandato. Ora tocca a voi rispettare il vostro.’
Sonia: ‘E noi rispetteremo la parola data. Quando vuoi cominciare? Io sono pronta ti sto aspettando fin dalla sera che siete partiti per il viaggio di nozze.’
Pippo: ‘Anch’io sono pronto. Stenditi qui, sul pavimento, ed allarga le cosce. Ho tanta voglia di chiavarti che farai fatica a fermarmi.’
Sonia: ‘Non &egrave meglio che mi prendi da dietro. So che &egrave la posizione che più preferisci.’
Pippo: ‘No. Voglio guardarti negli occhi mentre ti chiavo. Voglio vedere il piacere scorrere nei tuoi occhi mentre ti scarico nel ventre tutta la mia forza. Voglio godermi l’espressione del tuo viso mentre ti fecondo.’
Mamma si libera della vestaglia. Sotto non ha niente. Si stende sul pavimento tira su le gambe contro le cosce e le allarga.
‘Vieni. Sarò tua come mamma, come amante, come concubina e come madre dei tuoi figli.’
Mi piego sulle ginocchia e stendo il mio corpo sul suo. Il mio sparviero non fa fatica a trovare la strada per ghermire la sua passera. Entro in lei. Sonia non distoglie i suoi occhi dai miei. Mi sta sfidando.
‘Ricordi il primo giorno che ti feci mio? Ecco anche oggi sono ancora io a possederti. Sarai mio come lo fosti quella prima volta con una eccezione. Questa volta sarà come fossi tua moglie. Non sarò più solamente la tua amante, ma sarò anche la madre dei tuoi figli.’
‘Ed io sarò il loro papà.’
Con gli occhi vado in cerca di Nicole. Anche lei &egrave distesa sul pavimento e la madre: Brigitte, le &egrave sopra e le sta ciucciando le tette. Quando avrò finito con Sonia toccherà alla mia madre biologica sottostare alle mie voglie. Anche lei diventerà mamma. Un movimento ed un miagolio attirano la mia attenzione. Guardo e vedo. Sedute sul divano ci sono Leanne e Jody. Sono entrambe nude e si stanno vicendevolmente sgrillettando. Sorrido. Mi attende un lungo periodo di bagordi. Mi auguro di farcela. La mia seconda vita &egrave cominciata. La Danimarca &egrave un grande paese.

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