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Racconti erotici sull'Incesto

le strane abitudini del papà

By 9 Luglio 2007Dicembre 16th, 2019No Comments

‘Ciao Papà, io vado, tornerò verso mezzanotte’. Giovanni, un bel giovanotto 20enne, saluta anche la madre e esce con degli amici in un’afosa serata di metà luglio. Una birra in compagnia e qualche commento a sfondo sessuale sul bel culo della cameriera della birreria e ritorna a casa, poco dopo le 23.30. Parcheggia la macchina nel box ed entra. L’afa della sera l’avevano fatto sudare parecchio e aveva deciso di farsi una doccia prima di andare a dormire. Attraversa il porticato vetrato con il divano di midollino che aveva acquistato personalmente e si dirige verso il bagno. Durante il tragitto decide di portarsi avanti e comincia a spogliarsi, rimanendo soltanto con i boxer. A quell’ora nessuno deve essere sveglio nella sua casa, anche la domestica filippina dovrebbe essersi addormentata. Questa convinzione viene meno quando, aperta la porta dell’antibagno, vede le luci accese nel bagno e dei gemiti di uomo venire dall’interno. La porta non &egrave stata chiusa completamente e Giovanni, spinto da un desiderio che nemmeno lui riesce a spiegarsi, si dirige verso la porta e spia all’interno del bagno. Con sua grandissima sorpresa ci trova il padre completamente nudo, seduto sul divano di pelle nera che si sta menando un cazzo lungo, duro e nodoso. Non aveva mai fatto caso al padre e non aveva mai nutrito alcun tipo di desiderio sessuale nei suoi confronti, ma vederlo così nudo aveva risvegliato nel giovane un desiderio che proprio non conosceva e anche il suo corpo cominciava a mostrare un certo interessamento. Il suo cuore aveva cominciato a battere all’impazzata, i suoi boxer cominciavano a tirare perché il suo ‘bestione’, come da piccolo lo chiamava affettuosamente il padre quando gli dava una palpatina, aveva cominciato a gonfiarsi. Il padre sembrava molto più attraente da quando aveva inspiegabilmente cominciato a badare di più al suo aspetto fisico. Aveva perso l’abitudine della trasandatezza di chi ormai ha messo le pantofole e aveva cominciato a vestirsi in maniera più curata, si era fatto tagliare i peli che gli uscivano dalle narici, si era tagliato la barba che era cresciuta incolta fino dai 14 anni e prestava molta più attenzione alla sua manicure. Un dettaglio del suo cambiamento che il figlio non aveva mai potuto notare era l’abitudine a depilarsi il fondoschiena. Giovanni non aveva mai visto il culo del padre, tranne una volta qualche anno prima ed era sicuro che le sue natiche fossero ricoperte da una folta coltre di peli scuri e duri. Lo spettacolo a cui stava assistendo gli dimostrava il contrario. Il padre si era girato, con le ginocchia sul cuscino del divano e il gomito sinistro sullo schienale. Le sue natiche si protendevano, completamente depilate, verso l’esterno in maniera sfacciata. Aveva cominciato a massaggiarsi il buchetto con la punta di un dito e all’improvviso aveva preso un grosso e nodoso dildo nero abbandonato sul divano e l’aveva appoggiato all’orifizio. Con un sospiro intenso di piacere aveva spinto il dildo con un solo colpo all’interno aprendosi completamente il culo. Con il dildo piantato nel culo aveva cominciato a menarsi il suo scuro arnese nodoso. Giovanni non ne poteva più di stare a guardare: il padre offriva a lui, improvvisato voyeur, uno spettacolo perversamente eccitante e il figliolo aveva voglia di sostituire al dildo il suo arnese nel culo voglioso del padre. Così decise di entrare. Il padre ormai rantolava dal piacere e non aveva nemmeno sentito il figlio entrare. Giovanni si era avvicinato al padre e, con fare estremamente delicato, aveva appoggiato le sue mani sui suoi fianchi. Al contatto delle belle mani del figlio il padre si era girato di scatto e aveva cercato di rialzarsi. Giovanni prontamente l’aveva trattenuto in quella posizione con una mano sulla schiena e il vecchio aveva dovuto rimanere in quella imbarazzante ed eccitante posizione. Giovanni si avvicina al corpo del padre e gli sussurra all’orecchio: ‘Ciao papà, sono tornato, e ho una gran voglia di sostituire questo fallo di plastica con qualcosa di pulsante e vivo. So che ti va! Lascia fare a me che ti farò conoscere l’essenza del piacere.’ Detto questo, fa scivolare la sua mano destra verso lo stomaco del padre e impugna quel carnoso bastone. Sente la durezza e le vene di quel grosso arnese e uno spasimo gli attraversa il ‘bestione’ ormai pulsante. Con la mano sinistra afferra il dildo e lo estrae con un solo colpo dal buchino del padre. Il buchino, privato di ciò che lo rendeva felice, pulsava, rossastro e orribilmente slabrato! Giovanni vuole provare la sensazione di quel buco così invitante. Si porta una mano alla cintura e s abbassa i boxer; il suo fantastico membro svetta finalmente libero. Il padre mugugna. Giovanni si piega di nuovo verso su padre e gli dice: ‘Adesso sentirai qualcosa di molto caldo e duro nel tuo bel buchetto.’ Il padre gli risponde: ‘Giò, ho paura, non farlo dai!’. Ma Giò ormai &egrave eccitato e nulla l’avrebbe fatto desistere dall’infilzare il padre con il suo possente cazzone. Quindi gli dice: ‘Mi dispiace paparino, ma ho proprio voglia di scaricare un po’ di sborra nelle tue budella, quindi preparati, perché ti scoperò duro!’. Detto questo sputa due volte sull’orifizio del padre che era ritornato magicamente piccolo e vi appoggia la sua bella cappella ormai paonazza. A quel punto, chiede: ‘sei pronto papà?’ e, senza aspettare risposta, spinge con un solo colpo tutto il cazzo rigido all’interno del corpo del padre. Il padre sussulta e urla: ‘dai Giò, tiralo fuori, mi hai fatto male, ti prego’. Ma Giò non vuole sentire storie e continua ad scoparsi il padre nel culo, sempre più forte. L’iniziale rifiuto dell’uomo si trasforma bene presto in un gemito invasato di piacere. ‘Siiiiiiiiii… sfonda il culetto del tuo paparino!!!!! Così’ ahhhhhhhhhhhhhhh” Il ragazzo non ce la fa più, sente la sborra risalire la sua poderosa asta’ sta per venire’ estrae come aveva fatto col dildo il suo pisello dall’orifizio del padre e scoppia in una potentissima sborrata sulla sua schiena. Finito, si riveste e gli dice: ‘ Ti aspetto qui ancora, perché voglio che mi svergini il culetto con quella mazza che ti ritrovi tra le gambe’.

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