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Racconti erotici sull'Incesto

Le tre zie

By 23 Novembre 2010Dicembre 16th, 2019No Comments

Mia moglie era al mare con nostra figlia ed io ero rimasto da solo a casa.
Mi presi una brutta bronchite che mi costrinse a letto per due settimane.
Non volevo che interrompesse le vacanze perché la piccola aveva bisogno di mare. Rimanere da solo in casa era impossibile: c’era da fare la spesa e non potendo uscire sarei morto di fame.
L’unica soluzione era che mi trasferissi per quel periodo presso le tre zie zitelle di mia moglie, che abitavano in un paesino vicino Bologna.
Anzi fu proprio lei a mettersi in contatto con loro e ricevetti una telefonata in cui dicevano che mi avrebbero ospitato più che volentieri. L’idea mi piacque perché mi erano molto simpatiche.
M’intabarrai come avessi dovuto scalare l’Everest e partii con la mia auto, portandomi dietro poche cose.
Quando arrivai fui accolto con grande simpatia.
Provvidero subito a farmi vedere la camera dove avrei dormito: era una bella stanza spaziosa, con la finestra che dava sul cortile interno. 
Cenammo con un brodino, poi sentii la febbre salire.
Il tragitto mi aveva debilitato e decisi di andare subito a letto. Mi misi il termometro: avevo 39 gradi. Presi quindi un’aspirina e mi tuffai sotto le coperte.
Mi svegliai in piena notte, sudato e con gli indumenti umidi. Nella casa il silenzio era totale.
Sentii che la porta veniva aperta con delicatezza. Non so perché, finsi di dormire.
Entrò la zia Estel, la più vecchia delle tre sorelle. Aveva circa una cinquantina d’anni, era alta e aveva un portamento elegante.
Attraverso le ciglia semiaperte vidi che indossava la vestaglia e la camicia da notte.
Si avvicinò silenziosa e mi appoggiò una mano sulla fronte. Sentì che avevo la febbre e vidi che si sedeva di fianco al letto. Io fingevo di dormire e mi chiedevo cosa fosse venuta a fare.
Attese un poco di tempo, poi certa che dormissi, alzò il lenzuolo e mise sotto una mano.
Ero immobile, teso come un elastico dalla curiosità. Con mia immensa meraviglia sentii la sua mano toccarmi una gamba e risalire verso il mio ventre.
Rimasi col fiato sospeso. La mano, si spostò di nuovo e si fermò sopra il mio pene! Ero sbalordito!
Vidi che mi guardava attentamente per capire se stavo per svegliarmi ma la mia immobilità la rassicurò.
Rimase un poco ferma poi alzò il lenzuolo e guardò all’interno con una piccola pila. Si avvicinò alle mie gambe e sentii che cercava di fare uscire il mio membro dalle mutande.
Ero talmente meravigliato che non sapevo cosa fare. Finsi di svegliarmi e lei, rapida, rimise a posto il lenzuolo.
Aprii gli occhi e vidi che era rossa in viso e agitata. Sorrisi facendo finta di nulla
– Come mai qui? – chiesi.
– Sono venuta a vedere come stai..adesso vado –
Fece per alzarsi ma io la trattenni.
La febbre mi aveva eccitato i sensi e quel suo gesto di toccarmi il membro mi aveva scombussolato.
– Siedi zia – la chiamavo così anche se era zia di mia moglie.
Lei si mise a sedere. Io con una mano le toccai un ginocchio e cercai di sollevarle la camicia.
Lei mi guardò e scattò.
– Ma cosa fai? –
Mi misi a sedere.
– Tu piuttosto, cosa guardavi sotto il lenzuolo? –
Vidi che impallidiva e che si portava le mani al viso.
– Oh santo cielo! Eri sveglio? Che vergogna! –
– Vieni qua zia – dissi tirandola verso il letto e facendola sedere sul materasso – fermati –
Con la mano sollevai la camicia da notte scoprendo la parte inferiore della gamba.
– Cosa vuoi fare? – disse cercando di fermarmi.
Io misi una mano sotto la camicia da notte e risalii verso l’inguine. Sentii le sue mutandine e le toccai.
Lei ebbe un fremito.
– Ti prego non farlo!- esclamò quasi piangendo.
Ero su di giri. La febbre eccitava la mia fantasia.
Non avrei mai immaginato di mettere le mani addosso ad una donna più vecchia di vent’anni.
– Togliti la vestaglia- le suggerii.
– No! – rispose lei, tentando di alzarsi.
– Adesso stai qui!  – continuai alzandomi sul letto.
Le presi la camicia da notte e scoprii le gambe fino alle mutande. Lei si mise a piangere senza muoversi.
Le guardai: erano ancora belle, lunghe e affusolate. Mi prese il desiderio di spogliarla.
– Vuoi vedere il mio affare? – chiesi e presa la sua mano, la portai sulle mie mutande, poi con l’altra le abbassai e le misi in mano il mio pene.
– Adesso lo hai in mano, cosa vuoi farne? –
Lei smise di piangere osservando il mio membro. Una luce balenò nei suoi occhi.
– Zia, spogliati e vieni a letto con me. Sento freddo qui fuori –
– Vuoi davvero che lo faccia? – mi chiese.
Per tutta risposta le tolsi la vestaglia, poi le sfilai la camicia da notte. Era rimasta in maglia e mutande. Il corpo era ancora fresco.
Le sfilai la maglia e mi apparvero le sue tette, non grandi ma ben fatte. Le tolsi anche le mutande e vidi la sua passera ricoperta di lunghi peli.
– Sei fantastica zia! – dissi sinceramente – vieni qua con me! –
Lei titubante si infilò sotto le coperte e io mi strinsi a lei col mio corpo caldo.
Le misi una mano nella fessura e cercai il clitoride. Lei ebbe un fremito. Cominciai a stimolare il grilletto mentre le sussurrai in un orecchio
– Prendilo in mano e muovilo –
Lei cercò il mio pene e cominciò a stimolarlo.
– Vuoi che ti lecchi? – le chiesi.
– Lo faresti? –
– Lo faremo – le risposi e mi tuffai fra le sue gambe mentre le mettevo in faccia il mio pene rigido.
Sentii che lo baciava e lo leccava mentre io le leccavo il clitoride e le mettevo due dita nella vagina. Cominciò a muoversi e ad ansimare, senza smettere di succhiarmi.
Era incredibile! Ero a letto con una donna con i capelli grigi, forse ancora vergine, e mi piaceva da matti!
Sentivo che man mano la accarezzavo si lasciava andare. Ad un tratto ebbe un violento tremito e il suo umore mi bagnò il viso. Intanto continuava a leccarmi ma non ero soddisfatto. La fermai e mi avvicinai al suo viso.
– Perché mi hai fermato ? – chiese, rossa in viso per l’eccitazione – non facevo bene?-
– Zia, sei bravissima ma voglio sapere una cosa prima. Sei ancora vergine? –
Lei sussultò.
– Perché lo vuoi sapere? –
– Rispondimi! –
Lei arrossì.
– Sì, sono ancora vergine –
– Allora zia, facciamo una bella cosa. Io sarò il tuo primo uomo –
Lei fece per alzarsi.
– No! Questo no! –
– Zia – continuai – proverai molto piacere! lasciami fare! –
– Oddio! No! No! –
Le misi una mano nella fessura e sentii che spingeva.
– Dai zia! lasciami fare! farò piano! Guarda! –
Così dicendo le salii sopra e le misi il mio pene, vicino alla fessura. Lei non cercò di sfuggire.
– Apri le gambe zia –
Sentii con gioia che obbediva.
– Mettilo dentro –
La sua mano cercò il mio membro e lo portò davanti alla sua fessura.
– Tienilo – dissi e spinsi.
Sentii la zia emettere un lamento.
– Ti ho fatto molto male? – le chiesi trepidante.
– No! ormai è fatta! –
Cominciai a muovermi lentamente. La vagina era stretta e secca.
– Aspetta! – le dissi.
Estrassi il pene e lubrificai il condotto col suo umore con un dito. Sentivo che lei si muoveva già. Tornai ad inserirlo ed ora scorreva meglio.
Lei sospirò
– Oddio! comincio a sentire piacere! Oh! Oh! –
– Resisti zia! – le sussurrai mentre riprendevo a muovermi.
Sentivo le due belle tette battermi contro il petto e mi chinai a succhiarle i capezzoli.
Lei si inarcò sospirando forte.
Presi a penetrarla con costanza mentre sentivo che il suo corpo partecipava completamente al nuovo godimento.
Fu una cavalcata fantastica. L’eccitazione della novità e la febbre mi dettero uno stimolo incredibile.
La zia, da parte sua, gemeva e sospirava in un’estasi profonda.
Arrivai al culmine delle mie possibilità.
Cercai di resistere quando sentii la zia fremere e gridare con voce strozzata.
– Ah! Oddio! sto per morire! –
Avvertii il fiotto del suo umore bagnare abbondantemente il mio membro e allora mi lasciai andare e scaricai nel suo condotto il mio seme.
Ricaddi sulla zia ansimante. Lei, presa da una specie di delirio mi afferrò il viso e mi baciò con veemenza, poi mi strinse forte ansimando
– Che meraviglia! Che meraviglia! Grazie! Grazie! –
La lasciai sfogare, poi le chiesi
– Allora zia ne è valsa la pena? –
Lei per tutta risposta mi baciò ancora, poi sussurrò
– E’ stato meraviglioso! Non credevo si godesse tanto! –
Poi vidi che mi guardava in modo strano.
– Che c’è zia? – le chiesi.
Vidi che diventava rossa.
– Allora? –
– Non ho il coraggio –
– Dai!  Parla! Dopo quello che abbiamo fatto! –
– Sei stanco? –
Io rimasi di stucco. Voleva rifarlo? Tastai il mio membro che sembrò pronto.
– Lo vorresti rifare zia? –
Lei sorrise e fece cenno di no col capo.
– No, per adesso ne ho abbastanza. Volevo sapere se, con la zia Pina… –
Balzai a sedere.
– Vuoi dire che siete d’accordo? –
Lei abbassò gli occhi.
– Quando ti abbiamo messo a letto ne abbiamo parlato. Siamo tanto sole e ogni tanto, ci consoliamo fra di noi… –
Ero allibito: se lo avesse saputo mia moglie!
Nello stesso tempo ero eccitato.
– Vuoi dire…che vi accarezzate…fra voi? –
– Qualche volta, quando non riusciamo a resistere…-–
– Senti zia, io sono pronto. Mandami pure la zia Pina, ma solo lei perché di più non riesco! caso mai domani sera! –
– Certo, certo – disse la zia alzandosi – vado e torno –
Uscì e rimasi a pensare cosa volesse dire “ vado e torno”.
La porta si aprì ed entrarono tutte e tre! Io le guardai attonito.
– Non ti preoccupare! – disse la zia Nora, che era quella più mascolina -sono solo venuta a guardare, posso? –
Ero senza fiato.
La zia Nora si sedette vicino al letto. Io guardavo la zia Pina che aveva circa quarantanni.
Era rossa in viso e teneva gli occhi bassi.
– Zia Estel – dissi con una punta di sadismo – spogliala tu, dai! –
La zia Estel le tolse la camicia da notte, poi la maglia e le mutande.
Guardai la zia Pina: era sicuramente più appetitosa. Aveva due seni grandi e sodi, un ventre bellissimo e le anche tonde. In mezzo alle gambe appariva fra i peli la sua passera gonfia e rosea.
Era sicuramente un boccone stuzzicante!
Al solo vederla mi diventò duro, come non l’avessi appena sfruttato.
La zia Estel esclamò
– Guarda come è eccitato! ti reclama! Fortunata! –
La zia Pina si avvicinò e si sdraiò sotto le lenzuola. Le altre due sorelle dissero
– Possiamo rimanere a guardare? –
Sorrisi.
– Certo, se la zia Pina è d’accordo –
La scoprii e cominciai a succhiarle i bei capezzoli. La zia Pina ebbe un fremito.
La accarezzai fra le gambe e le misi un dito nella vagina poi mi fermai.
– Anche tu zia sei vergine? –
– Sì –
– Vuoi fare come la zia Estel ?-
Fece cenno di sì con la testa.
– Bene – dissi- decisamente questo esercizio mi fa bene. Sento che la febbre mi sta calando! –
Poi ci ripensai. Mi rivolsi alla zia Estel.
– Guarda zia, ti faccio vedere una novità. Zia Pina, mettiti in ginocchio sul letto –
La zia obbedì. Mi trovai davanti uno splendido culo e fra le gambe la passera pronta. Allargai con le mani le natiche e mi comparve il suo buchetto del sedere.
Misi una mano nella fessura e sentii che era eccitata ed umida.
Bagnai il dito, poi lasciai cadere della saliva sul buchetto e cominciai a lubrificarlo.
La zia Pina cercò di fermarmi.
-Stai tranquilla zia, solo un assaggio –
Presi il mio affare, lo inumidii e lo misi contro il buco poi, afferrai la zia per i fianchi e spinsi. Entrò circa la metà mentre la zia gemeva.
Lo mossi un poco, poi lo estrassi e lo appoggiai contro la sua passera.
– Pronta zia, sentirai ancora un po’ di male, ma ti assicuro che voglio tornare nel tuo bel culo. Complimenti! –
Le presi una tetta in una mano e con l’altra cercai il clitoride, poi cominciai a penetrarla. 
La zia non aveva mai goduto di tanti stimoli per cui cominciò a dimenarsi, a gemere e sospirare.
La zia Estel guardava attenta mentre la zia Nora si era sollevata la camicia da notte e si toccava fra le gambe. 
Cominciai a cavalcare la zia Pina con regolarità e mi resi conto di essere in grado di resistere per un discreto tempo.
Ad un tratto la zia Pina gridò
– Ah che piacere! Basta non ne posso più! –
– Resisti zia! cerca di resistere! – la incoraggiai.
Lei strinse le labbra e si lasciò penetrare ancora. Dopo alcuni secondi.
– Si, ricomincio a sentire piacere. Ah magnifico! Grazie! continua! Continua! –
Io affrettai il movimento e la zia, dopo essersi contorta e quasi urlando ebbe un secondo orgasmo e l’umore uscì addirittura dalla fessura bagnando le lenzuola.
Le detti un colpo poi le riversai nella vagina tutto il mio liquido che uscì insieme al suo.
La zia crollò sul letto ed io le caddi sopra col mio affare sul suo morbido culo.
– Non avrei mai creduto si potesse godere tanto! – disse la zia Estel, quasi fosse invidiosa.
Io ero allo stremo delle forze ma non mi andava giù il fatto che la zia Nora si fosse rifiutata.
La guardai.
– E tu zia Nora?-
Lei smise di toccarsi e mi rispose
– No, grazie! Preferisco rimanere così ! –
Poi si alzò.
– Bene. Lo spettacolo è finito! Adesso lo lasciamo riposare, e noi andiamo a letto –
La zia Estel e la zia Pina mi baciarono sulla guancia e mi augurarono la buona notte. Una volta uscite, caddi in un profondo sonno ristoratore.
Sognai di avere fra le braccia la zia Nora.
Io la volevo svestire mentre lei si opponeva accanitamente. Io cercavo di toglierle le mutande mentre lei faceva di tutto per allontanarmi. Alla fine riuscii a metterle una mano fra le gambe e impallidii: aveva il pene come un uomo!
La guardai sbigottito e lei ridendo lo estrasse: era enorme! Mi prese per le braccia e mi urlò
– L’hai voluto vedere? Adesso te lo prendi! –
Cominciai a divincolarmi ma lei mi teneva stretto.
Volevo urlare ma la voce non usciva. Era un incubo.  Sentivo una mano sulla mia bocca e mi mancava il respiro.
Mi agitai come un pazzo e…mi svegliai!
La prima cosa che avvertii fu una mano sulla bocca e una voce che diceva
– Buono! Buono! non urlare! sono io, la zia Nora –
Aprii gli occhi e vidi il volto della zia Nora, chino su di me.
Aveva i capelli in disordine ed era rossa in viso per lo sforzo.
Finalmente mi resi conto della realtà che mi circondava e feci cenno che ero sveglio.
La zia tolse la mano.
– Cosa c’è zia? – chiesi.
– Fai piano- mi rispose – che non sentano. Non voglio che ci scoprano –
– Cosa c’è? – le chiesi di nuovo.
– Sono venuta perché non resisto! -mi disse languida – ho in mente il tuo affare. Non riesco a dormire! Sono venuta da te ma devi promettermi di non dire niente –
– Va bene zia –
– Non voglio che le mie sorelle lo sappiano.  Voglio rimanere vergine per motivi miei ma vorrei, tanto che tu me lo facessi sentire lo stesso. Mi prendi didietro?-
Ero senza parole: il sogno mi terrorizzava.
– Zia d’accordo, però prima ti voglio vedere nuda –
La zia si alzò e si spogliò.
Rimasi affascinato: non mi sarei mai aspettato che avesse due tette così belle, piccole e sode e un culetto a mandolino come non ne ho mai visti.
Inoltre davanti aveva la sua bella passerina.
Tirai un sospiro di sollievo. Era una donna e che donna! La feci inginocchiare sul letto.
Rimirai il suo fantastico culetto.
– Zia, hai un culo fantastico! Dimmi la verità, sono il primo? –
– Sì mio caro – rispose lei piccata – l’avevo conservato per uno che mi ha piantato e quindi sei il primo Ti dispiace? –
– No, zia per niente, cercherò di essere all’altezza –
– Tieni – disse la zia porgendomi un tubetto- ungilo bene. Anche il tuo affare..che è così grosso! –
Eseguii con cura il compito, anche se mi scivolò la mano fra le sue gambe e sentii con le dita le grosse labbra del suo sesso.
– Lascia stare! – mi sgridò.
Presi il mio membro che era diventato di nuovo rigido alla vista di quel bel culetto e lo posizionai davanti al buchetto. La zia si aprì le natiche e così lo misi dentro.
Entrò abbastanza facilmente. Chissà se mi aveva detto la verità?
Cominciai a penetrarla lentamente, mandandolo fino in fondo, e afferrandole le belle tette. Lei, da parte sua spingeva per prenderlo tutto ma senza un gemito o un sospiro: sembrava di marmo.
Io continuai a spingere, mentre le accarezzavo i capezzoli sentendo che il movimento nel suo stretto intestino amplificava il piacere dello sfregamento.
Poi come inavvertitamente le posi le mani sulle labbra rigonfie.
Le aprii e trovai il clitoride che era piuttosto grosso. Lei non disse nulla lasciandomi fare.
Cominciai a stimolarlo e sentii che stava sospirando. Incoraggiato, cercai di toccarle la vagina ma era troppo difficile e mi limitai a titillarle il clitoride. Cominciai a sudare, poi avvertii che stavo per avere l’orgasmo.
La zia intanto si muoveva al mio ritmo e respirava affannosamente. Cercai di rimanere concentrato e sentii che si stava lasciando andare. Il massaggio al clitoride la stava sciogliendo.
Cominciò a mugolare e smaniare, mentre con le mani, si mescolava alle mie dita cercando di masturbarsi da sola.
Le lasciai campo libero e mi accorsi che si accaniva a toccarsi accaldandosi sempre più.
Intanto ero ormai arrivato al punto di non ritorno. La zia ebbe un fremito lungo tutto il corpo e sentii le mie mani bagnarsi del suo umore.
Riversai il mio liquido nelle sue viscere e strinsi il suo bel sedere al mio viso baciandolo.
La zia cadde sul letto ed io la guardai: era una questione di principio. Volevo quella passera e l’avrei avuta. Si trattava solo di aspettare…

 

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