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Racconti erotici sull'Incesto

MALIZIE

By 18 Gennaio 2005Dicembre 16th, 2019No Comments

Ho un telefono rosso, in stile primo Novecento, che mi piace tanto perché mi inebria e mi eccita sessualmente, non ho vergogna di dirlo.

Sono una bella ragazza di vent’anni, libera e felice, disinibita e facile, una delle favolose ragazze di città, a cui piace amare, divertirsi, e scopare. Mi piacciono le calze a rete e i tacchi a spillo, mi piacciono i vestiti firmati, mi piacciono i soldi, mi piacciono le riviste di moda, mi piace vivere, fare shopping, mettere il rossetto e il mascara. Adoro l’erotismo, oh, sì, il sesso &egrave vita e non ha mai ucciso nessuno, dà benessere e buonumore.

Ma che cosa stavo dicendo?

Oh, sì, dimenticavo: ho un telefono rosso, in stile primo Novecento, e da brava fanciulla lo uso per fare la corte al mio amore segreto. Non vi confesso che a volte bacio la cornetta, lasciandovi il segno del mio rossetto.

Che buffo!

E’ mezzanotte, l’ora del mistero e della passione. Sono piena di profumo e indosso un vestitino nero che esalta i miei seni nudi, bianchi, e così grandi, che sanno di lilla. Prendo il mio telefono rosso e chiamo il mio amore’

– Ciao, tesoro’ – gli dico, quasi cantando. ‘ Pronto, pronto, rispondi’ Ciao! Oh, sapessi, morivo dalla voglia di sentire la tua voce’ Ti bacio e ti abbraccio!

– Era tanto che aspettavo questa telefonata ‘ mi risponde la voce del mio lui.

– Anch’io desideravo la tua voce’ Sono la tua amante segreta, che ti stringe dolcemente tra le sue gambe, velate da calze nere, ti carezza coi suoi tacchi a spillo, e percorre il tuo corpo con le sue labbra rosse, come il telefono da cui ti parlo.

– Sei sola?

– Sì, sono sola con te, voglio fare l’amore con te, come sempre, al telefono.

– Che cosa porti?

– Un vestitino nero, ornato di pizzo, il resto te l’ho detto, calze a rete nere, tacchi a spillo, ho appena fatto il bagno e’

– Mi sembra di sentire il tuo profumo.

– Sì, &egrave un’impressione dolce, come le mie labbra, vero? Queste labbra che si premono dolcemente e teneramente sulla cornetta, così come si premerebbero sul tuo volto un po’ irsuto, sulla tua barba appena pronunciata, lasciandovi il loro profumo di lilla, e il loro segno di passione.

– Di che colore hai gli occhi?

– Del colore del mistero. Le mie ciglia sono lunghe e nere, sono bionda, ricordi?

– Sì, ti ricordo come un’immagine offuscata, che purtroppo non posso più ricontemplare da tanto tempo, ormai.

– Oh, sapessi, amore, quanto mi mancano i tuoi abbracci e le tue carezze, che mi fanno girare la testa! Quando, tanto tempo fa, mi facevi sedere sulla tua vespa, e andavamo nel bosco ad amoreggiare!

– Sì, di nascosto ai nostri genitori.

– Oh, potrai mai perdonare la tua cara sorellina per queste cose? Potrai mai? Quanti baci dovrò regalarti con le mie labbra, perché la tua collera si plachi? Ricordi quando prendevo la tua virilità e la avvolgevo tra le mie calze a rete nere, velatissime, per regalarti il piacere?

– Fallo ancora, adesso, per me.

– E’ come se lo facessi. Fammi sedere sulle tue ginocchia. Le senti le mie mani? La dolcezza delle mie dita, sul tuo fallo? Le mie unghie sono lunghe e rosse’

– Come la tua bocca.

– Dai, masturbiamoci assieme, qui, al telefono’ Facciamolo’ Immaginami nuda, bianca, sul mio letto, tra le lenzuola.

– Sono venuto a prenderti, ti stringo forte’ Sono io che ti ho spogliata.

– E io ti accarezzo la pelle con i miei denti bianchi e dolci.

– Prendi una delle tue scarpe con il tacco a spillo, sono ai piedi del letto. Nessuno può vederci, siamo nella nostra cameretta, come una volta, chiusi a chiave, tutti gli altri dormono, fuorché noi.

– Che cosa devo care con la mia scarpetta?

– Infilati il tacco lì, lo sai.

– Ah, così mi fai gridare, e di piacere!

– Ecco, sei venuta. Adoro le tue telefonate di mezzanotte. E so chi sei, voce di fuoco, che mi regali affetto e piacere. Sei la mia amica d’infanzia, la cara sorellina che mi consolava sempre con le sue coccole, e che ora &egrave diventata donna.

– Le mie labbra impazziscono per te, il mio cuore &egrave folle per il tuo amore. Oh, non sai quanto sento la tua mancanza, fratellino! Ti amo’ di una dolcezza come quella della rugiada del mattino, che sfiora amica i fili d’erba’

– Siamo rimasti soli io e te, lo sai. I nostri vecchi se ne sono andati, tutto ciò che resta &egrave il nostro affetto. Ricordo la fragranza della tua pelle, e il fumo delle tue sigarette’

– Adesso non fumo più, muoio dal desiderio di averti accanto. Oh, i giorni, i mesi, gli anni passano fugaci, e io non riesco ad averti tra le mie braccia! Tutto ciò che mi resta &egrave il mio telefono rosso, quello che tu mi regalasti, non posso più spedirti le mie lettere appassionate, con il piccione viaggiatore, come facevo una volta.

– Ci rivedremo cara, ci rivedremo’

– Lo sai? Piango di passione mentre ti sussurro queste frasi d’amore.

– Le tue lacrime sono come diamanti.

– Sì, lo sono anche le tue parole, per me. Il desiderio di te mi uccide, giorno dopo giorno, al lavoro, sulla scrivania, mentre passeggio tutta sola per le strade di questa Milano deserta, una città qualsiasi, piena di nebbia e di malinconia. Oh, vieni ad abbracciarmi!

– Sei la mia sorellina cara.

– Voglio parlare con te! Voglio dirti che ti amo tanto! Voglio sentire la tua carezza sulla mia pelle bianca! Voglio stare con te, per ore, per giorni, per anni, per sempre!

– Dammi un appuntamento’

– Ricordi? Il luogo dove giocavamo da bambini’ L’ultima volta mi hai dato uno schiaffo, mi ha fatto tanto soffrire.

– Mi avevi fatto ingelosire’ Comunque, non te ne darò più’

– Oh, e invece sì, dammene mille altri, ma di passione! Gli stessi schiaffi di passione che in questi attimi torturano e carezzano il mio cuore di donna. Sono innamorata di te, sai? Ho scritto il tuo nome sui muri della mia casa, il tuo nome &egrave l’ultima parola che sussurro, prima di addormentarmi.

– Torniamo al nostro appuntamento.

– Ah, sì, va bene, nel luogo dello schiaffo, domenica pomeriggio, alle quattro. Metterò le decolletées rosse, col tacco a spillo, che ti piacciono tanto, sai?

– Ciao.

– Che i miei ardenti baci possano darti la buona notte, e addormentarti’ A presto!

Perdonate l’amore appassionato che mi ha trasportata durante la conversazione telefonica che vi ho narrato. Da tanti anni torturo e carezzo il cuore del mio fratellino lontano, con il telefono rosso che mi ha regalato. E’ tutto ciò che mi regala la vita. E tra poco rivedrò il mio amato.

E’ domenica pomeriggio. Sono truccata, bel vestita, profumata, sbatto per la commozione le mie lunghe ciglia nere, e vado all’appuntamento.

Sono alla guida della mia Diane, viola e marrone, un’auto d’epoca, ormai, che mi ricorda l’infanzia. Vado verso il boschetto degli aceri rossi, alla periferia di Milano, &egrave un bel meriggio di ottobre, c’&egrave un po’ di sole, l’erba &egrave ancora verde. Vicino al boschetto scorre il fiume, sapete? Ed &egrave un grande fiume, dalle acque turchine e maestose. La leggenda lo vuole abitato dalle anime dei fantasmi.

Ricordo con malinconia i giorni della mia prima giovinezza, quando mio fratello mi portava in quel luogo ameno e romantico, per fare l’amore con me, di nascosto, in gran segreto.
Scendo dalla mia Diane. La brezza fredda di ottobre scuote dolcemente le fronde degli aceri rossi, qualche foglia, rossa come la passione, si stacca dai rami e cade al suol. Va ad aggiungersi alle molte altre che ricoprono la terra come un manto scarlatto, come un’anima, che quando muore, cede il suo eterno affetto all’amore universale.

Il mio caro fratello mi aspetta, dietro una siepe bruna. I girasoli d’autunno completano come una dolce cornice quella visione del bosco. Lui ne ha raccolti a mazzi, ne ha fatto una ghirlanda, e me la dona, mettendomela al collo.

– Non sei invecchiato’ Oh, ti amo! ‘ gli dico, abbracciandolo con trasporto.

Gli do un bacio sulla guancia e un altro sulla bocca, dipingendogli così il volto di rossetto.

– Ti sei fatto crescere la barba’ Come sei diventato uomo! Oh, fratello caro, hai ritrovato la tua sorellina, dopo tanto tempo!

Egli non risponde.

La sua mano già vola sulle mie cosce e sui miei prorompenti seni. Ho parcheggiato la Diane come quella volta, l’ultima volta che accadde, alcuni anni fa. Sapevo che non sarebbe mancato all’appuntamento, e che mi avrebbe amata!

Mi tocca i seni enormi e nudi, i fianchi sinuosi, entriamo in macchina, e lo facciamo, nel boschetto degli aceri rossi. Il mio fratellino mi ha voluto regalare una foglia, &egrave come un petalo, che germoglia.

Sono ormai nuda, i finestrini si appannano, lo sento entrare dentro di me e ansimare, spingere forte, forte, forte, come la prima volta. Un urlo di piacere mi sfugge dalle labbra, piene di rossetto. Sono così giovane, e piena di desiderio d’amore’

Ad ognuna delle sue spinte, i miei seni sobbalzano, i miei capezzoli sono tanto turgidi e rosei’ Grido di passione e di piacere, sento il rumore del vento e delle macchine, che passano lontane.

Fantasmi!

Il nostro appuntamento mi ha resa felice. E alla fine, sento il seme del mio uomo che mi riempie il ventre, &egrave come la sensazione di una madre, che desidera concepire di nuovo il proprio figlio.

Non so quando lo faremo di nuovo, nella mia Diane, nel boschetto degli aceri rossi, alla periferia di Milano.

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