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Racconti erotici sull'Incesto

Mammatorturata

By 23 Giugno 2017Dicembre 16th, 2019No Comments

Le mammelle, grosse e gonfie, anche se cascanti erano state legate così strette da bloccarne la circolazione e si stavano tingendo di viola.
Lei mi guarda, accenna un sorriso mentre annuisce compiaciuta.
Sa che cosa stiamo per farle e che le faremo male eppure non le importa.
Il primo spillone comincia a premere la superficie della ghiandola mammaria che si tende.
Aumento la pressione e la pelle si lacera, lasciando entrare il metallo.
Lei urla di dolore, mentre la punta acuminata guadagna l’intima profondità del seno prediletto.
Entra come se attraversasse il burro fuso ed in un istante ha raggiunto la superficie del lato opposto.
Vedo la pelle tendersi ed il suo viso contorcersi. Le cerco gli occhi per assaporare il piacere di vederla soffrire nel darmi piacere.
Di nuovo annuisce: ‘foralo! Forami il seno!’
Aumento la forza e la pelle deformata lascia uscire prima la punta, poi il resto del lungo ago.
Lei chiude gli occhi: ‘fa male!’
Io sorrido: ‘lo so!’
Prendo un altro spillone e lo avvicino al seno, dal lato opposto a quello da cui sono appena entrato.
Non c’&egrave terrore nei suoi occhi. Non &egrave la prima volta che prova quella sensazione. Sa che cosa voglio da lei ed &egrave disposta a darmelo.
Anche il secondo ago entra nella parte più intima della ghiandola ed esce dopo averla attraversata tutta. E’ fatta!
Adesso viene la parte migliore: il capezzolo! Non l’areola che &egrave meno sensibile, ma proprio il capezzolo, perché &egrave dove fa più male.
L’ago &egrave più corto, perché deve forarle il seno ma non andare oltre.
Abbiamo dovuto accorciarlo e costruire un manico proprio per questo.
Non &egrave la prima volta che lo facciamo: abbiamo preso le misure fino ad arrivare a pochi millimetri dalle costole: massima profondità, minimo rischio di andare oltre. Non che la procedura sia priva di rischi: non si dovrebbe mai forare un seno così all’interno, ci si dovrebbe fermare alla superficie dove fa male ma non si rischia di provocare lesioni. Ma così &egrave più divertente per me e lei lo sa ed acconsente.
Nel capezzolo &egrave tutto diverso: bisogna pizzicarlo tra due dita per forarlo, altrimenti entra dentro e non si fora.
Ancora una volta lei mi guarda e mi fa cenno di si. Ma &egrave terrorizzata. Terrorizzata dal dolore che sa che la sconquasserà tra pochi secondi, ma ancora più terrorizzata da quello che sa che le farò.
L’ago entra vola profondo. Lei urla. Io lo ritraggo, fino a farlo quasi uscire, dopo averlo affondato completamente e lo inclino, cambiando direzione poi lo spingo nuovamente dentro fino a lasciare fuori solo il manico e ripeto l’operazione ogni volta che il metallo &egrave completamente all’interno del suo seno: le penetro il seno come fosse una vagina.
Ogni tanto, per puro divertimento aggiuntivo, lo inclino tanto da far uscire la punta in un’altra zona del seno… o da farla sbattere contro uno degli altri spilloni.
Vado avanti finché lei non implora ansimante: ‘non ce la faccio più’
E’ il momento di fare la stessa cosa all’altro seno… e ripeto l’operazione passo dopo passo fintanto che lei, esausta, non mi dice: ‘basta’

Sfilo i tre spilloni da ogni ghiandola mammaria. Lei si porta le mani al petto per massaggiarlo. Spengo le due videocamere che la inquadravano. La bacio.

Poi vado a caricare i video su internet, sul nostro sito.

E mentre lei si mette del ghiaccio sui seni, per lenire il dolore io guardo i numeri dei visitatori che salgono e mi masturbo.

Mammatorturatapuntocom

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