Skip to main content
Racconti di DominazioneRacconti erotici sull'Incesto

Mia figlia Sara, Una schiava

By 8 Giugno 2015Dicembre 16th, 2019No Comments

La porta si apre e entro nell’appartamento.
Quattro uomini sono seduti attorno ad un tavolo, sul cui piano sono appoggiate
delle foto.
“Guarda che faccia da pompinara!”, commenta uno di loro prendendone in mano
una.
Gli altri la guardano e ridacchiano.
“Questo culo deve averne visti di cazzi!”, dice un altro, sempre tra
l’ilarità generale.
Uno si volta verso di me, finalmente accorgendosi della mia presenza.
“Vieni, paparino, così sentiamo anche cosa ne pensi tu”.
Mi avvicino al tavolo.
Le foto sul ripiano le conosco bene, sia perch&egrave gliele ho fornite io, sia
perch&egrave ritraggono un soggetto a me caro.
Mia figlia Sara.

“Hai una bella figlia, sai? – mi dice uno – Un po’ zoccola, ma bella”.
Sento qualcosa smuoversi al basso ventre.
Vedere quelle foto, sentire quei commenti, mi eccita.
So che &egrave sbagliato, ma non posso farci nulla; &egrave il mio subconscio che comanda.
Viene selezionata una foto in costume su una spiaggia.
“Vedi, paparino, una che mette foto così su Facebook vuole solo una cosa. Che la gente si faccia le seghe pensando a lei”.
Il mio membro diventa ancora più duro.
Come se fosse evidente – e magari lo &egrave – l’uomo vicino a me allunga una mano verso il mio inguine e lo afferra attraverso i pantaloni.
“E anche tu mi sa che non ne sei insensibile, vero?”, commenta ridendo.
Io resto immobile, con la sua mano sul mio cazzo.
“Dai, facci vedere, che qui l’affare s’ingrossa!”.
Altre risate.
Slaccio i pantaloni e li abbasso, quindi mi faccio calare anche i boxer.
Il mio cazzo punta verso il tavolo come la canna di una pistola.
Il mio vicino – quello a cui ho mandato le mail e che mi ha invitato alla serata – ci passa una mano sopra.
Sento il cuore accelerare.
“Non stavi scherzando quando dicevi che tua figlia te lo fa rizzare, vedo”, commenta.
Arrossisco per l’imbarazzo, ma paradossalmente mi eccito ancora di più.
“Non &egrave mia figlia biologica ‘ abbozzo in mia difesa – E’ di mia moglie…”.
“L’hai vista crescere – taglia corto uno dei quattro ‘ Quindi &egrave tua figlia. Togliti tutti i vestiti, ora”.
Rimango immobile per qualche secondo.
‘Muoviti, che così con i pantaloni calati sei addirittura più ridicolo!’.
Eseguo l’ordine sforzandomi di non pensare. Ho solo in mente le foto di Sara e loro che le commentano in maniera così volgare.
Mi sono messo volontariamente in questa situazione.
Mi libero di tutti gli indumenti.
“Andiamo di là – mi dice il mio “amico” ‘ indicando con il pollice una porta in legno marrone.
Li seguo nella stanza accanto, che i più ottimisti potrebbero definire stanza da letto.
Un materasso su una rete, nulla di più.
“Sdraiati!”, mi ordinano.
Mi corico sul materasso.
“Ora ti toccherai fino a venire. Pensa a tua figlia e a noi che ce la facciamo”.
Il cazzo mi si ingrossa ancora di più e istintivamente la mia mano va lì.
Masturbarmi davanti a loro? Non pensavo.
“Dai, segati, porco di un padre!”, mi esorta uno di loro.
Lo stringo tra le dita e incomincio ad andare su e giù.
Chiudo gli occhi, pensando a loro e a quello che devono aver pensato su Sara.
E’ sexy, lo &egrave sempre stata.
Ha un bel seno, un bel sedere….
Mi sfugge un ansimo.
Sono vicino a venire, nonostante non sia passato molto tempo.
“Immagina quella puttana – dice uno’ – che si prende tutti i nostri cazzi in bocca”.
L’immagine mi travolge come un treno.
Sento i testicoli contrarsi.
Sara alle prese con questi uomini; la sua bocca che passa da un cazzo all’altro.
Sto per venire.
“Magari anche il tuo cazzo, chissà quante volte l’hai immaginato, eh porco!”.
E’ vero, l’ho immaginato molte volte.
E non solo quello, ovviamente.
“Te la scoperesti, vero schifoso?”.
Annuisco, concentrato a non venire.
“Rispondi, testa di cazzo!”.
Stringo forte la mano attorno al mio membro.
“Sì, me la scoperei!”, quasi urlo.
Il getto di sperma erutta dal mio membro e mi colpisce la pancia.
Ansimo, cercando di calmarmi.
Aprirò gli occhi e vedrò le loro facce….riuscirò a non vergognarmi di quanto appena fatto?
Traggo un sospiro e apro gli occhi, quasi sobbalzando.
Davanti a me, tra di loro, c’&egrave Sara.
E mi sorride.
“Sara!”, esclamo.
Istintivamente con una mano mi copro i genitali, pur consapevole come la ragazza, a questo punto, non abbia più nulla da scoprire.
“Ti sei toccato pensando a me, papà?”, mi chiede.
Non mi ha mai chiamato papà, perch&egrave deve farlo ora?
Si avvicina.
“Lascia che ti pulisca’, mi dice.
Io guardo verso gli uomini, ma sono tutti concentrati su mia figlia.
‘Non hai caldo, Sara?’, le chiede uno di loro.
Lei annuisce con espressione un po’ birichina e comincia a slacciarsi i bottoni della camicetta.
&egrave nera, probabilmente quella che le ho comprato on line un paio di mesi fa.
Si libera anche dell’ultimo bottone, scoprendo il reggiseno, anch’esso nero.
Guarda verso il gruppo di uomini, e uno di loro le indica in silenzio i jeans.
Annuisce, slaccia il bottone e li fa scorrere lungo le gambe tornite.
Un reggiseno e un perizoma così fini che sembrano non esistere ma che, allo stesso tempo, aumentano in maniera esponenziale la carica erotica della ragazza.
Sale su materasso, si inginocchia accanto a me, quindi mi sposta la mano con cui ancora mi stavo coprendo i genitali.
‘Come sei finita qui?’, le chiedo.
Lei mi sorride.
‘La tua navigazione sul pc ‘ mi dice ‘ Un pomeriggio dovevo recuperare una pagina internet per una ricerca di scuola e ho trovato un po’ di tracce. Una casella di posta che non conoscevo, parecchie mie foto salvate, filmati hard….’.
Prende un cleenex dalla borsa e me lo passa sulla pancia, raccogliendo lo sperma.
Io mi vergogno sia per quello che sta facendo, sia per quello che sta dicendo.
‘E così mi sono permessa di leggere un po’ di mail, visto che avevi scelto di salvare la password e quindi ero già nella tua posta. Tu mi desideri, papà?’.
Con la mano mi afferra il membro, che sento irrigidirsi nuovamente.
‘Io….lo sai, hai letto ‘ rispondo imbarazzato ‘ Sei sempre stata bella, Sara, e da quando sei cresciuta…’.
Muove la mano verso il basso e mi scopre la cappella.
Sento il sangue pulsare nei testicoli.
‘Lo sapevo anche senza leggerlo ‘ risponde ‘ Credi che non avessi mai notato le occhiate che mi lanciavi? O le foto che mi scattavi pensando che non me ne accorgessi?’.
Molla un attimo la presa per slacciarsi con un movimento veloce il reggiseno.
Finalmente vedo le sue tette, a pochi centimetri da me.
L’erezione aumenta sempre di più.
Avvicina il suo volto al mio, e così facendo il suo seno si appoggia sul mio petto.
Sto morendo di eccitazione.
‘Mi dai un bacio, paparino?’.
Appoggia le sue labbra sulle mie e subito sento la sua lingua in bocca.
Sporgo la mia lingua e lascio che si intrecci con la sua.
La sua mano lascia il mio cazzo e noto che la sta usando per sfilarsi anche il perizoma.
Dio, mi sembra di essere in un sogno!
Si priva anche dell’ultimo indumento e non posso evitare di lanciare un’occhiata al suo pube.
Completamente rasato, come speravo.
Si mette a cavalcioni, appoggiando la fessura proprio sopra al mio cazzo.
E’ calda, caldissima.
Si china ancora, e come per magia il mio membro si solleva e le entra dentro in un attimo.
Segno che io sono molto eccitato e che lei &egrave molto bagnata.
‘Scopiamo, papà?’, mi sussurra in un orecchio.
Io le stringo le tette tra le mani e le do una spinta.
Cominciamo a muoverci all’unisono, come se l’avessimo fatto da sempre e come se non ci fosse nessuno attorno a noi.
Sara ha gli occhi chiusi e ansima, io cerco di durare un po’ per fare bella figura con lei.
Per fortuna viene prima lei.
Mi conficca le unghie sul petto e urla: ‘…..mmmhhh…..aaaahhhhh….siiiii…..TI PREGO FOTTIMI PAPA’ TI PREGO!!!!!…SOGNAVO IL TUO CAZZO DA QUANDO ERO BAMBINA!!!!!’.
Rimango interdetto dalla frase, ma non ho il tempo per pensare perché vengo.
Le vengo dentro, senza ritegno, mentre lei affonda ancora di più le unghie.
Lascio che il mio seme fluisca dentro di lei, quindi lei si stacca e si sdraia sul materasso accanto a me.
Ansima, e anche io sono accaldato.
‘Senti ‘ le dico ‘ quello che hai detto un attimo fa….’.
Lei non mi lascia finire, ma si mette a sedere e guarda altrove.
‘Cosa &egrave quella?’, chiede.
Seguo il suo sguardo.
Uno degli uomini ha in mano una telecamera.
‘Quella &egrave il nostro anello del potere’, dice il mio contatto.
Lo guardo senza capire.
‘Poniamo che il filmato di questa fantastica scopata finisca on line, con tanto di nomi e cognomi ‘ prosegue – E vostro grado di parentela, ovviamente. Secondo voi avrebbe successo?’.
Stringo un pugno e lo indirizzo verso di lui, consapevole come ‘ completamente nudo ‘ devo essere un po’ ridicolo.
‘Non lo farai!’, lo minaccio.
Lui sorride.
‘Ovviamente non lo farò ‘ mi risponde calmo ‘ Ma non perché io sia buono. Ma perché da oggi voi due siete miei schiavi. Farete tutto quello che vorrò, altrimenti la vostra performance diventerà pubblica. Sarebbe un peccato, no?’.
Abbasso il pugno.
Potevo correre il rischio?
Avrei perso mia moglie, probabilmente anche il lavoro, avrei raccolto il biasimo di chiunque conoscessi.
Per non parlare di Sara, che sicuramente non merita uno sputtanamento simile.
Tutto per colpa mia.
Tutto per la voglia che avevo avuto di condividerla, di mostrarla a degli sconosciuti on line.
Cosa ci avrebbero fatto?
Cosa sarebbe successo a lei?
Io mi sarei prestato a tutto, me lo meritavo, ma lei?
‘Rivestitevi, schiavi’.

Leave a Reply