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Racconti erotici sull'Incesto

Mia madre Carla

By 27 Ottobre 2010Dicembre 16th, 2019No Comments

&egrave inverno. Mi sono appena alzato. Ancora insonnolito e con il freddo che incomincia a farsi sentire vado in cucina. Lì c’&egrave mia madre che sta preparando la colazione. Mio padre &egrave già uscito. Mi avvicino e le cingo la vita con le braccia. Mia madre &egrave una bella donna ed io ne sono innamorato. Ogni volta che la vedo il mio ospite mostra tutto il suo desiderio. &egrave così anche quel mattino ho il cazzo che alla vista del culo di mamma si impenna ed ora preme imperterrito contro le natiche di Carla (&egrave il nome di mia madre). Sarà stato il freddo, sarà stata la voglia di possederla una cosa &egrave certa devo dirglielo. “Mamma, mi prometti di non arrabbiarti?” Mia madre gira la testa e mi guarda con i suoi bei grandi occhi neri. “Di cosa dovrei arrabbiarmi?” Dio come &egrave bella. Come può un uomo non innamorarsi di una tale bellezza. “Mamma mi faresti un pompino?” Il viso di mia madre diventa cadaverico. Apre la bocca ma nessun suono le esce. La sento venire meno. La sorreggo. Si riprende. Si libera dal mio abbraccio e si gira. I suoi occhi sono carichi d’ira. “Forse non ho capito. Vuoi ripetere?” “Mamma ti ho chiesto se saresti disponibile a succhiarmi il cazzo.” Un attimo e due ceffoni mi colpiscono il viso. “Sei un porco. Come puoi farmi una simile richiesta. Sono tua madre.” “Lo sapevo che ti saresti arrabbiata.” “Arrabbiata &egrave poco. Cosa pretendevi che mi sarei piegata sulle ginocchia, ti avrei sbottonato i pantaloni, tirato fuori il tuo cazzo e te lo avrei succhiato. Secondo me tu hai bisogno di una visita psichiatra. Meno male che tuo padre &egrave già uscito. Quando gli racconterò della tua depravazione lo sentirai. Tempo una settimana e devi andar via da questa casa. Sei maggiorenne. Non opporti altrimenti giuro che ti denuncio per tentata violenza.”. E’ veramente furibonda. Mi conviene lasciarla sola. Sono sicuro che si calmerà e rifletterà sulle mie avance. La sicurezza nasce dal fatto che quando la tenevo abbracciata lei premeva il culo contro il mio pube. le piaceva sentire la durezza del mio cazzo spingere contro i suoi glutei. La lasciai e ritornai in camera mia. Verso mezzogiorno la porta della camera si apre e Carla si staglia nel vano della porta. Al vederla il mio ospite in un baleno scatta sull’attenti. Indossa dei jeans, un maglione pesante ed un giaccone. Di sicuro sta per uscire. “Se vuoi mangiare preparati da solo, devo uscire. Ora sono io a farti una domanda. Da quando tempo &egrave che sono l’oggetto delle tue fantasie erotiche?” Ho visto giusto. Ci ha pensato. Non mi resta altro da fare che battere il ferro finché &egrave caldo. “&egrave da quando avevo 15 anni che i miei sogni sono affollati dalla tua figura. Sei l’incubo dei miei sogni erotici. Ogni giorno mi masturbo pensando di possederti. Mamma ti amo.” Di nuovo il suo viso si rabbuia. Si gira e senza proferire parola mi lascia solo. Sento la porta di casa chiudersi. E dai! Più esplicito non potevo essere. Gli ho manifestato il mio desiderio di averla. Può anche dirlo a mio padre. Non mi importa di quello che può succedere. Il resto della giornata trascorre senza altri avvenimenti. &egrave sera quando mio padre rientra dal lavoro. Mamma ancora deve rientrare. Babbo mi chiede se so dove &egrave andata. Gli rispondo di non saperlo. Il telefono squilla. Alzo la cornetta. &egrave lei. Mi chiede di passargli mio padre. “Ciao. Dove sei?” Silenzio. “Vuoi che venga a prenderti?” Ancora silenzio. “Carla &egrave dalla nonna: mia madre. Ha detto che questa notte resterà a dormire con lei. Rientrerà domani. Mi ha pregato di preparare la cena. Invece, siccome non né ho voglia, andremo a cena fuori. Così facciamo. Durante la notte, dopo essermi masturbato per l’ennesima volta pensando a mia madre, mi arrovello il cervello. &egrave andata dalla nonna. Perché? Resta a dormire. &egrave un comportamento fuori dall’ordinario. Da quando ho la ragione non ricordo che mamma abbia trascorso una notte fuori senza che con lei ci fosse anche mio padre. Scommetto che &egrave andata dalla nonna per parlare di me. Mi auguro che il risultato della discussione sia a me favorevole. Mia nonna pur avendo 46 anni &egrave anche lei una bella donna. Non nascondo che qualche cattivo pensiero l’ho fatto anche su di lei. Sarebbe fantastico averle entrambe nel letto. La stanchezza mi sorprende e mi addormento. Al risveglio mi ritrovo solo in casa e così resto fino alla sera. La prima a rientrare &egrave mia madre. Ha i muscoli del viso distesi e i suoi occhi brillano. La visita dalla nonna le &egrave stata salutare. Non mi degna di uno sguardo né mi saluta. In altri tempi si sarebbe precipitata ad abbracciarmi. Dopo essersi liberata del giaccone si rifugia in cucina a preparare la cena. &egrave la volta di mio padre a rientrare. Alla fine della cena mi alzo e mi avvicino a lei. Mi chino e le do un bacio sulla guancia. Dio com’&egrave calda e vellutata la sua pelle. “Buonanotte mamma. Buonanotte papà.” Mio padre grugnisce. Mia madre non mi rivolge nemmeno uno sguardo. Vado in camera e mi siedo davanti al PC. Mi collego ai siti hard, in particolare ai racconti erotici e tra questi scelgo quelli che parlano di incesto. Li leggo con avidità. Tra tutti scelgo i racconti che parlano dei rapporti fra madre e figlio. Sono tutti eccitanti. Tutti hanno il lieto fine ovvero che le madri cedono alle voglie dei figli. Questo nei racconti. Nella realtà &egrave molto diverso. Sono tre anni che voglio entrare nel letto di mia madre ed ancora non ci sono riuscito. Inoltre l’andata dalla nonna non &egrave stata a mio favore. Intorno a mezzanotte spengo il PC e mi distendo sul letto. Ho appena chiuso gli occhi che sento dei colpi alla porta. La vedo aprirsi e la figura di mia madre si proietta dentro e chiude la porta alle sue spalle. Accende la luce. Indossa una camicia da notte che le arriva alle caviglie. Si avvicina al letto. “Fammelo vedere.” “Cosa?” “Il tuo cazzo.” Sono inebetito. Carla mi sta chiedendo di voler vedere il mio cazzo. Come un automa mi scopro e mi tolgo i pantaloni del pigiama. Il mio cazzo &egrave floscio ed &egrave tutto raggrinzito. Mia madre si china a guardarlo. “E’ tutto qui? E tu hai avuto l’ardire di chiedermi di succhiarti il cazzo? Dimmi se quello che vedo &egrave un cazzo?” Si raddrizza, si gira ed esce dalla stanza. Che figura di merda. Ho avuto l’occasione di fare entrare mamma nel mio letto e l’ho persa perche il mio batacchio &egrave tutto retratto. Del resto non poteva essere diversamente. Avevo appena finito di masturbarmi. Devo escogitare qualcosa per riportarla a farmi di nuovo visita. Il mattino parto deciso. Vado in cucina dove trovo Carla chinata in avanti a cercare qualcosa in uno dei tanti cassetti. Mi avvicino da dietro le sollevo la vestaglia sulla schiena e le punto il cazzo duro fra le natiche. Mi chino su di lei. “Ed ora dimmi che quello che senti non &egrave un cazzo?” Carla si dimena non per liberarsi dal mio abbraccio ma per meglio accogliere il mio cazzo fra le sue natiche. La sento mugolare. Il sogno dura un attimo. Mamma lancia un urlo e mi spinge all’indietro facendomi cadere con il culo sul pavimento. “Sei un porco pervertito. Prendermi di sorpresa. Non ti vergogni.” Poi vedendomi con il culo per terra scoppia in una rumorosa risata. “Sei comico ed osceno. Alzati. Copriti e vai nella tua stanza. Lì mi aspetterai buono, buono.” Dopo circa due ore mi raggiunge. Ha una vestaglia nera trasparente. Si vedono i contorni del suo splendido corpo. Non ha ne mutandine ne reggiseno. “Allora vediamo se quello che mi hai messo fra le natiche corrisponde al vero. Abbassati i pantaloni.” Questa volta non mi faccio cogliere impreparato. Ho trascorso il tempo dell’attesa a tenere il mio cazzo sempre in tiro. Quando &egrave completamente allo scoperto non può esimersi da una esclamazione di stupore. “Figlio mio, questo non &egrave un cazzo. &egrave un palo. Dio com’&egrave lungo e quanto &egrave grosso. Vieni lascia che lo ammiri.” Mi avvicino. Lei si piega sulle ginocchia, poggia le sue mani sui miei fianchi. Il suo sguardo &egrave puntato sul mio pennone. “Dio com’&egrave bello. Non avrei mai creduto di avere un figlio fornito di tale magnificenza. Tu vuoi che te lo succhi. Farò di più gli fornirò un passaporto per fargli avere facile accesso alla mia sorgente di vita.” Le sollevo il viso e la guardo. Ha gli occhi che sprizzano scintille. “Mamma cosa ti ha fatto cambiare idea?” Riportando lo sguardo sul mio cazzo mi risponde. “&egrave stata tua nonna. &egrave lei che mi ha convinta a saltare il fosso.” “Come ti ha convinta?” “Rimandiamo a dopo le spiegazioni. Ora ardo dal desiderio di assaggiare il tuo coso.” Appena finisce di parlare piega la testa in avanti &egrave poggia le sue caldi labbra sul mio glande. Sento lo schiocco di un bacio. Poi tira fuori la lingua e comincia a leccarlo facendo scorrere la punta dall’alto verso il basso e viceversa. Il mio cazzo acquista più consistenza. La sapiente lingua di mia madre lo trasforma in duro granito. Una sua mano e sotto i miei testicoli e li sta accarezzando. Sono carezze delicate. Poi le sue labbra si dischiudono dando la possibilità al glande di varcare la soglia di quella stupenda bocca e facendo si che si inoltri al suo interno. Una lieve spinta permette al glande di raggiungere la sua ugola. Sono tutto dentro. Mamma ha avuto la capacità di ospitare nella sua bocca tutta la lunghezza del mio cazzo che &egrave di ben 20 cm oltre che avere un diametro di 4 cm. Sento la sua lingua vorticare intorno alla superficie del mio cazzo. Dio che magnifica sensazione. Mamma mi sta facendo un pompino che difficilmente dimenticherò. Incomincia a succhiarlo. E’ qualcosa di indescrivibile. Alzo la testa e mi lascio andare. Un primo fiotto di denso sperma invade la bocca di mia madre andando ad infrangersi contro la sua ugola. Il secondo ed il terzo fiotto le riempiono la bocca Carla li ingoia con gusto. Un quarto fiotto meno potente lo trattiene nel cavo orale. Si rimette in piedi. Avvicina la sue labbra alle mie e travasa nella mia bocca lo sperma dell’ultimo spruzzo di sperma. La sua lingua gioca con la mia fino quando l’aria viene a mancare nei nostri polmoni. “Hai un buon sapore. Sei venuto troppo presto. Ti capisco. Anche tuo padre ha poca resistenza quando gli succhio il cazzo. Questo mi dice che ti &egrave piaciuto.” La guardo ancora sotto l’effetto del piacere. Finalmente il mio sogno si sta avverando. Mia madre si sta concedendo. Mi permetterà di amarla e di possederla. Devo stare calmo e lasciare che sia lei a condurre il gioco. “Mamma &egrave stato magnifico. Mi hai portato in paradiso.” “Di questo e di quello che avverrà in seguito tra noi due non dovrai farne parola con nessuno. Promettilo.” “Carla ti prometto che sarà il nostro segreto.” “Ancora una cosa. Questo &egrave l’inizio di una lunga relazione. Pericolosa per certi aspetti ed immorale per altri. Se vogliamo che la cosa continui senza correre rischi sarà opportuno che tu ti trasferisca a casa della nonna. Sarò io a venirti a trovare. Poi quando le cose si aggiusteranno tornerai a casa.” “Mamma non ti capisco. Hai paura che papà possa sorprenderci e quindi mi spedisci dalla nonna e poi mi dici che farò ritorno a casa. Cosa intendi quando dici che le cose si aggiusteranno?” Mia madre allunga le braccia e mi invita a stendermi sul letto al suo fianco. Ho la testa nell’incavo della sua spalle. “Ho parlato del tuo desiderio di possedermi con la nonna. La sua risposta fu immediata. Disse che potevo concedermi. Che non ci sarebbe stato niente di male a dare piacere al proprio figlio. Che ero a conoscenza che quello che diceva era vero.” “Cosa sai tu per dire che la nonna non si sbagliava a suggerirti di giacere con me?” “Mia suocera, la madre di tuo padre, ha avuto il mio stesso problema. L’ha risolto portando suo figlio a letto. E’ diventata la sua amante &egrave lo &egrave tuttora.” “La nonna &egrave l’amante di mio padre e tu lo sapevi?” “Si. Né ero al corrente. Furono loro due a farmi partecipi del loro segreto. In un primo tempo ne restai scandalizzata. Facevo fatica ad accettare il fatto che mio marito chiavasse sua madre. Poi accadde l’imprevisto. Un giorno stavo con tuo padre a casa di tua nonna. In combutta tra loro mi fecero capire che avrebbero voluto che io partecipassi ai loro giochi sessuali. Prima che io potessi rispondere mia suocera si avvicino e mi diede un bacio penetrando la mia bocca con la sua lingua. Nel frattempo tuo padre si avventò fra le mie gambe e mi leccò la fica. Persi la ragione e mi lasciai andare. Fu una vera orgia dei sensi. Da allora non ho avuto più remore nell’accettare che tuo padre chiavasse sua madre. Dal canto mio ho continuato ad avere rapporti lesbici con tua nonna che sa come regalarmi piacere e godimento. Ora sai. Agirò come fece tua nonna. Io non voglio lasciare tuo padre per sostituirlo con te. Vi voglio entrambi. Dammi il tempo di informarlo,. In questo avrò l’aiuto di mia suocera. Ti prometto che quando prima vivremo sotto lo stesso tetto io, tu, tuo padre e tua nonna.”

continua

P. S.: Questo &egrave un racconto di pura fantasia. Ogni riferimento a persone o fatti realmente accaduti &egrave puramente occasionale.
Carla mi confida di avere un rapporto lesbico con mia nonna. Le due sono amanti ed a loro volta si fanno cavalcare da mio padre. Sono delle bisex. Una &egrave la moglie di mio padre e l’altra pur essendo la madre di mio padre ne &egrave anche l’amante. Mia nonna si fa chiavare da suo figlio. Il gioco a tre sta per trasformarsi in un gioco a quattro. Il quarto giocatore sono io. Devo solo stare attento a non irritare mia madre. ‘Mamma, il passaporto per visitare la tua sorgente di vita quando hai intenzione di darmelo?’ ‘Ti ho appena permesso di visitare la mia bocca che &egrave quello che mi hai chiesto l’altro giorno. Ti ho già succhiato il cazzo ed ho bevuto il tuo sperma. Non avere fretta. La notte &egrave lunga. Dai, andiamo a letto.’ Mi prende per mano e mi conduce sul letto. Mi stendo e lei si stende sul mio corpo. Poggia le sua labbra sulle mie e mi bacia. ‘Mamma mi fai succhiare le tue mammelle.’ ‘Mi stavo domandando quando me l’avresti chiesto.’ Si solleva e striscia sul mio corpo quel tanto che basta affinché i suoi capezzoli sfiorino le mie labbra. ‘Eccoti servito. Su apri la bocca che il mio capezzolo &egrave pronto per essere ospitato.’ Dischiudo le labbra ed apro la bocca. Mamma guida il suo grosso capezzolo fra le mie labbra che serro intorno a quella deliziosa e rosea ciliegia. La mia lingua entra in azione. La punta si muove veloce. Avviluppo il capezzolo e lo schiaccio contro il palato. Incomincio a succhiare. Che meravigliosa sensazione. Mi sembra di essere tornato bambino quando la mia bocca si attaccava a quelle bianche mammelle e mi alimentavo succhiando il latte che mia madre produceva per me. Purtroppo ora da quei splendidi seni latte non ne esce. ‘Dai piccolino. Mi stai facendo morire. Mi dispiace di non avere latte da farti bere ma &egrave bello lo stesso sentire la tua bocca che mi succhia le tette. Oh Dio! E questo che sento fra le natiche cosa &egrave? Il mostro si &egrave svegliato. Si &egrave rimesso in piedi. Prima che si arrabbi dobbiamo farlo entrare in casa e tenerlo al caldo.’ Solleva il bacino quel tanto che basta affinché la sua mano agganci il mio cazzo e ne indirizzi il glande contro lo spacco che divide in due le sue grandi labbra. ‘Ecco. Sono pronta a ricevere il tuo cazzo. Dai spingi. Sentirai com’&egrave calda.’ Mamma mi ha dato il passaporto. Posso finalmente entrare in lei. Il mio cazzo &egrave pronto a varcare il confine dell’agognata terra promessa. Sollevo il bacino ed il mio pene incomincia ad avanzare verso l’interno. Il giardino dell’eden ha spalancato le sue porte. Sono nel condotto vaginale. Continuo a spingere. Mia madre incomincia mugolare. Ha gli occhi chiusi. Si sta godendo la penetrazione. Il cazzo, favorito dagli umori di cui &egrave piena la ‘pucchiacca’ di mia madre, affonda lentamente fino a che il glande raggiunge il collo dell’utero. Sono dentro il ventre di mia madre. Sono ritornato nel luogo da cui sono uscito. Pongo fine alla spinta. Cingo le spalle di Carla con le braccia e la stringo contro il mio petto. La guardo. Sta sorridendo. ‘Contento? &egrave questo quello che agognavi? Il tuo sogno si &egrave realizzato. Ti piace.’ ‘Mamma &egrave meraviglioso quello che sto vivendo. Non credevo fosse cosi bello. Il mio cazzo &egrave dentro la tua fanny.’ Do una spinta al mio corpo ed entrambi rotoliamo su di un lato. Sono sopra il suo corpo. ‘Non ti piace farmi stare sopra.’ ‘Carla non devi essere tu a cavalcarmi. Il sogno &egrave mio. Io sono quello che deve chiavarti. Io sono quello che deve possederti. Quindi spetta a me stare sopra.’ ‘Oh! Oh! Il mio piccolino si sente uomo.’ ‘Non sfottere. Ti chiaverò fino a farti svenire dal piacere.’ ‘Ti prendo in parola. Su, fammi vedere quello che sai fare.’ La bestia che &egrave in me incomincia a spaziare nel rigoglioso giardino. Dentro, fuori. Lentamente il mio amico entra ed esce dalla fulgida vagina di mamma. Mentre le stantuffo il cazzo nella fica la guardo negli occhi. Li ha lucidi. Vi leggo il suo desiderio di avermi. ‘Figlio mio sei fantastico. Continua così. Mi piace il modo in cui mi stai chiavando.’ Un piccolo grido mi annuncia che sta per avere un orgasmo. Le sue dita mi artigliano il petto. La sua testa dondola sul cuscino. Viene e gode. Continuo a pomparle il cazzo nella fica. I suoi gemiti di piacere si intensificano. Porta le gambe sulla mia schiena e mi imprigiona. Un secondo orgasmo le esplode subito seguito da un terzo. Eppoi giunge il finale. Un tremore si impossessa del suo corpo. La stretta delle sue gambe diventa più forte. Il suo respiro si fa pesante. I gemiti si tramutano in nitriti. Poi un urlo rompe il silenzio della stanza. Carla solleva il bacino e blocca il mio pompaggio. Uno sconvolgente orgasmo si &egrave impossessato del suo corpo. Mamma sta godendo. Anche per me &egrave giunto il momento. Smetto di trattenermi e lascio che il mio piacere salga lungo il condotto uretrale e vada a riversarsi nella calda ed accogliente fica di mia madre. il mio caldo sperma a fiotti abbondanti riempie la vagina di Carla. ‘Mamma. Sono stato bravo? Ti &egrave piaciuto?’ La guardo. Ha gli occhi chiusi. Non mi vede. Ha perso conoscenza. Tiro fuori il cazzo dalla sua fica e mi distendo il suo fianco. Aspetto. Dopo un po mia madre ritorna in sé. ‘Sei stato di parola. Mi hai fatto svenire. Dio! Che chiavata. Tuo padre non mi ha mai portato a tanto.’ ‘Mamma, mi dispiace.’ ‘Di cosa?’ ‘Non sono stato attento. Ho scaricato il mio sperma nel tuo ventre.’ ‘Oh! Amore. Non ti angustiare. Va tutto bene. Non sono nel mio periodo fecondo. Anche se ‘.. Ora devo lasciarti. Fra poco tuo padre rientrerà e non voglio che ci sorprenda in questo stato. Devo prepararlo. Tu domani vai da tua nonna.’ ‘Mamma sono pazzo di te. Non posso starti lontano.’ ‘Figliolo anch’io sono pazza di te. Non preoccuparti non ti staro lontana. Verrò spesso a farti visita dalla nonna.’ ‘Carla sarò in trepidante attesa.’ Si alza dal letto raccoglie la sua vestaglia ed esce dalla stanza. Il mattino dopo, su richiesta di mamma, &egrave mio padre ad accompagnarmi da sua madre. Raggiungiamo la villa della nonna dopo due ore d’auto. Si trova in aperta campagna. Nonna, avvisata da mia madre, sta aspettandoci seduta su una sdraio sotto al porticato. Indossa un jeans ed un leggero pullover bianco con un ampia scollatura a V. Il jeans mette in evidenza le linee del suo bacino. Deve avere un gran bel culo. Il pullover le aderisce come se fasciasse il suo prosperoso seno. non deve avere il reggiseno. Lo si denota dalla spinta che i suoi grossi capezzoli esercitano contro il pullover. &egrave una gran bella donna. Mi riceve abbracciandomi e baciandomi. ‘Entra pure in casa. saluto tuo padre e ti raggiungo.’ Entro in casa. Sento la voce di mio padre che parla alla nonna. ‘Mamma sei arrapante. Peccato che debba andar via. Altrimenti’.’ ‘ Altrimenti cosa? C’&egrave tuo figlio. Anch’io sento la tua mancanza. Vieni con tua moglie. così mentre lei si occupa di tuo figlio noi due ci daremo ai giochini che ci piacciono tanto.’ ‘Hai ragione. Vado via. Tornerò presto con Carla. A proposito cosa avete fatto l’altra sera?’ ‘Oltre che parlare ci siamo anche divertite. Lo sai quando io ami tua moglie.’ Babbo dopo averle palpato il seno le da un bacio sulle labbra, poi sale in auto e riparte. La nonna entra in casa.

continua

P. S.: Questo &egrave un racconto di pura fantasia. Ogni riferimento a persone o fatti realmente accaduti &egrave puramente occasionale.
Non posso che dare ragione a mio padre. Anita (così si chiama mia nonna) &egrave di una bellezza straordinaria. Alta circa 1,75; pelle color latte; bionda; occhi verdi; un viso appena appena ovale; labbra carnose; denti bianchisssimi e perfetti; un naso piccolo con due narici abbastanza larghe. Un corpo che al momento non posso descrivere perché coperto da abiti, ma che dalle linee che lo delimitano deve essere favoloso. Quello che si nota &egrave già per se stesso eloquente. Il seno deve essere una quarta misura quasi quinta. Dalla forma della spinta che i capezzoli esercitano contro la stoffa del pullover di sicuro sono grossi come due ciliegie. I fianchi sono larghi e la vita &egrave stretta. Il bacino &egrave molto pronunciato. Insomma una donna da far perdere il lume della ragione a molti uomini. Guardandola mi ricorda molto una star degli anni 50/60 e per la precisione A. E. una svedese che interpretò una donna che faceva il bagno in una fontana e successivamente un episodio, in un altro film, dove reclamizzava le qualità salutari del latte. Penso proprio che mio padre, agli inizi della sua relazione con la madre, vedesse in lei proprio quella diva. Del resto anch’io avevo visto in mia madre una star dei miei tempi: MGC. Preso da questi pensieri non mi accorgo che mia nonna mi sta parlando. Colgo le sue ultime parole. ”, il mio piccolo nipotino.’ ‘Scusa nonna. Puoi ripetere?.’ ‘Niente di importante. Ti ho chiesto come stai. A cosa stavi pensando? Se l’oggetto dei tuoi pensieri &egrave tua madre sappi che l’ho sentita prima del tuo arrivo. Cosa le hai fatto per farle sentire, dopo appena due ore, la tua mancanza. Ha detto che quanto prima ti raggiungerà. Cosa le hai fatto per renderla così ansiosa di rivederti? Ne hai di cose da raccontarmi?’ Parto subito all’attacco della fortezza. ‘Veramente non &egrave mamma l’oggetto dei miei pensieri, ma sei tu.’ ‘Io? Cosa ho fatto per occupare la tua mente?’ Senza tergiversare vado subito al dunque. ‘Ti ho vista quando papà ti ha salutato. Ti ha palpato il seno e tu non hai detto niente. Ho anche sentito quello che gli hai detto. Ma non ti preoccupare so tenere il segreto.’ Il viso di mia nonna si colora di rosso. Anita cerca di nascondere l’imbarazzo. ‘Quale segreto? Non ho niente da nascondere.’ ‘Nonna, so della tua relazione con tuo figlio. E so anche della tua relazione con mamma. Prima che me lo chiedi ti dico subito che &egrave stata la tua amante a raccontarmi di voi tre. Voglio anche ringraziarti per aver aiutato mia madre a farla decidere ad entrare nel mio letto.’ Visto che ho parlato con franchezza la nonna accenna ad un lieve sorriso. ‘Vieni. Andiamo in cucina. Mentre preparo il caff&egrave mi racconterai.’ ‘A condizione che anche tu mi racconti di te.’ Mia nonna mi guarda con un pizzico di perplessità negli occhi. ‘Cosa vuoi sapere?’ ‘Tutto. Voglio sapere del come e quando &egrave cominciato il rapporto fra te e mio padre e perché avete coinvolto mia madre nel vostro rapporto.’ Siamo in cucina. Scosta una sedia e ci si siede. ‘Siediti ed ascolta.’
Il racconto della nonna.
Avevo 14 anni quando partorisco tuo padre. I miei genitori e quelli di tuo nonno quando seppero che aspettavo un bambino si precipitarono a farci sposare. Non fu un matrimonio d’amore. Tuo nonno mi piaceva ma non l’amavo. Accettai di sposarlo per quieto vivere. Il mio rapporto con tuo nonno si esaurì il giorno stesso del matrimonio. Nacque tuo padre e io riversai il mio amore su di lui. Con tuo nonno tirammo avanti per circa cinque anni. Poi un giorno rientrai a casa e trovai una lettera di tuo nonno in cui mi annunciava che sarebbe andato via e che non l’avrei più rivisto. La cosa non mi meravigliò più di tanto. Sparì dalla mia vita e nessuno seppe dove fosse finito. Nemmeno i suoi genitori lo sapevano. Diedi l’avvio alle pratiche per abbandono del tetto coniugale. Chiesi il divorzio e l’annullamento del matrimonio. Dopo anni di tribolazioni finalmente mi fu concesso il divorzio ed anche l’annullamento. Ero libera. Con un figlio ma libera. I miei genitori ed i miei suoceri non mi fecero mai mancare il loro sostegno ne quello morale ne quello economico. Tutto quello che ho lo devo a loro. Anche questa tenuta. Intanto tuo padre cresceva circondato dall’affetto dei nonni e dal mio. All’età di quindici anni era già un prestante ragazzo e seppure ancora un adolescente era già circondato da belle ragazze che sbavavano per lui. Mi ingelosii. Era il mio unico figlio e non volevo vederlo preso dalle grinfie di qualche figlia di buona mamma. Ad ogni telefonata diretta a lui rispondevo sempre che non era in casa. La gelosia si trasformò in qualcosa di più pericoloso. In lui non vedevo più il bambino che avevo stretto tra le mie braccia. Cominciai a guardarlo con occhi da donna. Lo desideravo come uomo. Tieni conto che erano più di dieci anni che un uomo non entrava nel mio letto. Mi stavo innamorando di mio figlio. La cosa mi preoccupò alquanto. Cercai di scacciare gli insani pensieri spronadolo ad accettare la corte delle sue coetanee. Niente da fare. Più passavano i giorni e più il desiderio per mio figlio cresceva. Intanto anche in lui avvennero cambiamenti. Notai che mi gironzolava intorno con atteggiamenti sempre più di ragazzo infoiato. Non faceva altro che lanciare sbirciatine nelle scollature dei miei vestiti. Ho visto i suoi occhi fissarmi e bruciare di desiderio. Una notte nel dormiveglia sentii dei gemiti abbastanza forti. Scesi dal letto e mi avviai verso il luogo da dove provenivano i suoni. Era la stanza di tuo padre. Era socchiusa. La luce del comodino era accesa. Accostai l’occhio alla fessura e vidi tuo padre che si stava masturbando ed invocava il mio nome. Diceva: ‘Anita. Mamma. Dio come sei bella. Amore mio ti amo. Vieni da me.’ Capisci tuo padre mi voleva. Seppi così che anche mio figlio desiderava avermi nel suo letto. In preda ad una forte eccitazione e con la mia fanny che ululava feci ritorno in camera. Mi distesi sul letto; tirai su le gambe ed allargai le cosce. La mia mano corse verso la fenditura della vagina. Vi introdussi le dita e diedi il via ad una violenta masturbazione che culminò in un sconvolgente orgasmo. Mi ero masturbata pensando a mio figlio. In quell’attimo presi la mia decisione. Dovevo avere tuo padre nel mio letto. La notte trascorre senza altri imprevisti. Il mattino dopo ed i giorni che seguirono feci di tutto per far capire a mio figlio che lo volevo come uomo. Mi aiutò molto il desiderio che lui provava per possedermi. Accadde una notte. Stavo a letto con la schiena appoggiata alla spalliera. Tra le mani avevo un libro che, guarda caso, parlava dell’amore di un figlio per sua madre. Non sono mai riuscita a sapere come quella storia finì. Verso le dieci la porta si apre e mio figlio si affaccia nella stanza. ‘Mamma ti disturbo?’ Il mio cuore accelera i battiti. ‘No. Vieni. In cosa posso esserti utile’. Si avvicina al letto. ‘Posso sedermi?’ Il mio sguardo fu attratto dal gonfiore che si vedeva tra le sue cosce coperte dai pantaloni del pigiama. Fanny lancia un gemito. ‘Certo.’ Non riuscivo a staccare lo sguardo da quel gonfiore. ‘Anita, ho da confessarti una cosa e non so da dove cominciare.’ Mi chiama per nome. Non l’ha mai fatto. Si sono sicura che &egrave arrivato il momento. Il gonfiore mi dice che &egrave arrapato. Devo solo incoraggiarlo. Fingendomi apprensiva gli chiedo cosa ha combinato . ‘Non ho fatto nessun guaio. Cio&egrave veramente un guaio c’&egrave. Mamma sono innamorato.’ ‘E questo lo chiami guaio? Innamorarsi &egrave bello mica &egrave una catastrofe.’ ‘Mamma, sono innamorato di una donna che &egrave molto più grande di me.’ Ci siamo. ‘Figliolo se &egrave vero amore l’età non conta. Di quanti anni &egrave più grande.’ ‘Di ben 14 anni.’ Sono io. Fra poco mio figlio mi dirà che mi ama. Il mio cuore impazzisce. Cerco di controllarmi. Dio, gli salterei addosso. ‘E sì. Sono un bel pò di anni. Dimmi &egrave bella?’ ‘Mamma &egrave una meraviglia.’ ‘L’ho mai vista?’ ‘La conosci.’ ‘La conosco? E chi &egrave mai questa donna che ha fatto perdere la testa al mio puledrino?’ &egrave giunto il momento. Sono in trepida attesa. Lo guardo negli occhi. Vi leggo il suo desiderio. Lui abbassa lo sguardo e: ‘Mamma quella donna sei tu. Io ti amo.’ Finalmente l’ha detto. Allungo le braccia e lo afferro per le spalle. Lo tiro verso di me. ‘Ripetilo.’ ‘Mamma ti amo. Voglio che tu sia la mia donna.’ ‘Oh amore. quando ho atteso questo momento. Vieni. Stenditi al mio fianco. Da stasera questo sarà anche il tuo letto.’ Sollevo la coperta e lui si stende nel letto. ‘Mamma non ti importa che sono tuo figlio?’ ‘Sei un uomo e questo basta. Che poi quest’uomo &egrave anche mio figlio &egrave meglio. Di una sola cosa ti prego. Nessuno dovrà mai sapere di noi due. Basta con le parole. Hai detto di amarmi. Dimostramelo.’ ‘Mamma, non sono mai stato con una donna. Tu sei la prima. Dovrai insegnarmi tu come si fa ad amare una donna.’ Oh dio. Devo sverginare mio figlio. &egrave un bel problema. Devo cercare di non traumatizzarlo. Gli prendo il viso tra le mani e poggio la mia bocca sulla sua. Dischiudo le labbra e faccio guizzare la lingua verso l’esterno. Incontro le sue labbra e le penetro. Lui apre la bocca e la mia lingua si insinua nella sua bocca e va alla ricerca della sua lingua. La incontro. L’avviluppo con la mia e ingaggio un violento duello. Mio figlio risponde ai miei affondi con l’inesperienza della prima volta. &egrave un lungo bacio. Poi mi metto seduta e mi sfilo la camicia da notte. Le mie mammelle gli dondolano davanti agli occhi. Lui le guarda. ‘Dio. Mamma come sono belle.’ Allunga le mani e le artiglia. Le strizza. ‘Aspetta. Non avere fretta. Prima spogliati. Fammi vedere come sei fatto.’ Veloce come un razzo si libera del pigiama e degli slip. Dopo circa quattro anni per la prima volta vedo mio figlio completamente nudo. Ha un corpo bellissimo. Sembra un discobolo dell’antica Grecia. I miei occhi vanno alla ricerca del suo pene. Lo vedo. &egrave inalberato come l’albero maestro di un veliero. Grosso. Lungo. Non avevo mai visto un cazzo cosi bello. Tieni conto che l’ultima immagine di un fallo che ho visto risale ai tempi di tuo nonno che non era niente male. Non divaghiamo. Allungo la mano e lo impugno. &egrave duro. ‘Figlio mio, non ti facevo cosi prestante. Credo proprio che mi farai impazzire.’ In quel preciso istante uno schizzo di sperma mi investe andando a spiaccicarsi sulle mie tette. Altri schizzi seguono il primo. &egrave bastato il semplice tocco della mia mano per farlo esplodere. ‘Ehi! Quant’&egrave che non ti masturbi?’ Rosso in viso mi risponde. ‘L’ultima l’ho fatta oggi pomeriggio. Scusami mamma, ma vedere le tue mammelle dondolarmi davanti agli occhi mi hanno ricaricato e il tocco della tua mano ha fatto il resto.’ Gli sorrido. ‘Non pensavo che ti avrei fatto questo effetto. Non preoccuparti penserò io a ricaricare il tuo fucile.’ Mi stendo al suo fianco. Gli passo un braccio sotto la testa e l’attiro contro il mio petto. Porto l’altra mano sotto una mammella e la sollevo guidandola contro la sua bocca. Il capezzolo &egrave sulle sue labbra. ‘Dai piccolino di mamma. &egrave tutta per te. Succhia.’ Lui apre la bocca ed avvolge il capezzolo con le sue calde labbra. Da inizio ad una suzione che mi manda in visibilio. Seguendo i tempi del gioco che la sua lingua esercita sul mio capezzolo il mio utero si contrae e si dilata. Fanny sembra un invasata. Ulula in un modo da incutere paura. Smetto di sostenere la tetta e faccio scorrere la mano sul suo corpo. raggiungo la bestia e noto con piacere che &egrave di nuovo in tiro. &egrave bello duro. &egrave tempo che fanny lo accolga dentro di se. ‘Dai amore vienimi sopra.’ Lui senza smettere di succhiarmi il capezzolo imprime al suo corpo una mezza rotazione e mi &egrave sopra. Per meglio accoglierlo tiro su le gambe ed allargo le cosce. Con la mano guido il suo cazzo contro la mia vagina. Avverto il glande farsi strada fra le grandi labbra. Lui ha un sussulto. ‘Mamma ‘.’ ‘Sssst. Non parlare. Spingi.’ Non se lo fa ripetere. Inizia a spingere. Il grosso glande e l’intero corpo del cazzo di mio figlio affondano nella mia vagina. Il mio ragazzo &egrave ritornato nel ventre materno. ‘Bravo. Adesso fermati. Goditi questo momento.’ E’ la prima volta che mio figlio chiava una donna e quella donna sono io. Mi sto facendo chiavare sapendo che il cazzo che &egrave dentro il mio ventre appartiene all’uomo che io stessa ho generato. Sto donando coscientemente il mio corpo a mio figlio. Dio come sono contenta. Metto in azione i muscoli vaginali e strizzo quel favoloso ariete che mi sta sfondando il ventre.’Oh, dio, mamma, cosa mi stai facendo?’ ‘Ti piace? Ti sto mungendo il pisello.’ ‘Siìì. &egrave fantastico. Ti prego non smettere.’ Continuo per un paio di minuti. Lui geme. Intanto il mio sangue &egrave andato in ebollizione. Il mio corpo chiede di essere chiavata. ‘Ed ora, mio unico grande amore, &egrave giunto il momento. Chiavami. Lentamente tira fuori il tuo pestello dal mio mortaio e prima che esca riaffondalo di nuovo sempre lentamente.’ La danza dell’amore ha inizio. Il suo dentro fuori &egrave qualcosa di meraviglioso. I movimenti gli vengono naturali. Sembra che l’abbia sempre fatto. Mio figlio mi chiava in modo favoloso. I razzi si accendono e il mio corpo, come un’astronave, parte per gli spazi siderali. Ho il primo orgasmo. Grido e godo. ‘Mamma perché hai gridato? Ti ho fatto male?’ Povero cucciolo non sa che mi sta facendo un grosso regalo. ‘Non preoccuparti. Continua a chiavarmi. Non ti fermare.’ Un altro orgasmo mi assale. Ancora un grido.’Dai, amore. Accelera. Vedrai che fra poco anche tu griderai.’ Il puledro aumenta il ritmo. Il dentro fuori di quel favoloso cazzo diventa più veloce. ‘Sììì. Continua così.’ Il suo respiro diventa più affannoso. Incomincia ad ansimare. ‘Mammaaaaaa ti amoooooo’ E’ il suo grido. Viene. Sento gli schizzi di sperma infrangersi contro il mio utero. La cavità vaginale si riempie di liquido seminale che va ad unirsi alle mie secrezioni ed al frutto dell’ulteriore orgasmo appena raggiunto. Dopo l’esplosione dei sensi giunge la quiete. Il mio piccolo si lascia andare su di me. ‘Mamma non immaginavo fosse cosi bello chiavarti.’ ‘Mio stallone. Questa &egrave la prima di una lunga stagione di incontri. Dovrai chiavarmi tante di quelle volte da ridurmi ad uno straccio. Sarai il mio amante. Niente mi impedirà di darti continuo piacere &egrave niente dovrà essere di impedimento a che tu deponga il tuo batacchio nella mia campana.’ Se non prendevo la pillola sono sicura che quella notte mio figlio mi avrebbe ingravidata. Ecco come &egrave incominciata la storia fra me e tuo padre. Sono più di vent’anni che ci amiamo e mai il nostro amore ha subito momenti di frizione. Nemmeno quanto conobbe tua madre e mi disse che voleva sposarla. Tua madre fu coinvolta perché tuo padre non aveva nessuna intenzione di troncare il rapporto che esisteva con me. Il suo desiderio di possedermi non &egrave mai venuto meno. Mi chiese di aiutarlo. Così una sera concordammo di confessare a tua madre quello che c’era fra noi. Ci fu prima repulsione che per fortuna non si tramutò in odio. Non si separarono. In lei scattò la gelosia e poi la competizione. Poi un giorno mi venne spontaneo darle un bacio. Le introdussi la lingua in bocca. In un primo momento oppose resistenza poi si lasciò andare. Tuo padre, che era presente, non si lasciò sfuggire l’occasione. Le sollevò il vestito sulla pancia e le fiondò la testa fra le cosce. Da allora ci incontriamo regolarmente.
‘Nonna, come hai fatto a convincerla ad accettarmi nel suo letto?’ ‘E’ stata lei a dirtelo? &egrave stato facile convincerla. Tua madre mi ha confidato che lei &egrave innamorata di te ed io non ho fatto altro che dirle che non c’&egrave nulla di male a farsi chiavare dal proprio figlio se alla base del desiderio c’&egrave soprattutto amore. Io e tuo padre ne siamo la prova.’

continua

P. S.: Questo &egrave un racconto di pura fantasia. Ogni riferimento a persone o fatti realmente accaduti &egrave puramente occasionale.
Il racconto della nonna mi ha messo in uno stato di eccitazione. Ho il cazzo che preme negli slip. ‘Nonna?’ ‘Dimmi.’ ‘Mi sarebbe piaciuto essere al posto di mio padre. Tu sei una bella donna. E non solo. Sei talmente arrapante che faresti ricrescere i testicoli ad un eunuco.’ ‘Oh! Oh! Il nipotino si sente attratto da una vecchia gallina. Ti sembra corretto dire alla propria nonna di volerla chiavare? Sei l’amante di tua madre da un giorno e già vuoi tradirla?’ ‘Nonna io amo mamma, ma vorrei essere anche il tuo amante?’ ‘Questa &egrave bella. Vuoi che io ti accetti nel mio letto? Tua madre cosa dirà? Ti senti talmente forte da poter soddisfare due giumente come me e Carla? Guarda che io sono una mantide. Se mi ci metto l’uomo che mi possiede lo distruggo.’ ‘Nonna anche mio padre frequenta il letto di mamma ed anche il tuo. Regge benissimo ai vostri assalti. Perché non potrei reggerli anch’io?’ ‘Stai parlando seriamente? Veramente vuoi essere il mio amante? Non &egrave che mi stai prendendo in giro? Cosa vedi in me che ti attizza tanto?’ ‘Cosa ci trovo in te da desiderarti? Hai un computer collegato con internet?’ ‘Si. &egrave di là, nella mia camera.’ Mi alzo, la prendo per mano e mi faccio guidare nella sua stanza. La faccio sedere davanti al PC e le dico di accedere ad internet. Una volta collegata le chiedo di cercare un sito di donne nude. Lei mi guarda interrogandomi con gli occhi. Le sorrido e le dico di cercare A. E. Sul video appaiono foto di nudo della diva in questione. ‘Guardala bene e dimmi che non sei tu spiaccicata.’ ‘Dio. Hai ragione. Le rassomiglio molto. Posso benissimo essere la sua sosia. Anche tu mi vedi cosi somigliante?’ Sto dietro di lei. Ho le mani poggiate sulle sue spalle. Dalla posizione in cui mi trovo vedo la scollatura del pullover nella quale si intravede il solco che separa le sue grosse mammelle. Faccio scorrere le mani nello spacco del pullover e vado ad artigliare i suoi meloni. ‘Nonna come sei morbida ed al tempo stesso soda.’ ‘Sei proprio un birbante. Hai approfittato della mia distrazione. Veramente le trovi sode?’ ‘Sì nonna. Lascia che le pastrugni. Mi attizza molto palpare le tue bianche mammelle.’ ‘Non le vuoi anche vedere?’ ‘Dopo. Ora voglio godermele manipolandole.’ ‘Guarda che la mia micia sta già lacrimando.’ ‘E tu lasciala piangere. Gli farà bene.’ Le mie mani si divertono a spaziare su quelle grosse rotondità. Il corpo di Anita sotto il tocco delle mie mani trema. I suoi capezzoli si sono induriti. Li artiglio con le dita e li strizzo. La nonna mugola. Solleva la testa e mi guarda. I suoi occhi sono lucidi e pieni di libidine. Le sue narici fremono. ‘Baciami.’ Chino la testa e le mie labbra sono sulle sue carnose e caldi labbra. Faccio guizzare la lingua verso l’esterno e con essa penetro la bocca di mia nonna. La sua lingua viene incontro alla mia e si attorciglia intorno ad essa. L’avviluppa come fosse un serpente. Ci gioca. La succhia. La ricaccia indietro, nella mia bocca. &egrave la volta della mia lingua a duellare con la sua. Senza smettere di baciarla mi porto sul davanti. Intanto sto continuando a strizzarle i grossi capezzoli. Le mani di mia nonna sono impegnate a slacciarmi i pantaloni che scivolano sul pavimento. Poi infila le dita nei bordi degli slip e li abbassa. Il mio cazzo, non più costretto a stare nelle mutande, esplode verso il suo viso. Anita smette di baciarmi e fionda la sua testa sul mio fallo. Le sue labbra avvolgono il mio glande in un caldo abbraccio. Sento la sua lingua vibrare sul glande. Un gemito mi esce dalla bocca. Mia nonna sposta le mani sulle mie natiche e mi attira verso di se. Il mio cazzo sprofonda nella sua bocca. Anita comincia a succhiarlo. La sento mugolare. Abbasso lo sguardo e vedo le sue labbra avvolte intorno al mio ariete. La sua lingua vibra veloce sul grosso glande. Porto le mani sulla sua testa e ne blocco il movimento. Muovo il bacino avanti e indietro. La chiavo nella bocca. Ad ogni affondo nella sua bollente bocca sento la sua lingua dare delle leccatine veloci sul lato inferiore del mio cazzo. Una sua mano ha avvolto la borsa scrotale e la carezza. Il piacere si sta impossessando del mio corpo. Lo sento salire lungo il condotto uretrale. Esplodo nella bocca di mia nonna. Una sequela di fiotti di denso liquido seminale invadono la bocca di Anita. Gliela riempio. La sento deglutire. Sta ingoiando il mio sperma. I miei muscoli si allentano. La nonna, dopo una serie di linguate date al glande per raccogliere le ultime gocce di sperma, si alza dalla sedia; si sfila il pullover e le sue magnifiche mammelle si mostrano ai miei occhi. Sono grosse. Nonostante l’età riescono ancora a stare su. Pendono leggermente verso la pancia. Ma &egrave dovuto più al peso che alla perdita di consistenza muscolare. ‘Nonna, sono favolose.’ ‘Davvero le trovi belle? Vieni a stenderti sul letto. Anch’io voglio vedere il gelato che ho leccato e succhiato. La crema che &egrave uscita dal tuo cazzo e che mi ha riempita la bocca ha un buon sapore. Spero, nei giorni avvenire e per il tempo che resterai con me, che, ogni mattina, mi farai fare colazione con il tuo cornetto. E mi farai bere il tuo yogurt.’ ‘Nonna te lo prometto. Ti riempirò di crema.’ Raggiungo il letto e mi ci stendo sopra. Nonna mi aiuta a liberarmi degli ultimi indumenti. Sono nudo. Lei fa scorrere i suoi occhi sul mio corpo. ‘A parte tua madre c’&egrave stata qualche altra che ti ha detto che sei ben fatto?’ ‘Nonna. Tu e mamma siete le mie prime donne e mi auguro che lo siate per molto tempo ancora.’ ‘Mi stai dicendo che la tua prima chiavata l’hai fatta con tua madre?’ ‘Sì. E spero che la mia seconda chiavata posso farla con te.’ ‘Di questo stanne certo. Non ti lascerò andare se prima non hai stantuffato il tuo pistone nel mio cilindro.’ Detto fatto. La nonna si libera dei pantaloni e delle mutandine e sale sul letto restando seduta sulle sue gambe. Allunga le mani ed artiglia il mio cazzo. ‘Ora vediamo le fattezze di quest’arnese di carne. Oh! Oh! &egrave in condizioni pietose. Adesso lo tiriamo su.’ Lo circonda con una mano. Lo strizza. Lo massaggia. Il mio arnese, sotto i sapienti movimenti delle mani di mia nonna, incomincia ad allungarsi. Si indurisce. Anita lo mena. Il cazzo oramai &egrave inalberato ed &egrave duro come il granito. ‘Ecco fatto. E’ cosi che volevo vederlo. Certo &egrave, caro nipotino, che hai un bel cazzo. E’ uno scettro maestoso. Deve essere almeno 20 cm ed &egrave di dura carne.’ ‘Nonna le sue misure sono 20 x 4 di diametro.’ ‘E’ più lungo di quello di tuo padre ed &egrave anche più grosso.’ Con una coscia scavalca il mio corpo e si siede sulla pancia dandomi la schiena. guardo le sue spalle. Seguo la linea della sua spina dorsale fin giù alle natiche che poderose sono schiacciate sul mio stomaco. Non solo il davanti &egrave favoloso ma mia nonna anche il di dietro che &egrave una meraviglia. Le poggio le mani sul culo e lo palpo. Anita lo sposta all’indietro fino a mettermelo sul viso. vederlo così da vicino &egrave enorme. un piccolo movimento e mi ritrovo la funny a contatto con la mia bocca. sento la voce della nonna che mi incita a leccargliela. ‘Dai, porcellino, lecca la fichina di nonna.’ Avido sollevo la testa e mi avvento sulla sua meraviglia e comincio a morderla, leccarla su tutta la superficie. I peli mi entrano nella bocca; nelle narici, ma la mia lingua non smette un attimo di leccare quella stupenda pucchiacca. La mia bocca smette di succhiare le sue gonfie piccole labbra ne il luccicante e pronunciato clitoride. Lei intanto ha steso il suo corpo sul mio e la sua testa e fra le mie gambe. La sue labbra hanno avviluppato il mio scettro e lo stanno succhiando. stiamo dando vita ad uno sconvolgente 69. Mia nonna riversa nella mia bocca le sue secrezioni vaginali ed anche il frutto dei più orgasmi che raggiunge nello spazio di pochi minuti. Di colpo smette di succhiarmi il cazzo. Si solleva e porta il bacino sulla verticale del mio scettro. Con una mano afferra il cazzo e lo guida fra le sue grandi labbra. si lascia penetrare. Il mio fallo scivola nel suo ventre fino alla radice. Anita si lascia andare con la schiena sul mio petto. Prende le mie mani e le porta sulle sue mammelle. ‘Stringimi a te.’ Ho il cazzo piantato nel ventre di mia nonna e le mani agganciate alle sue grosse tette con le dita che le strizzano i capezzoli. Cosa voglio di più? Mia madre. Voglio mia madre. Mi manca. scaccio il pensiero e ritorno a mia nonna. Do una spinta al mio corpo e rotoliamo sul letto. Mi trovo sopra di lei. ‘Ecco. E’ così che ti voglio. Sotto di me. Io sono il toro e tu sei la vacca. Sono io che ti monto.’ ‘Allora galoppa. Fammi sentire il tuo ariete sfondarmi la fica.’ L’idea stessa di stare chiavando mia nonna scatena la mia libidine. Sbatto il mio cazzo nella sua pucchiacca con indicibile violenza. Anita ulula come una lupa nelle notti di luna piena. Il suo corpo freme di continuo. Gli orgasmi si susseguono uno dietro l’altro. Divento frenetico e mi scateno. Pompo il mio cazzo nella vagina di Anita con indicibile violenza. E’ il mio momento. Dopo aver emesso una serie di grugniti, godo. Un fiume di sperma si riversa nella vagina di mia nonna. Sono sfinito ma contento. Anche Anita &egrave soddisfatta. La tensione che l’attraversa si allenta e, senza aspettare che sfili il cazzo dalla sua funny, s’addormenta.

continua

P. S.: Questo &egrave un racconto di pura fantasia. Ogni riferimento a persone o fatti realmente accaduti &egrave puramente occasionale.
E’ già trascorsa circa una settimana da che sono a casa della nonna e mia madre non si &egrave fatta ne sentire e ne vedere. La cosa mi impensierisce. Ne parlo con mia nonna. Anita cerca di rincuorarmi. ‘Su piccioncino. Non stare a preoccuparti. Vedrai che quanto prima si farà sentire. Se ben ricordo doveva ragguagliare tuo padre sul rapporto che c’&egrave fra voi due. La cosa non &egrave semplice. Carla deve dire a tuo padre che lei si &egrave fatta chiavare da te e che intende continuare a farlo. Al suo posto glielo avrei detto il giorno stesso che &egrave successo. Ma tua madre non &egrave Anita. Quindi rasserenati.’ Nella sua voce c’&egrave un pizzico di risentimento. ‘Nonna scusami. Non voglio offenderti. Tu mi piaci quanto mi piace mamma. Con te sto bene e vorrei che durasse a lungo. Questi giorni, grazie a te, ho vissuto come fossi in paradiso. Abbiamo fatto sesso come due animali perennemente in calore e di questo non mi rammarico ne mi pento. Il fatto &egrave che ho desiderio di vedere mamma. Sai perché mi manca? Con Carla c’&egrave stato un inizio che non ha avuto un seguito. Ho avuto la gioia di giacere con lei un lasso di tempo talmente breve che mi &egrave sembrato lo sparo di un colpo di fucile. Poi più niente. Io l’amo come amo te. Vorrei averla qui e stare con lei. Vorrei continuare a sognare.’ ‘Tu credi che quello che c’&egrave stato fra voi due sia stato un sogno? Bimbo. Tu hai posseduto tua madre e continuerai a possederla. Non ti ha dimenticato. Una donna come tua madre non potrà mai dimenticare di aver ospitato nel suo ventre un alieno dalle dimensioni del tuo e credi a me sono di tutto rispetto. Dalle tempo.’ Lo squillo del telefono interrompe il nostro interloquire. Nonna corre a rispondere. ‘Pronto ‘ Amore. finalmente ti fai sentire. Il tuo puledro sta cominciando ad innervosirsi. Gli vuoi parlare? Bene. Te lo passo. Prima ti dico che ho voglia di te. Vieni presto. Siamo in due ad aspettarti.’ Mi porge il telefono. ‘Mamma. Quando vieni? Non ce la faccio più a stare senza di te. Ho bisogno di sentire il tuo corpo fremere sotto il mio.’ La calda voce di Carla mi promette che mi raggiungerà quanto prima. Mi dice che anche lei sente la mia mancanza e che le galoppate che si fa con mio padre non le bastano. Mi dice che mi desidera tanto al punto che parlare con me per telefono le provoca un calore al ventre da far miagolare la sua micina. Poi mi saluta e riattacca. ‘Sei contento? &egrave come ti dicevo? Tua madre &egrave desiderosa di stringerti fra le sue cosce.’ Mi precipito ad abbracciarla. ‘Nonna sei favolosa.’ ‘Vieni andiamo a vedere un po’ di TV.’ Ci sediamo sul divano. Nonna accende la tele. Io mi stendo e poggio la testa sulle sue cosce. Non ha i pantaloni ma una gonna larga. Sopra indossa una camicia che deve essere di una taglia più piccola. Il programma televisivo che stanno trasmettendo non mi interessa. Mi metto di profilo con il viso rivolto verso la pancia di Anita. Alzo la mano e disegno dei ghirigori sul seno di mia nonna. ‘Vuoi succhiare?’ ‘No. Mi piace toccarle da sopra la stoffa.’ ‘Vuoi che le tiri fuori?’ ‘Nonna se le tiri fuori finirà che si scatenerà una tempesta ormonale che non potremo controllare. Si calmerà solo quando i nostri sessi si uniranno. Tu hai voglia?’ ‘Piccolino mio. La voglia che ho di te &egrave perenne. Vorrei che il tuo ariete fosse sempre pronto a depositare il suo corpo nella mia fortezza. La mia micina ha una sete infinita del tuo liquido.’ ‘E la tua gola?’ ‘Anche. Se sei disposto ad ascoltarmi devo parlarti di una cosa importante per me.’ Smetto di disegnare i ghirigori. Mi rimetto nella posizione iniziale. ‘Oh! Oh! La cosa &egrave seria. Su spara.’ Anita si abbandona contro lo schienale del divano e comincia a parlare. ‘Gli uomini che ho ospitato nel mio letto sono pochi. Tuo nonno per un tempo brevissimo. Posso dire che &egrave durato lo spazio di una chiavata. Poi &egrave venuto tuo padre. Con lui, come sai, sono circa venti anni che frequenta regolarmente il mio letto e poi sei venuto tu che mi hai sconvolta. &egrave dal giorno dopo del nostro primo rapporto che ho incominciato a pensarci. Devi sapere che io, nonostante la mia età, sono ancora feconda. Voglio dire che sono ancora, biologicamente, in condizioni di procreare. Il desiderio di avere altri figli &egrave sempre stato presente nei miei pensieri. Il fatto di aver permesso a mio figlio di amarmi non mi ha fatto perdere questo desiderio. L’ho ancora ben presente in me. Un pensiero assurdo mi si affacciò alla mente. Vidi in tuo padre l’uomo che avrebbe potuto inseminarmi. Con estremo disagio ne parlai con lui. Mi rispose che ero pazza. Che se solo avessi tentato di avere un figlio da lui mi avrebbe lasciato e non mi avrebbe più voluto vedere. Per non perderlo ricacciai indietro il pensiero di avere un altro figlio. Per non incorrere nel pericolo di restare incinta presi la pillola. &egrave un po’ di tempo che quel pensiero si sta ripresentando sempre con più forza. Non posso certamente andare in giro a trovare un uomo per farmi ingravidare. Però io almeno un altro figlio voglio farlo. E cosi ho pensato a ” ‘Nonna non corri pericoli alla tua età di avere un figlio?’ ‘Sì ci sono pericoli. Ma con un’adeguata guida e con severi controlli i rischi di portare avanti una gravidanza si ridurrebbero di molto. Ne ho parlato con la mia ginecologa.’ ‘Hai mai pensato a farti inseminare artificialmente?’ ‘&egrave una cosa che mi ripugna. Prendere un mio ovulo, farlo fecondare da uno spermatozoo di cui non conosco la provenienza e reimpiantarlo nel mio utero non incontra il mio favore. Voglio che sia un uomo a fecondarmi. L’inseminazione deve essere frutto di una sana chiavata.’ ‘Cosa direbbe tuo figlio se gli dicessi di essere incinta?’ ‘Si scatenerebbe un putiferio infernale. Soprattutto se sapesse chi &egrave il padre?’ ‘Hai già individuato l’uomo che ti feconderà? Chi &egrave?’ ‘Spero proprio che sia tu a depositare il seme nel mio ventre.’ Balzo su a sedere. La guardo con occhi fuori dalle orbite. Non riesco a spiaccicare parola. ‘Nonna. Tu’ tu’ non ho capito. Per favore puoi ripetere?’ ‘Amore. non spaventarti. Ho ben ponderato quanto ti sto proponendo. Hai capito benissimo quello che ho detto. Voglio fare un figlio e desidero che sia tu il padre.’ Dio. Non riesco a crederci. Anita, mia nonna, vuole che la ingravidi. &egrave pazzesco. Io padre di un figlio partorito da mia nonna. ‘Ti rendi conto di quello che mi stai chiedendo?’ ‘Si. Non devi spaventarti. &egrave bello diventare padre di un figlio partorito da una donna che ti ama.’ ‘Non sono spaventato. Sono sbigottito. Ho sempre pensato di piacerti ma non credevo che ti piacessi fino al punto da farti mettere incinta. Perché hai scelto me.’ ‘Perché ti amo. Perché sei giovane. Perché cosi desidero.’ ‘Con tuo figlio come ti comporterai? Vorrà chiavarti. Come farai a tenerlo lontano?’ ‘Ho pensato anche a questo. Sono certa di riuscire a tenerlo lontano per il tempo necessario.’ Poi il tono di voce di Anita si fa più grave. ‘Basta discutere. Dimmi solo se sei d’accordo. Vuoi o no ingravidarmi?’ ‘Da quando hai smesso di prendere la pillola?’ ‘Oggi non l’ho ancora presa.’ ‘Non prenderla. Mi prometti che quando partorirai allatterai anche me?’ ‘Mio grande amore. Ti farò succhiare tutto il latte che vorrai.’ Mi alzo in piedi e mi dirigo verso una sedia. Mi sbottono i pantaloni e li faccio scorrere sul pavimento insieme agli slip. Ho il cazzo già impennato. Mi siedo. ‘Vieni. Incominciamo da stasera. Ci riposeremo solo quando saremmo sicuri che il mio seme abbia attecchito.’ Mia nonna si alza dal divano e viene verso di me. Alza la gonna. Vedo che non ha le mutande. Si mette a cavalcioni sulle mie gambe. Impugna il mio scettro e si fa penetrare. &egrave seduta sulle mie gambe con il mio cazzo piantato nel suo ventre. ‘Non sarebbe meglio andare a letto? Staremmo più comodi.’ ‘Nonna così &egrave più eccitante. Potremo guardarci negli occhi. Mi piace molto guardarti mentre ti fai chiavare. Questa sarà una chiavata difficilmente dimenticabile. Dai cavalca.’ Non ci vogliono molti giorni per concretizzare il disegno di mia nonna. Il ventre di Anita &egrave talmente avido di spermatozoi che non ne lascia scappare nemmeno uno. Il ciclo vitale di ognuno si esaurisce all’interno del condotto vaginale e lungo il collo dell’utero. Un giorno al rientro da scuola la trovo, avvolta in una vestaglia rosa completamente trasparente, che mi viene incontro. &egrave nuda. &egrave raggiante. Mi abbraccia e mi bacia. ‘&egrave accaduto. Sarai padre. Dobbiamo festeggiare.’ Festeggiammo alla grande. Trascorremmo l’intero pomeriggio e la notte a letto. Il mattino ci svegliammo che era già mezzogiorno. ‘Mio stallone, tenuto conto che il nostro obiettivo &egrave stato raggiunto, dovrai tenere a bada i tuoi ormoni per un bel po’ di tempo. Per tornare nel mio letto devi pazientare. Devo concedere a tuo padre di farmi visita. Mi &egrave mancato.’ Si alza. I raggi del sole la illuminarono facendo risaltare la bellezza delle sue nude forme. &egrave una statua di bianco marmo. Ha 46 anni ma ha un corpo di una ventenne. &egrave meravigliosa. &egrave mia nonna. &egrave la mia amante. Sarà la madre di mio figlio.

continua

P. S.: questo &egrave un racconto di pura fantasia. Ogni riferimento a persone o fatti realmente accaduti &egrave puramente occasionale.
I giorni si susseguono inesorabili. Sono continuamente in ansia. Spero proprio che la gravidanza di mia nonna non subisca danni. Mio padre per rifarsi degli arretrati viene ogni pomeriggio a fare visita ad Anita. Mia nonna lo accoglie sempre piena di entusiasmo. Si chiudono in camera e li consumano il loro rapporto. &egrave una situazione che non riesco a sopportare. Sto diventando geloso. Tra l’altro mia madre non si fa sentire ne si fa vedere. Poi un sabato sera sento il motore di un auto avvicinarsi al portico. Penso a mio padre. Lo stronzo &egrave venuto a trascorrere il week end con la madre. Dio come lo odio. La porta si apre e sull’uscio si staglia la figura di Carla seguita da quella di mio padre. Balzo in piedi e corro incontro a mia madre. Carla mi abbraccia e mi riempie di baci. ‘Dai. Fatti vedere E’ un mese che non ti vedo. Mette le mani sul mio petto e mi allontana. Il suo sguardo &egrave quello di una cacciatrice che ha adocchiato la sua preda. Un lampo le attraversa gli occhi. Mi attira di nuovo a se. Con voce sommessa mi interroga.’Di un po’: Mi hai tradita?’ Sono colto di sorpresa. Arrossisco. ‘Mamma, come ti viene in mente? Con chi ti avrei tradita se in casa c’&egrave solo la nonna.’ ‘Appunto. Te la sei fatta? L’hai chiavata? Puoi dirmelo. Non sono gelosa. Ti capisco. Nonostante l’età &egrave una bella donna e mi meraviglierebbe se non le avresti sfondato la fica. Dai confessa.’ Giro la testa e vedo Anita che sta facendo le fusa a suo figlio che le sta palpando il culo. ‘Carla, seguimi.’ Con mamma dietro vado in camera mia. ‘Ti dirò tutto, ma dopo. Prima voglio stare con te. Ho una voglia matta di fotterti. &egrave da quando mi hai mandato via da casa che aspetto il momento di chiavarti. E credo che sia giunto. Spogliati e mettiti carponi sul letto.’ ‘Che intenzioni hai?’ ‘in questi giorni ho visto mio padre chiavare la nonna standogli dietro. Anch’io voglio chiavarti stando dietro di te.’ ‘Ho capito. Quella &egrave una posizione che si chiama: mettersi alla pecorina. Anche a me piace molto farmi chiavare stando in quella posizione. Ma prima desidero che tu faccia qualcosa per me.’ ‘Pur di chiavarti farò tutto quello che vuoi.’ Mamma si spoglia e resta solo con le calze, il reggicalze e le scarpe con tacchi altissimi. Si siede sulla poltrona e accavalla le gambe sui braccioli. &egrave uno spettacolo da favola. Carla &egrave li, seduta con le cosce spalancate e con la pucchiacca ben in vista anche se coperta da una fitta selva di peli neri. ‘Vieni a baciare l’oggetto dei tuoi desideri.’ Mi inginocchio fra le sue gambe e piego la testa andando incontro alla fitta foresta di peli. Alcuni, quelli al centro luccicano, sono intrisi di umori. La funny di mia madre sta lacrimando. &egrave arrapata. Allungo le mani e con le dita esercito una lieve pressioni sulle grandi labbra. Il roseo colore della vagina di mamma viene fuori. Due gonfie piccole labbra come ali di farfalla circondano il nero buchetto in cui il mio pestello &egrave entrato e l’ha sbatacchiata fino a farla godere. Quasi al vertice di quello splendore fa capolino l’uretra sovrastata dal clitoride. L’insieme di quello che vedo &egrave la prima meraviglia del mondo. La natura non poteva non creare una cosa più bella della vagina di una donna. Chino la testa e la bacio. La tratto come fosse la sua bocca. Lecco le sue grandi labbra e succhio le ali di farfalla. Penetro l’orifizio vaginale con la punta della lingua e ne lecco le pareti liberandola dalle secrezioni. Le ingoio. Mamma emette un forte gemito. ‘Dio. Mi fai impazzire. Tua nonna &egrave una brava maestra.’ La mia lingua continua l’esplorazione della meraviglia. Lecco l’uretra da cui escono gocce di denso liquido. Le mie labbra incontrano il clitoride. Tiro fuori la lingua e lo lecco. Per un pò ci gioco titillandolo. Mamma si dimena e ulula. Dischiudo le labbra e circondo il glande di quel fulgido organo e lo mordo. &egrave duro. Lo succhio. Le faccio un pompino. Mamma si dimena sulla poltrona. Nitrisce come una giumenta. Sta godendo. Il sopraggiungere dell’orgasmo la coglie di sorpresa. Grida e viene. Dall’uretra un denso liquido giallognolo sgorga come lava da un vulcano in eruzione. Raggiunge la mia bocca e scende nella mia gola. Lo ingoio. ‘Vieni. Alzati e prendimi. Non resisto più. Ho bisogno di sentirti dentro di me.’ Mi rimetto in piedi. Poggio le mani sulle sue cosce e fletto il bacino verso il suo ventre. Il glande &egrave fra le sue grandi labbra e, lentamente, scivola verso l’interno. Urto il collo del suo utero. Sono dentro. ‘Finalmente. Sei mia. Quanto ho atteso questo giorno. Perché ti sei fatta attendere?’ ‘Ho tentennato nel dire a tuo padre di quello che c’&egrave tra noi. Solo ieri sera ho avuto il coraggio di dirglielo.’ ‘Quindi mio padre sa che ti chiavo?’ ‘Sì. Che t’importa che lo sappia. Tra me e te niente cambierà. Puoi fare ritorno a casa. Non dovremo più preoccuparci di tuo padre. Potremo fare sesso ogni volta che lo desideriamo. Chiavami. Fammi godere.’ Il silenzio scende tra noi. Viene rotto di tanto in tanto dai miei grugniti e dai suoi nitriti. Le pompo il cazzo nella fica lentamente. Così facendo prolungo il suo e mio piacere. Mia madre mi piace molto e ogni volta che la chiavo desidero che raggiunga le vette del piacere. Ci riesco. ‘Figlio mio. Sei magnifico. Hai un modo di chiavarmi che mi manda in estasi. Dai pompa il tuo cazzo nella mia fica. Portami nello spazio infinito.’ Le parole di mamma mi eccitano di più. I suoi gemiti di piacere scatenano l’animale che &egrave in me. Le stantuffo il cazzo nel ventre con violenza. La guardo. Mi guarda. Capisco che &egrave arrivato il momento. Il silenzio viene rotto dal suo grido di piacere. L’orgasmo le sta invadendo il corpo. La sento tremare. Viene. Mia madre sta godendo. Quando smette di tremare perde conoscenza. Dopo aver riversato nel suo ventre tutto il mio desiderio sfilo il cazzo dalla sua vagina e vado a sedermi sul letto. La guardo. Dalla sua fica vedo colare sul pavimento un denso liquido biancastro. Si tratta della miscela formata dal mio sperma e dal suo. Ne deve essere piena. La sento gemere. Si sta riprendendo. Mi guarda e sorride. Viene a sedersi sul letto vicino a me. ‘Sei stato fantastico. So che mia suocera &egrave una brava maestra ma non credevo ti portasse a questo livello. Non ho mai goduto tanto. Nemmeno tuo padre mi ha mai chiavato cosi come l’hai fatto tu.’ Un moto di stizza mi prende. ‘Cosa c’&egrave. Ho detto qualcosa che ti ha offeso?’ ‘No. Tutto a posto. Non preoccuparti.’ ‘Mi vuoi dire com’&egrave andata con tua nonna?’ ‘Mamma perché hai fretta di sapere? Rimandiamo ad un altro momento. Abbiamo il fine settimana tutto per noi. Godiamocelo.’ ‘Hai ragione. Stenditi. Mi &egrave venuto in mente un altro giochino. Con Anita ti sei cimentato anche nella posizione del 69?’ ‘Si mamma. E mi &egrave piaciuto molto.’ ‘Arguisco che tua nonna si &egrave divertita a farti pratica. Ti piacerebbe farlo anche con me?’ ‘Mamma sarebbe favoloso.’ ‘Allora mio bel maialino diamoci da fare.’ Detto fatto. Mi posiziono sotto di lei con la testa fra le sue cosce e con la sua fra le mie. Diamo inizio al ballo. Ci scateniamo. Le nostre bocche sono avide di baci e di succhiate. Il suo culo &egrave fantastico. Bianco, liscio. Le mie mani scorrono sulle rotondità di quella parte del favoloso corpo di mia madre. Le dilato le natiche ed i miei occhi sono attratti da una scura macchia posta di poco più su della fenditura che divide in due le grandi labbra. Al centro della macchia c’&egrave un buchetto tutto chiuso da cui si dipartono una serie di raggi che fanno somigliare quella macchia ad un fiore di campo. &egrave lo sfintere che circonda il buco del culo di mamma. Mi attrae. Smetto di leccarle il clitoride e fiondo le mie labbra sul roseo buchetto. La mia lingua guizza veloce e la punta &egrave al centro del culo di mamma. Carla ha un sobbalzo. Smette di succhiarmi il cazzo. ‘Cosa stai facendo?’ ‘Ti sto leccando il culo. Mamma hai un culo stupendo.’ ‘E allora? Cosa credi di ricavarne?’ ‘Non ti piace che te lo lecchi?’ ‘Per piacermi mi piace. Nessuno l’ha mai fatto. Nemmeno tuo padre. Ma quello che mi preoccupa &egrave quello che ti sta balenando in testa. E prima che me lo chiedi ti dico subito che non mi farò sfondare il culo. Non ti darò l’opportunità di sodomizzarmi. Leccalo finché vuoi, ma non pensare mai di incularmi.’ ‘Perché sei cosi ostile a farti inculare?’ ‘Primo perché si sente un dolore pazzesco e non intendo soffrire per far piacere ad un maiale come te. Secondo: Di tutte le donne che lo hanno preso nel culo non ne ho sentita nessuna che abbia detto di aver provato piacere nel farsi chiavare nel culo. Una sola volta ho sentito una donna che ha provato piacere e dolore insieme mentre il marito la sodomizzava. Disse che erano in tre: lei, il marito che la chiavava nel culo mentre un’altra donna era sotto di lei a leccarle la fica e succhiarle il clitoride.’ ‘Tutto qui? Noi saremmo in tre. Io te lo metto nel culo e nonna ti lecca la fica. Come vedi ogni problema ha la sua soluzione.’ ‘Sei un depravato. Pur di mettermelo nel culo trascini tua nonna nel gioco. Perché non chiedi a tua nonna di incularla. Anche lei ha un culo da far impazzire gli uomini.’ ‘Mamma, tua suocera non si farebbe pregare se glielo chiedessi. Si farebbe impalare senza ritrosie. In questo momento non posso chiederglielo. Lei arrecherei danno.’ ‘Cosa &egrave questa storia? Che danno le faresti. Più di sentire dolore cosa le può capitare?’ ‘Il dolore potrebbe farla abortire.’ Cazzo! Mi sono tradito. ‘Come? Come? Tua nonna &egrave incinta? Da quando? Tu cosa ne sai? Chi l’ha ingravidata? Di sicuro non &egrave stato tuo padre. So che anni addietro Anita chiese a tuo padre di inseminarla ma lui rifiutò. Disse che mai avrebbe ingravidato sua madre e che se fosse accaduto non avrebbe più voluta vederla. A parte te chi altri frequenta questa casa?’ ‘Mamma sono stato io. Il figlio che sta crescendo nel ventre della nonna &egrave mio.’ Carla mi guarda come se stesse guardando un mostro. Non le lasciai il tempo di parlare. Le racconto dello svolgimento dei fatti. Alla fine del racconto ogni ardore si era spento. Si stende al mio fianco. ‘Chi lo dirà a tuo padre? Darà in escandescenze. Chiederà a sua madre di abortire. Non accetterà mai che sua madre partorisca un figlio tuo. Lui accetta che tu la chiavi ma un figlio mai.’ ‘Mamma la nonna non abortirà. Lei questo figlio lo vuole. Che mio padre deciderà di non incontrarsi più con Anita a me sta bene. Quello che mi preme sapere e se anche tu la pensi come tuo marito.’ ‘La notizia mi ha sorpresa. Credevo che tua nonna avesse rinunciato ad avere un figlio. Così non &egrave stato. Sarò egoista. Avrò un nipotino. Diventerò nonna. La cosa non può che farmi piacere. Di sicuro tuo padre non vorrà più vedere ne te ne la madre. Cosa farai?’ ‘Mi trasferisco dalla nonna. Vivrò con lei. Tu cosa farai?’ ‘Certamente non ti lascerò solo con un bambino da crescere. Ti aiuterò a portarlo su. Non dimenticare che sei il mio amante e non facilmente riuscirai a liberarti di me. Dio questo notizia mi sta facendo eccitare. I miei amanti si sono uniti e hanno procreato.’ La risposta di mamma mi manda su di giri.’Con tuo marito come farai?’ Carla rotola il suo corpo sul mio. Mi da un bacio sulle labbra. schiaccia le sue mammelle sul mio petto. ‘Dipende dalla sua reazione. Di sicuro non vorrà più vedervi ma non potrà obbligarmi a seguirlo nel suo proposito. Non potrà chiedermi di non vederti più. Oltre ad essere mio figlio sei anche il mio amante e non rinuncerò a stare nel tuo letto. Piuttosto verrò a vivere con voi due. Cio&egrave voglio dire con voi tre.’

continua

P. S.: questo &egrave un racconto di pura fantasia. Ogni riferimento a persone o fatti realmente accaduti &egrave puramente occasionale.
Sono trascorsi 5 anni. Un periodo pieno di novità. Basti pensare che &egrave stata approvata una legge che stabilisce che la maggiore età viene raggiunta allorché si raggiungono i 16 anni. Ma il fatto che più mi ha esaltato &egrave stato quello di veder nascere due miei figli. Il primo &egrave un bel maschietto e poi &egrave stata la volta di una bella bambina. Inutile dire che la madre &egrave mia nonna. La seconda gravidanza &egrave stato un incidente di percorso. Anita ha partorito da appena due mesi che entro nel suo letto e la monto ingravidandola ancora una volta. Tenne fede alla promessa fattami. Mi fece succhiare il latte che sgorgava abbondante dal suo rigoglioso seno. Anche mia madre si abbeverò alle mammelle della suocera. Un’altra nota positiva &egrave quella di aver visto sparire mio padre dalla vita della nonna. Quando seppe che la madre era incinta e che il responsabile ero io, sparì dalla circolazione. Non sapemmo più niente di lui. Nemmeno Carla, sua moglie, mia madre, riuscì a convincerlo di non separarsi dalla madre. Per quanto mi riguarda ne sono contento. Sono rimasto solo io a godere dei favori di mia nonna e di mia madre. Due donne di una bellezza straordinaria. Due donne sessualmente sconvolgenti. Fare sesso con loro significa raggiungere l’apoteosi del piacere. Sempre più spesso ci troviamo a trastullarci nello stesso letto. In quale angolo del mondo &egrave possibile vedere un uomo che si chiava la propria madre e la propria nonna ingravidandola per ben due volte. Il nostro &egrave un magnifico, osceno e insano rapporto. Tra le due quella che mi fa impazzire &egrave Carla: mia madre. Dopo la sparizione di mio padre si trasferì nella villa della nonna. Il mio amore per lei &egrave smisurato. Non ha freni. Quando sono nel suo letto do libero sfogo alle mie perversioni. Lei mi asseconda in tutto. La chiavo nelle posizioni più impensate. La posizione che la manda in delirio &egrave quando &egrave completamente distesa a pancia sotto ed io le sono sopra con il mio fallo dentro il suo ventre. Un unico desiderio &egrave rimasto inappagato. Chiavarla nel culo. Dopo averne parlato anni addietro non ho più affrontato l’argomento. Eppure ogni volta che facciamo sesso si lascia leccare il buchetto del culo senza reclamare. Ogni volta che la mia lingua si lancia ad esplorare il suo sfintere lancia piccole grida di piacere. Le piace farsi leccare il buchetto. Un diavoletto mi dice che si lascerebbe sodomizzare. Sono convinto che se le poggiassi il glande sul buco anale si lascerebbe penetrare. Perché non lo faccio? Boh! Forse perché le sue parole mi ronzano ancora nel cervello. Disse che mai il mio cazzo avrebbe violato il suo culo. Deve esserci un modo per chiavarla nel culo. Devo assolutamente parlarne con Anita. Un giorno che sono solo in casa con mia nonna (i bambini sono al nido e mamma &egrave al lavoro) decido di affrontare l’argomento. Anita &egrave in cucina. La raggiungo. ‘Nonna posso chiederti un parere?’ Lei si gira a guardarmi. ‘Sono ormai 6 anni che sei il mio dolce amante e sei il padre dei miei due figli e non riesci ancora a chiamarmi per nome. Quando mi appelli per ‘nonna’ mi fai sentire una vecchia. Ti costa tanto chiamarmi Anita?’ Ora ha 51 anni e nonostante abbia partorito altre due volte il suo corpo &egrave ancora attraente. Le due gravidanze l’hanno giovata. Solo a guardarla il cazzo scatta sull’attenti. Mi avvicino e l’abbraccio. Premo il mio pube contro il suo. ‘Lo senti. Lui ogni volta che ti vede incomincia a dare i numeri. Tu per lui sei la sua ‘vecchia’. Chiamarti nonna mi arrapa di più. Io ti amo perché sei mia nonna. Donne della tua stessa età ne conosco ma nessuna mi eccita quanto te. E sai perché? Perché sei mia nonna e lo sei anche quando siamo a letto e ti monto.’ Lei si stringe a me. strofina il suo ventre contro la mia patta. ‘Quello che mi fa impazzire di te &egrave che sei sempre pronto. Continua pure a chiamarmi nonna purché non mi farai mai mancare il tuo amore. Ora dimmi cosa vuoi.’ ‘In questo momento? Desidero chiavarti. Ma posso rimandare. Devo parlarti di un desiderio che mi assilla. Come ben sai io frequento il letto di mia madre cosi come frequento il tuo.’ Anita mi interrompe. ‘Per essere precisi tu con Carla ti incontri più spesso che con me. Continua pure.’ ‘Che fai. Tieni il registro di quante volte sto con mia madre e quante volte sto con te? Allora sei gelosa?’ ‘Un poco sì. Vai avanti.’ ‘Si tratta del culo di mamma.’ ‘Oh dio! Vuoi sodomizzarla?’ ‘Sì. Mi piacerebbe tanto metterglielo nel culo.’ ‘Solo metterlo? Ti rendi conto che con il cazzo che ti ritrovi il culo glielo sfonderesti. Sai il dolore che sentirebbe?’ ‘Non esagerare. Con le dovute precauzioni i danni sarebbero ridotti al minimo. Per il dolore ci sarebbe un analgesico che non lo eliminerebbe ma la farebbe soffrire di meno.’ ‘Che io sappia non ci sono analgesici che tengano.’ ‘Nonna ne parli come se l’avessi già fatto. Per caso in gioventù ti sei fatta inculare?’ ‘Non essere stupido. Il mio culo &egrave vergine. Nessuno lo ha mai visitato. Quello che so sul rapporto anale l’ho sentito dire. Ma tu ne hai parlato con tua madre?’ ‘Ne parlammo quando tu eri incinta al primo mese. Si incavolò. Disse che mai e poi mai si sarebbe fatta inculare e, quindi, mi impose di non parlarne più. Mi disse di chiederlo, tenuto conto che anche tu hai un culo da far impazzire, a te.’ ‘Cosa dovevi chiedermi?’ ‘Se eri disposta a farti chiavare nel culo.’ ‘Che troia. Tu cosa gli rispondesti,’ ‘Che lo avrei fatto se non fossi stata incinta e che sicuramente mi avresti permesso di sodomizzarti.’ ‘Stai dicendo che il mio culo ti attira e che se non ero gravida mi avresti chiesto se sarei stata disposta a farmi impalare?’ ‘Mi ha sempre attirato. Si, nonna te l’avrei chiesto.’ ‘Ne hai ancora desiderio? Saresti disposto a mettermelo dietro? B&egrave, sì, insomma, vorresti chiavarmi nel culo?’ ‘Sì.’ ‘E con tua madre come la metti?’ ‘Con il tuo aiuto mi farei anche il culo di mamma.’ ‘Sei proprio un maiale. Parlami un po’ dell’analgesico. Non &egrave un farmaco altrimenti ne avrei sentito parlare.’ ‘Nonna il dolore non lo calma lo allevia. Insomma al momento della penetrazione mamma dovrebbe trovarsi con la testa fra le tue cosce e succhiarti il clitoride in modo da provocare in te un senso di piacere.’ Anita mi guarda con occhi sbarrati. ‘Chi ti ha detto di questo?’ ‘&egrave stata tua nuora. Disse che lo aveva sentito dire da una sua amica che si faceva impalare dal marito mentre un’altra donna le succhiava il clitoride.’ ‘E tu vuoi fare lo stesso. Vuoi che sia io a stare con la testa fra le cosce di tua madre mentre la inculi..’ ‘Nonna sarebbe il coronamento di un sogno.’ ‘Beh, non proprio. Per chiudere il cerchio manca ancora qualcosa.’ ‘Cosa manca? Tu e mamma siete le mie amanti. Tu mi hai dato due figli. Cosa &egrave che non quadra?’ ‘Amore. dovresti ingravidare tua madre. Solo questo &egrave quello che manca per chiudere il cerchio con tua madre. Devi fare un figlio con lei.’ Strabuzzo gli occhi. ‘Mi stai proponendo di fare un figlio con mia madre? Sarebbe veramente chiudere il cerchio, ma non posso ingravidarla. &egrave mia madre.’ Anita mi guarda come fossi un extraterrestre. ‘Quando mi hai ingravidata e per ben due volte non ti sei posto il problema che ero tua nonna? Ora hai problemi di coscienza?’ ‘Nonna tu volevi che ti fecondassi.’ ‘E chi ti dice che tua madre non voglia essere fecondata. Ne avete parlato?’ ‘No.’ ‘Fallo. Vedrai che le cose non sono cosi come credi. Torniamo al problema iniziale. Vuoi fare il culo a tua madre? Ti aiuterò. Approfitta di quando tua madre viene a stare con me. Ed ora vattene altrimenti ti violento.’ In verità anch’io la violenterei. La costringerei a stendersi sul tavolo, le farei allargare le cosce e la penetrerei. Sarebbe una magnifica chiavata. Mi controllo. Giro i tacchi e sparisco dalla sua vista. Nonna mi ha suggerito del quando potrei inculare mia madre. Resto in trepidante attesa. Il pensiero di sodomizzare Carla mi tiene in perenne eccitazione. Quando accadrà dovrò farlo senza che lei lo sappia. Ed ecco che il giorno arriva. E’ già sera avanzata quando mia nonna e mia madre decidono di andare a letto. lo fanno tenendosi per mano. &egrave un chiaro segno che questa notte le mie due amanti occuperanno lo stesso letto e si ameranno. &egrave l’occasione che aspetto da giorni. &egrave notte fonda quando decido di avvicinarmi alla camera di mia nonna. Accosto l’orecchio alla porta e sento forti gemiti provenire dall’interno. Le due si stanno dando da fare. Lentamente e senza fare il benché minimo rumore apro la porta ed entro. La richiudo. I miagolii non hanno subito interruzioni. Il che significa che non si sono accorte della mia presenza. Mi tolgo il pigiama e mi avvicino al letto. Il mio inquilino &egrave ben sveglio e pronto all’azione. I miei occhi si sono abituati all’oscurità. Riesco a vedere i contorni delle due figure che si agitano sul letto. Sono nella posizione del 69. &egrave la posizione descritta da Carla quando mi ha parlato dell’amica. Sono al massimo dell’eccitazione. Ho il fallo che pulsa. Con un balzo felino salto sul letto e mi catapulto sul corpo che mi &egrave davanti. Poggio le mani sulle maniglie dell’amore ed esercito una pressione tale da non permettere una sua reazione negativa. Non c’&egrave segno di ribellione. Né di sorpresa. Imperterrite continuano nella loro azione. Il mio fallo &egrave già fra le natiche del favoloso culo che mi &egrave davanti. La punta del glande &egrave in posizione. Spingo. Nessun lamento mi giunge. Aumento la pressione. ‘Ahia!’ Un debole gemito di dolore rompe il silenzio della stanza. Il glande valica il buchetto dello sfintere. Il grido di dolore &egrave molto forte. La voce di Carla mi giunge all’orecchio. ‘Brutto depravato. Sei riuscito nel tuo intento. Stai realizzando il tuo desiderio. Dai completa l’opera. Spingi. Affonda la tua mazza nelle mie viscere. Sfondami il culo.’ ‘Mamma. Scusami. Tu non mi avresti mai lasciato chiavare il tuo culo di tua volontà. Sapevo che volevi essere impalata. Tu stessa mi hai suggerito il come farlo. Ne ho parlato con la nonna e lei mi ha detto di aspettare il momento del vostro incontro amoroso.’ ‘So tutto. Tua nonna mi ha raccontato di quello che le hai detto. Non ho protestato. Hai ragione. Anch’io desideravo essere impalata, ma non avevo il coraggio di dirtelo. Eccomi qua. Con il tuo cazzo piantato nel mio culo e con tua nonna che mi sta spazzolando la funny con la sua lingua.’ &egrave in quel momento che sento le labbra della nonna avvolgere i miei testicoli e succhiarli. Ho un balzo in avanti e il cazzo scivola nel culo di mia madre fino alla radice. ‘Fermati. Fammici abituare.’ Le do ascolto. Mi immobilizzo. Mi godo il momento. Dopo anni di attesa ho finalmente sfondato il culo di Carla. Avverto i muscoli dello sfintere stringersi intorno al mio fallo. Mi stendo sulla sua schiena. La circondo con le braccia e mi ancoro alle sue poderose mammelle. Mamma gira la testa verso di me. Mi offre la sua bocca. ‘Baciami.’ Mi avvento sulle sue carnose labbra e le ficco la lingua in bocca. Carla la blocca con le sue caldi labbra e la succhia. Le mie mani si dilettano a impastare le sue grosse mammelle. Le mie dita le torturano i grossi capezzoli. Insieme a mia nonna, che non tralascia per un attimo di succhiarle il clitoride, tento di alleviare il dolore provocato dalla penetrazione anale. Ci riusciamo? Non lo so. Quello che so e che mamma mi ingiunge di chiavarla. ‘Dai, amorino, chiava il culo della tua mammina.’ Lentamente incomincio a pompare il pene nel culo di mia madre. Non voglio farle ulteriormente male. Le chiavo il culo con delicatezza. Le espressioni di mamma sono un misto di dolore fuso al piacere. Dopo alcuni minuti avverto il suo corpo tremare. ‘Dio sto per godere. Non credevo fosse possibile con un cazzo piantato nel culo.’ L’orgasmo la coglie di sorpresa. Sono, con l’aiuto di Anita, riuscito a farla godere. Anche per me &egrave giunto il momento. Sento il piacere salire lungo il condotto uretrale. Come un fiume in piena eiaculo nel culo di mia madre un serie di ondate di sperma che vanno a disperdersi nel suo intestino retto. Esausti ci abbattiamo sul letto. Nonna, che nel frattempo &egrave sgusciata via dalle cosce di mamma, scende dal letto. Accende la luce del comodino. Si china sul mio viso. Mi da un bacio sulla bocca. ‘Vi lascio soli. Il più &egrave fatto. Se volete potete farlo di nuovo. Oramai la strada &egrave aperta.’ Esce dalla camera. Mia madre si rannicchia contro il mio corpo. ‘Ho il culo che mi brucia. Però &egrave stato bello. Ho goduto. Mi &egrave piaciuto.’ ‘Mamma anche per me &egrave stato bello chiavarti nel culo.. Questa notte il tuo culo dovrà ospitare più volte il mio alieno.’ ‘Oh Dio. Vuoi rovinarmi? Domani non avrò più un buchetto ma avrò una caverna.’ &egrave una notte travolgente quella che trascorre. Riesco a chiavare mia madre nel culo per altre due volte. Il mattino mi coglie distrutto ma appagato. Mia madre, anche lei disfatta, giace al mio fianco a pancia sotto. Entra mia nonna. Ci porta la colazione. Il suo sguardo cade sul mio fallo. ‘Hai il cazzo tutto sporco. Vieni in bagno che ti pulisco.’ La seguo. Utilizza tutta la sua maestria ma alla fine il mio batacchio &egrave libero da ogni impurità. ‘Raggiungi tua madre. Credo che al risveglio voglia trovarti al suo fianco.’ ‘Nonna &egrave stata una notte di fuoco. Mamma si &egrave fatta impalare altre volte. &egrave stato bello farle il culo. Spero proprio che questa storia abbia un seguito.’ ‘Cosa intendi per seguito? Oramai sei riuscito nel tuo intento. Hai sodomizzato tua madre. Cosa ti manca? ‘ La guardo. Mi porto alle sue spalle. L’abbraccio standole dietro. Avvicino la bocca all’orecchio. ‘Nonna mi manca il tuo culo.’ ‘Vuoi fare a me il servizio che hai fatto a tua madre? Sei proprio un porco. Comunque mi aspettavo questa richiesta. Non sono come tua madre. Non ti farò aspettare. Se te la senti puoi averlo anche subito.’ La stringo a me con più forza. ‘Non oggi. C’&egrave tempo. Come hai detto devo andare da mia madre. Non voglio che svegliandosi si trovi sola.’

continua

P. S.: questo &egrave un racconto di pura fantasia. Ogni riferimento a persone o fatti realmente accaduti &egrave puramente occasionale.
Sono ritornato da mia madre che, nuda, &egrave ancora sprofondata nelle braccia di Morfeo. Mi stendo al suo fianco e la guardo. Faccio scorrere gli occhi su quel meraviglioso corpo. Le sue forme sono perfette. La pelle &egrave liscia e vellutata. Non una smagliatura &egrave presente. Le guardo le mammelle. Sono grosse ed hanno due capezzoli altrettanto grossi. Deve essere favoloso succhiare latte da quelle rosse protuberanze. La mia mente incomincia a fantasticare. Nel cervello mi rimbombano le parole di mia nonna. Mi chiese di ingravidare Carla. Che non avrei trovato resistenze a fecondare mia madre. Comincio a fantasticare. Vedo mia madre con il pancione ed io dietro di lei che la possiedo. Mi vedo con la bocca attaccato alle tette di mia madre e succhiare latte come un bimbo affamato. Il diavoletto messo da mia nonna nel mio cervello si impossessa del mio pensiero. L’idea di fecondare mia madre prende sempre più forma. Un gemito mi porta alla realtà. Carla si sta svegliando. Vedo i suoi occhi aprirsi e fissarmi. ‘Buongiorno amore. Dormito bene?’ Mamma si stiracchia. ‘Si. Ho dormito profondamente.’ Si gira verso di me. ‘Ahi!’ ‘Cosa c’&egrave?’ ‘Non lo sai? Dopo quello che mi hai fatto sono ancora tutta indolenzita. Piuttosto ti &egrave piaciuto mettermelo nel culo? Hai soddisfatto il tuo desiderio? C’&egrave ancora qualcosa altro che vuoi da me?’ Mentre mi parla allungo le mani sulle sue tette e le artiglio con le dita. ‘Mamma non mi stancherò mai di guardare le tue mammelle. Sono magnifiche. Vorrei tanto che avessero latte da farmi succhiare.’ Carla mi fissa con i suoi grandi occhi pieni di desiderio. ‘Anche a me piacerebbe poterti allattare. A questo però si può rimediare.’ ‘Come? Non vedo come tu possa farmi succhiare latte dalle tue tette. Non ne hai.’ Mamma distoglie gli occhi dai miei; abbassa le palpebre. ‘Un modo ci sarebbe. Basterebbe che fossi incinta e partorissi. Avrei tanto latte da darti che ti ci affogheresti.’ La nonna ha visto giusto. Mamma vuole essere ingravidata. ‘Incinta? Vuoi avere un figlio? Hai già scelto chi dovrà essere il padre? Vuoi tradirmi?’ ‘Non essere sciocco. Tradirti? Mai. Il figlio che voglio che cresca nel mio ventre deve essere frutto del tuo seme. Voglio che sia tu a inseminarmi.’ ‘Io? Ti rendi conto di cosa mi stai proponendo? Sono tuo figlio. La prima volta che mi ospitasti fra le tue gambe mi dicesti che non &egrave auspicabile farsi ingravidare. Cosa ti ha fatto cambiare idea?’ ‘Ancora una volta &egrave stata tua nonna. Tu l’hai ingravidata per ben due volte ed i bambini sono cresciuti sani e forti. Perché non dovrebbe succedere anche con me. Si, amore, voglio che tu mi metta incinta. Voglio darti un figlio.’ La circondo con le braccia e la stringo a me. Ho la sua testa sul mio petto. ‘Mamma sei veramente convinta? Hai ponderato bene la tua decisione?’ Accarezzandomi il petto con la mano mi risponde. ‘Sì. Voglio che tu sia il padre del nostro bambino.’ Prima che potessi risponderle nella stanza irrompe Anita. ‘Allora come state piccioncini. Cara nuora, il tuo viso &egrave tutta una sofferenza. Cosa c’&egrave che non &egrave andato bene?’ ‘Brutta porca. Avrei voluto vedere te prendere nel culo una bestia delle dimensioni di quelle che tuo nipote ha fra le sue gambe.’ ‘Oh! Oh! E chi dice che il mio buchetto non lo ospiterà?’ ‘Ti farai impalare?’ ‘Certo che lo farò. In questa casa non ci devono essere differenze. Tutto quella che riceve l’una anche l’altra deve averlo. Tuo figlio ti ha chiavato ed ha chiavato anche me. Dobbiamo colmare due sole lacune. A te ha sfondato il culo mentre io sono in procinto di farmelo sfondare. Da lui ho avuta due figli e tu non ti decidi a farti ingravidare. Come vedi siamo quasi pari.’ ‘No! Siamo pari. Io e tuo nipote abbiamo deciso di avere un figlio.’ ‘Parli seriamente? Vi accoppierete per fare un figlio?’ Fissa i suoi occhi nei miei. ‘&egrave vero? Tu e tua madre farete un figlio.’ ‘Si, nonna. &egrave quanto desideravi.’ In un batter d’occhio Anita si spoglia e viene a stendersi sul lato opposto a quello cui &egrave distesa mia madre. ‘Questa &egrave la più bella notizia che potessi avere. Dobbiamo festeggiare. Voglio vedere come glielo metti dentro. Voglio vedere il tuo aquilotto ghermire la passera di tua madre. Dopo mi farai il culo e voglio che lei guardi quando lo sfonderai. Così saremo pari.’ Carla si mette seduta. Le sue mammelle sono protese in avanti. I suoi capezzoli sono inturgiditi e puntano verso l’alto. Parla a mia nonna. ‘Prima di concedermi a lui desidero che sia tu ad amarmi per prima. Lasciamo che il nostro stallone ci guardi mentre ci amiamo. Quando non ne potrà più solo allora gli permetterò di chiavarmi.’ Vado a sedermi su una poltrona posta di fronte al letto. Da lì mi godrò lo spettacolo che le mie belle amanti mi offriranno. Carla allarga le gambe e la foresta di peli che circonda la sua meravigliosa vagina luccica sotto i raggi del sole che attraversano i vetri del balcone. ‘Vieni. La mia funny sta invocando il caldo contatto delle tue labbra.’ Anita non se lo fa ripetere. Si mette carponi fra le cosce di mia madre e fionda la sua testa sulla prima meraviglia della natura. Vedo la sua bocca impossessarsi delle grandi labbra della vagina di mia madre. La morde. Carla lancia un grido di piacere. La lingua di Anita sembra la lingua di un serpente. Si insinua fra le grandi labbra. Incontra le piccole labbra. Le titilla. Le succhia. Mamma sembra una invasata. Il suo corpo &egrave in preda a convulsioni. Chiaro segno di molteplici orgasmi sono i nitriti che emette di continuo. Ma Anita ha in serbo il colpo finale. Mi avvicino per meglio guardare quello che nonna sta facendo a mia madre. Solo così posso vedere le labbra di mia nonna avvolgere il clitoride di Carla e succhiarlo. Ha inizio un pompino favoloso che culmina in un grido lacerante. Il corpo di mamma trema tutto. La vedo sollevare il bacino andando con il pube contro il viso di Anita. Poi di colpo si abbatte sul letto. Vedo la lingua di mia nonna lappare un liquido denso che, ad ondate, esce dalla vagina di mia madre. E’ un fiume in piena. Il suo orgasmo sembra non avere fine. Tutto finisce nella bocca di Anita che ingoia con ingordigia quel succoso nettare. Ho assistito ad una scena stupefacente. Ho il cazzo in fiamme e duro come il marmo. Un raptus di libidine mi coglie. Mi porto dietro mia nonna che, stando carponi fra le cosce di mamma, ha il culo alzato. Poggio le mani sulle bianche chiappe di Anita le allargo e il mio cazzo si inoltra fra le bianche e vellutate pareti di carne. Con una mano accompagno il glande contro lo sfintere. Do una spinta e la punta del cazzo incomincia ad entrare in quel favoloso culo. Anita ha un gemito. Solleva la testa dalle cosce di mamma. La gira verso di me. I suoi occhi sono carichi di desiderio. Sorride. ‘Fai piano. E’ parecchio che non lo prendo nel culo. L’ultimo fu tuo nonno.’ ‘Vuoi dire che mio padre non ti ha inculata?’ ‘Non ha mai tentato ne lo ha mai chiesto.’ ‘Poverino. Lo compiango. Come non si può desiderare un culo come il tuo.’ ‘Non fare lo stronzo. Tuo padre, pur essendo il mio amante, a suo modo mi rispettava.’ ‘Ciò non gli impediva di chiavarti.’ La voce di mia madre risuona nella stanza. ‘Voi due avete finito di rimbeccarvi? Ho la fica che &egrave una fornace incandescente. Uno di voi due dovrà spegnere il fuoco che la divora e fate presto.’ ‘A tua madre ci penso io. Tu porta a termine quello che hai iniziato.’ &egrave quello che voglio fare. Mi stendo sulla schiena di mia nonna che nel frattempo si &egrave precipitata a soddisfare le voglie di sua nuora. Le cingo il torace con le braccia mentre le mie mani le artigliano le penzolanti grosse mammelle. Do un colpo in avanti col bacino ed il glande valica lo sfintere. Dalla gola di Anita esce un grido di dolore. Non mi fermo. Continuo a spingere. Il mio fallo, imperterrito, sotto la spinta che imprimo al mio bacino, avanza dentro l’oscuro budello del retto di mia nonna. Quando i miei testicoli sbattono contro la vagina di Anita la spinta si ferma. In tutto questo tempo mia nonna, per meglio resistere alla sodomizzazione, ha sollevato la testa dalle cosce di mamma che ancora una volta fa le sue rimostranze. I minuti trascorrono inesorabili. Anita stringe i muscoli anali sul mio pene. Intanto continua a leccare la fica di mia madre che sta avendo orgasmi uno dietro l’altro. L’ultimo, il più sconvolgente, la mette fuori gioco. &egrave l’occasione che nonna aspetta. ‘Ed ora, caro nipote, pompa il tuo affare nel mio culo che, per quanto possa essere piacevole, sono stanca di tenerlo dentro. Dai chiavami il culo.’ &egrave un’incitazione che non mi coglie impreparato. Sempre restando ancorato alle sue mammelle incomincio a stantuffarle il cazzo nel culo. Ad ogni affondo un grido di dolore le esce dalla gola. Intanto mia madre &egrave ritornata in se. Sente mia nonna lamentarsi. Per alleviarle il dolore insinua il suo corpo sotto quello della suocera. Con la testa raggiunge la funny di Anita. Le grida di dolore si mischiano con muggiti di piacere. Capisco che mia madre sta baciando la fica di mia nonna. La mia azione si intensifica. Il dentro fuori del mio pene nel culo di mia nonna diventa più veloce. I nitriti di Anita si sono intensificati. Sta per raggiungere un orgasmo. Anche il mio tempo &egrave giunto. Dal mio idrante vengono sparati abbondanti spruzzi di caldo sperma che si perdono nel intestino retto di mia nonna. Le sto innaffiando il culo. Un grido mi annuncia che mia nonna sta godendo e sta riversando nella bocca di mia madre il suo nettare. Ancora alcuni minuti e poi il bacino di Anita si abbatte sul viso di mia madre. Resto aggrappato alle sue tette e la seguo. Carla riesce a sfilare il suo corpo da sotto quello della suocera e si mette a sedere. Mi accarezza la schiena con la punta delle dita. ‘Bravo il mio porcellino. Sei stato un portento. Nello spazio di 24 ore ti sei chiavato il culo della tua mammina e quello di tua nonna. Hai pareggiato il conto.’ Ho ancora il cazzo ben piantato nel culo di mia nonna che sembra non soffrirne molto e che sta sbuffando come una vacca. ‘Mamma per pareggiare manca ancora qualcosa.’ Carla mi fissa con i suoi splendenti occhioni. ‘Cosa manca? A me sembra che i conti tornino.’ ‘Pensaci bene.’ In quella la nonna con un movimento appropriato si fa sfilare il mio cazzo dal culo e scende dal letto. ‘La discussione si sta facendo seria. Voi continuate. Credo che stiate per affrontare un problema molto importante. Vi lascio soli a decidere. Sono sicura che la discussione si concluderà con l’una nelle braccia dell’altro ed &egrave opportuno che il batacchio di tuo figlio si tirato a lucido. Vi consiglio di darvi una pulita. Utilizzate pure il bagno. Io andrò nel bagno degli ospiti. Ho il culo che sembra una fornace. Fate conto che non sono in casa. Ho bisogno di mettere a bagnomaria il mio buchetto anale.’ Carla guarda mia nonna uscire dalla stanza. Scendo dal letto e mi avvio verso il bagno. ‘Mamma, vieni anche tu. Mi aiuterai a pulire il cazzo. Sporco com’&egrave certamente non posso mettertelo in fica.’ Carla mi segue. Mi siedo sul bordo della vasca con i piedi dentro. Mamma prende il laccio della doccia; apre l’acqua; regola la temperatura; indirizza il getto fra le mie gambe, inonda di sapone il mio arnese e afferratolo con le mani lo lava. ‘Ricordo quando eri piccolo che ti facevo il bagnetto e dopo mentre ti asciugavo ti baciavo il pisellino. Ora sei cresciuto e quello che sto lavando &egrave un muscolo molto ben sviluppato. Oltre che essere lungo &egrave anche grosso. Quando lo depositi nel mio ventre fai di me la donna più felice di questa terra e credo che anche la funny di tua nonna sia molto contenta di dare ospitalità a si tale magnificenza.’ Allungo le mani e le afferro le tette. ‘Mamma, anche tu hai argomenti che mi hanno sempre attratto. In particolare gli attributi che di te mi attizzano di più sono la tua vagina e le tue tette. Quando la mia bocca entra in contatto con le tue meraviglie il mio corpo diventa leggero come una piuma. Io non vorrei solo chiavarti, ma vorrei entrare con tutto il mio essere dentro di te ed esplorare l’interno del tuo corpo. Cosi come quando ti succhio le tette vorrei che fossero colme di latte per potermi dissetare.’ L’operazione di lavaggio del pene viene completata. Carla si protrae verso il mio cazzo e lo bacia. ‘Ecco. Ora &egrave pulito e pronto all’uso. Ora tocca a te lavarmi dietro. Sento le pareti del culo impregnate di secrezioni anali.’ Entra nella vasca e si mette carponi. Mi metto a cavalcioni sulla sua schiena e la insapono il bacino. Le mie mani si inoltrano fra i bianchi glutei. Le mie dita strofinano il sapone sul suo sfintere. Mamma incomincia a gemere. Le piace il movimento delle mie dita intorno al buco del suo culo. ‘Amore. Se questo &egrave il tuo modo di lavarmi ti prego di non smettere. Mi sento morire. Sposta il bacino più verso la mia testa. Voglio succhiarti il cazzo.’ Indietreggio con il culo fino a ritrovarmi con il cazzo quasi sulla fronte di mia madre la quale solleva la testa e avvolge il mio cazzo con le sue calde labbra. Incomincia a ciucciarlo. La posizione non &egrave di quelle comode. Io sono disteso sulle schiena di mia madre con la testa fra le sue chiappe. Le lecco il buco del culo mentre lei &egrave sotto di me e mi sta succhiando il cazzo. &egrave un 69 molto particolare. Resta il fatto che mamma mi porta alla eiaculazione che si perde nella sua trachea scendendo fin nello stomaco. Ci sciacquiamo e usciamo dal bagno. Carla mi prende per mano e mi fa sedere sulla poltrona. Lei si siede sulle mie gambe.
continua
P. S.: questo &egrave un racconto di pura fantasia. Ogni riferimento a persone o fatti realmente accaduti &egrave puramente occasionale.
Siamo appena usciti dal bagno. Gli accappatoi avvolgono i nostri corpi. Carla &egrave seduta sulle mie gambe. Un mio braccio le cinge la vita. La guardo. &egrave bellissima. L’amo. Il nostro &egrave un rapporto che, nel pubblico, non viene accettato. Se diventasse di dominio pubblico, nonostante la maggiore età, dovremmo lasciare la città, il paese. Saremmo continuamente additati come una coppia di pervertiti. Chi accetterebbe il fatto che madre e figlio sono amanti. Da non dimenticare che frequento anche il letto di mia nonna e che per ben due volte &egrave stata da me inseminata facendola diventare madre di due splendidi bambini: un maschio ed una femmina. Ho due amanti che sono due meravigliose e bellissime donne. Quando sono fra le loro braccia sono l’uomo più felice di questo pianeta. Anita &egrave la giumenta che deve essere continuamente domata. Quando la monto diventa una cavalla selvatica. Carla, invece, sembra essere una docile puledra ma che, poi, quando &egrave a letto i suoi ormoni si scatenano trasformandola in un uragano dei sensi. Il nostro &egrave un trio perfetto. Io sono il loro amante ed esse, oltre che trastullarsi con me sono tra loro amanti. Più volte ho avuto il piacere di vederle fare sesso tra loro. Non c’&egrave niente di più eccitante che vedere due donne amarsi. Diverse volte mi hanno trascinato nei loro giochi sessuali. Ne sono sempre uscito distrutto. Ho visitato con immenso piacere i loro culetti e ne ho goduto. Loro si sono lasciate sodomizzare senza protestare. Con la mente occupata da questi pensieri non mi accorgo che mamma mi sta parlando. ‘Ehi. Non mi stai ascoltando. Qual &egrave l’oggetto dei tuoi pensieri?’ Mi riprendo. ‘Stavo pensando a voi due. A cosa succederebbe se la gente venisse a sapere.’ ‘Non farmici pensare. Dovremmo scappare.’ Un movimento del suo corpo fa si che una mammella fuoriesca dall’accappatoio. ‘Pensa a cosa si direbbe se si venisse a sapere che i due bambini sono miei figli.’ ‘Non dimenticare che presto anch’io sarò incinta di te. A meno che non ci hai ripensato.’ Allungo una mano e la poggio sulla mammella scoperta. ‘Non ci ho ripensato. L’idea di ingravidarti mi eccita. Dobbiamo, però, pensare, prima che tu venga fecondata, ad andare via. Ti immagini cosa accadrebbe quando gireresti per la città con un il pancione. Non ci vorrebbe molto a fare due più due.’ ‘Con tua nonna non hanno parlato.’ ‘Non hanno parlato a voce alta ma hanno bisbigliato che &egrave peggio che parlare. No, mamma, se vuoi che ti fecondi dobbiamo andar via da questa città. Ci allontaneremo prima noi due. Troveremo dove stare e poi ci faremo raggiungere dalla nonna e dai bambini.’ ‘Sei deciso?’ ‘Sì.’ ‘Questo significa che la possibilità di farti succhiare latte dalle mie mammelle si allontana.’ ‘&egrave meglio così.’ In quel preciso istante Anita fa il suo ingresso. ‘Cosa &egrave meglio?’ Carla si libera dal mio abbraccio e va incontro alla suocera. ‘Tuo nipote &egrave preoccupato che in città si sta sparlando di noi.’ Nonna mi guarda. ‘Come te ne sei accorto?’ ‘Al supermercato due donne mi hanno guardato e si sono nascoste dietro uno scaffale. Mi sono avvicinato su lato opposto ed ho prestato orecchio a quello che dicevano. Le ho sentite parlare di noi due. Di me e di te. Dicevano di essere sicure che qualcosa di strano esiste tra noi. Che il nostro non sembra un rapporto tra nonna e nipote. Che corre voce che tu ti trastulli con me.’ ‘E sul conto di tua madre non hanno detto niente?’ La guardo allarmato. Carla interviene. ‘Non dirmi che hanno parlato anche di me?’ ‘No. Di te non hanno detto niente.’ Rivolgo la mia attenzione alla nonna. ‘Tu cosa hai sentito?’ Anita con un nodo alla gola risponde. ‘Io non ho sentito niente. Ho invece letto. Aspettate qui. Torno subito.’ Esce e ritorna dopo pochi minuti. tra le mani ha una busta che mi porge. Dalla busta estraggo alcuni fogli dattiloscritti. Leggo e impallidisco. Li porgo a mia madre che li legge a sua volta. Finito di leggere guarda la suocera e con un filo di voce:’Sanno.’ In quei fogli c’&egrave scritto la nostra storia fin dal principio. Mancano solo gli episodi della nascita dei due bambini. C’&egrave però scritto della prima gravidanza di mia nonna. C’&egrave anche scritto del rapporto che c’&egrave fra mia madre e mia nonna. Quella che ne esce più infangata &egrave mia nonna. In quelle pagine vi &egrave anche descritto il rapporto incestuoso che lei ha avuto con suo figlio ovvero mio padre. ‘Tuo figlio ha ragione. Prima che scoppi il casino noi tutti dobbiamo andare via. Tempo sette giorni prendo i bambini e vado via. Voi due, nel frattempo, allontanatevi e trovate un posto dove poter stare. I soldi per sistemarci altrove non ci mancano. Una volta trasferiti daremo una procura ad un avvocato affinché venda tutto quello che &egrave di nostra proprietà. Dobbiamo sparire. Entrare nell’anonimato.’ Le guardo. Nonostante la preoccupazione dipinta sul loro viso sono bellissime. ‘La pagherà. Non so come ma gliela faro pagare.’ Carla mi guarda. ‘Chi dovrà pagarla?’ ‘Tuo marito. Mio padre. Hai letto e non hai capito che quello che &egrave scritto in questi fogli viene da tuo marito?’ &egrave la volta di Anita. ‘Tuo figlio ha ragione. la lettera l’ha scritta mio figlio. Solo tuo marito &egrave a conoscenza di quello che c’&egrave stato fra me e lui; del rapporto che esiste fra me e te; del fatto che tuo figlio entra nel tuo letto e nel mio e della mia prima gravidanza frutto del rapporto con tuo figlio. Nella lettera non si fa cenno del mio secondo parto perché lui non lo sapeva. &egrave lui che ha messo in giro le voci. L’ho ha fatto in modo subdolo. La gente ci ha ricamato sopra e senza saperlo &egrave giunta a delle conclusioni vere ma che non può provare. Si &egrave voluto vendicare del fatto che mi sono fatta ingravidare da tuo figlio. Ha creduto che, facendomi mettere incinta da mio nipote, l’abbia tradito; l’ho lasciato andar via preferendo suo figlio a lui. Si sta vendicando.’ Mia nonna sta mostrando ancora una volta di essere una persona razionale. ‘Dove pensi di andare?’ ‘Ho una tenuta molto, ma molto lontano. Nessuno ne conosce l’esistenza. Nemmeno tuo padre. Sono contenta di non averglielo detto. Mi rifugerò là insieme ai bambini.’ La cosa non mi allettava molto. Anita sta macchinando qualcosa di sgradevole. ‘Noi come faremo a raggiungerti?’ Nonna mi guarda. Leggo nei suoi occhi un addio. ‘Sarò io a farmi viva. Tu e tua madre mi farete sapere dove vi siete sistemati.’ La risposta di Anita &egrave la conferma di quello che ho letto nei suoi occhi. ‘Da quando hai progettato di andare via?’ ‘Da quando ho ricevuto la lettera.’ &egrave il momento di Carla. Anche lei ha capito che la suocera ha deciso di lasciarci. ‘Tua nonna ha ragione. Per il bene dei bambini dobbiamo lasciarla partire. Nel posto dove intende recarsi nessuno li conosce. Portano il cognome di tua nonna. Crederanno che sono figli di un rapporto finito male. Sono ancora piccoli. Non avranno difficoltà ad inserirsi. Ed &egrave giusto che sia così.’ Sono prostrato. Anita si avvicina. Porta una mano sotto al mio mento e lo solleva. Si china in avanti e poggia le sue labbra sulle mie. Mi bacia. ‘Quello che c’&egrave tra noi non lo dimenticherò mai. Come sarà possibile dimenticare i momenti di gioia che mi hai regalato tenendomi stretta fra le tue braccia? Sei mio nipote ed ho voluto che fossi il mio amante e poi anche il padre dei miei figli. Del resto anche se volessi non ci riuscirei. Sarebbe la presenza dei tuoi figli a ricordarmi il mio amore per te.’ Ricambio il suo bacio. Lei si stacca da me ed esce dalla stanza senza voltarsi. Resto solo con Carla. Mamma va a sedersi sul letto. Ha l’accappatoio completamente aperto sul davanti. ‘Non stare a pensarci. Vedrai che la lontananza non sarà lunga. Noi, tua nonna, la rivedremo ancora. Ora &egrave necessario allontanarci.’ ‘Mamma io l’amo. Non &egrave solo questo. Dovrò anche allontanarmi dai miei figli.’ ‘Anche lei ti ama ed &egrave proprio perché ti ama che si allontana. Piuttosto noi due cosa faremo?’ ‘Noi andremo in un posto dove non ci conoscono; dove l’amore non &egrave vissuto come un peccato; dove io posso amarti senza che nessuno abbia da ridire.’ ‘Esiste un posto del genere? Dove pensi di trovarlo?’ ‘Non lo so. Gireremo il mondo fino a quando non lo troveremo.’ ‘Ricordati che io voglio un figlio da te. Mi sto avvicinando alla soglia dei 40 anni e voglio che tu mi ingravidi prima che li superi. Non voglio arrivare all’età di tua nonna per essere messa incinta.’ Mi alzo dalla poltrona e la raggiungo. Mi siedo vicino a lei. Allungo una mano e raggiungo le sue mammelle. Le accarezzo. Lei ha un brivido. ‘Mamma non avere timore. Il figlio lo farai e se troviamo il posto adatto ti farò fare più di un figlio. Diventerai la mia scrofa.’ Carla non &egrave insensibile alle carezze che le sue prosperose mammelle stanno subendo. Oltre ad accarezzarle le tette, le pizzico anche i grossi capezzoli che ormai sono diventati duri come l’acciaio. Sento il suo corpo vibrare. ‘Mamma perché non ti giri e ti metti alla pecorina.’ Carla come un automa si toglie l’accappatoio; sale sul letto e si mette carponi. Allarga le cosce in modo tale da darmi in visione i suoi organi genitali. La sua vagina grondante di umori &egrave pronta a ricevere il mio alieno. Mi posiziono dietro di lei e con una mano accompagno il mio fallo fra le grandi labbra della pucchiacca di mia madre. La penetro. Il pene scivola dentro il ventre di Carla senza difficoltà alcuna. Mia madre si stende trascinando il mio corpo sulla sua schiena. ‘Oh! Amore. E’ bello sentire il tuo cazzo dentro di me. Ti prego, non muoverti. Voglio che questa presenza aliena che sta pulsando nel mio corpo si senta a suo agio.’ Una strizzatina sulle pareti del pene mi dicono che ha messo in azione i suoi muscoli vaginali. Mi massaggia il cazzo con continue strizzate. Ululo. ‘Mamma. Sei formidabile. La tua fica mi sta mungendo il pene come se fosse il capezzolo di una vacca. Se continui così mi farai venire.’ ‘&egrave quello che voglio. Da oggi non ti succhierò più il cazzo. Niente più pompini e soprattutto niente più rapporti anali. Se mi vuoi dovrai chiavarmi in modo normale. Ogni volta che sei dentro di me devi riempire il mio ventre del tuo sperma. E questo fino a quando non sarò gravida.’ Così sia. Le pompo il cazzo nella fica e scarico il mio liquido seminale nel suo caldo ventre. Lei lo riceve con gioia. ‘Sììììì. Lo sento. &egrave caldo. Mi stai riempendo.’ Per tutto il giorno e per tutta la notte mia madre mi cavalca fino a sfinirmi. Il mattino dopo Anita ed i bambini sono già pronti per partire. Pensando a quello che sta per fare non &egrave riuscita a dormire. L’auto &egrave già davanti al portico. I bambini sono già a bordo. Nonna ci abbraccia e senza voltarsi indietro sale sull’auto; mette in moto e parte. Il resto del giorno lo trascorriamo davanti al pc. A turno io e Carla navighiamo sul web per cercare un posto dove andare a stabilirci. L’impegno che mettiamo nella ricerca ci fa tralasciare il sesso. Per un lungo periodo io e mamma dormiamo in letti separati. La ricerca di un posto in cui andare a stare occupa la mente di mia madre. Il suo tempo libero lo passa davanti al PC. Oramai il web per lei non ha segreti. Purtroppo la ricerca risulta essere infruttuosa. Fino a quel momento sembra che non esista nessun posto dove due persone legate da vincoli di parentela che si amano possano stabilirsi senza avere fastidi. I giorni si susseguono. Un sera rientro da una passeggiata e trovo Carla seduta davanti alla scrivania della nonna intenta a esplorare il web. Mi avvicino e le poggio le mani sulle spalle. Al contatto avverto che i muscoli del collo sono contratti. Chino la testa e le do un bacio sul collo. Lei ha un brivido. Solleva la testa e mi guarda. ‘Ciao. Sei tornato presto.’ I suoi occhi brillano. ‘Non mi andava di gironzolare senza di te al mio fianco. Trovato niente?’ ‘Niente. Nessuno ci vuole.’ Solo in quel momento mi accorgo che indossa una maglietta con una profonda scollatura a V. La mia vista sprofonda nella vertiginosa apertura. Vedo il solco che separa le bianche e grosse mammelle di mamma. Noto che non indossa il reggiseno. Sarà perché quelle stupende bocce di bianco alabastro hanno sempre suscitato le mie voglie sta di fatto che il mio socio ha un guizzo e comincia ad impennarsi. Le mie mani rispondendo ad un desiderio si muovono senza controllo e scivolano nell’apertura della maglietta. Scendono lungo il solco e si fermano solo quando sentono la spinta dei capezzoli contro il palmo delle mani. Le palpo. Le pastrugno. Sono morbide ed allo stesso tempo sode. Sono sempre stato innamorato delle tette di mia madre. Intanto l’alieno si &egrave completamento svegliato. Si &egrave indurito e spinge contro la schiena di Carla la quale continua a fissare i suoi occhi nei miei. Vi leggo il desiderio. ‘Mamma ho voglia del tuo corpo.’ Lei si divincola ponendo fine alla palpazione delle sue tette. Si alza in piedi. Si libera della maglietta e della gonna. Afferra i bordi delle mutandine e le sfila. &egrave nuda. Il suo bianco corpo riflette i raggi della luce artificiale delle lampade. Guardarla in quella veste &egrave come vedere Venere che esce dal mare. &egrave una meravigliosa visione quella che mi &egrave davanti. Mi getta le braccia al collo. ‘Anch’io ho voglia di te. Sono mesi che siamo in astinenza. Basta. Che vadano a quel paese tutti i bigotti di questa terra. Non ce la faccio ad arrivare fino alla stanza da letto. Voglio che tu mi chiavi qui e subito. Scopri il tuo ariete e sfondami la fica. Fottimi.’ Le nostre teste si avvicinano. Le nostre bocche si incontrano. Le mie labbra sono poggiate sulle sue. Si dischiudono. La lingua guizza verso l’esterno ed incontra la sua. Si toccano. Vibrano. Duellano. Fra loro si avviluppano. La lingua di Carla spinge indietro la mia. Entra nella mia bocca. La succhio. Rifà il cammino inverso. La mia lingua la segue. Valica le sue labbra ed entra nella sua bocca. Sento le labbra bloccarla e poi succhiarla. In questo le mie mani non stanno ferme. Accarezzo la schiena di quel meraviglioso corpo. Le sue sode natiche sono sotto le mie mani. Le stringo e le spingo contro di me. Il mio indurito ariete, ancora coperto dalla stoffa dei pantaloni, spinge contro il suo ventre. Le mani si spostano e risalgono. Arrivano alle mammelle. Mi scosto quel tanto che basta per artigliarle con le dita e le strizzo. Sentire quella massa di soda carne schiacciata contro il palmo delle mie mani mi eccita sempre di più. Le mie dita le artigliano i grossi capezzoli e li stringono fino a farle male. Il suo grido di dolore viene soffocato dalla congiunzione delle nostre bocche. Lei smette di baciarmi. ‘Mi hai fatto male. Che ti &egrave preso?’ ‘Scusami mamma. &egrave stato un gesto incontrollato. Non volevo farti male. Ma quando le mie mani si poggiano sulle tue favolose mammelle e le mie dita circondano i tuoi splendidi capezzoli non riesco a trattenermi. Devo strizzarli.’ Lei mi guarda negli occhi. ‘Lo so. Lo hai sempre fatto ed a me piace sentire le tue dita strizzarmeli, ma questa volta mi hai fatto male. Dai spogliati. Fammi vedere a che punto sei?’ Abbasso i pantaloni e con essi anche gli slip. Il mio ariete schizza sull’attenti. Carla lo guarda come se fosse la prima volta. ‘&egrave bellissimo. Il tuo fallo darebbe la felicità a molte donne ed io sono una di quelle. Vuoi che ti faccia un pompino?’ Ho un grosso desiderio di sentire le sue labbra avvolgere il mio cazzo; sentire il caldo della sua bocca. ‘No. Voglio solo metterlo nella tua vagina e scaricare nel tuo ventre il mio piacere. Girati e poggia le mani sulla scrivania.’ Lei invece si piega sulle ginocchia e avvicina la bocca al gonfio glande. ‘Lasciami fare. Ho voglia di succhiartelo. Non ti preoccupare. Non ti farò venire. Il tuo seme lo depositerai nel mio ventre.’ Apre la bocca e avvolge con le sue caldi labbra il mio alieno. Lo lecca. Lo succhia. Una sua mano e fra le mie cosce ed avvolge i miei gonfi testicoli. L’astinenza fa si che i miei ormoni vadano subito in ebollizione. Il pene vibra. &egrave in quel momento che sento una forte stretta sulla borsa scrotale. Mi fa male. Grido dal dolore. Lei smette di succhiarmi il cazzo. Si rimette in piedi. Si gira verso la scrivania, poggia le mani sulla stessa ed indietreggia con il corpo piegandosi contemporaneamente in avanti. Allarga le gambe. Gira la testa. ‘Dai. Non tentennare. Dammelo. Sono pronta.’ Mi porto dietro di lei. Con le mani le allargo le natiche. Avvicino il glande alle pulsanti grandi labbra e la penetro. Affondo nel suo corpo con lentezza. &egrave talmente irrorata di umori che non faccio nessun sforzo per entrare. Quando il mio pube entra in contatto con le sue natiche fermo la spinta. Il mio cazzo &egrave per tutta la sua lunghezza dentro il ventre di mia madre. Le metto le mani sui fianchi e comincio a chiavarla. Prima lentamente e poi sempre con più foga. Sento i suoi mugolii di piacere riempire la stanza. Il mio dentro fuori diventa più veloce. Sento il piacere invadere i miei testicoli e lo sperma incomincia a salire lungo il condotto uretrale. Come un vulcano erutto il mio seme nella vagina di Carla. ‘Sì. &egrave bello sentire il tuo caldo sperma schiacciarsi contro il mio utero. Mi stai innaffiando.’ Esausto mi abbandono sulla sua schiena. Avvicino la bocca al suo orecchio e le sussurro. ‘Non credere di cavartela così. Il giorno non &egrave ancora finito e la notte deve ancora cominciare.’ Non solo la notte fu densa di battaglie campali consumate fra le cosce di mia madre, ma per un mese intero i nostri momenti liberi li trascorriamo sollazzandoci. Il corpo di Carla diventa il mio trastullo. Ed &egrave cosi che un mese passa. &egrave venerdì quando rientro. La casa &egrave in silenzio. Carla non c’&egrave. Vado in cucina. Sul tavolo vedo una busta da lettere. La prendo. &egrave indirizzata a me. L’apro. Riconosco la scrittura di mia madre. Leggo. Alla fine della lettura ho bisogno di sedermi. Carla mi scrive di essere incinta e che per il mio &egrave suo bene &egrave necessario separarci. Di non cercarla perché una nostra ricongiunzione sarebbe inutile. Non mi dimenticherà &egrave che il figlio che porta in grembo sarà sempre lì a ricordarle i fantastici giorni trascorsi fra le mie braccia. Sono prostrato. La mia mente &egrave in subbuglio. Anche mia madre come mia nonna mi ha lasciato. Nonostante le mie ricerche non riesco a trovare nessuna delle due. Un sogno ha fine. Il tempo lenisce qualsiasi ferita. Passano gli anni. Ho conosciuto una bella ragazza e l’ho sposata. Mi ha dato tre splendidi bambini. Sono felice della mia nuova vita. Di tanto in tanto la mia mente divaga e mi vedo stretto tra due meravigliose e splendenti donne: mia nonna e mia madre.

Fine

P. S.: questo &egrave un racconto di pura fantasia. Ogni riferimento a persone o fatti realmente accaduti &egrave puramente occasionale.

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