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Racconti erotici sull'Incesto

Mia sorella ed io

By 20 Novembre 2007Dicembre 16th, 2019No Comments
[Perdonate la lunga ma necessaria introduzione, le puntate successive saranno sempre dolci ma più decise e porche]

Quel fine settimana i nostri genitori erano andati via, per un week-end di vacanza.
Io invece ero rimasto in casa, per di più solo: nessuna relazione fissa, nessun aggancio in chat o amica libera, amici impegnati. Insomma proprio quella che si chiama “noia”.
Ero stravaccato sul divano, a guardare la TV, era un giorno d’inizio estate, caldo abbastanza da stare in maglietta e pantaloncini ma non troppo da sudare, e di quel tepore che aiuta a rilassarsi, assopirsi, lasciare andare le proprie tensioni, e lasciar scivolare la mano sotto gli slip mentre si chiudono gli occhi, sentendo la gonfia consistenza del proprio membro…no, diciamo la verità, il mio &egrave proprio un bel cazzo e lo so, non &egrave esagerato ma &egrave comunque una merce rara in questo mondo, abbastanza rara da essere apprezzata (e molto!) dalle più, al di là delle vanterie di molti singoli e di molte singole…sentivo i suoi 20cm gonfiarsi pian piano sotto le mie carezze, mi stavo rilassando davvero e pensavo a qualche troietta che…
Si apre la porta di casa e subito si richiude sbattendo. Passi veloci, leggeri ma pesanti, un’altra porta che sbatte. Mia sorella &egrave tornata, e sembra un po’ alterata. Penso un attimo a lei ancora con la mano sul cazzo gonfio: proprio una bella ragazza, viso molto dolce e carino, corpo da modella con tutte le curve al punto giusto, non di una bellezza vistosa ma certamente nessun vero ragazzo la disprezzerebbe, e poi &egrave spesso così gentile e solare…anche se a volte &egrave fredda e scostante, e non veste sempre in modo da valorizzare il suo corpo…no dai cosa penso, meglio invece che vada a vedere cos’&egrave successo. Sbuffando mi alzo dal divano e vado verso camera sua. Busso.
– Margherita…
Niente. O forse sì, sembrano singhiozzi.
-Marghe…c’&egrave qualcosa?
Ancora singhiozzi, più forti. Giro la maniglia ed entro. Lei, seduta sul letto, col fazzoleto in mano.
– Che vuoi…?
– Ti ho sentita correre qui, e ora piangi…
– Sì.
– …e insomma, mi preoccupavo.
Ero sincero, vederla così mi faceva davvero tenerezza.
Eppure, c’era qualcosa di strano…ma sì, i vestiti! Raramente l’avevo vista così. Scarpe col tacco, gambe nude, minigonna che da seduta arrivava quasi all’inguine, maglietta aderente che premeva sui seni, una bella 3a misura, i capelli rossi sciolti che cadevano scomposti sulle spalle.
– Non dovevi essere dal tuo ragazzo, quel…
– Sì! – M’interruppe con violenza.
– Ah…e…ti va di parlarne?
Mi sedetti accanto a lei, che fece qualcosa che non faceva da tempo: mi gettò le braccia al collo e mi abbracciò, anche se stavolta non per gioia o per scherzo, ma per piangermi sulla spalla. La nostre gambe nude erano a contatto, il mio pelo virile (né troppo né troppo poco) sulla sua pelle liscia e depilata. Attraverso la stoffa, il suo petto premeva sul mio. La mia guancia sui suoi capelli lunghi, ed ecco qualcos’altro d’inusuale: un profumo, non troppo, ma femminile e sensuale. Ricambiai dolcemente l’abbraccio, stringendola a me…quasi senza accorgermi che il mix di caldo, contatto umano, dolcezza, mi stava facendo irare di nuovo l’uccello.
– Dai su…non fare così…al tuo fratellone puoi dire tutto…
La coccolavo come una bambina…la mia bambina.
– Filippo…
– Sì?
– Filippo…lui &egrave un porco e un bastardo, ecco cos’&egrave!!!
Singhiozzava, le sue lacrime mi bagnavano la spalla.
– Su dai…calmati, prendi fiato…e raccontami cos’&egrave successo.
Le presi la testa tra le mani, le baciai la fronte e le asciugai le lacrime. Gli occhi erano rossi, e vibravano di odio e, avrei detto, anche amore (per lui? per me?). Cominciò a parlare come un torrente in piena.
– Mi ha mollata…quello stronzo…mi ha lasciata perché dice che sono frigida, che non lo amo davvero sennò dovrei fare certe cose, che mi vesto da troia per farlo contento ma che sotto le mutande ho solo un pezzo di ghiaccio…
Riprese a piangere, ma più silenziosamente.
– Guarda com’ero andata vestita da lui…per farlo felice e passare una bella giornata…e quel maiale voleva solo tirar fuori l’uccello e togliermi le mutande…
– Dai non piangere…sfogati con me… – La riabbracciai mentre continuava, ma non potevo fare a meno di pensarla senza mutande e…
– Io…&egrave vero…forse…forse &egrave colpa mia…ma non provo piacere…nessun calore, niente…con i ragazzi…e poi non mi attira il loro coso, anzi a volte mi fa schifo quello che chiedono…
– Non sarai ancora vergine…
– No! Ma lo stesso, non mi &egrave mai piaciuto…e poi fare certe cose…&egrave come se mi trovassi davanti dei pezzi di legno, non riesco ad avere nessuna voglia.
Mi fissò. Da piccoli eravamo molto legati, io il fratello maggiore, lei la sorellina bisognosa di affetto e protezione…
– E tu invece…
La mano le scivolò sul mio pacco…oh cazzo, era proprio il caso di dirlo.
– Oh cazzo – esclamò invece lei – scusami non volevo…ma…tu…perché…sono io?
– Sei tu…cosa?
– A farti questo effetto?
La sua mano restava sul mio pisello, ferma e decisa, premeva. Istintivamente strinsi le gambe…mi vergognavo, strano per uno che dai 14 anni lo mostrava e lo lasciava usare alle ragazze.
– Io…scusami Marghe…non so cosa mi sia preso…non volevo, non pensavo…
– Non pensavi…a me? A chi allora, a qualcuna delle tue troiette?
Sembrava gelosa.
– No…non pensavo che…pensavo a te…no ma…scusami, ora penserai che anche tuo fratello &egrave un porco, anzi di più perché pensa a sua sorella.
Ma la sua mano rimaneva lì, sopra la stoffa; anzi, prese a carezzarlo dolcemente.
– Filippo…anch’io devo farti una confessione…ho sempre pensato a te come il mio caro fratellone, ma ora mi accorgo che…ti amo più di quanto dovrei.
– Anch’io ti volgio bene Marghe, ma…aspetta, vuoi dire che…ma…non ti faceva schifo? – Le dissi mettendo la mia mano sulla sua sopra il mio cazzo ormai rigido.
– Scusami Fil, forse non dovevo…
– No non &egrave quello, cio&egrave…
– Io, ecco, non &egrave vero che non provo mai niente per i ragazzi…provo qualcosa per un ragazzo…la provo per te…sì, &egrave così, la brava sorellina fa brutti pensieri sul fratellone…non dovrei lo so, ma sei l’unico…ho tentato altri ragazzi, ho tentato di tutto per non pensarci più, &egrave sbagliato lo so…ma &egrave tutto inutile.
Ora capivo, certi sbalzi d’umore, certi abbracci, certe scenate, certi sguardi.
– Fil, io…non posso più resistere…
– Marghe, a dire il vero, anch’io ho sempre pensato a te…
– Dici davvero?
Sorrise, la prima volta da quando era rientrata in casa.
– Sì davvero…
– E le tue troiette?
– Sai come siamo noi uomini…con loro era solo sesso – tentai di giustificarmi, in fondo era vero, ma temevo non mi credesse – mentre per te…c’&egrave anche vero affetto.
Sorrideva, le nostre mani ferme, indecisi.
In fondo, ero io l’uomo ed il fratello maggiore…quindi, se tanto valeva buttarsi, presi l’iniziativa.
La baciai sulla bocca, premendo le labbra, a temevo ancora che di lingua…invece si propose lei, apri le labbra e la tirò fuori, io risposi e intrecciammo le nostre lingue…stavo linguando con mia sorella ed avevo il cazzo durissimo…non m’importava più di nulla, e forse nemmeno a lei.
Avanzai di nuovo io, presi a palparle tette e culo da sopra i vestiti…vediamo se &egrave questo che cerca. Lei rispose carezzando il mio cazzo.
– Marghe…
– Fil…
– Sai quello che stiamo facendo, vero?
– Fai di me quel che vuoi, Fil…ti prego!
Ci baciammo ancora…ma stavolta passai le mani sotto la minigonna, trovando gli slip. Lei mi assecondò, e nonostante la posizione scomoda glieli sfilai. La figa era calda e pulsante, umida, morbida, la peluria mi pizzicava i polpastrelli mentre la toccavo dolcemente.
– Mmmmmmmmmmmm…Fil…che bello…
Le presi la mano e gliela infilai sotto i pantaloncini, direttamente sul cazzo duro.
– Mmmmmmmmmmmm…che bel cazzo…che grosso…&egrave tutto per me? Ti piaccio davvero?
– Sì Marghe…mi piaci da morire…
Le passai un dito fra le grandi labbra, sfiorando le piccole, poi tornando a stuzzicare il clitoride gonfio.
– Mmmmmmmmmmmm…ooohhhhhh…sssììììììì!!!!
Diede un urletto. Ma continuai a carezzarla, mentre lei mi stringeva in mano il cazzo e lo menava lentamente. Sembrava più esperta di quel che diceva prima…
– Sorellina, se vuoi…meglio spogliarci, no?
– Sì fratellone.
Ci staccammo, e la spogliai della maglia, della mini e delle scarpe, rimase col solo reggiseno, che fui ben lieto di sganciare e togliere. Presi fra le mani i seni, turgidi, lei mugolava, le presi alternativamente i due capezzoli in bocca, leccandoli succhiandoli e baciandoli, lei si stringeva le labbra e mi accorsi che si stava carezzando la figa pelosa. Continuai sulle sue splendide tette per un po’. Mi staccai, e mi rialzai.
Mi tolsi velocemente maglia, panta e slip. Rimasi col cazzo eretto a penzoloni, tutto nudo come lei era tutta nuda (e bellissima così).
Mi sorprese quando s’inginocchiò…ma non le faceva schifo?
– Fil, con te…&egrave diverso…&egrave così che si fa? – Mi chiese.
Lo prese tra le mani alla base, stringendolo, poi cominciò a baciarlo e dargli leccatine sul prepuzio e la cappella. Ora mugolavo e stringevo le labbra io. Non so se era più brava lei, o più eccitante la situazione. Lo prese in bocca, anzi lo accolse fra le sue labbra. Prima ciucciò bene la cappella gonfia e violacea (oltre che in lunghezza, le dimensioni sono buone anche in larghezza), come fosse un gustoso gelato. Poi s’infilò in bocca metà del cazzo, lo succhiava e lo leccava da dentro, era fantastica…forse era una pompinara nata, altro che frigida! Ma non era solo la meccanica dell’evento…era la situazione…era lei! Cominciò a muovere la bocca su e giù lungo il mio cazzo, tirando la pelle, tirandomi una sega con la bocca…ero in estasi, ma rimisi la testa a posto, pensai che tra poco così avrei goduto, e non sapevo se lei avrebbe apprezzato.
Le presi la testa fra le mani, fermandola, carezzandole dolcemente i capelli. Lei mi fissò, un misto di amore, voglia sessuale e sorpresa.
– Ferma Marghe…o godrò subito…
Mi staccai.
– Stenditi sul letto, a gambe aperte.
Obbedì.
Mi chinai sul bordo, e presi a baciare e leccare quella figa bollente ed invitante…e scoprii che era già caldissima e fradicia, non c’era bisogno che la preparassi evidentemente…ma a me piaceva molto leccare…e leccare…e stringere le labbra della figa fra le labbra della mia bocca…e bere le gocce del suo succo…e penetrarla di lingua…
– Fiiillllll!!!!! Ssììììììììì!!! Daiiiiiiiiiii!!!!!! La tua sorellina &egrave la tua troiaaaaa!!!!!!!!!!!
Era partita pensai…e un po’ ero partito anch’io. Solo con il tempo mi accorsi che non era la semplice eccitazione del momento, ma una precisa volontà…per entrambi.
Stavolta mi fermò lei la testa.
– Fil, ti prego…scopami! Subito, ora, non resisto più!
Mi alzai di fronte a lei, mi misi sul letto. Il mio bacino fra le sue cosce. Lentamente indirizzai il mio cazzo sulla sua passera che sembrava gridare di penetrarla. Lo premetti allargandone le labbra con la cappella. Scivolava dentro bene con tutto quel liquido e quel calore che ne usciva, ma era anche un po’ stretta, e in fondo come detto anche il mio cazzo non era proprio roba da verginelle o quasi. Lo spingevo lentamente, lei mugolava e si strizzava i seni. Io spingevo, finché non entro tutto, fino alle palle, 20cm di carne pulsante e duro piacere.
– Ohhhh… – fece lei – dai sì…scopami stallone…chiava la tua sorellina!
Mi strinse le gambe attorno ai fianchi, tenendomi stretto a lei.
Iniziai a pomparle la figa, prima lento e calmo, poi entrambi fummo presi completamente dalla foga amorosa, nudi e sudati coi corpi pieni di piacere perverso a contatto, ci baciavamo e cercavamo le nsotre lingue, e presi ad aprirle la figa con colpi possenti e più veloci. Invece di piangere per la violenza della scopata, lei ne godeva sempre più, ne voleva sempre più, era piena di piacere sul mio cazzo che la sfondava. E continuavo a chiavarla, spingendole tutto il mio cazzo durissimo e gonfio dentro la pancia, e lei si stringeva sempre di più a me e mugolava e gridava di piacere…
E venemmo nello stesso momento, io dentro la sua figa, lei sbrodolando sul mio cazzo che la riempiva.
Forse lei indovinò il mio pensiero, dopo che avevo ripreso il lume della ragione, quando disse sorridendo: – Tranquillo, prendo la pillola…
Ci guardammo, entrambi felici, soddisfatti e innamorati.
Mi staccai per andare a pulirmi, ma lei più veloce fu sul mio cazzo, che sapeva di carne, di ormoni virili, di sperma caldo e di liquido della sua stessa passera, anzi era in parte ricoperto degli ultimi due. Mi sorprese (allora non le fa schifo, bene bene…) e mi rese contento nello stesso tempo. Lo succhiò dolcemente e lo ripulì a fondo, tenendolo tra labbra e lingua finché non si ammosciò. Poi, con la mano con cui stava toccandosi la figa gonfia e in fiamme, prese il succo del nostro piacere con le dita portandoselo alla bocca, guardandomi piena di voglioso godimento come se volesse sfidarmi.
– Ti amo, Fil…
– Anch’io ti amo, Marghe…
Mi chinai all’altezza del suo viso.
– Sorellina…
– Fratellone…
Ci baciammo con passione, prima di andare a ripulirci un po’.
I nostri genitori ci avevano lasciati soli in casa fino all’indomani, eravamo nudi, eravamo innamorati, eravamo porci e pieni di cose da fare insieme e di tempo da recuperare…e non era solo fino a domani, era un nuovo orizzonte che mi si apriva davanti, e che si apriva anche per lei (e non solo quello si sarebbe aperto…).

[Fine prima parte] Eravamo nudi e pieni di piacere, sudati e felici, l’uno abbracciato all’altra e stesi sul letto matrimoniale dei nostri genitori.
– Fil’
– Dimmi’
La strinsi a me, teneramente, le mie dita giocavano coi suoi lunghi e rossi capelli mentre la sua testa era poggiata sul mio petto; la sua mano stava carezzando il mio cazzo, di nuovo gonfio, ma non avevamo fretta, non oggi.
– Stanotte dormiamo qui, su questo letto, ti va fratellone? Come due fidanzati’o due sposi’
Le baciai i capelli, li odorai, aveva un buon profumo.
– Sì’&egrave un’ottima idea tesoro’ma ora ti faccio anch’io una proposta’
– Dimmi’
Con una mano le presi un seno, lo palpai e lo massaggiai.
– Fino a domani, nessuno di noi due dovrà mai indossare alcun vestito, va bene?
Mi guardò con occhi luminosi e innamorati.
– Sì!
Avvicinai il mio viso e la baciai, con passione, infilammo subito la lingua in mezzo, intrecciavamo le nostre lingue mentre cercavamo di stringere le nostre labbra, le mie dita titillavano un suo capezzolo e le sue lentamente masturbavano il mio cazzo di nuovo duro e ritto. Rinunciammo a stringere le labbra, ci baciavamo a bocca aperta, con le lingue che giocavano tra di loro.
– Sorellina’come mai prendevi già la pillola?
– Sai, pensavo avrei goduto di più, forse, col cazzo nudo, almeno le mie amiche dicevano così’che stupida che ero, non avevo ancora capito che era te che volevo, non loro’ti amo fratellone!
– Anch’io tesoro mio’ma anche di bocca non eri mica male per una verginella, anche quello insegnato dalle tue amiche?
– Diciamo di sì’anzi lasciami provare una cosa’
La lasciai fare senza parlare, solo carezzandole i capelli. La sua testa scese sui miei capezzoli leccandoli e succhiandoli uno ad uno, una cosa che a me fa impazzire (come mi piace farlo alle donne), leccava attorno alle piccole aureole e poi suggeva le piccole punte finché non erano gocciolanti di saliva. Poi scese baciando e leccando la mia pancia, attorno all’ombelico, e quindi con le labbra baciò la punta del mio pene che teneva fra le dita. Poi gli diede una leccatina giusto sul prepuzio, scese dietro sul filetto, e proseguì lentamente giù per l’asta, fino alle palle gonfie e pelose, che prese in bocca e succhiò e leccò con gusto. Io mugolavo di piacere, avevo gli occhi chiusi e mi godevo la sua bocca sul mio corpo, era fantastica’un vero dono di natura!
Risalì leccando l’asta fino alla cappella, che prese in bocca. Socchiudendo gli occhi vidi che aveva una mano fra le gambe, la muoveva, forse aveva infilate le dita in figa. Succhiò e strinse la cappella tra le labbra; all’interno della bocca, dava colpetti di lingua, e si gustava il mio cazzo con grande voglia. Poi stringendo le labbra scese, ingoiando a fondo la cappella e cercando d’infilarsi in bocca tutto il mio cazzo rigido e gonfio, fin quasi alle palle. Rimase senza fiato e risalì fin quasi alla cappella, stringendolo di meno; poi, stringendone la base in una mano e le palle nell’altra, prese fiato e ritornò giù, facendo scorrere la lingua lungo la cappella e l’asta mentre si affondava il mio cazzo fino in gola. Era magnifica, ero in estasi, non era un’esperta ma ci metteva tutta la sua anima per fare piacere al suo amore, e imparava in fretta; inoltre il tocco delle sue labbra, della sua lingua, delle sue mani, sui miei genitali era incredibilmente delicato ed eccitante.
Cominciò ad andare su e giù sul cazzo, stringendo la pelle fra le labbra, facendomi una sega con la bocca. Forse era d’istinto, forse qualche sua amica’ma era fantastica!
Non ci pensai nemmeno, perso nell’estasi del suo splendido pompino, lei lì distesa di fianco a me con la testa sul mio ventre a succhiarmi un uccello grosso e gonfio e due palle piene di nuova sborra, non ci pensai proprio a durare di più o a non venirle in bocca. La lasciai andare e mi lasciai andare a quel pompino, gemevo e godevo e non m’importava più di niente, mentre lei muoveva la testa su e giù pompandomi il cazzo e leccandolo mentre lo ingoiava.
E così le venni in bocca senza avvertirla, senza accorgermene quasi, un fiume di sborra calda a grandi fiotti dentro il suo cavo orale. D’istinto le strinsi la testa sul mio cazzo, costringendola a bere. Lei non si scompose, inghiottì tutto o almeno ci provò, per non soffocare e per l’eccitazione che prendeva anche lei (chissà che calda e bagnata la sua figa con le dita dentro mentre mi succhiava il cazzo e beveva il mio abbondante succo’), qualcosa le colò ai lati delle labbra, finché non mi fermai, esaurito il mio rogasmo travolgente, col cazzo ancora duro dentro la sua graziosa bocca. Lei lo ciucciò e leccò e assaporò e ripulì con grande gusto, senza trascurare un frammento di pelle, fece un lavoro sopraffino sul mio cazzo, e poi si staccò.
Ci guardammo dritti negli occhi. Aveva una goccia di sperma ancora ai lati delle labbra che si stava leccando, la aiutai raccogliendola con un dito e poi mettendole il dito in bocca, facendogli succhiare anche quello, cosa che fece molto volentieri.
– Ti &egrave piaciuta la tua troietta, fratellone?
– Sei la mia splendida troietta, sorellina’tutta mia vero?
– Sì tutta tua e solo tua!
– E allora preparati che adesso ti farò provare io qualcosa, mio amore’

[continua] Eravamo nudi sul letto matrimoniale, lei aveva appena bevuta tutta la mia seconda e copiosa sborrata di quella giornata. Nudi e pieni di reciproco piacere, e ancora vogliosi l’uno dell’altra. Il mio cazzo mi penzolava fra le gambe temporaneamente moscio, mentre Margherita ancora gustava in bocca il suo sapore e quello della sua sborra.
– Mettiti a quattro zampe sorellina.
– Sì fratellone!
Obbedì subito, e davanti al mio viso si parò la visione oscena e bellissima del suo ano e della sua figa, nudi e pronti a ricevere piacere.
– Questa posizione si chiama pecorina’
– Lo so, stupido’
– Pensavo fossi una verginella’
– Scemo’credevi che vivessi così fuori del mondo?
La mia risposta fu di affondare il viso nel suo sesso. Baciavo e ‘mangiavo’ la sua passera caldissima e bagnata, la mia lingua leccava come fossi un cagnolino, insinuandosi con colpetti veloci fra le labbra. Con due dita individuai il clitoride e presi a stuzzicarlo, per poi mettermi a stimolarlo con le labbra e la lingua. Infilai indice e medio nella figa fradicia, e cominciai a masturbarla mentre leccavo e ciucciavo il clito. Mia sorella mugolava e gridava di piacere, mentre stringeva nei pugni le lenzuola ed aveva il viso sul materasso, gli occhi chiusi e la bocca aperta che gemeva.
Tolsi il viso dal suo clitoride gonfio, e risalii leccando la figa, pelosa ai lati e morbida e bagnatissima all’interno, come certi frutti, tolsi anche le due dita dentro mentre con l’altra mano tornavo ad eccitarle il clito, e infine la mia bocca raggiunse lo sfintere anale. Presi a baciarlo sui bordi, poi a dare leccatine, poi leccate più decise ai bordi e in mezzo. Marghe emise gridolini e sospiri, un misto di piacere e sorpresa per qualcosa che non aveva mai provato ma solo sentito raccontare dalle sue amiche più porche. Con il medio, ancora umido dei suoi umori vaginali, le forzai l’ano mentre leccavo sui bordi del buchetto: il dito si infilò senza grossi problemi, e sentii la mia sorellina ansimare come una troietta. Le sditalinai il buco del culo, in modo dolce e lento, per allargare l’orifizio, facendovi scorrere dentro tutto il dito medio e insieme ruotandolo per spingere ai lati. Quando giudicai fosse un poco più aperto, infilai anche il dito indice: mia sorella gridò e si morsicò le labbra, era in estasi anale. Intanto colava un po’ di umori dalla figa, mentre le stimolavo il clitoride con una mano e con l’altra le aprivo il culetto, il suo odore era intenso ed assai eccitante.
Presi ad andare ruvidamente su e giù con le dita nel suo ano, come stessi frugando dentro, e insieme col solito movimento rotatorio per allargare ulteriormente il buchetto. Leccavo ano e dita mentre la lavoravo. Intanto il mio cazzo si era ben risvegliato, di nuovo turgido ed eretto, e decisi che ormai ci eravamo: la mia sorellina sarebbe stata aperta ad un’altra nuova esperienza oggi.
Mi misi in ginocchio dietro il suo bacino, e cominciai a strusciarmi il cazzo duro e gonfio sulla sua figa bagnatissima e bollente oscenamente in vista, mentre continuavo il lavoro di dita nel suo ano. Lo struscia avanti e dietro, su e giù, lo infilai anche per un paio di veloci colpi, tanto per bagnarlo e per fare eccitare ancora di più la sorellina.
– Fil, che fai’mmmmmmmmmmmmmm’dai, scopami, non resisto’aaaahhhhhhhhhh!!!
– Tranquilla Marghe, che ora ti apro un nuovo buco’
– Sììì fammi quello che vuoi’aaaahhhhhhhhh’sono tutta tua fratellone’mmmmmmmmmmmmmm!!!!
Finalmente tolsi le dita dall’ano, e ci puntai il cazzo sopra. Non era molto dilatato’ma non volevo farle perdere il perverso piacere di essere sverginata nel culo da un grosso cazzo. Spinsi giù la cappella, il buchetto faceva un po’ di resistenza ma no ntroppa, l’avevo ben lubrificato di saliva, e quindi si allargò mentre il cazzo iniziava a infilarsi giù.
– Aaaahhhhhh sìììììì’dai fratellone’sono la tua troietta’scopami il culo’dai sìììììììììì!!!!!
– Ora te lo do tutto in culo sorellina’ti apro in due’
– Sììììììììììì’aarrgghhhhhhhhhhhhhhh aaaahhhhhhhhhhhhh aaahhhhhiaaaaaaa ahhhhhhhhhh sììììììììììììììì daiiiiiiiii!!!!
In un misto di piacere e dolore, la mia dolce e innamorata sorellina si godeva il mio cazzo che le entrava dal buco del culo, che lo apriva e lo allargava mentre le si infilava nell’intestino, l’asta che scorreva lenta ma vigorosa fra le pareti anali. Senti il mio cazzo indurirsi e gonfiarsi, come potesse ingrandirsi ancora dentro il suo ano sfondato’eravamo persi l’uno per l’altra, e ora stavamo perdendo la testa anche per l’estremo piacere.
Piantai una gamba di fianco al corpo della mia sorellina, e le spinsi tutto dentro il cazzone rigido. Lei urlò e gemette, forse un po’ di dolore le era anche piacevole, ma sicuramente le faceva anche male. Restai fermo così, per qualche momento, il cazzo gonfio e durissimo tutto dentro fino alle palle nel suo ano oscenamente aperto, solo facendo pressione sui lati perché il buco si adattasse al mio membro. Mia sorella gridò sempre di meno, poi gemette, poi m’incitò.
– Dai stallone inculami’dai scopa la tua troietta nel culo’dai sfondami e sbattimi col tuo cazzo’daiiiiiiii!!!
Mi chinai un momento in avanti, tra la schiena nuda ed il collo, la baciai e la leccai, e le sussurrai:
– Certo splendida troietta’il tuo stallone ora ti cavalcherà come non hai mai provato prima’
Mi rialzai, e presi a muovere il bacino avanti e indietro, il cazzo su e giù nel suo ano, prima lento poi pian piano sempre più veloce. Le davo bei colpi dentro il culo quando affondavo, lei gridava e gemeva e mi incitava a scoparla così. Le mie palle sbattevano a ritmo sulla sua figa fradicia, e potevo sentire le sue dita che le sfioravano mentre si sgrillettava.
Continuai a pomparla su e giù nel culo, forte e veloce ora, dando gran colpi che dal culo le arrivavano diretti al cervello, mentre sfondavo e riempivo di cazzo il suo ano aperto. Lei sobbalzava sotto i miei vigorosi colpi, gemeva e gridava tutto il suo piacere per l’inculata, per un attimo pensai che non mi aspettavo che la dolce sorellina fosse anche una troia anale. Poi mi persi di nuovo in questo perverso piacere, insieme a lei.
Ci incitavamo a vicenda, io ero il suo stallone e lei la mia cagnetta, io la cavalcavo e lei era la mia troietta, io il suo fratellone e l’amavo e lei la mia sorellina e mi amava. Le sbattevo forte nel culo tutto il mio amore e tutto il mio piacere, e lei mi faceva sentire quanto le piaceva e quanto mi amava.
Le venni con un nuovo fiume di sborra calda e densa nel suo culo, pieno di cazzo e ora anche di sperma che già colava dal buco sfondato. Lei venne in contemporanea, un orgasmo multiplo e devastante, si dibatteva sotto i miei ultimi colpi mentre lo riempivo l’intestino di liquido seminale. Si calmò, esausta e piena di piacere, mentre io le diedi gli ultimi colpi nel culo di un cazzo ormai scarico ma ancora duro.
Sfilai il pene dal suo ano, lei si accasciò su un lato, io mi distesi, ci assopimmo subito per il piacere e la fatica e le emozioni di quella giornata, nudi innamorati e pieni di lussuria.

[continua] Mi svegliai nel cuore della notte. L’aria era meno calda, e la Luna proiettava una luce bluastra e pallida sui nostri corpi nudi. La vidi distesa e rannicchiata, le ginocchia premute sul grembo e le braccia attorno al petto, forse aveva freddo, la coprii delicatamente con il lenzuolo. E coprii anche me, per poi riaddormentarmi sognando del giorno prima.
Mi svegliai, con la luce del Sole che penetrava già intensa dalle finestre, e lei non c’era.
– Marghe…Marghe…sorellina…
Chiamai, e sentii dei passi di piedi nudi sul freddo pavimento di marmo e parquet avvicinarsi.
– Ben svegliato fratellone…dormiglione…e pisellone…
Lanciava sguardi maliziosi verso di me, che intanto avevo scostato il lenzuolo ed apparivo nudo col cazzo in tiro, seduto sul letto di fronte a lei. Lei appariva splendida, i capelli rossi e lunghi le ricadevano sulle spalle, si era messa una maglietta bianca e aderente senza pretese, che le premeva sui seni nudi risaltando sui capezzoli già turgidi che premevano sulla stoffa, e sotto invece era completamente nuda, bellissima e oscena con il pelo rossiccio del pube in bella vista e le gambe slanciate, e penso mi eccitasse anche vederla a piedi nudi.
– Mmmmmm sei bellissima sorellina…ma hai qualcosa di strano…
Si accigliò.
– In che senso?
– Non avevamo fatto un piccolo patto…
– Oh…
– Di restare completamente nudi fino ad oggi…
– Sì, hai ragione…ma non faceva così caldo e…
– …e ora vieni qui dal tuo fratellone che deve punirti…
Rimase un attimo sorpresa: sarà una punizione ironica e dolce, o non sarà mica uno di quei porci…? Ma per lui avrebbe ormai fatto di tutto, quindi si avvicinò al letto, e vi salì, per mettersi di fianco a lui, lì dove stava battendo con la mano.
– Bene, chiamarla punizione non &egrave esatto…sarà solo piacere…
Io sorrisi, e lei sorrise di rimando, rilassata e nuovamente eccitata. L’odore della sua figa, nuda e in calore, cominciava ad avvertirsi chiaramente, come forse quello dei miei ormoni.
Le misi una mano fra le gambe, sul sesso, carezzandolo con dolcezza e gustando al tatto la carnosità e la morbidezza della sua passera. Era calda, e anche già un po’ umida, mentre passavo l’indice fra le grandi labbra. Lei mi prese il cazzo in mano, divento durissimo e gonfio, quasi violacea la cappella, al delicato contatto delle sue dite, che poi lo strinsero nella più dolce morsa. Cominciò a menarmelo, lentamente, più carezzandolo che masturbandolo. Ci baciammo, un bacio di amore e perversione, labbra aperte, le nsotre lingue giocavano fra di loro e passavano fra le labbra l’uno dell’altra, mentre ci carezzavamo. Fu un bacio lungo e appassionato.
Poi mi staccai, le tirai su la maglietta con la mano libera, sopra i seni, che ora nudi si vedevano coi capezzoli rossi e diritti, quasi puntassero verso di me. Erano sodi e gonfi, una bella terza, e ne presi uno in mano. Anche lei, con la sua mano libera, prese a carezzarmi il petto muscoloso. Ci guardammo negli occhi, sognanti e vogliosi. Tenendole una tetta nella mano, mi chinai a leccarle un capezzolo, che poi presi in bocca e succhiai, lei chiuse gli occhi e reclinò la testa mugolando, poi ancora mordicchiai il capezzolo turgido e dritto mentre lei si mordeva le labbra, ripresi a leccarlo con precisi colpetti di lingua e quindi a ciucciarlo di nuovo. L’altra mia mano, sulla figa, sentiva il suo calore salire e la sua carne divenire sempre più bagnata sulle mie dita che ora la penetravano lievemente, indice e medio su per la figa in un dolce ditalino, scorrevano nei suoi succhi su e giù senza vergogna e senza difficoltà.
– Fil…sssììììììì…daiiii…mi piaceee…dai fratellone…ora scopami…
Le baciai il seno, con passione.
– Sì sorellina…ora il tuo fratellone ti scoperà…scoperà la sua troietta vogliosa…
– Sì ti voglio…tutto dentro…oohhh sssììììì…sono la tua troia Fil…
Ci staccamo per un momento, lei si distese sul letto, a pancia in su e gambe aperte, tenendosi e torturandosi i seni turgidi. Mi inginocchiai tra le sue gambe, e spinsi il mio cazzo durissimo dentro la figa, bagnatissima e bollente, che lo accolse quasi risucchiandolo dentro tanta era la voglia; era un poco stretta sul mio cazzo grosso, ma la lubrificazione naturale e la mia spinta lo fecero entrare senza problemi.
– Aaaaahhhhhhhhhhh…sssììììììììì…ssììììììì scopami…
– Dai troietta…lo senti il mio cazzone dentro di te? Lo senti come ti riempie la figa?
– Sssssssìììììììììììììììììììì…!!!!!!!!!
Mi cinse con le gambe attorno ai fianchi, mentre prendevo a sbatterla in figa, premendole dentro a fondo e dando colpi vigorosi che sentiva fin nel cervello. Ero poggiato in avanti con le mani di fianco alle sue spalle, le ansimavo e le dicevo in faccia tutto quello che mi passava per la testa in quel momento d’estrema eccitazione, a dire il vero più perverso che dolce – e viceversa.
– Sei la mia troia vero? La mia piccola cagnetta in calore…dai senti il mio cazzo…ti piace vero?
– Sì sì mi piace lo voglio tutto…aaahhhhhh ssììììì…scopami dai…scopa la tua troietta…
– Sì ti apro e ti sfondo tutta troietta mia…ti riempio di cazzo la ua figa fradicia…dai senti come ti affondo dentro, senti i miei colpi nella tua passera vogliosa…
– Sì dai fratellone scopa la tua sorellina troietta…sì dai così…aaaahhhhh sssììììììììì…
Sentivo che si scaldava e si bagnava sempre più sul mio cazzo, che sembrava indurirsi e ingrossarsi sempre più nella sua accolgliente e carnosa figa. Sciacquettavo nella sua figa bagnatissima, le mie palle gonfie le sbattevano vicino all’ano al ritmo dei miei colpi. Mi stesi sopra di lei, i nostri corpi nudi sudati e vogliosi a contatto, pelle su pelle, i capezzoli ritti, la baciavo e la leccavo su viso e collo mentre la scopavo sempre più veloce e selvaggio, con gran colpi dritti dentro il suo utero.
Urlavamo e ci gridavamo tutto il nostro piacere, mentre affondavo sempre più il cazzone rigido nella sua morbida e rovente passera. Colpo su colpo, la sbattevo e la sentivo goderne sotto di me, mentre ci ripetevamo quanto ci piacevamo e quanto ci volevamo scopare e quanto fossimo uno lo stallone e l’altra la troietta di questa splendida cavalcata.
La sentii fremere e urlare, mentre mi godeva sul cazzo; la cosa mi eccitò se possibile ancora di più, non mi trattenni oltre e le venni copiosamente dentro la figa allagandogliela di sperma caldo.
– Aaaahhhhhhh ssssìììììì vengoooo…sssssììììììììì…aaahhhhhh
– Dai sì troia godi sul cazzo del tuo stallone…dai che godo anch’io…daiiii…sssìììììììì…aaaahhhhhhhhh
– Sssìììììì allagami…sssìììììì come godooooo….godoooooo…aaaahhhhh…
Rallentai il ritmo mentre le venivo dentro, e finita la sborra rallentai ancora, dandole gli ultimi colpi nella sua figa piena di piacere (di ogni forma) col cazzo ancora duro.
Uscii dalla sua passera, e mi misi a fianco della sua testa, porgendole il cazzo da pulire. Lei prese la base fra le dita, e ancora distesa se lo infilò in bocca, leccandolo e succhiandolo, accogliendolo vogliosa, ripulendolo a fondo della mia sborra e dei suoi succhi, gustandoselo tutto, mentre con l’altra mano si carezzava la figa in fiamme dopo la selvaggia scopata.
Qunado lo ebbe lucidato, ed il cazzo iniziò a divenire meno grande e più moscio, lo lasciò e mi guardo, con occhi pieni e splendidi.
– Fil, ti amo…
– Anch’io, Margherita…sorellina…
– Fratellone…
Mi stesi al suo fianco, e la baciai, sentendo le sue dolci labbra e la sua perversa lingua ma anche i sapori dei nostri sessi ancora nella sua bocca. Restammo a baciarci e toccarci così per un po’, innamorati e goduriosi, prima di rimetterci a posto per l’inevitabile ritorno dei nostri genitori a casa.

[fine primo week-end] Ero addormentato, nel mio letto caldo e accogliente, con solo il lenzuolo addosso. Al risveglio non ci sarebbero stati i nostri genitori, quindi… Il calore e il rilassamento mi avevano procurata una gonfia erezione nel sonno, il cazzo tirava e si strusciava tra le lenzuola, appoggiato ora sulla pancia ora sulla coscia.
Feci appena in tempo a capire che la porta della mia camera si era aperta, che già qualcuno mi stava scostando il lenzuolo: anzi, qualcuna…mia sorella!
– Buona giornata fratellone…dormi ancora?
– Mmmm ciao sorellina…
Mi lasciò nudo e disteso, col membro in tiro bene in vista. Anzi, a guardarla meglio, anche lei era splendidamente nuda, i lunghi capelli rossi le ricadevano dietro le spalle, i piedi nudi sul pavimento, il pelo sul pube, i seni turgidi che pendevano dal suo petto mentre si chinava su di me…
S’inginocchiò ai piedi del letto, con una mano prese il mio cazzo, tirandone la pelle verso la base, e con l’altra iniziò a toccarsi l’umida e calda figa. Chinò il viso all’altezza del mio ventre, e prese la cappella gonfia e violacea tra le labbra, baciandola. Iniziò a leccare, dalla punta giù lungo l’asta, gustandosi il mio cazzo come un saporito gelato di carne pulsante. Arrivò fino alle palle, lasciando l’uccello rigido per leccare e ciucciare i testicoli gonfi e pelosi, uno ad uno. Ritornò poi su, lentamente, lungo l’asta, leccando e baciando, tenendo la punta del cazzo fra due dita con tocco delicato. Poi lo prese saldamente in mano, alla base, tirando giù forte la pelle, e ne imboccò la parte alta, con la cappella praticamente in gola, tentava di ingoiare il più possibile di quel pezzo di carne rigido e pulsante. Mentre le sue labbra si stringevano a risucchiarlo, la lingua guizzava dentro la sua bocca leccando e insalivando il mio cazzo durissimo e gonfio da esplodere: era diventata bravissima in poco tempo, pensai…
Restavo disteso sul letto, a occhi chiusi, a gustarmi quel caloroso buongiorno da parte della mia sorellina nuda e vogliosa, carezzandole i capelli mentre mi succhiava l’uccello. Sentivo la sua mano stringermi e tirarmi il cazzo per tenerlo dritto alla base, le sue labbra serrate, la sua bocca che lo risucchiava e la sua lingua che leccava da dentro. Ero in estasi, un pompino magnifico, da una pompinara meravigliosa.
Essendo mattina presto, non so se capiti anche ai vostri fidanzati/mariti/amanti/amici, care lettrici, o a voi lettori, il mio cazzo tirava come un matto ma non aveva gran ché voglia di venire: benché io non mi facessi nessun problema, la mia dolce sorellina era golosa della mia sborra calda ed io ero abbondante nel produrla e dispensarla, anzhe più volte al giorno. Non mi preoccupai dunque di avvertirla che godevo, ma nemmeno si avvicinò presto quel momento.
Con la mano teneva sempre la base del cazzo, ma lasciò libera la pelle, per potermi masturbare di bocca. Iniziò un fantastico su e giù con la testa, lento, rimpinzandosi di cazzo e poi risalendo con le labbra sino alla cappella, lasciandomelo tutto pieno della sua saliva. Probabilmente andava al ritmo del ditalino che si stava facendo, una o forse due dita, ed io già pensavo alla sua figa grondante umori e odorosa di voglia, purtroppo non potendola toccare data la nostra posizione.
Cominciò a pomparmi più velocemente, con movimenti meno ampi e più rapidi, come volesse farmi una sega di bocca invece che di mano. Ingoiava, ciucciava e leccava il cazzo come una piccola furia, e sentivo che il piacere cominciava a salire con un unico brivido dalle palle alla punta del cazzo.
– Mmmmmmmm dai sì sorellina…dai troietta…succhia tutto che poi ti sborro in gola…dai che ti faccio fare colazione…
– Mmmmmffffff mmmmmmmmm…
– Dai così bella troietta…dai sorellina…ti amo…sei la mia puttanella…sei bravissima…pompinara…mmmmmmmmmmmmmmm
Riprese saldamente in mano il cazzo, cominciando a menarlo anche con la mano. Accompagnava il movimento della bocca, veloce e voglioso, facendomi una sega assieme al pompino. Risucchiava il mio cazzo fino in gola, tirandone la pelle giù con la mano stretta attorno, e poi risaliva sbavandoci sopra dalla voglia e dallo sforzo, insalivandomelo e gustandoselo tutto.
Le venni con grandi fiotti direttamente in gola, senza urlare e senza trattenermi. Lei s’infilò ancora più a fondo il cazzo in bocca, stringendolo forte con la mano e le labbra, costringendosi ad ingoiare tutto il mio caldo sperma, che però in parte le colava ai lati della bocca. Ne risucchiò più che poté, cio&egrave quasi tutto, e si mise diligentemente e dolcemente a ripulirmi il cazzo sporco di sborra e saliva e odoroso con la sua lingua e le sue labbra.
Quindi alzò il viso, lasciando finalmente il cazzo che iniziava ad ammosciarsi, regalandomi, assieme al pompino appena terminato, con uno splendido sorriso il migliore buongiorno che mi ricordassi.
– Che buona &egrave stata questa colazione…
– Già, carne e latte…vedo l’hai gustata tutta!
– Mmmmmm sììììì!!!
Si leccò le labbra, un gesto tremendamente bello e sexy, ma lasciando delle tracce di sborra ai lati. Col dito gliele pulii, e poi le offrii il dito stesso: lei lo accolse fra le labbra e lo ciucciò avidamente, come se non ne avesse avuto abbastanza.
– Ti gusta?
– Mmmmmmmm sì!
– Che ne dici se ora &egrave il tuo fratellone a fare colazione?
– Mmmmmmmm con la mia di carne…?
– E con il tuo succo…
– Sìììììììììì!!!!!!
Le presi il braccio che ancora teneva la mano fra le gambe, lo alzai, e le leccai le dita intrise del suo stesso piacere, fissandola negli occhi in maniera lasciva. La aiutai quindi a salire sul mio letto. Nuda e vogliosa, come me.
– Ma Fil, ci stiamo in due…?
– Certo…a 69…
– Cio&egrave? Uno sopra l’altro?
– Esatto Marghe…vieni, siediti sul mio viso…così, brava…poi se vuoi stenditi in avanti.
Si inginocchiò col suo sesso dritto sul mio viso. Con le mani presi le sue chiappe sode, per allargarle ma anche per sostenerla. Baciai e annusai la sua figa, calda e morbida, fradicia e odorosa, vogliosa di piacere e amore.
– Mmmmmmmm
La baciai come fosse la sua bocca, labbra su labbra, affondando la lingua.
– Ohhh…mmmmmm…sìììì…
Leccando ed esplorando con la mia lingua tra le sue grandi labbra, poi prendendo queste una ad una tra le mie labbra, succhiandole e tirandole.
– Ohhhhhhhh…mmmmmmmmmmmmmm
Risalii baciando la figa fino al clitoride, poi ritornai leccando giù mentre con una mano iniziai a sgrillettarla. Lei mugolava di piacere, dava piccoli gridolini, si strizzava le tette coi capezzoli duri e ritti mentre le lavoravo la figa.
Mi sembrava abbastanza salda sulle sue gambe, nonostante fremesse di piacere, abbandonai dunque la presa anche con l’altra mano per nuovi giochi con le sue parti intime.
Presi a ciucciarle il clitoride, mugolava e dava piccole urla di piacere, perché insieme le intingevo le dita nella sua figa fradicia e bollente, muovendole dentro come avessi dovuto esplorarla, due dita di una mano poi due dita dell’altra, ad alternarsi. Poi intinsi un dito bene a fondo, lo inumidii nei suoi umori vaginali, lo estrassi e le penetrai l’ano con questo.
– Ahhh…sìììììììììììììì!!!!!!!!
Presi a masturbarle insieme figa ed ano, leccando e baciando il clitoride gonfio. La sentivo fremere ed apprezzare la piccola doppia penetrazione sopra di me. La masturbavo affondando le dita ma anche roteandole all’interno, su e giù, avanti e indietro, a destra e a sinistra, per fargliela sentire di più ma anche per allargare bene i buchi.
Mi feci strada nel suo culetto con il primo dito, e ne infilai un secondo. Due dita in figa, due nel culo, che la masturbavano ora più rudemente e velocemente, e la bocca e la lingua incollate sul suo clitoride.
– Ahhhhhhh…sssìììììììììììììì…godooooooo…sììììììììììììììììììììììììì…ohhhhhhhhh…
Il suo godimento mi colò sulla mano e sul naso. Passai a leccarlo dove riuscivo, quindi tolsi la mano dalla figa ciucciandomi bene le dita, e ancora le leccai tutta la passera caldissima e tutta bagnata del suo piacere, gustandomi tutto il liquido ed il suo odore intenso.
Lei si stese, preda del piacere e delle emozioni, praticamente di fianco a me, pur tenendo ancora il suo sesso oscenamente nudo sulla mia faccia.
Ma la giornata era appena iniziata. Eravamo ancora uno sotto l’altra. Le tenevo le dita dentro l’ano e la figa, massaggiando dolcemente i buchi dall’interno, mentre teneramente le baciavo la passerina bollente. Lei s’era chinata sul mio cazzo gonfio e durissimo, e lo baciava e lo leccava a sua volta.
– Sorellina…amore mio…voglio scoparti ora…
– Sì…
– Voglio il culo della mia troietta…
– Mmmmmmmmm perché no…
– Dai mettiti distesa sul letto, a pancia in su…cambiamo posizione…
– OK…
La aiutai a stendersi, con il culo giusto sul bordo del letto, e ne approfittai per palparla bene e darle qualche bacio sulle tette ed i capezzoli turgidi.
– Ti amo Marghe…
– Anch’io Fil…scopami ti prego…ho voglia…
La posizione non era delle più comode, ma volevo vederla godere mentre la inculavo. Le presi le chiappe nelle mani, da sotto, e gliele tenni allargate, mentre puntavo il cazzo sul suo buchetto voglioso. Spingendo da sotto, mi feci strada nel suo ano col mio cazzo bello grosso e duro, sentendolo stringere e trattenere dentro quel bellissimo culo ormai di nuovo aperto.
– Aaaaahhhhhh sììììììììì spingiiiii cosìììììì…
– Sì dai troietta che ti sfondo il culo…dai senti il mio cazzone che te lo apre…
– Sììììììììì…aaaaahhhhhhhhh!!!
Continuai a spingere e premere dentro, senza fermarmi, facendola gridare di dolore e piacere mentre le riempivo il culo col mio cazzo. Le sue pareti anali lo stringevano e vi aderivano mentre sfilava dentro, avevo il culo stretto, e questo mi eccitava ancora di più, nonostante la posizione scomoda il mio uccello sembrava diventare ancora più gonfio e duro dentro il suo sedere.
Con il cazzo in gran parte dentro, cominciai a muovermi avanti e indietro, ma anche spingendo ai lati, lentamente, in modo da scoparla allargando un po’ il buco. Sudavo per lo sforzo del movimento e della posizione, ma ne valeva la pena in quel culo così splendido e pieno.
– Mmmmmm sìììììì cosìììììì vaiiiiiiii…!!!
– Dai sì troietta…lo senti il mio cazzone?
– Sìììììì aaaaaahhhhhhhhhh aprimi tuttaaaaaaaa!!!!!!!
– Sì dai così…adesso ti sfondo…il culo…ti riempio la pancia di cazzo sorellina…
Sentivo il suo buchetto cedere pian piano sotto i miei colpi, andavo avanti sempre lentamente ma con forza, ansimavo un po’, finché finalmente cominciai a sentire il mio cazzo scivolarle su e giù nel culo senza problemi, liscio e a fondo, e con un bel colpo glielo infilai tutto dentro, grosso e durissimo, fino alle palle.
– Aaaaaahhhhhhhhhhh sììììììììììììììììì!!!!!!!!
– Sììììì…troietta, &egrave tutto dentro…hai tutto il mio cazzo dentro il tuo culo!
– Sììììììììì!!!!!!!!!!!!
La sua faccia era una maschera di voglia e piacere, ma chinai il viso sulle sue belle tette prendendo a ciucciarle e leccarle, indugiando sui capezzoli ritti come chiodi, mentre prendevo a sbatterla più forte e veloce nel culo, tanto che si sentiva il rumore delle mie cosce che a ritmo le sbattevano addosso, mentre ancora le tenevo le chiappe ra le mani.
– Aaahhh…aahhh…ssììì…sìììì cosììììì daiiiii sfondamiiiii!!!!!
– Sì troietta ti apro il culo…sììì daiiii…
Lei mi cibnse le gambe sui fianchi, stringenodomi a s&egrave mentre me la sbattevo in culo, e con le mani mi prese la testa quasi costringenodmi a baciarla. Cominciammo a slinguare stretti così, mentre io le infilavo poderosi colpi su per il culo. E godemmo insieme dopo poco.
– Aaaaaahhhhhhhhhhhh…
– Sììììììììììì…
– Sìììììììììììììì!!!!!!!!!!!!!
– Godoooooooo!!!!!!!!
Mentre la sua fica luccicava di umori e fremava di piacere, il mio cazzo le eruttò direttamente nell’intestino, riempiendole il culo sfondato di sborra calda e cremosa.
– Ti amo sorellina…
– Ti amo anch’io fratellone…
Ci baciammo così, sempre di lingua ma più dolcemente, avvinghiati l’una all’altro, con il mio cazzo ancora duro infilato a fondo nel suo ano aperto.
– Meglio andarsi a lavare…
– Va bene…
Lei si sfilò da sotto, dandomi un ultimo bacio sulle labbra, e corse nuda in bagno, i piedi nudi sul pavimento fresco. Mi avviai anch’io, con calma, dietro di lei. Sentii l’acqua della doccia aprirsi, e scendere scrosciando. Entrando nel bagno, vidi la sua splendida sagoma dietro il vetro smerigliato del vano, e rimasi un attimo fermo ad osservarla. Poi mi mossi, aprii la porta, ed entrai con lei nella doccia, richiudendola appena dentro.
– Ehi! Che fai?
– Non dobbiamo lavarci?
– Sì ma…c’ero io…
– E non possiamo farlo insieme?
– Ma stiamo stretti…
– Ci laveremo più a fondo…
Sorrise maliziosamente intuendo il doppio senso. Sotto l’acqua strofinammo i nostri corpi nudi, toccandoci e massaggiandoci ovunque, anche e soprattutto nelle parti più eccitanti ed intime. Poi ci versammo addosso un po’ di docciaschiuma, insaponando ovunque i nostri corpi, per poi indugiare su alcune parti: io sui suoi seni ed il suo culo, lei carezzando e strofinando il mio cazzo di nuovo duro ed eretto. Ci baciammo, a fondo, con passione, intrecciando le lingue, mentre le nostre mani esploravano i nostri corpi e l’acqua lavava via il bagnoschiuma.
Poi lei si appoggiò alla parete, tirandomi a s&egrave, e alzò una gamba, mettendomela dietro il culo, carezzandomi col piede ed il polpaccio, e stringenodmi a lei.
– Scopami.
– Sì.
Teneva il mio cazzo in mano, duro e gonfio tra le sue dita, e lo guidò lei giù attraverso la sua peluria, fino alla figa morbida e carnosa, caldissima e gocciolante di acqua ed umori. Stringendomi con la gamba, si fece penetrare la passera dal mio bel cazzo, facendolo affondare tutto dentro quella femminile cavità di piacere ed amore.
Riprendemmo a baciarci mentre scopavamo, avvinghiati l’uno all’altra, lingua su lingua. Da subito le davo possenti e vigorosi colpi in figa, che lei sentiva in profondo nell’utero, e da lì direttamente fino al cervello. Ansimavamo e mugolavamo mentre chiavavamo dentro la stretta doccia che a malapena conteneva entrambi i nostri corpi nudi.
Andammo avanti così per un tempo senza inizio e senza fine, forse pochi minuti, forse tanto, sempre più focosi ed eccitati, senza parlare, ma solo con le bocche sempre appiccicate e le mani che palpavano ovunque. Lei sobbalzava lungo la prete umida e fredda sotto i miei colpi, ma ad ogni colpo sembrava stringersi di più a me, come a chiedermi di sbatterla ancora più forte e profondamente. La sua figa aderiva e stringeva il mio cazzo come un guanto carnoso, era morbida e caldissima sul mio membro durissimo che la stantuffava su e giù, ogni volta assestando un bel colpo mentre s’infilava dentro la passera fino alle palle, 20cm di amore e piacere tutti per la mia amata sorella. La quale rispondeva mostrandomi tutto il suo amore con la sua ardente figa che sbrodolava piacere sul mio cazzo, le sue labbra e la sua lingua che non lasciavano le mie, e le sue braccia e gambe che cercavano ogni contatto possibile ed ogni parte del mio corpo, carezzandone e palpandone i muscoli; mentre io passavo dallo stringerle e palparle rudemente le chiappe nude ed apena sfondate, infilando ancora qualche dito nel suo ano ancora oscenamente aperto, e le sue belle tette da stringere palpare e strizzare per darle ulteriore piacere durante la scopata in figa; ed i nostri capezzoli strusciavano i rispettivi nudi petti, ritti e vogliosi, mentre sbattevo quella splendida troietta della mia sorellina su e giù.
Finalmente venni di nuovo, ancora copiosamente, dentro la sua figa. Lei fremeva e godeva insieme a me mentre le riempivo la passera di sborra, in quell’atto di suprema perversione incestuosa. La mia sorellina staccò un momento la sua bocca dalla mia, e sorridendo con un misto di voglia ed affetto, esausta dal sesso e dal piacere fin lì provati, mi disse:
– Ti amo stallone…
– Anch’io troietta…
Riprendemmo a baciarci, con passione e lussuria, avvinghiati, mentre lasciavo il mio cazzo ammosciarsi nella sua figa.

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