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Racconti erotici sull'Incesto

Mia sorella Giuseppina 22

By 13 Maggio 2007Dicembre 16th, 2019No Comments

i miei racconti
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Sequenza di
Mia sorella Giuseppina
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Mia sorella Giuseppina Cap. 22

Si guarda allo specchio l’immagine riflessa soppesando le tette e accarezzando i capezzoli duri e sensibili. La mente vaga in mille pensieri facendola fremere.

Si accarezza i fianchi e lascia che le dita scorrano arruffando i piccoli peli ricci del pube. Pensa:
‘Se anche questo fine settimana andiamo al mare dovrò radermi.’

Continua facendo piccole considerazioni. La ricrescita non era tale da preoccuparsi solitamente, ma dovendo indossare quel mini bikini, si sarebbero certamente visti. Mai prima di incontrare Tonino si era rasa il pube. Non è mai stata molto rigogliosa e anzi, erano alquanto radi per loro conto, circoscritti in un piccolo triangolino. Quando le era occorso aveva fatto una piccola sforbiciata ai lati e nulla più.

Ha pensato di tirare la tenda e chiudere la finestra, ma gradiva che i raggi del sole entrassero nella stanza e torna a sedersi alla scrivania. Una luce intermittente la colpisce nell’angolo dell’occhio attirando l’attenzione.

Socchiude gli occhi per guardare meglio e con una scossa hai nervi, si rende conto che dalla finestra di fronte qualcuno la stava osservando. Per un secondo ha provato a proteggersi i seni con le mani, rendendosi conto di quanto stupido fosse stato. Ha provato a tornare a studiare, ma non riusciva a concentrarsi, teneva sotto controllo i movimenti dalla finestra di fronte. Ha visto chiaramente la figura di un ragazzo sollevare un binocolo sugli occhi.

‘Se mi avesse vista qualche minuto prima sicuramente non sarebbe ancora lì a spiarmi ma in bagno a svuotare le palle.’
Ride fra se per i pensieri che ha fatto. Da quella posizione e da quell’angolo, sicuramente non ha potuto vedere molto.

Suonano alla porta. Il cuore perde un battito.

‘Vai e muoviti!’ Urla suo fratello dalla propria stanza.

Con coraggio si alza e osserva il suo ammiratore guardone. ‘Ora sì che hai potuto vedere tutto e bene.’ Si dice fra se.
Nuda, si avvicina alla porta incerta e con mano tremante, la apre.

Entra come una furia Tommaso, il ragazzo che qualche sera prima l’aveva fotografata mentre si spogliava.
Come la vede, rimane folgorato e con la bocca aperta.

‘Ciao.’ Le dice timidamente rossa più che mai in viso.

‘Incantevole! Sei la donna più bella che abbia mai visto.’ L’abbraccia con trasporto facendola arrossire maggiormente.

Le mani le scorrono sulla schiena facendola rabbrividire, mentre è stretta nel suo caldo abbraccio.

‘Chi è?’ Urla suo fratello dalla stanza.

‘Ero venuto per te, non per lui.- La guarda dritto negli occhi e lei li abbassa arrossendo.- Sarà meglio che vada a salutarlo prima che si offenda.’ Si discosta rubandole un bacio fugace sulle labbra, mentre si avvia verso la camera di suo fratello.

Tornata seduta alla scrivania è in preda ad emozioni contrastanti. Stare nuda con un estraneo per casa la infastidisce, anche se già lo conosce. Le viene in mente la mail che aveva salvato e accende il computer.

‘Devi essere per le 13:30 alla spiaggia del molo. Devi indossare il costume giallo che ti ho regalato. Sdraiati a prendere il sole e attendi un nuovo messaggio. Devi indossare il solo costume. Devi dire hai tuoi genitori che vai per allenarti e per prendere il sole con le amiche della squadra.
Non fare la furba o sai che tipo di regalo riceveranno i tuoi genitori.’

Arrabbiata e infastidita cancella il messaggio. Non le piace il costume.
‘è così piccolo che non nasconde nulla. Al molo poi ci sono un sacco di ragazzi che vanno a scuola e mi possono riconoscere.’ Grugnisce digrignando i denti dal nervoso. ‘E quell’ultima frase, te la potevi anche risparmiare.’
In preda alla rabbia resta seduta davanti al monitor vuoto. Non era più tanto sicura che fosse Tonino il Signor X.

Riflette un attimo e pensa cosa deve fare. Si guarda il pube e decide che si deve sicuramente depilare. ‘Non sono molto cresciuti dall’ultima volta che l’ho fatto, ma con il pezzo di sotto del bikini è meglio radere tutto.’ Si alza per andare in bagno, quando suo fratello la chiama.
‘Giuse! Vieni qua!’

Infastidita cambia direzione ed entra, rimanendo in piedi sulla soglia della porta. Li vede entrambi seduti e sorridenti e un brivido di paura le percorre lungo la schiena.

‘Troia, vieni qua e sdraiati sul letto. Mi piace, quando sei così rapida nell’obbedire.’

In ansia cercando di non pensare esegue, mentre loro si spogliano. Michele è più rapido perché era solo in mutande e quando anche Tommaso è nudo, può vedere che entrambi hanno già il cazzo barzotto e quasi duro. Si vergogna per l’intensità e la morbosità di come contraccambia i loro sguardi e per la sensibilità che sta percependo dalla vulva.
‘Questa mattina non sei riuscita a godere, forse perché avevi un problema di dimensioni. Ogni 2 minuti ti passerò un oggetto sempre più lungo e grosso. Dovrai masturbarti finché non ti vedrò godere. Hai capito?’

Impaurita, si limita ad un solo gesto d’assenso della testa.
Lo vede avvicinarsi e sovrastarla con il cazzo semi duro che punta dritto in avanti. Dondola a destra e a sinistra ad ogni passo o movimento di lui. Può notare perfettamente le grosse palle pendule solcate da molteplici piccole vene. Si sente toccare il palmo della mano e vede un grosso pennarello appoggiato sopra.
Restia ad aprire le gambe per la presenza del suo amico, si sente il cuore battere fortemente nel petto.

‘Stiamo aspettando.’ Le ricorda suo fratello.

Il respiro si fa più corto e accelerato. Nell’aprire le gambe a squadra, vede Tommaso abbassarsi per guardare meglio. Come le ha chiesto vi si dedica e delicatamente lo fa entrare fra le piccole labbra della figa. Sono ancora umide ed entra facilmente. Si sente avvampare di vergogna la faccia come incrocia i loro sguardi intenti ad osservare la mano che si muove autonomamente.

Il fratello s’inginocchia al suo fianco. Appoggia la mano al seno e lo accarezza. Sente chiaramente il calore del palmo della mano sulla sua pelle e preso il capezzolo lo torce delicatamente. Per accorciare i tempi, decide di masturbarsi con la mano libera, ma suo fratello la blocca per il polso. L’osserva titubante e lo vede muovere la testa in segno di diniego. Abbassa lo sguardo per la vergogna e per disappunto e vede le dita lasciare il capezzolo con cui giocavano. Ora è il doppio più lungo rispetto a prima e le viene naturale confrontarlo con l’altro. L’aureola è tutta zigrinata e più piccola rispetto all’altra. Le blocca la mano e sopra la pancia le posa l’evidenziatore della mattina.

Rispetto al pennarello questi è solo più largo, ma messo di taglio lungo la figa entra facilmente.

Torna ad accarezzale il seno e questa volta si ferma sull’altro. Lo palpa delicatamente facendola fremere sentendo come sotto la mano è molle e sodo contemporaneamente. Prende il capezzolo o lo fa inturgidire maggiormente fra le dita. Lo stringe con una pressione sempre più costante tirandolo contemporaneamente in alto. Stringe sempre di più le dita, mentre il capezzolo e il seno tutto, si allunga dolorosamente.
Geme e lo guarda con gli occhi sbarrati dal dolore. La mano salta via lasciando l’aureola e il piccolo capezzolo durissimo, rosso e sensibile a tornare nella posizione naturale.
Abbassa lo sguardo e osserva il seno. Le duole il capezzolo e tutto, incluso l’aureola rossa e violacea molto di più rispetto all’altro e soprattutto, è molto più ingrossato.

Tommaso fa un gesto e suo fratello le blocca il polso. Tolto l’evidenziatore glielo passa e lo vede luccicare dei suoi umori, mentre le passa la spazzola per i capelli. Sorride nel vederla. Era una fantasia di qualche anno prima. Si era sempre chiesta come poteva essere infilarsi dentro quel duro liscio manico. Non l’aveva mai fatto per timore reverenziale della sua verginità, ma ora, non aveva più ostacoli. Chiude gli occhi e si lascia trasportare dalle emozioni. Si sente sempre più calda e bagnata mentre il manico scompare tutto in lei. Lo sente come le accarezza le pareti vaginali e questo le piace.

Viene bloccata nuovamente, e aperti gli occhi vede che tiene in mano una candela.
‘Fammi vedere come sei profonda.’
Fanno scambio e lei esegue.

è fredda al tatto e una volta inserita in lei sente distintamente come sia fredda. Non è grossa anche se lunga. La muove in modo da farla sparire profondamente. Come la tocca la cervice sobbalza togliendole al contempo il respiro. Lo estrae convinta che la prova l’avesse superata ma lui la ferma.
‘Due minuti ho detto e più profondo che puoi. Avanti.’

Prosegue nuovamente arrivando più volte a farla sparire per oltre la metà. Sente chiaramente ogni volta che le tocca la cervice, come la faccia fremere anche quando la supera per andare ancora più profondamente. Ha l’impressione che la candela le arrivi fino allo stomaco. Come si sente prendere per il polso, è contenta di estrarre la candela.

Come gliela passa, la mostra fiera al suo amico facendo distintamente vedere quanto profondamente è riuscita a spingerla. Fatta un’incisione sulla cera con la penna, la consegna a Tommaso.

Una volta presa l’annusa facendola passare più volte sotto il naso. La guarda con un ghigno e lei impossibilitata a distogliere lo sguardo arrossisce di vergogna ed eccitazione.

Suo fratello le mette in mano un’altra candela. Questa è leggermente più grossa e fatta a spire. Per farla entrare la fa scorre lungo il pube e al contatto sul clitoride, la porta a farla gemere. Anche questa scompare dentro facilmente in lei. Le spire, fanno vibrare le piccole labbra e un sordo piacere le monta facendola avvampare tutta.

Lui continua a giocherellare con le tette e i capezzoli e si ferma solo per fermarla a sua volta. Estratta la candela anche questa bagnatissima dei suoi umori, le passa un oggetto strano, bianco lungo e liscio. La differenza, oltre ad essere lungo come la candela, è solo leggermente più grosso e con una protuberanza che ricorda vagamente la cappella del cazzo. Evita di farlo entrare dalla parte del filetto. Come le piccole labbra si aprono per farlo entrare, un intuito le illumina la mente. L’oggetto che sta entrando in lei, è il manico dello stura lavandino. Spera in cuor suo, che suo fratello l’abbia lavato.

Anche questo lo spinge in fondo più che può. Non glielo ha detto specificatamente ma esegue con coscienza e con torbida passione. Si rende conto da sola, che se questi passa vicino alla cervice e la sfiora solleticandola, le procura piacere. Fra di sé, confronta e si dice, che preferisce la candela con le spire.
Anche questa volta il polso le viene fermato e con disappunto geme. Lo estrae lentamente e lui come le volte precedenti lo prende umido e vischioso di umori.

Rimane esterrefatta nel vedere posto sul palmo della mano una grossa carota. Questa è fredda, come se fosse uscita dal frigorifero solo pochi minuti prima. L’appoggia alle labbra esterne e sobbalza letteralmente nel sentire com’è gelata. Lo muove delicatamente e questi entra. Trattiene il respiro nel sentirlo strusciare lungo le pareti vaginali. Quando si ferma cerca di recuperare un poco di ossigeno e spera in cuor suo che si scaldi presto. Le è venuta la pelle d’oca per come è fredda. Incomincia a muoverla lentamente avanti e indietro con piccoli movimenti che diventano sempre più ampi e profondi come questa si scalda. Insieme alla carota anche lei ritorna ad essere sempre più calda. Quando viene fermata, ansima pesantemente.

Con un ghigno l’osserva. Capisce che l’orgasmo le è vicino e ogni qual volta la ferma d’ora in avanti, l’ha obbliga a rincorrere l’orgasmo.

è in attesa che lui le passi un altro oggetto ma lo vede chinarsi e avvicinare la testa al pube e giocherellare con le dita attorno all’ingresso della figa. Sente come se desse dei piccoli colpetti ai lobi delle piccole labbra.

Con due dita discosta ed apre la vulva, per far vedere meglio a Tommaso e non solo a lui, come sia tutta bagnata e umida di umori. Scappuccia il clitoride che compare duro e violaceo. Inserisce due dita e quando le estrae, bagna ulteriormente le piccole e grandi labbra esterne. Le annusa e poi le preme nella bocca di sua sorella che le succhia rumorosamente. Ripete alcune volte l’operazione e si vede come lei ci provi gusto ad assaporare ogni volta il suo stesso sapore.

Quando vede che le mette nel palmo della mano un grosso cetriolo, sgrana gli occhi e rimane pietrificata.
‘No.. Non potrà mai entrare. è troppo grosso.’ Le parole le sono uscite come un sussurro. Non è neppure sicura che lui l’abbia sentito.

‘Stiamo aspettando. Vuoi che lo faccio io?’

Titubante esegue. Lo sente freddo al tocco della mano e come l’appoggia all’ingresso della vagina, freme. Delicatamente, con la mano libera, discosta le piccole labbra e muove il cetriolo in piccoli cerchi sempre più ampi spingendo al contempo. Lentamente, sempre più, questi entra. Il freddo intenso la fa rabbrividire e un nodo le blocca lo stomaco. Quando pensa che sia entrato a sufficienza, si ferma. Respira pesantemente. Solo ora si accorge che aveva trattenuto il respiro per tutto il tempo. Passati alcuni interminabili secondi incomincia con piccoli movimenti a muoverlo avanti e indietro. Come il cetriolo si scalda lo muove sempre più velocemente e profondamente.

Suo fratello, non ha perso nulla dello spettacolo offertogli e al contempo, ha continuato a giocherellare con i capezzoli e presto, ondate di piacere la pervadono facendola fremere. Le piccole labbra aderiscono perfettamente al cetriolo e luccicano brillantemente dei propri succhi. Lo sente perfettamente aderire alle caldi pareti vaginali. Vergognandosi capisce che sta per godere e questo è dovuto ad un oggetto estraneo.

Michele vede chiaramente come il bacino si muova andando incontro al grosso ortaggio ogni qual volta che lei lo spinge dentro. Vede la pancia muoversi ritmicamente, sempre più velocemente, stringendo gli occhi fortemente e lasciando la bocca aperta. Presa una delle candele l’appoggia al piccolo orifizio anale e lo spinge. Questi entra agevolmente dovuto anche agli abbondanti succhi di lei che hanno inumidito anche le lenzuola. Inserita profondamente, la muove all’unisono con il movimento masturbatorio del cetriolo in lei.

Entrambi i ragazzi vedovo chiaramente come irrigidisce i muscoli e trattenuto il respiro, sobbalza e geme. Gode tremando e urlando; segnando in questo modo, le ondate di piacere che la squassano nel profondo.

Come il piacere scema, si ferma incapace di muoversi. Si sente bruciare tutta. Viso, petto e tutto il corpo in contrasto al freddo che percepisce ancora arrivarle da dentro a lei. Stancamente apre gli occhi e con un mezzo sorriso di soddisfazione e piacere lussurioso lo guarda.
Sollevatosi in piedi, la prende e la tira per i capelli obbligandola a sollevarsi su un gomito. Stringe fortemente nel suo pugno i capelli e guida il cazzo nella sua bocca, muovendosi sempre più velocemente in una sorta di scopata frenetica.

La presa per i capelli le fa male ed è contrariata per questo. Per l’irruenza di come si comporta, si limita a tenere le labbra serrate con le poche forze che le sono rimaste, cerca solo di scostare la testa quando la cappella entra troppo profondamente in gola e per respirare agevolmente.

L’orgasmo liberatorio è accompagnato da un gemito roco seguito al contempo da violenti schizzi di sperma che si riversano nella bocca e lui non smette di spingere preso com’è dalla voglia di godere.

Per la violenza della sborrata e per il fatto che ha spinto troppo profondamente il cazzo, Giuseppina è costretta ad aprire la bocca con uno scatto repentino e abbondanti rivoli di sperma le colano sul mento e sulle guance imbrattandole anche i capelli.
Contrariato si osserva come dirige nuovamente la cappella nella bocca e alla fine, soddisfatto e appagato, si discosta con lei che ancora ingoia le ultime stille di sperma.

Tommaso non aspettava altro e prende il posto di Michele immediatamente. Appoggiata la cappella alla bocca si sega velocemente.

Per l’irruenza non riesce a serrare le labbra attorno al cazzo che spesso le scappa. Si limita quindi a tenere la bocca aperta sperando che quando goda anche lui non spinga in profondità la cappella.

Mugola quando sta per sborrare e senza riguardo, non si ferma e accelera il movimento della mano lungo il cazzo. Percepisce lo sperma correre lungo il cazzo e osserva i bianchi schizzi fuoriuscire violentemente dal meato e atterrare sulla lingua, parte in faccia e sulle tette.

Ha continuato a tenere gli occhi chiusi e quando ha sentito che lui ha fermato la mano, chiude la bocca serrando le labbra attorno al cazzo ancora pulsante. Subito può ingoiare ora anche il suo sperma mentre la lingua lappa la cappella e succhia leggermente. Lo sente mugolare di piacere e quando la lascia libera, ha i sensi annebbiati e senza forze si abbandona sul letto. Continuando a tenere gli occhi chiusi sente lo sperma che le scorre sulla pelle. Ride solleticata dalle gocce e sentendo come le corrono lungo il collo e sui fianchi.

Tommaso le si avvicina poco dopo e le accarezza il petto e la pancia. Le spalma la sborra come se fosse una crema emolliente e osserva come abbia ancora le gambe a squadra ed entrambi gli oggetti ancora conficcati in lei. Lentamente le estrae il cetriolo bagnatissimo dalla figa e vede come le escono gocce di ciprigna inumidendo ancor di più, le membrane del piccolo buchetto del sedere.
Preso da una voglia torbida, le infila una a una le dita fino a farne entrare quattro messe a cucchiaio, le une sulle altre.

Lei geme di piacere anche se un poco infastidita. Non le dice nulla pur sapendo che ha le mani sporche di sperma. Le piace come muove le dita avanti e indietro ma preferirebbe che smettesse e quando lo sente allontanarsi, sospira di sollievo.

Preso dalla curiosità prende i pennarelli dalla scrivania e torna da lei mettendosi in ginocchio. Lentamente le infila quattro, poi cinque, infine con lei che si lamenta sei pennarelli. Michele si è avvicinato e da sopra le spalle del suo amico, osserva compiaciuto il nuovo gioco. Infine soddisfatti si allontanano lasciando che sia lei a estrarli lentamente uno a uno.

I muscoli sono in tensione e respira lentamente. Passato un tempo infinito, decide titubante di estrarli e lentamente torna a respirare con sollievo. Infine estrae anche la candela dal culo. A conclusione di tutto, allunga con soddisfazione le gambe accompagnando con un sospiro di sollievo e piacere profondo.

è costretta a mettersi seduta e ad alzarsi per lo stimolo di defecare ma le gambe non la sorreggono e la testa le gira. Li osserva come la guardano a loro volta compiaciuti. I loro cazzi oramai penduli sono appoggiati sulle palle e dalle loro cappelle lucide esce ancora una goccia di sperma. Li confronta e nota che sono entrambi circoncisi con le cappelle ancora violacee. Resta seduta qualche minuto respirando profondamente poi barcollando, si avvia verso il bagno.

Loro restano seduti sulle sedie di fronte a lei osservandola compiaciuti con le gambe larghe. Quando lei si avvia fuori dalla camera, Michele si alza a sua volta e spegne la videocamera nascosta fra i libri.

Appoggiandosi lungo il muro riesce ad arrivare in bagno e sorreggendosi al lavandino si guarda allo specchio e vede come è tutta imbrattata. Viso, mento, petto. Si siete sul water e oltre a liberare l’intestino svuota la vescica. Nel passare la carta per asciugarsi freme al contatto con le piccole labbra sensibilissime e irritate. Entra nella doccia e si rinfresca prima di passare a lavare i capelli. Il clitoride è sensibilissimo e nuovi stimoli di piacere la fanno fremere nuovamente sentendo come l’acqua le scorra addosso.

La spalla le duole ancora per la partita della sera prima e la muove massaggiandola delicatamente. Passando le dita sul pube può constatare come i peli ricci le stuzzicano i polpastrelli.
Si lava con cura sentendo come il clitoride sia duro e sensibile sotto il tocco gentile e delicato delle dita. L’acqua che scende sul corpo le solletica i capezzoli erotizzandola e rendendoli ancora più duri.
Uscita dal cunicolo può vedere i ragazzi che l’osservano compiaciuti ancora nelle loro nudità.

..In un altro luogo nello stesso tempo..

‘Sai, sono veramente preoccupata per Giuseppina. Ultimamente si sta comportando stranamente. Essenzialmente, ritengo di essere confusa.- Le ha detto dopo alcuni istanti in cui ha soppesato le parole.- E anche un poco calda.’ Ha aggiunto sorridendogli e guardandolo negli occhi.

Le passa una mano sul seno nudo e si baciano ancora, mentre i polpastrelli stuzzicano il capezzolo. Adora come la bacia anche se preferirebbe poter respirare più liberamente. Liberate le labbra, effettua alcuni respiri più profondi. L’adora come le sorride e la guarda.

‘Ultimamente.- In un filo di voce, quasi a volersene vergognare per la confessione che le sta per fare.- L’ho scoperta a girare per casa nuda e non si nasconde davanti a noi, anche se è un poco intimorita.’

Sente la mano scendere lungo il fianco e la pancia, e accarezzare il pube. Si ferma solo dopo aver trovato il clitoride ancora duro, caldo e bagnato. A quel tocco gentile, che la fa ancora fremere di piacere, ansima e sorride.
‘Davvero?’ Sussurrandole all’orecchio.

‘Ieri’ Mattina… Dopo la doccia, parlava tranquillamente nuda in mezzo al corridoio e credo anche, che si sia lavata davanti a Michele.’

Lui le infila due dita più profondamente fra le umide e caldi carni della figa.

Incapace di muoversi, ansima di piacere socchiudendo leggermente gli occhi.

‘è perfettamente naturale.- Le risponde.- Ci possono essere molti fattori specifici che interagiscono e influenzano i giovani d’oggi. Le sue reazioni sono normali come una qualsiasi giovane donna in fase di sviluppo. Il risveglio che sta sperimentando, sono come conseguenza a tutti gli stimoli esterni che sta ricevendo. Esporsi nuda è il sintomo di ricerca e sperimentazione dovuto ad esempio, dalle vallette della TV o dalla moda. Il disagio di vergogna è un’influenza sociale. Politica direi, in cui in ognuno di noi ci sono i propri livelli e parametri interiori e di coscienza.’

‘Mi stai dicendo che devo essere più obiettiva e non dovrei vergognarmi circa il suo risveglio? Questo mi va benissimo fintanto che lei resti nella sua camera da letto.- Freme nel sentire le dita scorrere avanti e indietro dentro di lei.- Dici che la sto giudicando e mi giudico sulla base delle pressioni sociali?’
Dopo una lunga pausa per pensare, in cui le dita non l’aiutano a causa del piacere che le procurano nuovamente; dopo un respiro profondo riprende.
‘Come fare allora con i ragazzi e come comportarmi con lei?’ Gli chiede definitivamente socchiudendo gli occhi e lasciando che il piacere si espanda dal clitoride a tutto il corpo.
‘Ascolta, se potessimo guardare tutti gli inguini dei ragazzi, vedremmo un certo risveglio in loro, anzi direi decisamente che sono sempre in erezione o bagnate e con il clitoride duro…’ Sottolineando le sue parole con la presa fra pollice e indice del piccolo clitoride.

Trema per gli spasmi procurati dal modo di masturbarla. Annuisce in segno di assenso col capo arrossendo come una liceale.

Vedendo la sua reazione ha ghignato con un mezzo sorriso e ha spinto più profondamente le dita in lei.
‘Fa tutto parte della natura e della tempesta ormonale che stanno vivendo. Se si impara ad apprezzarsi, si è consapevoli di ciò che si è e ci si responsabilizza verso il proprio corpo. Prova a spendere un certo tempo con lei questa settimana. In modo piacevole e se le circostanze lo consentono, è possibile che il risultato potrebbe avere un rapporto reciprocamente favorevole e divertente.’

Ha continuato a discernere e a discutere sulle varianti della riproduzione e del sesso nei termini espliciti sempre masturbandola delicatamente e profondamente con le proprie dita.

‘Penso che nessuno ci ha promesso che la vita sarebbe facile. Secondo me, il nostro compito, con le nostre vite, è di imparare ad occuparsi dei problemi e delle avversità, riuscire oltre che a superarli anche a conviverci. Ritengo che in questo modo l’aiuti. Ti invito a trovare un senso e a trasformare la situazione in positivo, piuttosto che concentrarsi soltanto sulle evidenze negative.’

Ha pensato per un momento, lottando con i propri sensi contro le ondate di piacere che quelle meravigliose dita le stanno dando. ‘Positive?- Gli ha chiesto infine.- Quali sarebbero?’

Si è sorpreso per la domanda.
‘Bene.- Soppesando per un attimo le parole.- Per te, per lei sicuramente, quello principale sarebbe l’occasione di svilupparsi, credo. Diresti che lei non abbia imparato nulla negli ultimi giorni? O mesi? Sicuramente avrà fatto qualche cosa che la fatta maturare? Non devi rispondere adesso. Pensa a questo.’

Ha scrollato le spalle poco convinta ed ha continuato a fissarlo con aria interrogativa.

‘Allora, ci sono i tuoi figli… Penso che stiano imparando molto dall’osservarsi a vicenda o nell’intimità delle loro camere a masturbarsi. La maggior parte degli adolescenti lo gradiscono, anche se i tuoi figli sono un poco cresciutelli per quello. Si impara poi a ricercare il godimento dato dagli altri e spontaneamente a donare piacere.’

‘Non ho mai pensato a questo. Pensavo che il sistema scolastico o che la natura facesse il suo corso.’ A risposto un poco sconcertata.

Ha scrollato le spalle a sua volta e le ha sorriso. ‘Cerca di convivere coi tempi moderni e potrai goderne a tua volta se lo desideri.- Spingendo le dita più profondamente e solleticando il clitoride con il pollice per sottolineare le parole che le ha appena detto.- E se non lo desideri, nessuno potrà aiutarli affatto. Suggerisco che pensi a questo proposito.’

Tornando alla realtà del momento lo guarda negli occhi e preso il suo viso fra le mani sussurra.
‘Mi hai fatto stare così bene oggi.’

‘Se desideri continuare’ Potrai ripeterlo in qualunque momento che lo vorrai.’

‘Realmente?’ Ha ghignato, quindi lo ha abbracciato fortemente premendo la testa fra i seni ed ha separato più ulteriormente le gambe posandole sul cruscotto della macchina.

Senza esitazione, ha spinto le dita ancor più profondamente. Mentre lei gli accarezza una guancia, lui si abbassa ed imbocca un capezzolo. Dal principio delicatamente e via, via, che gli ansimi si facevano sempre più forti, ha alternato le succhiate con delicati colpi di lingua hai capezzoli.

‘Mmmmhh mi piace”

‘Nessuna, mai, si è lamentata di quello che faccio. Tutte hanno desiderato che non mi fermassi.’

‘Non voglio che ti interrompi. Che’ Ritengo’ Piacevole.- Arrossendo ed ansimando.- Mi stai eccitando nuovamente! Sono stata eccitata per tutta la settimana aspettando che ti potessi liberare.’

Rumorosamente le succhia prima uno poi anche l’altro capezzolo. ‘Penso che tutti qui attorno lo abbiano saputo Marzia. Non vergognarti.- Vedendola come stia arrossendo.- Non c’è molto che puoi fare e non molto che possiamo fare per nasconderlo comunque.’

Poca gente stava camminando li vicino a loro con indifferenza, qualcuno notandoli, li stava osservando e sorridendo.
‘C’è qualcosa che vuoi fare specificamente?’ Ha aggiunto mentre si è aggiustato il cazzo nuovamente in tiro.

Ha negato muovendo la testa lasciandosi prendere dal piacere intenso che l’avvolgeva piacevolmente.

‘Ci restano solamente pochi minuti prima che dobbiamo lasciarci ancora.’
Ha estratto le dita per infilarle nuovamente in lei. Questa volta mancava il dito medio che lo ha fatto entrare di colpo all’interno del buco del sedere.

Trasalisce e sospira. Stringe le labbra fortemente, per poi sorridere sentendo come il piacere stia per toccare le vette dei sensi.
Guardandola, le sorride.
‘Oops, spiacente.’

‘Va tutto bene.’ Ha risposto con un filo di voce e lasciando le gambe oscenamente aperte con i piedi appoggiati al cruscotto.

Ha mosso le dita sempre più velocemente, fino a sentirla gemere e sussultare, segno inequivocabile del suo orgasmo. Non si è fermato se non molto più tardi quando la sua amante gli ha preso il polso fortemente. Ha fatto scorrere le dita avanti e indietro ancora alcune volte per poi estrarle definitivamente.

Le hanno lasciato un vuoto come le dita le sono uscite e ha rabbrividito, per poi sorridergli di soppiatto.

‘Ne hai avuto abbastanza per ora?’ Le ha chiesto.

Ha annuito col capo guardandolo negli occhi e lo ha picchiettato sulle guance affettuosamente.
‘Grazie mille Pietro.’

‘Sono io che ti ringrazio!’ Sorridendole a sua volta.

Prendendo un respiro profondo, ha aperto il portello ed ha fatto un passo fuori della macchina. Il sole caldo colpisce la pelle chiarissima, l’aria fresca che la colpisce, le fa irrigidire ancor di più i grossi capezzoli.

Ride per la pazzia che sta facendo.
‘Ti dico che camminare nuda sull’erba è una sensazione fantastica!’

I sensi erano in subbuglio. Lo sperma e gli umori vaginali li sentiva che colavano lungo le cosce. L’aria che le accarezza il corpo nudo era una sensazione selvaggia. Aveva chiamato precedentemente suo cognato Pietro per incontrarsi e ora doveva rivestirsi per tornare nella sua macchina e alla vita di tutti giorni. Sarebbe rimasta li in eterno se non aveva dei doveri da assolvere.

L’osserva incredulo per la prodezza che ha fatto. ‘Tale madre, tale figlia.’ Si dice fra se mentre le sorride. Fino a qualche minuto addietro sporadici passanti hanno potuto osservare le loro prodezze amatoriali e ora può soddisfare maggiormente i loro occhi facendosi ammirare nella sua totale nudità.

Maxtaxi

Aiutatemi a migliorare. Aspetto le vostre critiche.
Sono in attesa delle vostre proposte e suggerimenti da inserire nei prossimi capitoli’

taximassimo@yahoo.it anche msg nelle poche volte che sono collegato.

Ultima correzione 18-08.-07

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