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Racconti erotici sull'Incesto

Mia sorella Giuseppina 28

By 19 Novembre 2007Dicembre 16th, 2019No Comments

i miei racconti
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Sequenza di
Mia sorella Giuseppina
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Domenica Mattina.

Come ogni domenica mattina, non vi è obbligo di sveglia ma per una legge non scritta, bisogna alzarsi e andare a fare colazione con tutta la famiglia riunita. Spenta la sveglia, Giuseppina si accarezza la pancia e con una smorfia di disgusto cerca di deglutire. La nausea le ha lasciato in bocca un gusto di acido che a fatica trattiene il senso di vomito.

Si allunga i muscoli restando sotto alle coperte, godendo del caldo abbraccio delle lenzuola sul corpo nudo. Ultimamente non indossava più il pigiama per dormire e non dovendo andare a scuola, poltrisce nel letto ancora per qualche attimo. Vuole godere della sensuale carezza e della inebriante sensazione che la pelle percepisce contro la propria nudità. Sollevate le coperte, la fresca brezza mattutina la colpisce come un pugno allo stomaco. Rabbrividisce e in silenzio maledice il fatto che il riscaldamento sia spento. In piedi si allunga nuovamente e si accarezza nuovamente la pancia. Il gusto di acido in bocca la fa stare particolarmente male.

Senza bussare la porta si spalanca. ‘Giuseppina, sei sveglia?’
La madre ha infilato la testa e l’ha vista in piedi in mezzo alla stanza. Allarga gli occhi stupita nel vederla nuda e prontamente si ritrae.
‘Ohps! Scusa!’

‘Va tutto bene.’ Rassicurandola rapidamente senza muovere un muscolo per nascondersi.

‘Oh, bene. Non tardare. Fra poco la colazione è pronta.’ Continuando a parlare dal corridoio senza vederla.

Messa la testa fuori dalla stanza, osserva che non ci sia nessuno. Si augura che il bagno sia libero e fatti pochi passi, entra chiudendosi la porta alle spalle velocemente. Era contenta che suo padre non l’avesse vista in quel modo. Non era sicura come avrebbe reagito e ne aveva paura. Non saprebbe neppure spiegare questo suo cambiamento.

In bagno, si dilunga sotto la doccia. Lunga, calda e rigenerante. è contenta di potersi crogiolare sotto al getto dell’acqua. Si ricorda di tutto lo sperma disseccato con cui ha dovuto dormire e con rabbia, si lava più e più volte.
In concomitanza come spegne il getto della doccia, suo fratello entra in bagno e senza degnarla di un saluto si avvicina alla tazza del water e sollevata la tavoletta, urina lungamente.

La guarda mentre si asciuga e sorridente, mezzo addormentato, le si avvicina. Presa una tetta l’accarezza, la soppesa e passa il pollice sul capezzolo che si sta via, via, indurendo. La guarda negli occhi e con la mano libera l’appoggia sulla nuca di sua sorella.

Senza che opponesse resistenza e senza che le dicesse nulla, si lascia guidare e chinare verso il cazzo. Sommessamente guarda la cappella e schifata nota come sia inturgidito anche se pendulo, ma la goccia che vede sul meato, è chiaramente di pipì.
Lo scrolla come l’ha visto fare tante volte e lo munge come se volesse fare una sega, ma il suo intento reale è di togliere ogni eventuale segno di urina.
Con forza, le avvicina la faccia al cazzo e capisce che suo fratello le dice silenziosamente di imboccare e incominciare a spompinarlo.
Vi si dedica con dedizione e lungamente. Comprende che ci sta mettendo più del dovuto a venire, da come le fanno male i muscoli del collo e delle guance.

‘Se non vuoi che entrino da quella porta da un momento all’altro mamma o papà, sarà meglio che ci metti più impegno a farmi godere.’ L’osserva come è intenta a muovere la testa avanti e indietro sempre più velocemente. Socchiude gli occhi e assapora le sensazioni che riceve. La mano delicata che gli palpa le palle, la lingua. Il risucchio che ogni tanto le scappa lo eccita da morire ma vuole resistere e non lasciarsi andare velocemente per godere il più a lungo possibile.

Lo sente vibrare e dopo che lui le ha spinto il cazzo in bocca un paio di volte, incominciano a uscire fiotti di sperma. Non sono molti e può velocemente inghiottire e continuare a succhiare e a masturbare il cazzo finche non sente che incomincia a decrescere di volume.
Staccatasi, resta in ginocchio a respirare e ad osservare il cazzo pulsare a pochi centimetri dalla faccia.

‘Bene. Ti puoi alzare. Grazie.’ Senza guardarla mentre si china a lavarsi la faccia.

Con un filo di voce risponde. ‘Mamma mi ha chiesto di non girare nuda per casa.’

Pensa dubbioso. ‘Va bene, indossa il babydoll rosa.’

Saltata in camera dopo aver guardato con circospezione che nel corridoio non ci fosse nessuno, svuota il sacchetto della spesa del giorno prima sul letto. Si stupisce nel sentirlo al tatto come sia liscio e delicato. Dopo averlo osservato per vedere come infilarlo, lo indossa facendolo passare dalla testa. Si osserva allo specchio e lo aggiusta meravigliandosi della sensazione che percepisce sulla pelle.
Ampio, scollato e con spacchi laterali che le arrivano all’altezza della vita. Sulla pelle lo sente fresco e morbido. Le coppe dei seni sono perfettamente modellate con una trama di pizzo da lasciare sensualissime trasparenze vedo-non-vedo. Lo stesso disegno di pizzo è anche sugli slip sgarbatissimi. Stretto sotto al seno, le due falde anteriore e posteriore cadono dritte. Hai lati, due tagli che la rendono ancor più seducente. Si muove e nota come la leggerezza del tessuto formi quasi istantaneamente la campana.
La porta si spalanca e spaventatasi, osserva la testa entrare.

‘Ti muovi? La colazione è pronta!’

Sospira di sollievo constatando che era solo suo fratello.

‘Dove vai? Senza slip!’

L’osserva preoccupata. Vede la determinazione scritta sul viso di suo fratello. Senza indugio le sfila e torna a guardarsi allo specchio. è sufficientemente lunga; pensa. Il bordo termina poco oltre la parte inferiore del pube. Considera che se si piega leggermente in avanti riesce a nascondere e a camminare con tranquillità.

Seduto a tavola, osserva sua sorella camminare lungo il corridoio venire verso di loro. I lembi si discostano lasciando intravedere distintamente ampie porzioni delle cosce e su, su, fin oltre la vita. Le aureole sono perfettamente visibili anche se celate e i capezzoli impudici, sono duri e distintamente marcati.

Durante la colazione gioviale, apparentemente il padre sembra aver dimenticato il lato severo e duro che lo ha contraddistinto nei giorni precedenti. Squilla il telefono e come sempre la madre risponde. Con stupore ascolta la vicina di casa che vuole conoscere e parlare con Giuseppina.
Chiusa la comunicazione si avvicina alle spalle di sua figlia e l’abbraccia. Con orgoglio comunica a tavola la richiesta della sig.ra Scalponoi.
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Prima di uscire dal portone del palazzo, si aggiusta la mini e la maglietta. Era vestita come ha voluto suo fratello. Maglietta verde pastello con spalline a filo e generosa scolatura fra i seni. Con rammarico si osserva ancora in basso fra le tette. La stagione precedente aveva fatto due nodi alle spalline e non far vedere troppo seno ma ora lui le aveva sciolto i nodi che aveva tanto accuratamente fatto. La mini di jeans era del tipo a vita bassa ma con i dovuti accorgimenti, sembrava normale.

Quasi supplicandolo le ha concesso alla fine di poter portare una maglia ma la poteva indossare solo dopo che era arrivata davanti al portone della casa di fronte. Sconfortata, ha accettato ugualmente. La mattina, anche se oramai il sole era già alto, era ancora umido e fresco. Aveva indossato le comode ballerine ma ciò che le dava fastidio era il nuovo perizoma nero. Questi era ad effetto cornice. Sembrava fatto apposta per la sua figa. I bordi si inserivano perfettamente fra le cosce e le labbra vaginali. Se la sentiva ancora più esposta che non andando in giro senza.

Nei pochi metri che separano le due case, ha sentito chiaramente l’aria pungente accarezzarle sulle calde labbra del proprio sesso. Lentamente, cammina lungo il marciapiede per non far ballare troppo i seni e pensando alla lunga masturbazione a letto. Dopo che la madre era andata via, una voglia irrefrenabile le ha preso le viscere. Sentiva la figa palpitante e vogliosa come la sera precedente. Solo dopo un primo sconvolgente orgasmo liberatorio ha continuato ancora senza fermarsi per respirare, fintantoché non ha goduto ancora. Sorride nel pensare che si deve essere addormenta con le dita impiastrate di ciprigna dentro la figa. La stranezza di dormire nuda, quasi non le dava più fastidio.

Squillato il campanello di casa il portone è stato aperto. Salendo le scale il cuore ha incominciato a battere sempre più forte. è arrivata sul pianerottolo di casa, con il respiro corto e la bocca asciutta da cui non riesce a deglutire, si è trovata in piedi davanti alla porta ad osservarla.

Prendendo tutto il coraggio che ha potuto, con il cuore che le martella fortemente nel petto, ha suonato il campanello sperando che ci fosse Lorenzo ad aprire. Non era certa di come potesse reagire in presenza della madre. Continuava a domandarsi cosa volesse da lei e sperava in cuor suo che non avesse saputo nulla di quello che era accaduto in casa la sera prima.

Ha continuato a chiedersi perché si sentiva cosi impaurita. Forse aveva sorpreso il figlio a spiarla o l’aveva vista a sua volta girare per casa nuda o a masturbarsi davanti alla finestra. I pensieri le turbinano nella testa in attesa che la porta si apra.
Si è ricordata delle parole di suo padre: ‘L’uomo coraggioso (o donna), muore una volta solamente, i dadi del vigliacco molte volte.’ Ha continuato a pensare mentre attendeva davanti alla porta, morendo lentamente.

Finalmente eccola che si apre. Daniela, la sorella di Leonardo, si stagliava davanti a lei e ha respirato profondamente ben gradendo la dilazione di un altro minuto con il confronto della signora.

Non aveva mai avuto modo di conoscerla. Sapeva che era giovanissima ed era più piccola del fratello. Cerca di ricordare e pensa che sia più giovane del fratello di 4-5 anni e all’oratorio della chiesa era conosciuta come la più impertinente e maleducata.

‘Ciao, sono Giuseppina, credo che tua madre mi aspetti.’ Ha detto nervosa.
L’ha fatta entrare e attendere. ‘Ora la chiamo.’

‘Grazie.’ è rimasta immobile e imbarazzata mentre lei si è avviata saltellando lungo il corridoio.
Passati solo pochi attimi e ricompare seguita dalla madre.

Il cuore le batteva impazzito e le ginocchia in un colpo la sorreggevano con difficoltà.

Dopo la stretta di mano di rito, la signora Scalponoi vuole conoscere la situazione scolastica di Giuseppina. Sono entrambi al corrente che con questo attuale governo sono tornati gli esami di riparazione a Settembre e ben sapendo le lacune del giovane Lorenzo bisogna prepararsi.

‘Non ho difficoltà alcuna a seguire suo figlio nei compiti. Posso incominciare dopo la maturità con un programma a full immersion.’

Soddisfatta, la signora non ha nulla da eccepire. In quel momento entra nuovamente la figlia seguita dal fratello.
Dallo sguardo sulla faccia, ha potuto leggergli la totale incredulità.

Forse era anche vergogna pensa fra se Giuseppina, dovuto all’abbigliamento e ai capelli non pettinati. Con la maglietta semi spiegazzata e in boxer le pareva come se si fosse appena alzato dal letto.
Visto l’imbarazzo del fratello, Daniela incomincia a scanzonarlo, mentre il povero Lorenzo è diventato rosso come un tramonto alla spiaggia incapace di proferire una parola.
Tutte le donne presenti in quel momento, non possono far a meno di notare come il cazzo sia aumentato formando un grosso bozzo all’altezza dell’inguine.

Anche Giuseppina si sentiva calda in viso. Si ricordava come la sera prima fosse stata nuda in sua presenza e come l’avesse toccata. Poteva ancora percepire al solo pensiero il calore delle sue mani. A quella visione e a quei ricordi, anche lei ha sentito un certo formicolio sotto la pancia. Istintivamente ha stretto i muscoli per cercare di resistere allo stimolo di accarezzarsi e soddisfare la voglia di prurito fra le cosce.

‘Lorenzo, accompagna Giuseppina a vedere i programmi che ti hanno gia dato per l’estate.’

Dopo un battibecco fra i due fratelli lei lo segue in camera salutando la madre che ritorna intenta ai fornelli.

In camera una volta chiusa la porta ha fatto conoscenza di un altro compagno e amico di lui. A fatica e restando sempre rosso in volto per via della sempre più evidente erezione nei boxer, le ha fatto vedere i testi scolastici e gli appunti.

Non poteva distogliere gli occhi dalla scollatura della maglietta. Le ampie zone di pelle del seno lo eccitavano come sempre e vederla le tornano alle mante le visioni rubate col binocolo.
‘Se’ Se ti do i soldi come ieri, posso’ Possiamo vedere qualcosa?’ Con il cuore che batte impazzito.

‘OH!’ Esclama quasi senza respiro incredula per la domanda che le ha rivolto.

‘Anche io ho i soldi’ Se le può far piacere.’ Rimarca l’amico seduto sul letto.

Sconvolta per una tale richiesta non era in grado di comprendere bene e mai e poi mai, avrebbe desiderato fare qualcosa con la madre e la sorella appena oltre la porta.

‘Ecco’ Vede’ Cioè’ Ci sono delle domande che vorremmo farle.’
L’imbarazzo era generale e palpabile in entrambi.
‘Ecco vede’- Interviene l’amico.- Vorremmo sapere cosa provate voi donne quando vi masturbate.’

Il cuore lo sentiva che le batteva nel petto furiosamente e le guance bollenti.
‘Piacere’ Ma che domande.’

‘Si ma vede’ Ecco noi” Rossi entrambi in volto.

Li guarda e dopo un respiro profondo:
‘Voi avete bisogno di una lezione di sesso, più che di matematica.’

Il rosso in faccia si accentua ulteriormente mentre annuiscono all’unisono.

Comprende l’errore che ha fatto e rossa in volto, cerca di distrarre lo sguardo osservando la scrivania e i libri. ‘Penso che la parola più corretta sia’ Di anatomia.’
Fatto un sospiro profondo, solleva la maglia e la maglietta assieme.

L’attenzione dei ragazzi, viene calamitata alla parte bassa dei seni che si potevano intravedere.

‘Allora.- Con la pancia esposta e posando un dito sotto lo stomaco.- Guardate! Le donne hanno un sacco di roba complicata qui, che, diciamo’ Molte persone le chiamano impianti idraulici.’

‘Come i tubi che ci portano acqua?’

‘Esattamente. Proprio qui, e qui.- Indicando l’addome, dove avrebbero dovuti essere.- Ci sono le ovaie. Il loro scopo è di produrre uova.’

‘Uova? Come quelle da cucinare?’

Con un sogghigno per via del paragone, continua. ‘Sono un po’ diverse… Sono sì, certamente, ma uova umane e sono il mezzo per fare i bambini.’

‘Va bene…’ Hanno risposto perplessi.

‘Una volta al mese, una delle ovaie rilascia un minuscolo uovo che passa attraverso quello che viene chiamato tubo di Falloppio.- Ha iniziato a tracciare l’arco di corrispondenza da cui avrebbero dovuto partire dalle ovaie sulla pancia.- è questo tubo, uno per ciascuna delle due ovaie, che porta l’uovo all’utero.’

‘Mmhhh.’ Osservando interessati il dito camminare sulla pelle.

‘L’utero, è talvolta chiamato grembo, ed è una grande tasca proprio qui.- Indicando a pugno chiuso sotto all’ombelico.- Ed è una parte molto importante dell’impianto idraulico femminile. Una volta al mese quando arriva l’uovo e non accade nulla, si trasforma in sangue con la fodera dell’utero stesso. Questo è il motivo per cui si dispone di un periodo di ogni Mese, detto Mestruazione, perché l’utero deve sbarazzarsi delle uova, che ora è morto.’

‘è orribile!- Esclama.- E li abbiamo tutti questi periodi?’

‘Nooo, solo le donne.- Risponde incredula.- è una cosa normale, che accade a tutte le donne in fase riproduttiva. Solo le vecchie non lo hanno più.’

‘Così, quando sanguinate’ è perché un bambino muore?’

‘Nooo.- Portandosi la mano libera alla testa.- Dovete sapere, che dentro vi è una membrana detta cervice, il suo scopo è di mantenere l’uovo per un certo periodo, diciamo 6 – 8 giorni per essere fecondato. Non è un bambino fino a che un papà, non mette il suo pene e fertilizza… Così non vi dovete preoccupare di nulla. Non muore nessuno.’

‘Va bene.’ Rispondono un po’ incerti.

‘In ogni modo, questa sorta di barriera che è sotto all’utero, chiamata appunto cervice, serve per tenere dentro o fuori dal grembo materno ogni cosa.’

‘Come il sangue.’

‘Sì, esatto, e anche lo sperma. Ed è posto fra l’utero e la vagina.’

‘Ma, ho sempre pensato che la vagina era all’esterno!?!’

‘Sì e no… Cercate di comprendere testoni. La vagina è in realtà una sorta di tubo in cui un uomo inserisce il pene e la cervice protegge l’utero. C’è anche un piccolo foro vicino alla parte anteriore della vagina, che serve per fare la pipì.’

‘Oh. Cosa ci sai dire di un pene?’

‘Mmmhhh…- Pensa a come descriverlo e le guance le tornano rosse. Lasciata cadere la maglia, li guarda entrambi.- Perché non me lo mostri! Ne hai uno, giusto Lorenzo?’

‘Sì, ma…’

‘Dai non farti pregare. Io ti ho fatto vedere il mio corpo, ora fammi vedere il tuo!’

‘Ah, già.’ Pensando all’allusione di ciò che era accaduto la sera prima. Rapidamente si è tolto la maglietta e calati i boxer. Il cazzo si ergeva dritto e duro come una roccia, calamitando lo sguardo di tutti. Ritornato seduto sul letto in evidente imbarazzo, il cazzo ora si appoggia al proprio rado cespuglio di peli.

L’osserva confusa e imbarazzata. La gola le si è seccata nel vedere come lo avesse duro. ‘è molto diverso da come è di solito durante la giornata ma è così che deve essere per poter inserirsi all’interno di una donna.- Prosegue cercando di deglutire a fatica.- Oramai siete uomini. Le donne hanno la maggior parte del loro impianto idraulico o riproduttivo all’interno del corpo… Con gli uomini è tutto qui. In piena vista.’ Indicandoli.

‘Vedo.’ Esclama l’amico rosso in faccia, come un pomodoro maturo.

‘Quelle sacche sono i testicoli, o palle. Servono per creare lo sperma che serve per creare i bambini.- Spostando il dito, desiderava poterlo toccare.- Questo è il pene o volgarmente chiamato cazzo. Vedete come assomiglia ad un tubo? Un uomo mette il suo pene all’interno della vagina di una donna e dopo lo si muove molto.’

‘Muovere?’

‘Avanti e indietro.’

‘Perché?’

‘Per far crescere il piacere. Solo a questo punto, lo sperma passa dalle palle e questo buco detto meato, alla vagina. Se non colpisce la cervice uterina e quindi si riversa nel grembo materno, dove si spera vi sia un uovo, lo fertilizza.’

‘E’ Si sente bene? A farlo intendo.’ Guardandola in un misto di estasi e perplessità.

‘Certamente.’ Arrossisce per quello che ha detto, osservando il cazzo duro vibrare a pochi centimetri dalla mano. Lo sguardo resta calamitato al cazzo perfettamente in vista ed eretto. La cappella violacea brilla per i succhi, che fuoriescono dal meato. Sente la figa palpitante e consapevolmente capisce di essersi eccitata nel spiegare i vari organi sessuali.

‘Io ancora non capisco…’

‘Beh, allora, humm.- Ha detto pensierosa.- Va bene, pensa in questo modo… Sapete cucinare, giusto?’

‘Certamente!’

‘Pensate al seno, all’utero… La cosa qui.- Indicando il cazzo.- Il tutto come ad un forno, ok?’

‘Va bene…’ Hanno risposto all’unisono quasi come in trance.

‘E il bambino come un tipo di pane o a un panino, va bene?’

‘Mmh, mmh.’ Annuendo entrambi.

‘Bene, una volta al mese, la speciale padella per fare il panino va nel forno, ma la pentola non basta da sola, dobbiamo farcire il panino, giusto?’

‘Esattamente.’

‘Bene, un uomo ha bisogno della carne… Di fatto, mentre nel forno c’è il panino noi lo farciamo con lo sperma quindi’ Il bambino può cuocere. Questa cottura diciamo così, dura nove mesi e le uova non prodotte passano a sviluppare il seno e si interrompe il sanguinamento per i restanti mesi finche il bambino non esce, ossia la donna partorisce. Così gli uomini scopano per fare i bambini, e le donne sfornano dopo la cottura i bam…’

‘Dopo nove mesi nascono i bambini.’ La interrompe Lorenzo.

‘Esattamente.’

La guardano entrambi con evidente eccitazione, Lorenzo con il cazzo nudo ed eretto, mentre il suo amico continuava a toccarsi e ad accarezzarsi sempre più vistosamente il pacco attraverso il tessuto dei jeans. ‘Facciamo un bambino?’

è rimasta interdetta per alcuni secondi pensando alla domanda diretta che le ha rivolto. ‘Che cosa?’

‘Facciamo un bambino?’

‘Ma’ Non mi sembra il caso, soprattutto con tua sorella e tua madre in giro per casa. Se volete altre spiegazioni va bene ma”

Viene interrotta. ‘Se è una questione di soldi te li diamo ecco, tieni questi!’

Incapace di rispondere, si sente umiliata dal ragazzino di fronte a lei. ‘Sarà meglio interrompere questa cosa per ora. Grazie per i soldi che mi avete dato ma non intendo restare oltre. Vedi di studiare se non vuoi rimanere bocciato. Ho detto di si a tua madre, quindi ci vedremo presto a casa mia o qui a casa tua per fare i compiti.’

Aperta la porta, si incammina verso l’uscita. Salutata la signora Scalponoi esce di casa e si incammina per tornare verso la propria. Le pulsazioni che riceve dalla figa palpitante, le ricordano la voglia di scopare non scemata dalla sera precedente. Sorride pensando al cazzo duro che aveva a disposizione e si rabbuia.

Ripensa a quello che ha detto hai ragazzi. Pensa al ritardo del suo ciclo e cerca di ricordare quanti giorni ha raggiunto di ritardo. I ricordi di quella sera, di quella notte sono confusi’ Davanti alla porta dell’androne della casa si rimira riflessa dai vetri del portone. Fra se, annuisce e si dice di ‘sì’ con rammarico. ‘Quella sera mi hanno scopato senza preservativo tutte e due.’ Abbattuta e affranta, sale le scale di casa.
‘Michele, posso chiederti una cosa?’

‘Mamma ha detto di mettere a posto e pulire la camera. La mia camera! Fila!’

‘Ecco, io” Lo vede muoversi sul divano e nota come sia nudo con il cazzo appoggiato ad una coscia.

‘Sei ancora qua? Sparisci!’

Mentre è intenta a sistemare il casino sulla scrivania, suo fratello la chiama e per non farlo arrabbiare si precipita cercandolo. Lo trova nella sua camera e si trattiene a non urlare nel constatare di vedere tutta la propria roba sparsa ovunque e con gli armadi e i cassetti aperti.

‘Non ti avevo detto che in casa devi stare nuda? Spogliati!’

Arrabbiata si trattiene dall’urlare. Aveva rovistato fra i suoi vestiti e questo le dava moltissimo fastidio. Era gelosa delle sue cose e non permetteva neppure a sua madre di riporre gli indumenti appena lavati e stirati. Spogliatasi con rabbia è ora completamente nuda davanti a lui.

La guarda con un sorrisetto malizioso, carico di lussuria. ‘Il perizoma te lo puoi rimettere. Indossa queste.’

Il braccio si allunga e prende strappandogliele dalle mani le calze che gli porge. Le infila e non si ricordava di averne mai avute di autoreggenti. Leggerissime e morbide in pizzo bianche, con motivi floreali ed ampia balza alla coscia. Nota la busta a terra e pensa che arrivino dal negozio del centro commerciale.

‘Apri le gambe e guardami.’

Alza gli occhi e mortificata continua a osservarlo mentre la filma con il cellulare e scatta foto del suo sesso aperto posto in evidenzia dal perizoma. Vorrebbe non guardarlo ma gli occhi cadono continuamente al cazzo pendulo che le sembra si stia ingrossando.

‘Indossa questo.’

L’osserva domandandosi cos’è. Lo guarda e intuisce che è un reggicalze. Dopo aver studiato come indossarlo lo allaccia alla vita per poi agganciare le clips alle calze.

‘Ora indossa queste.’

Le vede e le guance si infiammano. Non si ricordava di averle portate a casa le scarpe col tacco che le aveva regalato Tonino.

‘Ferma! Allacciale stando in piedi. Appoggia il piede sul comodino e guardami ogni tanto.’

Piegata in avanti, le tette le ballano ad ogni movimento mentre lui continua a fotografarla. Le labbra del sesso sono perfettamente evidenziate dal perizoma che c’è e non c’è. Nota di avere i capezzoli duri e si arrabbia con se stessa. Nota il cazzo di lui farsi decisamente più grosso ed assumere una posizione semi eretta.

‘Brava, fai due passi.’

Cammina per la stanza arrivando davanti alla finestra. Osserva la strada e le auto che passano. La finestra di Lorenzo ed infine torna sui suoi passi.

‘Ora girati e piegati.’

Esegue con lui che continua a scattare foto mentre le pose sono sempre più oscene e umilianti.

‘Mettiti di fianco alla finestra! Indossa questo.’

è il reggiseno del completo con il perizoma. è fatto solo di cornice e si chiede perché mai qualcuno possa produrre un capo tanto inutile. Fatte altre foto con lei che si muove come una provetta modella, le arriva in volo anche la mini. Si stupisce che lui l’abbia trovata. L’aveva comprata per una festa ed era tanto corta e audace che l’aveva nascosta in fondo all’armadio.
L’osserva come rimira i due capi che ha in mano per poi prendere al volo la maglietta che ha lanciato. Lo riconosce. Era il top del copri costume dell’anno precedente, comprato per la festa della notte di ferragosto. Eccessivamente largo sul davanti con solo le spalline a filo. La schiena completamente nuda, con una stringa da allacciare alla vita per unire i due lembi. Era già allacciato e non ha neppure pensato di regolarne l’ampiezza.
Finito di fotografarla ancora, le si avvicina e le mette al collo una fascia nera. In testa le blocca con le mollette e il cerchietto una cuffietta che non si capacita di sapere dove l’ha comprata e hai polsi, i polsini tagliati di una qualche vecchia camicia. Passato di spalle, le allaccia un grembiulino velato. Il candore e la trasparenza risaltano sulle vesti nere.

L’osserva e vede come il cazzo si sia gonfiato e dritto, punta in avanti indecentemente e provocatamene. La fa assumere nuove posizioni fotografandola ogni volta. Il perizoma aperto, contorna l’inguine evidenziando le piccole labbra del sesso. Nota con piacere un certo luccichio. Il reggiseno, è pressoché inutile ma contrasta con la schiena nuda ridicolizzandola e il tessuto leggero vedo-non-vedo del top, evidenzia ed esalta i capezzoli e il seno stesso. Ogni volta che si muove, le tette ballano libere e i capezzoli sfregando sul tessuto leggero restano perennemente ritti ed eccitati. Ad ogni movimento in cui si piega in avanti, le tette sgusciano e le natiche compaiono con le labbra esposte ad attirare l’attenzione di chi è alle sue spalle.

Stranamente si sente eccitata e non riesce a distogliere l’attenzione al cazzo che con la cappella violacea le punta contro di lei. Si sentiva compiaciuta di aver creato in lui una tale voglia. Ricorda perfettamente come l’aveva soddisfatto nel bagno solo poche ore prima. Si passa la lingua sulle labbra come se assaporasse ancora il gusto eccitante di tenere il caldo e palpitante cazzo in bocca, ingoiando il suo seme spesso e caldo.

Ha realizzato che c’era qualche cosa di incongruo nel loro nuovo rapporto fra fratello e sorella.
Lei era nuda per quasi tutto il tempo che era in casa, scopando persino, ma mai neppure non si erano baciati o comunque non se lo ricordava.

Si inorgoglisce nel sentire che la lusinga sulla bravura per come succhia il cazzo ed ha sentito una specie di voglia che le è partita dalla bocca facendole pulsare l’interno della vagina. Mentre era intenta a mettere a posto i propri indumenti, ha confessato apertamente il piacere che ne consegue quando lo soddisfa con la bocca. Si stupisce delle parole che ha appena detto e si sente le guance avvampare di vergogna. Incrocia il suo sguardo e osserva bramosa le labbra di lui, con l’insano desiderio di baciarlo.

La guarda a sua volta, e come se lo intuisse. ‘Hai voglia di baciarmi?’

Naturale e spontanea la risposta.

Si sono abbracciati e baciati con reciproca soddisfazione e bramosia. Lui nudo con il cazzo duro fra di loro e lei stranamente vestita.

I nasi si sfiorano, le labbra si toccano morbidamente e calorosamente mentre si regge con una mano sulla sua spalla nuda e il cuore che perde alcuni battiti.
Si sente stordita confusa. Lo guarda e sorride. Apprezza come la bacia e il cuore che riprendere a battere mentre in basso, fra le gambe, si sente prudere e le ginocchia tremare.
Con i corpi schiacciati l’uno contro l’altro, sente distintamente la dura consistenza del cazzo.
Sorride scioccamente. Le mani scendono ai suoi fianchi e lo tira contro di se fortemente. Muove il bacino in una sorta di ballo sensuale che non fa altro che sentire e strusciare la cappella del cazzo e tutto il caldo paletto contro di lei.

Lui piega nuovamente la testa e si baciano ancora. Questa volta le labbra si dischiudono e le lingue si cercano. Si distaccano nuovamente e Giuseppina non è più in grado di comprendere più nulla. Si sente stordita e senza fiato. Il respiro corto dall’emozione e con gli occhi ancora chiusi si gode il calore del suo corpo e le braccia forti che l’avvolgono.

Si sentiva spaventata per le emozioni che stava provando. Percepiva la mano accarezzarle la schiena. Desiderava in quel momento che non avesse il reggipetto. Voleva che quella mano che le stava facendo venire i brividi, continuasse libera a scorrere senza impedimenti.
Era completamente sopraffatta dal tatto del suo corpo contro il suo, nudo. Poteva percepire il suo calore, il suo profumo, il suo battito cardiaco.

Fra di loro c’era sempre quella presenza scomoda. Dura e calda. I suoi sensi non potevano far finta di niente e a causa di tutto questo, si sentiva lei stessa accaldata e un senso di umido colare fra le gambe.

Staccatasi, ha osservato in basso e ha notato che sulla pancia vi era una lunga scia di umido liquido seminale. Ha sorriso e con le gambe molli si è lasciata cadere in ginocchio. Il cazzo le svetta duro davanti alla faccia, lo ha guardato come se fosse stata la prima volta. Ha incominciato dando piccoli colpi di lingua alla base della cappella violacea. Con esasperante lentezza, continua a giocherellare con la punta della lingua passando dalla punta della cappella alla base del cazzo per poi risalire lungo il filetto. Vede e sente il cazzo fremere di piacere. Dal meato, esce un grosso grumo di liquido semifinale e voluttuosamente lo imbocca e lo succhia. Impugnato alla base, passa la lingua a leccare ancora la punta per poi alternare le leccate, con ammirevoli succhiate. Il cazzo le vibra in bocca e lei imperterrita continua. Lui geme sempre più forte e presa per la nuca la tiene schiacciata contro al cazzo ma lei incomincia a muovere la testa avanti e indietro sempre più velocemente facendolo tremare tutto e urlare di piacere.

Gli schizzi di sperma le finiscono in bocca riempiendola velocemente e altrettanto velocemente li ingoia. Schizzo dopo schizzo, continua a succhiare e a ingoiare senza fermare il movimento della testa. Arrivato all’apice, suo fratello la ferma ma lei imperterrita continua a mungerlo segandolo mentre con la bocca succhia fortemente. Gli spasmi di piacere si trasformano in dolore e la obbliga a staccarsi e a fermarsi. Trema e respira pesantemente. Il cazzo pulsa ancora più di prima, come se volesse continuare a far fuoriuscire sperma, ma nulla è rimasto nelle palle.

Passato un tempo indefinito, suo fratello abbassa la testa e le sorride estasiato.
‘Sorellina’ Grazie’ Sei stata fantastica” Ancora con la voce rotta a causa del respiro affannoso.

Lei non era più in grado di alzarsi. Poteva percepire chiaramente la figa pulsare e un certo umido scendere lungo l’interno coscia.

Si abbassa, le da un bacio sulla guancia e morbidamente le dice. ‘Mai nessuna mi ha fatto un pompino così stupendo e ad arte. Sei eccezionale. Brava sorellina.’

Mentre esce dalla stanza soddisfatto, lei resta in ginocchio a terra. è stordita, confusa. Non sa se essere contenta o umiliata. è eccita allo spasimo. Percepisce chiaramente il clitoride nudo e si lascia cadere a terra. Allungate finalmente le gambe, si distende sdraiandosi a terra. Il fresco del pavimento, contrasta con il calore del suo corpo.

‘Sorellina’ D’ora in avanti, quando non sarai nuda, indosserai quei vestiti in casa.’

Maxtaxi

Aiutatemi a migliorare. Aspetto le vostre critiche.
Sono in attesa delle vostre proposte e suggerimenti da inserire nei prossimi capitoli’

taximassimo@yahoo.it ‘ mail e msg nelle poche volte che sono collegato.

Questo romanzo non deve essere riprodotto elettronicamente o a mezzo stampa senza la mia autorizzazione scritta.
This novel should not be reproduced electronically or in print with out my written permission.

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