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Racconti erotici sull'Incesto

Mia sorella Giuseppina 43 – Il padre, la madre e lo zio.

By 24 Giugno 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

i miei racconti
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Mia sorella Giuseppina
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***
Note: mi scuso per il rallentamento delle pubblicazioni, ma a causa dell’inizio della stagione estiva, il tempo da dedicare alla scrittura è notevolmente ridotto. Vi assicuro che i prossimi 4-6 capitoli sono impostati, con molti dei vostri suggerimenti che mi avete inviato. Pignolo come sono, cerco di renderli perfetti con meno errori possibili.
Ho corretto i numeri della serie Mia sorella Giuseppina dal 01 al 12 e in particolare il 12, vi invito a rileggerlo perché l’ho profondamente cambiato.
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Ricordate! Nei rapporti occasionali, usate il preservativo!
Saluti a tutti i porcellini.
***

Mia sorella Giuseppina 43 – Il padre, la madre e lo zio.

Lui si stava asciugando il sudore con la maglietta per poi bere lunghe sorsate dalla bottiglia che suo fratello gli aveva appena passato. ‘Grazie Pietro.’ Gli dice con un sorriso, mentre continua a respirare affannosamente. ‘Vorrei avere più tempo da dedicare alla coltura del corpo, ma il ristorante mi sta succhiando la vita! Certo che tu, sei in una forma smagliante!’

A sua volta Pietro, il fratello, gli sorride. ‘Mi pare che ho dimenticato di dirti che voglio partecipare alla prossima gara campestre del comune.’

Passando in mezzo a loro, li ha spinti di lato con fare scostante e un poco arrabbiata. Apre a sua volta il frigorifero ed estrae una bottiglia d’acqua. ‘Vi farei vedere entrambi cosa sarei capace… Se avessi le gambe più lunghe!’

‘Povera cognatina!’ Dice Pietro soffocando una risata, mentre osserva come la maglietta delinei il contorno del seno. Pensa a come sobbalzavano durante la corsa, le due grosse tette, mentre lui si rammaricava che fossero strette nel reggiseno e non libere come avrebbe desiderato vederle. ‘La maggior parte delle donne della nostra classe oramai, sono sul viale del tramonto o sul tavolo del chirurgo estetico.’

Il suo amato marito l’afferra strettamente per un braccio e se la tira contro. La bacia appassionatamente e dopo essersi scostato, la guarda negli occhi e le dice: ‘Ecco perché ti amo, Puffetta!’

Non ha potuto evitare di sorridere. Quello era il soprannome scherzoso che le aveva dato quando avevano incominciato ad uscire assieme. ‘E pensare che credevo che fosse per come cucinavo. Non è forse quello che mi hai detto anche la notte scorsa?’ Lasciando intendere volutamente con lo sguardo il doppio senso.

‘Mi pare che ci sia più di un motivo.’ Le dice mentre torna ad asciugarsi la fronte. ‘Sarà meglio che vada a farmi una doccia o non riesco ad andare in banca, questa mattina. Mi restano solo un paio di ore prima che debba aprire la cucina e devo fare un sacco di commissioni.’

‘Vai pure, porcellino. Voglio raffreddarmi un paio di minuti prima di farla anche io.’ Lei cerca di spingerlo ma lui resistendo, le schiocca un altro bacio, accompagnandolo con una vigorosa stretta ad una delle chiappe, prima di dirigersi verso il bagno.

Pietro le sorride sarcastico mentre vede suo fratello scomparire dalla cucina. ‘Puffetta? Mi piace! Sei un poco rossa in viso.. Tutto bene puffetta?’ L’ha afferrata e l’ha tirata vicino a se. ‘Sei di sicuro una bella puffetta, cognatina.’ Le labbra s’avvicinano dolcemente per rivendicare anche loro un bacio appassionato.

‘Regola due!’ Cercando di spingerlo lontano senza alzare la voce. ‘Ricordati della regola numero due! Io appartengo a te, solo quando tuo fratello non è in casa.’ Ha bisbigliato a bassa voce temendo che il marito potesse sentirla. ‘Tuo fratello adesso è in casa! Quando c’è lui, io sono la sua donna. Devi cercare di comprenderlo, e ogni volta, invece, è la stessa cosa. Sono stanca di ripetertelo tutte le volte.’ Si allontana e dà un’occhiata veloce al corridoio. Un respiro profondo e pensa fra se: ‘Grazie a Dio ha chiuso la porta della camera.’

‘Cognatina!’ La chiama Pietro, frustrato. ‘Non è mica colpa mia! Vorrei farti capire che i tuoi piccoli pantaloncini e la maglietta stretta mi hanno provocato un erezione immediata.’ ‘Oh, all’inferno’pensa poi Pietro, e si cala i pantaloncini nel mezzo del salotto. ‘Vedi? Sono duro come l’acciaio per colpa tua.’

Sgrana gli occhi sorpresa per l’audacia folle del cognato. ‘Pietro, rivestiti subito!’ Dice concitata, osservando il cazzo che tanto le piace, guizzare libero e turgido puntando verso di lei. Guarda nuovamente il corridoio in totale panico, aspettandosi di veder comparire il marito da un momento all’altro. ‘Vai in una qualsiasi camera, o torna a casa tua e fatti una sega, se non puoi aspettare. Sai bene che mi puoi avere in qualsiasi momento, ma non possiamo fare nulla fino a quando tuo fratello non va a lavorare.’

Voltata di spalle non vede Pietro avvicinarsi: ‘Mi piace il tuo corpo. Non senti come sono duro ed eccitato per te?’ Le dice a bassa voce mentre le mani vagano sul corpo sudato di lei. ‘Mio fratello sta per farsi la doccia. Possiamo avere tutto il tempo che vogliamo.’ Il cazzo struscia fortemente fra le chiappe di lei facendole sentire come si stia indurendo sempre più.

‘Pietro F., ho detto di no!’ Gli dice, cercando di essere convincente, mentre deve trattenere un gemito, posto che lui le ha infilato una mano all’interno dei pantaloncini e la sta sfregando sugli slip direttamente in mezzo alle gambe. ‘Devi aspettare che tuo fratello esca…’

‘Non voglio aspettare” Le sussurra all’orecchio, mentre anche l’altra mano attanaglia un seno e lo palpa. ‘Ho bisogno di te.’ Prosegue stringendola fortemente contro di sé per farle sentire anche il duro cazzo.

Per l’irruenza delle mani che le frugano il corpo ha dovuto afferrarsi al mobile mentre lungo il canale tra le natiche, a contatto con il suo buchetto posteriore, può sentire il cazzo sfregare ritmicamente. Le dita all’interno dei pantaloncini stanno facendo un lavoro eccezionale portandola in breve a sentirsi terribilmente eccitata. In un barlume di lucidità, si gira per affrontarlo e fermarlo.

Con uno scatto felino Pietro si china e le abbassa al contempo i pantaloncini e gli slip fino al ginocchio mentre lei tenta di soffocare un grido.
‘Fermati.’ Esclama a bassa voce cercando di riprendere le mutandine per ricomporsi.
Come se niente fosse, lui prosegue nell’azione e cerca di toglierle la maglietta sollevandola e tirandola più che può.
‘Torna a casa tua in questo esatto istante e scarica i tuoi bollenti spiriti.’ Protesta, cercando di fermare quelle mani frenetiche ‘Se continui con questo tuo comportamento, non ti permetto di fottermi per una settimana.’
In preda ad un raptus che la spaventa, lui la getta sul divano e presi con forza i pantaloncini, li toglie insieme alle mutande.

Pur avendo serrato le gambe fortemente, l’azione di suo cognato è stata troppo veloce e gli indumenti hanno già superato l’ostacolo delle caviglie e dei piedi.
‘Ciao fratello!’ Pietro ha urlato improvvisamente mentre la guarda con un sorriso beffardo. ‘Vieni qui un secondo.’

Ha smesso di respirare mentre il suo cuore ha perso un battito restando gelata per la paura, mentre lo sguardo le va istintivamente verso l’angolo del corridoio.
In questo modo, suo cognato ha potuto tirare la maglietta in alto oltre la testa lasciandola ora con l’ultimo indumento addosso.

‘Ma sei completamente impazzito? Cosa credi di fare?’ Lo guarda incredula e preoccupata pur sentendo l’acqua della doccia scorrere in bagno. ‘Tranquillizzati, ti prego.’

Sedutosi anch’egli sul divano, l’abbraccia ma con l’unico scopo di toglierle il reggiseno che pochi istanti dopo, vola in mezzo alla stanza raggiungendo assieme gli altri indumenti.
‘Voglio solo vedere bene la mia bella cognatina e dimostrarle tutto il mio amore.’ Le prende la mano, portandola poi sulla dura consistenza del cazzo. ‘Sei tu che me lo hai fatto diventare così duro. Sei calda e sexi. Non posso fare a meno di desiderarti.’

Non si era accorta che ora la sua mano è libera dalla presa di quella di Pietro. Lui l’ha impiegata per prenderle una tetta e la sta palpando. I loro sguardi si perdono gli uni negli altri, mentre involontariamente la mano di lei si muove lentamente lungo il cazzo del cognato. Le loro bocche si toccano e le lingue si perdono in un lungo bacio passionale, superando ogni sua reticenza.
Calda, ansante. ‘Accontentati di un pompino.’ Gli dice mentre un turbinio di sensazioni la sta scaldando.

Ora stringe la mano con vigore attorno al cazzo, meravigliandosi ogni volta, per la velocità della risposta e per come lui sia pronto ogni volta a scoparla. Osserva la cappella violacea, entusiasmandosi, come sempre, alla vista di quel meraviglioso cazzo duro e grosso. Le dita si serrano ancora più strettamente facendolo gemere di piacere, mentre la mano si muove lentamente su e giù. Non si era mai chiesta quanto potesse essere lungo e grosso ma un raffronto l’aveva fatto nel tempo. Rispetto a quello di suo marito, lui aveva un cazzo un poco più grosso. E, soprattutto, sapeva usarlo molto meglio.
Incantata dalla cappella da cui fuoriescono gocce di liquido seminale, stordita dal sapiente lavorio della mano di lui sui capezzoli, dice con un filo di voce: ‘Devi sbrigarti a venire”
Resasi conto di quello che ha appena detto si blocca raggelata. ‘Oh Dio! Ma cosa sto dicendo? Se mio marito viene in questo momento, siamo rovinati.’ Si dice fra sè, spaventata e incredula.

‘Puffetta, forza allora! Succhiami velocemente. Scoperemo più tardi, mentre mio fratello starà lavorando.’

‘Tutto ciò che desideri cognatino.’ Si alza e con un sorriso beffardo lo guarda restando in piedi di fronte a lui completamente nuda. Sa di aver vinto. Non voleva concedersi così spudoratamente, ma sapeva in cuor suo che non sarebbe riuscita davvero a dire di no al meraviglioso cazzo che le si parava davanti.

‘Sei sempre la migliore, cognatina.’ Ansima Pietro, mentre si sporge in avanti sul bordo del divano per presentarle la sua furiosa erezione.

Come ipnotizzata, si è inginocchiata come tante altre volte di fronte a lui e ripreso il cazzo in una mano, accarezza il suo bel corpo con l’altra.
‘Non resistere amore. Lasciati andare.’ Sussurra. ‘Godi il più velocemente possibile per la tua cognatina.’ Si è sporta in avanti e ha appoggiato le labbra al cazzo, per poi dare un lunga e lenta passata con la lingua che parte dalla radice del cazzo, per fermarsi una volta arrivata alla punta della cappella. Sapeva che Pietro era sudato, e il forte odore di uomo che le entra nel naso, la inebria facendola eccitare maggiormente. Non ha mai avuto complessi con lui o coi i suoi partner precedenti; e questo aroma non è mai stato il motivo che le ha fatto chiudere le sue relazioni con gli uomini. L’odore che il corpo di lui emana, l’ha sempre eccitata. Il suo forte corpo l’ha sempre affascinata: non le importava dove si trovassero, bastava che lo vedesse nudo e si sentiva calda e bagnata immediatamente.

Senza esitazione si sporge in avanti con la bocca aperta, e comincia a succhiare quello splendido cazzo, ingoiandone più che può. Le labbra strette lungo l’asta fanno gemere Pietro di lussuria: sussulta quando percepisce la cappella toccare il fondo della gola di lei. Dopo pochi movimenti di quella bocca tenera e calda che sale e scende sulla delicata pelle del suo membro, l’uomo perde ogni controllo e le sue mani vanno a posarsi sulla nuca di lei spingendola fortemente in basso, contro il cazzo. Tiene la testa della cognata con entrambe le mani e la guida dandole il ritmo. Lei non ha opposto nessuna resistenza. Si è lasciata guidare in quella che è diventata una scopata di bocca. Non è più un frettoloso pompino ma una vera e propria scopata nella bocca.
Lei continua a tenere gli occhi chiusi, lasciando che il suo amante effettui qualsiasi movimento che più gli piaccia. Si limita a tenere serrate le labbra lungo il cazzo, saettando la lingua attorno alla cappella, mentre il movimento si fa sempre più frenetico.

‘Oh cognata. Sei bravissima.’ Ansima Pietro mentre la testa della donna è costretta ad abbassarsi ed il bacino del suo compagno viene spinto leggermente in avanti per l’ennesima volta.
L’unica possibile risposta di lei è un mugolio sommesso, emesso in qualche modo mentre cerca di succhiare e lappare con la punta della lingua.
‘Ti ho sempre detto che dovresti girare dei film. Tu sei la Regina della Gola Profonda!’

Ha fatto del suo meglio per accontentarlo e per velocizzare il lavorìo. Pietro stava diventando sempre più aggressivo e sempre meno rispettoso, incurante che a pochi metri da loro il fratello potesse sentire.
Lui sapeva a sua volta, che aveva in mano la situazione, e ciò lo faceva sentire forte e potente. Da quando avevano incominciato quella prima volta, il controllo che sentiva di avere sui sensi della sua compagna lo faceva sentire sempre trionfante ed addirittura ebbro di potere.

Da quando lo ha conosciuto, lei non è più stata capace di allontanarsene. Quante volte, insieme, hanno quasi smontato la camera da letto, mentre suo marito era fuori per lavoro. Quante volte si è sentita in paradiso. Quella volta, che aveva scoperto che lui aveva la resistenza di un cavallo purosangue… Quella volta che il marito era finito in ospedale e il fratello premuroso si era prodigato per assisterla… Quella notte, sedici ore continuate… Pietro l’aveva inchiodata sul letto facendola godere in continuazione. ‘Chi sono io per scherzare? Lo amo.’ Eppure quello che stavano facendo era troppo. Pietro non aveva mai ignorato le regole che lei gli aveva imposto, prima d’ora. Mai un comportamento tanto insano e pericoloso. Le mani di lui continuavano a essere strette attorno alla sua testa, guidandola ora lentamente, ora velocemente.

L’uomo comincia a rallentare il movimento pur spingendo a fondo per sentire il cazzo affondare il più profondamente nella sua bocca. Gli piace sentire come quella tenera lingua lavori freneticamente lungo il cazzo. Sa che lei voleva che venisse in fretta, ed in effetti sta ormai per raggiungere il culmine. La ferma improvvisamente mentre il cazzo vibra e un piccolo schizzo scende direttamente nello stomaco della donna. ‘Mmmhhh’ Bellissimo cognata.’ Mentre parla solleva la testa e il cazzo ora libero e umido di saliva, sbatte rumorosamente contro il pube ricciolino e gli addominali che hanno perso il risalto della giovane età. ‘Sai bene che mi piace come fai i pompini, ma mi piace ancora di più la tua figa.’

Lei soffoca un gemito, mentre cerca di ingoiare un grumo di saliva. ‘Aspetta, ti prego…’ Ma la forza dell’uomo è incontrollabile, tanto che, senza sforzo, la solleva da terra e la deposita sul divano. ‘Lasciami, fammi concludere con la bocca. Tuo fratello avrà terminato di farsi la doccia da un minuto all’altro! Devo farti godere velocemente!’

‘Lentamente è sempre meglio.’ Lui si inginocchia fra le sue gambe e impugna il cazzo. ‘Lo so, che ti piace quando ti scopo molto lentamente.’ Ha iniziato a giocare stuzzicandola, strofinando la cappella lungo il taglio della vulva e inumidendosi ancora di più, per gli abbondanti succhi che sgorgano dalla vagina. ‘Riconoscilo cognata. Ti piace quando ti scopo’ Sempre.’

‘Sii’ Facciamolo.’ Si pente subito dopo, per aver parlato. ‘Facciamolo.’ Ripete, mentre i suoi occhi si intorbidiscono sempre più. ‘Ma dobbiamo essere veloci.’. La voce le si strozza in gola, mentre tenta con difficoltà di ingoiare la saliva sporgendosi contemporaneamente in avanti, mentre allarga le gambe per facilitare l’ingresso al cazzo voglioso. ‘Ora scopami.’ Dice, oramai impazzita di desiderio ‘Scopa tua cognata. Entra in me. Libera il tuo carico il più velocemente possibile nella mia pancia. Non preoccuparti di farmi godere.’ Angosciata ha guardato verso l’angolo del corridoio, mentre i talloni si sollevano da terra per posizionarsi sui glutei del suo amante e incoraggiarlo a spingersi in avanti per impalarla. ‘Ti prego Pietro. Non aspettare che io goda. Tratta la tua cognata come una qualsiasi prostituta. Mi basta che usi il mio corpo per il tuo piacere. In fretta, te ne prego” Muovendosi e contorcendosi, per cercare di far entrare la cappella e tutto il cazzo in lei. ‘Ecco cosa sono, una puttana. Fallo in fretta, usa il mio corpo per soddisfare del tutto il tuo desiderio.’

Egli sorride dolcemente, tronfio del potere di cui sente di disporre. ‘Non è così che ti piace, cognata.’ Lui spinge lentamente nel suo corpo tremante e agonizzante. ‘Io ti tratto come una puttana, ma voglio farti godere quanto più è possibile.’

‘Oh Dio! No! Non adesso! Pietro si è completamente eccitato ed ha perso la ragione. Cosa accadrebbe se suo fratello li sorprendesse scopare come due animali in calore? Suo marito non è pazzo: come potrebbe reagire, sapendo che suo fratello la sta usando per riempirle l’utero di tanti piccoli Pietro? Ooohhh Dio… ‘ Geme in silenzio. ‘ Perché suo cognato deve essere sempre così energico e un eccellente amante, assai più di suo fratello? Suo marito sembra che riesca ad interessarsi a lei, ultimamente, solo se usa le manette o le fasce di seta. Quando invece è troppo eccitato per resistere, la vuole con irruenza in sveltine che la lasciano fremente ed insoddisfatta ogni volta. Pietro invece, basta che guardi il mio culo, se mi chino per raccogliere una matita da terra, che subito vuole scoparmi.’

‘Più veloce.’ Lo implora mentre lui continua a spingere costantemente e lentamente il suo palo duro in lei. ‘Pietro, devi andare più veloce. Godi velocemente. Questa deve essere una sveltina.’ Supplica contorcendosi. Sente i peli di lui sfregare sul clitoride, e le fiamme iniziano ad avvolgere e consumare la sua stessa anima. Guarda ancora preoccupata l’angolo del corridoio. Con le gambe strette ai suoi fianchi, ha iniziato a dargli il ritmo spingendo al contempo con i talloni per velocizzare la scopata in un ultimo tentativo. ‘Scopala, scopa forte questa tua cognata,’ Geme con difficoltà. ‘Questa tua cognata che vuole che tu la riempia con il tuo sperma.’ Continua, ansimando eccitata, sperando che questo l’aiuti a farlo godere velocemente. ‘Spara il tuo sperma di uomo nella pancia di questa cagna. Falle sentire tutta la tua potenza, falla godere”

‘Scopare, siii.’ Grugnisce Pietro, aumentando leggermente il ritmo. ‘Il mio cazzo è tutto in teeee…’ Prosegue con orgoglio.

L’acqua della doccia ha smesso di scendere e un silenzio irreale è sceso in casa. Solo il rumore in lontananza del frigorifero echeggia per la casa. L’urto tra i pubi che si scontrano sembra rimbombare, e lei trema per la paura che suo marito possa uscire dal bagno da un momento all’altro. Ha sentito i pannelli della doccia sbattere nel bagno e quel rumore l’ha atterrita. Tenendo gli occhi chiusi, sente il calore diffondersi in lei. ‘Godi, ti prego” Ripete in un gemito, come se lo stesse supplicando.

‘Amore?!’ Il grido proveniva dal corridoio. ‘Dove hai messo i pantaloni puliti?’
La voce che sente le fà raggelare il sangue. Ha quasi smesso di respirare per la paura.
‘Mi hai sentito, Puffetta?’

‘S’ Si!’ Risponde quasi senza fiato e sussultando, mentre Pietro sorride guardandola e inchiodandole profondamente la cappella contro la cervice. Sta per godere in un mix di sensi nel quale si rincorrono un piacere folle ed un senso di panico altrettanto intenso: due sentimenti che si esaltano vicendevolmente, portandola ai limiti dell’incoscienza. Fortunatamente il cognato ha rallentato la scopata, permettendole di trovare quel minimo di lucidità necessario, per riuscire a rispondere. ‘Sono a’ Appesi sopra la sedia! Vai, vai e g-guarda!’

‘Va bene, ora vado a vedere!’ Risponde il marito.

Lei ha provato ad allontanare Pietro spingendolo con le mani, anche se quel cazzo magnifico continua ad andare avanti e indietro dentro all’utero, lentamente e dolcemente. ‘Fermati.’ E dopo aver respirato profondamente, ‘N’ No significa no! Vai a casa tua. Guarda qualche porno e sfogati! Puoi fottermi più tardi.’

‘No!’ Pietro si china e le stampa sulla bocca un bacio, durante il quale le lingue si intrecciano in un balletto sfrenato. ‘Non ho intenzione di andare a casa. Perché dovrei guardare un porno, da solo, se ho te?’ Abbandona le sue labbra e torna ad infliggerle dei possenti colpi con il cazzo, che le tolgono il respiro ogni volta che la cappella urta la cervice. ‘Piace da morire ad entrambi, farlo quando la situazione è al limite o quando abbiamo gente attorno.’

Lei continua a gemere sempre più forte in un mix di eccitazione e paura, sotto i colpi possenti del suo uomo che la tormentano piacevolmente. Persa ogni forza, ha smesso di cercare di allontanarlo ed è tornata a spingerlo con i talloni. ‘Siii’ Scopami.’ Implora, mentre immagina come il suo matrimonio potrebbe finire da un minuto all’altro, se suo marito, entrando in quella stanza, li scoprisse. ‘Che Dio mi aiuti. ‘ Prega fra se. ‘ Adoro le sensazioni che mi fa provare quest’ uomo.’

‘Il rischio ti eccita cognata!’ Il cazzo entra ed esce in lei sempre più velocemente e sempre più profondamente. ‘Godi cognata. Godi!’

Pietro spinge il bacino conficcandole il cazzo fortemente, sempre più giù, mentre le sue mani prendono le gambe e le sorreggono, per aiutare la scopata facendo sbattere i due pubi sonoramente. Questo non è più amore: ormai si tratta solo di due amanti intenti a soddisfare i loro bisogni carnali.

Lei ama, tutto questo. Le piace essere scopata duramente. Anche se è spaventata a morte, sente arrivare l’orgasmo.
‘Oh sii’ Scopami!’ Geme in preda ad un raptus sentendo i passi di suo marito camminare lungo il corridoio: si accorge che il pericolo la sta eccitando sempre di più.

‘Devo venire adesso, cognata?’ Pietro ha chiesto mentre una goccia di sudore le cade addosso.

Si sente tutta un fuoco e non le importa più di nulla. ‘Godi., godi più che puoi” Risponde in un gemito appena percepibile.

‘Ancora qualche attimo.’ Le dice senza fermare il ritmo della scopata che sta sempre più aumentando di velocità e irruenza.

Lei si sente oramai sempre più prossima all’orgasmo, e facendo ricorso ad un minimo di ragione, le mani vagano lungo il divano. Afferrano un cuscino e, strettolo fortemente nei pugni, se lo porta alla bocca morsicandolo. Il grido fuoriesce liberatorio mentre l’orgasmo la sprofonda nel baratro dell’oblio. Le spinte di Pietro non si fermano e, costanti, le ondate di piacere la fanno gemere e godere convulsamente.

‘Sì, cognata!’ Egli ha grugnito mentre tutto il suo corpo si irrigidiva e la stringeva fortemente contro di se. Con il cazzo piantato profondamente dentro il suo corpo, gli schizzi di caldo sperma la fanno gemere e godere nuovamente. Le convulsioni dei due amanti fanno ballare il divano mentre, incuranti dei loro stessi gemiti, essi pensano solo al proprio piacere.

Entrambi con il fiato corto, Pietro si sottrae alla pulsante e calda figa, per sedersi sui talloni e respirare liberamente. Ben sapendo che il tempo è tiranno, si alza in piedi e si sistema alla meglio i pantaloncini.

Senza più forze, tranquilla e piacevolmente scossa ancora dalle ondate di piacere, lei lo guarda sorridente.
‘Oh Dio” -Geme tremando mentre le sembra che la stanza le giri attorno.- ‘è stato fantastico!’

‘Grazie cognatina, o meglio, Puffetta.’ Le dice sorridente mentre si avvia verso la porta. ‘Torno entro un paio d’ore. Dopo, possiamo prenderci tutto il tempo che vogliamo e farlo ancora meglio.’ Richiude lentamente, guardandola con occhi lividi e il sorriso furbetto, contraccambiato da lei, abbandonata com’è sul divano senza forze e oscenamente nuda con le gambe aperte.

‘Oh merda.’ Esclama fra sé sentendo dei passi lungo il corridoio. ‘Come posso giustificare di essere nuda sul divano con i miei stessi fluidi che fuoriescono dalla figa fino ad inzupparne i cuscini?’ In panico ed evitando di pensare, ha iniziato a toccare il clitoride per poi iniziare a masturbarsi forsennatamente.

Suo marito entra nell’ampia stanza sgranando gli occhi e si avvicina al divano ammirando meravigliato lo spettacolo che gli offre la sua donna. ‘Vedo che la mia piccola Alice, ha deciso di andare nel Paese delle Meraviglie senza di me.’

‘Ma’ Non’ Non volevo farti fare tardi.’ Risponde con il cuore che le batte impazzito.

‘Povero, quest’uomo!’ -Esclama egli soddisfatto dallo spettacolo che può ammirare.- ‘Avremmo potuto usare le manette sotto la doccia e giocare un poco, mentre ti stavi smanettando la figa…’

Uno scatto dei nervi la fa sobbalzare sentendo quella parola. Manette. Stava iniziando ad odiare l’uso e l’abuso di come usava quella parola.

Lui comincia a spogliarsi togliendosi la giacca e la cravatta per deporle sulla poltrona, senza mai distogliere lo sguardo dalla figa umida e luccica di umori. ‘Ho ancora un paio di minuti: almeno posso ancora giocare un poco con la mia piccola Puffetta e renderla soddisfatta e felice.’

Si inginocchia davanti al divano e afferra le gambe della moglie per aprirle ulteriormente. ‘No!’ Esclama lei, mentre il marito la tira più verso il bordo del divano. ‘Aspetta! Sono tutta sporca. Sudata. Ho bisogno di una doccia!’

Egli le sorride mentre si posiziona le gambe sulle spalle e si abbassa in avanti verso l’antro del desiderio. ‘Povera piccola’. Adoro il tuo odore. è profumo per me. Da come la vedo pulsare, hai decisamente bisogno di una buona scopata.’

‘Fermo!’ Grida la moglie, quando lo vede abbassare il volto verso la propria figa. Si sente sporca come la peggior puttana della terra. E’ piena della sborra del cognato, e ora lui la stava per leccare. Come poteva spiegare la presenza e il gusto di tutto quello sperma a suo marito? Il forte odore di sperma lo poteva sentire lei stessa e ora sentiva il caldo alito di lui accarezzarle il clitoride. ‘Ti prego, non farlo.’

‘Non se ne parla!’ La guarda sorridente. ‘Consideralo un tardivo regalo di compleanno.’
Egli ha posto la sua bocca direttamente contro il clitoride e mentre lei trattiene il respiro, vede la sua vita finire.
Tremante, può sentire la lingua leccarle il clitoride e scendere e salire lungo il taglio della figa.

‘Caspita, se sei bagnata!’ Una nuova leccata lungo tutta la figa e questa volta la lingua si incunea più profondamente. ‘Può sembrare brutto, ma è meraviglioso sentire il tuo gusto quando sei tutta sudata. Un poco salato e forte, ma buonissimo!’

Tutte le forze e la tensione nervosa la stanno abbandonando. Suo marito non ha riconosciuto il gusto di sperma e crede che quello che sente, siano degli umori vaginali. Vuoi per l’eccessiva tensione, vuoi per il sapiente uso della lingua, lei si sente nuovamente eccitata e pronta a godere ancora.

Ora che si sta rilassando, ogni nervo ed ogni muscolo si distendono, mentre un’ondata di calore ed eccitazione si impossessa del suo corpo. ‘Ohh… Amore sì. Continua!’ Gli sussurra, sentendo l’onda di piacere e di godimento crescere in lei. Sa che suo marito sta mangiando lo sperma del proprio fratello e questo la sta erotizzando ancor di più. Sente la lingua incunearsi fra le pieghe della figa, in profondità, per poi alternare colpi sapienti sul clitoride, ciò che le provoca forti gemiti ad ogni violento spasmo di piacere.

Gode urlando e stringendo le gambe attorno alla testa del proprio marito, ma questi continua imperterrito a leccare, succhiare e mordere il clitoride, come se fosse impazzito. Cerca di fermagli la testa prendendolo per i capelli ma lui continua con più voracità e passione.

‘Aaah!!! Fermati ti prego! Mi stai facendo impazzireee!’

Un grugnito e lui continua senza pietà a mangiarle la figa, assaporando e bevendo i copiosi succhi che ne sgorgano.

Abbandonata dalle forze, vinta dall’orgasmo, lascia che il suo corpo si abbandoni al piacere intenso che deriva dal sapiente lavorio della lingua di suo marito. Non si accorge che egli ha smesso e si è alzato in piedi davanti a lei. Abbassati i pantaloni, si masturba freneticamente e, chinatosi in avanti, sborra sul corpo disteso della sua donna.

Apre gli occhi sorridente e vinta dalla stanchezza, osserva come dal meato sgorgano schizzi di caldo sperma che la imbrattano tutta. Bollenti gocce di bianco, appiccicoso seme di maschio, si riversano sul collo, sulle tette e sulla pancia. Senza forze, si gode lo spettacolo e lascia che lo sperma di suo marito scorra lungo il corpo facendola tremare ancora. Chiude gli occhi, pensando solo a respirare e a recuperare un poco di ragione e di forze.

Poco dopo, lo sente tornare e porsi davanti a lei. Apre gli occhi e vede che lui le porge un tovagliolo. ‘Piccolo amore, hai goduto tanto intensamente, che dalla tua figa esce un liquido bianco, come di sperma, pensa’.’

Lei non si muove minimamente. Sente lo sperma scorrere ai lati del suo corpo e può immaginare lo spettacolo perverso che sta dando. Lo guarda e sorride. Non può dirgli certamente che ha mangiato lo sperma del fratello e che i liquidi che stanno uscendo non sono secrezioni vaginali, bensì i resti di una eiaculazione non sua, anche se di famiglia. ‘Io… – Respira profondamente.- Io voglio dirti che sei stato eccezionale.’

Lui le si avvicina e le accarezza il volto teneramente.

‘Stavo pensando che volessi uccidermi.’ Quello che aveva detto era la pura verità. Aveva goduto soli pochi istanti prima che lui arrivasse: la sequenza ininterrotta di orgasmi suscitati della lingua di suo marito e la situazione che ha dovuto affrontare, l’ha lasciata svuotata di ogni forza. Sente le gambe tremarle e pur semisdraiata sul divano, non trova le forze per muovere un solo muscolo.

Chinandosi in avanti e trattenendo con una mano la cravatta, gli stampa sulla bocca un bacio appassionato nel quale lei riconosce il gusto della propria figa e un retrogusto salato che intuisce possa essere solo lo sperma di Pietro.
‘Ti amo piccola Puffetta.’ -Le dice lui prima di ricambiarle il bacio.- ‘Questa notte ho intenzione di legarti al letto e di farti mia nuovamente. Voglio dimostrarti come so amarti anche in un altro modo.’

Non gli risponde. E’ senza forze e l’osserva mentre si ricompone per uscire di casa, prendendo le ultime cose. Prima di aprire la porta la guarda ancora e sorride. ‘è proprio un peccato dovermene andare, ma parto con uno spettacolo indelebile nei miei occhi. Ci vediamo più tardi, amore.’ Esce di casa chiudendosi la porta alle spalle.

Ancora abbandonata sempre nella stessa oscena posizione a gambe divaricate e semi sdraiata sul divano, pensa cosa farà con suo cognato, quando più tardi la verrà a trovare. Sorride sentendo come la figa palpiti ancora. Si passa delicatamente una mano lungo il taglio della vulva e si meraviglia per come è bagnata e calda. Fatti alcuni respiri profondi, punta le mani e in qualche modo cerca di mettersi seduta. Si osserva e nota come tutto il corpo sia imbrattato di sperma, mentre le gocce corrono lungo le pieghe del corpo.

Passati alcuni lunghi istanti, riesce con difficoltà ad alzarsi in piedi e sorreggendosi al mobile, sente come le gambe tremino ancora, mentre una lunga bava continua imperterrita a scende fra le sue gambe. Guarda indietro, nota la grossa macchia sul divano e con rammarico ed una smorfia di piacere perverso, si dice fra se: ‘Ho fatto un lago.’ Respira e sospira pesantemente pensando al lavoro di smacchiatura che dovrà fare, mentre si avvia verso il bagno per farsi una doccia.
‘Merda. Spero di non aver rovinato la fodera”

Maxtaxi
Un grazie particolare a Gianfranco per i suoi suggerimenti.

Aiutatemi a migliorare. Aspetto le vostre critiche.
Sono in attesa delle vostre proposte e suggerimenti da inserire nei prossimi capitoli’

taximassimo@yahoo.it ‘ mail e msg nelle poche volte che sono collegato.

Questo romanzo non deve essere riprodotto elettronicamente o a mezzo stampa senza la mia autorizzazione scritta.
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