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Racconti erotici sull'Incesto

Mio figlio confessa di amarmi

By 25 Luglio 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

Estate. Circondata da molti alberi di querce (circa un centinaio) si erge una grande villa settecentesca completamente ristrutturata. Nella parte retrostante mio marito ha fatto costruire una piscina lunga 20 metri e larga 6 metri. Intorno alla quale vi &egrave una larga (tre metri) striscia di prato verde. Su uno dei lettini posti ai bordi della piscina vi &egrave una donna distesa ad oziare: sono io. Mi chiamo Carla. Ho 36 anni e sono sposata da 19 anni. Ho un figlio che ha appena compiuto 18 anni. Oggi &egrave il suo compleanno. Ho in serbo una sorpresa che sono sicura, conoscendo il suo più grande desiderio, apprezzerà. Il solo pensarlo mi mette in agitazione. Devo stare attenta. Non vorrei che la mia gravidanza ne risentisse. Sì, sono incinta e sono al quinto mese. Mio marito mi ha fecondata e poi &egrave partito per uno dei suoi soliti viaggi di lavoro che si sa quando iniziano e non si sa quando hanno fine. Quando la ginecologa mi comunicò che ero gravida mi diedi della cretina. Trovarsi a 36 anni, con un figlio già grande e già diventato uomo, in attesa di un altro figlio non &egrave pensabile nemmeno lontanamente. Pensai subito all’aborto. Poi i giorni passano e l’idea di ricorrere all’aborto si indebolisce. La notizia che sono incinta mio marito l’ha saputa per telefono Trascorso il primo mese e decido di comunicarlo anche a mio figlio.
&egrave sera, siamo entrambi seduti sul divano.
‘Gino, devo darti una bella notizia. Mamma ti regalerà un fratellino.’
Mio figlio spalanca gli occhi.
‘Un fratellino? Sei incinta? Com’&egrave possibile? Ora capisco perché ogni giorno diventi più bella. Papà lo sa?’
‘Sì, lo sa. Gliel’ho detto per telefono il giorno stesso che l’ho saputo e gli ho anche detto che avrei abortito. Al come &egrave accaduto ti dico che &egrave stato il giorno prima che tuo padre partisse. Dimenticai che ero nel periodo fecondo e tuo padre dimenticò di indossare il preservativo. Risultato: nel mio ventre sta crescendo il frutto di quell’amplesso.’
‘Abortire? Ma sei pazza. Io questo bambino lo voglio.’
‘Lo vuoi? Gino il bambino che sta crescendo nel mio ventre non l’ho concepito con te, ma con tuo padre. Tu non avresti mai potuto inseminarmi. Sei mio figlio e non te lo avrei permesso.’
‘Scusami mamma intendevo dire: io il fratellino lo voglio.’
Lo guardai negli occhi e vi lessi parole indicibili. Per un attimo mi spaventai, poi pensai che non avrebbe mai osato dare seguito ai suoi pensieri. Mi tranquillizzai. Lo abbracciai.
‘Grazie del complimento. Veramente mi trovi più bella? Cosa trovi di cambiato. Sono sempre la stessa.’
‘Mamma sarò franco se mi prometti di non arrabbiarti per i termini che userò per descrivere i tuoi cambiamenti.’
‘Sono termini volgari?’
‘Sono termini che si sussurrano alle donne che si vorrebbero portare a letto.’
‘Vuoi dire montarle? Cavalcarle?’
‘Sì mamma.’
Un attimo di silenzio.
‘Devo arguire che tu vorresti portarmi a letto? Vuoi montarmi?’
‘Lo sapevo che avresti diversamente interpretato le mie parole.’
‘Gino, figliolo, non ho interpretato male le tue parole. Sono una donna che ha 36 anni e so leggere negli occhi di un uomo quello che la sua mente partorisce. I tuoi occhi mi hanno detto che tu desideri chiavarmi. Prima, quando hai detto che il bambino lo vuoi, non ti sei sbagliato. Avresti voluto tu depositare nel mio utero il tuo seme; essere tu il padre del bambino che sta crescendo nella mia pancia. &egrave così? Dimmelo. Ti prometto che non mi arrabbierò e che nessuno saprà niente,’
Mio figlio mi guarda,
‘Non ne parlerai nemmeno con papà’
‘Giuro. Nemmeno tuo padre saprà quello che ci siamo detti. Su sbottonati. Non avere paura.’
‘Ebbene si. Mamma io ti voglio. Desidero entrare nel tuo letto e cavalcarti fino a sfinirti. Desidero chiavarti fino ad esaurirmi nel tuo corpo. Desidero succhiarti le zizze fino ad ubriacarmi del tuo latte. Desidero scaricare nel tuo ventre la mia essenza. Mamma voglio fecondarti; ti voglio mettere incinta. Voglio che tu metta al mondo un figlio mio. Ecco ora sai.’
L’ho sempre saputo. Sono anni che mio figlio non perde occasione di spiarmi mentre dedico parte del mio tempo alla cura del mio corpo. Sono anni che si masturba pensando di accoppiarsi con sua madre. Ne ho le prove. Ho trovato mie mutande sporche di sperma nascoste in fondo ai cassetti della sua scrivania. Nel suo PC ho scoperto una cartella con dentro centinaia di mie foto tra le quali molte di me completamente nuda a bordo piscina o con le sole mammelle al vento. Vi sono anche scritti di suoi immaginari accoppiamenti con la sottoscritta ricchi di minuziosi particolari. Insomma ho sempre saputo che mio figlio desidera chiavarmi.
‘Finalmente ti sei aperto. Sono contenta perché mi hai detto che sono la donna dei tuoi perversi desideri. Tu sai che non posso accontentarti. Sei mio figlio e un rapporto fra noi due oltre che immorale sarebbe insano e da animali. Vorresti che io mettessi al mondo un figlio tuo? Scordatelo. Se anche ti concedessi di chiavarmi mai e poi mai mi farei fecondare. Quindi continua pure a masturbarti pensando a me. Io di più non posso fare. Dovrai pure stancarti.’
Molte cose cambiarono nel rapporto con mio figlio. Non si stancò di masturbarsi e ne smise di spiarmi. Al contrario diventò più audace. Non perdeva occasione per strusciare il suo corpo contro il mio. Le sue mani sembravano tentacoli di un polpo. Me le trovavo dappertutto. Invece di sgridarlo o allontanarlo cominciai ad invogliarlo. In casa gironzolavo sempre in tenute molto succinte e provocanti. Spesso mi facevo sorprendere in camera mia distesa sul letto e completamente nuda. Perché lo facevo. Oh bella! Ero innamorata di mio figlio ed ero disposta a dargli tutto quello che lui desiderava che io gli dessi. Ovviamente tutto non significava farmi ingravidare. Fu mio marito a mettermi incinta. Il mio pancione cresceva e le mie mammelle si gonfiavano sempre di più e Gino non perdeva occasione per farmelo notare.
‘Dio, mamma, che culo che ti sta crescendo. E che zizze? Sembrano due mongolfiere. Mio fratello sarà oltremodo felice nel succhiartele.’
Da parte mia gli rispondevo per le rime.
‘Poverino. Forse che non ti piacerebbe che io ti allattassi? Ti piace il mio culo? Ti andrebbe di mettermelo nel culo?’
Queste schermaglie si concludevano sempre con la sua andata in bagno e dove avevano la loro naturale conclusione. La sera del suo compleanno &egrave con me a bordo piscina. &egrave seduto sul tappeto erboso vicino al lettino dove io sono stesa. Mi sta guardando. Mi accorgo che i suoi occhi sono puntati sul mio seno che seppur imbrigliato in un reggiseno (modello da spiaggia) lascia larghe porzioni in bella vista. Decido di dargli un piccolo acconto.
‘Gino, mi stai guardando le tette già da un bel po’. Le trovi interessanti? Su avvicinati; vieni ad accarezzarmi il pancione. Tuo padre lo faceva sempre quando tu crescevi nel mio ventre.’
&egrave come se avessi dato il via libera ai suoi desideri. Accosta un sgabello al mio lettino, ci si siede sopra ed allunga una mano poggiandola sul mio pancione. Prende ad accarezzarmelo. Il tocco della sua mano &egrave leggero come una piuma. Una piacevole sensazione mi assale. Lo guardo e vedo che anche lui mi sta guardando. I suoi occhi sono pieni di libidine. Gli sorrido. La sua mano sta scendendo. Ora &egrave sotto il pancione. Ha raggiunto il mio pube. Si posa sul triangolo di stoffa che copre la mia pussy. Allargo le gambe per favorire il suo disegno. Comincia a massaggiarmi la vulva da sopra la stoffa. I nostri sguardi non smettono di incrociarsi. Il sangue comincia a scorrere più veloce nelle mie vene. Gli metto una mano nei capelli e glieli scompiglio. &egrave un modo di dirgli che mi piace quello che sta facendo e che può continuare. Smette di massaggiarmi la vulva. Sono perplessa. Un secondo dopo sento le sue dita valicare il bordo dei miei slip ed avventurarsi fra i ricci peli che, numerosi, ornano la mia pussy. Raggiungono lo spacco che divide in due la mia polposa ‘bernarda’ e lo penetrano. Sul loro cammino le dita incontrano il clitoride che &egrave uscito fuori dal cappuccio e si &egrave ingrossato fino a raggiungere la dimensione di ben 6 cm. Lui prima lo sgrilletta facendolo più volte vibrare come fosse una corda di violino poi lo stringe tra il pollice e l’indice e mi fa una sega. Ho il cervello in frantumi. Perdo il controllo del mio corpo. Mi sto concedendo a mio figlio. Sto facendo di mio figlio un perverso incestuoso. Ma non mi importa. Lo voglio. Lo farò entrare nella mia pancia dalla porta dalla quale &egrave uscito 18 anni addietro. In preda al piacere ululo come una lupa in calore e nitrisco come una giumenta desiderosa di essere cavalcata.
‘Gino, sarebbe meglio che tu mi sfilassi le mutandine. Ti sarebbe più facile proseguire in quello che mi stai facendo.’
‘Mamma mi hai letto nel pensiero. Dai, solleva il bacino che te le sfilo.’
Infila le dita nelle mutandine e me le toglie. Allargo le cosce al massimo. La mia passera &egrave investita da un alito di vento che mi provoca brividi di piacere. Porto le dita delle mie mani sui bordi delle grandi labbra ed esercito una pressione tale da dilatarle al massimo in modo da mostrare a mio figlio l’insieme della mia vulva.
‘Guardala Gino e dimmi se ti piace?’
Mio figlio si posiziona fra le mie cosce. Non riesco a vedere il suo viso. La grossa protuberanza del mio pancione me lo impedisce.
‘Ti piace lo spettacolo che mamma ti sta offrendo?’
‘Oh dio, mamma. &egrave fantastico. Non ho mai visto una figa cosi bella?’
‘Ti piacerebbe baciarla? Me la leccheresti?’
‘Mamma sarebbe meraviglioso se potessi farlo.’
‘Dai vieni a leccarmela; ti do il permesso di farlo.’
Fionda la testa fra le mie gambe e comincia a baciarmi l’interno delle cosce spostando la sua bocca prima su una coscia e poi sulla sua gemella. Nel farlo sposta la sua testa verso il centro del mio inguine. La sua bocca ha raggiunto la mia passera. Le sue labbra sono in contatto con le mie grandi labbra. Le bacia e le morde lievemente. Miagolo. Sento le piccole labbra ingrossarsi. Si stanno gonfiando del mio stesso sangue che, copioso, sta irrorandole. Gino le circonda con le sue labbra e le succhia provocandomi scariche di piacere che mi arrivano fin su al cervello. Nitrisco. Ed ecco che l’attesa ha termine. Quello che sto aspettando arriva. Il serpente lascia uscire dalla sua bocca la sua lingua. Come se saggiasse l’aria in cerca della preda la lingua di mio figlio comincia a guizzare a destra ed a manca. La punta tocca ogni angolo della mia vulva. Supera le piccole labbra e si intrufola nell’oscuro antro della mia vagina. Ne tasta le pareti e ne lappa le abbondanti secrezioni che esse secernono. Nuovamente nitrisco. Cerca di introdurla quanto più dentro possa farla entrare. Ci sa fare, &egrave bravo. Chissà chi &egrave stata la sua maestra? Mentre mi lecca la figa avvicina la mano allo spacco e mi penetra con un dito. Sobbalzo. Pochi attimi ed un secondo dito segue il primo ed anche un terzo dito invade la mia vagina. Comincia a muoverle. Il movimento &egrave una spinta in avanti, un secondo di sosta e poi indietro. Mi sta chiavando con le dita. Intanto la sua bocca si &egrave spostata ed insieme ad essa anche la sua lingua. Ora sono impegnate a dare sollievo al mio clitoride. La lingua lo sta titillando facendolo vibrare come corda di chitarra mentre le sue labbra lo hanno circondato e lo stringono in una dolce e piacevole morsa. Lo succhia come stesse succhiando un capezzolo. Mi sta facendo un pompino. &egrave un artista. Pochi minuti di quel trattamento ed il mio corpo esplode. Un grido mi esce dalla gola e rompe il silenzio che ci circonda. Punto i talloni sul tappeto d’erba, sollevo il bacino e vengo. Squirto. Una cascata di denso e opaco liquido viene espulso dalla mia vagina. Gino che capisce cosa sta succedendo apre la bocca e la incolla sulla fessura da cui esce abbondante quello che credo essere il mio ‘sperma’. Sto eiaculando e sto versando nella bocca di mio figlio tutto il mio piacere. Sento il classico rumore del deglutimento. Mio figlio sta ingoiando il mio ‘sperma’. Gradualmente l’eccitazione che mi pervadeva si affievolisce ed io riprendo il controllo del mio corpo. Lui invece continua a leccarmi la figa. Me la sta pulendo. Non vuole perdere neppure una goccia dei miei liquidi vaginali. Quando la mia figa &egrave stata interamente pulita mio figlio si rimette in ginocchio e mi fissa.
‘Mamma, &egrave stato fantastico. Non credevo che ti saresti fatta baciare e leccare la figa.’

Stendo le braccia e lo afferro per le spalle, lo tiro verso di me fino a portare il suo viso di fronte al mio. Poggio le mie labbra sulle sue e lo bacio e prima che possa reagire gli infilo la mia lingua in bocca e vado in cerca della sua che trovo pronta a duellare con la mia. &egrave un bacio con la ‘B’ maiuscola quello che io e mio figlio ci diamo. Lo facciamo durare finché non c’&egrave più aria nei nostri polmoni. Intanto gli metto una mano sulla patta e dalla consistenza che sento al tatto della mia mano mio figlio deve essere ben dotato.
‘Spogliati. Non abbiamo ancora finito. Il regalo per il tuo compleanno non &egrave completo. Quello che ti ho dato &egrave solo un acconto.’
Non se lo fa ripetere. In un attimo &egrave completamente nudo. Lo guardo. Non mi sbagliavo. Dal suo inguine si diparte un affare grosso e lungo con un glande bello largo e di un colore vermiglio. &egrave come lo avevo immaginato. Mio figlio ha un cazzo degno di questo nome e fra poco lo ospiterò nel mio ventre. Più che un cazzo &egrave un palo quello che mi &egrave davanti. Deve essere lungo ben 20 cm e largo circa 4 cm.
‘Avvicinati.’
Lo fa. Il grosso glande &egrave quasi in contatto con la mia bocca; chino la testa nella sua direzione e gli poggio le labbra sulla punta. Gli schiocco un sonoro bacio. Lui mugola. Tiro fuori la lingua e comincio a leccarlo. Prima gli pennello tutto il glande e poi faccio scorrere, lentamente, la lingua lungo l’asta di carne dall’alto verso il suo inguine e viceversa. Quando sono nuovamente in cima apro la bocca e circondo il magnifico con le mie labbra. Lo faccio entrare fino a farmi toccare l’ugola. Comincio a succhiare. Una mia mano &egrave sui suoi testicoli ed un’altra &egrave sulle sue natiche. Geme. Gli faccio un pompino che difficilmente dimenticherà. Mentre glielo succhio con la lingua gli lecco il glande e, quando posso, gli avviluppo anche il tronco. Mi mette le mani nei capelli e me li scompiglia. Alzo le palpebre ed i nostri occhi si incrociano. I suoi sono accesi e sono pieni di desiderio.
‘Mamma, cosa ci sta accadendo? Non riesco ancora a crederci. Mi stai succhiando il cazzo. Sto forse sognando? No. Il calore che sento sul mio cazzo &egrave troppo reale per essere un sogno. Cosa &egrave cambiato da ieri per farti decidere di donarti?’
Vorrei tanto potergli rispondere ma sono troppo impegnata a succhiargli il cazzo per farlo. Preferisco succhiare piuttosto che parlare. Poi un grugnito di animale impazzito mi annuncia che il vulcano che sto leccando &egrave sul punto di esplodere. Poche secondi e l’eruzione si manifesta in tutta la sua potenza. Potenti bordate di caldo e denso sperma vengono eruttate nella mia bocca. Le prime raggiungono la mia gola senza che io faccia il benché minimo sforzo per ingoiarle. Scivolano lungo la mia trachea e raggiungono il mio stomaco. Le successive spruzzate devo aiutarmi con la lingua a convogliarle nella mia gola per farle raggiungere lo stomaco in modo che si unissero alle prime. Quando l’eruzione si esaurisce gli mungo il cazzo con le labbra in modo che i residui di sperma fuoriescano lasciandogli libero il condotto uretrale. Me ne ha sparata tanta nella bocca che per un attimo ho creduto di non farcela a ricevere quel fiume di sperma. Invece ce l’ho fatta. Sono riuscita ad ingoiarla tutta. Ho bevuto la linfa vitale del mio focoso puledro. Lui si lascia andare disteso sul tappeto d’erba. Mi stendo al suo fianco. Sono poggiata su di un mio lato. Il mio pancione si &egrave adagiato sul prato. Una mia mano va a coprire il suo sesso ormai floscio. Deve riposare. Il pasto più gustoso deve essere ancora mangiato ed io sono ansiosa di offrirglielo. Mi accorgo che ho ancora il reggiseno. Le mie zizze si sono indurite e così pure i capezzoli e la stoffa mi da fastidio.
‘Gino, amore di mamma, mi slacci il reggiseno?’
Non se lo fa ripetere. Porta le mani sulla mia schiena e lo sgancia. Le mie mammelle, non più imbrigliate, esplodono ed i capezzoli, induriti come due bulloni di acciaio, sembrano due missili pronti per essere lanciati. Lui le fissa estasiato.
‘Mamma hai delle tette bellissime. Le tue zizze sono fantastiche. Il bambino che uscirà dal tuo grembo si divertirà a succhiare latte dalle tue poppe.’
‘A te non piacerebbe divertirti a succhiarmele? Non vorresti essere allattato?’
‘E me lo chiedi? Sono anni che sogno di succhiarti le tette.’
‘Realizza il tuo sogno. Le mie ‘gemelle’ stanno aspettando la tua bocca. Vieni a succhiarmele.’
Come un lupo affamato si avventa sul mio petto. Prende a mordermi le zizze con piccoli morsi che non fanno male, ma che mi provocano scariche di adrenalina che salgono al cervello e da questo si propagano in tutto il mio corpo fino a raggiungere il mio ventre. Il mio lupacchiotto smette di prendere a morsi le mie ‘gemelle’ e inizia a leccarmele. La sua lingua sembra il pennello di un imbianchino. Percorre la superficie delle mie mammelle in lungo ed in largo. Lecca e bacia allo stesso tempo. Nel mentre che lui si diverte con le mie zizze io prendo ad accarezzargli il cazzo. Lo sento muoversi. Lentamente prende la forma che più mi piace. &egrave dritto ed &egrave bello duro. Lo circondo con le dita della mano e stringo. Non vado oltre. Non voglio che venga. Ben altro &egrave il compito che lo aspetta. Intanto la sua lingua ha cominciato a danzare veloce sui miei capezzoli. Miagolo. Due sue dita stringono un mio capezzolo e lo torturano; lo torcono su se stesso e lo strizzano. Gemo. Le sue labbra circondano l’altro mio capezzolo e la lingua lo schiaccia contro il suo palato. Lo munge. Sta succhiando ed &egrave anche bravo a farlo. Sembra che io non abbia mai smesso di allattarlo. Il mio micione si sta bagnando. &egrave venuto il momento di dargli quello che ha sempre agognato di avere. Facendomi violenza lo allontano. Lui mi guarda perplesso.
‘Mamma, cosa ho fatto? Ti ho forse fatto male?’
Non gli rispondo. Mi metto in ginocchio e mi piego in avanti. Poggio le mani sul tappeto d’erba, allargo le cosce e sollevo il culo. Le mie zizze pendono verso il manto erboso. I miei capezzoli quasi lo sfiorano. Mi sono messa alla ‘pecorina’ perché ritengo, tenuto conto dello stato in cui mi trovo, sia la posizione più adatta a farsi chiavare senza che il peso del mio partner gravi sul mio pancione. &egrave anche la posizione che più preferisco assumere quando vengo posseduta. Giro la testa nella sua direzione e gli lancio l’invito.
‘Gino questo &egrave il mio regalo di compleanno. Ti do il mio corpo. Prendilo. Chiavami. Da oggi sarò tua finché lo vorrai. Non essere impetuoso. Tieni conto che sono incinta.’
‘Oh, dio, mamma. Non ci credo. Vuoi che ti chiavi? Dimmi che non sto sognando?’
‘No, amore. Non stai sognando. Ho sempre saputo che io sono l’oggetto dei tuoi sogni erotici; ho visto mie foto di nudo sul tuo PC (poi mi dirai come hai fatto a riprendermi); so di quello che hai scritto di me; ho trovato mie mutandine nei cassetti della tua scrivania sporche del tuo sperma.’
‘Perché hai aspettato tutto questo tempo per concederti?’
‘Perché ora sei maggiorenne. Oggi hai compiuto 18 anni. Il pericolo di essere accusata di violenza nei tuoi confronti non c’&egrave. Il nostro accoppiamento &egrave voluto da entrambi. Ne siamo consapevoli e lo facciamo con il consenso di entrambi. L’unico rischio &egrave quello di essere accusati di scandalo pubblico, ma &egrave un pericolo che non corriamo e non correremo perché i nostri amplessi si consumeranno tra le mura domestiche, al riparo degli occhi altrui. Dobbiamo solo stare attenti a non lasciare tracce.’
‘Tu mi volevi e non l’hai mai detto? Quanto tempo perso. Potevamo amarci lo stesso. Nessuno avrebbe saputo niente. Hai detto che sarai sempre mia finché lo vorrò, con papà come intendi fare? Se lo scoprirà saranno guai. Cosa intendi di non lasciare tracce?’
‘Dobbiamo fare attenzione a che tu non mi impregni. La gente, considerato che io e te non frequentiamo altre persone, non ci impiegherebbe molto a fare due più due. Sai i casini che nascerebbero. Non pensare a mio marito. Abbiamo tempo per pensarci. Ora vieni a mettermelo dentro. Sono anni che aspetto che il tuo cazzo entri nella mia pancia. Non resisto più ad aspettarti. La mia ‘signora’ sta urlando e solo il tuo cazzo può metterla a tacere. Su; datti da fare; vieni a prenderti il tuo regalo di compleanno.’
In un baleno si posiziona dietro al mio culo, poggia le mani sui miei fianchi e un secondo dopo avverto la pressione del suo glande sulla mia vulva. Lentamente lo sento aprirsi la strada fra le grandi labbra. Con spinte lievi si avventura verso l’interno del rosso e oscuro antro vaginale. Le mie secrezioni gli facilitano il compito. Mi scivola dentro la pancia e arresta la sua corsa solo quando il glande urta contro il mio voluminoso utero. Finalmente mio figlio &egrave ritornato nel grembo materno che già lo ha ospitato per nove mesi. Sento che sta stendendo il suo corpo sulla mia schiena. Le sue braccia mi circondano il torace e le sue mani si ancorano alle mie zizze. La sua bocca &egrave sul mio collo. Lo morde e mi tiene fermo il capo. Si comporta come un felino maschio che sta montando la sua femmina. Incomincia a pomparmi il cazzo nella pancia.
‘Fai piano, ricordati che sono incinta.’
‘Dio, mamma, non riesco a crederci, ti sto chiavando. Quanto ho desiderato questo momento. Sono entrato nel ventre della donna più bella della Terra. Mamma sono innamorato. Mamma ti amo.’
‘Tu pensa a stantuffarmi il tuo palo nella pancia. Chiavami e non pensare all’amore. Quella &egrave una cosa pericolosa.’
Il motore entra in funzione. Il pistone si muove. Il cilindro si lubrifica con i suoi stessi succhi. Si parte. Dentro fuori &egrave il movimento che mi dice che mio figlio sta stantuffando il suo favoloso cazzo nella mia pancia. &egrave una meravigliosa sensazione quella che si espande per tutto il mio corpo. Niente &egrave più fantastico del sentirsi frullare un cazzo nella figa e per me lo &egrave due volte di più perché il cazzo che sta frullando nella mia pancia appartiene a mio figlio. Metto in azione i miei muscoli vaginali e li comprimo sul suo cazzo. A mio figlio piace sentirsi strizzare il cazzo dalla mia vagina. Prima grugnisce come un maiale, poi nitrisce come uno stallone ed infine muggisce come un toro. Imperterrito continua a pomparmi il ‘magnifico’ nel ventre. Il mio cervello &egrave in frantumi. Ad ogni suo colpo rispondo con grida di intenso piacere. La mia vagina &egrave un crogiolo di magma incandescente. Ho già avuto due orgasmi in rapida successione ed il terzo sta per scoppiare. I suoi colpi sono decisi ed allo stesso tempo non violenti. Dopo un paio di minuti aumentano di intensità fino a diventare brevi e veloci. La presa delle sue mani sulle mie tette si fa più pressante. Me le strizza. Lo sento sbuffare come una locomotiva. Infine il ruggito che mi avvisa che il traguardo &egrave stato raggiunto. Un affondo più forte e l’eruzione del vulcano giunge non imprevista.
‘Mamma, sei mia.’
Copiosi e possenti schizzi di denso sperma vengono sparati nel mio ventre e vanno a miscelarsi con quelli che i miei orgasmi hanno di già riempito la mia vagina. &egrave l’apoteosi del nostro accoppiamento. Siamo entrambi esausti. Madidi di sudore ci abbattiamo sul tappeto d’erba e ci lasciamo andare in un sonno profondo. &egrave tardi quando mi sveglio. Lui &egrave al mio fianco. Continua a dormire. Guardo il suo sesso. Nonostante abbia assunto una posizione di riposo resta comunque bello nella sua fattezza. I miei pensieri corrono a quanto accaduto. Mi sono fatta possedere da mio figlio. L’ho condotto per mano ad avere un rapporto incestuoso con sua madre. Mio figlio mi ha chiavata e lo ha fatto da uomo. &egrave stato fantastico sentire il suo cazzo stantuffare nella mia famelica vulva. &egrave stato bravo. Quando si sveglierà dovremo parlare del nostro futuro. Tra le altre cose dovrà dirmi chi lo ha iniziato a fare sesso; devo sapere chi &egrave stata la donna che lo ha svezzato. Sono intenzionata a che il rapporto iniziato abbia un seguito. Voglio che mio figlio diventi il mio amante. C’&egrave il problema di come evitare che suo padre venga a conoscenza della nostra relazione. Mi piacerebbe farlo partecipe. Del resto lui &egrave sempre in giro per il mondo ed io ho le mie esigenze. Non può pretendere che io resti ad aspettarlo per poi stare con lui solamente per due, al massimo tre settimane in un anno. Piuttosto che di soddisfare le mie voglie con un amante occasionale, suo figlio può degnamente sostituirlo durante le sue lunghissime assenze. Dio, che problema. Lasciamo che sia il tempo a trovare una risposta. Mi alzo. Raccatto le mie mutandine ed il reggiseno e rientro in casa. Faccio una doccia e vado in cucina a preparare da mangiare. Sarà affamato quando si sveglierà.
Sono intenta a mestolare le verdure per l’insalata quando sento sollevarmi l’accappatoio fin sulla schiena e due braccia mi circondano il torace e mi attirano contro di se. Il mio toro si &egrave svegliato e dal come preme il suo pene contro il mio culo capisco che &egrave pronto per una nuova monta.
‘Gino, amore, abbi pazienza. Prima ceniamo e poi ci ritiriamo nella mia camera e lì, nel mio letto, continueremo il discorso iniziato a bordo piscina. Dimmi ti &egrave piaciuto il mio regalo di compleanno? ‘
Niente da fare. Dalla pressione che sento contro le mie natiche non desisterà.
‘Possederti &egrave stato il più bel regalo che tu potessi farmi. Non dimenticherò mai questo giorno. Mamma, non ce la faccio ad aspettare a dopo la cena. La mia voglia di chiavarti &egrave troppo forte. Dai, piegati in avanti, fammi entrare nella tua pancia. Non ci vorrà molto. Sono talmente infoiato che mi basteranno pochi colpi e ti innaffierò la vagina con il mio seme.’
Considerato che niente lo farà desistere, non mi resta che accontentarlo. Poggio le mani sul bordo del tavolo, allargo le gambe e mi piego in avanti. Sto ancora finendo di assumere la posizione che sento il suo cazzo penetrarmi. Sembra un martello pneumatico. In un attimo il suo pube &egrave contro il mio bacino. Inizia a stantuffarmi il cazzo nella vulva e quando comincio ad eccitarmi un suo grugnito mi avverte che sta per concludere. Infatti viene e mi spara nella pancia il suo fiume di sperma. Pazienza. Mi rifarò più tardi. Tempo ne ho fin troppo. Lui sfila il suo cazzo dal mio corpo e si siede.
‘Dai, mamma, ceniamo e poi andiamo a letto.’
‘Gino, ti rendi conto che sono incinta? Mi stai sottoponendo ad un ritmo che non va bene. Se ti preoccupa se questo mio concedermi &egrave solo in occasione del tuo compleanno stai tranquillo. Tu oggi, sei stato il mio amante e lo sarai anche in futuro. Nessuno ti porterà via da me ed io non rinuncerò a che tu ponga il tuo cazzo nella mia pancia. Calmati. Controlla i tuoi istinti. Dopo cena andremo nel salone; ci siederemo e parleremo del nostro futuro. Ho da chiederti anche delle cose personali, diciamo che investono la tua sfera privata.’
‘D’accordo mamma, farò come vuoi. Posso chiederti un favore?’
‘Certo. Cosa vuoi che faccia?’
‘Quando siamo soli in casa potresti evitare di indossare vestiti o altro? Mi piace vederti gironzolare nuda col pancione, sei più arrapante.’
‘Vuoi che stia sempre nuda? Lo farò perché anche a me piace essere nuda in casa. In tua assenza l’ho sempre fatto o almeno così credevo fino a quando non ho scoperto nel tuo PC mie foto di nudo integrale. Ti pongo una sola condizione; che non tenterai di approfittarne.’
‘Posso almeno fotografarti? Sai nel mio album di te nuda mancano le foto di te gravida.’
‘Dici sul serio? Eppure credevo che, dal come mi guardavi, che non ti eri lasciato sfuggire l’occasione di ritrarmi nuda e col pancione. Dimmi, amore, ti piace molto che io sia incinta?’
‘Mamma, tu così conciata, sei la donna più arrapante che io abbia mai visto. Il tuo pancione &egrave un invito costante a cavalcarti. Le tue mammelle ingrossate e cariche di latte spingono ad aggrapparcisi e succhiarti il latte fino ad ubriacarsi. Il tuo culo poi vederlo ondeggiare &egrave una provocazione continua. Anche il tuo viso &egrave diventato più bello e la tua bocca &egrave un richiamo continuo sembra dire: ‘ecco, sono qui. Potete mettermelo in bocca; sono pronta a succhiarvi il cazzo fino a svuotarvi le palle.’
‘Dio, Gino, &egrave questo quello che vedi in me? Nient’altro?’
‘Oh sì. In te vedo il mio ideale di donna. Tu sei quello che ho sempre desiderato trovare in una donna. Anche se a te non ti piace sentirtelo dire io ti amo fino al punto di volere un figlio da te.’
‘Ripetilo.’
‘Cosa?’
‘Che mi ami.’
‘Mamma ti amo.’
‘Grazie. Anch’io ti amo. In quanto a fare figli con te non &egrave possibile. &egrave geneticamente sbagliato. Siamo madre e figlio e non possiamo avere figli. Spero che questo argomento non venga più affrontato.’
I giorni si susseguono senza che vi siano novità. Mio figlio si &egrave trasferito nella mia camera e sta degnamente facendo le veci del padre. Lo sta sostituendo magnificamente soprattutto nei suoi doveri coniugali. A suo favore gioca la giovane età. Non &egrave mai stanco di farsi una galoppata. Almeno una volta al giorno non manca di scaricare nella mia pancia il suo denso sperma. Il pericolo di restare gravida non lo corro perché già lo sono. Il mattino &egrave il più piacevole dei momenti. Prima di alzarci &egrave diventata prassi che lui mi offre il suo cazzo da succhiare ed io gli do in pasto la mia vulva. La posizione del 69 e diventata una consuetudine mattutina. Causa il pancione io sto sopra e lui sotto. Smettiamo solo quando lui mi scarica nella bocca il suo cremoso yogurt ed io gli irroro la bocca delle mie secrezioni vaginali miscelate con il prodotto dei miei orgasmi. Ho fatto bene la mia scelta; Gino si &egrave rivelato un amante inesauribile. Un solo pensiero mi assilla. Chi &egrave la donna che lo ha iniziato ai piaceri del sesso? Devo scoprirlo e sarà lui a dirmelo. Affronto la questione. Sono fra le sue gambe e seduta sulle mie gambe. Mi ha appena riempito la bocca del suo sperma. Gli ho fatto un pompino da sballo. Mi alzo e mi siedo sulle sue cosce e comincio a carezzarlo sul petto. Gli faccio la domanda.
‘Amore, mi dici come mai sei così esperto nell’arte di rendere piacevole il farsi amare da te? Non ti ho mai visto in compagnia di ragazze o di qualche donna. Chi ti ha svezzato? Chi ti ha iniziato ai piaceri del sesso? Voglio sperare che non sia stata una prostituta?’
Lo vedo agitarsi sulla sedia.
‘Mi &egrave difficile rispondere.’
‘Gino, hai detto di amarmi. L’amore non deve avere segreti. Anch’io ti amo e mai ti terrò nascosto i miei pensieri. Quindi parla. Dalla tua reticenza capisco che &egrave una donna che conosco e che non &egrave una tua coetanea. Devo arguire che si tratta di una donna di molto più grande di te. Su, dimmi chi &egrave?’
Ancora secondi di silenzio e poi quasi stesse sussurrando.
‘No, mamma, non &egrave una puttana. &egrave tua suocera?’
La rivelazione mi scombussola.
‘Tua nonna? Vanna? La madre di tuo padre? &egrave lei la tua maestra? Non ci credo, mi stai prendendo in giro. Come &egrave stato possibile? E quando sarebbe accaduto? L’hai montata? Voglio dire l’hai chiavata? E lei te lo ha lasciato fare? Ora mi racconterai tutto a cominciare da quando ha avuto inizio il tuo rapporto con tua nonna. Vieni andiamo nel salone.’
‘Prima però spogliati. L’hai promesso.’
Non &egrave per niente imbarazzato. Comunque l’accontento. Mi tolgo l’accappatoio e lo poggio sul tavolo della cucina. Sculettando mi avvio in direzione del salone. Lui mi segue. Mi siedo su una poltrona (il divano, tenuto conto dell’istinto animalesco che alberga in casa, può rivelarsi pericoloso. Lo lascio a mio figlio).
‘Ancora non ci credo: Vanna ti ha cavalcato; si &egrave fatta chiavare da suo nipote. Comincia a raccontare e mi raccomando voglio che tu non trascuri niente. Devi dirmi tutto, anche i particolari.’
‘&egrave stato molto tempo fa. Tutto ha avuto inizio il giorno in cui tu decidesti di accompagnare mio padre in uno dei suoi viaggi di lavoro. Era estate. Mi accompagnaste a casa della nonna e partiste. Per tutta la giornata la nonna non fece altro che scrutarmi. Nemmeno mi parlò. Le uniche parole che mi disse furono:
‘Finalmente siamo solo io e te. &egrave da un bel pò che ti volevo a casa mia e senza la presenza dei tuoi genitori. Vedrai non starai male. Noi due abbiamo molte cose da dirci.’
La sera, prima di andare a letto, la nonna fece una doccia. Lasciò la porta del bagno aperta. Sentii l’acqua scorrere e mi avvicinai. Sbirciai verso la doccia e la vidi. Era nuda. L’acqua scivolava sul suo corpo. Restai incantato a guardarla insaponarsi e poi a sciacquarsi. Si accorse della mia presenza. Mi guardò e mi sorrise. Si asciugò e senza mettersi niente addosso mi passò davanti e si ritirò nella sua stanza. Non chiuse la porta. Al contrario la lasciò aperta.’
———————
‘Tua nonna com’&egrave? Voglio dire trovasti che era una bella donna? Cosa ti ha colpito di lei?’
‘Mamma, la nonna per una donna della sua età sa ancora difendersi. Ha un fisico giunonico e per niente molliccio. Direi che &egrave ancora molto tosto. Lei ci tiene molto al suo aspetto. Come tu stessa sai nonna frequenta la palestra. Non &egrave una bellezza eccezionale ma sa come attirare attenzione. Di lei mi hanno colpito le stesse cose tue e cio&egrave: tette, viso, labbra e culo. In questo siete ineguagliabili. Non avete rivali.’
‘Quindi ti &egrave subito piaciuta. Continua e scusami se ti ho interrotto. &egrave che non riesco ancora a capacitarmi che tu abbia fatto sesso con tua nonna.’
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‘Dove ero rimasto? Ah, sì. La seguii. Non entrai nella stanza; mi fermai sull’uscio. Lei si fermò davanti allo specchio e cominciò a passarsi le mani sul corpo. Si soffermò per diversi minuti ad accarezzarsi le tette ed a giocare con i suoi capezzoli. Era stupenda. Non riuscivo a staccarle gli occhi di dosso. Poi si avvicinò al letto e ci si stese sopra; girò il viso verso di me.
‘Gino, non stare li impalato, entra. Prendi quel flacone che sta sulla credenza e raggiungimi. Come un automa feci quello che mi aveva chiesto. Mi avvicinai al letto senza distogliere gli occhi dal suo viso. In particolare mi sentivo attratto dalle sue carnose labbra. Si girò e si mise a pancia sotto.
‘Quello che hai fra le mani &egrave olio profumato. Passamelo sulla schiena che non ci arrivo.’
In preda all’eccitazione le cosparsi l’olio sulla schiena e la frizionai. Intanto guardavo il suo culo. Come se mi avesse letto nel pensiero.
‘Non dimenticare di passarmelo anche sul culo.’
Portò le mani sulle natiche ed esercitò una pressione con le dita. Le allargò.
‘Mettilo anche fra le chiappe. Lo vedi il buchetto? Sì? Bene. Lì mettine un poco di più. Sai &egrave un posto sensibile. Quando ci deve entrare qualcosa deve essere ben lubrificato.’
Ho sempre saputo che da quella parte vengono espulsi i residui del cibo non assimilato, ma mai che fosse la strada per far entrare qualcosa altro.

‘Tua nonna si &egrave fatto lubrificare il buco del culo? E tu lo hai fatto?’

‘Certo che l’ho fatto. Mi si dava l’occasione di massaggiare uno splendido culo. Perché avrei dovuto rinunciarvi. Mentre lo ungevo pensavo a te. Nella mia mente era tuo il culo che le mie mani stavano toccando. Ai miei occhi la donna distesa nuda sul letto eri tu. Era sul tuo corpo che spalmavo l’olio. Quando l’operazione sulla sua schiena e sul suo culo si esaurì, si girò e mi chiese di continuare a passarle l’olio anche sul davanti. Fu il colmo. Balzai in piedi, mi spogliai e le saltai sopra; distesi il mio corpo sul suo e”

‘La violentasti?’

‘Ma che? Lei se lo aspettava. Tirò le gambe verso il suo corpo e le allargò portandole sulla mia schiena. Con una mano artigliò il mio cazzo e lo guidò all’entrata della sua vulva.’
‘Ho atteso questo momento già da un bel po’ di tempo. Dai mio bel maialino. Spingi. Entra nel mio corpo. Sbattimi. Fammi sentire la forza del tuo giovane cazzo.’
Ma quale forza? Scivolai nel suo ventre e venni. Eiaculai nella sua pancia e mi abbattei su di lei. Sembrava delusa.
‘Sei già venuto?’
‘Scusami nonna, ma io non l’ho mai fatto.’
‘Mi stai dicendo che &egrave la tua prima volta? Non sei mai stato con una donna? Sei vergine? Oh dio! Come sono contenta. Non sai quanto mi rendi felice. Sei il secondo componente della famiglia che mi tocca svezzare. Non ti preoccupare. Tuo padre e tua madre mi hanno dato in consegna un giovane puledro. Quando ritorneranno a riprenderti troveranno un possente stallone. Gli consegnerò un toro. Tu però a loro non dirai niente di quello che accadrà fra noi due. Promettilo.’
‘Glielo promisi. La vostra lontananza durò l’intera estate. Successe di tutto. Nonna mi insegnò a controllare il mio corpo e come dare piacere ad una donna. Il kamasutra era un libro superato. Facemmo sesso in ogni luogo possibile (abbiamo corso anche il rischio di essere sorpresi in fragranza di reato per scandalo pubblico con la conseguenza di essere accusati anche di incesto) ed in tutte le posizioni che la nostra fantasia partoriva. Eravamo due perversi incestuosi. Non riuscivo a negarmi. La nonna &egrave una vera mantide. Lei l’uomo lo distrugge, lo mangia.’
‘Scandalo pubblico? Dove l’hai chiavata?’
‘In un grande negozio di abbigliamento per uomini e per donne. Con la scusa di provare un vestito entrò in un camerino di prove e prima di chiudersi dentro mi fece cenno di seguirla. Ci chiudemmo dentro. Lo spazio era poco. Stavamo stretti. Mi fece sedere sulla sedia, mi sbottonò i pantaloni e, con abilità, mi tirò fuori il cazzo. Si piegò sulle ginocchia e lo prese in bocca. Lo succhiò per pochi minuti poi si tirò su la gonna (lei le mutande non le porta mai) e si impalò. Si lanciò in una forsennata galoppata. Venne. Non riuscì a trattenersi. Gridò. Alcuni secondi e sentimmo bussare. Era la commessa. Aveva sentito il grido e si era preoccupata. Nonna le rispose che era tutto a posto; che si era punta con uno spillo. Ci ricomponemmo ed uscimmo. Ad un metro c’era la commessa. Ci vide uscire. Si avvicinò alla nonna, le sorrise, con un cenno degli occhi mi indicò e le sussurrò in un orecchio.
‘A vedere il suo compagno quello che l’ha punta non era uno spillo ma un pungiglione. La invidio.’
Nonna la ringraziò per non averci traditi. In quel negozio non ci siamo più andati. Prima che tu me lo chieda sappi che si &egrave fatta chiavare anche in altri posti: pubblici e non. A tua suocera piace rischiare.
Che scema sono stata. Mia suocera si faceva chiavare da suo nipote fregandosene dell’età del mio ragazzo. Invece io ho atteso che mio figlio compisse 18 anni prima di concedermi. Sono doppiamente cretina. Mi sono creata inutili problemi. Mi spaventava l’incesto e lo scandalo che ne sarebbe potuto nascere. Devo riconoscere che lo ha ben addestrato. &egrave vero. Mi ha consegnato un toro. Gino &egrave un meraviglioso amante. Riesce a portarmi all’apice del piacere in modo fantastico.
‘&egrave una vera mantide? Così, tanto per sapere. Tu a letto con tua nonna ci vai ancora? E chi sarebbe il primo componente della famiglia che ha dovuto sessualmente svezzare?’
Gino abbassa lo sguardo.
‘Mamma non te la prendere ma io con nonna non ho mai smesso di frequentare il suo letto. Ho imparato ad amarla ed anche se oggi ha 53 anni devi riconoscere che &egrave una gran bella donna. Sembra una ragazzina.’
‘Vuoi continuare a chiavarla anche se sei diventato il mio amante?’
‘Non essere gelosa. Nonna ha bisogno che io le stia vicino, le tengo in caldo il letto. Tanto più che il suo primo amante ha diradato di molto le sue visite.’
‘Lo conosci? Sai chi &egrave? Te lo ha detto lei?’
‘Lo conosco perché l’ho visto. Lei sa che io so. Invece papà non sa che io so.’
‘Dove lo hai visto?’
‘Qui. In casa nostra.’
‘In casa nostra? Come &egrave possibile? Da noi non viene mai nessuno. Che centra tuo padre?’
‘Pensaci e vedrai che anche tu lo conosci.’
Il silenzio scende pesante nel salone. Poi la mente mi si apre.
‘Nooo! Non ci credo. Il primo componente della famiglia che ha iniziato ai piaceri del corpo &egrave tuo padre? Vanna si fa chiavare dal figlio? Che puttana.’
‘Mamma, non offenderla. Anche tu sei nella sua condizione; anche tu ti sei fatta chiavare da tuo figlio ed io non ti considero una puttana.’
‘Hai ragione. Scusami. Non intendevo offenderla. Tu come lo hai scoperto?’
‘&egrave stato all’incirca un anno dopo. Nonna venne a farci visita. Tu eri fuori a lavoro. Papà era in cantina a sistemare non ricordo cosa. Ne approfittai. Andai nel salone dove lei stava seduta su una poltrona. Mi avvicinai a lei. Allungai una mano e gliela infilai nella scollatura della maglietta. Non portava il reggiseno. Mi fu facile pastrugnarle una tetta. Lei miagolò. Le strizzai il capezzolo. Un gemito le usci di bocca.
‘Smettila. Tuo padre potrebbe sorprenderci e mi dispiacerebbe.’
‘Nonna, papà e indaffarato in cantina e ci impiegherà parecchio prima che possa risalire in casa. Quindi nessuno ci disturberà. Ho voglia di mettertelo in bocca.’
‘Vuoi che ti faccia un pompino?’
‘Si, nonna, me lo vuoi succhiare?’
Non si fece ulteriormente pregare.
‘Dai tiralo fuori e vediamo cosa posso fare?’
In un attimo mi abbassai i pantaloni e gli slip. Agguantai il mio già indurito cazzo e lo avvicinai alla sua bocca; lei dischiuse le labbra, tirò fuori la lingua e inizio a pennellarmi il cazzo. Nonna &egrave una maestra nel leccare il cazzo.’
‘Meglio di come te lo lecco io?’
‘Non sono in grado di dire chi lo lecca meglio. Nella nonna c’&egrave esperienza. Tu invece ci metti il desiderio. A te piace succhiarmi il cazzo. Quando ti sparo lo sperma in gola tu godi.’
‘Smettila di adularmi e continua a raccontare.’
‘Dopo il lavoro di lingua la nonna avvolge il mio cazzo con le sue labbra e da inizio ad un fantastico pompino. Vengo e le scarico nella bocca il mio sperma. Lei lo ingoia. Soddisfatto le sfilo il cazzo dalla bocca lo richiudo nella sua gabbia e vado a sedermi sulla poltrona di fronte a lei. Dopo cinque minuti si alza.
‘Mi hai fatto venire voglia. &egrave meglio che raggiunga tuo padre altrimenti non rispondo di me.’
Si avvia verso le scale che portano in cantina. Sparisce. Il tempo trascorre. Non vedendo che nessuno dei due sale decido di scendere a cercarli. Sono quasi giunto alla porta della cantina che sento dei gemiti provenire dall’interno; sporgo la testa nel vano della porta e sbircio. Una scena da film porno si sta svolgendo sotto i miei occhi. Nonna &egrave nuda ed &egrave piegata a 90 gradi con le mani appoggiate al muro. Mio padre, tuo marito, suo figlio anch’egli nudo &egrave dietro di lei. Ha le mani sui fianchi della madre e le sta pompando il cazzo nel ventre. Le mammelle della nonna, sotto i fendenti che il figlio le mena nella pancia, dondolano come campane a festa. Capisci mamma? Papà si stava chiavando sua madre. La scena era troppo eccitante per non essere vista fino alla fine. Un grugnito di mio padre ed un nitrito di sua madre mi annunciarono che l’amplesso era giunto a compimento. Mi ritirai ed andai ad aspettarli nel salone. Si fecero attendere. L’argomento in cui erano impegnati a discutere era piacevole. Dopo circa un ora fecero ritorno. Li guardai. I loro visi mostravano segni di soddisfazione. Nonna mi guardò, le sorrisi e le strizzai un occhio. Il suo viso si rabbuiò. Papà non si fermò. Nonna invece si avvicinò; mi fissò e ‘
‘Ci hai visti?’
‘Nonna, non era mia intenzione. &egrave stato un caso. Non vedendovi tornare sono venuto a cercarvi e vi ho visti. Non ti preoccupare. Terrò per me quanto ho visto. Da quando tu e papà siete amanti?’
Lei si chinò in avanti e mi diede un bacio sulla bocca.
‘Grazie per la riservatezza. Stanotte verrò da te e parleremo di me e di tuo padre.’
‘Venne?’
‘Non attesi molto. Era circa mezzanotte quando entrò nella mia stanza. Chiuse la porta a chiave; si spogliò di tutto e venne a stendersi al mio fianco.’
‘C’&egrave una domanda che devo farti. Hai detto che le hai frizionato l’olio sulle chiappe e sul buchetto del culo ed hai anche detto che lei ha preteso che tu lo facessi perché il buco del culo deve essere sempre ben lubrificato quando c’&egrave la possibilità che venga visitato. Tu lo hai visitato? Hai avuto un rapporto anale con tua nonna? Gino, tu, tua nonna l’hai inculata?’
‘Si mamma, io tua suocera l’ho sodomizzata. Fu lei ad offrirmi il suo culo.’
‘Ti &egrave piaciuto metterglielo nel culo? Ha sentito dolore? Hai avuto difficoltà ad entrare col tuo cazzo nell’ano di tua nonna?
‘Si, mi &egrave molto piaciuto chiavarla nel culo. No, non ci sono state difficoltà ad entrare. La strada era stata già aperta. Mio padre deve essere stato un frequentatore abituale del culo della madre. Se abbia sentito dolore non te lo so dire. Credo però che un poco lo abbia avvertito. Quando spingevo lei tratteneva il respiro. A pensarci sentiva dolore, ma solo durante la penetrazione. Poi quando le pompavo il cazzo nel culo il piacere compensava il dolore. Ma perché me lo chiedi?’
‘Io nel culo non l’ho mai preso. Sul quel versante sono ancora vergine. Tuo padre ci ha tentato ma non gliel’ho permesso perché la paura del dolore mi ha fortemente condizionata. Ma da quando sei diventato il mio amante non riesco a non pensarci. Ho desiderio di prenderlo nel culo, ma ancora una volta la paura del dolore mi trattiene dal farmi sodomizzare. Eppoi c’&egrave la gravidanza. Farmi chiavare nel culo nella condizione in cui mi trovo sarebbe sbagliato. Il bambino potrebbe risentirne. Tu da quando abbiamo cominciato ad amarci come un uomo ed una donna hai mai pensato di mettermelo nel culo? vorresti incularmi?’
‘Mamma &egrave il mio sogno. Ogni volta che mi scodinzoli il culo davanti agli occhi ti vedo piegata in avanti a 90 gradi con le chiappe allargate e con il buco del culo in bella mostra pronto per essere profanato. Mamma io non solo desidero chiavarti nel culo voglio anche sfondartelo. Ma so che non &egrave il momento. Intanto perché non consulti la tua ginecologa e chiedi consiglio sul come alleviare il dolore. In attesa di potertelo rompere una cosa posso farla.’
‘Sarebbe questa cosa?’
‘Posso leccarti il buco del culo. Sono sicuro che ti piacerebbe. Tua suocera va in estasi quando gli lecco il buchetto posteriore.’
‘Non ti fa schifo?’
‘Nonna ha una cura particolare del suo culo. Lo tiene sempre libero dalle impurità e solamente quando &egrave sicura di averlo ben nettato mi permette di baciarglielo e di leccarglielo. No, non mi fa schifo.’
‘Voglio provare. Non oggi. Mi interessa che tu mi delucidi sul rapporto tra tua nonna e suo figlio. Siamo rimasti a quando &egrave venuta nella tua stanza ed &egrave entrata nel tuo letto. Prosegui.’
‘Prima di continuare voglio dirti che era la prima volta che io e nonna giacevamo insieme nello stesso letto in casa nostra.’
‘Ed il pompino? Anche quello fu la prima volta?’
‘No. Tua suocera quando veniva a casa aspettava il momento opportuno per succhiarmi il cazzo. Diceva che farlo in casa nostra e con te e papà nelle vicinanze la eccitava doppiamente. Il pericolo di essere scoperta con il mio cazzo nella sua bocca la mandava in visibilio.’
‘Ed io cretina a non accorgermi di niente. Non te la prendere se la offendo. Mia suocera &egrave una gran puttana. Succhiare il cazzo di mio figlio in casa mia. Vedi un po’ tu dove porta la perversione. Prosegui. Ti prometto che non ti interromperò più. Anche se sto scoprendo cose che ho sempre creduto non potessero accadere.’
‘Avresti mai pensato che ti saresti concessa a tuo figlio? Eppure &egrave accaduto. Hai fatto di me il tuo amante. Perché incolpi la nonna di cose che tu fai come fossero normali? Siete entrambe due incestuose. Lei si fa chiavare dal figlio ed anche dal nipote. Tu, al momento, ti fai possedere da tuo figlio. Quando diventerai nonna può darsi che avrai un nipote che sarà felice di cavalcare una nonna bella come te.’
‘Hai ragione. Sono gelosa di tua nonna. Continua il tuo racconto.’

‘Eravamo entrambi stessi frontalmente su un nostro lato. Le sue grosse mammelle si adagiavano l’una sull’altra ed entrambe si poggiavano sul letto. In quella posizione i suoi capezzoli erano vicinissimi tra loro. Allungai le mani ed andai ad accarezzargli le tette e le titillai i capezzoli. Lei sospirò.’
‘Vuoi che ti dica del mio rapporto con tuo padre? Allora smettila di torturarmi i capezzoli.’

‘La capisco. Quando giochi con le mie zizze mi mandi in orbita.’

‘Hai detto che non mi avresti interrotto? Fu la nonna la prima a parlare.’
‘Cosa hai visto? Quanto tempo ti sei fermato a guardare?’
‘Vi ho sorpresi quando papà ti stava stantuffando il cazzo nella pancia. Eravate due splendidi animali. In particolare tu avevi il viso trasfigurato dal piacere. Avresti dovuto vedere le tue zizze. Sotto i fendenti che tuo figlio ti menava nel ventre sembravano campane impazzite. Eri bellissima. Sono restato fino alla fine. Poi sono andato via. Voi invece avete proseguito. Da quando ti fai scopare da tuo figlio?’
‘Sono anni. Lui era un ragazzo. Io ero sola. Non fraintendermi. C’era tuo nonno, ma su quel versante era deficitario. Aveva trovato una ragazzina che gli dava quello che io non potevo più dargli: la freschezza della gioventù. Se ne innamorò e dopo alcuni anni di doppia vita mi lasciò. Sparì. Non l’ho più visto. Mi lasciò sola con tuo padre. Caddi in una forma di depressione. Mio figlio non sapeva che pesci prendere. Chiese consiglio al nostro medico il quale oltre ai farmaci non diede nessuna risposta. Decisi di consultare uno psicologo. Era una donna. Dopo una decina di sedute la psicologa diede il suo responso. Mi disse che se volevo superare quel pericoloso momento dovevo necessariamente accoppiarmi. Che avevo bisogno che un uomo mi stringesse fra le sue braccia e che mi chiavasse. Usò proprio questo termine: ‘chiavare’. La frase che espresse fu: – Signora lei ha bisogno di un cazzo che le frughi la passera. Lei deve farsi chiavare. Trovi un uomo e si faccia possedere. Vedrà che dopo si sentirà meglio.- Restai sconvolta. Trovare un uomo? E dove? Più facile a dirsi che a farsi. Di uomini che mi avrebbero portata a letto ce ne erano molti, ma nessuno di loro suscitava i miei nascosti appetiti. Poi un giorno notai che mio figlio lanciava sguardi lascivi nella scollatura della mia maglietta. In casa ho sempre indossato quel tipo di magliette. Sono un po’ provocanti. Fasciano il mio seno mettendone in risalto le forme e le profonde scollature a V fanno in modo che la parte superiore delle mie mammelle e del solco che le separa sono sempre in forte evidenza. Inoltre sotto la maglietta non indosso mai il reggiseno questo permette ai miei capezzoli di esercitare una forte spinta contro la stoffa. Spinta talmente forte che sembra che i capezzoli vogliono bucare la stoffa. Le mie mammelle, in casa, sono sempre state libere di muoversi come meglio credono. Tu ne sai qualcosa; le tue mani sono sempre nelle mie scollature a palparmi le zizze.’
‘Non divagare.’
‘Quello che lessi nei suoi occhi mi turbò. Nei giorni seguenti il fatto puntualmente si ripeté. Cattivi pensieri cominciarono a navigare nella mia mente. Cominciai a guardare il tuo futuro padre non più come figlio ma come un uomo. Col passare del tempo la depressione si trasformò in perversione. Fantasticai su mio figlio. Lo vedevo nel mio letto abbracciato a me mentre il suo cazzo mi frugava la figa. Si, mio bel nipotino, nelle mie fantasie mi accoppiavo con tuo padre. Purtroppo la fantasia non coincideva con la realtà. Tuo padre mi guardava con occhi carichi di desiderio. Capii che mi voleva come donna, ma il fatto che io fossi sua madre lo frenava. Dovevo io essere quella che doveva condurlo alla perdizione morale. Presi la mia decisione. L’avrei sessualmente corrotto. Era di venerdì quando accadde. Mi ero preparata. Avevo indossato una camicia rossa completamente sbottonata sul davanti ma annodata in vita in modo da lasciare scoperta la mia piatta pancia. L’apertura mostrava il 75% per cento delle mie mammelle. Solo i capezzoli restavano coperti. Non avevo indossato il reggiseno. I capelli erano sciolti e cadevano a cascata sulle mie spalle. Il lato inferiore del mio corpo era coperto da una gonna nera con uno spacco laterale dal quale si intravedeva la mia gamba inguainata in una calza nera a rete con maglie larghe ed agganciata a elastici di un reggicalze di pizzo sempre di colore nero. Ai piedi avevo messo scarpe di un rosso lucido con tacchi da 12 cm. Sulle mie labbra vi avevo dato una passata di rossetto lucido. Anche le unghia delle dita delle mie mani e dei miei piedi erano laccate di smalto rosso. Così conciata avrei affrontato tuo padre. Sapevo che sarebbe caduto senza troppi sforzi fra le mie braccia. Quella sera mio figlio mi avrebbe posseduta. Mi misi in attesa della sua venuta. Quando sentii il rumore della sua moto mi sistemai meglio sul divano facendo in modo che lo spacco della gonna fosse ben aperto. La mia coscia era così ben in evidenza. Entrò nel salone, mi vide. Si bloccò. I suoi occhi erano puntati sulla mia figura e sembravano uscirgli dalle orbite. Aprì la bocca ma non un suono gli uscì. Vidi il suo pomo di Adamo salire e scendere. Stava ingoiando libidine. Mi alzai e gli andai incontro. Gli guardai la patta e notai che era gonfia. Tuo padre era eccitato. Quello che i suoi occhi avevano davanti era uno spettacolo non di tutti i giorni. Mi avvicinai a lui lentamente. Lui diventò rosso. Gli allungai la mano sul viso e lo accarezzai.
‘Ti senti bene? Sei tutto accaldato.’
Non rispose. I suoi occhi non si staccavano dalla mia scollatura ed i miei non si staccavano dalla sua patta che ormai era arrivata al massimo dell’espansione. Se non lo liberava sarebbe scoppiato. Decisi di aiutarlo. Allungai la mano e gliela poggiai sulla patta e strinsi. Lui gemette.
‘Lo so perché sei cosi accaldato. Sono io la causa. Ti piaccio. Credi che non mi sia accorta che non passa giorno che mi spogli con gli occhi? Non negarlo perché quello che sto stringendo mi da la conferma di quello che sto dicendo. Tu vorresti chiavarmi e non &egrave da oggi che lo desideri. Non mi arrabbierò se mi chiederai di volermi possedere. Sarò felice di essere tua. Sappi che anch’io ho desiderio di accoppiarmi con te. Solo tu puoi tirarmi fuori da questo stato di depressione. Solamente tu puoi sostituire tuo padre nel mio letto. Vuoi farlo?’
Ancora silenzio. Le pulsazioni che attraversavano il suo cazzo aumentarono di intensità. Mi voleva ma il fatto che fossi sua madre lo bloccava. Ma il desiderio di possedermi era troppo forte. Allungò le braccia e poggiò le mani sui miei fianchi, le fece salire lungo il mio corpo e vennero a sciogliere il nodo della camicia. Finalmente sembra essersi deciso. Capisco cosa vuole.
‘Vuoi vederle?’
Mi dice di sì con un cenno della testa.
‘Apri la camicia e guardale.’
Le sue dita afferrano i bordi della camicia e la aprono. I miei rosei globi sono sotto i suoi occhi. Lui spalanca gli occhi e si lecca le labbra.
‘Ti piacciono? Vuoi toccarle? Fallo? Esse ti appartengono. Sono tue.’
Le sue mani si posano sulle mie mammelle e le coprono. I miei capezzoli spingono contro il centro del palmo delle sue mani. Un brivido mi corre lungo la schiena. I nostri occhi si incontrano. Vi leggiamo il desiderio reciproco. Mi vuole. Fra le cosce sono tutta bagnata; la mia passera sta pigolando. Lo voglio. Indietreggio di un paio di passi. Mi sfilo la camicetta e faccio scivolare la gonna sul pavimento. Resto con le sole scarpe, calze, reggicalze e slip di pizzo trasparente. Mi giro dandogli le spalle. Mi avvicino al divano e porto le mie ginocchia sul bordo. Mi piego in avanti e mi appoggio alla spalliera del divano. Giro la testa e lo guardo fisso negli occhi. Capisce. In un attimo si libera dei vestiti e si avvicina. Mi sfila gli slip e la mia ‘pelosona’ si mostra in tutta la sua magnificenza agli occhi di mio figlio. La prima cosa del suo corpo che entra in contatto con il mio &egrave il suo cazzo. Il glande si &egrave apre la strada fra la rigogliosa e folta foresta di ricci peli che ornano la mia vulva ed il mio inguine. Le sue mani si sono ancorate alle mie anche; comincia a spingere. Il glande avanza nel mio corpo. Gemo. Gli ormoni innestano la quinta marcia e si lanciano in uno sfrenata corsa inondando il mio corpo di brividi di piacere. Il suo cazzo continua la sua spinta. La mia vulva lo accoglie adattandosi alle sue dimensioni. Quando la spinta ha termine comincia a pomparmi il cazzo nella pancia. Pochi colpi, un grugnito e sento lo sperma invadere la mia vagina. Non c’&egrave l’ha fatta a resistere. Era troppo forte il desiderio di accoppiarsi con sua madre che non &egrave riuscito a controllarsi. Non gliene faccio una colpa. Dovrà imparare a soddisfarmi ed io lo aiuterò. Lo svezzerò. Ne farò un amante impeccabile. Cosi fu. Passò qualche anno senza che il rapporto subisse cambiamenti. Tuo padre mi cavalcava con assiduità. La mia depressione sparì. Quella sera si sposta a dormire nella mia camera e condividemmo lo stesso letto fino al giorno in cui si sposò. La decisione di farlo sposare la prendemmo insieme. Lui voleva che io gli partorissi un figlio. Gli dissi che una madre non può assolutamente farsi ingravidare dal proprio figlio. &egrave geneticamente non consigliabile. Convenimmo che avrebbe cercato una donna con cui convolare a nozze. La scelta cadde su tua madre. Si sposò e andò a vivere nella casa in cui sei nato. Il matrimonio con tua madre non impedì, come hai potuto constatare, che il mio rapporto con tuo padre avesse fine. Sappi che la sera prima di sposarsi tuo padre festeggiò la perdita del suo celibato giacendo nel mio letto e fra le mie cosce. Non dimenticherò mai quella notte. La nostra perversione non conobbe limiti. Ecco questa &egrave la storia di come tuo padre &egrave diventato l’amante di sua madre e mi auguro che lo sarà ancora per molti anni.’
‘Ancora una cosa. Quella sera ti fece anche il culo? Fosti tu a darglielo?’
‘No. Il mio culo lo profanò mesi dopo. Fu un evento inaspettato. Stavamo in camera. Io ero pronta a dare il via alle danze. Sto messa alla ‘pecorina’ e lui dietro pronto ad infilzarmi. Lo fece con la variante che non me lo ficcò nella figa bensì lo puntò sul buco del culo e spinse. Un terribile dolore mi assalì. Cercai di allontanarlo ma lui mi bloccò. Gridai di fermarsi. Non mi diede ascolto. Infischiandosene delle mie grida di dolore affondo la sua bestia nel mio culo. Mi ruppe lo sfintere. Mi chiavò nel culo e scaricò nel mio retto una grossa quantità di sperma. Da allora diventò una costante mettermelo nel culo. Almeno una volta al mese dovevo sottopormi alla pratica della sodomizzazione. Il mio culo ci fece l’abitudine tanto che il dolore non lo avvertii più come le prime volte. Vuoi sapere altro?’
‘No. Mi basta.’
‘Dio che storia. Tu ci credi? Mi sembra che ci siano esagerazioni nel suo racconto.’
‘Mamma la storia &egrave vera. Nonna e papà sono realmente amanti. Non fu l’unica volta che li ho visti accoppiarsi.’
‘Non ti sapevo guardone. Comunque questa rivelazione mi ha fatto venire un’idea. Rammenti? Quando il nostro rapporto ha avuto inizio mi chiedesti cosa intendessi fare con tuo padre. Non ti risposi perché non sapevo di lui e di sua madre. Ora lo so &egrave ti rispondo. Tuo padre sarà informato della nostra relazione. Gli dirò che sei il mio amante.’
‘Ti ha dato di volta il cervello. Andare a dirgli che suo figlio si chiava la moglie. Ci ammazzerà.’
‘Non farà niente. Starà buono ed accetterà il fatto compiuto.’
‘Cosa ti convince che non reagirà?’
‘Perché saprà che io so che lui si monta la madre.’
‘Lo vuoi ricattare?’
‘Chiamalo ricatto o in un altro modo; l’importante &egrave che tuo padre sa che quando &egrave fuori nel mio letto entra un altro uomo e che quest’uomo &egrave suo figlio. Pensaci. Saremmo più liberi di amarci.’
‘Mamma, penso proprio che sia una cattiva idea.’
‘Non sono d’accordo. Credo invece che l’idea &egrave buona anche perché nel discorso trascineremo anche tua nonna, la sua madre-amante.’
‘Vuoi coinvolgere la nonna?’
‘Si e sarai tu a farlo.’
‘Come?’
‘Le dirai di noi due.’
‘Vuoi che dica alla nonna che tu mi fai entrare nel tuo letto? che ti chiavo? che sono il tuo amante?’
‘Stai tranquillo. Tua nonna ti apprezzerà per la confidenza che gli farai e dovrai anche dirgli che io so di lei e di suo figlio e che so che tu sei il suo amante.’
‘Dio mamma che intenzioni hai? Cosa ti sei prefissa?’
‘Voglio che in casa non ci siano più segreti; che tutti noi sappiamo dell’uno e dell’altra e che le cose avvengano senza sotterfugi.’
I fatti non andarono come avevo progettato. Il destino decise diversamente. Arrivo al nono mese di gravidanza. Partorisco e metto al mondo una meravigliosa bambina. Mio marito non riesce a conoscerla. L’aereo che lo sta portando a casa per una breve licenza cade in mare e non seppi più nulla. Viene dichiarato disperso. Sono presa da sconforto. Gli volevo bene anche se non l’amavo più come una volta. Da un giorno all’altro, all’età di circa 37 anni mi trovo vedova. Mio figlio si prende il compito di comunicare a mia suocera la triste notizia la quale si precipita a casa ed insieme piangiamo la perdita. I giorni trascorrono e niente si muove. Una cappa invisibile &egrave calata sulla nostra casa. Il tempo sembra essersi fermato. L’unica consolazione sono i miei due figli: Gino e la piccola nata a cui ho dato il nome di Amanda. Il rapporto che ho con mio figlio si &egrave interrotto. Non perché non l’ho amassi ma perché mi sembra tradire la memoria di mio marito. Sono un’ipocrita. Quando lo sapevo vivo lo tradivo facendo entrare nel mio letto suo figlio e soggiacevo alle sue voglie ed ora l’ho allontanato. Le mie attenzioni sono tutte rivolte verso mia figlia. &egrave il mio unico conforto. Mia suocera si &egrave, momentaneamente, stabilita a casa mia. Lei &egrave stata doppiamente colpita. Ha perso un figlio e un amante. Si, gli &egrave rimasto il nipote con cui potrebbe continuare a sollazzarsi, ma anche lei &egrave rimasta colpita dalla perdita. L’unico a soffrirne della situazione creatasi &egrave Gino. In un giorno ha perso il padre, il letto della nonna e la patata della madre. Si aggira per la casa come un puledro imbizzarrito. Sbuffa e si lamenta. Viene il giorno del dunque. Sono ormai trascorsi già sei mesi dalla perdita. Una sera siamo tutti nel salone. Io e mia suocera siamo sedute sul divano. Io sto allattando Amanda. Mia suocera sta leggendo un libro. Mio figlio &egrave seduto di fronte a noi e i suoi occhi si spostano prima su di me e poi su sua nonna. Alla fine sbotta. Con un tono di voce molto risoluto ci costringe a guardarlo.
‘Basta. &egrave ora che la smettiate di compiangere lo scomparso. Dovete decidervi. Io la mia decisione l’ho presa. Domani mattina lascio questa casa e non mi vedrete più.’
Si alza ed esce dal salone. Guardo mia suocera che a sua volta mi sta guardando.
‘Tuo figlio ha ragione. Il re &egrave morto. Viva il re. Tu hai perso tuo marito, ma il mondo continua a girare. Vale anche per me che ho perso un figlio ed un adorabile amante. Mi dirai che per me non &egrave stata una grande perdita perché già prima mi consolavo con mio nipote. Questo vale anche per te. Hai fatto entrare tuo figlio nel tuo letto e lo hai fatto prendere il posto del padre fra le tue cosce e, da quanto mi &egrave stato riferito, lo ha degnamente sostituito. Ora tenerlo lontano dai nostri letti &egrave alquanto eccessivo. Per quanto mi riguarda la mia decisione &egrave presa. Domani me ne torno a casa mia e lo inviterò, se vuole, a seguirmi.’
Se persistevo nel tenerlo lontano dal mio letto lo avrei perso. Non posso permettermelo. Ho bisogno di lui. So del rapporto di mia suocera con mio figlio e lei sa del mio rapporto con suo nipote. Sono stata io a suggerire a Gino di dire tutto a mia suocera. Devo uscire dal torpore e riprendere lì da dove ho lasciato. Mio figlio deve ritornare a sollazzarmi; deve riprendere il suo posto fra le mie cosce.
‘Tu non andrai da nessuna parte. Resterai qui. Diventerai parte della famiglia. Io e te aiuteremo il nostro stallone a prendersi cura di noi due. Sta a noi fare in modo che ci riesca. Dobbiamo sempre tenere presente che lui &egrave uno e noi siamo due.’
‘Quando intendi dirglielo?’
‘Domani mattina. Andrò a svegliarlo e glielo dirò.’
‘Sarò presente anch’io. Ora andiamo a letto che si &egrave fatto tardi.’
Al mattino, dopo aver allattato Amanda, indosso una vestaglia ed esco nel corridoio dove incontro mia suocera avvolta in una vestaglia trasparente. Sotto é nuda. A 53 anni &egrave incredibilmente bella. &egrave ben intenzionata ad usare le sue armi. La battaglia si fa interessante. Due donne che lottano una per il figlio e l’altra per il nipote. Pur di trattenere mio figlio a casa sono disposta a tutto. Anche a ‘.. No, quello no, non potevo. Arriviamo davanti alla sua camera; entriamo. Gino &egrave a letto e sta ancora dormendo. Ci avviciniamo al letto prendendo posizione ai lati. Mia suocera occupa un lato del letto ed io l’altro. Lei si toglie la vestaglia e si siede sul letto. Faccio lo stesso. Però sotto la vestaglia non sono nuda come mia suocera. Porto il reggiseno perché ho le mammelle continuamente gonfie di latte. Sono pesanti ed il reggiseno mi aiuta a tenerle su. Inoltre tenuto conto della quantità eccessiva di latte che produco ho bisogno di coprirle anche con delle coppe di materiale assorbente. Mia figlia riesce a svuotarmele ma un ora dopo sono nuovamente piene di latte. Mi era stato consigliato di usare una tiralatte ma io odio quell’aggeggio. La soluzione l’avevo trovata ma non la usai. La scomparsa di mio marito mi distolse il pensiero. Ora, invece posso usarla. Passo un braccio sotto la testa di Gino e lo attraggo contro il mio petto. Guardo mia suocera che ha capito.
‘Mi aiuti? Sganciami il reggiseno.’
Senza esprimere commenti mi aiuta a togliermi il reggiseno. Gino ha aperto gli occhi e si trova davanti due belle paia di zizze. Quelle della nonna e quelle della madre. Sono io a prendere l’iniziativa.
‘Vuoi fare colazione? Mamma tua ti ha portato il latte? Vieni a berlo.’
Con il braccio gli sollevo la testa e l’avvicino alla zizza più vicina alla sua bocca. Gli strofino sulle labbra il capezzolo gocciolante latte materno. Lui apre la bocca ed io accompagno il mio capezzolo fra le sue labbra che prontamente serra. Comincia a succhiare. Il latte cola copioso nella sua bocca; anche l’altra zizza ha iniziato a secernere latte. Afferro un lembo del lenzuolo e faccio il gesto di asciugarmi la mammella. La mano di mia suocera blocca la mia mano.
‘Lascia stare. Faccio io.’
Sporgendosi al di sopra del corpo di mio figlio avvicina il suo viso all’altra mia mammella. La bocca &egrave sul capezzolo. Dischiude le labbra e lo accoglie. Le serra e inizia a succhiare. Sono esterrefatta. Non avrei mai creduto che mia suocera potesse giungere a tanto. Non mi ribello. La lascio fare. Sembrano due cuccioli affamati. Solamente che uno &egrave mio figlio, un giovane puledro e l’altro &egrave mia suocera, una splendida vacca. Stanno succhiando latte dalle mie zizze con ingordigia. Potenti scariche partono dal mio petto in direzione del cervello che le invia al centro delle mie cosce propagandosi nel mio ventre. Gioisco del piacere che mia suocera e mio figlio mi stanno dando. Accarezzo le loro teste. Li incito.
‘Dio, come siete bravi. Su datevi da fare. Svuotatemi le mammelle. Vi sarò eternamente riconoscente.’
Di tanto in tanto interrompono la loro azione per una buona frazione di secondi. Dall’alto della mia posizione guardo i loro visi e mi accorgo che le loro lingue saettano fuori dalle loro bocche e vanno a duellare. Hai capito? Nonna e nipote oltre che ubriacarsi del mio latte si dilettano pure a baciarsi. Intanto la mia vulva sta urlando. Non ce la faccio più. Poggio una mano sulla testa di mia suocera. Le afferro i capelli e la costringo a staccare la sua bocca dal mio seno. Do una spinta alla sua testa indirizzandola verso le parti basse del mio corpo. Solleva la testa quel tanto che basta da permettergli di guardarmi negli occhi. Una muta preghiera le viene inviata. Capisce. Con mosse da felino porta la sua testa fra le mie cosce. La sua bocca si avventa sulla mia vulva e comincia a mangiarla. Si, proprio così, la mangia. Poi la lingua si lancia alla scoperta delle mie parti nascoste. Le trova e con grande maestria le lecca e le titilla. Grido. La lingua di mia suocera entra in contatto con il mio clitoride. Lo avviluppa. Lo cinge con le sue labbra e gliele serra intorno. Lo succhia. Mi fa un pompino. Urlo. Mio figlio smette di succhiarmi la mammella e si porta dietro al culo della nonna. Un attimo dopo il suo cazzo &egrave dentro la pancia di mia suocera. La chiava. Il periodo di lutto &egrave finito. La nostra relazione riprende. A noi due si aggiunge anche mia suocera che si trasferisce stabilmente da noi. Sono diventata anche una guardona. Spesso, quando mio figlio ingroppa sua nonna mi fermo a guardare. Mi eccita vedere mia suocera infilzata dal cazzo di mio figlio e lanciarsi in uno sfrenato galoppo. Io &egrave mia suocera scopriamo l’amore lesbico e lo pratichiamo anche in presenza del nostro puledro.
‘Tuo figlio dice che sono una puttana pervertita. Ha ragione. Mi sono concessa alle voglie incestuose di mio figlio e di mio nipote. Tuo marito mi ha sfondato il culo e tuo figlio ci ha goduto dentro. Ho succhiato il loro cazzo facendomi scaricare nello stomaco la loro essenza. Mi sono cibata del loro sperma. Mi mancava ancora una esperienza per essere una troia completa: fare sesso con una donna. Tu hai colmato questa mia lacuna.’
Qualche volta non disdegniamo di organizzare incontri triangolari fra me, lui e sua nonna. Incontri che sono delle vere battaglie campali dalle quali nessuno di noi tre ne esce vincitore. Oramai siamo in preda alla perversione assoluta. Gino si rivela uno stallone inesauribile ed instancabile. Si &egrave anche assunto la responsabilità di fare da padre a sua sorella Amanda. Mia suocera mi coadiuva nella gestione della casa. Gli anni passano. Gino si laurea. Conosce una ragazza. Mi piace tanto da desiderare di portarla a letto. Anche se per me significa rinunciare a giorni di sollazzo con mio figlio, favorisco il loro amore. Il giorno prima del matrimonio da l’addio al celibato. Usanza vuole che lo si da organizzando una festa insieme agli amici. Invece mio figlio lo festeggia restandosene a casa. Ci rinchiudiamo nella mia stanza e diamo libero sfogo alle nostre più recondite perversioni. Nella nostra camera si scatena un formidabile uragano dei sensi. Più e più volte il mio corpo soggiace alle sue voglie. Il mattino raggiunge la sua futura moglie quasi svuotato. Si sposa. La moglie gli partorisce due bei bambini. Io e mia suocera restiamo sole con Amanda. Di tanto in tanto il nostro stallone viene a farci visita insieme alla moglie ed ai suoi due figli. Noi, preferiamo quando viene da solo. Il ché avviene in tre giorni per settimana. Si trattiene lo stretto necessario a soddisfare la nostra sete di cazzo. Il fatto di essersi sposato non gli ha fatto dimenticare di avere dei doveri verso sua madre e verso sua nonna. Ed &egrave durante una delle sue frequenti visite infrasettimanali che accade quello che avevo sempre desiderato che accadesse.
&egrave sabato. Mia suocera decide di uscire a fare shopping. Mi chiede se può portare con se Amanda, mia figlia. Acconsento. Dopo esserci salutate con un bacio a lingua in bocca (oramai sono anni che io e mia suocera siamo amanti) va via portando con se la mia bambina. Ne approfitto per mettere ordine in casa. Vado in cucina. Sto lavando i piatti quando due forti braccia mi circondano il torace e due mani mi comprimono le mammelle. Calde labbra si poggiano sul mio collo e me lo baciano. Lo riconosco dal modo di come mi sta baciando. &egrave Gino, mio figlio. Sono sorpresa; oggi non &egrave uno di quei giorni in cui viene per sollazzarsi o con me, o con sua nonna, o con noi due insieme. Il fatto che mi stia tormentando le zizze e mi stia baciando il collo mi fa capire che &egrave solo; in presenza della moglie non avrebbe mai osato. Anche l’orario non &egrave quello delle altre volte in cui viene per sbattermi nella pancia il favoloso e nodoso muscolo che ospita fra le sue cosce.
‘Come mai sei qui? E tua moglie? Ed i bambini?’
‘Mia moglie &egrave a casa perché uno dei bambini ha la febbre. Le ho detto che sarei venuto a farti visita. Avevo voglia di vederti. Nel venire ho incontrato quel troione di tua suocera insieme a mia sorella. Andava in città a fare shopping. Mi ha fatto capire che si tratterrà il più possibile per darmi più tempo da passare con te.’
Sta sempre dietro di me e mi stringe contro il suo corpo. &egrave arrapato. Me lo dice la spinta che esercita il suo indurito cazzo contro il mio culo.
‘&egrave solo voglia di vedermi o hai voglia di qualcos’altro?
‘Mamma, stanotte ti ho sognata. Nel mio sogno tu eri nuda ed io stavo dietro di te e ti stavo prendendo. Stavamo facendo sesso, ma non te lo stavo mettendo in pancia attraverso la porta principale; ho usato la porta secondaria. Ho sognato di mettertelo nel culo. Mamma ti stavo inculando. Ti stavo sodomizzando. Quando ti sono venuto dentro al culo mi sono svegliato e mi sono ritrovato con il ventre impiastricciato del mio stesso sperma. Sono venuto nel sogno. Mi sono alzato e sono andato in bagno; mi sono pulito e sono ritornato a letto. Non sono più riuscito a prendere sonno. L’immagine del tuo favoloso culo ha occupato per tutta la notte la mia mente. Mamma sono qui perché desidero sverginarti il culo. Voglio mettertelo nel culo.’
Finalmente si &egrave deciso. &egrave un momento che ho sempre sperato avvenisse. &egrave da quando &egrave incominciato il nostro rapporto che ho desiderato che mi inculasse. Ma non devo fargli capire che &egrave anche mio desiderio essere chiavata nel culo. Mi opporrò. Devo rendergli più difficile la conquista della fortezza anale. Devo rendere la cosa più eccitante.
‘Sei qui perché vuoi mettermelo nel culo? Sei impazzito? Vuoi vedermi soffrire? vuoi sentirmi gridare dal dolore? non puoi chiavarmi nel culo. Con il cazzo che ti ritrovi me lo sfonderai.’
Fingo di liberarmi dal suo abbraccio. &egrave inutile. La stretta &egrave troppo forte. Mi fa allontanare dal lavello.
‘Dai mamma, piegati in avanti. Mettiti a novanta gradi come quando ti chiavo standoti dietro. Solo che oggi non te lo metterò nella fregna; il mio cazzo entrerà nella tua pancia dalla porta posteriore.’
Intanto con abilità riesce a togliermi la vestaglia. Sono nuda. Le sue mani si ancorano alle mie mammelle e con i pollici e gli indici di entrambe le mani artiglia i miei capezzoli e li strizza. Li fa ruotare su se stessi fino a fami sentire dolore.
‘Ti prego, Gino non lo fare. Mi farai morire dal dolore. Non puoi vedermi soffrire.’
‘Mamma, farò piano, tu aiutami a farlo entrare e vedrai che il dolore sarà più sopportabile.’
&egrave il mio culo che dovrà ricevere la bestia. Io sarò a soffrire mentre lui me lo trapanerà. Un ultimo tentativo di finta ribellione lo farò quando si dovrà togliere i pantaloni. Nella foga non mi sono accorta che lui i pantaloni già non li ha. Sapeva di trovarmi sola. Se li &egrave tolti prima di entrare in cucina ed insieme ad essi anche gli slip. Il suo cazzo si &egrave già posizionato fra le mie chiappe ed il suo glande sta già premendo sulla mia rosellina. Non mi resta altro da fare che favorirlo agevolando la sua azione di sfondamento. Mi piego in avanti e poggio le mani sul bordo del lavello; allargo le cosce a compasso. Giro la testa all’indietro lo guardo negli occhi.
‘Mi raccomando, fai piano. Lì dietro sono vergine.’
Come se avessi parlato ad un muro. Un colpo secco ed il glande valica lo sfintere. Il dolore &egrave lancinante. Un grido disumano mi esce dalla gola. Mi sento svenire. Non si lascia impressionare. Continua a spingere. La bestia avanza imperterrita nel mio intestino retto. La spinta si esaurisce allorché il suo pube &egrave contro le mie chiappe. Lo sfondamento &egrave stato effettuato. Ora inizia la parte più dolorosa per me e la più piacevole per lui. Mi dovrà chiavare nel culo.
‘Dio mamma come sei stretta.’
‘Bastardo, figlio di puttana. Te lo avevo detto che li dietro ero vergine.’
‘Ora non lo sei più e non dovrai più arrovellarti il cervello per il come fartelo mettere nel culo da tuo figlio. Tu volevi che io ti rompessi il culo ma non l’hai mai detto. Ti ho io risolto il problema. Oramai sei come mia nonna, tua suocera. Niente di te mi &egrave più preservato. Posso finalmente dire che da oggi sei mia; manca solo una cosa per essere completamente mia.’
Ha ragione. Ho desiderato che mi sodomizzasse ed in cuor mio lo ringrazio per averlo fatto. Su una cosa sbaglia. Non &egrave da oggi che gli appartengo ma &egrave dal giorno del suo 18′ compleanno che sono sua.
‘Invece di stare a dissertare su di me e sulle mie voglie perché non porti a termine quello che hai iniziato. Su datti da fare. Chiavami nel culo e scaricami nelle budella il tuo cremoso piacere.’
&egrave come se gli avessi dato il via libera. Stacca le sue mani dalle mie zizze e le ancora ai miei fianchi. Comincia a stantuffarmi il cazzo nel buco del culo. Il dolore &egrave forte. Le mie mammelle, ad ogni affondo che mi fa nel culo, dondolano come campane a festa. Il ritmo &egrave abbastanza sostenuto. Il bruciore provocato dallo sfregamento del suo cazzo contro le pareti interne del mio culo si sta attenuando. Mi sto abituando a sentirmi pompare il meraviglioso cazzo di mio figlio nel mio buco del culo. &egrave fantastico; &egrave stupendo. Sì, c’&egrave il dolore, ma viene compensato dal piacere che sta montando nel mio corpo. Il dondolare delle mie zizze mi aiuta molto nell’attenuare il dolore. La tensione del primo istante mi abbandona. I muscoli anali si rilassano e il cazzo di mio figlio entra ed esce con più facilità. Il piacere di prenderlo nel culo si sta materializzando. Le grida di dolore sono accompagnate da nitriti di piacere.
‘Dai brutto maiale. Ti &egrave piaciuto mettermelo nel culo? Adesso pompa e non fermarti. Voglio sentire il tuo sperma innaffiarmi il retto. Fammelo arrivare nello stomaco. Così, sì, cosi, dio come mi piace. &egrave una vita che desidero essere inculata. Tuo padre non ha mai tentato di sfondarmi il culo. Ha sodomizzato sua madre ma al mio culo non ha mai prestato attenzione. Ed ora eccomi qui. Messa a 90 gradi e con il cazzo di mio figlio ben piantato nel mio culo. Amore di mamma ti sarò riconoscente per tutta la vita per quello che mi stai regalando. Su, mettici più forza. Spingi con più vigore. Fammelo uscire dalla bocca.’
‘Si, mamma, ti rovisterò le viscere. Ho sempre saputo che desideravi essere chiavata nel culo. Quando mi chiedesti se anch’io ero entrato nella pancia della nonna attraverso la porta posteriore, il tuo corpo ebbe un fremito. Capii che anche tu desideravi prenderlo nel culo. Non l’ho fatto prima perché mi preoccupavo del dolore che avresti provato. Poi stanotte ho sognato che ti rompevo il culo e tu ne eri contenta. Mi sono deciso e sono venuto e non sarei andato via se non prima di averti sfondata il culo.’
‘Ed io, mio bel maialino, te ne sarò per sempre grata.’
L’orgasmo sta montando. Il mio corpo &egrave in preda a tremori. Ululo e vengo. I muscoli anali si contraggono sullo stupendo cazzo di mio figlio. Ancora un colpo e giunge il suo momento. Grugnisce e poi sento lo sperma invadere il mio intestino. Sta godendo. Appena ha finito di scaricare il suo piacere nel mio culo, si abbatte su una sedia. Io non riesco a mettermi dritta. &egrave questa la scena che si presenta agli occhi di mia suocera che nel frattempo &egrave rientrata. Ha in braccio mia figlia addormentata.
‘Non vi muovete, torno subito.’
Fa presto ritorno. Questa volta &egrave sola. Guarda fra le gambe del nipote e nota il cazzo sporco di impurità. Poi guarda me che sto ancora nella posizione a 90′. Lancia un grido di gioia.
‘L’avete fatto? Finalmente ti sei fatta rompere il culo. &egrave stato doloroso? Ti capisco. Dai vieni con me ti aiuterò a pulirti e mi racconterai. In quanto a te usa il mio bagno. Pulisciti accuratamente. La prossima volta che vuoi inculare tua madre avvisala che lei si fa trovare pronta a prenderlo.’
Riesco a mettermi dritta e, sorretta da mia suocera, mi avvio, traballando, in direzione dell’uscita dalla cucina. Da allora mio figlio ogni qual volta che ha voglia di mettermelo nel culo prende l’abitudine di calzare con un preservativo il suo stupendo ariete. Quando vedo il suo cazzo ricoperto dalla sottile membrana di lattice capisco la sua intenzione e mi predispongo mentalmente a riceverlo nel culo. Sono oltremodo contenta di essermi fatta rompere il culo perché non ho più niente da invidiare a mia suocera. Un altro tabu &egrave caduto. Mi vengono in mente le sue ultime parole. Cosa manca per essere completamente sua? Un pensiero mi attraversa la mente. Dio mio! Ci risiamo. Non ha mai smesso di pensarci. Cosa devo fare per convincerlo che quello che lui desidera che io gli dia non può averlo. Ho creduto che facendolo sposare ed avendo sua moglie partorito due bambini si fosse messo l’animo in pace. Così non &egrave stato. Lui vuole che sia il mio ventre ad ospitare il suo seme. Devo essere io a partorirgli un figlio. Meno male che non ho mai smesso di prendere le necessarie precauzioni altrimenti mio figlio mi avrebbe impregnata ed io mi sarei trovata ad essere madre di un bambino (o bambina) che avrebbe per padre biologico mio figlio Gino. Mi sarei trovata nella condizione, tenuto conto che a fecondarmi sarebbe stato mio figlio, di essere nonna del mio terzo figlio e madre di suo padre.
Sono trascorsi cinque mesi da quando mio figlio mi ha sodomizzata. Ha continuato a farlo per almeno una volta al mese. Anche sua nonna ama farselo mettere nel culo. Noi due insieme lo allietiamo e gli rendiamo piacevoli gli incontri che periodicamente abbiamo. Nonostante abbia una moglie e due figli non ha mai smesso di amarmi. A volte, quando si reca in missione all’estero mi invita a raggiungerlo. Non mi sono mai fatta pregare. Lascio mia figlia in custodia di mia suocera e lo raggiungo. In quelle occasioni siamo marito e moglie. Dormiamo nella stessa camera d’albergo e le nostre notti sono continue lune di miele. Gli addetti dei diversi alberghi in cui alloggiamo (per evitare sorprese non &egrave mai lo stesso) mi guardano con occhi carichi di libidine e con una espressione dipinta sul viso che lascia trapelare il loro pensiero. Mi considerano una ‘escort’. Bella, bona, ma una puttana. Non posso smentirli. Se sapessero che sono la madre del loro cliente e che mi faccio chiavare dal loro ospite ben altro sarebbe il loro atteggiamento. La morale la farebbe da padrone. A loro importerebbe poco che una madre ami tanto suo figlio da giacere con lui nello stesso letto e trattarlo come fosse suo marito. &egrave un po di tempo che mio figlio non viene a trovarmi. &egrave fuori e non mi ha invitata a raggiungerlo. Ha avuto le sue ragioni per non farlo. Nel stare in attesa del suo ritorno mia suocera lo sostituisce nel mio letto e ci diamo reciproco conforto. Una notte, dopo un amplesso, mia suocera mi fa partecipe dei suoi pensieri.
‘Il nostro stallone ha una bella moglie. &egrave una donna sensuale. Deve avere una carica erotica molto forte. Mi piacerebbe farla esplodere.’
Non avevo mai visto mia nuora sotto questo aspetto.
‘Mi stai dicendo che ti piacerebbe trascinarla nel tuo letto?’
‘Tu non lo faresti? Ti ho vista come la guardi? Dai, confessalo, tua nuora ti piace.’
‘&egrave vero. Mi piace. Ho paura di corteggiarla. Ho paura che si accorga del rapporto che c’&egrave fra me e suo marito. Ho paura che scopra che mio figlio &egrave il mio amante. Se non avessi paura di uno scandalo le confesserei tutto.’
‘Sono convinta che non ci sarebbe nessun scandalo. Devi prima conquistarla e poi le dici di te con tuo figlio e anche di me con suo marito. Lanciati. Vedrai che si farà conquistare. Lo devi fare. Ho il sospetto che sappia del rapporto che hai con tuo figlio. Le manca solo la conferma.’
‘Come fa a saperlo? Chi glielo avrebbe detto? Siamo solo in due a sapere.’
‘Non lo so come faccia a sapere ma sono certa che sa. Solo tu puoi scoprire come ne &egrave venuta a conoscenza. Corteggiala. Falla tua e saprai.’
Decido di seguire il consiglio di mia suocera. Invito mia nuora a casa. Concordo con mia suocera che quando la vedrà arrivare si allontanerà e ci lascerà sole e se nel caso si portasse dietro i suoi due figli farà in modo di portali con se insieme ad Amanda. Il giorno convenuto mia nuora (si chiama Federica) si presenta, da sola, a casa. Dopo i saluti d’obbligo, come d’intesa, mia suocera dice che deve uscire per delle compere e che porterà mia figlia con se. Uscita che &egrave mi rivolgo a mia nuora.
‘Come mai i bambini non sono con te?’
‘Ho preferito lasciarli a casa. Ho chiamato una baby sitter che si prenderà cura di loro fino al mio ritorno. Ho accettato il tuo invito perché ho da parlarti e non voglio che nessuno ci interrompa.’
Ci siamo. Sa. Ha ragione mia suocera. Prima che mi metta in difficoltà devo aggredirla. Non devo darle il tempo. Mi avvicino l’abbraccio e le do un bacio sulla guancia sfiorando la sua bocca. Mi guarda perplessa. La prendo per mano e la invito a seguirmi. Raggiungiamo il salone e ci sediamo sul divano facendo bene attenzione a che i nostri corpi siano molto vicini.
‘Sai, Federica, sono contenta che sei venuta da sola. Anch’io ho da parlarti e le cose che devo dirti preferisco che non ci siano altre orecchie in ascolto. Quanto tempo hai?’
‘Posso fermarmi finché voglio. Sono d’accordo con la baby sitter che andrà via solo quando io sarò tornata. Quello che devi dirmi andrà per le lunghe? Io ho solo una domanda da farti, ma preferisco che sia tu a parlare per prima.’
‘Anch’io ho una sola cosa da dirti. Federica fin dal giorno che ti ho vista per la prima volta mi sei subito piaciuta. Ho dato il mio consenso a che tu diventassi la moglie di mio figlio per averti vicina come una donna e non come nuora. Sono oramai già quattro anni che sei la moglie di mio figlio ed io non riesco più a tenermi dentro quello che sento per te. Federica, io sono innamorata di te. Non voglio più essere solo tua suocera. Ti voglio nel mio letto e voglio amarti. Voglio diventare la tua amante.’
A quella inattesa dichiarazione d’amore i suoi occhi si spalancano. Non se lo aspettava. &egrave venuta per scoprire cosa c’&egrave fra me e suo marito ed io l’ho sorpresa dicendole di amarla. Cadaverica in volto si alza e si avvia verso l’uscita. Le corro dietro e l’afferro per un braccio; la costringo a voltarsi verso di me; la spingo contro il muro; le metto le mani sul seno. Lo palpo. Avvicino la mia testa alla sua e poggio le mie labbra sulle sue. Tiro fuori la lingua e gliele lecco. Ha gli occhi aperti ma sono spenti. Non vi vedo luce. La libero. Va via. Non la vedo ne la sento per diversi giorni. A mia suocera che mi chiede del come &egrave andata gli faccio il resoconto dell’accaduto.
‘&egrave andata via senza proferire parola? Nemmeno l’hai vista scandalizzata? Mi dici che le hai palpato il seno e che l’hai baciata sulla bocca e lei non ha negativamente reagito. Cara nuora ce l’hai fatta. &egrave tua. Lasciale il tempo di riflettere su quanto &egrave accaduto. Vedrai che ti chiamerà e ti chiederà un nuovo incontro.’
L’oracolo ha parlato. I giorni si susseguono e di Federica nemmeno l’ombra. &egrave mio figlio, invece, che di ritorno dal suo viaggio di lavoro riprende il consueto via vai da casa mia. Viene a ricordarmi che io sono la sua amante e che l’inquilino che alberga fra le sue cosce &egrave impaziente di giocare con la mia micetta. Della sue venute ne trae giovamento anche sua nonna che lo accoglie in camera sua distesa sul letto nuda e con le cosce spalancate pronta a farsi penetrare dal magnifico. I giorni in cui veniva a farmi visita insieme a sua moglie si sono annullati. Non gli chiedo spiegazioni perché conosco il motivo. Dopo circa tre mesi una nuova partenza si appresta. La settimana prima di partire mi chiede di dargli il culo. Durante tutta la sua permanenza non mi ha mai sodomizzata. Lo accontento. Mi faccio impalare. Ne usciamo sfiniti. I rapporti anali mi distruggono, ciononostante mi piace prenderlo nel culo. Sono io e non la moglie ad accompagnarlo all’aeroporto. Sua moglie addusse una scusa per non farlo. Cogliamo l’occasione della sua assenza per rifugiarci nella toilette delle donne e farci una chiavata prima della partenza. Mi solleva e mi fa sedere sul lavabo. Mi alza la gonna fin sulla pancia. Sollevo le gambe e poggio i talloni sul bordo del lavabo. La mia pelosona &egrave pronta. Non ha bisogno di togliermi le mutande perché quando sono con mio figlio non le indosso mai. Il perché &egrave facile immaginarlo. Si sbottona i pantaloni e tira fuori il suo fantastico cazzo già pronto a soddisfare la mia e sua necessità. Avvicina il lucido e vermiglio glande al mio inguine e mi penetra. La sensazione di navigare nello spazio infinito si rinnova. &egrave una cosa che mi succede ogni volta che mio figlio mette il suo cazzo nella mia pancia. Ogni volta che mio figlio mi chiava, il mio amore per lui si rinnova e succede anche quando gli amplessi che ho con lui durano non più di cinque minuti. Sono pochi ma riesco a raggiungere il mio orgasmo nello stesso momento in cui mio figlio mi scarica nel ventre il suo squisito e cremoso sperma. Ci ricomponiamo. Lo accompagno al punto d’imbarco. Un ultimo bacio a lingua in bocca sotto gli sguardi degli astanti e poi si confonde con i suoi compagni di viaggio. L’aereo si &egrave appena alzato da terra che il mio cellulare trilla. Rispondo. &egrave Federica.
‘Pronto. Carla? Sono qui fuori. Ho parcheggiato l’auto vicino alla tua. Ti aspetto.’
Oh cazzo! Ci ha seguiti. Voleva coglierci in fragranza di amplesso. C’&egrave quasi riuscita. E adesso come me la cavo. Cosa gli dirò. Qualcosa mi inventerò. La raggiungo. Lei apre la portiera.
‘Sali. Non pensare alla tua auto torneremo a riprenderla.’
Titubante salgo sull’auto.
‘Dove andiamo?’
Non mi risponde. Avvia il motore e parte. Mi raggomitolo sul sedile e metto in funzione il cervello che incomincia subito a fumare. Ho gli occhi fissi nel vuoto. L’auto si ferma. Guardo fuori dal finestrino e mi accorgo che siamo in una radura circondata da alberi. Mi volto verso mia nuora e mi accorgo che mi sta fissando.
‘Perché ci hai seguito?’
‘Lo sai il perché, ma prima rispondi alle mie domande. Sei lesbica? Quando sono venuta a casa tua hai detto che mi vuoi nel tuo letto e che vuoi amarmi. Risponde a verità o lo hai detto solo per distogliermi da quello che ero venuta a domandarti?’
Non le rispondo con le parole ma con i fatti. Allungo un braccio verso il suo torace ed infilo la mano nella sua scollatura. Scavalco l’ingombrante coppa del reggiseno ed artiglio una sua mammella. La palpo. &egrave grossa e soda e da quello che sento al tatto ha anche un grosso capezzolo.
‘Non dovresti indossare il reggiseno. Hai due zizze che sono fantastiche. &egrave un peccato costringerle a stare al chiuso. Lasciale libere. Non sono lesbica. Gli uomini mi piacciono cosi come piacciono a te, ma mi piacciono anche le donne e tu mi piaci. Si, ti voglio nel mio letto; ti voglio scopare. Ti basta come risposta.’
La mia mano continua a palparle la mammella. Lei non si ribella e ne tenta di sottrarsi. Al contrario si sbottona la camicia e se la toglie.
‘Sei vuoi vederle devi sganciarmi il reggiseno. Non sono mai stata con una donna. Per me &egrave la prima volta. Voglio che accada e voglio che sia tu la prima con cui vado a letto nonostante che ”
Le ho sganciato il reggiseno e gliel’ho sfilato. Due bellissimi globi di bianco alabastro sormontati da due rossi e grossi capezzoloni che si ergono come torri al centro di larghe areole caffellatte. Sono due magnifiche zizze ancora rigogliose e piene nonostante abbia nutrito due bambini. Allungo l’altra mano e con i pollici e gli indici di entrambe le mani artiglio i grossi capezzoli e li strizzo. Federica chiude gli occhi e si abbandona sul sedile dell’auto. Geme e respira con affanno.
‘Hai due fantastiche gemelle. Ti piace? Vuoi che smetta? Posso baciartele? Me le lasci succhiare?’
Non mi risponde. Mette una mano dietro la mia nuca e la spinge contro il suo petto. La mia bocca &egrave su una tetta. La bacio in lungo ed in largo. Tiro fuori la lingua e la faccio scivolare sui grossi globi. Le pennello le tette impregnandole con la mia saliva. Serro, a turno, i suoi capezzoli fra le mie labbra e li succhio. La sento nitrire. &egrave partita. Il suo corpo vibra. Una mia mano si insinua fra le sue cosce e risale fino ad incontrare il centro del suo inguine coperto da un sottile e minuscolo triangolo di stoffa. &egrave tutto bagnato. Mia nuora sta godendo. Le mie dita si infilano al di sotto del pezzo di stoffa e si inoltrano nella fitta foresta di peli che ornano la sua vulva. Arrivo alla fenditura e mi inoltro verso l’interno. Due mie dita sono dentro il suo corpo. La chiavo. Lei inarca la schiena e solleva il bacino proiettandolo contro le mie dita. Vuole di più. Raggruppo le dita della mano nella forma di un cuneo e gliele ficco tutte dentro la pancia compreso il palmo. Le massaggio l’utero. Prorompe in un grido di piacere e un secondo dopo viene. La mia mano viene inondata da un diluvio di secrezioni vaginali. Era talmente arrapata che c’&egrave voluto un niente per portarla all’orgasmo. Non &egrave soddisfatta.
‘Ti prego continua, non smettere.’
‘Amore, non ho nessuna intenzione di smettere. Anch’io voglio darti di più e voglio anche che tu mi ricambi. Qui però non stiamo comode. Andiamo a casa mia.’
‘Ma c’&egrave tua suocera?’
‘Non darti pensiero. Mia suocera non ci darà fastidio.’
‘E tua figlia?’
‘Ci penserà mia suocera a tenerla lontana da noi due.’
‘Vuoi dire che tua suocera sa di me e di te?’
‘&egrave stata lei a spronarmi. &egrave da tempo che io ti voglio. Lei lo ha capito e mi ha suggerito di farmi avanti. Un ultima cosa. Quando siamo insieme evita di indossare le mutandine. Sono di ostacolo e fanno perdere tempo.’
‘Lo farò. Ti dico di più. Non le indosserò più nemmeno quando sarò da sola. Tu lo fai? Voglio dire le porti le mutandine?’
‘&egrave già un po che non le porto più’
‘Non ci credo. Fammi vedere.’
Mi sollevo la gonna e allargo le cosce. La folta foresta di peli &egrave alla portata dei suoi occhi.
‘Dio, quanti peli. Sei come me: una pelosona. Luccicano come fossero bagnati. Sono stata io a farti lacrimare la patatina. Posso toccartela?’
Non aspetta la risposta. Allunga la mano e viene a toccarmi. Sono un idiota. La foga di possederla mi ha fatto dimenticare che poco prima mi sono fatta chiavare da suo marito. Ho la fregna ancora piena del suo sperma e i miei peli ne sono impregnati. La sua mano mi massaggia la patata. Un suo dito mi penetra. Lo ritrae. Lo porta al naso. Lo annusa e poi lo lecca.
‘Sei piena di umori. Questo &egrave sperma ed &egrave fresco di produzione. So anche chi &egrave il produttore. Lo riconosco dal sapore e dall’odore. Hai confermato i miei sospetti. Dici di essere una bisessuale, ma non hai detto di essere anche una pervertita incestuosa. Tu ti scopi mio marito. Ti fai chiavare da tuo figlio. Ora capisco perché eri così raggiante. Mio marito ti ha scopata prima di partire. Dove vi siete rintanati per non essere scoperti? Sei una bestia.’
Il danno &egrave fatto. Non sono dispiaciuta e ne spaventata del fatto che abbia scoperto che mi faccio chiavare da mio figlio. Era ora che lo scoprisse. Non ho mai digerito il fatto che lei non sapesse. Io ne sono innamorata e non voglio che ci siano segreti fra di noi. La solita morale benpensante mi tratteneva dal dirle che suo marito &egrave il mio amante.
‘Tu oggi hai seguito noi due: me e tuo marito per avere conferma del tuo sospetto. Non ci hai seguiti perché volevi stare sola con me. Quando hai cominciato a sospettare? &egrave vero. Mio figlio &egrave il mio amante e lo &egrave da quanto ero incinta di sua sorella.’
Sgrana gli occhi.
‘Non stare a scervellarti. Amanda &egrave figlia di mio marito. Mio figlio non c’entra con la gravidanza. Non sono così stupida da farmi ingravidare. Prendo le dovute precauzioni per non restare incinta. Il rapporto che ho con tuo marito &egrave continuato anche dopo il vostro matrimonio e dura, come hai scoperto, tutt’ora. Io lo amo. ‘
‘Ma &egrave tuo figlio. Come puoi accoppiarti con lui sapendo che &egrave frutto del tuo ventre? Il sospetto ho cominciato ad averlo quando ti ha sognato ed &egrave venuto. Ti chiamava nel sonno. Diceva di amarti. Che mai ti avrebbe fatto mancare il suo amore. Nei primi tempi pensai che veramente si trattasse di un sogno. Anch’io ho sognato che mio padre mi scopava. In seguito il pensiero di quella notte si &egrave trasformato in sospetto. Cominciai a seguirlo. Scoprii che durante la settimana veniva a casa tua, da solo. La domanda che mi posi fu: – Perché non mi dice che viene a trovare sua madre?- La risposta l’ho avuta oggi quando ho assaporato lo sperma di cui &egrave piena la tua lercia passera.’
‘Oltre ad essere mio figlio &egrave un uomo ed io lo amo come tale. Lui invece no.’
‘Che intendi? Lui non ti ama?’
‘Oh, sì. Lui vede in me la sua donna ideale, ma quando siamo a letto &egrave sua madre che sta possedendo e non &egrave la donna.’
‘Porco. Ora come la mettiamo? Io lo amo e non voglio perderlo. Cosa devo fare? Accettare la vostra relazione e fare finta di niente? &egrave chiedermi troppo. E poi ci sei tu? Quando mi dicesti che mi volevi nel tuo letto mi sconvolgesti. Sei diventata il pensiero prevalente. Non riuscivo a capacitarmi che mia suocera fosse una lesbica e anche una incestuosa. Si, perché il sospetto che tu ti facessi chiavare da tuo figlio era forte. Per un momento ho creduto che volevi portarmi a letto per deviare i miei pensieri dal sospetto. Invece. Oggi quando ti ho vista uscire dall’aeroporto splendevi di luce tua ed eri cosi bella. In quell’istante ho deciso. Dovevo essere tua. Il guaio &egrave che lo voglio ancora. Dimmi? tu mi ami? Non lo hai fatto perché volevi coprire il tuo rapporto con tuo figlio?’
‘Federica quello che io sento per te non c’&egraventra niente con la relazione che ho con mio figlio. Ti mi sei piaciuta fin dal prima momento che ti ho vista. Ho favorito il tuo matrimonio con Gino perché ho sperato che prima o poi ti avrei stretta tra le braccia e se &egrave potuto accadere lo devo al rapporto che ho con tuo marito. &egrave grazie al tuo sospetto che ho potuto baciare le tue stupende mammelle e ti ho anche scopata. Quello che sento per tuo marito non toglie niente a quello che provo per te. Ti faccio una proposta. Ora mi accompagni al parcheggio dove ho lasciato l’auto. Tu andrai a casa, farai le valige come se dovessi partire per un lungo periodo ed insieme ai tuo figli vieni a casa mia dove ti stabilirai definitivamente. Dormirai nel mio letto. Ci ameremo e parleremo. Molte sono le cose che devi ancora sapere. Dai metti in moto e parti.’
Ritorno a casa. Mia suocera &egrave in piscina. La raggiungo. Mi spoglio e, nuda, mi tuffo in acqua. Nuoto per quattro vasche e poi esco dalla piscina e mi stendo sul lettino a prendere il sole. Anche mia suocera &egrave nuda. Lei ed io abbiamo convenuto che in piscina staremo sempre nude. Non riesco a godermi i raggi del sole. Sono eccitata. Mi alzo e mi avvicino al lettino dove &egrave distesa mia suocera. Allungo le mani e vado ad artigliarle le poderose mammelle; con il pollice e l’indice di entrambe le mani aggancio i grossi capezzoli e li strizzo fino a farle male.
‘Ehi! Mi fai male. Cosa ti prende?’
‘Sono arrapata. Ho bisogno che qualcuno mi aiuti a scaricarmi. Vuoi essere tu a farlo?’
‘Volentieri. Andiamo in camera mia. Poi mi racconterai il perché sei in queste condizioni.’
Restiamo in camera da letto per circa due ore. Mia suocera riesce a portarmi a spasso per l’universo più di una volta. L’ultima ci vede lanciate in un forsennato 69 che si conclude con una esplosione di piacere incredibile a dirsi. I nostri corpi riversano nelle reciproche bocche tutta la loro forza. Mi sento appagata. Mia suocera &egrave brava a dare piacere. Io non le sono da meno. Facciamo una doccia, indossiamo l’accappatoio e ritorniamo a bordo piscina.
‘Raccontami tutto.’
Le faccio il resoconto della giornata a partire dall’accoppiamento avuto con mio figlio fino all’incontro con mia nuora e di quello che ci siamo dette.
‘Te la sei fatta? C’&egrave stata, non si &egrave ribellata? Le hai detto della relazione che hai con tuo figlio? Va bene scoparla, ma dirle che suo marito, tuo figlio, &egrave il tuo amante &egrave da insensata.’
‘Come facevo a nasconderglielo. Ci aveva seguiti. E quando mi ha messo le dita nella figa e le ha poi annusate e leccate riconoscendo il sapore e l’odore di suo marito che gli dicevo? Che si sbagliava? Credimi, &egrave stato meglio così. Non mi &egrave sembrata particolarmente sconvolta. Ho la sensazione che quando prima ce la troveremo in casa a condividere con noi due i piaceri che il nostro stallone saprà darci.’
‘Credi sia opportuno informarlo?’
‘Lasciamo che lo scopra da solo; sarà più eccitante. Piuttosto tu vuoi scopartela?’
‘Perché me lo chiedi? Certo che voglio. Tuo figlio entra nel mio letto e sa che io e te ci sollazziamo. Non ci vedo niente di trascendentale a che sappia che il letto di Federica venga da noi frequentato. Figlia mia questa &egrave armonia familiare.’
‘Sarà come dici, non ci resta che aspettare.’
‘Vedrai, verrà. Sei tu la calamita che l’attrae. Le hai dato un acconto di quello che il suo subconscio ha sempre desiderato avere: amare e farsi amare da una donna.’

I giorni passano. L’attesa si fa snervante. &egrave domenica. Io e mia suocera siamo in piscina. Con noi c’&egrave anche Amanda, mia figlia. Il rombo di un motore ci avvisa che qualcuno sta percorrendo il viale di accesso alla villa. Una sola persona, oltre al mio amante-figlio, ha il telecomando per aprire il cancello di accesso alla tenuta: mia nuora. Balziamo a sedere ed indossiamo i costumi.
‘&egrave lei. Te lo dicevo di non disperare.’
‘Aspetta a cantare vittoria. Può anche darsi che sia venuta per dirci che non se ne fa niente.’
Ci precipitiamo nell’ingresso ed usciamo. Lei e li, ferma nella sua bellezza. Con lei ci sono i suoi due figli.
‘Mi aiutate a portare dentro le valigie?’
Mia suocera mi guarda e sorride.
‘Aiutala tu. Io accompagno i bambini da Amanda.’
Un secondo dopo, insieme ai miei nipotini, sparisce dalla nostra vista. Mi avvicino a Federica. L’abbraccio e le do un bacio sulla bocca.
‘Sei venuta per restare?’
‘Se non volevo restare sarei venuta senza valige. Ho trascorso giorni d’inferno. Il pensiero di te mi assillava. Non riuscivo a scacciarti dalla mia mente. Ti ho sognata. Mi dicevo che non c’era niente di deplorevole se mi lasciavo andare alle tue voglie. Ogni volta che mi decidevo ecco che la figura di mio marito mi appariva ed una voce mi redarguiva: – Bada bene a quello che vuoi fare. La donna che vuoi stringere fra le tue braccia &egrave la madre di tuo marito e ne &egrave anche l’amante. ‘ Sono stata molto combattuta. Stamattina ho rotto gli indugi ed ho preso la mia decisione. Non mi importa niente se ti fai chiavare da tuo figlio. Io ti amo e voglio stare con te. Voglio far parte della tua famiglia. Tuo figlio dovrà soddisfare due vacche se vuole continuare ad averti. Altrimenti: nisba. Non avrà ne me ne te.’
La stringo e la bacio nuovamente. Questa volta le infilo la lingua in bocca che lei cattura con le sue labbra e la succhia. Intanto le sue mani mi palpano il seno ed il culo; riesco a staccarmi. La fisso negli occhi.
‘Le vacche che tuo marito dovrà soddisfare sono tre e non due.’
Federica sbarra gli occhi.
‘Treee? E chi &egrave la terza? Ho sempre creduto che tu fossi l’unica.’
‘La terza &egrave mia suocera. Sua nonna. La madre di suo padre. Per te &egrave un problema sapere che tuo marito oltre che a chiavarsi sua madre si chiava anche sua nonna?’
‘Dio, non posso crederci. Mio marito oltre a fottersi la propria madre si scopa anche la madre di suo padre. E questo senza che i suoi doveri coniugali ne risentono. Dove la prende tutta questa energia?’
Mi viene spontaneo ridere.
‘Non lo so. Anche io e sua nonna ce lo chiediamo. Vieni, entriamo in casa. Ti faccio vedere la tua camera e quella dei tuoi figli. Dopo quando ti sarai sistemata ti metterò al corrente della mia storia con tuo marito e mia suocera ti racconterà la sua.’
‘Perché una stanza solo per me? Non mi fai dormire insieme a te?’
‘Ogni volta che ne hai voglia il mio letto ti ospiterà, ma dobbiamo dormire da sole perché il nostro toro ci dovrà trovare sempre pronte ad accogliere il suo cazzo nelle nostre pance. Quando una di noi tre &egrave impegnata a farsi cavalcare dallo stallone le altre due, se ne hanno voglia, troveranno diletto fra loro.’
‘Mi stai dicendo che nel mentre tuo figlio ti sta chiavando ed a me viene voglia devo rivolgermi a tua suocera per calmare i bollenti spiriti. &egrave cosi che dovrà svolgersi il menage? Questo vale anche per te e per tua suocera?’
‘Sì. Sono regole che vanno rispettate. Noi siamo tre e lui &egrave uno. Sta a noi salvaguardarlo se vogliamo farlo durare. Questo non ci impedirà di promuovere incontri fra noi tre e senza la sua partecipazione. Sei d’accordo? Accetti?’
‘Sono venuta per iniziare una nuova vita e vivere una storia diversa da quella fino ad oggi conosciuta. Non pensavo che in mezzo ci fosse anche tua suocera. L’ho guardata, &egrave una bella donna. Mi sta bene. Accompagnami nella mia camera.’
‘Quando ti mostrerà la sua ‘pelosona’ e te la servirà pronta per essere mangiata non ti parrà vero di stare a trastullarti con una donna come mia suocera. A letto &egrave ineguagliabile.’
Federica, mia nuora, deve essere tendenzialmente una pervertita. Aveva bisogno di una spinta per tirarle fuori la sua vera natura. La precedo. Lei ne approfitta per palparmi il culo.
‘Dio! che culo che hai. &egrave bello sodo. Già mi vedo con la faccia affondata fra le tue chiappe e baciarti il buchetto. Non ti dispiacerà se ti leccherò il buco del culo? sai &egrave una cosa che ho sempre desiderato fare.’
Chissà cosa penserebbe se sapesse che suo marito mi ha sfondato il culo.
‘Amore, puoi fare tutto quello che la tua fervida mente partorirà. Io non ho preclusioni. Quando mio figlio giace fra le mie cosce la sua fantasia la fa da padrone. Tuo marito &egrave un portento nell’inventare giochini. Avrai occasione per verificare. Comunque eccoci arrivate. Questa da questa sera sarà la tua camera. Ti lascio. Tu sistemati e poi raggiuncici in cucina.’
La lascio.
Non ho più di che preoccuparmi. Federica, mia nuora, &egrave diventata la mia amante. Le ho fatto partecipe dei miei più perversi desideri e dei miei più intimi segreti. Le ho confermato il sospetto che aveva su suo marito. Ovvero che Gino, mio figlio, nonché suo marito &egrave un abituale frequentatore del mio letto; che &egrave il mio amante da prima che lei lo sposasse; che in famiglia c’&egrave un’altra donna a cui piace farsi cavalcare dal suo consorte ed &egrave la madre del mio disperso marito; che anche mia suocera &egrave un’assidua frequentatrice del mio letto. Ho creduto che nel venire a conoscenza di fatti così immorali Federica avrebbe dato in escandescenze; che avrebbe chiesto il divorzio; che avrebbe portato a conoscenza dell’opinione pubblica la relazione che io ho con mio figlio con le terribili conseguenze che ne sarebbero derivate. Invece niente. Non un gesto di insofferenza. Accetta i fatti così come si presentano. Su mia proposta si trasferisce, con i figli, nella mia tenuta. Diventa l’amante anche di mia suocera che, nonostante gli anni, &egrave ancora capace di suscitare pensieri indicibili in molti uomini ed anche in donne. Le mie notti sono sempre agitate. Oramai &egrave sua abitudine venire, ogni notte, nella mia camera e giacere fra le mie braccia fino al mattino. Quando non la vedo venire capisco che ha ricevuto la visita di mia suocera. Sono un po’ gelosa. Una domenica mattina siamo sedute, tutte e tre, intorno al tavolo a fare colazione. Mia suocera indossa una vestaglia aperta sul davanti. &egrave piegata in avanti. Le sue grosse zizze sono in bella mostra e sono poggiate sul tavolo. Sembrano due panettoni pronti per essere mangiati. A vederle c’&egrave da farsi venire il mal di testa. Anche io e Federica indossiamo vestaglie ma le teniamo ben chiuse. Sono io a rompere il silenzio.
‘Tesoro, hai informato tuo marito che sei qui? Non vorrei che ti cerchi a casa e non ti trova.’
‘No, non l’ho fatto. Spero che nemmeno voi due lo abbiate informato. Voglio che per lui sia una sorpresa trovarmi qui da te. Voglio vedere la sua faccia quando saprà che sono la vostra amante. Ma più di ogni altra cosa voglio vederlo guardarsi intorno in cerca di un luogo dove nascondersi quando saprà che so della relazione incestuosa che lui ha con te e con sua nonna.’
Oltre che perversa &egrave anche sadica.
‘Piuttosto posso farvi una domanda? Avete mai pensato di farvi fecondare? Voglio dire avete mai pensato di dargli un figlio? E lui ve lo ha mai chiesto?’
Io e mia suocera ci guardiamo ed arrossiamo. &egrave mia suocera a rispondere per prima.
‘Avere un figlio da mio nipote? Si, &egrave venuto un periodo che sono stata tentata. &egrave stato durante i primi tempi del nostro rapporto. Lo svezzavo sessualmente e mi venne voglia di farmi mettere incinta. Allora ero ancora feconda. Ma la paura di provocare uno scandalo mi trattenne dal farmi ingravidare. Ora non posso più essere fecondata. Il mio ciclo produttivo si &egrave esaurito.’
‘Però un figlio puoi sempre farlo.’
‘Non dire cretinate.’
‘Si che puoi. Hai mai sentito parlare di fecondazione assistita? Se vuoi puoi avere un figlio da tuo nipote.’
‘Si che ne ho sentito parlare. Non sono una troglodita. Certo se potessi il figlio glielo farei. Ma come posso? Ci vorrebbe una donna che metterebbe a disposizione i suoi ovuli. ‘
‘Ci sono io. Non hai bisogno di cercare altrove. Tu hai l’utero; io ho gli ovuli e tuo nipote ha gli spermatozoi. Facciamo prelevare un mio ovulo, lo facciamo fecondare dagli spermatozoi di tuo nipote e poi lo facciamo impiantare nel tuo utero. E continueremo finché saremo sicure che l’inseminazione abbia attecchito. Pensaci. Daresti un figlio al tuo amante.’
‘Non ci sarebbero pericoli di natura genetica?’
‘Non credo. Tu ci metti solo l’utero. L’ovulo &egrave il mio. &egrave come se tuo nipote fecondasse me.’
Mia suocera va in fibrillazione.
‘Il bambino crescerebbe nella mia pancia e sarebbe mio. Tu non ne rivendicheresti la maternità?’
‘No. Sarai tu la madre. Crescerà nel tuo utero ed &egrave giusto che tu sia la madre.’
‘Cosa dobbiamo fare perché possa essere fecondata?’
‘Dobbiamo aspettare il ritorno di tuo nipote e parlarne con lui.’
Ho sentito tutto quanto e ne sono rimasta scossa. Mai avrei pensato che mia suocera aspirasse a dare un figlio al nipote. Se tanto mi da tanto il desiderio di avere un figlio lo ha avuto anche quando suo figlio frequentava il suo letto.
‘Mamma, tu questa voglia l’avevi anche quanto andavi a letto con tuo figlio?’
Mia suocera diventa più rossa di un peperoncino. Abbassa lo sguardo.
‘Si. Ho sempre fantasticato di dargli un figlio. Sarebbe stato il frutto del mio amore per lui, ma sapevo che non potevo. Il rischio di tare genetiche era alto e quindi prendevo la pillola ed ho continuato a prenderla anche quando tuo figlio &egrave diventato il mio amante.’
&egrave il mio turno.
‘Carla, adesso tocca te. Ti faccio la stessa domanda: hai mai pensato di farti ingravidare da tuo figlio?’
Mia suocera mi guarda con occhi pieni di speranza. Impiego parecchio per darle una risposta.
‘No. Mai. Lui lo avrebbe voluto e credo che lo voglia ancora. Il primo giorno che ebbe inizio il nostro rapporto manifestò il desiderio di ingravidarmi. Ero incinta di Amanda e lui tradì il suo pensiero dicendomi che avrebbe lui desiderato essere il padre del bambino che cresceva nel mio ventre. Lo stroncai sul nascere. Da allora non ne ha più parlato. Una sola volta lo accennò. Disse che non mi sentiva completamente sua e che mancava ancora qualcosa per esserlo.’
‘Credi che non ne abbia più parlato perché il desiderio di impregnarti gli &egrave passato?’
‘Questa &egrave bella. Come faccio a saperlo? A volte mi scopro a pensarlo. Ad essere sincera credo che il desiderio di mettermi incinta non gli sia passato.’
‘Una donna sa sempre quello che un uomo vuole. Se tuo figlio manifestasse nuovamente il desiderio di impregnarti ti faresti fecondare? gli daresti un figlio?’
‘Dare e fare sono due cose diverse. Per dargli un figlio e per non incorrere in pericoli di natura genetica dovrei sottopormi allo stesso intervento che hai proposto a mia suocera. Ma io sono ancora in condizioni di fare figli. Il mio ciclo produttivo &egrave ancora integro. Se decidessi di dare un erede a mio figlio non glielo darei ricorrendo a interventi di come quelli da te prospettati. Smetterei di prendere le dovute precauzioni e mi farei mettere incinta. Adesso basta con queste assurde discussioni. Parliamo d’altro.’
Dallo sguardo di mia nuora capisco che l’argomento non &egrave da ritenere esaurito. La routine riprende. Un’altra settimana trascorre senza che vi siano novità. Poi l’atteso ritorno arriva.
Il mattino mi sorprende fra le braccia di mia nuora. Siamo entrambe nude. Abbiamo trascorso una piacevole notte d’amore. Ho scopato Federica più volte. Sono riuscita anche a farla squirtare. L’ho portata finanche allo svenimento e ciò nonostante non si sentiva appagata. Non le bastava; voleva di più. Ho indossato uno strap-on e l’ho chiavata per un tempo infinito. Quando, finalmente, &egrave crollata io ero esausta. Il trillo del telefono portatile mi fa uscire dal torpore. Rispondo. &egrave Gino. &egrave sua abitudine che ogni qualvolta &egrave di ritorno da un viaggio di lavoro passa prima da me; si ferma il tempo necessario a scaricare nella mia pancia le sue voglie e solo quando ha svuotato i suoi testicoli nel mio ventre fa ritorno dalla moglie.
‘Mamma sono di ritorno. Stasera sono all’aeroporto. Vieni a prendermi? Mi sei mancata.’
‘No, amore. Non posso venire. Ho un impegno.’
‘Allora tieniti pronta. Prima di andare a casa passerò da te. Mamma ”
‘Dimmi?’
‘Tieni a portata di mano il preservativo. Ti saluto. Ci vediamo stasera.’
Per un attimo mi soffermo a pensare. Mi ha chiesto di tenere pronto il preservativo. Vuole mettermelo nel culo. Questa volta avrà una sorpresa. Intanto anche Federica si &egrave svegliata.
‘Chi era al telefono?’
‘Tuo marito.’
‘Cosa voleva? A me, quando &egrave fuori, non mi chiama mai.’
‘Mi ha annunciato il suo arrivo per stasera. Mi ha chiesto di tenermi pronta.’
‘Pronta per cosa? ‘ Scusa, ho ancora il cervello in panne. Per un attimo ho dimenticato che tu non sei solo sua madre, ma sei anche la sua amante. Come intendi accoglierlo.’
‘Saremo in due a riceverlo: io e te insieme. Lo sorprenderemo facendoci trovare a letto mentre facciamo sesso.’
‘L’idea mi piace. Voglio proprio vedere la faccia che farà quando scoprirà che sua madre si scopa sua moglie.’
‘Alzati. Andiamo ad informare sua nonna.’
Indossiamo una vestaglia (io bianca e mia nuora rossa) trasparentissime e sculettando andiamo da mia suocera. La troviamo sveglia ma ancora a letto. &egrave nuda. Io mi siedo su una poltrona e Federica si siede sul letto. Allunga le mani e con le dita le pizzica i capezzoli. Vanna la lascia fare. Resto a guardare. So già come andrà a finire. Mia suocera comincia a miagolare. &egrave il momento. Federica si stende sul corpo di Vanna e tuffa la sua testa fra le cosce della vegliarda. Contemporaneamente ha imprigionato la testa della matura fra le sue cosce. Si lanciano in un formidabile 69. Nitriti, miagolii e ruggiti sono gli unici suoni che si sentono nella stanza. Assisto, affascinata, a quell’esplosione di sesso lesbico. Mi viene voglia di lanciarmi sui loro corpi e partecipare attivamente all’amplesso. La tempestosa notte trascorsa ed il pensiero dell’arrivo di mio figlio mi trattengono. Grida di piacere riempiono la stanza. Federica e Vanna sono giunte al punto di non ritorno. Dal mio punto di osservazione vedo la lingua di mia nuora lappare le abbondanti secrezioni vaginali di mia suocera. Stremate si lasciano andare l’una al fianco dell’altra.
‘Vi siete sfogate? Possiamo parlare?’
‘Scusami, ma vedere i grossi meloni di tua suocera con quei capezzoloni puntati come missili verso il soffitto mi hanno fatto perdere la testa. Non ce l’ho fatta a trattenermi.’
‘Ma cosa hai nel sangue? Io &egrave te abbiamo finito di fare sesso non più di due ore fa. Come fai a recuperare così presto.’
‘Primo, &egrave che sono giovane. Secondo &egrave perché voi due scatenate tempeste ormonali in chiunque vi sta vicino. Solo da quando sono diventata la vostra amante ho capito perché mio marito non riesce a starvi lontano. Basta pensiamo al da farsi.’
&egrave mia suocera a rassicurarla.
‘Federica, non darle retta. Tua suocera &egrave gelosa. Quando hai voglia sappi che io sono sempre disponibile. Ditemi cosa vi ha spinto a venire da me?’
La informiamo della telefonata di Gino e del nostro piano.
‘Vi farete sorprendere mentre state scopando?’
‘Si. Lui non sa che nel mio letto c’&egrave sua moglie. Crederà che ci sei tu. Terremo le luci spente. Lasceremo le imposte delle finestre aperte in modo che potrà vedere, attraverso la luce che filtra dai vetri, i nostri corpi avvinghiati.’
‘Siete sicure che non vi riconoscerà? Lui sa come siete fatte. E più di tutte conosce bene il corpo di sua madre.’
‘Faremo in modo che il primo corpo che infilzerà sarà il mio. Federica starà distesa sotto di me. Tu lo sai che gli piace molto prendermi da dietro. Quando avrà scaricato la sua forza nel mio ventre glielo succhierò fino a portarlo nuovamente in tiro; mi farò da parte e sarà sua moglie a cavalcarlo standogli sopra a smorza-candela. In un primo momento penserà a te, ma poi riconoscerà il corpo di sua moglie. Tenterà di sottrarsi, ma Federica sa come impedirglielo.’
‘Siete due puttane. Mi piacerebbe assistere allo spettacolo.’
‘E non lo perderai. Ho pensato anche a te. Metteremo una cinepresa a raggi infrarossi sull’armadio con l’obbiettivo puntato sul letto. Tu potrai vederci attraverso lo schermo della TV sistemato nella tua camera che &egrave separata dalla mia soltanto da un muro divisorio. Se vuoi puoi anche intervenire, ma solo dopo che ha posseduto sua moglie.’
Sono certa che, superato lo sbandamento iniziale, mio figlio sarà contentissimo di sapere che sua moglie &egrave entrata a far parte dell’harem. Il problema sarà gestirlo. Ma saremo noi tre ad aiutarlo. L’intera giornata trascorre nei preparativi. Nell’aria c’&egrave elettricità ma soprattutto c’&egrave eccitazione. Vanna perché già si vede posseduta dal nipote; Federica perché vuole vedere la faccia di suo marito quando scoprirà che non &egrave la nonna che si sta chiavando ma &egrave sua moglie a cavalcarlo; infine ci sono io. Sono in trepida attesa. Non vedo l’ora che arrivi. La mia mente si sta già godendo la scena di me messa alla ‘pecorina’ e mio figlio dietro che stantuffa il suo poderoso cazzo nella mia pancia. Un solo pensiero mi tiene sulle spine. Gino ha detto di tenere pronto il preservativo. Ha voglia di mettermelo nel culo. Devo augurarmi che non tenterà di incularmi al primo assalto. Dovrò fare il possibile affinché il desiderio di chiavarmi il culo venga rinviato ad altro momento. Non vorrei che Federica si spaventasse nel sentire le mie grida di dolore mentre mio figlio me lo sbatte nel culo. Pazienza, vedremo al momento. Un idea prende forma nella mia perversa mente. E se il culo fosse quello di sua moglie? Sarebbe fantastico. Mio figlio sodomizza la moglie credendo di stare inculando sua madre. Sì, così sarà. Ne parlerò con Federica. Prima devo accertarmi se ha mai avuto rapporti anali.
‘Federica, andiamo a sistemare la telecamera per dare modo a mia suocera di godersi lo spettacolo.’
Dopo aver sistemato lo strumento per la ripresa la prendo per mano e mi siedo su una poltrona facendo in modo che mia nuora si trovi seduta sulle mie gambe. La sua vestaglia si &egrave aperta e le sue favolose tette mi stanno sotto gli occhi. Ho una mano dietro il suo corpo e le carezzo la schiena. La mano libera invece l’accompagno sulle sue mammelle e le palpo.
‘Vuoi lesbicare? Io ci sto.’
La tentazione &egrave forte. Riesco a controllarmi.
‘Federica, tu l’hai mai preso nel culo? voglio dire sei mai stata sodomizzata?’
Mia nuora mi guarda sbigottita.
‘Che dici? Come ti vengono certi pensieri? No. Il mio culo &egrave integro.’
‘Tuo marito non ha mai tentato di mettertelo nel culo?’
‘Mai. Se solo avesse tentato non glielo avrei permesso. Mi hanno detto ed ho letto che prenderlo nel culo &egrave una esperienza dolorosa. Perché me lo stai chiedendo? Cosa ti sta frullando nel cervello? Tu lo hai fatto? Non dirmi che tuo figlio ti ha sodomizzata?’
‘Così. &egrave per sapere. Ti capisco. &egrave vero si sente dolore, ma poi ci si abitua. Sì, tuo marito, mio figlio si &egrave preso la mia verginità anale. Quando lo fece non mi opposi. Volevo, desideravo che me lo mettesse nel culo. Dopo di allora almeno una volta al mese mi chiava nel culo e quando lo fa godo da sentirmi morire. Ti sto dicendo questo perché stasera tuo marito mi inculerà. Me lo ha preannunciato già per telefono. Non vorrei che sentendomi urlare dal dolore tu possa spaventarti.’
‘Sei anche masochista? Il dolore ti fa godere? Tuo figlio &egrave un porco. Quello che abbiamo progettato lo mandiamo a monte? Anche tua suocera &egrave avvezza a prenderlo nel culo?’
‘Oh! Lei ha cominciato molto prima di me. Si &egrave fatta inculare prima dal figlio (mio marito) e poi da suo nipote (tuo marito). No. Non mandiamo niente a monte. Solo pensavo che tu potresti sostituirmi. Mio figlio sarebbe doppiamente contento se scoprisse che il culo che il suo cazzo sta chiavando fosse il tuo.’
‘Ora capisco. Vuoi che io mi sostituisca a te e che mi faccia sfondare il culo da tuo figlio? Mai.’
‘Dimentica questa discussione. Solo non spaventarti se mi sentirai gridare.’
Il silenzio cadde nella stanza. Federica scende dalle mie gambe e comincia a vagare per la stanza con lo sguardo fisso su un punto immaginario. Ogni tanto si ferma e mi guarda socchiudendo gli occhi come stesse scrutandomi. Dopo circa una mezzora si ferma.
‘Come dovrei mettermi? Voglio dire quale &egrave la posizione più agevole? Tu mi aiuteresti a portare a termine la cosa? Sai il dolore potrebbe farmi desistere.’
‘Vieni a sederti sulle mie gambe. La posizione migliore &egrave mettersi alla pecorina e con la cosce molto allargate. Dovrai avere allargate anche le chiappe in modo che il tuo buco del culo sia bene in vista. Servirà a facilitargli il compito. Io sarò sotto di te e ti aiuterò a tenere le chiappe larghe. Ti strizzerò le tette e ti bacerò. Poi ti abbraccerò e ti terrò stretta per non farti scappare. Ti darò un cuscino che morderai fino a che l’atto non si concluda. Prima di andare a letto ti ungerò il buchetto con una crema emolliente e ti farò un paio di clisteri.’
‘Tu e tua suocera mi state portando ai massimi livelli di depravazione. Mai avrei pensato che mi sarei convinta a farmi sfondare il culo.’
‘Credo che tu, nel tuo subconscio, lo abbia sempre desiderato. Ti mancava la spinta. Io te l’ho data e tu l’hai colta al volo. Non te la lasci scappare. Noi due ci somigliamo. Anch’io ho desiderato che mio figlio mi rompesse il culo e quando lo ha fatto mi &egrave sembrato di toccare il cielo con le mani. Ho sentito dolore ma poi mi &egrave piaciuto ed ho continuato a farmi chiavare nel culo dal mio toro. Ora tocca a te. Vieni ti aiuto a prepararti a riceverlo.’
Andiamo in bagno. Mia nuora entra nella vasca e si mette carponi. Riempio il clistere, circa 1000 ml di acqua tiepida e vi aggiungo gocce di glicerolo. Le allargo le chiappe e le infilo la cannula dentro il buchetto e gli inietto nel culo tutto il contenuto.
‘Adesso ti verrà voglia di evacuare. Cerca di trattenerti. Lascia che il composto agisca e poi lo espelli.’
Non riesce a trattenersi. Il tempo di uscire dalla vasca e sedersi sulla tazza del wc e il suo corpo espelle tutti i 1000 ml. Intanto preparo una seconda dose.
‘Ritorna nella vasca che dobbiamo ripetere l’operazione.’
‘Ancora?’
‘Amore, stiamo preparando il tuo culo a ricevere il cazzo di tuo marito. Là dietro devi essere ben pulita.’
Si rimette nella vasca e ripetiamo l’operazione. Questa volta riesce a trattenere il composto per più di 15 minuti. Dopo che l’espulsione ha termine ritorna nella vasca che ho provveduto a riempire d’acqua calda. La lascio all’ammollo per circa mezzora. Un tempo che riempio baciandola e giocando con i suoi capezzoli. Lei ha gli occhi chiusi e si gode le mie carezze. La insapono, la sciacquo, l’asciugo e la guido sul letto. La faccio distendere a pancia sotto. Le faccio allargare le cosce. Mi posiziono fra le sue cosce. Le mie mani sono sui suoi glutei. Glieli allargo. Il vermiglio colore del suo sfintere e la sua figa sono alla portata dei miei occhi. Da parte sua non c’&egrave reazione. Mi chino in avanti e comincio a baciarle le natiche. Gradualmente la mia bocca si avvicina al centro dell’universo. Ma non &egrave la sua passera che mi interessa. I miei occhi non hanno smesso per un attimo di guardarle il buco del culo. Federica ha capito il mio intento. Solleva il bacino tirando le gambe contro il suo corpo.
‘Va bene così?’
Non le rispondo. La mia bocca &egrave sul suo buchetto. Lo bacio più volte. Mia nuora nitrisce. Il trattamento le piace.
‘Dio, &egrave fantastico. Non credevo fosse cosi bello farsi baciare il buco del culo. Ti prego non smettere.’
&egrave il momento. Tiro fuori la lingua e la faccio vibrare. Saggio l’aria come fossi in cerca di una preda che &egrave già lì, davanti ai miei occhi ed &egrave una magnifica preda. La mia lingua si avventa sul buco del culo di mia nuora e comincio a leccarglielo. Federica lancia un urlo di piacere e un attimo dopo viene. La sua micina sta tracimando umori. Prima che il nettare si disperda impregnando le lenzuola mi precipito a raccoglierlo. Lappo ed ingoio il suo piacere. Ritorno a leccarle il buco del culo. Le grida di piacere aumentano di intensità e la sua fica diventa un fiume in piena. Pazienza cambierò le lenzuola. Preferisco leccarle il buco del culo piuttosto che lappare i suoi umori. Tiro fuori tutta la mia maestria. Lei si dimena e spinge il bacino contro la mia bocca.
‘Sì, così, continua a leccarmelo. Mettimela dentro.’
Per quanti tentativi faccio non riesco che a pizzicarle il centro dello sfintere con la punta della mia lingua. Riesco comunque a farle raggiungere due orgasmi a breve distanza tra loro.
‘Carla, &egrave stato meraviglioso. Non credevo si potesse godere anche con il culo.’
‘Non entusiasmarti molto. Sentirsi leccare il culo non &egrave come farsi mettere un cazzo dentro e quello che questa notte ti sverginerà il culo non &egrave un cazzo normale. Tu già conosci le sue dimensioni. Sentirai un dolore che ti sembrerà di morire.’
‘Mi vuoi spaventare? Credi che non riesca a sopportare il dolore? Resterai delusa. Tuo figlio mi sfonderà il culo ed io godrò come una cagna. Sai perché? Sarai tu a farmi godere. Mentre Gino mi spaccherà il culo tu sarai sotto di me e con la testa fra le mie cosce e mi farai una bella lavata di figa con la tua stupenda lingua. Accoglieremo tuo figlio mentre ci esprimiamo in un 69. Che ne dici? Ti piace l’idea?’
Mia nuora si sta sempre di più rivelando una navigata puttana.
‘Non ti facevo così perversa. Vuoi rifarti del tempo perduto? Fai con calma; hai una vita davanti. I frutti vanno gustati ed assaporati un po alla volta. Mangiarli in fretta e tutto d’un colpo possono far male. La tua idea mi va. Faremo come dici. Voglio vederti mentre mio figlio ti incula. Voglio godermi lo spettacolo nel vedere il cazzo di Gino profanare il tuo inviolato buco del culo e stare con la testa fra le tue cosce &egrave la posizione migliore per vedere il cazzo di mio figlio entrare nel tuo corpo dalla porta posteriore. Ed ora a letto. Manca poco e vedremo il nostro stallone entrare da quella porta.’
L’orario &egrave quello previsto. L’aereo &egrave già atterrato. Ancora un ora e Gino farà il suo ingresso sul palcoscenico della perversione assoluta dove sua madre e sua moglie daranno libero accesso alle voglie incestuose del figlio l’una ed al desiderio innaturale l’altra. Ci prepariamo a riceverlo. Spegniamo le luci. La casa cade nell’oscurità assoluta. Lasciamo aperte le imposte del balcone-finestra in modo che la luce della luna invada la mia stanza irradiando il mio letto su cui giaccio insieme a mia nuora senza però dargli modo di poterci riconoscere. Restiamo in attesa. Federica &egrave nervosa. Mi prende una mano &egrave la stringe.
‘Mamma, aiutami, non so se ce la faccio a resistere.’
Mi ha chiamato ‘mamma’. &egrave proprio un amore di donna. Dio! come l’amo
‘Amore, rilassati. Vedrai. Tu, quando sentirai il suo cazzo spingere contro la tua rosellina, non aprire bocca. Ti farà male. Ma cerca di resistere. Fallo prima entrare fino in fondo e poi grida pure quando vuoi. Non ti preoccupare delle grida di dolore che lancerai. Tranne mia suocera che ci vedrà sullo schermo dalla stanza accanto, nessuno ti sentirà. La casa &egrave tutta insonorizzata.’

Puntuale come un orologio sentiamo il taxi fermarsi davanti alla casa. La portiera sbatte ed il taxi si allontana. Sentiamo il cigolio dei cardini. Prendiamo posizione. Mia nuora si stende sul mio corpo e tuffa la sua testa fra le mie cosce. Il suo ventre &egrave sulla mia faccia e le sue cosce sono ai lati della mia testa. Sento il respiro affannoso di Federica. Allungo le mani e le artiglio le mammelle. La sento gemere. Mai la posizione del 69 &egrave cosi appropriata a soddisfare le voglie anali di mio figlio. I miei occhi sono puntati sulla porta della camera. La porta della mia stanza si apre. Vedo la sagoma di mio figlio stagliarsi nel cono di luce. Entra. Pochi secondi ed &egrave completamente nudo. Si avvicina al letto. Ci monta sopra. Si posiziona dietro al culo della moglie. Si piega sulle gambe e poi mi giunge la sua voce.
‘Ecco il perché non sei venuta a prendermi. Avevi già preso impegni con tua suocera. Ma questo non mi impedirà di mettertelo nel culo. Sarà più eccitante sfondartelo mentre la nonna ti lecca la fregna.’
Sapesse. Vorrei vedere l’espressione del suo viso quando si accorgerà che il culo che sta sfondando non &egrave quello di sua madre ma di sua moglie. Vedo il mostro avanzare e posizionarsi fra le chiappe di mia nuora. Allungo una mano e la poggio su di una natica di Federica; gliela dilato. Con l’altra mano prendo il cazzo di Gino e guido il grosso glande ad incontrare lo sfintere del culo della moglie.
‘Brava nonna. Guarda come tuo nipote sfonda il culo di tua nuora e godi. Quando avrò finito con mia madre toccherà a te.’
L’inganno sembra riuscito. Crede che io sia sua nonna ed il culo che si accinge a profanare sia quello di sua madre. Gli passo un braccio fra le cosce e gli metto la mano sul culo. Lo spingo in avanti. La punta del glande esercita una forte pressione sulla rosellina che sotto la forte spinta comincia a dilatarsi. Mia nuora soffoca il grido di dolore contro la mia passera che non ha smesso di leccare. La luce della luna mi da la possibilità di vedere il glande aprirsi la strada tra le spire del buchetto del culo di mia nuora. Cm dopo cm il mostro avanza nel corpo di Federica che comincia a gridare. Il dolore &egrave troppo forte. Non &egrave riuscita a resistere. La capisco. &egrave successo anche a me quando Gino mi ha rotto il culo.
‘Mamma, stai gridando come una porca. Sembra che ti stiano sgozzando. Eppure non &egrave la prima volta che te lo metto nel culo.’
&egrave tale il piacere che sta provando che non si accorge che &egrave la voce della moglie quella che sta sentendo. Il glande &egrave ormai tutto dentro. Non si ferma e continua a spingere. Tocca al corpo del mostro dare seguito allo sfondamento del favoloso culo di mia nuora. &egrave eccitante vedere il cazzo di mio figlio farsi strada nel culo di Federica. Il mio pensiero corre a mia suocera. Di sicuro si starà sgrillettando il clitoride nel vedere queste scene di sodomizzazione. Vorrebbe lei trovarsi nella posizione di mia nuora. Un pensiero che attraversa anche la mia mente. Rivedo il giorno in cui mio figlio venne a casa e si prese la mia verginità anale. Mi sfondò il culo. Nonostante il forte dolore provai un piacere intenso nel sentire Gino stantuffarmi il suo cazzo nel culo. Godetti come una pazza. Raggiunsi più di uno orgasmo. Sto ancora rivivendo quella scena che non mi accorgo che Federica ha smesso di gridare. Le sue grida di dolore sono state sostituite da rantoli e grugniti. La troia sta provando piacere. Gino ha completato l’azione di sfondamento ed ha iniziato a pistonare il suo cazzo nel culo della moglie. &egrave tale il piacere che Federica avverte nel sentirsi stantuffare il cazzo del marito nel culo che, dimentica di essere al mio posto, incita il marito a metterci più forza.
‘Dai, brutto figlio di una puttana incestuosa. Da quando desideravi sfondarmi il culo? Ci sei riuscito. Devi ringraziare tua madre se oggi hai realizzato il tuo desiderio. Credevi di averlo messo nel culo di tua madre invece &egrave il mio culo quello che stai chiavando. Guai a te se mi tratti in modo diverso da tua madre. Pompa e mettici più vigore. Mi devi spaccare in due. Sventrami. Squartami con questo tuo gladio. Lo voglio sentire raggiungere il mio stomaco.’
Sono le sue ultime parole. Un grido di piacere riempie la stanza a cui fa seguito un nitrito. L’orgasmo si &egrave impadronito del suo corpo. Viene. Un liquido limaccioso denso e giallognolo esce impetuoso dalla sua uretra ed investe il mio viso innaffiandolo ed invadendo la mia bocca riempiendola. Dio. Sta squirtando. Non credevo fosse possibile raggiungere l’apice del piacere mentre un cazzo ti sta martellando il culo. E’ successo a mia nuora. Copioso ed abbondante il suo piacere &egrave accolto nella mia bocca; lo ingoio. &egrave squisito. Mio figlio, nel sentire la voce della moglie si blocca e fa l’atto di ritrarsi. La moglie lo ferma.
‘Guai a te se lo tiri fuori. Se solo ti azzardi a farlo ti giuro che te ne farò pentire. Renderò pubblico il rapporto incestuoso che hai con tua madre. Andrai in galera. Pensaci. Non solo perderai me ed i tuoi figli ma non potrai più godere dei favori di tua madre. Non entrerai più nel suo letto e non potrai più chiavarla. Quindi continua a pomparmi nel culo quel tuo cazzo e porta a termine quello che hai iniziato.’
Sapevo che sono finte minacce. Oramai siamo troppo legate. Lei mi ama ed io amo lei ed insieme amiamo il nostro toro da monta. Consapevole di quando penso mi sfilo da sotto il corpo di Federica; porto il mio viso all’altezza di quello di mia nuora; avvicino la mia bocca alla sua e le infilo la lingua in bocca.
‘Vi lascio soli. Avete molte cose da dirvi. Dopo mi racconterai.’
Rivolgo la mia attenzione a mio figlio. Avvicino la bocca al suo orecchio.
‘Ti &egrave piaciuta la sorpresa? Trattala come tratti me. Dalle tutto quello che vuole. Non negarglielo. Lo merita e ne vale.’
Scendo dal letto e, nuda, esco dalla stanza. Chiudo la porta e mi avvio verso la camera dove mia suocera sta godendosi lo spettacolo. Entro. Accendo la luce. Lei &egrave sul letto nella posizione alla pecorina. Ha le cosce allargate e le chiappe dilatate. Dalla sua figa spunta un vibratore e il buco del suo culo &egrave occupato da un secondo vibratore. Entrambi sono in funzione. Lo capisco dal ronzio che emettono. Una sua mano sta sgrillettando il clitoride. Si sta masturbando. Lo sta facendo alla grande. La libidine si impossessa del mio cervello. Vado al secret&egrave ed apro il cassetto. &egrave pieno di cazzi in lattice. Scelgo uno strap-on a doppio fallo. Lo indosso infilandomi la parte più corta nella mia figa. Mi porto dietro mia suocera; le sfilo il vibratore dal culo e lo sostituisco, inculandola, con la parte più lunga. Vanna lancia un lungo ululato. Mi stendo sulla sua schiena e le circondo il torace con le braccia. Le mie mani si aggrappano alle sue zizze e gliele strizzo. Mia suocera mugola. Do inizio alla danza. Comincio a farle svangare il cazzo di lattice nell’orrido buco del suo culo. Vanna mi incita ad essere più violenta.
‘Finalmente. Non ce la facevo più a resistere. Vedere il nostro uomo martellare il culo della moglie mi ha mandato in frantumi il cervello. Dai figlia mia, fai lavorare questo benedetto attrezzo e spaccami in due.’
Non mi faccio pregare. Prendo a chiavarla nel culo. Il movimento del dentro fuori si trasmette anche alla parte che ho dentro la mia pancia e questo mi provoca scariche elettriche in tutto il corpo. Sto trapanando il culo di mia suocera ed allo stesso tempo mi sto chiavando da sola. Descrivere il piacere che provo &egrave pressoché quasi impossibile. Anche mia suocera &egrave preda del piacere assoluto. Le sue grida ed i suoi ululati fanno a gara con quelli che mia nuora sta lanciando dalla stanza attigua e che mi giungono attraverso lo schermo che sta continuando a trasmettere le immagini della sodomizzazione a cui mio figlio sta sottoponendo sua moglie. Il tempo trascorre. Degli orgasmi raggiunti ho perso il conto. Mia suocera si &egrave finalmente calmata. &egrave sazia. &egrave svenuta. Sfilo lo strap-on dal suo culo e vado in bagno. Mi libero del finto cazzo e faccio una doccia. Ritorno da mia suocera che &egrave ancora svenuta e mi stendo al suo fianco. La mia mente &egrave un subbuglio di pensieri osceni. Lentamente mi calmo e lascio che il mio corpo si abbandoni fra le braccia di Morfeo. Che notte!
Quando mi sveglio l’ora di pranzo &egrave già passata. Ci vogliono parecchi minuti prima che il mio cervello cominci a funzionare e quando lo fa mi vengono in mente gli avvenimenti della notte trascorsa. &egrave stata una notte molto burrascosa. Il sesso, per meglio dire la perversione l’ha fatta da padrone. Il tutto &egrave incominciato nel momento in cui ho convinto mia nuora a farsi sodomizzare dal marito. Ero io destinata a prenderlo nel culo. Mio figlio me lo aveva preannunciato. Era sulla strada del ritorno e per telefono mi aveva chiesto di tenermi pronta perché aveva desiderio di mettermelo nel culo. La sostituzione era stata concordata tra me e la moglie di mio figlio perché avevamo deciso che il nostro stallone da monta venisse a conoscenza del rapporto che era nato fra me e sua moglie. I fatti si svolsero come avevamo deciso. Al complotto aveva partecipato anche mia suocera che fece da guardona godendosi lo spettacolo della sodomia dalla stanza adiacente attraverso la TV con riprese fatte dal vivo ed a circuito chiuso. Nel pieno dell’amplesso la verità venne fuori. Mia nuora non riuscì a trattenersi e si fece scoprire gridando tutto il suo piacere. Mio figlio capì che non era il mio culo quello che il suo cazzo stava visitando. Li lasciai invitandoli a continuare. Mi spostai nella stanza dove mia suocera stava soddisfacendo la sua voglia di guardona. La trovai che si stava sollazzando con dei vibratori: uno infilato nella fregna ed un secondo nel culo. Indossai uno strap-on, attrezzo che, tenuto conto che io e mia suocera siamo amanti, in casa non mancava e che spesso ci ha aiutato a soddisfare le nostre esigenze durante le lunghe assenze del nostro comune amante, le sfilai il vibratore dal culo e lo sostituii con lo strap-on. Per tutta la notte la chiavai sia davanti che dietro. In preda a questi pensieri non mi rendo conto che il tempo passa. Sono le grida dei bambini a portarmi al presente. Mi alzo, indosso una vestaglia da camera sul mio corpo nudo ed esco dalla stanza. Mi dirigo verso il luogo da dove proviene lo schiamazzo. Giungo nel salone dove trovo mia figlia Amanda ed i figli di mio figlio seduti intorno al tavolo. C’&egrave anche mia suocera che sta giocando con loro. Mi vede.
‘Finalmente ti sei svegliata?’
Punto gli occhi sulla sua figura. Ha il viso disteso. Indossa una camicia bianca che le fascia il torace lasciando che le forme del suo rigoglioso seno siano ben in evidenza. Come suo solito non indossa il reggiseno. Lo si capisce dalla spinta che i grossi capezzoli esercitano contro la stoffa della camicia. Sotto ha una gonna nera che le arriva al ginocchio. Scommetto che non ha le mutande. Le sue gambe sono inguainate in calze nere. Di sicuro sono delle autoreggenti. Gli anni che ha non hanno per niente scalfito la sua straordinaria bellezza. &egrave una donna arrapante. Mi avvicino al tavolo; abbraccio mia figlia, poi i figli di Federica ed infine mi avvicino a mia suocera. Mi chino e le do un bacio sulle labbra.
‘Vanna, sei bellissima. Se non ci fossero i bambini ti scoperei qui sul tavolo.’
‘Non ti &egrave bastata questa notte? Mi hai distrutta. Ho il culo che mi duole ancora. Hai usato quell’affare di gomma nel mio culo come fosse un martello pneumatico. Me lo hai martellato più volte. Mi hai addirittura fatta svenire. Era da molto tempo che non mi accadeva. L’ultima volta mi &egrave capitato con tuo figlio. Prima che tu me lo chieda ti dico che i due non si sono visti. Sono ancora rinchiusi dentro la stanza.’
‘Dalle grida che lanciavi non mi sembrava che ti dispiacesse farti trapanare il culo. In quanto ai due lasciamoli in pace. Devono parlarsi e fare chiarezza sul loro futuro. Per lui si tratta di accettare che la moglie si fa scopare da te e da me; che &egrave diventata la nostra amante. Non ho dubbi che non porrà ostacoli a che la moglie diventi parte integrale della nostra famiglia. Lei invece deve convincerlo che non ha niente in contrario a che lui abbia rapporti incestuosi con sua madre e sua nonna e che il fatto che noi due frequentiamo assiduamente il letto di suo marito non inciderà sul loro rapporto.’
‘Nel frattempo noi restiamo a secco.’
‘Che t’importa? Ci sono io a prendermi cura del tuo corpo. Come hai potuto constatare sono abbastanza brava a farlo vibrare e suonare.’
‘Non me la conti giusta. Tu più di me hai bisogno che tuo figlio visiti il tuo letto. Lo ami troppo per lasciarlo solo fra le cosce di tua nuora. Sei come me. In questo siamo uguali. Mi somigli. Anche per me mio figlio mi mancava quando stava con te. Ero gelosa. Poi mi portaste vostro figlio e capii che le assenze di mio figlio dal mio letto potevano benissimo essere colmate da mio nipote. Lo svezzai e ne feci il mio amante. Tu mi hai imitata.’
‘Hai ragione. L’unica differenza &egrave che sono stata una cretina. Diversamente da te ho aspettato troppo. Ho sempre desiderato farmi possedere da mio figlio. Un desiderio che &egrave nato nel momento in cui mi accorsi che mi spiava, che sbirciava nelle mie scollature, che mi guardava fra le cosce. Scoprii che si impossessava dei miei slip e li conservava nei suoi cassetti; aveva foto di me nuda sul suo PC; descriveva di amplessi avuti con me ricchi di particolari. Mi trattenevo dal prenderlo perché lo ritenevo immaturo. Avessi saputo che tu lo avevi iniziato ai piaceri della carne non avrei aspettato. I rimpianti non ci aiutano. Dobbiamo aspettare.’
‘Nell’attesa che qualcosa si muova portiamo i bambini al parco.’
‘Vado a vestirmi ed andiamo. Tu però vatti a mettere le mutande che altrimenti lì sotto prendi freddo.’
Mia suocera scoppia a ridere.
Passano circa 15 giorni per rivedere i nostri due piccioncini. &egrave mattina presto. I bambini sono ancora a letto. Io e Vanna abbiamo trascorso la notte dormendo nello stesso letto. Abbiamo fatto sesso. Ora siamo in cucina sedute intorno al tavolo. Indossiamo le nostre vestaglie trasparenti. La mia &egrave di colore azzurro e la sua &egrave nera. Le abbiamo aperte sul davanti con le mammelle che prendono aria. Come di consuetudine mia suocera ha appoggiate le sue zizze sul tavolo. Cosi messe sembrano ancora più voluminose ed i capezzoli sono puntati all’insù. Stiamo sorseggiando il caff&egrave quando una voce ci fa trasalire.
‘Federica, vieni. Le nostre vacche sono qui. Dovresti vedere le loro zizze. Sono talmente gonfie che sembrano vogliano scoppiare. Hanno bisogno di essere munte. Vieni ad aiutarmi.’
&egrave Gino, mio figlio. I miei occhi si spostano su di lui. &egrave nudo ed ha il cazzo penzoloni. Lo guardo negli occhi e vi leggo la stanchezza. Ha gli occhi cerchiati. La moglie lo ha divorato. Gli ha tirato il midollo dalle ossa. Ci vorranno molti giorni prima che possa ritornare a ricoprire il suo ruolo di stallone. Spetta a me prendermi cura di Gino. Oltre che essere la sua amante sono anche sua madre e chi se non una mamma &egrave in grado di curare il proprio figlio. Intanto anche Federica fa il suo ingresso nella cucina. Anche lei &egrave nuda. Ma diversamente dal marito &egrave tutta pimpante. Si avvicina a mia suocera e la bacia sulla bocca. Le sue mani si alzano a carezzarle le zizze.
‘Dio come sono dure! Ti fanno male? Vuoi che te le succhi per ammorbidirle?’
Che troia. Dopo 15 giorni passati a farsi riempire la pancia dal cazzo di suo marito non &egrave ancora paga. Intervengo.
‘Torna in camera e copriti. Porta una vestaglia anche per tuo marito. I bambini potrebbero svegliarsi e non mi va che vedano le nostre nudità.’
‘Hai ragione. Ne porterò una anche a voi due. Cosi conciate non date uno spettacolo morigerato.’
Si allontana e fa presto ritorno con tre vestaglie da camera che ci affrettiamo ad indossare.
‘Da quello che vedo vi siete dati da fare. Tu, Gino, sembri un fantasma. Tua moglie ti ha spompato; ti ha succhiato la linfa vitale dal corpo; ti ha divorato. Mi meraviglia che le hai lasciato campo libero. Non sono valsi a niente gli insegnamenti che io e tua nonna ti abbiamo dato?’
‘Mamma, le lezioni che tu e nonna mi avete impartito non prevedevano che mi sarei trovato ad affrontare una cavalla imbizzarrita ed assetata di sesso come mia moglie. Avete dimenticato che voi due, durante la mia assenza, le avete insegnato il come tenere testa ad un uomo e del come portarlo allo sfinimento?’
‘Avete parlato di noi?’
‘Negli intervalli. Io ho voluto sapere di lei con voi e lei ha voluto conoscere tutto del rapporto che ho con te e con nonna. Mi ha anche accennato di un desiderio di nonna. Non ho capito bene di cosa si tratta. Spero che nonna voglia aiutarmi a capire.’
Vanna diventa rossa ed abbassa lo sguardo. &egrave Federica ad incitarla a parlare.
‘Dai, cosa aspetti a dirglielo? &egrave il momento adatto. Non avere vergogna.’
Vanna continua a stare zitta. Passano secondi di assoluto silenzio. Infine si decide.
‘Amore, mi &egrave molto difficile parlare di quanto sto per dirti. Sono cose che erano rimaste sepolte nella mia mente e che tua moglie le ha fatto riaffiorare. Tuo padre quando divenne il mio amante espresse più volte il desiderio di mettermi incinta. Diceva che un figlio suo partorito da me avrebbe cementato il nostro amore. Il fatto di farmi ingravidare da mio figlio mi eccitava. Un bambino nato dal mio accoppiamento con tuo padre sarebbe stato il coronamento del nostro rapporto. Mi vedevo già nei panni di mamma. Cominciai ad informarmi se nel mondo si fossero verificati casi di madri impregnate dai propri figli. Esplorai il web. Scoprii che casi di nascite avvenute attraverso rapporti incestuosi il mondo ne &egrave pieno e che non sono solo del nostro tempo ma vengono da lontano, dagli albori dei tempi. Ma c’era un inconveniente. I bambini nati da rapporti avuti con consanguinei presentavano problemi o di malformazioni fisiche o di deficienze immunitarie. Furono argomenti che mi convinsero che un figlio con tuo padre non potevo farlo. Ho faticato non poco per distoglierlo dal pensiero di impregnarmi. Per non correre rischi feci ricorso alla pillola. Lui si rassegnò. Poi arrivasti tu ed il problema si ripropose. Solamente che fui io a pensare di farmi ingravidare e non fu la consanguineità a farmi desistere. Fu il possibile scandalo se si fosse venuto a sapere che il figlio che cresceva nel mio ventre era il frutto del rapporto incestuoso che avevo con mio nipote. Continuai a prendere precauzioni per far si che la cosa non accadesse. Mi dividevo fra te e tuo padre con il desiderio irrealizzabile di avere un figlio da uno di voi due. Gli anni passavano ed il mio ciclo produttivo si esaurì, ma il desiderio rimase. Oggi tua moglie mi dice che un figlio posso sempre dartelo. Mi ha spiegato anche com’&egrave possibile farmi ingravidare nonostante non sia più feconda. Se tu sei d’accordo possiamo tentare di avere un figlio nostro. Sarebbe fantastico partorire un bambino di cui il padre saresti tu. Cosa ne pensi? Ti va l’idea di avere un figlio tuo nato dal mio ventre?’
Gino si sposta e si porta dietro le spalle di sua nonna. Si china e le bacia prima il collo e poi le labbra.
‘Mi chiedi se sono d’accordo a che dal tuo ventre nasca un figlio mio? L’ho sempre sognato. Avere un figlio da mia nonna sarebbe il massimo. Federica mi ha parlato di questo tuo desiderio e mi ha anche spiegato come &egrave possibile realizzarlo. Nonna, facciamolo.’
Vanna si alza ed abbraccia suo nipote. Incolla la sua bocca sulla bocca di Gino e gli infila la lingua in bocca. Un bacio che dura una eternità.
‘Grazie, amore mio. Vedrai sarà un bellissimo bambino.’
‘Nonna già ti sto vedendo con il pancione. Sarai magnifica con le tette gonfie di latte. Spero che allatterai anche me. Voglio dire: mi farai succhiare il latte direttamente dalle tue zizze? Quando nacque mia sorella, Amanda, mamma mi permise di svuotarle le mammelle facendomi succhiare il latte in eccesso. La stessa cosa ha fatto Federica, mia moglie, quando sono nati i miei due figli.’
Mia suocera poggia la testa sul petto del nipote.
‘Adorabile porcellino, tua nonna e futura madre di tuo figlio ti farà succhiare dalle sue tette tutto il latte che riuscirai a prendere.’
Tenendo abbracciata sua nonna volge il suo sguardo verso di me.
‘E tu, mamma, non desideri anche tu ospitare un figlio mio nel tuo ventre? Con te non c’&egrave bisogno di ricorrere alla fecondazione assistita. Tu sei ancora feconda. Il seme per fecondarti posso benissimo metterlo io nel tuo utero. Sarei felicissimo di inseminarti.’
Resto di sasso. Mio figlio ha perso ogni pudore. In presenza della moglie e di mia suocera esprime un’ennesima volta il desiderio di impregnarmi. Sono trascorsi sei anni da quando mi sono concessa ed ho dovuto, ogni qualvolta esprimeva il desiderio di mettermi incinta, fare enormi sforzi per farlo desistere spiegandogli che lui un figlio da sua madre non lo avrebbe mai potuto avere. A niente sono valsi i miei tentativi di dissuaderlo dal mettermi incinta. Guardo mia suocera che sembra, dall’espressione del viso, alquanto sorpresa dall’ardire del nipote/amante anche se sono convinta che lei vorrebbe vedermi col ventre pieno del seme di suo nipote. Poi guardo mia nuora la quale ha gli occhi che le sorridono ed hanno una luce di sfida. Nei suoi occhi vi leggo la domanda:. E’ in attesa della mia risposta. Guardo Gino.
‘Ancora? Te lo dico, in presenza di tua moglie e di tua nonna, un’ultima volta e spero di non sentirti dire più, in futuro, amenità su questo argomento. Io non sarò mai la tua scrofa. Tu non puoi mettermi incinta perché sono tua madre ed &egrave inconcepibile che io partorisca un figlio frutto di un rapporto incestuoso. Rassegnati. Accontentati di ingravidare, con l’aiuto di tua moglie, tua nonna che da quando ha saputo che potrà darti un figlio, anche se attraverso l’inseminazione assistita, &egrave andata in tilt. Non vede l’ora che il progetto vada a compimento. Ed ora lasciatemi sola che sono incazzatissima.’
Mia suocera prende per una mano il nipote e lo trascina via.
‘Vieni, mio giovane torello, con tua madre &egrave inutile parlare di gravidanza. Lei non riesce a capire del come &egrave bello fare un figlio col proprio amante.’
Le grido dietro.
‘Tu, brutta vacca, hai avuto la possibilità di farti ingravidare prima da tuo figlio e poi da tuo nipote ed hai rinunciato perché hai avuto paura di farti mettere incinta da un tuo consanguineo ed ora hai il coraggio di dire a me che non capisco del come sarebbe fantastico farmi mettere incinta da mio figlio. Sei tu a non capire. &egrave il mio amore per il mio amante/figlio che mi trattiene dal farmi impregnare. Sappi che non uno ma un esercito di bambini gli partorirei.’
Non so se ha sentito le ultime mie parole. Certamente le ha sentite Federica.
‘Ne basta uno solo per farlo felice.’
Mi volto a guardarla. Sta sorridendo. Mi lascio andare su una sedia e scoppio a piangere. Mia nuora si avvicina e mi abbraccia. Mi bacia sulla bocca.
‘Non angustiarti. &egrave da quando ho saputo del rapporto che hai con tuo figlio che ho intuito che tu desideri avere un figlio dal tuo amante. Non ti fai ingravidare perché hai paura di mettere al mondo un bambino con deficienze immunitarie. Capisco le tue paure. Però so anche che non potrai continuare a vivere con questo macigno nella testa. Gli anni passano in fretta. Non arrivare al punto da rimpiangere di non aver permesso a tuo figlio di metterti incinta. Io e Gino ne abbiamo parlato. Lui ha espresso il desiderio di vedere le sue donne tutte gravide del suo seme. Vorrebbe vederci girare nude per casa e con il pancione. Dice che tu, quando eri in attesa di sua sorella, avevi un pancione che lo faceva impazzire di desiderio. &egrave stato allora che ti sei fatta montare per la prima volta. Non l’ha mai dimenticato. Gli piaceva molto vederti, col pancione gonfio di sua sorella, mettere carponi e lui si posizionava dietro e ti prendeva ancorandosi alle tue mammelle gonfie di latte. Gli credo perché &egrave lo stesso piacere che provava anche quando ero incinta dei tuoi due nipoti. Si eccitava molto vedermi, con la pancia piena del suo seme, girare nuda per casa. Mi veniva dietro, mi faceva piegare a 90′ e mi infilzava con il suo spiedo e mentre mi chiavava mi riempiva di epiteti del tipo: troia, vacca, puttana, cagna ed altro che non sto qui a dirti. A me piacevano molto quei momenti. Due: io e tua suocera, siamo già di accordo di esaudire il suo desiderio. Dopo che il mio ovulo, fecondato dal suo spermatozoo, sarà impiantato nell’utero di tua suocera mi farò ingravidare nuovamente. Manchi solo tu. Pensaci.’
Finito di parlare mia nuora si allontana e resto sola. Non ci mancava che Federica a rivoltare il coltello nella ferita. Resto a rimuginare sulle parole di mia nuora. Il suo dire mi riporta alla mente il giorno in cui mi concessi a mio figlio. Ero incinta di Amanda e stavamo ai bordi della piscina. Già ero a conoscenza del desiderio di mio figlio. Mi voleva. Era il suo compleanno e per regalo gli diedi il mio corpo. Entrò in me dalla porta da cui era uscito quando nacque. Mi possedette. Diventò il mio amante. Non ha mai, nonostante avesse una moglie, smesso di amarmi ed io l’ho ricambiato facendomi amare ed amandolo. Sono oramai trascorsi sei anni da quel fantastico giorno. Così come allora non ha mai smesso di sognare di riempire il mio ventre del suo seme ed impregnarmi. Quando gli dissi che ero incinta di sua sorella e che avevo pensato di abortire lui tradì il suo pensiero. Disse che ero pazza. Che non dovevo abortire. Che lui quel bambino lo voleva. Fu la conferma di quello che già sapevo. Mio figlio desiderava accoppiarsi con sua madre. Il che avvenne con il mio consenso. Ci accoppiamo come bestie e senza sentirci in colpa. Eravamo coscienti del fatto che il nostro era un rapporto non ammesso dalla legge e dalla morale. In gran segreto lo praticavamo e per non far nascere sospetti decidemmo di comune accordo che doveva prendere moglie. Fu durante un nostro amplesso che scoprii che non ero la sola ad avere un rapporto incestuoso. Mio figlio mi confessò che il suo primo rapporto sessuale lo aveva avuto con Vanna: la madre di suo padre, sua nonna, mia suocera e che questa a sua volta si faceva chiavare da suo figlio. Poi mio marito venne a mancare e mia suocera si trasferì in casa mia. In un momento di sconforto scoprii di avere tendenze lesbiche. Fu mia suocera a far esplodere la mia nascosta bisessualità. Divenni la sua amante e lei la mia. Gino ne era al corrente. Ciò nonostante non mancava di esprimere il suo desiderio di volermi ingravidare. Poi fu la volta di Federica, la donna che divenne sua moglie. Decidemmo che doveva sposarsi perché in paese cominciarono a guardarci con sospetto. Non solo; quando facevamo shopping o andavamo a passeggio sentivamo, al nostro passaggio, i mormorii della gente. La scegliemmo insieme. Piaceva ad entrambi. Non so ne come e ne il perché ma mia nuora ebbe il sospetto che fra me e suo marito ci fosse qualcosa che andava ben al di là del rapporto di madre figlio. Non ci volle molto per portarla a letto. Dopo tre anni era diventata la mia amante. Le confermai i suoi sospetti dicendole del rapporto che avevo con suo marito e di quelli che insistevano fra mia suocera e me oltre a quelli che Vanna aveva con suo nipote. Federica si mostrò meravigliata dalle mie confidenze ma non si scandalizzò. Accettò la situazione e divenne parte integrante del nucleo familiare. La stalla si era arricchita di un altro elemento. Gino aveva il suo bel da fare per soddisfare gli appetiti di tre giumente. Lo salvava il suo lavoro. Come il padre era continuamente in missione e questo lo salvava. Fu durante gli anni del suo matrimonio che usò la porta secondaria per entrare nel mio corpo. Venne a casa e mi trovò che ero sola; ne approfittò. Mi disse che era venuto perché aveva voglia di mettermelo nel culo. Avevo sempre desiderato che lo facesse. Mi fece piegare in avanti e posizionò il suo indurito ariete fra le mie chiappe con il grosso glande puntato al centro del mio sfintere. Spinse e cominciò ad entrare. Quando sentii il suo affare aprirsi la strada nel mio sfintere. gridai e urlai. Il dolore fu grande. Non si fermò. Usò il suo cazzo come un martello pneumatico. Mi trapanò il buco del culo. Sentii avanzare il nerboruto randello nel mio intestino retto. Ebbi l’impressione che il glande avesse raggiunto lo stomaco. Si fermò il tempo necessario a farmi recuperare poi prese a stantuffarmi il cazzo nel culo. Mi stava chiavando nel culo. Mio figlio mi aveva sfondato il culo ed io ne ero piacevolmente soddisfatta. Si; volevo desideravo che lui mi sodomizzasse; volevo essere chiavata nel culo. Gli avevo dato la mia verginità anale. Come lui asserì, quel giorno, ero completamente sua; gli appartenevo anche se mancava ancora una cosa. Oggi so cosa manca per appartenergli tutta. Con la testa che mi gira e mi fa male mi alzo ed esco dalla cucina. Nel farlo attraverso il salone dove sul divano sono seduti Vanna e Gino. Stanno parlando e si tengono per mano. Di sicuro stanno discutendo del loro progetto. Federica non c’&egrave. Salgo al piano notte; la porta della stanza di mia nuora &egrave aperta. Lei &egrave distesa sul letto. I suoi occhi sono puntati verso il soffitto. I suoi capelli sono sparsi sul cuscino. Entro e mi avvicino. Lei mi guarda. I suoi occhi luccicano. &egrave bella.
‘Ti dispiacerebbe farmi compagnia? Ho voglia di uscire e non mi va di farlo da sola.’
‘Dove vuoi andare?’
‘A fare quattro passi in città.’
‘Dammi il tempo necessario a prepararmi ed usciamo.’
Sono già due settimane che non permetto a mio figlio di visitare la mia passera. Non gli concedo nemmeno di farlo entrare attraverso l’ingresso posteriore. Nemmeno la moglie lo fa entrare nel suo letto. Non parliamo poi di mia suocera che, piena di euforia per quello che l’aspetta, la notte si chiude in camera sua ed a niente valgono le implorazioni del nipote. Gino sembra uno stallone imbizzarrito. Ha tre giumente nella sua stalla e nessuna delle tre &egrave disposta a farsi montare. Tutte hanno la stessa ragione. La giumenta più vecchia lo tiene a bada perché vuole che il seme che deve fecondare l’ovulo che le verrà impiantato nel suo utero sia organicamente potente ed in ottima salute. La moglie lo tiene a debita distanza per gli stessi motivi di Vanna. &egrave lei che dovrà donare l’ovulo da fecondare con lo sperma del marito per poi essere impiantato nell’utero di mia suocera. Lei auspica che il primo tentativo vada a buon fine perché subito dopo vuole che sia lei ad essere impregnata. Per quanto mi riguarda non lo faccio entrare nella mia camera perché voglio che mia suocera realizzi il desiderio di avere un figlio anche se l’ovulo che sarà fecondato non &egrave il suo. In ogni caso non &egrave il solo a soffrirne. Anch’io smanio. Sono continuamente con i nervi a fior di pelle. Di notte non riesco a dormire. Il pensiero di lui mi perseguita e mi rende le notti agitate. Una sera vado a letto molto presto. Riesco ad addormentarmi. &egrave notte fonda quando una mano si intrufola sotto la camicia da notte e lentamente scorre, salendo, sul mio corpo. Prima mi accarezza una gamba, poi la coscia, poi la pancia ed infine arriva alle mammelle; le accarezza strappandomi un miagolio. Sento le dita di questa mano comprimere una delle mie tette. Sto sicuramente sognando. Un’altra mano fa scorrere la camicia da notte fin sulla pancia e un corpo si adagia contro il mio. La mano si sposta sul mio culo. si insinua nello spacco che separa le natiche e le allarga. Nello stesso momento un duro pezzo di calda carne si inserisce nello spacco e la punta viene ad appoggiarsi contro la mia vulva. Apro gli occhi e mi rendo conto che non sto sognando. La mano che mi sta pastrugnando la zizza &egrave reale e quello che ho fra le chiappe &egrave un cazzo. Lo riconosco. E come non potrei? Sono anni che mi lascio frequentare sia facendolo entrare dalla porta principale che da quella secondaria. Spesso uso anche la bocca per calmarlo. &egrave Gino, mio figlio. Dovrei scacciarlo, ma non ho la volontà di farlo. Sono troppo arrapata per non approfittarne.
‘Cosa ci fai qui? Sai che non dovresti. Ti devi risparmiare per tua nonna.’
‘Mamma. Ti prego. Non ce la faccio più a starti lontano. Mi sento impazzire. Non resistermi. Questa notte voglio trascorrerla fra le tue cosce. Voglio chiavarti. Lascia che te lo metta nella pancia.’
&egrave il mio focoso amante che me lo chiede. Non ho nessuna intenzione di allontanarlo. Sono troppi i giorni che non mi frequenta. Anch’io lo voglio. Sollevo la gamba quel tanto che basta da permettere alla testa del suo ariete di valicare l’uscio della porta principale.
‘Mammina tua &egrave felice che tu voglia entrare nel suo nido. Dai mio bel cavallino. Spingi.’
Un minuto dopo me lo ritrovo disteso sulla mia schiena. Sono stesa sotto il suo corpo ed ho il cazzo di mio figlio ben affondato nel mio ventre.
‘Si. &egrave cosi che ti voglio. Datti da fare. Chiava la tua mammina. Fammi impazzire di piacere. Questa sarà una notte incandescente. Ti farò uscire dal mio corpo solo quando sarò sicura che mi avrai riempita la pancia con il tuo sperma. Mi devi inondare l’utero.’
&egrave così. Ho deciso. &egrave grave quello che sto per fare, ma non mi importa nulla delle conseguenze.
‘Mamma, mi sei mancata. Mi &egrave mancato il caldo del tuo corpo. Mi sono mancate le tue zizze e soprattutto mi &egrave mancata la tua pelosa passerotta.’
‘Ora il tuo uccellino &egrave entrato nel nido della mia passera che &egrave da più di un mese che sta pigolando. Solo tu puoi farla smettere. Non deluderla.’
Non mi delude. Mi pistona nella pancia il suo cazzo come lo stesse stantuffando nel cilindro di una supercar. Più il pistone aumenta i suoi colpi, più il mio sangue scorre veloce nelle mie vene.
‘Lo sai mamma che sei una gran troia. Ti fai chiavare da tuo figlio ed hai rapporti saffici con tua suocera e con tua nuora. Però non vuoi darmi un figlio.’
Non sa il maiale che ho deciso di essere la sua scrofa. Non gli dirò niente. Prima devo essere sicura. La notte trascorre come fossimo in un campo di battaglia. Gino usa il mio corpo come fosse un giocattolo. Le sue mani impastano il mio corpo come stesse manipolando della creta. Mi prende in tutte le posizioni che la sua fervida immaginazione elabora. Più volte gli permetto di scaricare nel mio ventre il suo seme. Ho smesso di essere prudente. &egrave più di un mese che non uso precauzioni di sorta. Desidero che mi metta incinta; voglio dargli un figlio. La notte ha termine. Il mattino ci sorprende abbracciati e contenti della notte trascorsa. Raggiungiamo in cucina le altre due sue puttane. Federica e Vanna stanno pianificando il viaggio. Sono raggiante. Mia suocera mi fissa e capisce che quello che ho sempre rifiutato che accadesse si &egrave invece avverato. senza staccare i suoi occhi dai miei mi dice:
‘Oggi chiameremo la clinica e fissiamo il giorno del nostro arrivo. Tu, Carla, perché non ti aggreghi?’
‘Preferisco restare a casa. Ci sono i bambini da accudire. Non voglio che mia figlia resti sola con una babysitter per un tempo che non si sa quando durerà. Non &egrave detto che l’inseminazione riesca al primo tentativo.’
“Spero che quanto saremo di ritorno ci darai buone notizie.”
“Le buone notizie dovrete essere voi a darmele. Mi raccomando, voglio che mi telefoniate ogni giorno”
La loro assenza, fra esami di laboratorio per sapere la compatibilità dell’utero di mia suocera ad ospitare l’ovulo di mia nuora fecondato dal nipote e l’inseminazione vera, dura circa tre mesi durante i quali il mio corpo subisce meravigliose trasformazioni. Le mestruazioni hanno saltato due cicli. Le tette si stanno ingrossando; la pancia si sta gonfiando; di tanto in tanto vengo colpita da nausee e da capogiri. Ho fatto il test di gravidanza. &egrave risultato positivo. Sono incinta. Mio figlio ha fatto centro. Nel mio ventre sta crescendo un bambino. &egrave il figlio di mio figlio. Sarò madre e nonna del figlio di mio figlio. Gino sarà padre e fratello di suo figlio. Amanda sarà zia e sorella del figlio mio e di suo fratello. Per dare la notizia al mio amante ed alle donne che lo accompagnano aspetterò il loro ritorno. &egrave la conclusione di una storia iniziata nel giorno del compleanno di mio figlio che ebbe in regalo l’amore incestuoso ed il corpo di sua madre che lo fece diventare il proprio amante. Un amore che dura tutt’oggi e che &egrave pieno di sviluppi che però fanno parte di altre storie.

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