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Racconti di DominazioneRacconti erotici sull'Incesto

Mio fratello…mio padrone?

By 27 Ottobre 2012Giugno 28th, 2021No Comments

Sono le 5 e sono stanchissima, sono fuori casa da stamattina alle 8 ed ho avuto uno degli esami più difficili della mia storia universitaria, ma finalmente è finita! E’ venerdì ed I miei domani mattina partono per una settimana in Francia, lasciando me e mio fratello soli. Libertà! Prima di trascinarmi sul letto passo dalla camera di mio fratello per salutarlo, entro senza bussare e cosa vedo? Sta guardando un video porno!
‘Marco, ma…’ è lì che mi accorgo con orrore che quello non è un video porno, ma un video di me che faccio la doccia. Sono allibita e non so cosa dire.
‘Quante cazzo di volte ti ho detto di bussare prima di entrare?’ mi urla lui pausando il video.
‘Ma che cazzo c’entra adesso, come fai ad avere un video di me nella doccia?’
‘Come faccio ad averlo non importa, sorellona. Quello che importa è che se non abbassi I toni lo avranno anche tutti I tuoi compagni di università.’
Mi sono sempre sentita a disagio nel mio corpo, non sono magra come tutte le mie amiche, più che altro ho un seno ed un sedere estremamente abbondanti. So che tutti dicono che è bello avere le tette grosse (ho 22 anni e porto una 5a), ma io non ne sono mai stata contenta. Il resto del corpo è normale, non troppo magro ma neanche grosso. Sono quelle maledette tette e quel maledetto culo!
‘Non oseresti mai!’ ma lui ha già aperta l’email col video allegato, e gli indirizzi di alcuni miei amici scritti nel campo del destinatario. ‘No ti prego non lo fare!’ sono passata al tono di supplica, e lui sembra esserne contento.
‘Così va meglio. Chiudi la porta ora, non si sa mai che I vecchi tornino prima del solito stasera, e spogliati e mettiti in ginocchio’
Chiudo la porta, ma poi rimango lì, ferma ed in piedi. ‘Come?’ sono a dir poco shockata.
‘Guarda che ci metto un attimo ad inviare!’ il mouse si sposta verso il tasto ‘invia’
‘NO! Ti prego!’
‘Fai quello che ti ho detto, troia!’
Non riesco a crederci…Pian piano mi tolgo il vestito grigio, gli stivali e le calze. In reggiseno e mutande, mi inginocchio di fronte a mio fratello. Mi sento umiliata, ma questo è ancora niente.
‘Sei idiota?! Ho detto di spogliarti, non di metterti in mutande e reggiseno!’
Sta scherzando, non può volere veramente che io mi metta nuda davanti a lui…Non l’ho mai fatto, nemmeno quando eravamo bambini! Un forte schiaffo sulla guancia sinistra mi fa capire che no, non sta scherzando. Non riesco a bloccare un paio di lacrime mentre mi sgancio il reggiseno e lo faccio scivolare via, le mie tette sembrano esplodere finalmente libere. Togliere le mutande è 1000 volte più difficile, ma alla fine ce la faccio. Sono sempre rasata completamente lì sotto, lo faccio da sempre.
Mio fratello non manca di notarlo ‘Neanche un pelo…brava, la mia sorellona!’ la sua mano va a controllare di persona, mi accarezza, mi tasta come se quelle non fossero delle delicate parti intime, ma un semplice oggetto. Non nego che le carezze producono una piacevole sensazione, riprodotta dall’umidità che presto pervade la mia figa.
Un altro forte schiaffo mi colpisce, questa volta sulla tetta sinsitra, con la stessa mano che un attimo prima mi stava accarezzando. ‘Chi ti ha dato il permesso di bagnarti, troia?’ mio fratello urla e io vorrei sparire.
‘Scusa.’
Di nuovo uno schiaffo. Sulla stessa tetta, e fa male. ‘A me devi dare del lei, capito? E io ora sono il tuo padrone, ricordatelo!’
‘Ma sei completamente impazzito?’ Non riesco a trattenermi. Un altro schiaffo, poi un altro, poi un altro. Una raffica di manate sulle mie tette, cerco di coprirmi con le mani, ma lui è più forte di me, nonostante sia più piccolo di qualche anno. Mi fa un male cane, e alla fine grido ‘Mi scusi, padrone!’
Si ferma, finalmente, lasciandomi a terra con le tette rosse e molto, molto doloranti. Torna a sedersi sulla sedia, si slaccia I pantaloni e tira fuori un cazzo di buone dimensioni, uno dei più grandi che io abbia mai visto. Non avrei mai immagino che mio fratello ce l’avesse così grosso!
‘Vieni qua a farti perdonare, puttana!’
Non riesco ancora a crederci, il mio fratellino, col quale sono cresciuta, mi sta chiedendo di fargli un pompino. Lancio un’occhiata allo schermo e sì, la mail è sempre lì, pronta ad essere inviata. Non vorrei mai che I miei amici mi vedessero nuda, quindi sempre in ginocchio mi metto di fronte a Marco e prendo il suo glande fra le labbra. Comincio a fare su e giù con la testa, stringendo le labbra e spingendo sul glande con la lingua ogni volta che torno su. Ogni tanto smetto il movimento su e giù e lecco tutto il cazzo come se stessi mangiando un gelato, per poi tornare ad avvolgerlo nella calda bocca. Mi è sempre piaciuto fare pompini, mi hanno sempre detto che sono brava. Non dimentico di dedicarmi anche alle palle, che accarezzo continuamente e ogni tanto vado a succhiare. Ad un certo punto, però, Marco mi afferra I capelli con le mani e mi pianta tutto il suo cazzo in bocca, spingendolo finchè riesce. Mi sento soffocare e cerco di divincolarmi ma non ci riesco. Stringendomi forte I capelli mi obbliga a fare su e giù molto velocemente, tanto che faccio fatica a capire quello che sta succedendo. Più volte mi viene da soffocare e da tossire, ma proprio quando mi sembra di non farcela più, si ferma e mi inonda la bocca del suo sperma. Sto per sputare, quando lo guardo e lui scuote la testa, come avesse capito benissimo le mie intenzioni. Disgustata bevo il liquido seminale di mio fratello e poi lecco ciò che è rimasto sul cazzo. Non è poi così terribile!
‘Fra poco arriveranno i vecchi. Vai nella tua camera e riprenderemo domani, quando sarano partiti. Ma ricordati del video, quindi vedi di non trattarmi da stronza come al solito!’
‘Posso…rivestirmi, padrone?’
‘Non ancora, mamma e papà non sono ancora in casa quindi puoi tranquillamente andartene in camera nuda.’ ride, e poi si volta verso il computer, aprendo facebook e cominciando ad ignorarmi completamente. Io mi assicuro che i miei ancora non ci siano, poi corro in camera per rivestirmi e riposarmi.

La serata procede tranquilla, mio fratello si comporta come se niente fosse e io mi risveglio la mattina dopo sperando fosse tutto un brutto sogno. Aprendo la mail mi accorgo che non lo è…Marco mi ha inviato un video che deve aver fatto ieri, mentre gli facevo il pompino. Bastardo! I miei stanno per partire…cosa succederà nei prossimi giorni?!
Quando scendo per salutarli, mio fratello è già in cucina che fa colazione.
‘Mi raccomando ragazzi, fate i bravi!’
‘Certo, ma’!’ risponde Marco. Io sono troppo sconvolta per dire niente, li abbraccio e li osservo partire. ‘Oh, adesso si che ci divertiremo!’
‘Marco, senti, non fare lo stup…’ ma l’ennesimo schiaffo mi ha bloccato.
‘Come ti ho detto di chiamarmi, troia?!’
‘Padrone’ abbasso lo sguardo. Non so più cosa fare.
‘Da adesso in poi tu sei la mia schiava. Ti occuperai delle faccende di casa, cucinerai per me e soprattutto soddisferai tutte le mie voglie! Hai capito?’
‘Sì’
‘Sì cosa??’
‘Sì padrone.’
‘Regola numero uno: starai sempre nuda in casa, a meno che non ti dia io qualcosa da indossare. Regola numero due: starai sempre in ginocchio, a meno che non ti chieda di stare in piedi. Regola numero tre: niente porte chiuse, nemmeno quella del bagno!’
‘Ma, Marco’ non posso crede che voglia che io vada in bagno lasciando la porta aperta. Ma neanche a dirlo, uno schiaffo mi fa capire che Marco è serisssimo. ‘Scusa padrone.’
‘Regola numero quattro: darai del lei a me e a tutti i miei amici!’
‘Mi scusa, padrone.’
Mi sento umiliata. Il mio fratellino che mi detta regole e mi obbliga a dargli del lei. E’ assurdo!
‘C’è qualcosa che vuoi dire?’

‘Io…Io sono vergine.’ Non sapevo se dirglielo, ma a questo punto mi sembra meglio di sì. Magari cambierà idea e la smetterà con questa storia assurda.
‘Come?’ sembra shockato, ma poi si riprende e comincia a ridere ‘Non ci credo, a 22 anni sei ancora vergine! Ma sei proprio una sfigata! Beh, una vacca come te non ha diritto ad essere sverginata da un cazzo, quindi ti sverginerai da sola. Intanto però stai disobbendiendo alle regole uno e due, quindi dovrai essere punita.’
Va a sedersi su una sedia della cucina e mi fa cenno di avvicinarmi. Con un gesto rapido mi tira giù pantaloni del pigiama e mutande e poi mi tira verso di sè, obbligandomi a stendermi pangia in giù sulle sue cosce. Non ci posso credere, sono sdraiata sulle gambe di mio fratello con il culo all’aria, e mi sa tanto che sto per prendermi delle sculacciate. Come diavolo ho fatto a finire in questa situazione?
Non faccio in tempo a finir di pensare che una forte manata mi colpisce il sedere.
‘AHIA!’
‘Non lamentarti. Conta e ringrazia, troia!’ e via un’altra manata.
‘AH!’ non riesco proprio a trattenermi. Non sono abituata ad essere sculacciata!
‘Ma lo vuoi capire o no che prima inizi a contare meglio è? Più ti sento lamentarti, più vado avanti!’
E sciaff, un’altra sculacciata.
‘Uno. Grazie padrone.’
SCIAFF! Questa era decisamente più forte.
‘Ngh…Due. Grazie padrone’
Sciaff
‘Tre. Grazie padrone’
‘.
SCIAFF!!
‘Ventisette, grazie padrone’ Marco sembra preso da una furia incontenebile, mi sculaccia sempre più forte e il mio sedere ne risente. Ormai me lo sento bruciare e mi è difficilissimo contare. Mi divincolo ma mio fratello mi tiene giù con il braccio sinistro. Maledetti i muscoli che si è fatto andando in palestra!
SCIAFF
‘Ahhh…Ventotto, grazie padrone.’ Non so se resisterò ancora per molto.
SCIAFF
‘Ventinove. Grazie padrone.’ Brucia brucia brucia. Il mio culo dev’essere rossissimo.’
SCIAFF!
Mi manca il respiro. Quest’ultima è stata fortissima! ‘Trenta. Grazie padrone’ e finalmente Marco sembra essersi calmato. Mi accarezza il sedere dandomi qualche colpetto di tanto in tanto che fa comunque molto male.
‘Brava schiavetta. Le tue chiappe sono ormai dello stesso colore dei pomodori. Non ti preoccupare, farò in modo che rimangano sempre di questo bel colore!’
Non ti preoccupare??! Non riesco a credere che mi prenda pure in giro!
‘Vediamo se hai imparato ora. Tirati su!’
Non capisco a cosa si riferisca, e mi tiro in piedi andando a toccarmi il sedere. Sembra davvero in fiamme!
‘Come immaginavo, non hai ancora capito niente!’ E di nuovo una scarica di sculacciate, ora molto più veloci di prima, si abbatte sul mio sedere. Io mi divincolo e cerco di coprirmi, ma Marco mi tiene ben salda. Fa malissimo!
‘Devi stare nuda! N-U-D-A! E in ginocchio, troia! Lo vuoi capire o no??!!’ urla mentre mi sculaccia. Appena finisce mi accascio a terra e mi spoglio della maglia del pigiama. Sotto non ho niente perchè il reggiseno me lo tolgo per dormire.
‘Finalmente ci siamo!’ Marco sospira, e intanto mi accorgo che è andato a prendere un grosso cetriolo dal frigo. ‘Ecco, passiamo all’operazione di sverginamento. E vedi di fare in fretta che poi voglio cominciare ad usarti per bene.’
Non può davvero pensare che io mi infili quell’affare dentro. Dentro la mia passera non è mai entrato niente, non posso iniziare con un cetriolo! Che vergogna! Per tutte le ragazze la prima volta è una cosa romantica, una cosa da ricordare per sempre, e per me invece sarà con un cetriolo? Non posso.
‘Marco, ti prego…AHI!’ -uno schiaffo.
‘Guarda che ho filmato anche la bella sculacciata…Vuoi che mandi tutti e tre i video a tutti i tuoi amici? E magari anche ai professori?’
Non ci credo…Dovrò essere sverginata da un cetriolo. Lo avvicino pian piano alla mia figa, e per fortuna sembra che le sculacciate non siano state poi così tremende, visto che hanno prodotto una certa eccitazione laggiù. Aiutata dai miei stessi umori, comincio ad infilarlo dentro. Fa malissimo, mi sdraio a terra perchè le gambe non mi tengono più. Dopo qualche centimetro mi fermo: non ce la faccio più, sto tremando. Il cetriolo è troppo grosso!
‘Avanti, vacca, muoviti!’
Faccio un altro sforzo, entra di qualche centimetro ed esce qualche goccia di sangue. ‘Di più non riesco padrone, mi scusi!’ Mi viene da piangere. Ma ‘per fortuna’ arriva mio fratello ad aiutarmi. Una manata sul cetriolo, e lo fa entrare quasi tutto, in un colpo solo.
‘AAAAAHIAAA CAZZO!!!!’ urlo e piango, istintivamente stringo le gambe ma questo non fa che peggiorare le cose. Fa male, fa malissimo! Mi sembra di svenire.
‘Smettila di lamentarti, potevi pensarci prima e fare sesso ad un età più accettabile! E comunque questo è niente rispetto a quello che ti farò d’ora in poi!’ Marco ride. Io sono sdraiata per terra con un cetriolo che mi lacera l’imene e mio fratello, il mio fratellino, con cui sono cresciuta, mi guarda e ride. ‘Bene, vatti a lavare ora che fra poco arrivano i miei amici e non voglio che vedano del sangue sulla tua figa. Anche se poi te la faranno sanguinare di nuovo loro!’
Io pian piano mi sfilo il cetriolo dalla figa e mi alzo per andare in bagno, ma Marco mi afferra per i capelli e mi strattona.
‘Ma allora sei proprio scema? Ti ho detto che devi stare sempre in ginocchio! Hai mai visto una vacca che sta su due piedi?’ Appena mi lascia io mi butto per terra, su quattro zampe. ‘Ah, e il cetriolo buttalo via, va! E ringrazia, volevo quasi fartelo mangiare!’
Mentre io mi faccio una doccia veloce, Marco si è messo a guardare la TV. Quando sente che ho finito mi urla di andare da lui. Gattono fino alla sala, mi fa cenno di avvicinarmi e poi mi infila due dita nella figa per aprirla.
‘AHIA fa male!’
Sfila le dita e mi tira una sculacciata, sul sedere ancora arrossato.
‘Sto controllando se ti sei lavata bene. Guai a te se ti lamenti ancora!’
E di nuovo infila le due dita e le allarga. Cazzo che male! Avvicina gli occhi e si mette a controllare, muovendo le dita di tanto in tanto per aprirla meglio. Sembra che un dottore stia controllando se ho le placce in gola, solo che quella è la mia passera! Quando ha finito mi dà un altro colpetto sulle chiappe.
‘Brava, sei pulita. Adesso vammi a prendere una birra, schiava.’
Odio essere chiamata così. Odio essere trattata così. In casa sono sempre stata io la ‘comandina’, mio fratello mi ha sempre ubbidito. E adesso mi tratta come se fossi davvero la sua serva! Beh, in effetti lo sono…
Sempre a quattro zampe (ma davvero dovrò camminare a quattro zampe per tutta la settimana?!) torno in cucina, prendo una birra dal frigo e poi gliela porto. Senza dirmi grazie, anzi, senza distogliere lo sguardo dalla TV, la prende e comincia a berla.
‘Troia, fammi da poggia-piedi.’
Non posso crederci. Ma per chi mi ha preso?! Rimango ferma. Lui sospira, poi si allunga verso di me e giù di schiaffi. Me ne dà tanti, almeno una decina, e io non ho nemmeno il tempo di difendermi.
‘TROIA, FAMMI DA POGGIA-PIEDI!’ ripete urlando. Allora mi metto di fronte a lui e lascio che appoggi le gambe sulla mia schiena. Che umiliazione! Sono a quattro zampe, appoggiata su ginocchi e gomiti, a fare da poggia-piedi a mio fratello mentre guarda la tv e beve una birra. Non ci posso credere!
Dopo una mezz’oretta di questa tortura psicologica, sento suonare il campanello. Oddio. Ha parlato di amici. Vuoi vedere che davvero adesso mi toccherà farmi vedere così dai suoi amici??!
‘Muoviti, vai ad aprire!’
‘Ma così?’ Non posso crederci.
‘Certo, così!’ e mi tira una sculacciata sul sedere. L’ennesima sculacciata sul mio povero sedere.
Gattonando vado alla porta e la apro, trovandomi davanti due dei suoi amici, Giovanni e Roberto, che mi guardano shockati per un attimo, poi scoppiano a ridere.
‘Bene bene bene, vedo che Marco ha finalmente attuato il suo piano!’
Sono imbarazzatissima. Sono in ginocchio, nuda, davanti a due ragazzini di 18 anni. E sono anche tutta dolorante!
‘Su, troietta, accogli i miei amici come si deve!’ è la voce di Marco da dietro di me. Cosa vuol dire come si deve? Lo capisco quando vedo che loro si tirano giù la zip dei jeans e tirano fuori i loro membri.
Comincio da Giovanni. Giovanni è un tizio grassoccio e sempre un po’ sudato, e il suo cazzo è come ce lo si poteva immaginare, abbastanza piccolo. Almeno è più facile tenerlo in bocca! Comincio leccando le palle, abbastanza pelose. Prima una poi l’altra, le succhio e le lecco per bene, poi passo al cazzo. Lecco tutta l’asta, girandoci intorno con la lingua, non ne dimentico neanche un pezzetto. Quindi finalmente comincio ad infilarlo dentro la bocca e a fare su e giù con le labbra, ma dopo pochi secondi mi sento inondare dallo sperma. Non mi aspettavo sarebbe venuto così presto! Mi viene voglia di sputare fuori ma ho l’impressione che non sarebbe una buona idea, quindi lo bevo tutto.
‘E brava la mia cagnolina.’ Giovanni mi fa ‘pat pat’ sulla testa mentre tira il pene molliccio fuori dalla mia bocca.
‘Ora tocca a me!’
Roberto ce l’ha più grosso. Non particolarmente lungo, ma molto grosso. Voglio fare la stessa cosa e partire dalle palle, ma lui non sembra della stessa idea. Mi prende il mento con una mano e i capelli con l’altra, tira in giù il mento forzandomi a spalancare la bocca e me lo infila dentro. Cazzo non è facile! Tenendomi la testa salda con i capelli mi scopa la bocca con foga. Sento un gran male alla testa, mi deve aver pure strappato qualche capello. E intanto mi sento soffocare. Emetto qualche gemito ogni tanto, ma per tutta risposta da dietro mi arriva una sculacciata. Dopo quelle che sembrano ore, finalmente anche Roberto sembra soddisfatto. Con lui non ho scelta, lo sperma va dritto in gola, e non accenna a tirare fuori il cazzo. Mi sembra di non riuscire a respirare, ho la bocca tappata e il liquido seminale che mi riempie la gola. A fatica, pian piano, riesco a mandare giù, e dopo un po’ Roberto lascia la presa sui capelli e mi lascia libera. Tossisco a volontà e i tre scoppiano di nuovo a ridere.
‘Direi che i pompini li sai fare, eh, Laura?’ Marco sembra soddisfatto. ‘Su, vai a prenderci altre birre’
Le ginocchia cominciano a farmi male e sono arrossate, ma so che non posso proprio alzarmi in piedi. Quando torno con le birre (per portarle ho dovuto camminare SOLO sulle ginocchia) sono tutti in sala che chiacchierano del più e del meno.
‘Su, schiavetta, fatti vedere bene dai tue due nuovi padroni.’
Marco mi fa cenno di avvicinarmi a Roberto e Giovanni, che cominciano a guardarmi e toccarmi dappertutto.
‘Non pensavo ce le avesse così grosse…Le nasconde sempre! Dev’essere una 5a!’ commenta Roberto soppesandomi le tette.
‘Certo che ha un culo bello grosso, eh!’ è Giovanni a dirlo. Ma pensa al tuo, di culone! Vorrei dirlo ma sto zitta. Istintivamente però mi viene da ritrarmi, come ho detto prima non sono molto contenta del mio corpo ed un commento del genere non mi fa proprio piacere.
‘Sì, è veramente grosso. E mi sa che ha bisogno di qualche altra sculacciata!’ Marco non sembra contento del mio ritrarmi. ‘Anche loro sono i tuoi padroni, quindi se vogliono toccarti e dirti quando sei grassa e schifosa devono poterlo fare capito?? E’ compito di una donna accontentare gli uomini! Quindi adesso vai da Giovanni, gli chiedi scusa e gli chiedi se per piacere ha voglia di sculacciarti.’
‘E’ compito di una donna…..Ma stiamo scherzando?? Io non ho nessuna intenzione di farmi sculacciare da Giovanni!’ questa volta mi scappa detto. Mio fratello stranamente non dice niente. Prende il portatile lì vicino e apre un video. Con orrore mi vedo che cerco di infilarmi il cetriolo, e poi arriva la manata di Marco. No. Non posso crederci. ‘Mi scusi padrone.’ sono terrorizzata, e Marco mi lancia uno sguardo di fiamma.
‘Alla prossima invio questo e gli altri.’
‘Padrone Giovanni mi scusi. Non avrei dovuto allontanarmi. Avrebbe voglia di sculacciarmi?’ ho capito che Marco non sta scherzando, quindi mi affretto a cercare di riparare il danno.
‘Dai, mettiti qui.’ Giovanni sospira, come se si preparasse a fare un lavoraccio e mi fa sdraiare sulle sue ginocchia. Le mie tette sono penzolanti e lui con la mano sinistra me ne afferra una e la stringe forte.
‘Ahia!’
‘Sta zitta, troia!’
E partono le sculacciate. Il sedere mi faceva ancora male da prima, e presto torna a bruciare. Per fortuna non mi chiede di contarle! Ogni volta che mi lamento mi strizza la tetta. La strizza come fosse un giocattolo di gommapiuma, e fa malissimo. Ma si rende conto che quello è un seno? Per lui è come fosse un oggetto. Le sue mani sono forti, sia nel sculacciare che nel stringere la tetta. Si concentra su una, non le da mai pace. I colpi sono tanti, forti. Sicuramente hanno superato la trentina ormai, e finalmente si ferma.
‘Ma che bel colore!’ Intanto si accanisce sul capezzolo adesso. Mi accorgo con orrore che entrambi i capezzoli sono già turgini, belli duri. Lui lo strizza e lo rigira. Fa un male cane, ma effettivamente c’è anche un po’ di piacere. Marco intanto fa foto del mio sedere.
‘Questa diventerà lo sfondo del mio desktop! Il tuo culo ha un colore bellissimo quando viene sculacciato!’
E’ strano ma le sue parole mi fanno piacere. D’altronde mi sta facendo un complimento, no? Ed è bello sapere che il mio padrone è contento di me. Ma che sto dicendo? Marco è uno stronzo punto e basta!
‘Su, via, adesso vacci a preparare il pranzo!’ Mi ordina Marco mentre Giovanni mi spinge giù per terra, senza tanti complimenti.
‘Come farò a cucinare a quattro zampe?’
‘Ah, giusto, aspetta!’ e sale le scale. Dopo qualche minuti, durante i quali Giovanni e Roberto hanno continuato a giocare con le mie tette, torna giù con delle scarpe di mamma. Sono dei tacchi altissimi!
‘Puoi alzarti, ma dovrai indossare questi tutto il tempo.’
‘Ma io non sono abituata ad indossare i tacchi!’
‘Niente ma, idiota! Muoviti!’ una sculacciata mi conferma che è meglio stare zitta. Mi infilo i tacchi e me ne vado in cucina a preparare un pasta. ‘E non cucinare per te, che devi dimagrire!’ E giù a ridere, tutti e tre.
Durante tutto il pranzo io devo stare lì a guardarli mangiare (che fame!) e a servirli. Mi chiedono, anzi comandano, pure di versargli l’acqua. Ad un certo punto Roberto mi chiede di pulirgli la bocca col tovagliolo! Non ci credo! Mentre mi sporgo in avanti per farlo, Giovanni, seduto di fianco, mi infila un dito nella figa.
‘Ah!’ non è il male che mi fa gemere, ma la sorpresa. Uno sguardo a Marco, e capisco che è meglio non reagire. Come se niente fosse pulisco la bocca a Roberto, poi rimetto a posto il tovagliolo e rimango ferma, lasciando che Giovanni prosegua la sua esplorazione. Il dito infatti sembra cercare qualcosa dentro la vulva. Raschia le pareti, si infila sempre più indentro, poi finalmente esce.
‘E’ bella bagnata, eh, la puttana!’ in effetti non nego che l’esplorazione mi sia dispiaciuta. ‘Io avrei una gran voglia di fotterla!’
Mio fratello ride ‘Aspetta, aspetta, non essere impaziente!’
Finito il pranzo mi tocca sparecchiare mentre i ragazzi si mettono a guardare la TV. Il tutto lo devo fare sui tacchi, che è una vera tortura! Finito di lavare i piatti, mangio una banana, concessami da Marco, e poi torno in sala.
‘Sarà ora che torni di nuovo in ginocchio!’ Non credevo sarei mai stata contenta di sentirmelo dire, ma sono felice di togliermi i tacchi. ‘Adesso ci dedicheremo un po’ a quelle tettone che ti ritrovi! Vedrai che rimpiangerai di averle!’ Oddio. Cosa vorrà dire?

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