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Racconti erotici sull'Incesto

Nel bagno

By 15 Luglio 2018Dicembre 16th, 2019No Comments

Nel bagno
Apro la porta del bagno e faccio un passo per entrare. Sento l’acqua scorrere, guardo verso la cabina doccia; la porta &egrave aperta ed una donna sta facendo la doccia; &egrave nuda.
Mai ho avuto occasione di vedere una si meravigliosa e fantastica creatura. Ho i cassetti dei mobili della mia stanza pieni di riviste per adulti che riproducono foto di donne nude ma bella come quella che sto guardando sulla carta patinata non l’ho mai vista. Il guaio &egrave che il nudo che sto guardando &egrave il corpo di mia madre. Questo non mi impedisce di eccitarmi; il mio inquilino si sveglia e in un batter di ciglia si impenna.
Mamma si gira e mi vede. Lancia un grido di spavento; mette le mani sulle favolose tette come volesse proteggerle e le nasconde ai miei occhi.
‘Oh! mio dio, cosa ci fai qui?’
‘Mi dispiace mamma; non sapevo che tu fossi qui.’
‘Bugiardo. Sapevi esattamente dov’ero. Ti piace guardare tua madre nuda?’
‘No! no! lo giuro.’
‘Non ti credo, anche perché so che mi spii. Credi che non mi sia accorta che lanci continue occhiate nelle mie scollature o sul mio culo, per non parlare di quando sono seduta in poltrona o sul divano e tu ti siedi di fronte a me ed i tuoi occhi li punti, come fossero un periscopio, fra le mie cosce per cercare di vedere cosa c’&egrave in fondo al mio inguine. Piuttosto non credi che anche a me piacerebbe vederti nudo? Togliti il tuo boxer e fatti guardare:’
La richiesta mi sconcerta e mi blocca. Poi un comando duro e deciso.
‘Spogliati. &egrave un ordine.’
Sono perduto; mi sfilo il boxer e la mia eccitazione le si manifesta in tutta la sua potenza.
‘Oh dio, hai un cazzo così grande da fare paura. &egrave un tronco d’albero. Avvicinati.’
‘Mamma, &egrave vero, volevo vederti nuda.’
‘Volevi vedermi nuda? perché? Non hai mai visto una donna nuda? perché proprio me?’
‘Si, ne ho viste solo sulle riviste e quelle non sono niente al tuo confronto. Tu superi ogni immaginazione.’
‘Mi trovi talmente bella da eccitarti. Non negarlo perché il tuo affare parla per te.’
‘Non lo nego. Come potrei?’
Intanto ha chiuso l’acqua ed &egrave uscita dalla cabina doccia; prende il telo e si asciuga. Poi si avvicina fino a far si che i suoi grossi capezzoli si trovino ad un millimetro dal mio petto.
‘Ti piacerebbe toccarmi? Accarezzarmi?’
‘Mamma, non infierire.’
‘Parlo seriamente. Vuoi toccarmi?’
‘Dio, mamma, sarebbe fantastico.’
‘Allora fallo e tranquillizzati. Non dirò niente a tuo padre. Sarà il nostro segreto.’
Intanto una sua mano viene ad impugnare il mio scettro e lo stringe. Ride.
‘Io tocco te e tu tocchi me. Niente per niente. Sei ben messo; ti ho impastato bene.’
Esito. Credo di stare sognando. Mia madre che mi invita a toccarla.
‘Dai! Muoviti. Te lo leggo negli occhi che vuoi toccarmi.’
Alzo le mani e le poggio sulle sue tette. Sono dure. Sento i suoi induriti capezzoli premere contro il palmo delle mani.
‘Cosa ne pensi. Le trovi di tuo gradimento? Ti piacciono? Io le tratto bene. Massaggi e creme rassodanti le tengono in forma. Insieme al culo sono le mie armi migliori.’
‘Mamma, sono favolose. Hai due tette che sembrano due mongolfiere. E da quello che sento spingere contro il palmo delle mie mani i tuoi capezzoli sono due bulloni di duro acciaio. Mi piacerebbe molto che tu avessi latte da potermi allattare.’
‘Vuoi succhiarmele? Vieni andiamo nel salone. Mi siederò sul divano e tu ti stenderai poggiando la testa sulle mie gambe in modo che io possa farti agganciare con le tue labbra uno dei miei capezzoli da succhiare. Latte non ne ho. Tu però fa finta che ci sia.’
Senza lasciare l’impugnatura sul mio cazzo mi guida verso il salone. Il divano ci accoglie e quando siamo in posizione lei mi mette un braccio sotto la testa e me la solleva spingendola contro una sua tetta. Con l’altra mano artiglia una delle gemelle e la guida in modo che il suo indurito capezzolo incontri le mie labbra che dischiudo accogliendolo.
‘Succhia e divertiti.’
Fisso i miei occhi nei suoi e con la lingua schiaccio il capezzolo contro il palato e do inizio alla suzione. La sento mugolare.
‘Mmmmh! Vedo che non hai dimenticato. Sei bravo. Ci sai fare. Vorrei avere tanto latte da farti ubriacare. Succhia, succhia mio bel maialino che a mamma tua piace sentire la tua lingua giocare con il mio capezzolo. Ricordati che c’&egrave ancora l’altra gemella che ha bisogno della tua bocca.’
La sua mano lascia la tetta e ritorna ad impugnare il mio scettro. Lo stringe e lo accarezza massaggiandolo. Mi spara una sega. Pochi colpi e dalla mia uretra erutto potenti schizzi di denso sperma che vanno a spiaccicarsi sul suo petto.
‘Quanto spreco. Potevi avvertirmi. Ti avrei fatto eruttare nella mia bocca. Promettimi che non sprecherai più la tua forza disperdendola ma che la darai a tua madre che ne ha tanto bisogno.’
Sto sognando. Mamma si &egrave fatta vedere nuda, mi sta allattando e mi ha masturbato. C’&egrave qualcosa che mi sfugge. Speriamo che il sogno continui e che il risveglio non sia brusco. I minuti passano ed io alterno la mia bocca su entrambi i capezzoli. D’un tratto il braccio di mia madre spinge con forza la mia testa contro la sua mammella e poi lancia un lungo e sonoro grido.
‘Yyyeaaahhh! Dio mio sono venuta. Non posso crederci. Ho permesso a mio figlio di succhiarmi le tette ed ho goduto. Sei stato bravo. Ora però lasciami andare in bagno che ho bisogno di pulirmi.’
‘Mamma se a te va bene posso io pulirti.’
‘Guarda che devo pulirmi fra le gambe?’
‘Per me non &egrave un problema.’
‘Si tratta della mia pussy. Come pensi di pulirla?’
‘Userò la lingua. Te la laverò. Ti farò un servizio coi fiocchi. Quando avrò finito mi ringrazierai.’
‘Ho capito bene? Me la vuoi leccare?’
‘Prima la coprirò di baci e poi te la leccherò.’
‘L’hai mai fatto? Vederlo fare in un film porno &egrave una cosa; farlo dal vero &egrave un’altra.’
‘Tu fattela leccare e non te ne pentirai. Se non vado bene puoi sempre fermarmi.’
Attimi di silenzio che sembrano un’eternità poi mi da il là.
‘Va bene. Vediamo di cosa sei capace. Dai mettiti in ginocchio fra le mie cosce ed inizia a far lavorare la tua lingua. Speriamo bene.’

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