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Racconti erotici sull'Incesto

non c’è cosa più bella 2

By 19 Ottobre 2007Dicembre 16th, 2019No Comments

Non c’&egrave cosa più bella che’
II parte: La sfida

‘Gianni io”’
‘shhhh non dire niente!’.
Ero confuso, anzi stravolto, Barbara era andata intanto a lavarsi, sentivo scorrere l’acqua della doccia mentre mi recavo nella mia camera.
Una giornata incredibile, era accaduto qualcosa che forse, in fondo al mio cuore, avevo scritto a caratteri di fuoco.
Amare mia sorella, non solo scopare con lei, ma farci veramente l’amore’NO NON ERA POSSIBILE.
Un sogno’ma sì forse era stato un sogno’il viaggio in auto, la terrazza del ristorante, la nostra cucina’però’un bellissimo sogno, un po’ da porcone magari ma comunque solo ed esclusivamente un sogno.
Mi addormentai con l’immagine della mia sorellina, nella sua splendida mise, mentre urlava ‘BACIO, BACIO, BACIO’ al matrimonio della nostra cugina Carla.
-Mattina, già caldo, uffffffff sempre il traffico’che palleeeeeeee-
Era iniziata una nuova giornata e mentre mi stressavo in coda con la macchina fui preso dalla risoluzione improvvisa di cambiare vita.
Era da molto tempo che Roberta mi premeva per mettere su casa insieme e forse era giunto il momento di accontentarLa.
La chiamai durante la pausa di pranzo per andare a mangiare una pizza insieme la sera stessa.
Senza tornare a casa mia la passai a prendere nel tardo pomeriggio ed andammo a passeggiare in un piccolo parco vicino al celio.
‘Roberta ti devo parlare’ dissi con espressione seria e tirata; erano due notti che dormivo poco e male e questo contribuiva a rendere il mio volto ancora più cupo.
Lei, intanto, si stava agitando; gli occhi erano diventati lucidi, le mani fredde gelate, tremava” Gianni cosa sta accadendo? Cosa vuoi dirmi? Ti prego non tenermi in sospeso”.
Le presi le mani e guardandoLa fissa in volto”Roberta ti devo parlare di te e di me’di noi’della nostra storia” ‘ ‘Gianni CHE CAZZO VUOI DIRMI?’aveva lasciato le mie mani con uno strattone e preso ad urlare, ‘ SI PUO’ SAPERE CHE CAZZO VUOI? ‘ aveva lo sguardo ferito, le labbra tese, come un felino prima dell’attacco, era in preda alla collera” ALLORA’?’.
‘Roberta’ho pensato che”-‘CAZZOOOO GIANNIII!!!’ ‘fammi finire per favore, CRIBBIO! Insomma’andiamo a vivere insieme? Sento che &egrave giunto il momento, il momento giusto ecco:’
‘SEI UNO STRONZO!!!’esclamò lei piangendo”PENSAVO’pensavo che tu’che tu” singhiozzava Roberta ‘che tu volessi lasciarmi’sei proprio uno stronzo’ti amo”e mi abbracciò forte, poggiando il volto sulla mia spalla, continuando a piangere e singhiozzare, inframmezzando anche delle risa isteriche.
Quella sera rimasi a dormire a casa sua, non riuscimmo a fare l’amore ma quella notte era poco importante, lei era troppo contenta del nostro futuro insieme, presa a fare mille progetti ed io pensavo a Lei’si a mia sorella Barbara.
La mattina mi presi un permesso in ufficio ed andai a casa dei miei a fare le valigie. Mamma e papà non erano proprio entusiasti” Ma non era meglio sposarsi e poi vivere insieme?’ – ‘ A mà scendi giù dall’alberooo’non siamo mica nel paleozoico’e ssù nnò”.
‘Come mai tua sorella non ci ha detto niente?’ ‘ ‘ perché non lo sa, perché abbiamo deciso ieri con Roberta, perché’ammazza quante domande a mà’e basta!’.
‘Gianni te ne vai di casa’permetti che la tua mamma sia leggermente preoccupata per te? E se nasce un figlio? Non siete sposati’avete pensato a come potrebbe soffrirne nei confronti degli altri bambini?’.
‘Ho capito mamma, ci penserò’un giorno che piove poco, va bene? Sei contenta?’ ‘ ‘ si prendimi in giro’ricordati che le colpe dei genitori poi ricadono sui figli” ‘ ‘ e vvai’che fico’c’ho a casa la CEI, Cacacazzi Emeriti Incalliti’ma chi sei una papagirl? una ratzinger in gonnella? Intanto non abbiamo alcuna intenzione di avere eredi (veramente la notte prima Roberta non solo mi aveva detto di volere un figlio al più presto ma aveva anche già scelto il nome: Matteo’) ‘perlomeno per il momento e poi’e poi a mà vedremo eh’sta tranquilla’fai sposare Barbara, piuttosto, che sta diventando una zitellona”.
Quest’ultima battuta era veramente cattiva e mia sorella non la meritava assolutamente, ma sentivo di avercela con lei tanto da non volerla rivedere’forse era una sfida’Forse’
– Pomeriggio, Ikea ‘ tre ore per scegliere un armadio più grande ed un letto nuovo e poi lenzuola, federe, piumoni, cuscini’
Roberta era euforica, sembrava un’altra, addirittura più bella di prima e sentivo di volerLe bene, qualcosa di simile all’amore, non proprio amore ma…sì’simile’
Alta un metro e settanta, florida ma non grassa, capelli castani che d’estate schiarivano molto, occhi verdi, una quinta di seno ed un bel culo tondo, sempre a dieta forzata per non ingrassare, Roberta era una ragazza discretamente carina, non bellissima, ma molto dolce’se la facevi arrabbiare però’diventava una tigre. Una Bridget Jones all’amatriciana.
In macchina parlava, parlava”Dobbiamo comprare la tenda per il bagno, il tubo della doccia, una lavatri” non ascoltavo più la sua voce, il mio pensiero era rivolto a mia sorella, a quello che mi aveva fatto in macchina, al suo sesso con quello strano disegno, a com’era stato bello scop’no, fare l’amore con lei’caspita’mi stavo eccitando’e solo allora mi accorsi della mano fra la mie gambe.
La mia fidanzata mi contemplava con un sorriso sornione, mentre mi accarezzava da sopra i pantaloni.
Era strana, aveva lo sguardo famelico, non l’avevo mai vista così’era caldo quel pomeriggio e lei indossava un paio di pantaloni leggeri ed una canottiera che valorizzava il suo seno ed ora metteva in evidenza il rigonfiamento dei capezzoli.
‘Gianni ti voglio’lo farei anche adesso” eravamo sul raccordo anulare ed io rimasi sorpreso da questa sua voglia, ma in verità non mi sarebbe dispiaciuto per niente.
Mi slacciò i pantaloni, tirò giù la lampo ed infilò una mano nei boxer, nel frattempo, con la lingua, mi solleticava l’orecchio sussurrandomi frasi licenziose”sono tutta bagnata’vorrei che me lo mettessi dentro’anche’anche dietro”.
Quest’ultima affermazione sortì un effetto esplosivo sul mio pene tanto che uscì fuori dei pantaloni come un misirizzi.
Sentimmo un clacson all’improvviso’un camionista, che stavamo sorpassando, si godeva la scena.
‘ Dai tesoro fermati” dissi io ‘aspetta che arriviamo a casa che poi approfondiamo l’argomento, anche dietrologicamente’hihihiihiihihihih”prendemmo a ridere entrambi come scemi mentre lei mi richiudeva la cerniera.
Quella sera Roberta era veramente scatenata. Mentre stavo preparando uno stupendo risottino al radicchio mi venne dietro ancora umida della doccia appena fatta ed iniziò a strusciarmi il seno sulla schiena.
‘Amoreee la smetti? Guarda che stasera non si mangia se continui così.’. ‘Ho voglia di fare l’amore Gianni’ disse lei con un bisbiglio ‘ ho voglia di sentirti dentro, ho voglia di succhiartelo, ho voglia di berti, ho voglia di sentirti’di sentirti dietro, anche se so che mi farai malissimo con quel birillo che hai in mezzo alle gambe”.
Il birillo in mezzo alle gambe scalpitava, questa nuova Roberta m’incuriosiva tantissimo; era come se non l’avessi mai conosciuta prima.
‘Gianni guardami!’ mi voltai e la vidi seduta sulla sedia con un piede sulla tavola, l’accappatoio aperto, le gambe spalancate, le mani, una sul seno a tormentare un capezzolo e l’altra ad accarezzarsi lentamente il sesso, coperto da una leggera peluria.
‘ohhh’Gianni’guardami’guardami amore mio’guarda che maiala che sono”.
Ero veramente basito, aveva smesso di masturbarsi per infilarsi un dito nel buchetto del culo.
‘Ma’ma non é un dito’ma”No, non era un dito, era la candela che avevo messo al centrotavola per creare un’atmosfera intima e romantica.
Non c’&egrave che dire, d’intimità ve n’era anche troppa. Osservavo il muoversi ritmicamente della sua mano nella penetrazione sempre più profonda e veloce.
Roberta aveva gli occhi socchiusi, la lingua indugiava fra le labbra”a risotto mavvaff… ‘.Mi piegai sulle ginocchia ed appoggiandomi tra le sue cosce presi a passarle la lingua sulle labbra del sesso.
Era intrisa di umori, un odore veramente inebriante riempiva le mie narici facendomelo diventare sempre più duro.
La leccavo aprendole le labbra, suggendo il bottoncino, mentre sentivo il movimento della candela nel profondo del suo intestino.
‘&egrave bellissimo Gianni’uufffff’sento la tua lingua e la candela come se fossero una cosa uni’CAAAAA ohhhh’amore mio’sto’sto venendo’vengooooooo”
Strinse la mia testa fra le sue gambe ed urlando godette veramente senza ritegno alcuno.
‘Gianni’ti amo’mi sento così’così libera, mi fai stare veramente bene’mi fai godere con tutta me stessa’.
Era bella, il respiro affannoso faceva sussultare il poderoso seno, il volto oramai disteso emanava serenità, esprimeva soddisfazione e pace interiore.
Pace che io ero ben lungi da provare; eccitato come un mandrillo, ero molto invidioso della candela che aveva aperto una nuova porta nella vita sessuale di Roberta.
Mi tolsi i pantaloncini e le mutande e appoggiai il pene al suo sesso, era ancora intrisa dagli umori della goduta e la cappella, benché paonazza e gonfia, entrò facilmente nella fica.
Roberta aveva aperto gli occhi e cercando le mie labbra iniziò a leccarmi il collo fino ad infilarmi la lingua in bocca.
Stavo entrando sempre più a fondo dentro di lei, i suoi capezzoli erano di nuovo duri, gli occhi velati dal piacere.
‘Stringimi amore mio, mordimi le tette, spingilo il cazzo fino in fondo,lo voglio tutto’ti prego”.
Non l’avevo mai sentita così eccitata, certi termini non li avevamo mai usati, né io tantomeno lei’eppure non mi davano fastidio anzi, contribuivano ad elevare la temperatura erotica del momento.
‘sì tesoro, te lo ficco tutto dentro fino in fondo, senti come &egrave grosso, ti vuole, ti vuole solo per se’per me”.
Vedevo la candela poggiata sul tavolo e mi venne la voglia di usarla come prima aveva fatto lei.
Mentre il cazzo entrava ed usciva lucido di umori dalla fica, le appoggiai la candela, dopo avergliela fatta leccare e cospargere di saliva, sul buchetto del culo e lentamente iniziai a spingere.
Roberta sgranò gli occhi, tirò un sospiro forte ed accolse dentro di se l’oggetto estraneo.
Sentii la corona dello sfintere cedere e risucchiare al suo interno buona parte dell’improvvisato piccolo fallo.
Il respiro si fece affannoso per entrambi, io preso dalla fatica del movimento, lei dall’eccitazione e dalla novità.
Lo volevo’si lo volevo’volevo metterci il mio pisello nel culo’al posto della candela’lo volevo tantissimo’
Roberta stava per venire, io tolsi la candela, uscii dalla fica ed appoggiai il cazzo dietro e spinsi.
Lei non se lo aspettava, o meglio non ancora’la punta entrò, a fatica, Roberta soffiava come una donna incinta, un grido”GIANNI MI FAI MALE’MALISSIMO’MI STAI ROMPENDO’TI PREGO ESCI, ESCIIIIIIII’.
Stava facendo male anche a me; aveva contratto i muscoli e capii che per questa volta non potevo andare oltre.
Glielo tolsi dal culo e dopo averle riempito il viso di baci scesi lentamente con la bocca fino a che le poggiai le labbra sulla passera e con pochi colpi di lingua la feci godere.
‘E’ grosso Gianni, troppo grosso’mi rompi tutta’l’idea che tu me lo metti dietro mi piace, ma non credo che ce la possiamo fare” ‘ ‘amore mio” si amore mio perché ora provavo un forte sentimento nei suoi confronti’soffriva per me, per il mio piacere”amore mio, &egrave la prima volta e se tu vorrai ancora vedrai che piano piano ci riusciremo’se tu lo vuoi” ‘ ‘ Si Gianni, lo voglio, lo voglio per te, io sono tua, solo tua”.
Un atto di dedizione anzi di sottomissione totale.
Rimasi scosso e non potei fare a meno di pensare a mia sorella Barbara, un carattere completamente diverso, era stata lei a far accadere quello che era accaduto, io non ci sarei riuscito mai contro la sua volontà.
Così cominciò la mia vita pseudomatrimoniale con Roberta che era contentissima della nuova situazione.
Aveva iniziato ad invitare a casa nostra amiche, parenti, colleghi per festeggiare questa convivenza che la realizzava finalmente come donna (parole sue).
Drrrrrrrriiiinnnn ‘tesoro mi apri?sono io’.’era stata una lunga giornata, dopo aver fatto degli straordinari ero dovuto andare a ritirare in un negozio a casa del diavolo la serie di rubinetterie che Roberta aveva ordinato settimane prima.
‘Amore, c’&egrave una sorpresa per te’guarda chi &egrave venuta a trovarci”mi disse dopo il rituale bacio ortopanoramico sulla porta di casa.
‘BARBARA?!? E COSA CI FAI TU QUI?’ ero allibito, quasi quattro mesi erano passati dal famoso matrimonio e da allora avevo fatto in modo di non vederla e sentirla più.
‘Visto che il MIO CARO FRATELLINO NON SI E’ PIU’ DEGNATO DI FARSI VEDERE, COME MAOMETTO SONO ANDATA IO ALLA MONTAGNA’.
Cazzo che sguardo e che voce cattiva; era veramente infuriata nei miei confronti, anche se solo io potevo capirlo.
Come un allocco ero rimasto in piedi con la scatola dei rubinetti in braccio e con un’espressione ebete tanto che Roberta mi si parò davanti dicendo ‘Ma cosa c’&egrave? Hai visto un fantasma? Quella &egrave Barbara, tua sorella, ricordi?’ e cominciò a ridere di gusto.
Barbara si alzò e venne a darmi un bacio quasi all’angolo delle labbra approfittando dell’occasione per sussurrarmi nell’orecchio una cospicua serie di male parole e la promessa di farmela pagare.
‘Barbara rimani a cena con noi vero?’ Roberta ci teneva a fare bella figura con mia sorella di cui temeva la forte personalità e la grande bellezza.
‘Ma AMORE” dissi io sottolineando la parola amore”Amore io pensavo che stasera dovessimo montare i rubinetti e poi provarli’soprattutto quello della doccia” e le feci l’occhiolino facendo in modo che mia sorella mi vedesse.
‘mmmmmhhhh bravi porcelli” affermò Barbara ‘ tutto sesso in questa casa vero? Liberi di farlo in ogni momento chissà quante maialate” Roberta tutta rossa’ Ma Barbara che dici””Dico dico’conosco i miei polli’
La fulminai con lo sguardo ma lei in tutta risposta e per niente intimorita, dopo avermi fatto uno sberleffo, diede un pizzicotto sul sedere a Roberta chiedendogli il menù della serata.
‘Mentre io preparo, voi mettetevi comodi, e raccontatevi tutti questi mesi passati” .
Barbara era seduta sul divano, indossava una gonna non troppo corta ed una camicetta fin troppo castigata per i suoi gusti, era dimagrita ed aveva il volto scavato.
Mi guardava fissa negli occhi mettendomi in soggezione.
Con un certo imbarazzo mi sedetti sulla poltrona e rimasi ad occhi bassi attendendo la cazziata che stava per avvenire.
‘ non ti facevo così pezzo di merda’sei proprio stronzo’ma che ti credi di avere a che fare con una puttana? E guardami in faccia quando ti parlo!’.
Cazzo era proprio avvelenata”e cosa ne pensi se raccontassi qualcosa al tuo AMORE?deficiente che non sei altro”
‘Barbara adesso smettila” ‘ ‘Smettila di che?SMETTILA DI CHE?’ ‘ ‘NON URLARE’non urlare”.
‘Tesoro tutto bene? Non litigate’siete sempre andati così d’accordo’non fatemi sentire in colpa”Roberta si era affacciata sulla porta sentendosi un po’in colpa per essersi portata via il fratello benvoluto.
‘Amore tutto ok, lo sai che ci vogliamo bene con Barbara e se discutiamo &egrave proprio per questo, perché ci vogliamo tanto bene”
‘E’ vero Roberta ‘ confermò Barbara ‘anzi guarda” ed alzandosi sul divano venne ad abbracciarmi sulla poltrona dandomi un bacio leggero sulle labbra.
‘Ehi, non riappacificatevi troppo però’intanto siete fratelli e poi io sono gelosa” e sorridendo tornò in cucina.
Barbara non era tornata sul divano, anzi si era ancora più appoggiata a me ed aveva iniziato a passarmi una mano tra i capelli.
Mi stavo agitando, sentivo il suo profumo, jean paul gautier, sentivo le sue mani, sentivo il suo dolore per essere stata abbandonata senza una parola.
‘Mi hai fatto star male’sono stata giorni senza mangiare’ma perché te ne sei andato senza una parola’perché”.
I suoi occhi si erano riempiti di lacrime che correndo sul suo viso sentivo poi cadere sul mio braccio.
‘E me lo chiedi pure?’ risposi ‘ma che ti pensi che io’che io’b&egrave nemmeno io sono stato bene!’

continua’

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