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Racconti erotici sull'Incesto

non è più cosi innocente..

By 15 Dicembre 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

come un padre può perdere la testa

Marco, 45anni, sposato con Angela, 40enne in carriera e una figlia Chiara 18anni, famiglia felice. Sicuramente per me e Chiara. Fino a qualche mese fa se qualcuno mi avesse detto quello che sarebbe successo lo avrei preso per pazzo. Eravamo una normale famiglia con i loro problemi le loro gioie, come tante altre insomma. Una figlia meravigliosa, brava, studiosa e sicuramente molto carina, tutti le facevano i complimenti, ma per me, nonostante fosse appena maggiorenne rimaneva sempre una innocente bambina da coccolare. Con mia moglie da qualche tempo abbiamo ridotto la frequenza dei nostri rapporti, già poco soddisfacenti per la verità, per cui mi ritrovai alla veneranda età di 42 anni a segarmi di nascosto come un ragazzino. Al di la di questo tutto rientrava nella norma finche…Una mattina in cui mi trovavo in casa assieme a mia figlia successe una di quelle cose che ti lasciano il segno. Espongo i fatti. Mi trovai ad andare in bagno ma trovai la porta chiusa e pensai subito a mia figlia. Stavo per tornare nel mio studio quando sentii dei rumori provenire dal bagno. Subito, senza pensarci pensai che Chiara stesse male ed urlai attraverso la porta. Lei mi rispose che tutto andava bene e di non preoccuparmi. Rincuorato stavo per tornare nello studio quando sentii ancora quei rumori. A questo punto feci una cosa che non avevo mai fatto in vita mia, sarà stata l’apprensione o la curiosità ma mi spinsi a guardare attraverso il buco della serratura. Da quell ‘insano gesto si generarono tutti i miei tormenti. Mai mi sarei aspettato di vedere una scena simile e ancora meno la reazione che ebbi. Li sdraiata sul tappeto, in mezzo al bagno stava mia figlia con un grosso vibratore infilato in figa. E dire che avevo ancora dubbi sulla sua verginità..
Si stava passando quel grosso, saranno stati almeno 20 cm, pezzo di gomma dentro e fuori dalla figa
evidentemente ben lubrificata. Andava avanti e indietro come una forsennata e con l’altra mano si sgrillettava. All’istante mi esplose il cazzo nei panatloni, un erezione che non ricordavo da anni.
Senza rendermene conto iniziai a smanettarmi furiosamente. Ora, due persone in piena estasi sessuale separate da un leggero diaframma, una porta. Per un attimo pensai di abbatterla e andare di la e sfogarmi su quel corpo meraviglioso, ma, un altro ‘piccolo’ diaframma si inframmezzava fra noi. Cazzo, è mia figlia. Cercai di riprendermi ma non riuscivo a staccare gli occhi da quella fessura. All’apice del piacere fece una cosa che non capii. Si rimise le mutandine e venne copiosamente imbrattando tutto l’indumento. Poi lo tolse velocemente e si precipito verso la porta per uscire. Io ero li dietro imbambolato con il cazzo in esplosione. Non so come feci ad alzarmi e a darmi una parvenza di normalità. Chiara apri la porta ed usci a tutta velocità andando dritta nella sua stanza. Per fortuna, forse non si è accorta di nulla. Una forza misteriosa mi attiro in bagno, forse era il forte odore di sesso femminile lasciato da quella porca che credevo invece una santa..
Entrai e trovi poggiati su uno stipetto gli slip fradici della porca. Questo era troppo. Li presi e li leccai avidamente. Che sapore delizioso, da quanto tempo non sentivo una cosa cosi eccitante. Il cazzo ora era proprio in esplosione. Misi gli slip sul cazzo duro e mi smanettai furiosamente fino a farmi uscire tutta la sborra e la voglia repressa. Innondai quel povero indumento, già precedentemente reso umido dalla colata lavica della figa di Chiara. Sentii dei rumori. Abbandonai gli slip pieni di sborra ed uscii dal bagno incontrando mia figlia che entro e chiuse a chiave la porta dietro di se. Nooo pensai, speriamo non veda gli slippini. Come fatto in precedenza mi chinai e guardai dalla serratura. Mi ci volle tutta la mia presenza per non svenire. La scena che mi si parava dinnazi aveva dell’incredibile. Chiara stava leccando avidamente la sborra dalle sue mutandine. La prima parola che mi venne fu ‘ troia’, avevo dimenticato chi fosse, quali legami ci univano e quali responsabilità mi legassero a lei. Volevo solo entrare e sbattere quella troia come si meritava. Mentre leccava mugolava delle parole che non riuscivo a percepire, quasi udendo le mie richieste alzò la voce. ‘quanto è buona la sborra, voglio berne a litri’, ‘voglio grossi cazzi in gola in figa, in culo, siii sono una troiaaaa, sborra sborra’ . Sembrava assatanata. Il cazzo era nuovamente in tiro. La vacca leccava e leccava. Tirò fuori da un cassetto il cazzo di gomma e ci si sedette sopra mentre continuava a godersi l’enorme sborrata lasciata sulle sue mutandine. Mi ci volle un po a capire che il cazzone era finito, senza evidente sforzo nel buchetto posteriore. Non riconoscevo più nulla. Ogni mia certezza era caduta. Da li cambio la mia vita.

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