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Racconti erotici sull'Incesto

nonno bastardo

By 21 Aprile 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

Claudio aveva perso tutto, l’azienda che aveva tirato su con tanta fatica, la casa, la moglie.
Tutto per il suo vizio del gioco, quel maledetto vizio che lo aveva portato alla rovina.
La moglie, Fabiana, lo aveva lasciato appena avuto il sentore che la loro vita stesse per cambiare definitivamente. Era scomparsa dietro un uomo d’affari tunisino, attratta dal suo fisico e dai suoi soldi, aveva lasciato l’Italia con un biglietto adagiato sul comò, Claudio si era sobbarcato delle spese legali per il divorzio e l’affidamento di Lucia.
Lucia è la figlia di Claudio e Fabiana, ha compiuto 19 anni quattro mesi fa, frequenta il quarto anno del liceo scientifico e vorrebbe frequentare la facoltà di scienze naturali, è ingenua, senza nessuna esperienza del mondo, cresciuta dalla madre in una campana di vetro.
Claudio è stato costretto a chiedere aiuto al padre, Fernando, un burbero sessantenne che si gode la pensione in un paesino dell’Umbria. Fernando, al contrario del figlio, è riuscito a far fruttare le sue conoscenze nel campo finanziario azzeccando qualche investimento e mettendo da parte un solido capitale con il quale si è guadagnato il rispetto ed i favori dell’intero paesino dove vive.
Così Claudio si trasferisce in Umbria, la casa del padre è abbastanza grande per ospitare suo figlio e la nipote. Al loro arrivo Fernando li accoglie con un rimprovero :’una vita sprecata, ho fatto tanti sacrifici per niente, avevi tutto e lo hai perso per una cazzata di gioco’.
Poi Fernando guarda la nipote, sono anni che non la vede, è minuta, magra, capelli neri tagliati a zero, una faccia bella con due labbra grandi e due occhi verdi enormi e vagamente orientali.
‘..e questa ragazzina, guarda come è magra, non sembra nemmeno una donna, ma la fai mangiare ?’.
Claudio sta ingoiando la bile, suo padre è sempre stato uno stronzo ma questa è la sua ultima spiaggia, grazie alle sue conoscenze gli ha trovato un impiego manageriale in un azienda del posto, non può rispondergli per le rime, per cui abbozza un sorriso e risponde :’Lucia non ha niente che non va, è di costituzione esile ma sta bene, comunque grazie del tuo aiuto Papà, appena posso mi prendo un appartamento e leviamo il disturbo..’.
‘non fare lo stronzo..’, gli risponde il padre :’lo sai che sono qui da solo e un po’ di compagnia non mi fa male’. Poi prende il visino di Lucia tra le mani e lo alza verso di lui :’sei carina, tu mi darai una mano in casa, le cose da fare sono tante e sono sicuro che tu sarai brava’.
Lucia annuisce, arrossisce, ha un carattere timido ed è impaurita dai cambiamenti, il padre l’ha segnata al liceo del paese, domani dovrà affrontare l’ignoto di un’altra scuola con altri compagni.
A 19 anni Lucia non ha lasciato molti amici, un’amica del cuore che viveva nel loro stesso palazzo ed un amico di banco che era segretamente innamorato di lei. Non ha mai fatto sesso Lucia, né mai baciato un ragazzo, chiusa dietro la sua timidezza, nascosta dietro i suoi capelli corti ed i suoi abiti sbrindellati.
Le giornate passano veloci, Claudio completamente assorbito dal suo lavoro inizia a fare sempre più tardi in ufficio, Lucia resta spesso a casa da sola col nonno. Fernando le fa fare le pulizie del piano superiore della casa, mentre nel seminterrato, dove lui vive, Fernando non fa entrare nessuno.
Sono le 15 e Lucia sta studiando quando il nonno la chiama.
‘Si nonno..’, fa lei ansiosa, anche se ormai si è abituata alla sua nuova vita il nonno le fa sempre una certa soggezione, è alto con i capelli bianchi e cortissimi, ha un fisico imponente per la sua età.
‘Dovresti venire con me oggi, voglio andare a fare un pò di compere e vorrei che la macchina la guidassi tu, io sono stanco’.
Lucia annuisce contenta, le piace portare la bella macchina del nonno, un audi TT del 1994, l’aveva già provato nei dintorni dell’abitazione ma mai Fernando le aveva permesso di guidarla fino al centro del paese.
Dopo circa un ora escono di casa, Lucia indossa un paio di jeans neri sopra un paio di anfibi rossi, una maglietta a righe che le fascia il corpo esile e le tettine appena accennate, i suoi occhi verdi brillano mentre porta la macchina del nonno.
‘Ti piace eh ?’, le fa il nonno guardandola felice :’oggi vediamo di comprare qualcosa anche per te’.
Arrivano al centro del paese, Fernando compra tutto quello di cui ha bisogno in un unico negozio, è molto familiare con i negozianti,li conosce tutti.
‘Ora tocca a te”, fa rivolgendosi alla nipote. Le prende la mano e la dirige verso un negozio posto in una traversa della via principale. La negoziante è una bella donna di una quarantina d’anni, capelli biondi, vestito viola cortissimo e tacchi dello stesso colore.
‘Ciao rosa, come sta la donna più bella del paese ?’, dice Fernando rivolgendosi alla donna baciandola sulla guancia.
‘Toh, il puttaniere..’, fa lei rispondendo all’uomo.
‘Shh, dai, non vedi che sono con mia nipote ?’, le fa lui strizzandole l’occhio.
‘Ah che bella ragazza che sei, fatti vedere, che corpicino’magro ma ben fatto, cosa gli prendiamo alla nipotina Ferdy ?’.
‘Fai tu tesoro, dalle qualcosa che la faccia somigliare ad una ragazza..’.
Lucia arrossisce, la donna è veramente bella, la conduce verso i camerini, Fernando si siede sulla poltroncina in attesa.
‘okay, spogliati’.’, fa Rosa rivolta alla ragazza.
‘ma’.’, cerca di controbattere timorosa.
‘mica ti vorrai provare gli abiti da vestita ?’.
Lucia annuisce, è nervosa, dopo la madre Rosa è la seconda donna che la vede nuda.
Rosa ammira il corpicino della ragazza, è piccola, ha una seconda appena, i capezzoli sono dei boccioli rosati e paffutelli,i fianchi sono rotondi e stretti, il culetto è sodo senza un ombra di smagliature.
‘Ah beata gioventù’, fa la donna sfiorandole un seno, Lucia diventa paonazza.
‘Che c’è ti vergogni ?’. ‘Guarda che siamo tra donne e non c’è niente di male ad ammirare il tuo corpo, io sono un po’ invidiosa’, le fa sorridendole.
Le fa provare due abitini neri, strettissimi e corti, come il suo, ad ogni prova la fa uscire per farla vedere al nonno che annuisce se il capo è di suo gusto. Lucia si inizia a divertire, passa un ora e lei è già piena di vestitini, camicie e top.
‘Ora passiamo all’intimo..’, le fa rosa :’spogliati tutta.
La ragazza non dice niente ma arrossisce di nuovo, si mostra interamente alla donna, Rosa la guarda, il suo sguardo scende verso la piccola fessura della ragazza, è senza peli, invitante come una pesca. La donna si inginocchia all’altezza dell’inguine di Lucia, la ragazza è confusa, non capisce cosa vuole fare Rosa.
‘Com’è carina così depilata”.
‘Veramente non mi crescono i peli lì”, risponde Lucia con un filo di voce.
‘Mhh davvero ?’, risponde la donna, nel farlo le carezza il piccolo spacco della vagina, il viso di Lucia passa a tutte le sfumature del rosso, nessuna l’ha mai toccata lì, che sta facendo Rosa ?
Come se si svegliasse da un sogno Rosa si rialza e prende due bustine dai cassetti. Dapprima le fa indossare un completino tanga e reggiseno neri, completamente trasparenti, Lucia indossa ancora le scarpe nere altissime che le ha fatto indossare prima. ‘Sei bellissima, fatti vedere da tuo nonno..’, fa la donna.
‘Ma come dal nonno”, risponde Lucia imbarazzatissima.
‘Daii è tuo nonno, è di famiglia..’, le risponde Rosa sorridendo sarcastica. ‘Non fare la timidona, stai benissimo’.
Lucia, confusa, apre il separè, il nonno la guarda :’mhh stai bene’ girati fammi vedere dietro..’.
La ragazza gira su se stessa, un lampo sottile passa negli occhi dell’uomo, il culetto di Lucia è uno spettacolo, un sottile filo nero incornicia le sue piccole natiche, le sue spalle sono eleganti, e poi le scarpe alte lo hanno sempre fatto impazzire, il cazzo guizza nei suoi pantaloni.
‘Perfetto, stai veramente un amore. Brava Rosa, un lavoro eccellente’.
Alla fine delle spese i due tornano verso casa, in silenzio, Fernando si rivolge alla nipote :’Questo è il nostro segreto, non devi dire nulla a Claudio, a tuo padre. E la roba che abbiamo comprato insieme la indosserai solo quando siamo soli, d’accordo ?’.
‘Perché nonno ?’, chiede ingenuamente Lucia.
‘Perché tuo padre ti vede ancora come una bambina e non vuole vederti crescere, il vederlo con i propri occhi lo spaventerebbe e gli darebbe altre preoccupazioni, tu vuoi che tuo padre si preoccupi ?’.
Lucia fa cenno di no con la testa, è confusa, contenta per i vestiti e perché si è divertita, pensa al contatto della donna con la sua piccola Rosellina e rabbrividisce.
I giorni passano quieti, una domenica sera Claudio annuncia che starà una settimana fuori per lavoro a Firenze, ha un importante contratto da far firmare e gli potrebbero anche aumentare lo stipendio. Fernando annuisce sornione.
Il lunedì Lucia torna da scuola, saluta il nonno e si chiude in camera a fare i compiti, Fernando la osserva mentre se ne và.
Una volta finito Lucia è sul divano a guardare la tv, il nonno le si avvicina :’perché non ti metti i vestiti che abbiamo comprato insieme ?’.
‘Adesso ?’, fa lei intimorita.
‘Si perché no, tuo padre non c’è, ti puoi divertire ad indossarli’.
‘hai ragione..’, fa lei allegra e si dirige verso la sua stanza, nel frattempo Fernando stappa una bottiglia di vino e prepara due bicchieri.
Lucia indossa le scarpe nere, alte, l’intimo trasparente e si guarda allo specchio, la ragazza riflessa non le somiglia, la sua mano scende verso il pube, dove la donna l’aveva sfiorata giorni prima, sente un leggero brivido, non si è mai toccata, il suo rapporto col sesso, col suo corpo è inesistente, mentre la sua mano esplora la sua intimità si chiede come deve essere fare sesso, ha tanto punti interrogativi a riguardo.
Indossa il miniabito nero, scollato e corto, una collana di perle con annessi gli orecchini, portati in risalto dai suoi capelli neri.
‘Come sto ?’, fa lei presentandosi al nonno con una leggera allegria.
‘Fantastica..’, le risponde lui passandosi la lingua tra le labbra, sua nipote vestita così è uno spettacolo, le sue gambe magre e ben tornite sono perfettamente esaltate dall’abito e dai tacchi.
Le fa cenno di sedersi accanto a lui, in TV stanno trasmettendo una trasmissione delle De Filippi con i tronisti ed un mucchio di galline che litigano per forza.
Fernando le porge il bicchiere di vino :’Sei vestita da grande, facciamo cose da grandi, che ne dici ?’, gli sorride lui.
Lucia beve, non ha mai bevuto, il sapore del vino le piace anche se è forte, sente un calore allo stomaco e i nervi che si rilassano. Guardano la televisione in silenzio.
‘Ti piace lui ?’, le chiede il nonno.
‘Lui chi ‘, risponde lei.
‘Quello sul trono, il moro, è il tuo tipo ?’.
‘Boh !’, fa lei confusa, ‘non ci ho mai pensato’.
‘come non ci hai mai pensato ? Non ti piacciono i ragazzi ?’.
‘Ehm, mhh, boh, si’ecco.. non lo so nonno, non ho mai avuto un ragazzo’boh’.
‘ma dai’, fa lui interessato,’non hai mai fatto l’amore ? A 18 anni ?’.
Lucia abbassa gli occhi, rossa paonazzo in viso, sussurra un no vergognoso e dimesso.
‘Incredibile, ma lo sai almeno come si fa ?’.
‘nonnooo, certo che lo so, o almeno credo’non lo so, Papà non mi parla di queste cose, la mamma nemmeno, quando c’era, io non lo so”.
‘mhmh, vediamo di rimediare, ok ? te la senti se ti faccio vedere una cosa, diciamo una specie di documentario sul sesso, vuoi ?’.
Lei annuisce senza guardarlo negli occhi, incuriosita e terrorizzata dall’argomento.
Fernando si alza e si dirige verso la tv, infila un DVD senza custodia nel lettore e torna a sedersi vicino alla nipote.
Lo scherma trasmette una casa in campagna, una mora cotonata fa il suo ingesso in scena, sono in una cucina, con lei c’è un biondastro in canottiera, tutto muscoli e sorriso.
I due si scambiano alcune battute incomprensibili in tedesco e poi iniziano a baciarsi. Lucia guarda ipnotizzata lo scherma, il nonno percorre il corpo della nipote con lo sguardo, le sue gambe bianche con il pizzo delle mutandine che si intravede dalla gonna, il toppino che le fascia le piccole tette da adolescente.
Quando la donna si china verso la zip del biondo e tira fuori il cazzo dell’uomo Lucia sobbalza :’ma nonno’che è questo ?’.
‘Tranquilla tesoro, è un film porno, ma può fare da spunto alle tue domande, chiedimi quello che vuoi, io risponderò a tutto’.
Leggermente tranquillizzata la ragazza torna a fissare lo schermo, il pompino che la donna sta facendo al biondo la ipnotizza, si gira verso il nonno :’ma sono tutti così grandi ?’.
‘cosa è grande ?’, fa il nonno con finta ingenuità, la situazione gli sta facendo scoppiare il cazzo nei pantaloni.
‘I’i cosi’quello lì..’.
‘Ah il cazzo’.chiamalo col suo nome’il cazzo !!!’.
‘ehm, ecco si il cazzo, è sempre così grande ?’, fa lei curiosa e rossa in viso.
‘No, le dimensioni variano, diciamo che quelli in questo genere di documentari sono sempre molto grandi, per fare contente le ragazze che li guardano’.’.
‘Li guardano anche le ragazze’mica lo immaginavo !’, l’ingenuità della nipote lo fa infoiare ancora di più.
Ora il biondo sta scopando la cotonata da dietro, il cazzo le entra in profondità, lei urla ad ogni affondo.
‘Ma non fa male ?’, le immagini le danno un certo turbamento, ripensa al fugace contatto di prima in camera sua, a Rosa che la sfiora, sente un vago calore al suo basso ventre, il suo respiro aumenta.
‘Inizialmente si, ma dopo subentra il piacere’nel tuo caso, visto che non lo hai mai fatto, potrebbe fare un po’ male, ci può essere un po’ di sangue perché si rompe una sottile pellicola nella tua vagina, ma si tratta di un attimo e poi ci sono solo sensazioni belle, il sesso è bello..’.
‘Ma le mie amiche dicevano che era sporco”, fa lei incalzante e curiosa, i suoi occhi guizzano tra il nonno e lo schermo.
‘Nooo, quelle sono le idee che i genitori mettono in testa ai figli, non c’è niente di sporco nel sesso e tutto è permesso se è consensuale’, lei annuisce tornando rapita a guardare le immagini, ora il biondo sta sodomizzando la casalinga patinata.
‘aii’, fa lei ridendo :’ma anche nel sedere glielo mette ?’. Approfittando del suo divertimento Fernando l’abbraccia con una risata, lasciandole poi il braccio intorno alle spalle, intanto le porge un altro bicchiere di vino. ‘Si ad alcune donne piace, sembra che provino persino più piacere, alcune si fanno fare in tutte e due le parti”, la gonna di Lucia si è ulteriormente alzata, ora le vede l’inguine e la piccola fichetta nascosta solo dal trasparentissimo tanga, il suo uccello sta scoppiando, inizia ad avere un terribile dolore ai testicoli.
Lucia sente del liquido caldo bagnargli le mutandine, le era successo solo un’altra volta, si era svegliata con la micina tutta bagnata dopo un sogno che non ricordava.
‘Nonno”, fa lei con un filo di ansia, ‘mi sento un po’ bagnata tra le gambe, sembra pipì, è normale ?’.
‘Certo tesoro”, la sua mano scende verso il minuscolo seno, lo sfiora, lei non ci fa caso, lo guarda con i suoi grandi occhi verdi.
‘è la tua fichetta che si prepara a fare sesso, ti stai eccitando’è normale’.
La sua mano le sfiora il capezzolo, è turgido, poggia la mano sul seno della nipote, le sue guance sono colorite, il suo respiro è più affannoso, lei lo guarda tra il disperato e l’ansioso. Lucia torna a guardare il film, il biondo sborra in faccia alla cotonata.
‘Wow, si può fare ?’, fa lei divertita.
‘certo te l’ho detto che tutto è permesso, a noi maschi piace molto fare questo..’, le sta palpando il seno, le stringe il capezzolo, Lucia allarga le gambe, Fernando può ammirare le piccole gocce di rugiada che bagnano l’inguine della nipote, le gira la testa e avvicina la sua bocca a quella della ragazza.
‘Nonno”, fa lei con un sussurro schiudendo le labbra ed appiccicandole a quelle dell’uomo.
La lingua dell’uomo si insinua nella bocca della nipote, le loro lingue si incrociano dapprima titubanti, poi sempre più avide, la mano di Fernando scende verso il ventre di Lucia, le accarezza l’inguine, le sue dita si bagnano del liquido di lei. Al tocco del nonno la ragazza geme, allarga ancora di più la bocca offrendo tutta se stessa alla lingua dell’uomo, ora sente che il liquido che le cola tra le gambe è inarrestabile, un calore piacevole le sale dal ventre fino alla testa provocandole brividi affannosi.
Fernando scosta le mutandine di Lucia, guida la sua mano verso la zip dei pantaloni, la ragazza la tira giù infilando la sua mano. Il tocco della nipote lo fa impazzire di piacere, l’aiuta a tirare fuori il cazzo.
‘Nonno’.è più grande di quello del film’.’, esclama lei con una voce trasformata dall’eccitamento.
Lui annuisce rassicurante, porta la mano della nipote sul suo bastone nodoso, le impone il ritmo e la lascia, poi, per farglielo fare da sola, Lucia muove la sua mano su è giù, gustandosi il contatto con il membro turgido dell’uomo, geme inarrestabile. Le mani di Fernando le scoprono i seni, le stringe leggermente i capezzoli, poggia le sue labbra sui piccoli boccioli e li titilla con la lingua. Lucia urla, scossa dall’orgasmo inaspettato, si abbranca al nonno, spaventata, confusa.
‘Shhh’.Shhh’tranquilla è normale, sei venuta’hai sentito come è bello ?’, le fa il nonno abbracciandola.
‘Si’è’è’dio’è così bello nonno’ancora ?’.
Lui le riporta la mano sul cazzo, lei inizia a masturbarlo, lui le tortura i capezzoli, scende verso l’inguine, la nipote è un lago, si insinua tra le labbra rosee della vagina, le sfiora delicatamente il clitoride, lei ansima mentre le loro lingue turbinano l’una con l’altra. Fernando si scosta, scende con la bocca verso la fica della nipote, ne ammira la bellezza mentre le allarga le gambe, lei mansueta acconsente a tutto quello che il nonno le sta facendo. La lingua dell’uomo saggia il sapore della nipote, lei butta la testa indietro stordita dal troppo godimento :’Dio mioo’.siiii’rifallo ancora”. Fernando incitato dalla nipote affonda la sua lingua tra le grandi labbra, la infila nella sua piccola fichetta bagnata, le stuzzica il piccolo bottoncino rosato, Lucia ora urla incitandolo a continuare, le sue mani gli arruffano i capelli. La sistema a gambe spalancate sul divano, si inginocchia e le dice :’ti ricordi che ti ho detto’.farà un po’ male ma passa subito”.
Lei annuisce, ansiosa di provare un piacere sconosciuto, respira profondamente, sente la punta del cazzo poggiarsi sulla sua fichetta. Fernando entra molto delicatamente, ebbro per poter violare quel candido frutto proibito, sente l’imene cedere facilmente, Lucia emette un grido, lui la rassicura :’shhh’il peggio è passato”.
Il cazzo di Fernando è dentro di lei, lo sente muoversi, il piacere la inonda all’improvviso, le corre lungo la spina dorsale, gode di ogni affondo del nonno, le sue mani sulle spalle possenti dell’uomo.
Fernando aumenta il ritmo, gode alla vista della fica della nipote che si allarga ad ogni suo colpo di reni, la sua fantastica nipote è una gran troia timida e recettiva al piacere, le allarga di più le gambe per vederla meglio.
‘O diooo nonno’.lo sentoooo’sta arrivando ancora’.daiii daiiii daiiii muoviti di piùùùùù’.
‘piccola troietta’.’, le fa lui”ti piace eh’dillo al nonno cosa ti piace’.dimmelo’.
‘Mhhhh’..’, fa lei ormai in delirio, ‘mi piaceee il cazzooo.. si si si mi piace mi piaceeee’.
La sente venire di nuovo, la nipote urla, sfila il cazzo dalla fica della ragazza., vede lo schizzo del suo orgasmo uscire a getto, inarrestabile, estasiato dalla visione avvicina il cazzo alla bocca della nipote :’fai come quello che hai visto nel film”.
Lei lo guarda, stravolta dall’orgasmo, continua a colare dalle cosce, gli prende il cazzo in bocca e . come nel film, lo ingoia muovendo la testa.
‘Mhhhh’impari in fretta tesoro mio’.’, le fa lui afferrandole la testa ed imprimendole il ritmo, Lucia lo succhia con trasporto, leccandogli tutta l’asta.
‘Mhhhh ecco’eccolo’.eccolo”, Fernando sfila il cazzo dalla bocca della nipote, gli schizza in faccia il liquido caldo, lei si sta masturbando. ‘Ahhhh piccola troietta’ti stai toccando eh ?’.
Lei non dice nulla, il nonno capisce che è venuta di nuovo dai suoi spasmi, la bacia, abbracciandola :’mio piccolo amore, tu sei una furia, vieni dal nonno, tu ed io ci divertiremo molto insieme, vero”.
Lei annuisce mentre con la lingua si lecca le labbra e lo sperma che le cola sul viso.
Dopo i fatti di Lunedì Fernando pregustava la settimana da passare con la nipote, suo figlio era partito per Firenze. La ragazza aveva dimostrato di essere molto ricettiva per quel che riguardava il sesso, si sentiva ancora eccitato per le sensazioni provate e davanti a lui c’erano una miriade di fantasie da realizzare. Non che nella sua vita non ne avesse fatte di cotte e di crude ma la nipote gli era entrata nel sangue, il suo corpicino esile era una fonte inesauribile di piacere. Dopo la prima volta Lucia aveva voluto rifarlo, erano andati in camera della ragazza, lei si era spogliata completamente, lui l’aveva presa con dolcezza, lei aveva assecondato i suoi movimenti, voleva scoprire tutti i segreti di quel mondo per lei sconosciuto. Fernando l’aveva posseduta tutta la notte, lei adorava leccargli l’uccello, adorava farsi schizzare in viso e suo nonno l’aveva prontamente accontentata. Dopo il sesso si erano coricati ciascuno nella sua camera.
Ora Fernando sedeva al tavolo della cucina, immerso nei suoi pensieri, fece il suo ingresso Lucia, occhi assonnati, una maglietta bianca che le arrivava appena sotto l’inguine e calzettoni a strisce.
‘Buongiorno nonno”, fece lei con una vocina rauca, aveva ancora la bocca impastata dal sonno.
‘Ciao piccola..’, rispose lui ammirandola.
‘Oggi non ho voglia di andare a scuola, mi sento tutta scombussolata”.
‘Va bene”, risponde Fernando :’Chiamiamo il dottore e ti facciamo fare un bel certificato di un paio di giorni’che ne dici’.
‘wow sii ‘.’, fa lei entusiasta, il suo sorriso è meraviglioso, le sue guance sono rosee, i suoi occhi verdi illuminano il mattino.
Dopo aver bevuto il caffé Lucia torna in camera sua per dormire un altro po’, Fernando prende il telefono e compone il numero :’ciao sono io, ti ricordi mia nipote ? Si poi le cose si sono evolute’certo’ce la fai oggi a non aprire ? perfetto, se riesco a convincerla ci vediamo da te alle undici’si ciao’.
Il sorriso di Fernando si allargò in un ghigno mentre riattaccava.
Lucia si svegliò alle 10.00, la giornata era splendida, sentì il nonno che la chiamava dall’altra parte della porta.
‘Si nonno”, le aprì nuda, le sue tettine rosate fecero capolino davanti gli occhi di Fernando.
‘Dai copriti’non prendere questa abitudine’che direbbe tuo padre se ci vedesse così, lo sai che deve rimanere un segreto no ?’.
‘Si hai ragione”, fece lei, si girò ed andò ad infilarsi la maglietta bianca che usava come pigiama, così era ancora più eccitante, il cazzo di Fernando era in tiro, decise di aspettare.
‘Senti, visto che non vai a scuola ho ricevuto un invito a pranzo da Rosa, te la ricordi, la signora del negozio, abita un po’ fuori in una villa, ti va di accompagnarmi ?’.
‘Mhh’si’ma solo se mi fai portare la macchina”, risponde lei sorridendo.
‘Va bene, ma solo se tu indossi gli abiti che hai comprato da lei’.
‘D’accordo allora, dammi il tempo di prepararmi’.
Lucia si richiuse in camera, smontò l’armadio tirando fuori tutti i capi comprati da Rosa giorni prima. Scelse le scarpe aperte con allacciatura alla schiava color lilla, una gonnellina bianca sopra un perizoma minuscolo dello stesso colore, una canottiera dello stesso colore delle scarpe ed un giubbino leggero bianco.
‘Sono pronta”, fece lei presentandosi al nonno, si avviarono.
Uscendo passarono davanti alla porta del seminterrato, quella porta non era mai aperta e il nonno non faceva entrare nessuno.
‘Nonno, me la fai vedere un giorno la tua casa di sotto ?’, chiese lei con curiosità.
‘Magari uno di questi giorni Lucia, ora andiamo, altrimenti facciamo tardi’.
Durante il tragitto, mentre sua nipote guidava, Fernando percorreva il corpo della nipote con lo sguardo, allungò una mano a toccarle la coscia, lei, sempre concentrata alla guida, allargò leggermente le gambe, la mano del nonno percorse la sua pelle fino all’inguine, le toccò la fica da sopra le mutandine, era già eccitato.
‘Mhh, dai nonno che andiamo a sbattere se mi fai così”.
‘Entra qui’.’, le fa lui indicandole una stradina sterrata sulla sinistra.
L’auto si ferma in uno spiazzo erboso, coperto dagli alberi, verdi nella stagione primaverile.
Fernando si tira giù la zip dei pantaloni tirando fuori il suo cazzo duro.
‘Prendimelo in bocca’è da stamattina che voglio venirti in bocca.. dai tesoro mio’.
Lucia si china sul cazzo del nonno, gli dà dei piccoli colpetti con la lingua sulla cappella rossa e lucida, lo guarda negli occhi, birichina e furba, lo infila tra le sue labbra. Fernando afferra la testa della nipote, gli spinge la testa verso il basso, sente il suo cazzo arrivare alla gola della ragazza, gli muove la testa freneticamente scopandola in bocca. Lucia mugola, gli piace sentire il bastone del nonno gonfiarsi nella sua bocca, gli piace il suo sapore, lo lecca, muove la sua lingua lungo l’asta.
‘mhh, dai piccola mia, dai che vengo”.
Lucia aspetta il fiotto di sperma, lo sente riempirgli la bocca, ingoia la sborra del nonno, la sente scivolare nella sua gola, calda ed appiccicosa.
‘Mhh’buona nonno.. che buona !’.
Dopo essersi ricomposti si immettono di nuovo sulla strada principale. Raggiungono la villa di Rosa 15 km più in là. Il cortile è enorme, ai bordi c’è un boschetto di conifere, l’aria è fresca ed invitante. La padrona di casa li accoglie sull’uscio, indossa un tailleur rosa con una collana di perle, Lucia la trova bellissima.
‘Ciao, benvenuti”, fa lei cordiale, ‘..appena in tempo per l’aperitivo..’.
‘Ciao Rosa, non ti dispiace se ho portato Lucia con me vero ? Oggi non va a scuola ed ho pensato di non lasciarla sola a casa’.
‘Ma figurati..’, fa lei con un cenno della mano. ‘E’ un onore, venite, mio marito è di là che sta stappando il prosecco’.
Entrano, la casa è lussuosa, marmo ovunque, alle pareti quadri raffiguranti scene di caccia, paesaggi notturni, la padrona di casa gli fa strada lungo uno stretto corridoio, scendono verso il basso imboccando una rampa di scale alla sinistra del corridoio. Lucia ammira rapita la donna che si muove elegante mentre conversa con suo nonno, i suoi fianchi ondeggiano fasciati dalla stretta gonna rosa. Arrivano in un altro salone, meno sontuoso del precedente, alle pareti le scene raffigurate cambiano, non più paesaggi o scene di caccia, ci sono scene di orge, feste pagane rappresentate in ogni minimo dettaglio, Lucia guarda le figure a bocca aperta mentre segue suo nonno e la donna che percorrono il corridoio incuranti delle rappresentazioni.
La ragazza si sofferma a guardare un dipinto, un’abbondante fanciulla con le vesti tirate completamente sulla schiena che viene sodomizzata da un satiro col corpo di uomo e le gambe di capra, il membro dell’ibrido è un palo enorme e nodoso, il sedere della donna è dipinto in ogni suo minimo dettaglio.
‘Dai Lucia, vieni”, la incita il nonno.
La ragazza sobbalza, accenna ad un si col capo e corricchia verso i due che la stanno aspettando.
Il salone è sontuoso, un tappeto rosso copre tutta la superficie della stanza, tre divani neri sono disposti a semicerchio di fronte ad un tavolino moderno intarsiato finemente con ideogrammi giapponesi, dello stesso stile sono i mobili, marrone scuro con le ante di bambù.
Alle spalle dei divani un enorme tavolo ad otto posti di vetro e legno, a fianco del divano di destra un attrezzo strano che a Lucia ricorda una gogna francese, anch’esso di stile etnico, con un cuscino rosso poggiato sulla base dove, pensa tra sé, si dovrebbe inginocchiare il penitente.
I quadri alle pareti sono sempre sullo stesso stile di quelli del corridoio, corpi nudi accoppiati in tutte le posizioni. La mano sulla sua spalla la fa sussultare.
‘Lucia, che c’è ?’, è Rosa che le si è avvicinata, ‘scusa per i quadri,, lo so che sono un pochino’.ehm’osè.. Ma tu sei grande no ? Se ti disturbano possiamo andare al piano superiore.
‘No no..’, risponde la ragazza, ‘..Tutto a posto, solo che ero rimasta incuriosita da quel’quel coso lì..’.
Lucia indica la moderna gogna, Rosa sorride divertita :’si lo so, è un regalo di un nostro caro amico, e dove se non in questa stanza potevamo metterlo ?’.
Convinta della sintetica spiegazione Lucia si avvia verso suo nonno che, nel frattempo, sta parlottando con un uomo alto, capelli brizzolati, muscoli retti a stento dalla elegante camicia bianca.
‘Ah Lucia, questo è Matteo, il marito di Rosa”, lei gli porge la mano e lui invece di stringerla la bacia, come un uomo di altri tempi, Lucia arrossisce.
Matteo versa il prosecco nei bicchieri degli invitati, conversano amabilmente del più e del meno, Matteo racconta a Lucia aneddoti divertenti su suo nonno, si conoscono da sei anni, si sono conosciuti grazie ad un investimento consigliato da Fernando al marito di Rosa e sono rimasti amici. Rosa versa dell’altro prosecco nel bicchiere di Lucia :’Allora, come ti trovi, qui ? Ti sei ambientata ? Lo so la vita di provincia può essere noiosa per te che vieni dalla città ma posti come questo possono rivelare sorprese inaspettate..’.
‘No, mi piace qui, è un po’ diverso ma ci sto bene, e poi il nonno è tanto buono con me..’, risponde Lucia con la faccetta che rivela una malizia sconosciuta.
Si spostano dal divano alla tavola, Rosa e Matteo sono degli ottimi cuochi ed il pranzo è delizioso e divertente.
Lucia a tavola beve due bicchieri di vino, è seduta accanto a Rosa, la donna riempie il bicchiere della ragazza ogni volta che lo vede vuoto, la ragazza si sente la testa leggera.
Dopo pranzo prendono il caffè comodamente seduti sul divano, Lucia osserva Rosa, bionda, occhi verdi, un seno prominente e rigoglioso contenuto appena dalla canottiera scollata che indossa sopra la gonna. Rosa si sente osservata da quella ragazzina curiosa, ne percorre i lineamenti con gli occhi, si passa la lingua tra le labbra.
‘Vogliamo giocare ?’, fa Matteo rivolto agli ospiti.
‘Certo, è una vita che non lo facciamo, un peccato perdere queste belle abitudini”, risponde Fernando lanciando un occhiata complice ai coniugi.
Lucia guarda tutti e tre interrogativa :’Che gioco”.
‘Vieni con me”, le fa Rosa prendendola per mano e conducendola attraverso una porta rossa.
‘Vedi, quando siamo in vena, con certi amici, ci piace fare dei giochi di ruolo, di solito ci vestiamo come dei personaggi di fantasia e facciamo cose che nella vita non faremmo mai’.
‘Che personaggi ?’, chiede la ragazza.
‘A volte gli uomini si vestono da poliziotti e inscenano una retata o un arresto in casa, a volte le donne si vestono da maestre oppure interpretano ruoli di qualche film o racconto famoso’.
‘Sembra carino..’, risponde Lucia, ‘..e i vestiti li comprate ?’.
‘Col mio lavoro ne ho molti, inoltre alcuni li ordiniamo..’.
Da sotto la porta scivola un cartoncino, Rosa lo raccoglie e lo legge :’Vediamo cosa ci tocca fare questa volta..’, fa strizzando l’occhio alla ragazza.
Lucia è molto curiosa ed aspetta di conoscere i ruoli.
‘Allora..’, fa Rosa, ”tu interpreti la cameriera, io faccio la suora e quei due mascalzoni di là fanno i preti, padroni del monastero dove viviamo’.
‘Ma perché in monastero ci sono le cameriere ?’, risponde Lucia sarcastica.
‘Qualche licenza ce la concediamo, vedrai è divertente interpretare un altra persona..’.
Rosa apre un armadio a sei ante, Lucia e la donna trovano i corrispettivi abiti.
‘Tieni prendi questi”, fa Rosa porgendo a Lucia un paio di calze autoreggenti, un reggiseno nero a coppa che lascia scoperta la maggior parte del seno ed un paio di mutandine talmente piccole da essere inesistenti.
La ragazza guarda con aria interrogativa Rosa.
‘Vedrai, ti staranno benissimo, la sensazione è piacevole, sentire i tessuti sulla propria pelle fa uno strano effetto..’, dicendolo Rosa si sfila la gonna e la canottiera, il suo reggiseno contiene a malapena il suo seno, i suoi capezzoli enormi fuoriescono da due aperture ad asola sulle coppe. Lucia rimane a guardare la donna che si spoglia davanti a lei, ammira le sue forme rotonde, i suoi capezzoli rossi, grandi, inturgiditi dal contatto continuo con la canottiera. Quando Rosa si sfila le mutandine Lucia vede che è bionda naturale, i suoi peli ricci sono curati e coprono la fessura generosa della donna.
‘Beh’che fai non ti prepari”, fa Rosa sorridendole.
Lucia si spoglia a sua volta, si nasconde dietro un anta aperta dell’armadio, si sente confusa, quella confidenza con la donna la fa sentire strana, il vino bevuto le fa girare leggermente la testa, si sfila gli abiti ed indossa la lingerie datale da Rosa.
Si osserva allo specchio, la sua piccola patatina implume praticamente ingoia tra le sue labbra la stoffa delle minuscole mutandine, dietro ha un solo filo nero che le attraversa il solco delle natiche, il reggiseno lascia scoperti i suoi piccoli capezzoli rosei. Infila le autoreggenti e senza chiederlo Rosa le passa un paio di scarpe nere dal tacco vertiginoso. Le due donne finiscono di prepararsi, Rosa abito monacale con tanto di velo, sarebbe perfetta se non indossasse dei sandali altissimi che le sbucano dalla tonaca; Lucia un cortissimo vestitino nero che le lascia scoperte metà delle natiche, grembiulino bianco e cuffietta dello stesso colore.
Escono dalla stanza, i due ‘cardinali’ siedono sul divano rosso, le guardano con sufficienza, il cardinal Matteo schiocca le dita verso Lucia :’Portami dell’altro brandy”, le fa altezzoso.
Lei va verso il bar, perde due minuti a capire qual è il brandy.
‘Non c’è più la servitù di una volta vero mio caro cardinal Fernando ?’.
‘E’ vero mio caro’ma veniamo a noi .. di cosa è accusata la nostra sorella”, risponde facendo un cenno alla monaca che sta ferma contrita in un angolo.
‘Oh, si è abbandonata ai piaceri della carne con il macellaio, l’abbiamo scoperta stamane con le sottane oscenamente tirate su che si accoppiava con quel sudicio uomo, se lo immagina mio caro ?’.
Nel frattempo Lucia, che finalmente ha capito cosa è il Brandy, si a avvicina a Fernando, rimane accanto a lui in piedi.
‘Beh !!…’, fa lui, ‘..dove ti hanno insegnato a servire, lì c’è il bicchiere’, fa indicando il tavolino davanti il divano :’versa, coraggio..’.
Lucia si china a versare il liquido nel bicchiere, facendolo da le spalle ai due uomini che rimangono estasiati dalle natiche strette e bianche della ragazza, il perizoma e le autoreggenti esaltano il biancore della sua pelle.
‘Venga qui sorella..’, fa cardinal Fernando.
Rosa la monaca si avvicina.
‘E’ vero quello che dice il santo cardinale padre !!!!’.
‘Mi perdoni vossignoria, è vero”, risponde la donna inginocchiandosi e congiungendo le mani, ‘..la mia carne è stata debole, il demonio mi ha tentata ed io non ho saputo resistere.. sono pronta ad espiare”.
‘E così sia”, fa Cardinal Fernando prendendo la monaca e conducendola verso la gogna.
Matteo versa il contenuto del brandy per terra, Lucia lo guarda smarrita.
‘Cosa fai piccola stupida, chinati ed asciuga’. Subito’, fa lui imperioso.
Lucia, rapita da quel gioco obbedisce, si inginocchia per terra, le natiche completamente scoperte ed inizia ad asciugare col grembiule.
‘Mh.. ecco.. ora sarai punita per i tuoi peccati..’, Fernando ha Sistemato Suor rosa sulla gogna, inginocchiata, la testa e le mani sono intrappolate dalla parte superiore del marchingegno, impossibilitata a muoversi continua a ripetere :’punitemi mio signore, non sono degna”.
‘Venga collega cardinale, elargiamo la giusta punizione alla peccatrice’, fa Fernando all’altro uomo.
Matteo si alza non prima di ordinare :’Tu piccola sgualdrina continua a pulire per terra e non ti rialzare”.
Lucia rimane carponi sul pavimento, il suo sedere sempre in bella vista, nota che anche rosa lo sta guardando, lei lusingata lo muove leggermente mentre fa finta di pulire, il gioco la diverte.
I due cardinali alzano le sottane della suora, mettono in mostra il suo culo generoso.
‘Mia povera peccatrice dovrai soffrire un po’ per espiare le tue colpe, ma ricorda sempre che questa è la strada che conduce al paradiso”, fa Matteo colpendola con uno schiaffo sulle natiche.
Rosa emette un gridolino, non è dolore, la sua espressione è soddisfatta.
‘Si padre mi punisca perché sono stata una peccatrice..’, lo incita la suora.
Lucia rimane allibita dalla piega che sta prendendo il gioco.
I due uomini iniziano a dare dei piccoli schiaffetti sul culo di rosa, ad ogni colpo i gridi diventano sempre più simili a gemiti.
‘Mhh .. sono una peccatrice .. punitemi ancora ..’, la donna muove il sedere, lo porge verso la piacevole punizione che i due ‘preti’ le stanno infliggendo.
Lucia si alza, si siede sul divano, di fronte il viso bellissimo della donna che ad ogni colpo emette i suoi gridolini dischiudendo sensualmente la sua bocca, passandosi la lingua sul labbro superiore.
La ragazza ammira le protuberanze dei due uomini, malcelata dalla tonaca, sente il suo miele colarle tra le gambe, le apre leggermente e con le dita inizia a toccarsi intorno alle piccole labbra delicate della sua fichetta.
Fernando va verso il viso di Rosa, alza la tonaca e porge alle labbra della donna il suo cazzo completamente duro.
La donna lo accoglie nella sua bocca, ora ad ogni schiaffo che il marito le rifila il suo grido è soffocata dalla carne dura del nonno di Lucia che le tiene la testa e le infila il suo tarello fino in gola.
Matteo schiaffeggia la moglie sul culo mentre guarda la ragazzina sul divano che si è scostata le mutandine e si sta masturbando ferocemente, vede le sue esili dita entrare dentro la sua fica ed uscirne madide di umori.
‘Vieni qui ‘..’, intima Matteo a Lucia, ‘inginocchiati davanti a me’.
Lucia obbedisce, il suo viso è all’altezza della vistosa protuberanza dell’uomo.
‘Prendilo in bocca.. forza.. non perdere tempo..’.
La ragazza solleva la tonaca, il cazzo di Matteo è molto più grande di quello del nonno, ingorda lo prende in bocca saggiandolo con la lingua.
Fernando sta scopando furiosamente Rosa nella sua bocca, il cazzo è lucido della saliva di lei, le tiene la testa con le due mani e le scivola sulla lingua fino all’ugola.
Lucia stenta ad ingoiare tutto il bastone nodoso ed enorme di Matteo, allarga le sue labbra più che può, gli piace il suo sapore forte, le piace muovere la lingua sulla cappella dell’uomo, sentire i movimenti del cazzo ad ogni suo colpo di lingua.
‘Ora lecca lei”, ordina Matteo alla ragazza indicando il culo di suo moglie che si muove frenetico.
Lucia gattona verso le generose natiche di Rosa, le scansa il filo del perizoma rivelando il suo tenero buchino, non ha mai pensato che avrebbe leccato un’altra donna, veramente non aveva mai pensato al sesso prima che suo nonno la iniziasse e certe pratiche.
La sua lingua si avvicina tenera alla scura aureola grinzosa di Rosa, le dà dei timidi colpetti con la lingua.
Rosa, si sfila il cazzo dalla bocca, è eccitata e senza freni :’dai piccola, leccami la fica, leccami il culo, bagnami tutta con la tua lingua’sono una peccatrice, me lo merito’.
Matteo si china dietro Lucia, le sue mani le allargano le natiche, la sua lingua va diretta sul suo buchino inesplorato, Lucia si contrae un attimo al contatto, rilassandosi dopo pochi secondi, la lingua che umetta il suo piccolo fiore scuro le piace, fa altrettanto con quello di Rosa.
La ragazza diventa sempre più audace, le sue piccole dita frugano nel ventre della donna, escono ed entrano lubrificate dal liquido che esce dalla fica di Rosa, la sua lingua si insinua nel pertugio scuro del suo culo.
Matteo assapora entrambi i buchi di Lucia, la sente muoversi sotto le sue, mani, sotto i suoi sapienti colpi di lingua.
Fernando si piazza dietro Rosa, porge il suo cazzo alla nipote che lo ingoia in un sol colpo, la ragazza si sta godendo la lingua di Matteo che la sta leccando in ogni centimetro della sua intimità.
Lucia vede il nonno poggiare la cappella sull’entrata dell’orifizio anale di Rosa, vede la sua carne cedere all’ingresso del cazzo del nonno, Rosa emette uno strillo di piacere.
Matteo fa girare Lucia, lei si sdraia, può vedere il nonno che sta inculando Rosa dal basso.
Matteo le allarga le gambe, la lecca selvaggiamente e si inginocchia puntando il cazzo verso la sua fichetta madida e gocciolante, la penetra con delicatezza, ad ogni centimetro Lucia sente se stessa aprirsi di più, sente la carne dell’uomo invaderle prepotentemente il ventre, una calore improvviso le si sprigiona dallo stomaco scendendo verso il basso.
Fernando tiene saldamente per i fianchi Rosa, sodomizzandola, allargandole le natiche per vedere il suo buco del culo ricevere il cazzo. La donna, immobilizzata dalla gogna, ha il viso rosso dal godimento, le sue mani si muovono convulse bloccate dai ceppi.
Per Lucia inizia l’estasi, sente il corpo non appartenerle più, tutto concentrato su quell’unico punto di contatto tra lei e l’uomo che la sta scopando, sente sopraggiungere l’orgasmo.
Fernando si sfila dal culo di Rosa e prende il posto di Matteo, entra dentro la nipote come se fosse burro, lei geme ad occhi chiusi, ignara di chi la sta scopando, la piccola si gode ogni momento.
Matteo sfila dai ceppi la moglie, la fa inginocchiare in modo che lei possa baciare, Lucia. Le due aprono le labbra, ebbre di godimento, Matteo entra nel culo, ormai pronto, della moglie, Rosa muove la sua lingua contro quella di Lucia, Fernando scopa la nipote tenendole le caviglie.
Rosa urla il suo orgasmo mentre sta baciando Lucia, Fernando si sfila dalla nipote. Rosa si inchina tra le gambe della ragazza e le infila due dita nella fica, inizia a muoverle velocemente mentre con il pollice le titilla il clitoride, i due uomini si masturbano sul viso della ragazza che sognante viene in un grido selvaggio.
Il getto di liquido caldo le esce dalla fica inondando il volto di Rosa che si lecca le labbra.
Getti di sperma impiastricciano il viso di Lucia, la sborra le cola dappertutto, sulle guance, sul collo.
Giacciono per alcuni minuti esausti sul pavimento.

‘La prossima volta facciamo i poliziotti”, dice Matteo a Fernando.
‘La prossima volta voglio essere punita”, fa di rimando Lucia, tutti ridono sudati e stanchi.

Claudio non è riuscito ad avvertire Lucia e suo padre del suo ritorno anticipato, il contratto è stato portato a termine, il cliente è soddisfattissimo. Guarda fuori dal finestrino del treno, passerà in pasticceria e farà una sorpresa a sua figlia, sorride felice, forse la sua vita sta cambiando.
Prologo.

Il rientro di Claudio non fu come si aspettava. Si immaginava un ritorno accolto da entusiasmo per il contratto concluso, una sorta di redenzione agli occhi della figlia dopo il fallimento di quegli anni.
Invece Fernando e Lucia lo accolsero abbastanza freddamente, sua figlia assorta a guardare la TV, suo padre chiuso nella stanza non si fece vedere che molte ore dopo.

A tavola parlarono brevemente della trasferta di lavoro, Claudio andò a letto presto, salutò Lucia e si infilò nel letto.
Verso le 22 sentì il cellulare squillare.
‘Pronto ?’
‘Ciao Claudio.’
‘Fabiana ?’
Era sua moglie, la puttana che lo avevo abbandonato scappando con il faccendiere tunisino, la donna che non gli era stata a fianco nel momento in cui ne aveva più bisogno.
‘Che vuoi.’, gli chiese seccamente, irritato e con il cuore in tumulto.
‘Lo so che sei arrabbiato ”, rispose lei, ‘ ‘ ma ho bisogno di vedere mia figlia, io ed Hassam siamo in Italia, stiamo venendo lì, tra un paio di giorni, tre al massimo.’
Silenzio.
‘Claudio ? Mi senti ?’
‘Si ci sono, che cazzo ti credi di fare, non ti permetto di rientrare nella nostra vita in questo modo, non ti azzardare a farti vedere a casa nostra e, soprattutto, non azzardarti ad avvicinarti a Lucia. Ci stiamo riprendendo ora e non abbiamo bisogno di te.’

Attaccò il telefono, bruscamente. Il sonno sopraggiunse molte ore più tardi.

Compagni di scuola.

Il liceo del paese è una struttura dei primi del ‘900, in principio era un riformatorio poi adibito a scuola. Lucia lo frequenta controvoglia, al di fuori del rapporto particolare col nonno la ragazza continua ad essere molto chiusa ed introversa.

La lezione di italiano procede lentamente mentre Lucia guarda fuori dalla finestra, si chiede come saranno le cose a casa visto che il padre è tornato. I giochini col nonno si interromperanno o continueranno di nascosto?

La pallina di carta la colpisce sul naso, si gira di scatto e vede Piero, un ragazzo lentigginoso, che siede a due banchi di distanza da lei, ridacchiare con i suoi due amici.
‘imbecilli ”, pronuncia silenziosamente le ragazza mentre cerca di darsi un contegno e torna a guardare fuori, la giornata è calda e Lucia vorrebbe stare col nonno, la scoperta del suo corpo, delle sensazioni e pulsioni che l’atto sessuale le provoca la rende ansiosa ed eccitabile.
Un’altra pallina.
‘Ora basta idioti !!!!’, strilla rivolta verso il terzetto dispettoso che l’ha presa di mira.
La professoressa sbuffa verso di lei.
Alla terza pallina di carta Lucia prende il libro di grammatica e lo tira verso Piero prendendolo in pieno naso. Il ragazzo sanguina, la professoressa lo manda al bagno.
‘Lucia ‘ Dal preside ‘ svelta ”, urla la professoressa indicando la porta a Lucia.
La ragazza si alza di scatto e si avvia, arrabbiata, verso la stanza del preside.

Il preside è un omino calvo, basso. Porta degli occhiali di corno nero ed una giacca verde acido che si sposa malissimo con i pantaloni rossi che indossa. Lucia lo guarda intimorita, è la prima volta che viene richiamata in classe, di solito è una ragazza pacifica, incapace di reagire alle provocazioni.

‘Mia cara signorina, la professoressa Chellini mi ha informato sui fatti accaduti in classe. La cosa è molto grave, la nostra scuola non permette gesti di questo genere e di solito li puniamo con l’espulsione ”.

Espulsione, mai nella sua vita Lucia pensava che le potesse capitare una cosa del genere.

” tuttavia ”, proseguì il preside, ‘ ‘ vista l’amicizia profonda che mi lega a suo nonno Fernando le commuto l’espulsione in una punizione che lui stesso deciderà. Ora vada, telefonerò a suo nonno, lui saprà cosa fare.’

Lucia tornò in classe, per il resto della giornata non disse più nulle ne si interessò delle lezioni.
All’uscita della scuola Piero, il ragazzo lentigginoso la fermò :’ehi puttanella, questa te la faccio pagare ”, le disse in tono minaccioso.
Giulio, il più alto dei tre le strappò la borsa e ne svuotò il contenuto a terra, ridacchiando.
Lucia, rossa dalla vergogna si chinò a terra per raccogliere le sue cose. Il terzo, Dino, un ragazzotto tozzo con una faccia tonda, capelli rasati con basettoni lunghi e sempre vestito come se fosse appena scampato da un conflitto nucleare, si chinò all’altezza del suo viso e le disse :’stai preoccupata, mò sono cazzi tuoi ”.
Se ne andarono, tutti e tre ridendo sguaiatamente.

Tornata a casa Lucia cercò il padre, trovò suo nonno che la informò che Claudio era uscito per lavoro e sarebbe tornato in nottata.
‘Nonno ”, accennò lei in tono dimesso.
‘Taci..’, fece lui furibondo, ‘ ‘ che vergogna, dopo tutto quello che sto facendo per te. Questo è il ringraziamento.

Il nonno girava per la stanza con le mani intrecciate dietro la schiena, continuò :’ho convocato i tre ragazzi con cui ti sei accapigliata, verranno a casa nostra verso le 16, ora vai in camera tua e non uscire finché non ti chiamo io’.
‘Ma ‘ nonno’.
‘Silenzio e vai in camera tua, sul letto troverai dei vestiti, mettiteli quando è ora di uscire’.
Lucia andò nella sua stanza.
Fernando compose un numero al cellulare.
‘Ciao, si è tutto pronto, iniziamo alle 16, ti volevo ringraziare per l’intuizione, è stato geniale il modo in cui l’hai condotta in questa situazione, tutto procede bene’.
Ascoltò il suo interlocutore.
‘si farò in modo che suo padre rimanga fuori a lungo, noi ci vediamo fra tre giorni al raduno del Concilio ‘ ok, ti saluto’.
Chiuse la comunicazione, un lampo maligno gli attraversò il viso.

Lucia nella sua stanza guardò sul letto, un corto vestito color oro con un ampia scollatura sul di dietro era adagiato sulle lenzuola. Sotto il vestito della lingerie nera, di pizzo trasparente, le coppe del reggiseno avrebbero lasciato scoperta la parte superiore del seno, le mutandine erano un minuscolo triangolino di stoffa. Ai piedi del letto facevano capolino un paio di decolleté nere lucide ed altissime, calze e reggicalze completavano il tutto. Lucia si chiedeva perché il nonno volesse farla vestire così per l’incontro con i suoi compagni. Si sdraiò sul letto e si addormentò cercando di calmare l’ansia che la pervadeva.

Il nonno la chiamò alle mezz’ora prima delle 16. Lucia indossò gli abiti cercando di capire il motivo ma incapace di ribellarsi. Quando si presentò al nonno lui le intimò di stare zitta, le mise sugli occhi una benda e la condusse verso le sue stanze, quelle chiuse a chiave e sulle quali Lucia aveva fantasticato a lungo. Scendono delle scale, l’aria è leggermente più fredda ed umida, a Lucia sembra uno scantinato. Fernando la posiziona ferma in un punto imprecisato dell’ambiente, le lega i polsi dietro la schiena con delle manette.

‘Aspetta qui e non ti muovere, non osare muoverti, imparerai a comportarti, cribbio ”, la sua voce è gelida.
Lucia inizia a singhiozzare, non sa come reagire.
Il nonno sale le scale. Torna pochi minuti dopo accompagnato da altre persone, i suoi compagni di classe, pensa Lucia.
‘Cari ragazzi ”, esordisce il nonno di Lucia, ‘ ‘ innanzitutto vi ringrazio per esservi presentati con un così stretto anticipo, vi garantisco che i vostri genitori, miei carissimi amici, avranno la mia riconoscenza ”.
Lucia ascolta incuriosita le parole del nonno, non capisce il senso di tutti quei salamelecchi.
” ora il problema è che mia nipote vi ha offeso, ribellandosi ed umiliandovi. A sua discolpa posso dire che non sa nulla di noi, non è ancora tempo, ma a voi lascio l’onere e l’onore di lavare l’onta subita. Sul tavolo troverete alcune ‘libagioni’ che credo vi saranno gradite, ora lasciate che scopra il volto di mia nipote, è vostra, fatene ciò che volete ”.

Finito il discorso Fernando si avvicinò alla nipote togliendole le bende, le sussurrò all’orecchio :’sii obbediente, sii accondiscendente e non ti succederà nulla, vedrai sarà tutto molto piacevole’.
Lucia aveva il cuore in gola, non capiva di cosa avesse parlato il nonno, sembrava una sorta di cerimonia. Quando le bende le furono tolte dagli occhi vide l’ambiente circostante, una stanza enorme, grezza. I dipinti appesi alle pareti sembravano dipinti dallo stesso autore dei quadri che aveva osservato a casa di Rosa. Erano, se possibile, ancora più osceni.
I suoi tre compagni la salutarono con le mani mentre bevevano il vino poggiato sul tavolo di legno scuro posto ad una lato della stanza. Lucia era in piedi su una pedana di legno, nella pedana c’erano quattro buchi di cui la ragazza non capiva l’utilità. I suoi compagni aspirarono avidamente le strisce bianche ordinatamente preparate per loro dal nonno, droga immaginò.
Le fecero segno di raggiungerli, Lucia obbedì, incapace di opporsi, impaurita ed ansiosa.

‘Inginocchiati al bordo del tavolo ” le intimò Piero, il ragazzo con le lentiggini.
Lucia si inginocchiò, sentì il click della chiave delle manette, i suoi polsi erano liberi, il ragazzo più alto le porse una banconota arrotolata ”
‘Sniffa ‘ su dai !’, le fece il ragazzo.

Il nonno era ad un lato della stanza, riprendeva il tutto con una telecamera digitale, silenzioso regista dell’iniziazione della nipote.

La ragazza si chinò sul tavolo, titubante, mentre i tre ragazzi la incitavano, il più alto iniziò a sbottonarsi i pantaloni. Lucia tremava.

La polvere la fece starnutire, non si era mai drogata, l’emozione e la paura la facevano tremare come una foglia. Nel frattempo i tre ragazzi si erano denudati, i loro membri erano eretti, la vista della ragazza li eccitava, era così docile, il vestitino corto color oro si apriva a lasciar scoperta tutta la schiena fino all’incavo del sedere, incorniciato dal reggicalze e dal minuscolo perizoma nero.

Piero le scoprì le natiche, piccoline ma tonde ed invitanti. Lucia restò in ginocchio, confusa ed intimorita. Guardava i cazzi dei tre ragazzi, mentre i membri del lentigginoso e di quello alto erano quasi normali, quello del ragazzo tozzo, Dino, era enorme, largo e nodoso, lo guardava inorridita.
La mano di Giulio le spinse la testa verso il suo cazzo :’Prendilo in bocca, su, succhialo ”.
Lucia obbedì, aprì la bocca ed iniziò a spompinare il ragazzo alto. Gli altri due fecero lo stesso porgendo alla ragazza i loro membri duri.
‘Mhhhh senti la puttanella come lo succhia ”, fece Giulio rivolto ai suoi amici.
Piero le girò la testa con forza per portare la bocca di Lucia ad ingoiare il suo cazzo.
Lucia lo succhiò docile, gli occhi chiusi, la testa leggera ed il cuore in tumulto, la droga iniziava a fare il suo effetto, le piaceva succhiare cazzi, non le importava di essere umiliata dagli stessi ragazzi che le avevano dato fastidio in classe, la sua parte nascosta, quella che aveva portato alla luce suo nonno, stava avendo il sopravvento.

Quando Dino, il ragazzo rasato, le poggiò la cappella sulle labbra Lucia guardò rapita l’enormità di quel cazzo, il pensiero di farsi scopare da quel mostro di carne la stava eccitando.
Il cazzo di Dino le scivolò tra le labbra, Lucia lo umettò con la lingua, il ragazzo spingeva sempre di più, le arrivò in gola, le labbra spaventosamente spalancate a ricevere quel cazzo enorme.
‘Daiiii, ingoialo troia ”, la incitavano i ragazzi.

La spogliarono, la sua carne bianca, il rosa delicato dei suoi capezzoli erano alla loro mercé.

Piero si inginocchiò dietro di lei, poggiò il cazzo sulla fichetta bagnata e calda. Un colpo di reni ed entrò nel ventre accogliente di Lucia, un gemito le sfuggì dalle labbra. Giulio e Dino le sbattevano i loro cazzi duri sulle labbra :’ tira fuori la lingua troia ”, la incitarono.
Lucia aprì oscenamente la labbra, tirò fuori la lingua, i due ragazzi le sputarono sulla bocca, sbattevano i lori membri nodosi sulla lingua, le entravano nella bocca, a turno, scopandola fino in gola. Lucia gemeva ad ogni colpo di Reni di Piero, che la stava scopando, lei si girò verso di Lui :’daiii, più forte ”

Il ragazzo si rivolse ai suoi amici :’avete sentito la zoccoletta ‘ non gli basta un cazzo, forse ne vuole due ”.
Piero le allargò le natiche, sputò sul suo piccolo buchino, vi infilò un dito che, agevolato dalla saliva, le scivolò nel sedere dolcemente.
‘Aiiii ”, strillò la ragazza.
‘Shhhh ”, le fece Dino infilandole nuovamente il cazzo nodoso tra le labbra e spingendo la testa della ragazza verso di lui.
‘Fra poco non sarà solo un dito ad entrare nel tuo culo da troia ‘ lo vuoi ?’

La ragazza non riusciva a parlare soffocata dall’ammasso di carne che le riempiva la bocca, rivoli di saliva le scendevano viscidi dai lati delle labbra, il trucco le era colato dandole l’aspetto di una battona da strada.
‘Dimmi che lo vuoi nel culo ‘.’, le intimò Dino sfilandole il cazzo dalla bocca e tirandola per i capelli fino ad avvicinarla al suo viso.
‘Siiiii, mettimelo nel culo, lo voglio nel culo ”.

Dino la lasciò, e si mise in piedi dietro il culo di Lucia mentre Piero prese il suo posto ed iniziò a farsi spompinare.

La cappella enorme del ragazzo rasato si poggiò lievemente sul buco ambrato del culo di Lucia, tremava ansiosa ed allo stesso tempo impaurita, non era mai stata presa nel culo.
‘Mhhhh nonno ”, fece lei rivolta a Fernando, che continuava a riprendere con la telecamera, ‘Guarda come la tua nipotina si fa inculare ‘ ti piace nonno ?’
Fernando le rispose :’si piccola mia, mi stai dando una grande soddisfazione ‘ brava cucciola’
Dino spinse, il piccolo orifizio di Lucia si aprì ad accogliere il mostro di carne del ragazzo, la ragazza gridò.

Giulio scivolò sotto di lei, la penetrò. Mentre Dino la inculava aumentando il ritmo dei colpi Giulio iniziò a scoparla, Lucia colava copiosamente, il ragazzo sentiva scivolare il cazzo nella fica calda e bagnata. Piero scopava Lucia in bocca, con forza, le sbatteva il cazzo sulle guance. Dino le allargava le natiche mentre il suo cazzo enorme le slabbrava l’orifizio anale con forza. Lucia stava impazzendo di piacere, si sentiva piena, ogni suo muscolo era teso a verso il godimento assoluto.

Dino le schizzò nel culo, sentì il liquido caldo inondarle la pancia, urlò anche lei rapita da un orgasmo mai provato prima. Dino si alzò e le porse il cazzo lordo ed ancora duro :’puliscimelo bene troia, leccalo’.

Nel sentire il suo stesso sapore, mischiato a quello del ragazzo Lucia venne di nuovo, urlando ancora più forte. Giulio e Piero, ormai al culmine del piacere le sborrarono sul viso mentre lei ancora leccava avidamente il cazzo di Dino. Sporca di sperma ed umori si avvicinò carponi verso suo nonno in evidente stato di eccitazione, gli sbottonò i pantaloni ed iniziò a succhiargli il cazzo teso.

‘Mhhhh nonno, il tuo cazzo è sempre il più bello ‘.’, mugolò mentre il nonno riprendeva il pompino che sua nipote gli stava facendo. Eccitato le schizzò in faccia quasi subito inondandole il viso trasfigurato dal godimento.

‘Che piccola puttana che sei ‘ ‘, le disse il nonno emozionato e sorpreso da tanta devozione,” la prescelta perfetta ”

Lucia non capì cosa intendeva il nonno, era ancora persa nell’eco del suo orgasmo, si leccò le dita, lorde di sperma e si alzò, baciando il nonno con amore.

‘Sono tua ”, gli sussurrò all’orecchio,’ ‘ tua per sempre, tua schiava ”.

Epilogo.

Il preside Lorenzi sedeva comodo nella sua poltrona di pelle, i pantaloni abbassati mentre la professoressa Chellini lo stava omaggiando di un pompino profondo e bagnato. La stretta gonna nera della donna era tirata su fino alla schiena, mostrando un generoso culo da troia, ben aperto e disponibile. Il preside parlava al cellulare mentre con la mano libera spingeva la testa della professoressa fino alla radice del suo cazzo.

‘Si, come è andata ?’
‘Mhhh, bene, potrebbe essere pronta prima del previsto’
‘Va bene, ci vediamo al raduno ‘ si, il posto è quello prestabilito, ho già avvertito il capo dei Carabinieri di evitare controlli nella zona ‘ le donne sono tre, manca la quarta ‘ ah, ci stai pensando tu ? ok, ci aggiorniamo’.

La professoressa alzò gli occhi verso l’uomo, lui le schizzò sul viso sporcandole gli occhiali, lei se li sfilò e li leccò, a non sprecarne una sola goccia.

Fabiana guardava assorta il panorama, altre quattro ore di viaggio e sarebbero arrivati in Umbria, nel piccolo paese del padre di Claudio, il suo ex-marito. Non vedeva sua figlia Lucia da tre anni, non sapeva com’era diventata. Il suo ex aveva chiuso tutti i canali di comunicazione, non le aveva permesso di divederla né tantomeno di sentirla al telefono.

Certo Fabiana non poteva biasimarlo, lo aveva lasciato di punto in bianco, lo aveva messo di fronte alla sua relazione e ad un biglietto di sola andata per Tunisi.

La sua relazione con Hassam era iniziata per gioco. Era andata a cena con alcune amiche, lo faceva puntualmente una volta a settimana quando era sposata. Come era solito lei e le sue amiche si erano truccate pesantemente e vestite in modo provocante, proprio per attirare su di loro gli sguardi degli uomini. Si ricordava benissimo quella sera, aveva indossato un tubino nero lucido che le lasciava quasi completamente scoperto l’abbondante seno. Il vestito era talmente aderente che non lasciava nulla all’immaginazione, il tutto era condito da calze velatissime ed un paio di sandali neri dal tacco vertiginoso. Suo marito non era mai geloso, era un convinto sostenitore della fiducia nella coppia e faceva di tutto per non andare contro le sue convinzioni, purtroppo per lui.

Quella sera cenavano in un ristorante del centro, famoso per la facilità con cui si abbordavano donne sole. Lei e le sue amiche ridevano di gusto agli apprezzamenti più o meno velati dei clienti del ristorante, civettavano allegramente quando il cameriere si presentò con un biglietto per Fabiana. Lo aveva mandato un affascinante uomo di colore che sedeva a due tavoli alla loro sinistra. Indossava un abito nero ed una camicia bianca. Nel biglietto invitava la donna al suo tavolo per un drink.

Fabiana accettò, spinta dalle sue amiche. Quando l’uomo si alzò per farla accomodare notò la sua altezza ed il suo splendido portamento. Parlarono per ore, lui si trovava in Italia per un incontro di affari, si occupava di importazione di manufatti africani per arredamenti di lusso. Fabiana lo guardava rapita mentre parlava, era affascinante colto e simpatico, qualità che di certo non poteva associare a suo marito.

Finirono a letto la sera stessa, Fabiana fu travolta dalla fisicità, dalla carnalità dell’uomo. Lui la scopò come nessuno l’aveva mai scopata, in un modo così perverso ed eccitante che non ne poté più fare a meno. Si videro parecchie volte da allora, ogni volta che l’uomo tornava in Italia la chiamava, lei ormai aveva smesso di andare a cena con le amiche per tenersi quel giorno di libertà e dedicarlo ad Hassam.

Quando Hassam la mise di fronte ad un bivio : ‘o vieni con me o la nostra storia è finita’, la sola idea di non vederlo più la fece sentire vuota. Non ebbe il coraggio di affrontare Claudio, gli scrisse un biglietto e scappò col suo amante.

‘Sei pensierosa ”, le disse Hassam mentre la osservava.

Si scostò il capelli corvini, lunghi e lisci, dal volto, Hassam non gli permetteva di tagliarli. Poco dopo il suo arrivo a Tunisi aveva scoperto il vero carattere dell’uomo con cui era fuggita. Per Hassam la donna era di sua proprietà, non ammetteva discussioni, quando decideva qualcosa non la interpellava mai, tutto era sotto il suo controllo, nella vita come a letto. Nel corso di quegli anni Hassam aveva sottoposto Fabiana a pratiche sessuali che lei non avrebbe mai immaginato.

Questo però non la disturbava affatto, era comunque felice, in un certo senso libera dalle decisioni, adorata e rispettata, guidata e protetta, dal punto di vista sessuale si era completamente abbandonata nelle mani dell’uomo ricavandone piacere ed appagamento.

Anche l’idea di rivedere sua figlia era stata di Hassam, un giorno le aveva proposto di fare un viaggio in Italia per rivedere Lucia. Fabiana ne era stata felice anche se si era chiesta il motivo per cui il suo uomo le avesse chiesto una cosa del genere, visto che durante quegli anni non l’aveva nemmeno nominata, anzi, le poche volte che Fabiana aveva provato a contattare sua figlia, Hassam l’aveva duramente rimproverata.

‘Nulla, pensavo a come sarà rivederla, come sarà cresciuta ‘ mi chiedo se mi vuole ancora bene dopo quello che le ho fatto ”, si interrompe, si aggiusta la gonna del vestito scuro e corto che indossa, le calze a rete le danno fastidio a contatto con la pelle dei sedili, ‘ ‘ chissà se mi vuole parlare’

‘Non ti preoccupare, i ragazzi sono tutto istinto e nervi, vedrai che appena ti rivedrà sarà felice di buttarsi tra le tue braccia ”

‘sarà ”, rispose Fabiana scettica.

‘Senti ”, continuò Hassam, ‘inutile pensarci ora, andiamo a prendere un caffè nel vagone ristorante, vieni’

Uscirono dalla cabina, si diressero verso il vagone adibito a bar. Attraversando lo stretto corridoio incontrarono quattro ragazzi che parlottavano tra di loro guardando dai finestrini, dovevano essere militari che tornavano dalla licenza, si scansarono al passaggio dei due, commentando con gli occhi la procacità di Fabiana. La donna sentì su di se lo sguardo dei ragazzi, per nulla turbata si girò verso uno di loro sorridendo.

Presero due caffè, in silenzio, ognuno perso nei propri pensieri. Tornarono verso il loro scompartimento, i militari erano ancora sul corridoio, Fabiana passando strusciò contro uno di loro, entrarono nel loro scomparto e si sedettero.
Dopo pochi minuti i quattro ragazzi erano dinanzi i vetri della cabina, parlavano tra di loro buttando di tanto in tanto lo sguardo su Fabiana.

‘Tirati un po’ su la gonna ” chiese Hassam alla donna.

Fabiana in modo disinvolto si sistemò meglio sul sedile facendo attenzione a far salire la gonna di qualche centimetro lasciando scoperte le gambe ed il pizzo dell’autoreggente. Accavallò le gambe dondolando il piede distrattamente mentre i ragazzi si davano gomitate l’uno con l’altro per attirare l’attenzione sulla donna provocante all’interno dello scompartimento.

‘accarezzati le cosce, lentamente ” proseguì Hassam.

Fabiana iniziò ad accarezzarsi le gambe, la sua mano salì dalla caviglia verso la coscia, poi si diresse verso l’interno, allargò lentamente le gambe scoprendo la pelle nuda dell’inguine.
Uno dei ragazzi si fece coraggio ed entrò nello cabina.

‘Posso ?’
‘Prego’ rispose Hassam invitandolo con la mano sul sedile al suo fianco.

Fabiana allargò la gambe ancora un poco mostrando la sua biancheria intima, le mutandine trasparenti nere spiccavano tra le cosce bianche della donna, il ragazzo, imbarazzato guardava lei e dava una fuggevole occhiata all’uomo, come a cercarne il consenso.
Hassam aveva lo sguardo perso fuori dal finestrino, fingendosi distratto, in cuor suo godeva nel mostrare la sua donna. Entrò un secondo ragazzo, si sedette accanto a Fabiana che, con lo sguardo fisso su Hassam, continuava ad accarezzarsi le gambe.
Le dita della donna salivano sempre di più verso l’inguine, la gonna era completamente tirata su, la sua mano accarezzava la pelle nuda tra l’autoreggente e le mutandine, sfiorò la fica attraverso il tessuto trasparente, premette il dito tra le grandi labbra.

Ora anche gli altri due erano entrati nella cabina, Hassam chiese a quello più vicino alle porte scorrevoli di chiudere le tende.

Fabiana si sfila le mutandine, la sua fica è deliziosamente in mostra, umida e morbida, la accarezza, si penetra lentamente con le dita, se le porta alla bocca, apre le sue labbra carnose, lecca il suo sapore con la lingua.

I ragazzi sono eccitati, quello vicino ad Hassam si tocca il cazzo duro attraverso i pantaloni, il più vicino a Fabiana le poggia una mano sulla coscia, sale verso la mano della donna, l’accarezza prima di toccare la carne morbida della sua fica. Fabiana sospira, Hassam la guarda eccitato, le fa un lieve cenno con la testa, lei obbediente si china tra le gambe del ragazzo che la sta accarezzando, gli tira giù la zip, infila le sue dita nella patta, tira fuori il suo cazzo, lo accoglie tra le labbra.

Gli altri ragazzi si avvicinano alla donna, i cazzi in tiro, si masturbano guardando la scena, Hassam, muto spettatore, si accende una sigaretta, la bocca increspata da un sorriso compiaciuto.

Fabiana lecca i ragazzi a turno, succhia i loro giovani cazzi ad occhi chiusi, uno di loro le afferra la nuca, la spinge verso di se, l’asta le scorre per intero in bocca, la sua lingua percorre ogni millimetro del bastone carnoso, prende aria guardando negli occhi il ragazzo, passa ad un altro, lo ingoia sfilandosi l’uccello dalla bocca lentamente.

Le mani dei ragazzi percorrono febbrilmente il corpo di Fabiana, si insinuano nel corpetto, le scoprono il seno prosperoso, stringono tra le loro dita i capezzoli turgidi, uno di loro inizia a leccarli mentre gli altri hanno le loro dita ed i loro cazzi dentro ogni buco della donna.

Quello più vicino a Fabiana la fa sdraiare, le allarga le gambe, la lecca prima di penetrarla, entra in lei tenendole le caviglie, gli altri la scopano in bocca, sbafata di rossetto ed umori, succhia avida le cappelle dei giovani, percorre con la lingua le loro aste dure.

‘Inginocchiati davanti a me !’ le ordina Hassam.

Fabiana si scosta dal giovane che la sta scopando, si inginocchia dinanzi il suo compagno, si tira su la gonna scoprendo il suo culo morbido e tondo, si scosta il filo del perizoma mentre Hassam si prende il cazzo in mano e lo offre alle labbra della donna.

‘allargati le natiche con le mani, mostragli quanto sei troia ” le ordina di nuovo.

Fabiana si porta entrambe le mani sulle natiche, le allarga, mostra ai ragazzi il suo buchino slabbrato, lo accarezza con un dito. Uno dei militari si inginocchia dietro di lei, le inizia a leccare il culo, lo umetta avidamente, lo penetra col dito che le si insinua dentro come nel burro. Il cazzo nodoso di Hassam le arriva in gola, lo succhia avida, struscia la cappella sulla lingua ingorda. Uno dei ragazzi le entra nel culo, emette un urlo, le sue mani sempre a tenere aperte le natiche, sente il cazzo del ragazzo scivolarle dentro mentre altre mani la toccano ovunque, geme e gode.

‘Ma che cazz”’ in quel momento i partecipanti si girano verso le porte dello scompartimento aperto. Il controllore è immobile all’entrata, gli occhi sbarrati sulla scena.

‘tesoro ” fa Hassam rivolto verso Fabiana che tiene il cazzo dell’uomo stretto nella mano a pochi centimetri dalla bocca ‘un altro cazzo per te ‘ sei felice ?’

‘Mhhhh si ” risponde Fabiana allargando le labbra ed ingoiando nuovamente il cazzo del suo compagno.

‘Prego si accomodi ” fa Hassam rivolto al nuovo venuto che, dopo un attimo di smarrimento, si chiude le porte scorrevoli alle spalle ed inizia a sbottonarsi i pantaloni, si siede ed inizia a masturbarsi toccando il seno di Fabiana che nel frattempo viene inculata a turno dai ragazzi.

Il primo raggiunge l’orgasmo, estrae il cazzo dal morbido buco della donna e le schizza sulla schiena.

‘Mhhhhh, calda ‘. Dio quanto mi fate godere ” mugola Fabiana, ‘ ‘ sborratemi dentro, riempitemi di sperma ”

Il controllore si alza, la afferra per le natiche e le entra dentro, inizia ad incularla mentre la donna lecca il cazzo del suo uomo, i ragazzi le sbattono i cazzi sul viso, lei tira fuori la lingua leccandoli e succhiandoli eccitata.

Uno dei ragazzi le schizza sul viso, il fiotto caldo le inonda il volto, le cola sul collo, il controllore sborra dentro di lei, si sente riempire dal liquido caldo e viscido. Fabiana viene urlando e gemendo, un altro schizzo la raggiunge sulle labbra, lo lecca avida per poi tornare ad ingoiare il cazzo di Hassam che la afferra per i capelli, la spinge fino alla radice del suo membro, le tiene la testa premuta mentre le schizza nella gola.

‘ Ingoialo tutto troia ‘. Bevi’

Fabiana ingoia e gode di nuovo, lo sperma le esce dal buco del culo dilatato e rosso, le cola tra le cosce, lei lo spalma voluttuosa sul suo corpo.

Mancano due ore al loro arrivo, il pensiero della figlia è momentaneamente sparito ‘ i ragazzi ricominciano a toccarla, lei guarda il suo uomo che, con una luce maligna negli occhi, la guarda dicendole : ‘Datti da fare troia’ non vedi che non sono ancora soddisfatti ”

Lei acconsente felice ed obbediente.

‘Pronto ? Si sono Fernando, puoi proseguire con il piano su Claudio, è tornato da Firenze …’.

Claudio era seduto alla scrivania, controllava il budget rimasto dopo la trasferta a Firenze, l’accordo era stato proficuo, il prossimo anno avrebbero incassato i proventi del nuovo investimento, era contento di come stavano andando le cose; l’unica cosa che stonava era l’imminente ritorno della sua ex moglie, sapeva che stava tornando, non era pronto ad affrontare quella situazione, l’abbandono ancora bruciava. Dopo essere stato lasciato non era più stato con nessuna donna, occasioni ne aveva avute, in fondo era un bell’uomo, ancora piacente, ma l’idea di avvicinarsi ad un altra donna lo faceva star male.

Chiuse il portatile e guardò fuori dalla finestra, era una giornata calda e non aveva voglia di stare in ufficio. Squillò il telefono.

‘Pronto ?’
‘Pronto, salve, sono la professoressa Chellini, l’insegnante di sua figlia Lucia, potrebbe essere così gentile da venire a scuola, devo parlarle di sua figlia a quattr’occhi …’
‘Ma ci sono problemi ?’ rispose ansioso Claudio.
‘Niente che non si possa risolvere con una bella chiacchierata …’ rispose la donna accomodante.
‘ok …’ le rispose Claudio ‘mi dia una mezz’ora e sono lì, a dopo’

Claudio attaccò il telefono, si mise la giacca e prese la macchina, Lucia in quegli anni non gli aveva mai dato problemi. Ultimamente la vedeva un po’ strana, quasi assente in sua presenza, mentre lei era sempre più attaccata a suo padre, il nonno Fernando, lo stronzo che non perdeva occasione per umiliarlo o denigrarlo di fronte a sua figlia.

Arrivò a scuola di Lucia prima di mezzogiorno, sua figlia doveva essere ancora in classe.

Lucia era in bagno quando entrarono Dino, Giulio e Piero, i tre ragazzi che l’avevano scopata davanti al nonno giorni fa. Lucia li salutò un po’ sospettosa, era intenta a rinfrescarsi il viso, china sul lavandino, le gambe coperte da una minuscola minigonna, il suo piccolo seno stretto nella camicetta verde.

‘Oi ragazzi, questo è il bagno delle ragazze, avete sbagliato posto …’ disse Lucia scherzando.
‘Lo sappiamo, nessuno sbaglio …’, rispose Dino.
‘Ah …’ fece lei incrociando le braccia ‘ ‘ e quindi cosa volete ?’
‘Ti abbiamo portato un piccolo regalino …’ rispose Piero agitando davanti al naso della ragazza una bustina con della polvere bianca ‘pensavamo che avresti gradito’.

Lucia guardò il sacchetto con interesse, aveva provato la polverina giorni prima, l’effetto era stato dirompente, si era lasciata andare ad ogni genere di sensazione, essere posseduta da tre maschi contemporaneamente l’aveva catapultata in una dimensione del piacere totale e sconosciuta.

‘Ve bene …’ disse sorridendo ‘ ‘ accetto volentieri il regalo’

Risero, Piero preparò le striscette di polvere bianca che poi offrì agli altri. Lucia tirò su col naso un po’ di polvere, Dino intanto le iniziò ad accarezzare il sedere, lei lo lasciò fare, la situazione la intrigava. La mano di Piero alzò leggermente la corta gonna, la ragazza indossava un perizoma nero, le scostò il filetto sottile accarezzandole con l’indice il buchino nascosto.

Claudio era seduto dinanzi la professoressa Chellini, Carmela Chellini, nubile, quarantacinque anni, appassionata di Science Fiction e Fitness. Sembrava che la donna lo avesse chiamato per parlare di lei e non di sua figlia. Ora la guardava mentre lei gli raccontava della serata di beneficenza a cui aveva partecipato sere prima. Claudio non riusciva a capire dove volesse arrivare, la sua bocca, carnosa, esaltata da un rossetto al limite del mignottesco, non accennava a fermarsi. Anche l’abbigliamento della professoressa non era propriamente sobrio : indossava un maglioncino leggero con una vertiginosa scollatura a V da cui straboccavano due seni grossi e sodi, abbronzati ed invitanti. La sua gonna nera fasciava un culo generoso e tondo che lei non esitava a mettere in risalto ogni volta che si girava verso la libreria alle sue spalle per prendere questo o quell’altro opuscolo informativo sulle attività della scuola.

‘Ehm, professoressa, è tutto molto interessante ma ‘. qual’è il problema di mia figlia ? Non mi ha fatto venire qua per questo ?’ disse Claudio.

‘Oh mi scusi …’ face la professoressa con un gesto della mano, si tirò su gli occhiali di corno grigi e proseguì.
‘Sua figlia mi preoccupa un pochino signor Claudio, la vedo assente in questo periodo, svogliata. All’inizio era partita molto bene, attenta anche se un pochino taciturna. Ora in classe non segue con attenzione le lezioni, si assenta spesso per andare al bagno’

Si sporse dalla scrivania mostrando il suo seno agli occhi di Claudio, bisbigliò :’sospetto che si tratti di droga …’.

Claudio trasalì, non poteva immaginare sua figlia invischiata in storie di droga, era sempre così attenta e premurosa, certo era cambiata un pochino ma immaginava che il cambio di città avesse provocato quel cambiamento. Ora pensare che sua figlia avesse problemi di droga lo faceva star male.

‘Ma ne è sicura ? Guardi che magari è solo un momento temporaneo, la ragazza sta crescendo …’

‘Signor Claudio …’ rispose secca la professoressa Chellini ‘… ho una certa esperienza in questo campo e le assicuro che c’è qualcosa che non và in sua figlia, come se fosse stata ‘ contaminata …’

‘… Ma ‘ io !’ Claudio era inebetito, fissava incredulo la donna che sedeva dinanzi a lui, lei lo osservava curiosa, dura nell’espressione anche se, ad essere più attenti, c’era una nota di divertimento nel suo sguardo.

La Chellini si alzò di scatto, si avvicinò a Claudio e gli porse la mano.

‘Venga con me, sono stata avvertita dal bidello che sua figlia si è assentata nuovamente dalla classe, vedrà con i suoi occhi ‘.’

Incredulo Claudio si alzò dalla sedia, percorse i corridoi della scuola seguendo l’insegnante fino ad arrivare dinanzi la porta del bagno delle ragazze. Il bidello era fermo in un angolo, lo scopettone in mano, come se fosse una guardia reale a difesa della fortezza.

‘Bastiano, resti all’entrata e non faccia entrare nessuno’ ordinò la professoressa.

Dino sniffò una altra striscia di coca mentre Lucia, inginocchiata sul pavimento del bagno leccava il cazzo degli altri due ragazzi, la gonna le era salita su mostrando il culo invitante al ragazzo intento a preparare altre strisce per i suoi compagni.
‘la troietta è una pompinara nata ” fece rivolto ai suoi amici ‘ è vero piccola Lucia che ti piace il sapore del cazzo ?’

Lucia interruppe il pompino che stava facendo a Piero, la saliva le colava dalla bocca, gli occhi arrossati dalla droga e dall’eccitazione. Piero e Giulio erano in piedi nello stretto spazio del gabinetto, i pantaloni tirati giù, approfittarono della pausa della ragazza per sniffare ancora. Lucia si avvicinò gattonando verso Piero e rispose : ‘Si mi piace da matti il sapore del cazzo, voglio anche il tuo che è bello grosso, fammelo assaggiare …’
Piero non se lo fece ripetere, tirò giù la lampo e porse il cazzo alle labbra di Lucia che lo accolse ingorda, la sua mano cinse la base carnosa del membro ed inizio a mandarlo giù ingoiandolo tutto, mugolava.

Claudio e la professoressa Chellini erano nel gabinetto attiguo, attraverso un piccolo foro praticato sulla parete adiacente al bagno, dove sua figlia era impegnata, osservava inorridito la scena, la sua piccola, inginocchiata dinanzi a tre ragazzi, succhiava il loro cazzo come se fosse una troia esperta, il suo corpo oscenamente scoperto, il suo viso rosso dall’eccitazione. La professoressa lo abbrancò da dietro, gli mise una mano sulla patta che, come aveva intuito, era gonfia a causa dello spettacolo.
Claudio si girò di scatto e lei gli sussurrò all’orecchio :’ti piace eh ‘ in fin dei conti tua figlia è una gran bella troietta …’
Claudio uscì di scatto dal bagno e si introdusse in quello dove sua figlia stava dando spettacolo.
La porta si spalancò all’improvviso, Lucia divenne pallida, suo padre era lì in piedi, alle sue spalle la professoressa Chellini che, non vista da suo padre, ghignava.

‘Lucia ‘ cosa cazzo stai facendo ?’ Claudio si scagliò verso la ragazza, fu fermato da Piero che, essendo basso ma ben piazzato, lo immobilizzò contro il muro, tenendogli ferme le mani.

‘Shhhhh stai buono nonno, non fare piazzate …’ fece il ragazzo rivolto al padre di Lucia.
‘Ma come cazzo ‘ lasciami stronzetto …’ fece Claudio cercando di liberarsi dalla morsa del ragazzo.

‘Signori ‘ signori ‘ vi prego ‘ intervenne la professoressa Chellini.
‘Cerchiamo di mantenere la calma …’ proseguì rivolta verso Claudio ‘ cerchi di essere comprensivo, le ho detto che ho molta esperienza in questo campo’.

La donna prese tra le dita il sacchetto di polvere bianca.

‘Come le dicevo ‘ droga …’ ne tirò fuori un pizzico con l’indice e se lo portò al naso, sniffando profondamente.

‘Ma lei è pazza ‘ siete tutti pazzi …’ urlò Claudio incredulo.

‘Dice ?’ rispose sarcastica la donna ‘però il suo cazzo non la pensa così …Piero, tienilo fermo’

La donna si avvicinò a Claudio, gli tirò giù pantaloni e mutande scoprendo il cazzo semi eretto dell’uomo che, istintivamente, cercò di coprirsi. Lucia restava inginocchiata, osservava la scena mentre con la sua mano continuava, meccanicamente, a masturbare uno dei ragazzi.

‘Mhhh ha un bel cazzo signor Claudio ‘ ‘ disse la professoressa all’uomo, poi si rivolse ai ragazzi dicendo :’voi continuate pure, prego Lucia …’

Dino afferrò la testa di Lucia verso il suo cazzo, la ragazza oppose una minima resistenza prima di accoglierlo in bocca.

‘Lucia ?’ fece supplicante Claudio.

La ragazza fece finta di non sentirlo, il cuore le scoppiava in petto ma non riusciva a resistere, il richiamo della carne, la voglia di provare sensazioni forti, quel calore che le saliva dal ventre le impediva di avere pensieri coerenti, tutto il suo essere era proiettato verso il piacere.

La professoressa Chellini si inginocchiò di fronte a Claudio, ancora tenuto immobile contro il muro, aprì la bocca ed ingoiò avida il cazzo dell’uomo.

‘Mhhh ‘.’ fece la donna guardando Claudio ‘… ti è diventato subito duro ‘ che padre perverso ”

‘Maledetta puttana ‘ fammi liberare’ urlava il padre di Lucia. Di fronte ai suoi occhi sua figlia stava spompinando due suoi compagni, vedeva la sua lingua umettare i cazzi tesi dei ragazzi, ingoiare i loro membri fino in fondo. Uno dei due, Giulio, fece girare la ragazza facendole poggiare le mani sul bordo della tazza, le si avvicinò alle natiche, si sputò sul palmo della mano per poi bagnarle la fica. Lucia riprese a succhiare il cazzo di Dino, Giulio la scopava da dietro, le allargava le natiche, le infilava il pollice nel culo.

La professoressa Chellini si era tirata su la gonna, a gambe larghe leccava il cazzo del padre di Lucia, guardava la ragazza usata come una troia, godeva dell’eccitazione perversa del padre che, aveva smesso di opporre resistenza, lo sentiva spingere il bacino mentre lei lo accoglieva tra le labbra.

‘Mah allora ti piace proprio eh ‘ Guarda la tua figliola come è avida di cazzo, non ti eccita vederla scopata come una troia, non la trovi adorabile ?’

Claudio taceva, guardava sua figlia godere montata dei quei due giovanotti.

‘Metteteglielo nel culo …’ ordinò la donna.

Piero lasciò il padre di Lucia che non si mosse una volta libero. L’uomo inerte con le mani incollate al muro osservava scena irreale, la professoressa ingoiava il cazzo di Claudio fino alla radice, poi lo sfilava pian piano dalla sua bocca e ne leccava gli umori.

Lucia gemeva e strillava ad ogni affondo di Piero nel suo culo. Le era entrato dietro senza bagnarla, le aveva fatto male ma ora il piacere stava avendo il sopravvento, sentiva il suo buchino dilatarsi ad ogni colpo del grosso cazzo, colava umori tra le cosce, la sua lingua, le sue labbra erano occupate a succhiare i cazzi degli altri due, stava per venire, sentiva l’orgasmo montarle dentro, come un onda.

La professoressa Chellini afferrò il membro di Claudio, ormai mostruosamente duro. L’uomo era rassegnato, eccitato da quel turbinio di sesso in cui era stato precipitato.

‘Vieni piccola ‘ vieni a sentire quanto è buono il cazzo di papà …’ fece la professoressa rivolta a Lucia. La ragazza obbediente si diresse verso suo padre, lo guardò.

‘Scusa papà’ fece ‘ma non ne posso fare a meno, è bello, mi piace, non sentirti in colpa, ti faccio stare bene io …’
Claudio non riusciva a guardarla, una parte di lui era ripugnata dall’idea di quello che stava per accadere, ma, un’altra parte anelava quel momento sublime, quello in cui le labbra di sua figlia si sarebbero chiuse intorno alla sua cappella gonfia per donargli quel piacere così proibito.

Lucia scivolò lentamente in basso, le sue labbra a pochi centimetri dal membro duro del padre, Claudio ne poteva sentire il respiro. Lucia baciò dapprima timidamente il cazzo del padre, poi un altro bacio, un pochino più audace, la sua mano strinse la base gonfia del membro paterno, una altro bacio ancora, una punta di lingua che sfiora la cappella tesa. Claudio geme. Lucia allarga le labbra e si fa scivolare il cazzo del padre nella bocca, lentamente, la lingua tesa ad assaggiarne ogni millimetro, stringe le labbra.

La professoressa Chellini a gambe larghe seduta sulla tazza si sta facendo scopare da Piero,Dino e Giulio la scopano in bocca sbattendogli i loro cazzi duri sulle labbra, sulla lingua, sul viso.

‘Mhhh piccola mia che fai ?’ mugola Claudio. Sono anni che non tocca una donna, anni di masturbazione solitaria e triste. Un piacere mai provato prima lo afferra ai lombi, lo fa scoppiare in bocca a sua figlia, lo sperma scivola copioso nella gola della ragazza che ingoia tutto mentre continua a masturbare suo padre leccando le ultime gocce rimaste.

I tre ragazzi fanno inginocchiare la professoressa sul pavimento, le schizzano in faccia, le ricoprono di sperma il viso mentre lei si tortura i capezzoli gemendo di piacere.

Si rivestono tutti in silenzio, i primi ad uscire sono i tre ragazzi, salutano cordialmente Lucia, che ricambia intimidita, terminata l’eccitazione è rimasta la vergogna, non riesce a guardare in faccia suo padre.

‘Claudio …’ si rivolge la professoressa verso il padre di Lucia ‘ora la posso chiamare Claudio no ? Spero che questa storia rimanga tra di noi, sarebbe ben spiacevole per tutti noi e, specialmente per lei, se questa storia trapelasse. Diciamo che ci sono aspetti della vita di sua figlia che lei non conosce e non capisce, le lascio un po’ di tempo per pensarci su ‘ nel frattempo si goda le doti meravigliose della sua bambina, farà bene a tutti e due’

Anche la professoressa uscì dal bagno. Claudio era in piedi, sua figlia era avvinghiata a lui, la guardò, il suo sguardo era tenero ma allo stesso tempo selvaggio ed eccitante, la baciò sulle labbra, prima timidamente, poi le loro lingue si incontrarono in un bacio voluttuoso e sensuale.

‘Mio dio che sto facendo …’ esclamò mentre la sua mano scese verso la gonna della figlia.

In casa di Fernando c’è un silenzio innaturale, è l’ora di pranzo, il soggiorno e la cucina sono deserti.
La stanza segreta di Fernando è aperta, Fabiana si muove come un ossessa, Hassam le stringe il seno mentre lei lo cavalca, Fernando le umetta il buco del culo, la fa chinare di più e le entra nello sfintere con forza, Fabiana urla e lo incita a continuare.

‘Sei sempre stata una gran troia, quel coglione di mio figlio non ha mai saputo fare nulla, nemmeno con te’

‘Zitto e scopami vecchio porco ‘ mi mancava essere inculata dal tuo gran cazzo …’ lo zittisce Fabiana.

Fabiana ansima, sente l’orgasmo che sta per arrivare, aumenta il movimento del bacino. Hassan le tira i capezzoli, li stringe forte, lei urla in preda al dolore ed al piacere. Viene, Fernando sente l’anello del suo sfintere stringersi nel momento dell’orgasmo, le schizza nel culo mentre Hassan le infila il cazzo nella gola, le viene tra le labbra, liquido caldo nella gola.

Fernando si accende un sigaro e si siede sulla poltrona.

‘Il raduno si terrà nel posto prestabilito ‘. ti aspettavamo …’ fece rivolto verso la sua ex nuora.
‘Lucia ?’ chiese lei.
‘E’ pronta …’ rispose Fernando serio.
‘Non volevo sapere questo, voglio sapere come sta, se ha subito dei traumi, com’è il suo umore …’
‘Ah quello ‘ si, sta bene, ha accettato la sua natura, la sta scoprendo, ogni giorno un po’ di più, è perfetta, penso che sia lei quella che aspettavamo …’
‘Mmmh capisco ‘ e Claudio ?’
‘Lo stiamo coinvolgendo, a momenti dovremmo avere dei riscontri, ho fiducia, forse mio figlio non è completamente inutile …’
‘Voglio vedere Lucia prima del raduno …’ fece seria Fabiana.
‘Lo farai ‘ stai tranquilla.
ATTESA

A tavola Fernando, Lucia e Claudio mangiano in silenzio. Claudio taciturno guarda la figlia mentre si alza per prendere l’acqua, indossa un paio di shorts grigi aderenti, infradito dorate ed una t-shirt corta che lascia scoperta la pancia.

‘Mi hanno detto di quello che è successo ieri ” dice Fernando rivolto al figlio, interrompendo il silenzio.
Claudio arrossisce, colto in fallo non sa cosa rispondere, Lucia continua a mangiare, testa bassa.

‘Non ti preoccupare ” continua Fernando con un sorrisetto malizioso stampato in viso ” conosco bene le attitudini di tua figlia ‘diciamo che è stata in parte merito mio ed in parte la magnifica natura della ragazza ”.

Claudio rimane allibito, sua figlia lo guarda sorridendo timidamente, si alza e si avvicina al nonno, Fernando le cinge la vita, con la mano le palpa il sedere.

‘Mah Lucia ” balbetta Claudio ‘tu ed il nonno ?’
‘Si papà, lo so che può sembrare osceno, ma il nonno mi ha fatto conoscere qualcosa di cui ignoravo l’esistenza, mi sento bene, da quando ce ne siamo andati mi sento veramente bene ”.

Lucia guardò il nonno che, con uno scintillio negli occhi, annuì silenziosamente. La ragazza si avvicinò lenta al padre che la guardava con la bocca spalancata ed una faccia ebete. Si chinò su di lui, la sua fragranza inebriò Claudio che ora la fissava negli occhi, quegli occhi scuri che, quando era piccola, lo avevano intenerito, ed ora, adulta, lo conturbavano al punto di fargli perdere il controllo.
Lucia dischiuse le labbra, increspandole in un sorriso perverso, tirò fuori la lingua con gli occhi socchiusi, si inumidì le labbra e baciò suo padre. Le loro lingue si muovevano, intrecciate in un ballo lascivo e perverso, le mani di Claudio iniziarono a scorrere lungo i fianchi della figlia. Fernando scostò la sedia dal tavolo e si mise comodo per gustarsi la scena.

Le mani di Claudio sono sotto la canottiera di Lucia, le tormentano i seni acerbi, le loro bocche sono umide di saliva. La canottiera sale scoprendo i due splendidi seni bianchi, i capezzoli rosa turgidi e caldi. La lingua di Claudio ne assaggia il sapore, la sua bocca si chiude su quello splendido bocciolo, Lucia chiude gli occhi, la sua fichetta inizia ad inumidirsi. Claudio le abbassa gli shorts, la figlia non indossa niente sotto.
Il dito di Claudio scivola tra le grandi labbra glabre, umide ed eccitanti, scivola dentro sua figlia incapace di resistere al suo richiamo.
Fernando si è aperto i pantaloni, si masturba osservando la scena, Lucia lo guarda, di tanto in tanto, a cercare la sua approvazione e la sua eccitazione.
Claudio si sfila i pantaloni e le mutande, si rimette seduto, sua figlia si inginocchia tra le sue gambe, afferra il cazzo duro e lo infila tra le labbra, i suoi occhi fissano quelli del padre che le tiene la testa.
Fernando si avvicina alla nipote, si inginocchia dietro di lei, le umetta il buco del culo piccolo ed invitante.
La lingua di Lucia scorre l’asta turgida del padre, la insaliva per bene per poi infilarla di nuovo in bocca.
Claudio è perso in quei meravigliosi occhi scuri.
Fernando entra col dito medio nel culo di sua nipote, sente lo sfintere stringersi al suo ingresso, la bocca di Lucia si apre ed emette un gemito di piacere, Claudio la riempie prontamente spingendo la testa della figlia prepotentemente verso il suo cazzo turgido. La testa di Lucia si muove frenetica sull’asta del padre, il suo bacino accompagna il movimento delle mani del nonno che le stanno allargando il culo.

Lucia alza il bacino, posizionandosi gattoni sulle ginocchia, il cazzo del padre nella mano destra, si gira verso suo nonno :’ti prego ‘ inculami ‘ scopami ‘ fammi godere ‘ sto colando dalla fica ”.

Il nonno sogghigna osservando la faccia stupita di Claudio che non crede alle sue orecchie : la sua bambina freme come una cagna per essere inculata. Eccitato riporta la bocca di sua figlia verso il cazzo teso allo spasimo.

‘Dai piccola puttanella ‘ se ti piace così tanto ingoialo tutto, fai vedere a papà quanto sei brava’.
‘Mhhh siiii, dammelo tutto, ti piace come te lo lecco ? Godi paparino ?’ fa Lucia rivolta a suo padre, lo sguardo eccitato, la bocca sbafata di saliva ed umori.

Fernando allarga le natiche della nipote, sputa sul suo buco umido, dilatato dalle sue dita, le scivola nel culo con un colpo di reni.
Lucia urla, sente il cazzo del nonno penetrarle nel culo, sente i bordi del suo buchino cedere ad ogni affondo, si porta una mano alla fica, inizia a masturbarsi, la bocca piena del cazzo del padre.
Claudio sta impazzendo di piacere, suo padre sta inculando Lucia, la tiene per i fianchi mentre ad ogni affondo la ragazza geme e mugola di piacere muovendo il bacino a tempo.

‘Ora leccalo a me, senti il tuo sapore ‘ Claudio prendi il mio posto’.

Fernando si alza e cambia il posto con il figlio, Lucia afferra il grosso cazzo del nonno, suo padre si inginocchia dietro di lei, si afferra il cazzo e lo infila nel buco caldo ed umido della figlia.
Lucia lecca il cazzo del nonno, sentire il sapore del suo stesso culo la eccita ancora di più, se lo fa scivolare in gola, lo sfila madido di umori e saliva.
Claudio allarga le natiche della figlia, gode nel vedere il buco del culo di Lucia slabbrato mentre estrae il suo cazzo per poi spingerlo di nuovo dentro di lei.
Fernando sta per venire.

‘Dai piccola, apri la bocca, bevi tutto ” dice alla nipote mentre si masturba davanti la sua bocca oscenamente aperta.

Lo schizzo riempie la bocca della ragazza che ingoia avida ogni goccia, con la mano raccoglie il liquido denso e lo porta verso la sua bocca.

‘Mhhh buona nonno ‘ mi piace la tua sborra ”.

Claudio si sfila un attimo prima di venire, schizza il suo sperma caldo sulla schiena della figlia urlando come un animale, Lucia viene ansimando e grondando liquidi dalla fica.

‘Siiii papà’.mhhh vengo col culo, daiii siiii’.

Claudio si accascia sul pavimento, non riesce a credere a quello che è successo, bacia la figlia.

‘Piccola mia sei fantastica ‘ non avevo mai goduto così tanto ”.

Fernando ride :’Visto che cos’è la nostra piccola Lucia ?’ continua accarezzandole il viso ‘ ‘ ci aspettiamo grandi cose da lei ”.
‘Ci ?’ risponde Claudio guardingo.

‘Vi spiegherò tutto ‘ fate attenzione ” rispose Fernando accendendosi il sigaro e sistemandosi comodo sulla poltrona.
‘La mia posizione in questo paese me la sono guadagnata, sono arrivato qui con un certo gruzzolo ed una voglia smodata di potere ” proseguì Fernando.
” durante il mio periodo inziale di permanenza a Caldara venni in contatto con un faccendiere che, interessato alla somma in mio possesso, iniziò a consigliarmi certi investimenti. Per farla breve il faccendiere in questione, ormai è morto da tempo, mi fece entrare in un gruppo ristretto di persone dedito a certe pratiche, fisiche e metafisiche, che si discostano notevolmente dalle vie più ortodosse ”.

‘Stai dicendo che fai parte di una setta ” lo interruppe Claudio che, nudo, accarezzava la figlia seduta accanto a lui.
‘Si, una setta, esatto !’ rispose Fernando.
‘Il suo nome è La Cerchia Nera. E’ attiva da centinaia di anni, le sue ramificazioni si spingono oltre i confini italiani, ha influenza sulla vita politica e religiosa ed io, dopo varie vicissitudini, ne sono a capo’.

Lucia interruppe il nonno :’Cosa vi aspettate da me ? A cosa vi servo ?’.

Il nonno sorrise :’Tu sei una delle prescelte, la struttura della Cerchia deve essere tenuta da figure chiave che devono essere sostituite nel caso in cui vengano a mancare. Nel tuo caso tu sei una delle prescelte per essere la Somma Tentatrice, la somma della femminilità, della sessualità, della superbia e bramosia. Un essere di puro istinto, uno degli strumenti massimi che la Cerchia usa per esercitare il proprio potere’.

‘Ma chi sono le altre, come verremmo scelte ?’.

‘Il modo in cui questo avverrà lo scoprirai domani, le altre le conosci ” Fernando si interruppe un minuto, assorto ” una di queste è tua madre ”.
‘Chi ? Ma sei pazzo ? Lei è a Tunisi ”.
‘Sbagliato, lei è qui’ ti vuole incontrare’.

Lucia era sbalordita, in preda ad una ridda di sentimenti contrastanti. Una parte di lei aveva gioito istantaneamente alla notizia, elettrizzata dalla possibilità di rivedere la donna che l’aveva abbandonata. Si rabbuiò di colpo allo stesso pensiero, quella donna l’aveva, appunto, abbandonata, la odiava, l’aveva odiata per tutti quegli anni. Era confusa, incredula, spaventata.

‘Quando ?’.
‘Domani ” le rispose il nonno ‘la incontrerai domani mattina’.
‘E quando sceglierete la Somma Tentatrice ?’ chiese Claudio.
‘Domani notte, ci sarà una cerimonia chiamata Raduno, un evento raro, tutti i componenti della Cerchia saranno presenti’.

Lucia era assente, proiettata alla giornata di domani.

CANNARA – UMBRIA

Era tutto pronto, era il grande giorno, il raduno era alle porte.
Fernando si svegliò di buon’ora, i preparativi richiedevano molto tempo. Claudio dormiva nella sua stanza mentre Fabiana e Lucia erano nel giardino a fare colazione.

‘Quando sei arrivata ?’ chiese Lucia alla madre con tono freddo.
‘Ieri, sono venuta con Hassan, ora sta dormendo, appena si sveglia te lo faccio conoscere ”

Lucia la bloccò immediatamente, riteneva Hassan la causa dell’abbandono della madre, non lo voleva conoscere, anzi, lo odiava con tutte le sue forze.

‘No grazie, non mi interessa, a dire il vero non so nemmeno se voglio parlare con te ! Il nonno mi ha colta alla sprovvista, non mi aveva accennato che tu saresti venuta’.
‘è complicato amore mio ”
‘NON MI CHIAMARE Così …’ urlò Lucia.
‘Ok ” disse Fabiana tirando un lungo respiro per mantenere la calma, ‘ ho sbagliato ok ? Ho sbagliato ad abbandonarti senza dire nulla, non ho scuse .. ma ora sono qui, voglio spiegarti, voglio riavvicinarmi a te in questo momento così importante ‘.’.
‘Quale momento ?’
‘Il nonno mi ha detto tutto, mi ha raccontato della tua ‘. chiamiamola crescita, delle tue esperienze ‘ io vorrei starti vicino ‘ devo starti vicino oggi, in un giorno importante per te ”.

Il nonno aveva raccontato a Lucia del Raduno, le aveva confidato che faceva parte di un gruppo di gente importante, dedita alla salvaguardia ed al controllo dei centri di potere. Il nonno le aveva detto che lei era una delle prescelte per prendere posto nella Cerchia.
Lucia aveva chiesto al nonno se la cosa era pericolosa, come si sarebbe svolta e cosa le sarebbe successo, ma il nonno era rimasto sul vago, rassicurandola soltanto sul fatto che non le sarebbe successo niente di brutto.

‘Vedi piccola mia ‘ il tuo spirito, quello che sei diventata ora, è importante. stasera io e te, insieme ad altre due donne, saremo le tramiti per qualcosa di magnifico. Una di noi sarà scelta come strumento di potere e controllo, è un privilegio che capita raramente ‘ un onore ”.
Lucia era piena di domande, guardava sua madre con l’impulso impellente di buttarle al collo le braccia e stringerla forte. Un’altra parte di lei, quella più selvaggia, quella che aveva imparato ad assecondare durante la permanenza nella casa del nonno, la spingeva invece ad odiarla profondamente. La ragazza era combattuta, disorientata.

‘Spiegami cosa succederà stasera Mamma ‘ ti prego ”.

Fabiana avvicinò la sua sedia a quella della figlia ed iniziò a raccontare.

PERUGIA

Il tenente Lombardi si era appena seduto alla sua scrivania, aveva impiegato circa due ore per arrivare in questura, Perugia era piena di turisti e le strade erano intasate. Davanti a lui c’era un dossier polveroso, tenuto chiuso da un elastico, sul frontespizio c’era scritto in stampatello ‘La Cerchia Nera’ .
Mentre toglieva l’elastico passò un suo collega di fronte l’ufficio, lo chiamò :’Quagliacci, ciao, sai chi ha messo questo dossier sulla mia scrivania ?’
‘Il procuratore ” gli rispose il collega, ‘ ‘stamattina ha chiesto di te, non trovandoti deve aver messo quello sulla tua scrivania ”.
‘Ok, grazie ”.
‘Ah ” riprese il collega, ” mi ha detto di dirti di leggere la mail, ti avrebbe spiegato tutto ”.
‘Ok, grazie’.
‘Ah ‘ mi ha detto di dirti che dopo aver letto la mail devi chiamarlo ”
‘è tutto ?’ chiese il tenete spazientito.
‘Veramente no ‘ ecco il suo numero, me lo ha dato lui’.
Quagliaccia porse al tenente Lombardi un post-it sporco di caffè tutto spiegazzato.
‘Grazie Quagliaccia, efficientissimo come al solito !!!’ rispose il tenente guardando schifato il foglietto appena ricevuto.

Il collega si dileguò cercando di capire se l’ultima frase era sarcastica o meno.
Il dossier constava di almeno una cinquantina di pagine, fogli di giornale, verbali di interrogatori e una decina di trascrizioni di intercettazioni telefoniche, il tenente non riusciva a trovare il nome di chi aveva indagato sul caso.
Accese il computer, attese una decina di minuti che il sistema operativo desse cenni di vita ed aprì la mail.
Dopo aver letto attentamente chiamò immediatamente il numero scritto sul post-it.

‘Procuratore, salve sono Lombardi. Si ho trovato il dossier, non l’ho letto approfonditamente e l’ho chiamata subito come mi ha scritto sulla mail’.
‘Tenente, mi spiace per quello che sto per dirle e mi rendo conto che è come un fulmine a ciel sereno ma lei si deve trasferire, con effetto immediato, a Cannara’.

Cannara, il tenente Lombardi imprecò in silenzio, odiava quel nano maledetto del procuratore, chi aveva ucciso per meritare una simile punizione.

‘Tenente mi ha ascoltato bene ? E’ di vitale importanza che lei legga quel fascicolo, vada a casa, si chiuda nel suo studio, lo legga attentamente e mi richiami al numero che trova in fondo al dossier, non ne faccia parola con nessuno’.

Lombardi attaccò il telefono, si accese una sigaretta.

‘Cha cazzo sta succedendo ” esclamò il tenente. Si affacciò alla finestra, il sole scomparve all’improvviso, celato da una nuvola nera, veloce e carica di pioggia.
‘E ora chi lo dice a mia moglie ?’.
Uscì dall’ufficio bestemmiando tra se e se.

Il raduno era alle porte.

Il Tenente Lombardi era seduto alla guida della sua Lancia Delta diretto verso Cannara. La lettura del fascicolo gli aveva mostrato la vastità dell’incarico che gli era stato affidato. La cerchia nera era la nuova P2, un’associazione segreta con ramificazioni in Italia ed all’estero. L’associazione era coinvolta in più o meno tutti gli scandali degli ultimi anni. La cosa che lo aveva colpito di più era però la parte esoterica della setta che affondava le sue profonde radici in cerimoniali non ben definiti, si parlava di satanismo, stregoneria.
Sua moglie Antonia, dopo la prevedibile sfuriata, aveva accettato di seguirlo con la figlia in quel paesino sperduto al centro dell’Umbria.
Monica, sua figlia, aveva pianto tutta la notte, a diciotto anni era difficile lasciare gli amici e trasferirsi in una comunità così piccola.
Lombardi arrivò a Cannara alle dieci, si presentò in caserma, il capitano non sembrava entusiasta del suo arrivo, anzi, era alquanto nervoso. Affidò il tenente alle cure di un collega che lo accompagnò all’appartamento che , da quel giorno, sarebbe diventata l’abitazione della famiglia Lombardi.

Fernando fremeva, era tutto pronto, grazie ad internet era facile tenere gli innumerevoli contatti con i componenti della cerchia, Lucia si avvicinò a lui assonnata, canottiera, tanga, piedi nudi smaltati di viola, le sue gambe snelle e perfette, il cazzo di Fernando ebbe un guizzo improvviso, sua nipote gli risvegliava l’appetito alla prima occhiata.
‘Ciao tesoro sei pronta per stasera ? hai trovato i vestiti sulla poltrona ?’ chiese il nonno a sua nipote che nel frattempo si stava versando del caffè.
‘Si nonno, ma che strani, sembrano dei vestiti monacali ‘.’.
‘Fa parte della cerimonia tesoro, non ti preoccupare ‘.’.

In quel momento Fabiana entrò in cucina, baciò sua figlia sulla bocca, un bacio dolce ed affettuoso che eccitò ancora di più Fernando. Due generazioni a confronto, ognuna con la propria particolare carica di sensualità.
‘C’è un po’ di caffè per me ?’ chiese Fabiana rivolta a suo suocero.
‘Si te lo verso ” rispose lui ammirando i fianchi larghi e sensuali della donna coperta solo da una sottoveste trasparente.

‘Ciao Hassam ” salutò distrattamente Fernando.

Il compagno di Fabiana strinse la mano di Fernando, si conoscevano da anni, erano entrambi membri della Cerchia Nera, era il loro punto di contatto a Tunisi. Potente ed arrogante Hassam rappresentava tutte le caratteristiche dei componenti della cerchia. Fabiana ne era attratta in modo animale.
Lucia guardava nervosa l’uomo verso il quale aveva rivolto tutto il risentimento per l’abbandono della madre.
Hassam era nudo, coperto solo da un pareo allacciato in vita con un nodo, Lucia guardava il suo viso, bellissimo con i suoi lineamenti duri, l’uomo si accorse dello sguardo della ragazza e si avvicinò verso di lei.

‘Piacere ” le fece l’uomo prendendole dolcemente la mano e baciandola con galanteria, ” tua madre mi ha molto parlato di te’.

‘io invece ho dovuto immaginare ” rispose acida Lucia alla volta dell’uomo.

‘Signori, lasciamo da parte i vecchi rancori ” fece Fernando accomodante, ‘quello che è successo tra voi è acqua passata, state per essere accomunati in una grande famiglia ”.
Poi aggiunse :’Fabiana, fai gli onori di casa e presenta a Lucia il tuo uomo come si conviene ”.

Fabiana si avvicinò ad Hassam e si inginocchiò davanti a lui, sciolse il pareo mettendo a nudo il cazzo dell’uomo. Lucia voleva distogliere lo sguardo dalla scena ma la situazione la eccitava, suo nonno l’aveva fatta diventare una donna golosa di emozioni.
Fabiana aprì le labbra facendo scivolare nella sua bocca il cazzo di Hassam. L’uomo le afferrò il capelli spingendo la testa della donna verso il suo ventre.

‘Vieni tesoro ” fece Fabiana rivolta verso sua figlia, ‘vieni ad assaggiare il nettare del mio uomo ‘ ti piacerà ”.

Titubante Lucia si alzò dalla sedia, si inginocchiò accanto alla madre, che nel frattempo masturbava l’uomo con la mano. I visi delle due donne erano a pochi centimetri l’una dall’altra.
Hassam lasciò i capelli della compagna ed afferrò la nuca di Lucia, la ragazza leccò la cappella dell’uomo, il suo sapore era buono, strinse le sue labbra intorno all’asta tesa.
Mentre Lucia spompinava Hassam Fabiana scese con la mano verso il ventre della figlia, le infilò un dito nella fica accorgendosi di come era bagnata la ragazza.
Le lingue delle due donne si intrecciarono in un bacio sensuale, madre e figlia, accomunate dalla passione.
Hassam afferrò Lucia per i capelli e la fece alzare, con violenza, la fece chinare a forza sul tavolo della cucina, le gambe divaricate, scostò il perizoma ed affondò la sua lingua tra le natiche della ragazza iniziando a leccarle il buco del culo.
Fabiana si mise a gambe aperte sul tavolo offrendo la sua fica alla bocca della figlia. Lucia iniziò a leccare la fessura calda della madre assaporando i suoi umori caldi con la lingua.
Hassam allargò le natiche di Lucia, sputò sul suo piccolo fiore scuro e scivolò con forza nel suo culo.

‘Ahhh fa male ” strillò la ragazza.

Il tunisino godeva nel vedere il buco della ragazza slabbrato dal suo cazzo, con le mani le teneva le natiche aperte per guardare meglio la scena, gli strilli di Lucia lo eccitava ancora di più, alzò gli occhi su Fabiana che spingeva a forza la testa della figlia verso la sua fica.

Lucia infilò la lingua nel ventre caldo di sua madre, il liquido caldo e dolce che le colava dalla fica la inebriava, il dolore della penetrazione le faceva colare gocce di piacere tra le gambe, adorava essere presa brutalmente, in balìa dei sensi.

Fernando si masturbava traendo piacere da quell’orgia improvvisata in cucina, il suo cazzo duro e nodoso fremeva tra le sue mani, sua nipote era una gran puttana, un attitudine naturale per le perversioni più bieche, si avvicinò al tavolo, con violenza tolse distolse la testa di Lucia dalle gambe della madre, la ragazza mugolò.

‘Succhiami il cazzo troia, fai vedere a tua madre come spompini bene il cazzo del nonno ”
‘Mhh sii ..’ rispose la ragazza.
‘Ecco brava ingoialo tutto, così, apri bene la bocca ‘.’.

La bocca di Lucia era oscenamente aperta, si lasciava scivolare il cazzo fino alla gola, poi lo estraeva lurido di saliva.

‘Brava piccola mia ” disse Fernando, poi proseguì rivolto verso Fabiana :’vieni anche tu a leccarmi il cazzo puttana ”.

Fabiana si inginocchiò ai piedi di Fernando, leccò l’asta dell’uomo, poi la porse con le mani alla figlia che lo prese in bocca. A turno succhiavano avidamente quel palo di carne, pulsante e duro.

‘Ahhhhh godoooo ‘ ‘ strillò Lucia mentre raggiungeva l’orgasmo, si portò la mano verso la fica bagnata e calda, Hassam continuava a scoparla nel culo dilatato ed arrossato; le schizzò dentro urlando e dandole schiaffi sulle natiche, ad ogni colpo Lucia godeva di più.

Fernando venne in bocca a Fabiana, un getto di sperma la raggiunse negli occhi, sui capelli, lei leccò la cappella lurida dell’uomo come una zoccola affamata, mugolando e colando umori dalla fica.

Antonia Lombardi diede un occhiata all’appartamento che era stato assegnato a suo marito, era arredato con gusto, c’erano quattro grandi camere ed un balconcino che si affacciava su una vallata verde e rigogliosa. L’appartamento era a quattro minuti dalla caserma dei carabinieri del piccolo paese.
Monica, sua figlia, si diresse verso la stanza che sarebbe diventata la sua cameretta, disfò la valigia, si tirò su gli occhiali con la mano mentre guardava dalla finestra la vita tranquilla del piccolo paesino. Sotto la sua finestra c’era un gruppetto di ragazzi che scherzava chiassosamente, uno di loro, un biondino alto, le sorrise mentre era seduto sul sellino del suo motorino.
Monica si ritrasse dalla finestra, arrossendo.
Aveva diciotto anni ma era una ragazza timida, schiva, rossa di capelli e con una miriade di lentiggini non era quella che si dice in gergo :’una ragazza popolare’.
Monica non era mai stata fidanzata, dedita allo studio ed alle faccende domestiche non aveva molto tempo per coltivare le amicizie. L’unico suo amico era stato un secchione del quarto anno con cui era andata al cinema qualche volta.
Ora si trovava a dover ricominciare in un paese ancor più piccolo di Perugia, suo padre, gelosissimo e severo, non le permetteva molte libertà e lei non ne cercava poi molte.
La scuola per Monica sarebbe iniziata domani, ultimo anno di liceo e poi l’università, lei sperava di poter studiare a Roma ma il padre ancora non aveva deciso, guardò di nuovo attraverso i vetri della finestra, il ragazzo biondo era ancora là, le sorrise di nuovo.

Fernando chiamò Hassam nel suo studio, fumava un sigaro mentre leggeva il quotidiano locale. Aveva parlato con il capo dei carabinieri, era arrivato uno nuovo in centrale, un tenente, direttamente da Perugia, trasferito per direttissima.
Fernando chiese se poteva creare problemi per il raduno che si sarebbe svolto quella sera, ma il capo della polizia lo rassicurò che non ci sarebbero stati problemi.
Hassam entrò e si sedette sulla poltrona di fianco all’uomo che faceva capo alla cerchia.

‘Prepara Fabiana e Lucia, devono essere pronte fra due ore’.
‘E le altre ?’ chiese Hassam.
‘In questo momento le stanno portando nel bosco, alla Spiana di Gibello’.
‘Ai ruderi della chiesa sconsacrata ? bene, un ottimo posto, grande abbastanza per contenere i nostri fratelli ed al contempo al riparo da curiosi e turisti..’
‘Vai ora ” disse Fernando in modo perentorio ‘non dobbiamo fare tardi’.

Hassam si congedò dal suo ospite, andò nella sua camera e preparò due siringhe utilizzando una fialetta contenente un liquido violetto.
Si diresse verso la stanza di Lucia, bussò e lei lo invitò ad entrare.
La ragazza aveva indossato la tunica nera che il nonno le aveva lasciato sulla poltrona, sotto indossava un paio di autoreggenti a rete, un perizoma rosso con delle scarpe di vernice lucida, altissime, dello stesso colore delle mutandine.

‘Brava, vedo che sei pronta ” le disse Hassam mentre ammirava il corpo della ragazza alzando la tunica nera.
‘Si, cosa devo fare ora ?’ era visibilmente nervosa.
‘Siediti sul letto e dammi il braccio ”.

Lucia docile porse il braccio all’uomo che le iniettò il liquido viola nelle vene, la ragazza si addormentò all’istante in un sonno lungo e profondo.
Hassam andò quindi da Fabiana e ripeté l’operazione fatta a Lucia, si fece aiutare dalla servitù a caricare le donne in macchina, lo raggiunse Claudio, il padre di Lucia.
Hassam lo guardò duro, i due non erano propriamente amici, il tunisino aveva rubato la donna all’altro e questi non lo aveva perdonato.

‘Dove le porti ?’.
‘Al raduno, lo sai no ?’.
‘Si ” rispose Claudio rabbuiandosi; negli ultimi giorni erano successe cose che gli avevano cambiato le prospettive, aveva avuto dei rapporti con la figlia scoprendo una parte di se stesso che non conosceva. Suo padre, Fernando, gli aveva rivelato i suoi scopi ed il destino che attendeva Lucia. Claudio dopo un momento di smarrimento iniziale aveva digerito la cosa.
‘Vengo con te, vado a prendere il vestito cerimoniale ”
‘Ah vieni anche tu ?’ chiese Hassam sorpreso.
‘Si mio padre mi vuole fare entrare nella cerchia, oggi mi presento come novizio’.
‘Bene, io ti considero un idiota, ma di amici e confratelli idioti ne ho molti ” disse serio Hassam.
‘Beh almeno sei sincero, e visto che siamo in vena di esternazioni ‘ sei uno stronzo, sincero ma sempre stronzo ”.
Hassam sorrise :’vai a cambiarti, ti aspetto’.

Antonia faceva un giro per il paese, il marito era già andato in caserma per prendere visione del suo incarico. La donna girava curiosa per le strade mattonate del piccolo centro storico. La rocca si raggiungeva a piedi dal loro appartamento in una decina di minuti. Gli uomini e le donne che l’avevano incrociata l’avevano salutata affabilmente per poi, una volta di spalle, commentare a bassa voce con l’amico o l’amica. Antonia non ci faceva caso, anche lei era nata e vissuta in un piccolo paesino, in Calabria, dove gli sconosciuti a volte erano l’occasione di rompere la monotonia della tranquilla vita di paese. Stava percorrendo l’ultimo tratto della salita che conduceva alla Rocca di Cannara, un piccolo castello medioevale che aveva resistito agli anni ed al terremoto che aveva colpito l’Umbria anni addietro, quando un motorino con a bordo due ragazzi le iniziò a girare intorno.

‘Mhh che bella che sei, te lo vieni a fare un giro con noi ?’

Antonia fece finta di nulla, sperando in questo modo di non alimentare la voglia di dar fastidio dei due ragazzi. Quello alla guida, un bel ragazzo biondo, portò il motorino a sfiorarla per toccarle il sedere e poi fuggire fermandosi di scatto a pochi metri.

‘Ma sei pazzo ‘.’ gridò Antonia imbestialita, ” Lo sai chi è mio marito, attento che passi i guai’.
‘Ohhhh il tenente dei carabinieri ‘. Brrrrr che paura ‘. Che è ? Una fiction televisiva ?’ la irrise il ragazzo biondo, per nulla turbato dalla minaccia della donna.
Antonia affrettò il passo sperando che all’ingresso della Rocca ci fosse qualcuno che potesse scoraggiare le molestie dei due giovani.

‘Tieni un bel culo signora bella, ce lo fai vedere ? ” le urlavano i due in motorino.
‘Andatevene ‘ maleducati ” Antonia era scossa, i due non accennavano a smetterla, più aumentava la velocità più il suo sedere, grosso e generoso, attirava le attenzioni dei due ragazzi.
Antonia era una bella donna di quarantasette anni, aveva i suoi bei problemi con smagliature e cellulite ma cercava sempre di essere in forma con ginnastica e cyclette, suo marito mostrava apprezzamento per i suoi sforzi tanto che, dopo quasi trent’anni di matrimonio, avevano ancora rapporti frequenti e soddisfacenti.

‘ALLORA ? VIA, ANDATEVENE ”.

L’ urlo spaventa anche Antonia, l’uomo è sbucato dal nulla, deve avere circa una settantina di anni, alto, capelli corti, bianchi, due occhi ipnotici ed uno sguardo furbo e malizioso.

‘Li scusi signora, sono ragazzi di paese e si annoiano, quando ci sono delle persone che non conoscono si divertono in questo modo, ci penserò io a loro, conosco i genitori ”.

‘Grazie ” rispose Antonia, ‘ ‘ non si preoccupi, capisco, sa, sono madre anche io e so quanto sono difficili i ragazzi ”.
‘Lasci che mi presenti ” rispose l’uomo , ‘ ‘ mi chiamo Fernando, Fernando Solieri signora Lombardi, a sua disposizione per qualsiasi cosa’.
‘Come sa il mio nome ?’.
‘Oh è un paese piccolo questo, si sa tutto di tutti ‘ lo vedrà con i suoi occhi’, uno scintillio malvagio attraverso gli occhi dell’uomo, Antonia non se ne accorse e, in un futuro molto vicino, se ne sarebbe pentita.

Il tenete Lombardi non riusciva a capire, era come se fosse Ferragosto, in caserma non c’era nessuno, aveva fatto richiesta di vari dossier da visualizzare per la sua inchiesta ma non riusciva a trovare l’archivista ed ancora non gli avevano dato la password per l’utilizzo dei computer.
Stava seduto sulla sua scrivania bestemmiando e maledicendo il procuratore per quella missione impossibile che gli era stata data all’improvviso.
Il capo dei carabinieri era stato così scontroso e poco gentile da fargli girare le scatole nel giro di pochi minuti. Ora guardava i boschi che si vedevano oltre le ultime case del paese chiedendosi cosa ci stesse a fare in quel buco di merda chiamato Cannara, si accese una sigaretta, la prima da due anni, era il decennio sbagliato per smettere di fumare.

Monica era sola in casa, si chiuse in bagno, ripensava al ragazzo biondo sul motorino, a come le aveva sorriso. Si alzò la gonna grigia e scostò le mutandine bianche di cotone, era bagnata, lo era spesso. Bastava che un ragazzo la guardasse o che provasse una forte emozione che qualcosa al basso ventre le si scioglieva. Le piacevano molto i ragazzi, li ammirava di nascosto, attraverso i suoi occhiali spessi. frequentemente si trovava a fantasticare su di loro per poi scoprire le sue mutandine fradice ed odorose, allora correva al bagno per masturbarsi velocemente, in silenzio, mordendosi le labbra carnose per non far rumore. Ora era davanti allo specchio del bagno, la sua mano dentro di lei, con l’altra si era sbottonata la camicetta e si stringeva forte il capezzolo. Si guardava allo specchio, le sue lentiggini, i suoi codini, il suo seno piccolo la facevano sembrare una collegiale. Pensava al ragazzo biondo, a come sarebbe stato toccare il suo cazzo, cosa avrebbe provato nel far l’amore con lui. Raggiunse subito l’orgasmo spruzzando copiosamente il suo piacere sulla mano e sul pavimento, brividi irrefrenabili le scuotevano il corpo, i suoi fianchi larghi non smettevano di muoversi, si morse le labbra, si accasciò per terra esausta e soddisfatta.

La Spiana di Gibello si trovava al centro del fitto bosco di Cannara, nel medioevo nella spianata si ergeva una chiesa gotica che poi nel corso degli anni era stata sconsacrata e depredata di tutti i suoi tesori. Negli anni ottanta era diventata il ricovero di sbandati e delinquenti, stupri e violenze avevano intriso il luogo di un aurea malvagia che teneva lontani curiosi e turisti, la cerchia aveva assunto a luogo di raduno quel posto proprio per l’atmosfera maligna che serpeggiava tra le vecchie rocce ed ruderi della vecchia chiesa.
Fernando era in piedi su una collinetta sterrata, i resti della vecchia chiesa formavano una sorta di anfiteatro tutto intorno , dinanzi a lui c’erano centinaia di figure scure, incappucciate sedute sulle ginocchia, che intonavano una nenia cantilenante, ossessiva e lugubre.
Dietro l’uomo, quattro donne svenute giacevano incatenate su altrettanti lastroni di marmo bianco, le loro tuniche lasciavano trasparire la loro nudità sotto i tessuti scuri.
Fernando alzò la mano sinistra e gli astanti incappucciati smisero di cantare.

‘Fratelli ‘ siamo riuniti stanotte per celebrare la traslazione, la resurrezione e l’incoronazione della Somma Tentatrice ‘ tutti voi fratelli siete tenuti a sacrificare qualcosa di vostro, per offrire al nostro oscuro signore la vostra fedeltà, ciascuno di voi sarà il tramite attraverso cui la nostra Regina verrà scelta ”.

Il silenzio nella spianata era irreale, nessun animale sembrava abitare il bosco, Fernando proseguì, si avvicinò ad un pentolone nero tenuto su un fuoco vivo e rosso, estrasse un coltello, strinse forte il pugno sulla lama e fece scorrere il suo sangue nel calderone che sbuffò fuori un fumo nero e denso.
Ordinatamente i presenti si misero in coda, ciascuno aveva un coltello con incise sulla lama strane lettere che, a contatto col sangue, cambiavano colore divenendo rosse incandescenti come la fiamma che bruciava sotto il pentolone.
Il fumo nero che usciva ad ogni offerta di sangue stava aumentando fino a riempire l’area circostante, sottili rivoli di fumo si diressero, come animati di vita propria, verso le quattro donne che ancora giacevano inerti sugli altari bianchi. Il fumo entrò nelle loro narici, risvegliandole dal sonno profondo, i loro occhi erano vivi, accesi dalla stessa luce del fuoco, rossi come lui.
Lucia guardò alla sua sinistra, c’era sua madre accanto a lei, la professoressa Chellini e Rosa, una vecchia amica del nonno.
Fabiana guardava la processione degli incappucciati, seduta sul lastrone bianco allargò le sue gambe oscenamente, i suoi occhi bruciavano di passione, si poggiò sdraiata sui gomiti, il suo ventre offerto ai partecipanti al raduno.
Uno dei servitori di Fernando pose dei bauli aperti accanto ad ogni altare, uno per ciascuna delle prescelte.
Uno degli incappucciati si avvicinò a Lucia, la fece sdraiare, le allargò le gambe strappandole le mutandine rosse, la fica glabra, illuminata dal fuoco e dalle fiaccole accese tutte intorno alla spianata, le catene erano abbastanza lunghe per permetterle di muoversi comodamente ma non le permettevano di scendere dalla altare.
L’incappucciato toccò avido le cosce di Lucia, lasciandole il segno rosso del sangue della sua mano ferita durante l’offerta. Fabiana strillò, un altro uomo incappucciato aveva estratto dal baule una frusta con un manico nero di forma fallica, l’aveva fatta mettere in ginocchio sulla lastra sacrificale ed ora le stava frustando le natiche con violenza, gocce rosse macchiavano il marmo bianco.
La professoressa Chellini era sdraiata a pancia in su, mentre la sua bocca era occupata dal cazzo enorme di uno dei partecipanti al raduno una donna, sempre rigorosamente incappucciata, le stava aprendo il culo con un fallo di legno enorme, lacrime copiose le scendevano ai lati degli occhi.
Un uomo di statura bassa si avvicinò a Lucia con uno speculum metallico, la costrinse a girarsi su un fianco, facendole portare le gambe al petto, un altro ne approfittò per aprirle le labbra ed infilargli il cazzo teso in bocca. La ragazza urlò quando sentì il freddo metallo penetrarla nel piccolo buchino scuro del suo culo. L’uomo basso iniziò a dilatarle l’ano con lo speculum, quello di fronte a lei le spingeva il cazzo lungo e duro fino in gola impedendole di respirare.
Fabiana veniva scopata da una decina di uomini, tutti intorno a lei si alternavano nella sua bocca, nella sua fica larga e colante, nel suo culo dilatato da cazzi di ogni dimensione.
Ognuna delle quattro donne era circondata da almeno una quarantina di incappucciati, armati di falli, fruste, oggetti di depravazione e tortura di ogni genere, ognuna di loro stava godendo come mai aveva fatto nella sua vita, il piacere era così intenso e prolungato che la percezione della realtà era scomparsa.
Rosa sdraiata sulla lastra sacrificale teneva aperta la bocca in modo osceno, a turno gli uomini incappucciati le schizzavano sulla lingua il loro sperma, la loro urina, una donna le stava leccando la fica mentre con l’altra mano le stava torturando il culo, viscido di urina, sperma ed umori.
Fabiana veniva inculata da due cazzi contemporaneamente, gridava di piacere, liquido caldo le colava tra le cosce.
La Chellini intratteneva oralmente tutti gli uomini che la circondavano, ad uno a d uno le sborravano ovunque, il suo viso era una maschera di sperma, trasfigurata dal piacere non riusciva a smettere di fremere.
Lucia è stata messa sulle ginocchia, chinata col viso che tocca la lastra fredda e dura, tre uomini le stanno spingendo un fallo gigantesco nel culo, lei urla dal dolore mentre il grosso dildo le trapana lo sfintere che cede slabbrandosi ad ogni centimetro, si tocca il clitoride godendo della sua sofferenza e del suo piacere.
Rosa sviene dal piacere, nel momento in cui perde i sensi gli incappucciati si ritirano dal suo altare per dirigersi verso gli altri tre, la donna, esausta viene liberata e portata in braccio verso un camper ai bordi della spianata, lì viene pulita ed adagiata su un letto.
La Chellini giace carponi sull’altare, un uomo la sta frustando, sviene, si ripete la stessa scena avvenuta per Rosa, la totalità dei partecipanti ora è addosso a Fabiana e Lucia, ognuno con la sua idea di piacere e tormento, ognuno pronto a ricavare piacere dai quei due corpi nudi alla mercé della cerchia.
Fabiana sta ingoiando un cazzo nero, enorme, lo sente sborrare nella sua gola, ingoia avida, sente la sua fica colare piacere, zampilla di godimento , chiude gli occhi, il mondo pian piano svanisce, travolta dal piacere perde i sensi, lentamente, appagata, sognante, piena.
Lucia è l’ultima, la prescelta, un grido interrompe il baccanale, Fernando urla ai suoi confratelli di lasciare Lucia. Lei rimane nuda, la sua pelle lucida di sperma, rossa per il contatto prolungato con tutte quelle mani, quei corpi mascherati e sconosciuti cha hanno goduto di lei.

‘Tornate a casa fratelli, come convenuto la Somma Tentatrice è stata scelta, il rituale compiuto e l’offerta accettata ”.
‘Lei ci servirà e noi serviremo lei, come due esseri in simbiosi, ognuno reso più forte dall’altro, ognuno dipendente dall’altro ‘ andate fratelli e siate felici ‘ la nostra gloria persiste ”.

Silenziosamente i partecipanti si allontanano, silenziosamente, Fernando si avvicina alla nipote, la guarda, ha ancora gli occhi ardenti.

‘Cosa succede nonno ?’.
‘Sei stata scelta tesoro mio, sei tu la regina ”.
‘Nonno ?’.
‘Si piccola mia ”.
‘Ho ancora voglia ”.
‘Sarai una splendida Regina ” sussurrò Fernando mentre avvicina la sua bocca a quella della nipote.

Claudio osservò muto la scena, scosso ed eccitato dalla serata, faceva parte della cerchia ora, aveva partecipato all’orgia sacrificale, aveva abusato della sua ex-moglie con godimento e soddisfazione, il vedere sua figlia così oscenamente puttana lo eccitava ancora di più, lasciò la spianata gustandosi il ricordo di quell’overdose di sensi.

Per la cerchia il nuovo corso era iniziato.

La vita a Cannara procedeva regolarmente, il raduno, la cerchia, gli intrighi ad essa connessi, non intaccavano l’immagina pulita ed ipocrita della piccola cittadina.
Erano le nove, i rumori delle attività commerciali, il vociare dei bambini nei cortili, il sole caldo ma non asfissiante, tipico delle cittadine collinari, innervosiva il tenente Lombardi.
Era a piedi, diretto verso il bar di fronte la caserma, aveva lasciato il fascicolo sulla scrivania, l’indagine sulla cerchia era ad un punto morto. Aveva scoperto alcune attività recenti che, per vie sotterranee, avevano transitato anche nel piccolo paesino. Una grossa azienda tedesca, la Gormin, era vicinissima a rilevare le quote di maggioranza di una delle più grandi società di fornitura di servizi italiana, La Formantel. Lombardi aveva scoperto grosse somme di denaro che passavano di mano in mano in forma di beni immobili e favori. Tutti i movimenti non registrati si sospettava fossero tangenti atte a facilitare la scalata alla Formantel da parte della società tedesca, e dietro la società tedesca c’era la cerchia, ne era sicuro.

‘Buongiorno Tenente !’.

Lombardi, interrotto, si gira; la donna mora con i capelli corvini gli sorride, la trova bellissima, indossa un vestito di lino bianco, corto. Ai piedi dei sandali dorati con un tacco appena accennato.

‘Salve, la conosco ?’.
‘No, ma io conosco lei, almeno di fama, sa in questi piccoli paesi le voci girano velocemente, specialmente quelle relative ai nuovi arrivati. Mi scusi, il mio nome è Fabiana’.

Il tenente le tende la mano, al tocco della pelle della donna un brivido gli fa formicolare la guancia, gli succede spesso quando è emozionato. Quella donna gli piace, trova profondamente sensuale l’accostamento del bianco con la sua carnagione ambrata, i suoi capelli lisci le ricadono dolcemente sulle spalle.

‘Lei cosa fa qui, è molto che vive a Cannara ?’.
‘Oh, sono ospite di mio suocero, sono venuto a trovare mia figlia che vive e studia qui ”.

Fabiana continua a sorridere, ammira le spalle larghe dell’uomo, è bello, di una bellezza simile ad Hassan, intuisce la sua indole calda e selvaggia anche se, al contrario di Hassan, l’uomo di fronte a lei la cela sotto un apparente calma e normalità.

‘ ‘ Sa credo che mia figlia frequenti la stessa scuola della sua, magari potrebbero diventare amiche ” prosegue Fabiana, ‘ ‘ so quanto può essere difficile per una ragazza inserirsi in queste piccole realtà ”.
‘Magari ” esclamò Lombardi, ‘ ‘ Monica non ha preso molto bene il trasferimento, stamane sembrava stesse andando ad un funerale invece che a scuola ”.
Fabiana sorrise annuendo : ‘Devo andare, sto facendo perdere tempo anche a lei ” disse, ‘ ‘ mi scusi per la mia sfacciataggine ma ‘ non so ‘ ero curiosa di conoscerla ”.

La donna sorrise maliziosamente, il tenente deglutì di fronte a quel complimento leggermente velato.

‘si figuri, è stato un piacere conoscerla ” rispose lui baciandole la mano ed arrossendo nello stesso momento.

‘Che galante ” commentò la donna avviandosi verso l’uscita del bar.

Lombardi non poté fare a meno di ammirare le forme sinuose di Fabiana attraverso il tessuto leggero del suo vestito : il perizoma minuscolo che spariva, come inghiottito, tra le due natiche sode della donna, i fianchi armoniosi, la sua schiena elegante, deglutì immaginandola nuda e disponibile.
Finì di bere il caffè e si diresse verso la caserma.

NEL FRATTEMPO, ALTROVE.
Annalisa è confusa, si è svegliata da pochi minuti, è intorpidita, la sua vista è sfocata, devono averla drogata. Si agita, urla, inizia a distinguere i contorni della stanza in cui si trova. Mura grezze, una branda sporca con sopra un materasso altrettanto sporco, per terra, vicino al letto un bicchiere d’acqua ed un piatto di spaghetti, si alza, i muscoli delle gambe sono doloranti, deve essere stata svenuta in una posizione scomoda per parecchio tempo. Si avvicina al bicchiere, beve avida, ha sete, sembra che qualcuno abbia gettato della sabbia nella sua bocca, deve essere l’effetto della droga. Assaggia gli spaghetti, sono freddi ma buoni, mangia, pensa positivo, immagina migliaia di persone che in questo momento la stanno cercando, pensa positivo e trema, ha paura.

VILLA SOLIERI.

‘NON ME NE FREGA UN CAZZO SE TU LO STAI TENENDO D’OCCHIO, STA FACENDO DOMANDE, VA IN GIRO A CURIOSARE, DA ROMA MI HANNO AVVERTITO CHE HA CHIESTO TUTTA LA DOCUMENTAZIONE DELLA GORMIN ”.

Fernando era furioso, con il telefono in mano percorreva avanti e indietro, con passi nervosi, la superficie del salotto. Era al telefono da tre quarti d’ora, Lucia era seduta in poltrona mentre leggicchiava distratta una rivista di gossip.

‘Certo che sono nervoso, lo sai che è una faccenda delicata, qui non si tratta di consigli di amministrazione e di accordi sindacali, la battaglia che si sta svolgendo è molto più dura del previsto ”.

Lucia gli fece un sorriso, lui ricambiò teso mentre continuava a parlare.

‘Si ho mandato Hassan, a quest’ora dovrebbe aver concluso ‘ per quanto riguarda Lombardi, mi sto iniziando a muovere per conto mio, lascia perdere e cerca di essere più utile la prossima volta’.

Fernando chiuse la comunicazione imprecando contro il capitano dei carabinieri, la faccenda del tenente, arrivato in paese per indagare sulla cerchia lo innervosiva parecchio, doveva fare qualcosa. Aveva mandato Fabiana a prendere contatti con l’uomo, per sondare il terreno, ora toccava al resto della famiglia. Nella cerchia si agiva così, si cercavano i punti deboli del nemico e poi si colpiva, in modo violento, senza rimorsi, la cerchia andava difesa.

‘Devi fare una cosa per noi ” disse serio rivolto alla nipote.
‘Dimmi nonno, sono pronta’.
‘Devi diventare amica di Monica Lombardi, viene nella tua scuola, è facile riconoscerla, è rossa di capelli, fianchi larghi, bruttina a prima vista, piena di lentiggini ”.
‘Wow che gioia ” rispose Lucia alzandosi dalla poltrona.
‘Già ” rispose il nonno ‘ ‘ voglio che tu la corrompa, da quanto mi hanno detto sembra una suorina, falla diventare una vacca, rendila appetibile e poi ‘ dalla in pasto alle belve, mi hai capito ?’
‘Si nonno ”.
‘voglio che possa essere usata per ricattare il padre, ho la sensazione che ci metterà i bastoni tra le ruote, nell’affare Formantel, ci sono troppi interessi in ballo’.
‘Va bene nonno’.

Lucia baciò il nonno, con la lingua, un bacio bagnato e sensuale ed uscì di casa, Fernando compose il numero di Hassan.

CASERMA DEI CARABINIERI (CANNARA).

Lombardi era al telefono col procuratore, tutta l’allegria dovuta all’incontro con Fabiana era svanita.

‘Hanno rapito la figlia di Galvani ? Il padrone della Formantel ? Sono stati loro, è chiaro, dove è successo ?’.

Il procuratore informa Lombardi che la ragazza era in vacanza con la madre ad Assisi, in una villa isolata. I rapitori, due uomini incappucciati, erano entrati scavalcando il cancello, l’allarme era disattivato in quanto durante il giorno gli abitanti della villa non pensavano ci fossero pericoli. I malviventi avevano usato delle pistole per tenere a bada gli altri abitanti della villa ed avevano caricato la figlia di Galvani, Annalisa, in un furgone bianco ritrovato, dopo un paio d’ore, abbandonato in una radura poco fuori Assisi.

‘Si mi occupo io di coordinare le ricerche, vorrei tenere fuori il capitano, non mi convince, sto facendo delle indagini anche su di lui ma mi devo muovere con cautela ”.

Finita la conversazione il tenente si avviò verso la macchina e partì alla volta di Assisi.

ALTROVE.
Annalisa, dopo circa due ora si mise ad urlare forte, la porta si aprì, una figura alta, incappucciata entrò nella stanza, la ragazza ammutolì.

‘Inutile urlare, qui non ti sente nessuno, siamo isolati ” disse Hassan, incappucciato da un passamontagna sdrucito che lasciava scoperti solo gli occhi.

‘Chi sei, perché mi avete rapito, se sono i soldi che volete i miei ve li daranno ‘ non mi fate del male ”.
‘Non sono i soldi che vogliamo ragazza, ci sono altre questioni in ballo, cose che una ragazzina come te non può capire, fai la brava e nessuno ti farà del male ”.

L’uomo si avvicinò ad Annalisa, le prese il viso tra le mani.
‘Mhhh sei carina, quanti anni hai ?’.
‘Non mi fare del male !!!’ esclamò lei.
‘Te l’ho detto, non è mia intenzione, dimmi la tua età ”.
‘ventitré ” rispose lei intimorita.
‘Mhhh bene, sei carina, chissà che io e te non si diventi amici, credo che il tempo che saremmo costretti a passare insieme sarà lungo, qui non c’è nulla da fare, avremo bisogno di farci compagnia, se tu sarai carina con me io lo sarò con te ”.

L’uomo parlava con voce calma, quasi piatta, cantilenante, il suo accento straniero la rendeva più dolce e musicale, Annalisa si sentiva quasi cullata dalle parole del rapitore.

” ora ti porto dell’acqua, sul letto ti ho lasciato dei vestiti, indossali’.

L’uomo incappucciato uscì, Annalisa si diresse verso il letto, il suo rapitore le aveva portato un cambio di indumenti intimi, una maglietta ed una gonna corta. I piedi di Annalisa erano nudi, era stata portata via in fretta e furia. Si cambiò e si sentì meglio, la gonna era troppo corta, si sistemò i capelli biondi, il reggiseno era troppo piccolo per la sua terza abbondante, le stringeva dietro la schiena.

La porta si aprì nuovamente, Hassan, il rapitore, era entrato senza cappuccio, si sedette accanto a lei sul letto, aveva in mano un piatto di carta, contenente un trancio di torta al cioccolato, ed una bottiglia d’acqua, aspettò che la ragazza finisse di bere e di mangiare, poi la guardò dritta negli occhi, la sua voce era calma ed ipnotica.

‘stai meglio ?’.
‘Si ” rispose lei timida, si chiedeva perché l’uomo si fosse levato il cappuccio. Stranamente, invece di temere che l’aver visto il viso del rapitore la mettesse in pericolo, Annalisa si sentiva attratta da lui, lo osservava, i suo occhi neri e profondi, la sua carnagione scura, la sua bocca carnosa, esercitavano un attrazione magnetica alla quale la ragazza non riusciva a fuggire.

‘Bene ”, rispose lui poggiandole una mano sulla coscia nuda, Annalisa non si tirò indietro, i suoi occhi sempre fissi in quelli dell’uomo.

” sono contento che tu sia così ‘. docile; sei calma, tranquilla, io non ti farò del male, posso essere molto dolce, calmo, tranquillo, tu starai bene, ci faremo compagnia, tu sarai calma e tranquilla ”.

La voce suadente si diffondeva come un effluvio sinuoso nei pensieri di Annalisa, non era più prigioniera, non era più impaurita, ora vedeva solo gli occhi dell’uomo, due grandi fanali bianchi, lucenti.

‘Ora sdraiati ” le sussurrò Hassan.

Annalisa chiuse gli occhi, si sdraiò sulla branda maleodorante.

‘Ora toccati la fica ” continuò.

La ragazza bionda allargò le gambe, ipnotizzata dalla nenia suadente del suo rapitore.

‘Brava, piccola Annalisa ” continuò l’uomo, ” mostrami la tua pelle morbida e calda, toccati tra le gambe, lentamente, calma e tranquilla ”.

La ragazza obbedì, in totale balìa dell’uomo, le sue dita si avvicinarono all’inguine, un gemito le sfuggì quando toccarono il clitoride.

‘ ‘ così, muovi le tue dita dentro di te, godi del tuo tocco ” proseguì Hassan.

La ragazza ora gemeva vistosamente, la sua mano si muoveva furiosa tra le gambe, Hassan si sbottonò i pantaloni, il suo cazzo era duro, teso e pronto a godere di quel corpo giovane ed inerme.
Afferrò i piedi nudi della ragazza, li portò a toccare il suo cazzo teso, strusciò la cappella tra le dita della ragazza, sulla pianta dei piedi, li strinse intorno al suo cazzo iniziando a muoverli
La lingua di Annalisa saettava oscena tra le sue labbra, come a spompinare un cazzo invisibile, la voce di Hassan le ottundeva i pensieri razionali, era tesa solo al piacere.

‘Mhhh che brava che sei, che piedini morbidi che hai, perfetti. Dai masturbami ‘ fammi sborrare tra le tue dita ” ansimò Hassan mentre guardava il suo cazzo tra i piedi, smaltati di nero, di Annalisa.

La ragazza si era strappata le mutandine di cotone bianco, la sua fica glabra ed umida, era spalancata dalle sue dita, si masturbava furiosamente, rivoli di umori le colavano tra le cosce, voleva essere riempita, era come se la sua fica fosse diventata ad un tratto insaziabile, le dita non le bastavano.

Hassan si alzò, il cazzo teso allo spasimo, lo avvicinò alla bocca di Annalisa, lei ingoiò il bastone duro e nodoso dell’uomo, iniziò a succhiarlo come una selvaggia, godeva, sentiva la carne dura crescere nella sua bocca, la cappella le sbatteva sul palato, la sua fica era un lago, sentiva le sue dita affondare in lei fino in fondo, lorde dei suoi umori caldi.

‘Scopami ” lo implorò Annalisa, ” ti prego, scopami, sto impazzendo ‘ cosa mi hai fatto ?’.

Hassan si mise in ginocchio dinanzi a lei, le afferrò le caviglie alzandole le gambe fino alle proprie spalle, le allargò affondando il cazzo tra le pieghe morbide ed invitanti della sua fica,
Annalisa strillò, finalmente piena di quel cazzo duro ed invitante, continuò a muovere il bacino, le sue dita titillavano il clitoride, le gambe tenute larghe dalle mani forti dell’uomo.
Ad ogni colpo di reni Annalisa gridava di piacere, in quel momento si sarebbe fatta scopare da chiunque, la sua fica colava, copiosa, era fradicia e calda. Hassan, la fece girare, le sistemò un cuscino sotto la pancia, le alzò per bene la gonna, aveva un culo magro e tondo, le allargò le natiche, il buchino di Annalisa sembrava accogliente e stretto, evidentemente mai esplorato da nessuno, si inumidì le dita, le portò a ridosso del suo buco, sentì il piccolo orifizio cedere lentamente, Annalisa gridò mentre le dita di Hassan si muovevano sapienti dentro di lei penetrandola profondamente nel culo.

‘Mhhhh che fai ? Mi piace ‘lì mi piace ‘ sì muovile ” lo incitava lei ormai senza alcun controllo.

Era pronta, Hassan si insalivò il cazzo duro, si mise sopra di lei, iniziò a penetrarla lentamente, la cappella scivolò tra le natiche della ragazza, toccò il suo morbido orifizio, lo allargò con una spinta del bacino, Annalisa urlò dal dolore, l’uomo inizio a muoversi dentro di lei osservando le pieghe del culo della ragazza cedere lentamente ad ogni movimento.

‘Ti piace piccola ? lo senti come ti sfondo il culo ?’.
‘Siiii mi piace, ancora, di più, ne voglio di più ‘ inculami dai ”.

Una troia da monta, la ragazza era facile da ipnotizzare, Hassan aveva appreso la tecnica dai vecchi della sua famiglia, un arte che si tramandava di generazione in generazione, non era infallibile, a volte si incontravano dei soggetti refrattari, ma Annalisa sembrava facilmente influenzabile.
La pesante porta di ferro si aprì ed entrò un altro uomo, alto e massiccio, indossava anche lui un cappuccio, alla vista della scena esclamò in un accento straniero : ‘ che cazzo stai facendo ”.

Hassan si girò verso il suo complice, sorrise, un sorriso malevolo e selvaggio.

‘Vieni, la troietta è in calore, c’è posto ”.

L’uomo massiccio non se lo fece ripetere, si spogliò completamente, prese tra le mani il mento di Annalisa che ora lo guardava impaurita ed ansiosa.

Hassan si era sfilato dal culo della ragazza, le avvicinò la bocca all’orecchio, sussurrando :’questo è il mio amico Wessam, fai la brava, calma e rilassata, fai contento anche lui ”.

La ragazza, ormai senza volontà, annuì, prese il grosso cazzo del secondo rapitore tra le mani. Era enorme, non riusciva a chiudere la mano su quel grosso palo di carne pulsante, aprì le labbra mentre Wessam le spingeva la testa verso di lui.
Il sapore del cazzo del secondo uomo era forte, le labbra di Annalisa erano aperte a dismisura per farlo entrare in bocca.
Hassan nel frattempo stimolava il culo ormai largo della ragazza, le sue dita sparivano dentro di lei.
Annalisa godeva, raggiunse l’orgasmo tra spasmi e grida, era come se non riuscisse a controllare i suoi muscoli.
Wessam spingeva il suo enorme cazzo tra le labbra della biondina, le teneva ferma la testa mentre la scopava in bocca.
Hassan si sdraiò sul letto, ordinò ad Annalisa di montare sopra di lui, lei docile si accovacciò sul cazzo teso dell’uomo facendolo entrare nella fica accogliente e calda. Wessam si mise dietro di lei, la ragazza sentì la cappella gonfia poggiarsi sul suo piccolo buchino umido, si preparò ad accogliere quel palo di carne nel culo.
Wessam spinse, lo sfintere di Annalisa cedette, urlò, di nuovo, si sentì piena, l’uomo dietro di lei spingeva il suo cazzo fino in fondo, ad ogni colpo di bacino ondate di calore si propagavano nel suo ventre.
I due uomini la scopavano selvaggiamente, Hassan le stringeva i capezzoli fino a farle male, la sua fica si contraeva ad ogni nuova ondata di dolore facendola godere di più.
Wessam si sfilò dal culo di Annalisa, le fiottò sulla schiena, il liquido caldo le scivolò sui fianchi.
Hassan le porse il cazzo, odoroso dei suoi liquidi, lei lo succhiò obbediente fino a farlo esplodere tra le sue labbra, ingoiando docile il liquido caldo e denso.

‘Mhhh almeno non ci annoieremo in questi giorni ” disse Wessam.
‘Già ‘ la troietta promette bene, ho in mente un paio di giochini per lei.

VILLA LAURENTI(ASSISI).

Lombardi arriva alla villa affittata dai Galvani, si stupisce del fatto che per l’indagine siano stati chiamati così pochi uomini, chiede il perché al responsabile in loco che gli risponde in maniera lacunosa.
Il tenente interroga la madre di Annalisa, sconvolta, seduta su una sedia della cucina, racconta tra i singhiozzi che al momento in cui sono entrati i rapitori lei era in giardino, nella serra. Allarmata dalle grida che provenivano dall’interno della villa era accorsa, uno dei rapitori, al suo arrivo, le aveva puntato contro la pistola, intimandole, in un forte accento straniero, di stare ferma. Il secondo rapitore intanto portava via Annalisa, la madre l’aveva vista scendere dalle scale con un cappuccio nero calato sulla testa, poi i rapitori erano partiti velocemente, al momento non avevano ricevuto nessuna richiesta di riscatto.
Lombardi scarabocchiò su un taccuino logoro gli orari ed i nomi dei presenti e si congedò dalla donna in lacrime.
Mentre usciva gli venne incontro il padre della ragazza, Alfio Galvani, il padrone della Formantel.

‘Tenente, ci sono novità ?’.
‘Per il momento stiamo raccogliendo informazioni ” rispose Lombardi mentre stringeva la mano dell’uomo.
‘La prego, faccia qualsiasi cosa per trovare Annalisa ”.

Lombardi guardò fisso l’uomo e disse serio :’Crede ci siano collegamenti tra il rapimento e la scalata alla Formantel ?’
Galvani, preso di sorpresa, esitò un attimo prima di rispondere.
‘Quanto ne sa ?’ disse a bassa voce.
‘Abbastanza, ma mi aspetto la sua piena collaborazione affinché sua figlia venga ritrovata’.
‘Cosa vuole sapere ?’.
‘Tutto ” rispose secco Lombardi.
Otto e trenta di mattina, gli studenti corrono verso le aule al suonare della campanella che annuncia l’inizio delle lezioni. Monica cammina spedita verso la sua aula quando viene fermata dal ragazzo biondo che aveva visto giorni prima alla finestra.

‘Ciao stai andando in classe ?’
‘Si, sono in ritardo ” risponde Monica timida.
‘Mi presento, sono Fabrizio, ti ho vista l’altro giorno dalla finestra, sei nuova qui vero ?’.
‘Si, s..scusami sono un po’ timida ” risponde Monica arrossendo.
‘Tranquilla, capisco bene, non è facile ambientarsi ” dice Fabrizio sfoderando un sorriso aperto e cortese.
‘Già, mi sento un po’ spaesata, voi sembrate conoscervi tutti ”.
‘è vero, Cannara è un paese piccolino, bene o male le facce sono sempre quelle, si sa tutto di tutti, sai com’è nei paesini no ?’.
Monica annuisce, il ragazzo le piace molto, è biondo, alto, ha gli occhi di un verde scuro, quasi marrone, indossa i jeans ed una felpa scolorita.
‘Allora facciamo così ” dice Fabrizio interrompendo i pensieri della ragazza, ‘io da oggi sono il tuo primo amico, d’accordo ?’.
Monica sorride, non riesce a distogliere lo sguardo dal viso del ragazzo, si sente eccitata, le succede sempre, si vergogna della reazione che l’altro sesso scatena nel suo corpo, arrossisce vistosamente.

‘Senti ti va di vederci dopo la scuola, ci facciamo una chiacchierata ” propone Fabrizio.
‘V..va bene, dove ?’.
‘Quando termina l’ultima lezione rimani in classe, ti raggiungo io, il bidello non viene mai a controllare, scappa a casa per il pranzo non appena suona la campanella, è un patito della pastasciutta ” ammicca Fabrizio strizzando l’occhio.

Monica ride alla battuta, non le sembra vero che il bel ragazzo biondo si interessi a lei, lo saluta e si avvia correndo verso l’aula; se potesse griderebbe di gioia.
Non appena Monica gira l’angolo Fabrizio si dirige verso il bagno, entra, si accende una sigaretta, la porta si apre ed entra Lucia, è vestita di nero, una minigonna corta e stivali fin sopra il ginocchio, è truccata pesantemente, il suo sguardo è divertito, si avvicina a Fabrizio.

‘Com’è andata ?’.
‘Bene ” risponde il ragazzo, ” mi aspetta in classe dopo la chiusura’.
‘Ok, procediamo come stabilito, ci vediamo dopo ” risponde Lucia salutando Fabrizio con un bacio sulla bocca.

Monica non sta più nella pelle, le ore scorrono lentamente, la lezione di storia scivola via senza che lei abbia sentito una sola parola.
Ripensa a Fabrizio, alle sue spalle larghe, al suo bel sorriso.
Si sente bagnata tra le gambe, odia il suo corpo per questo, la fa sentire impacciata con i ragazzi, poco naturale e spontanea.
Tra una lezione e l’altra scappa in bagno per asciugarsi, il solo tocco delle sue dita le provoca dei brividi profondi, guarda l’orologio, manca un’ora al suono della campanella.

CASA LOMBARDI

Antonia sistema la nuova casa, hanno ancora gli scatoloni del trasloco da disimballare, è preoccupata per sua figlia e suo marito : la prima è uscita di casa per andare a scuola con una faccia da funerale, Antonia la capisce, non è mai facile inserirsi in un nuovo contesto ma non sa come aiutarla, suo marito invece è teso e nervoso, taciturno, è palese che il nuovo incarico lo sta distruggendo, Antonia non lo ha mai visto così preoccupato.
Mentre apre uno scatolone squilla il telefono, facendosi strada tra una caterva di libri sparsi qua e là sul pavimento raggiunge l’apparecchio.

‘Pronto ?’.
‘Signora Lombardi ?’
‘Si ?’.
‘Salve, sono Fernando, Solieri, si ricorda di me ? Ci siamo conosciuti qualche giorno fa ”.
‘Ah si, il signore gentile, buongiorno ‘ ma ‘ come ha fatto ad avere il mio numero ”.
Solieri sorride mentre gioca con il filo del telefono, ha davanti gli occhi l’immagine del sedere di Antonia.
‘Ho chiesto in caserma, sono abbastanza conosciuto e stimato in paese, non hanno fatto storie ‘ la secca ?’.
‘N’no ” risponde Antonia incuriosita dalla telefonata.
‘L’ho chiamata per invitarla ad un aperitivo questo pomeriggio, sarei onorato di fare gli onori di casa e per accoglierla nella nostra piccola comunità ”.
‘Lei è molto gentile ma ‘.’.
‘Su signora Antonia, mi farebbe molto piacere ed in più sarebbe un modo per conoscere meglio la realtà di questo nostro piccolo paesino, mi permetto di insistere ”.

La voce dell’uomo era gentile, così come i modi, che Antonia aveva avuto modo di constatare giorni prima quando Solieri l’aveva difesa dalle molestie di un gruppo di ragazzotti di paese.

‘Va bene ‘ se insiste ‘ ‘ rispose la donna carezzandosi i capelli biondi.
‘D’accordo, ci vediamo da me alle quattro, le mando il mio autista ”.
‘Autista ?’.
‘Certo ” rispose l’uomo divertito, ” siamo in un piccolo paese ma sappiamo anche come goderci la vita ”.

Si salutarono, Antonia proseguì con la sistemazione degli scatolini mentre pensava a cosa indossare per l’aperitivo.

LICEO DI CANNARA, 13.45

‘Pronto mamma ? si ciao, sono Monica, non mi aspettare per pranzo, mi fermo a scuola per un ripasso con una mia compagna, qui sono un po’ più avanti col programma e devo recuperare’.

Monica si tortura le unghie mentre è al telefono con la madre, non è abituata a mentirle.

‘E cosa mangi ? A che ora torni ?’
‘Torno verso le cinque, mangio un panino qui a scuola’.
‘Va bene tesoro ” risponde Antonia, ‘ hai le chiavi di casa vero? Io ho un impegno questo pomeriggio e non sarò a casa’.
‘E papà ”.
‘Papà farà tardi amore, è impegnato col nuovo caso ”.
‘Va bene Mamma, un bacio, ci vediamo dopo’.

Monica chiude la comunicazione, il ragazzo biondo ancora non si vede, freme nervosa nell’attesa.
La porta dell’aula si apre cigolando, Fabrizio entra sorridendole, Monica sente il suo stomaco leggero, il ragazzo le piace veramente molto e lei si sente nervosissima.

‘Ciao, scusa il ritardo ma avevo delle cose da sbrigare ” si giustifica Fabrizio.
‘Non ti preoccupare, ho avvertito a casa che avrei fatto un po’ più tardi’.
‘Bene ‘ ‘ le rispose Fabrizio porgendole un tramezzino caldo ed una cola ” ho portato il pranzo per il nostro appuntamento ”.

La parola ‘appuntamento’ fece trasalire Monica, emozionata e sognante, non poteva credere che quel bel ragazzo si curasse di lei.
Mangiarono conversando del più e del meno, Fabrizio era molto simpatico ed intelligente, Monica si torturava il lembo della larga gonna grigia mentre parlavano. Cercava di capire se lei gli piacesse, si trovava bruttina, i suoi capelli rossi legati a coda di cavallo, i suoi occhiali, il suo seno piccolo, i suoi vestiti slargati ed informi la facevano sentire inadeguata.
Mentre parlavano delle lezioni, entrambi seduti su un banco dell’aula, Fabrizio si sporse verso Monica per prendere il suo libro di storia, i loro visi erano così vicini che lei poteva sentire il suo alito caldo e dolciastro.
Le loro labbra si avvicinano, si baciano, la lingua del ragazzo si insinua delicatamente nella bocca dischiusa di lei, Monica ha il cuore che batte veloce, lui le prende il viso tra le mani, spinge gentilmente la bocca di Monica ad aderire alla sua.
Le mani di Fabrizio scendono verso il seno, lo sfiorano, Monica è persa nel bacio e nelle mille sensazioni che percorrono i suoi sensi. Ora Fabrizio insinua le sue mani sotto il maglioncino nero di Monica, le sue dita scostano delicatamente la stoffa del reggiseno chiudendosi sui capezzoli turgidi della ragazza, Monica emette un gemito.
Si stendono sul banco, la mano di Fabrizio ora fa salire la gonna della ragazza verso l’alto, le sfiora l’inguine. Monica sente le sue gambe tremare, cola tra le gambe eccitata ed emozionata, si lascia andare al tocco delicato di Fabrizio.
La mano di Fabrizio scivola lenta tra le gambe della ragazza, la fica di Monica è fradicia e calda, il suo odore è forte, dolce, le stimola il clitoride con un dito, la ragazza tira dietro la testa mugolando, allarga le gambe.
La mano di Monica tira giù la zip del ragazzo, lui, come se fosse un segnale convenuto, si tira giù pantaloni e slip, il suo cazzo è duro, continua a masturbarla. Monica prende tra le mani il suo cazzo, è la prima volta che tocca un ragazzo, la carne calda nel palmo della sua mano le regala brividi e sensazioni mai provate, inizia muovere la mano, timidamente, lo sente fremere nella sua mano.
Fabrizio si alza dal banco, tira su la gonna di Monica, le sfila le mutandine, la sua fica è fradicia , le grandi labbra spiccano, arrossate, sulla pelle bianca delle sue cosce.
Il ragazzo poggia la cappella all’ingresso del sesso caldo e bagnato di Monica, lei lo ferma con un filo di voce :’aspetta, io ‘. Io non l’ho mai fatto ”.
‘Farò piano ” risponde Fabrizio rassicurante, ” vuoi ?’.
‘Si ” dice la ragazza con un filo di voce, le guance rosse, il corpo scosso dai fremiti dell’eccitazione.
Fabrizio spinge adagio, Monica a gambe larghe lo tiene per i fianchi, ha paura, sente il cazzo del ragazzo penetrarla lentamente, un piccolo dolore, uno strillo, lui si sdraia su di lei e le bacia il collo sussurrandole parole rassicuranti, è dolce, lei inizia a sentire il piacere.
Il banco sussulta al muoversi di Monica e Fabrizio, avvinghiati l’uno all’altra si baciano con passione, Fabrizio sente il calore della fica di Monica avviluppargli il cazzo, è bagnatissima, entra dentro di lei morbidamente.
Mentre la scopa le palpa il seno, i capezzoli sono turgidi, li lecca, lei continua a gemere, allarga le gambe, muove il bacino.
La porta si apre improvvisamente, i due ragazzi si bloccano, una figura nera si affaccia in classe ed esclama :’che cazzo succede ?’.

Lucia è ferma sull’uscio, una bottiglia di birra in mano ed una sigaretta nella’latra, guarda i due ragazzi seminudi sdraiati sul banco, dietro di lei due ragazzi, uno pelato con un orecchino a cerchio ed una camicia jeans, l’altro basso e barbuto con occhialetti tondi ed una pancia prominente.

‘E bravi ” continua Lucia, ‘ ‘ così è questo che si fa quando la scuola è chiusa.
‘M’ma noi ” cerca di intervenire Monica vistosamente preoccupata.
‘M .. mm ..mma nn..noi’ ripete Lucia in tono canzonatorio, ” che fai balbetti ? Eppure prima quando facevi la puttanella non sembravi così timida ‘ e tu ? Fabrizio. Te la fai con le sfigate ?’.
‘Smettila Lucia ” risponde Fabrizio recitando la parte concordata in precedenza con Lucia.
Il piano era quello di cogliere in una situazione scabrosa la figlia del Tenente, ottenere un arma di ricatto per far pressioni sull’uomo che si stava avvicinando troppo alla Cerchia.

‘Comunque ”, prosegue Lucia, ” non ci sono problemi, dove ci si diverte in due ci si diverte anche in cinque no ?’.

Monica nel frattempo si sta rivestendo, il viso rosso dalla vergogna, Fabrizio rimane nudo, il cazzo ancora eretto.

‘Che fai ti rivesti ”, esclama il pelato alla volta di Monica, lei sussulta.

Il ragazzo pelato si avvicina alla ragazza che ora trema dalla paura.

‘Sei così carina che è un peccato, vuoi un goccio ?’, le dice porgendole una bottiglia di birra.
‘No grazie, devo andare ” risponde Lucia cercando lo sguardo di Fabrizio, aspettandosi un cenno in sua difesa.
Fabrizio rimane immobile, nudo, seduto sul banco, lo sguardo dritto su Lucia che avanza lentamente verso di lui.
‘Mhhh ha un bel cazzo il ragazzo non è vero ? Te lo stavi gustando ?’.

Monica non risponde.

‘Che hai, il gatto ti ha mangiato la lingua, o la lingua ti è rimasta attaccata al cazzo di Fabrizio ?’

I ragazzi ridono.
Lucia, di fronte a Fabrizio, allunga una mano, accarezza il cazzo del ragazzo con disinvoltura guardando con aria di sfida Monica che, nel frattempo, viene immobilizzata dal ragazzo pelato.

‘è duro eh ? ho visto come ti piaceva ! posso provare ?’

Lucia si china tra le gambe di Fabrizio, la lingua saetta fuori dalla sua bocca accarezzando la cappella del ragazzo.
Il ragazzo basso con gli occhiali si avvicina a Monica, le sussurra nell’orecchio :’Eccitante eh ? vuoi provare il mio ? E’ più grosso di quello ”.
Monica cerca di divincolarsi, ma le mani del ragazzo pelato la tengono ferma.

‘Lasciatemi, vi prego, lasciatemi ‘.’.
‘Su, non fare così, vedrai che ci divertiremo ” risponde Lucia.

Il ragazza basso si tira giù i pantaloni, tra le gambe ha un uccello mostruoso, Monica inorridisce alla vista di quel cazzo enorme e duro.
Il ragazzo basso le afferra una mano, la porta sul suo uccello, Monica tenta di liberarsi senza successo, le sue dita sfiorano il cazzo del ragazzo.

‘Dai Giacomo, faglielo toccare ”, incita Lucia che nel frattempo è inginocchiata tra le gambe di Fabrizio intenta a spompinarlo profondamente.

Il ragazzo pelato inizia a toccare la fica di Monica, si insinua tra le sue cosce entrando dentro di lei con le dita, le estrae lorde di liquido, le lecca assaporando gli umori della ragazza.

‘Mhhhhh com’è bagnata la troietta, mi sa che gli piace veramente ”.
‘è vero quello che dice Davide ? Sei eccitata ?’, insiste Lucia.

Monica trema, le sue gambe sono paralizzate, vorrebbe scappare ma il tocco del ragazzo pelato la eccita, ha paura, ma non riesce a staccarsi dall’ondata di piacere che le dita di Davide le stanno procurando.
La mano di Monica viene forzata a stringere il cazzo di Giacomo, sente il cazzo del ragazzo sussultare al suo tocco, si ingrossa, è enorme. Giacomo imprime alla mano di Monica il movimento iniziando a farsi masturbare, Davide, il ragazzo pelato le tortura il clitoride sfregandolo e stringendolo tra le dita, la fica della ragazza si contrae al contatto delle dita colando piacere tra le cosce.
Lucia si alza la gonna, sotto è completamente nuda, depilata, si allarga la fica con due dita mostrandola a Fabrizio che nel frattempo si masturba guardando Monica che masturba uno dei due ragazzi.

Fabrizio afferra Lucia e la china facendole poggiare i gomiti sulla formica verde del banco di scuola, entra dentro di lei, geme tenendola per i fianchi mentre lei lo incita a spingere di più.

Monica viene costretta ad inginocchiarsi, Giacomo le struscia la cappella sulle labbra serrate, il cazzo enorme del ragazzo le viene sbattuto sul viso, Davide si tira giù i pantaloni rimanendo nudo anch’esso.
Giacomo forza Monica ad aprire la bocca, spinge il suo cazzo forte tra le sue labbra, Monica stenta a respirare e ad accogliere quell’uccello così grosso.
Davide la fa piegare dinanzi a se e le scivola dentro, le allarga le natiche mentre la scopa ammirando il culo della ragazza.

‘Mhhhhh come è bello stretto ‘ poi passiamo al tuo culetto ” le sussurra mentre affonda dentro di lei.

Monica inizia a muovere il bacino, come se tra il suo cervello ed il resto del corpo ci fosse un corto circuito, ad ogni affondo di Davide la sua eccitazione cresce, afferra il cazzo di Giacomo con la mano e lo spinge prepotentemente nella sua bocca, lo lecca, ansimando in preda al piacere.
Giacomo vede il suo cazzo sparire tra le labbra di Monica, inizia a muovere il bacino.

‘Fatti scopare in bocca puttanella, sei brava sai per essere una verginella ”.

Lucia si allarga con le mani le natiche offrendo il suo culo a Fabrizio. Il ragazzo si sfila dalla sua fica, si inginocchia a leccarle il piccolo orifizio scuro, lo umetta abbondantemente, si alza, le fa scivolare il cazzo slabbrandolo lentamente, scivolandole nel culo fino a veder sparire il suo cazzo dentro di lei.

Giacomo e Davide si danno il cambio, fanno sdraiare Monica sul pavimento, Giacomo le allarga le gambe, poggia il suo cazzo tra le grandi labbra della ragazza, spinge con forza, Monica strilla, è troppo grande, lo sente entrare centimetro dopo centimetro, sente la sua fica cedere di fronte a quell’enorme palo di carne, si sente piena, eccitata, il dolore le piace; il calore, che, ad ondate, le sale dal basso ventre, le piace. Apre la bocca a prendere il cazzo di Davide, Giacomo è completamente dentro di lei, gode ed urla.

Lucia ora cavalca Fabrizio sdraiato per terra, il ragazzo sente arrivare l’orgasmo, lo sfintere di Lucia si contrae, lui le stringe i capezzoli, lei si masturba mentre guarda la ragazza dai capelli rossi che spompina come un’indemoniata Davide. Giacomo tiene le gambe di Monica alzate mentre affonda dentro di lei, la fica della ragazza è un lago di umori, ad ogni colpo di reni Monica geme e succhia più eccitata il cazzo di Davide.

Fabrizio sborra nel culo di Lucia, il liquido caldo le scivola tra le cosce lordandola, lei continua a masturbarsi fino all’orgasmo, si alza e si mette a cavalcioni all’altezza del viso di Monica.

‘Leccamela mentre vengo ‘ dai infilaci la lingua ” incita Lucia mentre con le mani si allarga la fica umida.

Monica affonda la lingua tra le gambe di Lucia, saggia il sapore acre dei suoi umori, muove la sua lingua sul clitoride della ragazza mora. L’orgasmo arriva, forte, prepotente, facendola urlare, Monica impazzisce, il suo corpo si inarca a ricevere il cazzo di Giacomo che la sta scopando selvaggiamente. Il ragazzo si sfila da lei inondandole la pancia di sborra. Davide le schizza in bocca, la colpisce sul viso, Monica ansima, confusa e tramortita dall’orgasmo.

Lucia si alza, recupera il telefonino posizionato in modo da riprendere tutta la scena.

‘ Sorridi ‘. sei su candid camera ”, dice sarcastica, rivolta a Monica, mostrandole il telefono con il video appena girato.

Per commenti, critiche, suggerimenti : aedon_69@yahoo.it

CASERMA DI CANNARA 09.20

Il tenente Lombardi aveva appena finito di scrivere il rapporto da inviare al procuratore. Galvani gli aveva raccontato tutto, le ricerche di sua figlia stavano proseguendo ed alla luce delle sue rivelazioni il quadro generale si faceva più chiaro e gli attori della vicenda a poco a poco uscivano dall’anonimato.
La Gormin era una multinazionale con ramificazioni in tutto il mondo e con un giro di affari che spaziava dalla farmaceutica alla fabbricazione di armi.
Galvani era stato contattato due anni fa da un faccendiere italiano che aveva accennato ad un interesse particolare della multinazionale riguardo la sua società.
All’inizio Galvani aveva rifiutato categoricamente qualsiasi ipotesi di cessione ed erano iniziate le pressioni, permessi che venivano misteriosamente bloccati, appalti improvvisamente ritirati.
Galvani messo alle strette decise di valutare la cessione con l’intenzione almeno di strappare un accordo ragionevole e soddisfacente; nel frattempo le pressioni divennero lusinghe, una persona misteriosa si aggiunse alle trattative, un uomo di una certa età, apparentemente non appartenente a nessun gruppo dirigente o politico coinvolto nella vicenda. Gli inviti a non meglio definite ‘riunioni’ di un certo gruppo di potere divennero vieppiù insistenti e frequenti. Galvani anche se ormai aveva accettato l’idea di vendere la sua azienda negò sempre la sua presenza a queste riunioni. Le cose erano peggiorate da alcuni mesi, l’accordo era stato sottoposto all’imprenditore che aveva letto attentamente il contratto con i suoi legali verificando l’assoluta assenza di ogni sua direttiva, nel contratto si evinceva che la Gormin avrebbe smantellato la Formantel acquisendo soltanto i contratti più appetitosi per poi chiudere definitivamente. Al suo rifiuto, all’atto della firma, era seguita una telefonata con l’uomo misterioso, una velata minaccia che poi si era tradotta nel rapimento della figlia. Galvani aveva confidato al tenete tutti i nomi dei personaggi che avevano partecipato alla trattativa, nomi che a volte venivano pronunciati a voce bassa, come un sussurro.
Lombardi cerchiò di rosso due nomi, Hassan Aliomeri e Fernando Solieri, il primo era straniero anche se al momento si trovava a Cannara ospite di Solieri, dopo alcune verifiche il tenente scoprì che Aliomeri era l’attuale compagno di Fabiana, la donna conosciuta al bar alcuni giorni prima.
Solieri era una persona di una certa importanza a Cannara, si era trasferito ed aveva iniziato a finanziare opere pubbliche e servizi nel piccolo paesino guadagnandosi la stima ed il rispetto del paese intero.
Lombardi si accese una sigaretta.
Doveva incontrare nuovamente la donna del bar.

ALTROVE 11.30

Annalisa leggeva una rivista di moda, la sua prigionia si era fatta più leggera, non veniva più legata al letto, i suoi rapitori ormai si erano rivelati ed erano gentili con lei a patto che le accondiscendesse alle loro richieste. Il chiavistello della porta di ferro la fece sobbalzare, Wessam entrò nella stanza, indossava una tuta grigia informe.
‘Ciao, stamattina ho una sorpresa per te ‘.’ Disse l’uomo sorridendo alla volta della ragazza.
‘Cosa devo fare ?’ rispose Annalisa posando sul letto la rivista.
‘Ho portato alcuni amici con me, sai ho raccontato loro di te e di come sei brava, sono curiosi, vorrebbero conoscerti ‘ meglio ”.
Wessam fece un cenno e nella piccola stanza entrarono quattro uomini di colore, alti e massicci.
Annalisa istintivamente si ritirò in un angolo della branda, la sua mano portò giù il lembo del vestitino di cotone leggero cercando di coprire il più possibile la sua pelle nuda.
‘Ma Hassan lo sa ?’ chiese impaurita la ragazza sperando che il nome del capo facesse fare retromarcia alle intenzioni di Wessam.
L’uomo si avvicinò alla ragazza ed il suo tono paziente ed allegro sparì di colpo :’Senti troietta, Hassan non c’è in questo momento. Quindi sono io che comando e tu fai quello che dico io ”.
Annalisa si ritrasse ancora di più.
‘Ti prego, lasciami stare, voglio tornare a casa, non voglio più stare qui ‘.’.
Wessam rise fragorosamente, si rivolse verso i suoi amici in tono di scherno :’ Avete sentito ? La puttanella non vuole più stare qui, come se questo fosse un albergo ”.
Gli uomini di colore risero insieme a lui, poi l’uomo scattò verso Annalisa afferrandola per i capelli, lei strillò.
” tu ora fai contenti i miei amici ed io forse non ti faccio del male, ci siamo intesi ?’.
Annalisa piangeva sommessamente.
‘CI SIAMO INTESI ?’ strillò nuovamente l’uomo.
Annalisa annuì silenziosamente.

Hassan era al telefono, si trovava in un supermercato davanti al banco delpane, si girò cercando di abbassare il tono della voce.
” ed io ti dico che non sta andando bene, Galvani non si è fatto sentire, quello stronzo di Lombardi ci sta col fiato sul collo e la faccenda inizia ad essere seria. Inoltre non so se riesco ancora a controllare Wessam, devi darti una mossa altrimenti qui finisce tutto all’aria ”.
‘Va bene ” rispose la voce dall’altro capo del telefono, ‘ cerchiamo di accelerare i tempi, pomeriggio saprò darti notizie più dettagliate, spero che Lucia ottenga un risultato, dal canto mio ‘ mi sto muovendo e stasera avremmo tutte le carte in mano per giocare questa partita ”.
‘Senti giocatore del cazzo, qui il culo è mio, vedi di spicciarti, inizio ad essere stanco di questa faccenda ” rispose Hassan visibilmente innervosito.
Imprecò buttando nel cestino una baguette ed una confezione di formaggio.

Wessam iniziò a spogliare Annalisa, i quattro uomini alle sue spalle fecero lo stesso. La ragazza osservò i loro corpi muscolosi, i loro membri enormi anche se a riposo, un gemito di paura le sfuggì dalle labbra.
‘Che hai tesoro ? Paura dell’uomo nero ? Eppure ti piace tanto farti sbattere come una cagnetta !!!!’ le disse Wessam mentre le sfilava il vestitino di cotone lasciandola nuda sul letto sfatto.
‘Dovreste sentire come urla quando gode la puttana, il suo culo è di burro ” disse rivolto ai suoi amici.
Uno di loro, un energumeno con i capelli lunghi raccolti in una coda di cavallo si avvicinò ad Annalisa, la sua mano scorse la gamba risalendo verso l’inguine, le sue dita carezzarono la sua fica glabra e carnosa, lei sussultò chiudendo istintivamente le gambe.
‘Allarga quelle gambe puttana, altrimenti ti faccio pentire ” la minacciò Wessam.
Annalisa obbedì, lasciò fare l’uomo con la coda di cavallo, lui iniziò a penetrarla con le dita, Wessam si avvicinò alla sua bocca con il cazzo duro nella mano, lei aprì le labbra inghiottendo quel palo di carne nodoso. Gli altri si avvicinarono alla ragazza, le loro mani iniziarono a percorrere la pelle bianca di Annalisa, le carezzavano i seni, le stringevano i capezzoli.
Uno degli uomini, completamente pelato, sistemo sul pavimento rozzo della cella una coperta. Wessam fece alzare Annalisa facendola inginocchiare sulla coperta, era accerchiata dagli uomini della stanza, in piedi, i loro cazzi duri erano all’altezza della sua bocca, iniziò a toccarli, li succhiava a turno mentre con le mani masturbava gli altri, le loro cappelle odorose le venivano sbattute sul viso, tentavano di fargliene ingoiare due facendole allargare le labbra a dismisura.
Uno degli uomini la fece sedere sul suo cazzo, le umettò la fica con la saliva e la penetrò. Gli altri erano sempre su di lei, iniziò a gemere, il cazzo le piaceva, si muoveva impalandosi sull’uomo sotto di lei, facendo scivolare in profondità quell’asta dura, resa umida dai suoi umori.
La sua lingua saettava sulle cappelle lucide dei maschi, cercava di infilarli contemporaneamente in bocca, le sue labbra erano arrossate, bagnate dalla saliva e dagli umori degli uomini.

‘Mhhhh avevi ragione ‘. La troia ritrosa si gode il cazzo ora !!!’, esclamò uno degli amici di Wessam, ”vale tutti i soldi che ti abbiamo dato ”.

‘Venduta’, era quella la sua condizione. Annalisa percepiva una parte dei discorsi degli uomini che la stavano scopando, il godimento che provava in quel momento le ottundeva la parte razionale, ondate di piacere la facevano colare copiosamente permettendo al cazzo enorme dell’uomo sotto di lei penetrarla profondamente .
La fecero mettere carponi, le mani poggiate sulla coperta, il culo offerto a quei maschi muscolosi e prepotenti, mani ruvide le dilatarono le natiche, sentì uno di loro sputare sul suo orifizio, un dito le si insinuò nel culo facendola gridare.

‘Aiii, piano vi prego ” disse Annalisa con un filo di voce.
‘Shhh puttana ”, fece uno degli uomini, ‘ ‘ ora te lo conciamo per le feste il tuo culo ”.
‘Ahmed, falla tacere ” continuò l’uomo rivolto a quello con la coda di cavallo.

Ahmed non se lo fece ripetere, afferrò la testa della ragazza prendendola sotto il mento, le infilò il suo enorme arnese in fondo alla gola, spingendo forte fino a farle colare la saliva dalla bocca.

‘Inghiotti troia ” la incitava selvaggio.

Wessam se la fece montare sopra, sentì la fica calda della ragazza inguainare il suo cazzo come un guanto, le labbra della fica erano arrossate e lucide di umori.
Un altro uomo allargò le natiche di Annalisa, lei aveva la bocca piena dall’enorme cazzo dell’uomo con la coda di cavallo e non poté strillare quando sentì il suo culo dilatarsi ad accogliere quel palo grosso e duro.
Annalisa iniziò a muoversi come un ossessa, arcuando il bacino, per farsi penetrare alternativamente nel culo e nella fica, i cazzi dei due uomini le scivolano dentro slabbrandola ed allargandola oscenamente. Gli altri tre a turno la scopavano in bocca, le loro cappelle uscivano dalle sue labbra tra rivoli di saliva e sperma, le veniva spinta a forza la testa verso quelle verghe tese fino a farle venire dei conati di vomito e poi, lentamente il cazzo le veniva sfilato dalla bocca lordo e lucido.
Annalisa godeva, sentiva il suo culo aprirsi ad ogni spinta, Wessam da sotto le teneva le natiche allargate a far entrare meglio il suo amico nel culo. La ragazza sentì il fiotto di sperma riempirle l’ano, il liquido caldo le riempì il ventre, l’uomo dietro di lei si sfilò facendo posto ad un altro, si sentì nuovamente piena, ansimava sudata, ingoiando, leccando, i capelli biondi, attaccati alla pelle, tirati dalle mani forti degli uomini colore.
Wessam le sborrò dentro, le strinse i fianchi attirandola a sé mentre sborrava, Annalisa gridò ormai in preda all’orgasmo. Un altro uomo le scivolò tra le gambe, penetrandola facilmente, la sua fica, il suo culo erano pieni di umori e sborra, entrarle dentro era come scivolare nel burro, i cazzi enormi degli uomini emettevano dei rumori liquidi ad ogni colpo di bacino.
Annalisa era lorda, la sborra le colava lungo le guance, dalle labbra, a turno gli uomini le schizzavano addosso il loro godimento, lei beveva avida, leccava mentre si muoveva ad accogliere a turno i cazzi dentro di lei.
Alla fina esausti gli uomini si rivestirono, uno ad uno lasciando la ragazza sdraiata sulla coperta lurida, con il corpo ancora in preda agli spasmi degli orgasmi.
Wessam chiuse la porta ed incassò il denaro dai suoi amici.

Hassan entrò in quel momento ‘.
‘Cha cazzo succede qui ? chi sono questi ?’ disse buttando a terra la busta della spesa.
‘stai calmo Hassan, posso spiegarti tutto ” fece Wessam alzando le mani mentre il suo complice ora aveva un’automatica puntata su di lui ed i suoi amici.
Hassan, tenendo sotto tiro i cinque si diresse verso la cella dove era rinchiusa la ragazza, aprì la porta, Annalisa era ancora sdraiata sulla coperta, sporca di sperma, dormiva e non si accorse dell’uomo che la guardava.
‘Cha cazzo hai fatto ‘ sei impazzito ? Chi sono questi ?’, Hassam era fuori di sé.
‘Sono amici Hassam, non diranno niente ‘ ci siamo solo divertiti un po’, sai avevo bisogno di soldi ”.
Lo sparo aprì una rosa rosso sangue sul petto di Wessam, gli altri uomini spaventati cercarono di guadagnare l’uscita, vennero colpiti da dietro, caddero uno dopo l’altro, il sangue iniziò a formare un lago rosso e denso sul pavimento grezzo del locale.
Hassam richiuse la porta della cella, si prese il volto tra le mani :’che casino ” esclamò cercando di ritrovare la calma.

LICEO DI CANNARA, 15.30

Monica si stava rivestendo, Lucia era ancora lì mentre smanettava col telefonino con cui aveva ripreso la figlia del tenente che si faceva scopare da due ragazzi del liceo.
Fabrizio si avvicina a Lucia e le sussurra :’non erano questi i patti, non avevi parlato di video ”.
‘Le cose sono cambiate, non ti lamentare che ci sei dentro fino al collo ” rispose acida la ragazza.
Monica scappò verso l’uscita, le lacrime e la vergogna le facevano sentire un peso al petto insostenibile, Fabrizio cercò di fermarla inutilmente, la ragazza era già sulla via di casa, Lucia spedì il filmato al nonno accompagnandolo da un messaggio :’ missione compiuta’.

CASA SOLIERI 16.00.

Il messaggio fece suonare il telefono di Fernando nello stesso istante in cui alla porta si presentò Antonia Lombardi. La donna aveva indossato un vestito bianco, scollato ed aderente. Fernando la fece accomodare nel salone mentre ammirava le forme sinuose del culo della donna. Antonia era sexy e, da quanto sembrava, le piaceva giocare ad essere seducente, il perizoma nero che si intravedeva dal sottile tessuto del vestito sembrava confermare la sensazione che la moglie del tenente fosse calda e disponibile, Fernando fece gli onori di casa.
‘Sono felice che lei abbia accettato il mio invito ‘ gradisce ?’ disse Solieri mostrando una bottiglia di champagne alla donna seduta sulla poltrona.
‘Volentieri, grazie, è fresco spero, qui fa ancora molto caldo nonostante sia autunno, il tempo inizia a giocare brutti scherzi ” rispose la donna spostando le gambe da destra verso sinistra elegantemente, scoprendo leggermente le sue gambe ben tornite.
Fernando versò lo champagne nel fl’te poggiato sul tavolo dinanzi Antonia sbirciando nella sua scollatura le forme tondeggianti di un bellissimo seno.
Antonia afferrò il bicchiere accennando un saluto all’ospite che si sedette sulla poltrona a fianco la sua, accavallò le gambe, degli eleganti zoccoletti bianchi lasciavano scoperti i piedi piccoli ed eleganti della donna smaltati di un rosso bordò molto sensuale.
A Fernando piaceva quella donna, era l’incarnazione della carnalità, della femminilità, piena ma non abbondante, ammiccante ed elegante.
‘Signora Lombardi ”.
‘Antonia ‘ la prego ” rispose lei di rimando.
‘Allora Antonia, come si trova nel nostro piccolo paesino, ha avuto modo di fare qualche amicizia ?’.
La moglie del tenente raccontò a Fernando delle difficoltà del trasloco, della preoccupazione per la figlia che stentava ad accettare lo spostamento e di quanto fosse diversa la gente in un paese così piccolo rispetto ai grandi centri urbani.
Fernando ascoltò la donna ammirando ogni particolare di lei, gli occhi blu, intensi ed espressivi, il naso piccolo con una leggera curvetta che si sposava perfettamente con due labbra carnose e grandi.

Cogliendo una sua distrazione l’uomo versò nel bicchiere ancora pieno della donna il contenuto di una fialetta nascosta.
Ora era questione di pochi minuti.
Fernando attendeva.

CASERMA DI CANNARA, 16.00

‘Tenente abbiamo scoperto un immobile immerso in un bosco vicino Assisi affittato a nome di Hassam Aliomeri ”.
Lombardi si accese una sigaretta, i battiti del cuore accelerarono, forse erano ad un punto di svolta.
‘Continua ” esortò il tenente.
‘Durante un primo sopralluogo i colleghi di Assisi hanno udito degli spari in lontananza, stanno aspettando rinforzi ”.
Lombardi si alzò di scatto e continuò al telefono :’ perfetto, non vi muovete, vi sto raggiungendo, accerchiate l’immobile ed aspettate il mio via, sarò lì tra una ventina di minuti’.

Il cerchio si stava stringendo.

ALTROVE

Hassan era sconvolto, aveva i minuti contati, gli stavano col fiato sul collo, lo sentiva.
Annalisa era rannicchiata in un angolo del letto nella sua stanza di prigionia, sotto shock per la scena a cui aveva assistito : Wessam ed i suoi sgherri erano stati uccisi a colpi di pistola dal tunisino che la teneva prigioniera.
Nuda e piangente non riusciva a staccare gli occhi dalla pozza di sangue che si allargava da sotto il corpo di uno degli uomini uccisi.
Hassan le tirò addosso degli abiti urlandole : ‘Vestiti, ce ne dobbiamo andare via da qui ‘. Fai in fretta”.
La ragazza obbedì, continuando a fissare il cadavere steso sul pavimento. Il suo corpo tremava in maniera incontrollabile. Indossò la t-shirt bianca e gli shorts che gli erano stati lanciati da Hassan, mise su dei sandali color oro e si diresse verso l’uomo che girava come impazzito per le stanze del rifugio.
L’uomo la prese per le spalle e le disse in tono sbrigativo : ‘ Ora senti cosa facciamo’.mi senti’ce la fai a seguirmi ?’.
La ragazza annuì debolmente con la testa, il suo sguardo era vacuo, assente.
‘Allora tu andrai nel bosco, verso la sterrata che conduce all’ingresso nel retro, incontrerai la polizia, voglio che tu gli dica che io sono scappato verso Cannara ‘ mi hai capito ?’.
‘Tu sei scappato verso Cannara ‘. ‘ rispose atona la ragazza.
Uscirono dal rifugio.
Hassan la guardò, per alcuni minuti, incamminarsi lentamente verso il bosco, lei si girò e lo salutò con la mano, meccanicamente, qualcosa dentro di lei si era spezzato.
Il tunisino si diresse verso la rimessa accanto al rifugio, entrò, tolse il telo di copertura dalla macchina che vi era parcheggiata : una golf grigia con targa registrata ad una società di comodo, la sua via di fuga. Mise in moto e si diresse nella direzione opposta a quella presa dalla ragazza. Dallo specchietto retrovisore poteva scorgere il blu dei lampeggianti delle macchine della polizia, scartò a sinistra verso la statale E28 in direzione dell’autostrada. Il telefono squillò : era Fabiana.
‘Dove sei ?’, la donna al telefono aveva la voce concitata.
‘Sei pazza a chiamare, potresti avere il telefono sotto controllo, qui sta crollando tutto, la polizia ha raggiunto il rifugio”.
‘dove stai andando’.’ gli chiese la donna.
‘Appena posso ti contatto io ” rispose l’uomo in tono sbrigativo, chiuse la comunicazione.
La golf imboccò la rampa di uscita della statale per immettersi sull’autostrada in direzione sud, Hassan contava di trovare un aiuto nel porto di Napoli per imbarcarsi verso Tunisi, un peschereccio con un comandante corruttibile e che non facesse troppe domande sarebbe stata la via di fuga perfetta.

CASA SOLIERI

Fernando Solieri, nudo ed eccitato, sta armeggiando con una telecamera in una delle stanze della sua villa adibita a luogo di sevizie. Al contrario di quella in cui aveva portato la nipote tempo prima, questa era rifinita e calda, un enorme dipinto, raffigurante un demone intento a turbare un ignara fanciulla, dominava dall’alto la pianta circolare della stanza. Al centro della stanza legata ad una cavallina in cuoio Antonia inizia a riprendere conoscenza. Prona, mani e piedi legati al pavimento, la sua gonna bianca è tirata sui fianchi scoprendo le natiche bianche e tonde, il seno abbondante schiacciato sotto il suo peso le fa male.
Fernando va verso di lei, le prende il volto tra le mani, le asciuga un filo di bava che le cola da un angolo della bocca.

‘Sveglia bella addormentata ‘. Il lupo cattivo ti vuole cosciente ed arzilla’.’, poi avvicinandosi all’orecchie della donna le bisbiglia : ‘ ‘ se non urli non c’è gusto’.’.

‘Cosa ‘cosa stai facendo ” la donna cerca di divincolarsi, lentamente le sue membra riprendono vigore, i legacci le impediscono qualsiasi movimento. L’uomo di fronte a lei è completamente nudo, ha un erezione mostruosa, Antonia urla.

‘Non ti sentirà nessuno cara” l’uomo si dirige verso una armadio mentre continua a parlare, ”tuo marito ci ha dato non pochi grattacapi, ma ora ci prenderemo una piccola rivincita’.

Antonia ansima, cerca di allentare le corde ma, più si muove più i legacci le feriscono la pelle.

‘Guarda ‘.’ , le dice l’uomo, mostrandole il video di sua figlia Monica mentre viene abusata da Lucia ed i suoi complici, ”una piccola soddisfazione già ce la siamo presa con tua figlia’aspetta che il video venga diffuso, insieme a quello che faremo io e te oggi, vedrai che non ci sarà posto in Italia dove non verrete preceduti dalla vostra fama ‘ il poliziotto e le sue zoccole ”.

‘Maledetto ”, le urla la donna in preda ad una crisi isterica, sua figlia Monica nel video viene posseduta da un gruppo di suoi coetanei come una sgualdrina.

‘shhh ‘.quello che vedi non è niente rispetto a quello che farò a te ‘.’.

‘cosa vuoi fare maledetto ” continuò a strillare Antonia.

‘Ora vedrai’ la telecamera ci sta riprendendo, fai un sorriso per i tuoi fan ” le dice l’uomo con perfidia. La donna lo sente armeggiare con qualcosa dietro di lei.
Il freddo di una cannula metallica la fa trasalire, la sente entrare nel suo orifizio anale lentamente.

‘noooo fermo che faiiiii !!!’ grida Antonia in preda al terrore.

‘Ohh, ti pulisco per bene, il tuo culo sarà l’oggetto delle mie attenzioni, vedrai che quando avrò finito con te non potrai sederti per un bel po”’.

Antonia inizia a piangere, mentre sente il liquido caldo che le scivola nell’intestino, l’uomo le sta praticando un clistere, sente la sua pancia contrarsi dagli spasmi.
La cannula viene sfilata lentamente dal suo ano, Antonia sente il liquido premere verso l’esterno, evacua in getto caldo dal culo sentendosi squassata ed aperta.

‘Mhhhh, hai un culo fantastico, è bellissimo vedere il tuo piccolo buco allargarsi in preda agli spasmi ‘. Un altro po’ ora, anzi ‘..un altro bel po’ ”.

Antonia geme mentre la cannula fa di nuovo ingresso nel suo culo, il fiotto di liquido ora le sta venendo irrorato a pressione maggiore, la sua pancia si gonfia, il suo ano non ce la fa a trattenere così tanto. Fernando sfila nuovamente la cannula , un altro getto caldo le fuoriesce dall’orifizio, il piccolo buchino si dilata a rilasciare i fluidi immessi nel suo intestino, poi cola lentamente unto e lucido.

‘Mhhh che bella vista, ora sembri pronta ‘.’.

Fernando porta le sue dita ruvide a ridosso del piccolo buco della donna, le infila tra le pieghe scure del suo culo, le esplora l’ano con tre dita allargandoglielo e facendolo gocciolare di liquido ed umori. Antonia prova a dimenarsi, è in balia di quell’uomo che le era sembrato così gentile.
L’uomo inserisce anche il quarto dito ed inizia a muovere la mano nel culo di Antonia, poi soddisfatto la sfila, lorda degli umori della donna, la porta alla sua bocca.

‘assaggia puttana, senti il tuo sapore ‘.’.

Antonia si rifiuta, serra le labbra, mugola disperata.
Fernando le afferra i capelli biondi e le alza la testa fino a portarla all’altezza della sua.

‘devi obbedire troia’altrimenti il dolore sarà insopportabile’.’.

La moglie del tenente dischiude le labbra, il sapore acre le riempie la bocca e il naso, piange, umiliata e sottomessa. L’uomo le sfila le dita dalla bocca. Si allontana, lei lo sente armeggiare con qualcosa dietro di lei. Una protuberanza di gomma scivola, spinta a forza da Fernando, dentro di lei.
Poi un soffio, qualcosa che le si gonfia nel culo, un altro soffio, l’oggetto dentro di lei si ingrandisce.

‘Ahhh’fa male cosa mi stai facendooo’.smettila”.

Un altro soffio, il plug gonfiabile le dilata l’ano, l’uomo inizia ad estrarlo lentamente slabbrandole i bordi del culo.
Antonia ora grida e piange, quando il plug esce completamente sente il suo sfintere rilassarsi e trasmettergli un senso di piacere.
Fernando lo inserisce nuovamente, lo gonfia sempre di più, la donna non riesce a tenere l’oggetto che le sta sfondando il culo, lo espelle, prova nello stesso tempo dolore e senso di piacere.
L’uomo alterna le dita al plug, ogni volta che l’oggetto di plastica viene estratto le dita penetrano nel culo di Antonia sempre con maggiore facilità fino a che non riesce ad infilare tutta la mano nello sfintere slabbrato della donna.
Con la mano libera Fernando tormenta il clitoride della donna, che inizia a gemere.

‘Forse non è questa gran tortura ‘ inizia a piacerti eh ?’ gli dice Fernando divertito.

‘Bastardo” le risponde lei, ‘..la pagherai tutta ”.

L’uomo si alza e le schiaffa il cazzo sul viso, con forza, le guance di Antonia si fanno rosse.
Le chiude il naso con le dita e le infila il cazzo nella bocca, la soffoca. Sfila il cazzo dalla sua bocca e si mette dietro di lei.

Antonia grida nel momento in cui Fernando le infila il suo cazzo nodoso nel culo, la tiene per le natiche, quelle natiche bianche e burrose che si muovono ad agni affondo di bacino dell’uomo.
Mentre la sta inculando l’uomo le afferra i capelli biondi, li tira, lei urla, sfondata e legata, il suo corpo è pervaso da brividi di piacere e dolore.
Fernando entra nella fica di Antonia, le scivola dentro come nel burro, è fradicia, si muove dentro di lei, colpi poderosi, ad ogni affondo la donna urla, si dimena.
L’uomo le schiaffeggia le natiche, la pelle bianca della donna si arrossa dopo ogni colpo.
Fernando si alterna tra la fica ed il culo di Antonia, entrambi i buchi della donna sono caldi, larghi e bagnati. La donna inizia inconsapevolmente ad assecondare i movimenti dell’uomo, il suo corpo reagisce agli stimoli, il piacere prende il sopravvento.

‘Ahhh’Ahhh’daaii’.’ Ora lo incita Antonia, ” dio mioi cosa mi stai facendo ‘ mmmh noo così mi sfondi ”.
‘Mhhh che vacca assurda che sei ” le risponde Fernando mentre si muove nel suo culo.

Quando l’uomo sente di stare per arrivare si sfila dal culo ormai arrossato e largo di Antonia e rivolge il suo schizzo caldo verso il suo viso inondandola di sperma.

‘ora abbiamo un altro filmatino per il maritino rompicoglioni’.vediamo come reagisce ” dice l’uomo mentre abbandona il corpo tremante di Antonia ancora legato all’attrezzo di tortura.
Le infila nuovamente il plug nel culo, lo gonfia e poi lo assicura alla donna con una fascia di cuoio nera legata alla vita in modo che lei non lo possa espellere.

‘Ti lascio un paio di ore’.goditela puttanella ‘poi ti farò una sorpresa ‘.’.

Fernando uscì dalla stanza. Antonia rimase sola ed abbandonata, il plug nell’ano le procurava ancora piacere, iniziò a muovere il bacino, venne da sola, con il culo grondante e slargato.

CASERMA DI POLIZIA DI CANNARA

Annalisa è seduta di fronte a Lombardi che sta prendendo appunti su quanto riferito dalla ragazza.
Era stata trovata a girovagare nel bosco vicino al rifugio in stato confusionale. Il tenente aveva lasciato la squadra della scientifica a prendere i rilievi ed aveva accompagnato la figlia di Galvani in questura.
La ragazza non aveva parlato per tutto il tragitto in macchina, solo quando si erano seduti nel piccolo ufficio di Lombardi aveva iniziato a raccontare cosa le era capitato : il rapimento, le violenze e le uccisioni. Annalisa gli raccontò tutto con freddezza, nei minimi particolari, il tenente era disgustato.
Mentre le stava chiedendo la direzione che aveva preso Hassan dopo la fuga il suo cellulare trillò, era un mms proveniente da un destinatario sconosciuto, il messaggio nella parte testuale recitava : ‘continua ‘. Così continueremo anche noi’.

Il tenente aprì il primo allegato, il video ritraeva sua figlia in atti inimmaginabili, posseduta come una cagna, gli occhi dell’uomo si fecero rossi, imprecò battendo il pugno sulla scrivania e spaventando Annalisa che si ritrasse sulla sedia di istinto.
Il secondo allegato riprendeva sua moglie sodomizzata dal vecchio Solieri, l’arroganza di quell’uomo era pari al suo potere. Il tenente chiamò Monica, sua figlia. La trovò a casa, singhiozzante la ragazza chiese scusa al padre, lui la rasserenò dicendole di non preoccuparsi e che l’avrebbe raggiunta immediatamente.
Lombardi chiamò un suo sottoposto e gli affidò la custodia di Annalisa.

CASA SOLIERI ‘ ANTONIA

Fernando torna, dopo un paio di ore, nella stanza delle sevizie. Antonia ancora legata lo guarda vacua, ai suoi piedi c’è un lago, umori e liquidi le sono colati dal culo e dalla fica, il plug le viene estratto, il suo buco rimane aperto, oscenamente dilatato. Fernando posiziona una macchina dietro la donna, dalla macchina parte un albero basculante alla cui estremità è fissato un enorme fallo di plastica morbida.

‘ora ci divertiamo un altro pochino ‘.’ Le sussurra l’uomo’.

CASA LOMBARDI

Monica abbraccia sua padre, viene consolata, dolcemente. Lombardi la rassicura, le dice che non è colpa sua, la ragazza si addormenta sulla sua spalla, distrutta dalle emozioni e dai sensi di colpa. Il tenente pensa alla vendetta, la rabbia per quello che stanno facendo alla sua famiglia prevarica il suo senso del dovere, sua moglie è ancora nelle mani di Solieri, usata come ricatto. Potrebbe ordinare una perquisizione nella casa del faccendiere ma non avrebbero prove, Solieri lo ha avvertito che sua moglie è andata consensualmente a casa sua e che qualunque azione di carattere giudiziario non avrebbe alcun effetto su di lui. Lombardi si lambicca in cerca di una soluzione, andrà a casa di Solieri a recuperare sua moglie, non da poliziotto.

Lascia sua figlia sul lettino della cameretta, dorme profondamente, il sonno cura la mente sconvolta della ragazza. Scende e monta in macchina avvertendo in questura che tarderà un poco il rientro. Controlla la pistola non registrata che tiene nascosta nel cruscotto della macchina e si avvia verso l’abitazione di Solieri.

HASSAN

Il tunisino si ferma in una stazione di servizio ad una settantina di kilometri da Napoli. Non entra, per evitare le telecamere a circuito chiuso che di solito sono presenti nelle aree di sosta, indossa un berretto ed un paio di occhiali a specchio che gli coprono i tre quarti del volto.
Si avvicina ad una cabina telefonica e compone il numero di Fabiana.

‘Pronto ?’

‘Sono io, non parlare, prendi l’autostrada verso sud e porta solo il cellulare con la scheda di Tunisi, useremo quello. Ti chiamo tra un quarto d’ora’.

Nel parcheggio antistante il bar i vacanzieri sostano pigramente poggiati alle loro macchine, qualcuno fuma. Una volante della polizia percorre lentamente la strada che porta dall’area di sosta alle pompe di benzina. Hassan finge di allacciarsi una scarpa abbassando la testa per non farsi riconoscere. La polizia riprende l’autostrada. L’uomo chiama la sua compagna.

‘Eccomi Fabiana, sei in macchina ?’..

‘si , ho preparato una valigia velocemente, dobbiamo andare via da qui, mio suocero è impazzito, ha segregato la moglie del poliziotto. I vertici della cerchia gli stanno facendo terra bruciata intorno’.

La voce di Fabiana è tesa.

‘E tua figlia ?’.

‘Lucia è scomparsa, ho provata a chiamarla ma non risponde ‘ non posso pensare a lei ora ‘ è grande, saprà cavarsela da sola ”.

‘Va bene ”, risponde l’uomo , ‘raggiungimi all’autogrill che trovi sulla A1 dopo l’uscita di Casoria’.

‘ok a dopo ” risponde la donna chiudendo la comunicazione.

LOMBARDI

Il cellulare che squilla interrompe i suoi pensieri, Lombardi risponde, dall’altro capo il sergente, che si sta occupando dei rilievi giù al rifugio, lo aggiorna.

‘Tenente, ci siamo ‘.’ fa il sergente in tono concitato.
‘Cosa ? ci siamo ?’ risponde Lombardi infastidito.

‘Scusi Tenente, mi spiego meglio, qui nel doppio fondo di un armadio abbiamo rinvenuto un fascicolo pieno zeppo di nomi, annotazioni, registri riguardante l’affare Formantel ”.

‘ci sono i contratti delle concessioni ?’.

‘Si ‘.’ , rispose il sergente ”ci sono documenti che attestano lo scambio di somme di denaro con causali fittizie, come prestazioni di consulenza, intestazioni di appartamenti che non esistono..’.
‘il nome di Solieri ” continuò il sergente ‘..appare in quasi tutti i documenti, ci sono anche altri nomi, nomi importanti, che compaiono negli allegati ‘tenente è una cosa grossa ”.

‘fai redigere un mandato dal procuratore, arrestiamo questo figlio di puttana ‘.’.

‘Si tenente, la chiamo quando è pronto’.

Lombardi preme sull’acceleratore, il bastardo che tiene in mano sua moglie ha i minuti contati.

CASA SOLIERI

Antonia è ancora legata alla cavallina nella stanza rotonda, Fernando inserisce il fallo di plastica attaccato alla macchina nel culo della donna, il suo sfintere è dilatato, il fallo non fa nessuno sforzo ad entrare nonostante sia enorme. La donna mugola, intontita dalle continue sevizie.
L’uomo mette in funzione la macchina, il fallo di plastica inizia a muoversi nel culo slabbrato della donna.
‘Ciao nonno ‘.ti diverti ?’

Lucia entra nella stanza, accompagnata da Davide e Giacomo, i due ragazzi che insieme a lei si sono divertiti con la figlia del tenente. Solieri va incontro alla nipote, il suo cazzo eretto si poggia sul ventre della ragazza mentre la abbraccia. Lucia accarezza il cazzo del nonno.
‘..con questo ora ci gioco un po’ io ” dice Lucia guardando maliziosa Fernando, ‘.. voi ragazzi occupatevi della troia legata ‘ datele della polverina magica ”.

Davide e Giacomo slegano Antonia, la fanno sdraiare sul pavimento, la donna è semisvenuta, tra le gambe le cola un liquido appiccicaticcio ed odoroso, le tolgono il vestito bianco, le slacciano il reggiseno, Davide, il ragazzo pelato, lecca i capezzoli della donna, Giacomo prepara le strisce di cocaina su di uno specchietto.
I ragazzi forzano Antonia ad inalare la sostanza bianca, un fremito percorre la donna, in completa balia di quel gruppo di assatanati.

Lucia sta spompinando il nonno, i suoi occhi lo fissano mentre fa sparire tra le sue labbra quel cazzo nodoso e duro. Fernando le spinge la testa verso il suo ventre, la incita ad ingoiarlo tutto. La nipote obbedisce, in ginocchio, ansimando ad ogni ingoio.

I due ragazzi ora hanno fatto mettere Antonia su una poltrona, ginocchioni, con il culo verso la macchina meccanica. Davide le inserisce nuovamente il fallo di plastica nel culo, le infila due dita slargandolo ancora di più, Antonia urla, la sua bocca viene riempita dal cazzo duro di Giacomo mentre Davide preme il tasto di accensione della macchina.
Antonia perde la cognizione della realtà, brividi e sensazioni indicibili percorrono il suo corpo, stimolano i suoi punti del piacere. Il cazzo finto le penetra nel culo profondamente, uscendo dal suo buco completamente fradicio di umori. Il ragazzo pelato le infila il plug gonfiabile nella fica, le grandi labbra si allargano ad ogni pompata dell’oggetto, le cosce della donna colano oscenamente.

Fernando si sdraia sul pavimento, la nipote si impala sul cazzo del nonno mentre guarda la scena dei due ragazzi che stanno abusando di Antonia, si eccita ancora di più. Il nonno le stringe i capezzoli, la ragazza gode ed incita il nonno a farle male. Ad ogni affondo l’uomo le schiaffeggia le natiche, le allarga, scoprendo il buchino ingordo della nipote.

Davide e Giacomo inculano Antonia, completamente inerte, a turno, mentre uno dei due la prende l’altro le riempie la bocca con il suo cazzo, le fanno tirare fuori la lingua, sbattono i loro cazzi sul volto della donna. Antonia sta godendo, le sensazioni che prova sono più forti della coscienza di quello che le sta accadendo.

Fernando sta per venire, fa girare la nipote e con entrambe le mani le allarga l’orifizio anale, poggia la punta della cappella sul buco aperto dalle sue mani e fiotta un getto di sperma nel culo della ragazza.

Anche Davide e Giacomo stanno per venire, entrambi in piedi tengono la testa della donna, inginocchiata tra di loro, le sborrano sul volto, coprendola di sperma.
Fernando trascina Antonia per i capelli, le fa spalancare la bocca, la donna obbedisce. L’uomo inizia a pisciarle in bocca, rivoli di urina le colano sul corpo, Davide e Giacomo si uniscono a lui, Lucia si masturba furiosamente assistendo alla scena, viene copiosa, sulla sua mano, la lecca. Si avvicina alla donna bionda e le fa leccare la fica gocciolante. Antonia urla e gode, viene, schizzando dalla fica getti di liquido caldo, il suo corpo trema, si sdraia ormai esausta e senza volontà.

Il tenente Lombardi si ferma a circa trecento metri dalla casa di Solieri, controlla la pistola, ancora nessuna notizia riguardante il mandato, scende dalla macchina e si avvicina all’abitazione di Solieri.

per commenti suggerimenti saluti e baci : aedon_69@yahoo.it
PORTO DI NAPOLI ‘ ore 11.57

‘ A che ora è l’appuntamento con il capitano del peschereccio ?’ chiede Fabiana ad Hassan, è quasi mezzogiorno, il sole riverbera sui pannelli metallici dei container rendendo la banchina un inferno di calore.

‘Doveva già essere qui, aspettiamo ancora ‘ passami l’acqua ‘

Fabiana passa la bottiglia al tunisino, il caldo le è insopportabile, indossa una canottiera blu ed un gonnellino grigio cortissimo, i tacchi dei sandali color argento penetrano nell’asfalto arroventato.
Durante il viaggio, dalla stazione di servizio in cui si erano dati appuntamento, fino al porto, avevano parlato dei fatti recenti.
Hassan le aveva raccontato del rapimento e dell’epilogo sanguinoso che ne era seguito.
Fabiana lo aveva messo al corrente delle ultime pazzie dell’ex suocero, Fernando Solieri.
Nel momento in cui i vertici della Cerchia erano venuti a sapere che il rapimento di Annalisa Galvani non solo non aveva accelerato il processo di acquisizione della Formantel, ma, aveva messo in pericolo la segretezza dell’organizzazione, avevano fatto in modo di eliminare ogni possibile collegamento col mandante del rapimento ed avevano ritirato tutti gli appoggi politici ed organizzativi messi a disposizione del vecchio faccendiere.

‘Eccolo ” esclama Hassan , ” sta arrivando ‘

Distorta dal calore che sale dall’asfalto rovente Fabiana vede un ombra enorme avvicinarsi verso di loro. E’ un omone enorme il capitano del peschereccio : nero, largo come un armadio, indossa una maglietta bianca sdrucita ed un paio di jeans larghi e comodi, i muscoli delle braccia tendono il tessuto della maglietta, la sua mano è gigantesca, il viso una maschera di cattiveria e furbizia. Fabiana si accorge di essere spaventata da quell’uomo.

‘Sono qui, mi hai cercato?’ dice il capitano rivolto ad Hassan, non fa alcun cenno di saluto verso Fabiana, anzi, la guarda con disprezzo.

‘Si, abbiamo bisogno di un passaggio verso Tunisi, che sia discreto, molto discreto’

‘c’è qualcuno che vi cerca?’ chiede curioso il capitano.

‘questo non è affar suo ” risponde seccato Hassan, ‘ ‘ lei ci dica solo il prezzo e l’orario di partenza’

Gli occhi del capitano scrutano senza espressione i due, si porta la mano al mento : ‘9000 euro, si parte tra un ora e mezzo, pagamento anticipato’

‘Va bene ” risponde Hassan senza pensarci molto, anche se il prezzo è enorme l’uomo vuole mettere parecchi kilometri tra sé e la polizia italiana. Dalla sacca che porta appesa alla spalla estrae due mucchi di banconote, attento a non farsi vedere, ne leva un mucchietto e lo porge al capitano.

L’omone nero conta i soldi, una volta finito di contare li saluta : ‘ ci vediamo alle due, molo cinque, la nave si chiama ‘Homercus’, io sono Lila, per voi ‘ capitano’

I due fuggiaschi guardano le spalle mastodontiche del capitano allontanarsi dalla banchina, Fabiana esclama : ‘quell’uomo è cattivo ”

‘e noi ?’ risponde assorto Hassan, ‘siamo buoni noi ? Andiamo a mangiare qualcosa, abbiamo poco tempo’

Dopo avere consumato una pizza ed un insalata, in un chiosco accanto al molo cinque, Fabiana e Hassan si dirigono verso la passerella della ‘Homercus’, ad attenderli in cima c’è un vecchio di colore magro e sdentato che gli intima di sbrigarsi.

‘ veloci, non siamo in crociera, non vi devono vedere, noi non traportiamo passeggeri’ pesci ‘ capite ? Noi peschiamo pesci !’

‘Capiamo ” sibila Hassan mentre tocca il ponte della nave.

I marinai che sono impegnati nelle faccende di routine si bloccano ad osservare i due nuovi venuti,
Fabiana guarda quegli uomini scuri e nerboruti, con terrore, sente su di se i loro sguardi, è l’unica donna della nave, istintivamente si avvicina di più ad Hassan.
Li fanno scendere nella stiva, scatole aperte e vecchi barili che puzzano di pesce e disinfettante giacciono in disordine sul pavimento, il vecchio dà un colpo con il tacco ad una sporgenza sulla parete ed una piccola botola si apre sul pavimento alle spalle dei due fuggitivi.

‘State qui fino a che non avremo abbandonato le acque territoriali italiane, vi chiameremo noi’

Fabiana e Hassan entrarono nel piccolo nascondiglio; la porticina venne chiusa, dei piccoli fori praticati sul pavimento garantivano il minimo di ossigeno ed un lieve chiarore all’angusto ambiente.
Sentirono la nave muoversi lentamente, Hassan era nervoso, voleva uscire da quel cubicolo maleodorante. Fabiana gli stava appiccicata al braccio, non parlava, era evidente che aveva paura, la loro situazione non era sicura, il capitano non gli trasmetteva molta fiducia.
Trascorsero due ore interminabili quando sentirono dei passi pesanti avvicinarsi verso il loro nascondiglio, la porta venne aperta, ad attenderli c’era il capitano con altri due individui.

‘Come vi sembra la suite?’ li accolse l’omone ridendo sguaiatamente.

‘tutto bene Capitano ” rispose secco Hassan, ” prima arriviamo meglio è’

‘arriveremo domani in serata ” risponde il Capitano, ‘ ‘ stasera siete miei ospiti’

Vennero portati nella cabina che li avrebbe ospitati per il viaggio, c’erano due cuccette a castello, l’oblò era talmente sporco che la luce filtrava fioca e spenta. La zona dei bagni si trovava all’esterno della cabina, bisognava percorrere il corridoio delle cabine dell’equipaggio per raggiungerlo.
Hassan e Fabiana sedettero sul bordo della cuccetta inferiore, le lenzuola non odoravano certo di pulito.

‘Devo fare una doccia ” esclamò Fabiana raccogliendosi i lunghi capelli corvini in una coda di cavallo.

‘Si, io rimango in cabina a sistemare delle cose ” le rispose Hassan.
Durante la loro fuga l’uomo era stato scostante e distratto, mai si era rivolto a lei con dolcezza, Fabiana temeva che l’uomo la volesse abbandonare al suo destino vedendola più come un impaccio che come una compagna.

‘Non vieni con me ? Ho paura ad uscire sola ” confessò la donna.
‘Ma di cosa vuoi aver paura ” le rispose stizzito lui, ‘ ‘ il peggio è passato, ora pensiamo a passare queste ultime ora senza paranoie, una volta arrivati a Tunisi ci organizzeremo’

Fabiana sospirò, prese il beauty ed un telo pulito dalla borsa, che aveva preparato in fretta e furia prima di fuggire da casa Solieri.
Si incamminò verso i bagni, alcuni marinai erano fuori dalle loro cabine, fermi a parlare o a fumare, alcuni in mano avevano della birra.
Mentre passava sentiva i loro occhi posarsi su di lei, unti e sudati, poteva percepire il messaggio di quegli sguardi.
La zona docce era sporca come il resto della nave, i soffioni delle quattro docce erano incrostati di calcare e ruggine, le pedane di legno erano dissestate, con le assi mancanti, la porta non si poteva chiudere.
Fabiana si fece coraggio, si spogliò cercando di toccare con la pelle nuda il meno possibile di quel posto lercio. Girò il pomello della doccia, un getto gelido la investì in pieno, imprecò.
L’acqua calda arrivò dopo due minuti buoni, iniziò ad insaponarsi mentre il calore dell’acqua le portava via strati di stanchezza e tensione, iniziava a rilassarsi quando la porta si aprì. Un uomo magro entrò fischiettando nella zona bagni, indossava una tuta da lavoro, sotto non portava nessuna maglietta, la sua pelle scura era traslucida dal sudore. Si avvicinò ad un orinatoio a muro, da lì poteva vedere Fabiana mentre faceva la doccia, la donna cercava di coprirsi con le braccia, aspettava che l’uomo se ne andasse.

Il marinaio non accennava ad andarsene, tirò giù la lampo della tuta, estrasse il cazzo ed iniziò ad urinare, fischiettando e fissando la donna nuda sotto la doccia.

Fabiana notò la mostruosità di quel cazzo, enorme a riposo, non riusciva ad immaginare come sarebbe stato eretto.
L’uomo la fissava impertinente, iniziò a masturbarsi senza distogliere lo sguardo dalla donna che, sotto il getto dell’acqua, cercava di coprire la sua nudità.
Fece ingresso nel bagno un altro uomo, portava degli occhialetti rotondi a specchio, completamente calvo, alto e muscoloso.

‘Mhhh che fichetta ” esclamò rivolto al suo amico.

‘già ‘ mi ha fatto venire il cazzo duro ‘ ‘ rispose lui.

Anche il secondo uomo si tirò giù i pantaloni iniziando a masturbarsi.
Fabiana li guardava allucinata, impietrita non sapeva come reagire, chiuse l’acqua e si coprì col telo, afferrò le sue cose e corse fuori, nel mentre l’uomo che era vicino l’orinatoio le schizzò addosso, la donna sentì il liquido colpirle il braccio ed il viso.

‘Ne ho altro principessa’ vuoi assaggiare ” le fece l’uomo agitando il suo grosso cazzo con la mano.

Fabiana scappò, seguita dalle risate sguaiate dei due uomini, corse per il corridoio passando tra gli sguardi divertiti dei marinai. Entrò nella cabina, Hassan non la degnò di uno sguardo.

‘Cazzo, mi dovevi accompagnare ” disse lei infuriata.

‘Calma, manca poco al nostro arrivo ” disse Hassan distratto mentre leggeva dei fogli.

‘Calma un cazzo, qui rischio il culo, nel senso letterale del termine ” rispose lei agitata.

‘E non ti piacerebbe ?’ le disse Hassan guardandola spavaldo.

‘Vaffanculo ” disse lei, ”sei uno stronzo ”

‘Smetti di fare l’isterica e vestiti, tra mezz’ora siamo a cena con quello stronzo del capitano, resisti ancora un po’, questa storia finirà presto e noi ci potremo rilassare !’

Fabiana non gli rispose, si pulì il viso ed il braccio dallo sperma, indossò una maglietta bianca, sbracciata, e un gonnellino fucsia molto corto. Avrebbe voluto avere qualcosa di più sobrio, ma la fretta della fuga non le aveva lasciato molto tempo per scegliere, infilò i sandali e si adagiò sul bordo della brandina. Accese una sigaretta per allentare la tensione.

Passata la mezz’ora arrivarono alla porta della cabina del capitano, aprì il suo secondo, un energumeno muscoloso in canottiera e calzoni corti, li fece entrare.

‘Benvenuti signori, prego accomodatevi ” gli fece mellifluo il capitano.

Hassan e Fabiana si guardarono intorno, il capitano disse, rivolto al suo secondo : ‘falli accomodare Raul ”

La tavola era apparecchiata a regola d’arte, la cabina era grande ordinata e denotava un certo lusso, il capitano sapeva come trattarsi. C’era un letto matrimoniale in legno con delle lenzuola nere di seta, librerie ovunque, piene di libri dall’aspetto antico.
Raul fece sedere gli ospiti e riempì i loro bicchieri con del vino bianco, bevvero tutti ed iniziarono a pasteggiare.

‘Quindi cosa farete una volta arrivati a Tunisi ?’ chiese il capitano.

‘Torneremo alle nostre vita ‘ ‘ rispose vago Hassan.

Fabiana mangiava in silenzio, bevve il vino, il liquido le scaldò lo stomaco, Raul i avvicinò a riempirgli il bicchiere, nel farlo aderì con l’inguine alla spalla della donna. Fabiana arrossì e scostò la spalla, ma l’uomo si avvicinò di più.

‘Forse ” rispose il capitano.

‘Cosa forse ” fece Hassan.

‘Sai, un amico mi ha chiamato oggi, un amico molto potente, mi ha detto che forse avrei ricevuto la visita di due persone, un uomo e una donna ”

Fabiana ed Hassan smisero di mangiare, i volti tesi, aspettavano che il capitano continuasse.

‘ ‘voi siete un uomo e una donna ” lentamente l’uomo si alzò, era veramente enorme, sovrastava di almeno una quindicina di centimetri Hassan, si diresse verso un piccolo comodino di legno intarsiato a fianco del letto : ‘ ‘ il mio amico mi ha detto che l’uomo avrebbe avuto con se molti soldi ‘ mi ha detto che i soldi me li sarei potuti tenere ‘ se avessi ucciso l’uomo ”

Lila si girò, aveva in mano una pistola. Hassan scattò in piedi giusto in tempo a ricevere il proiettile, sparato dal capitano, in pieno petto. Fabiana urlò alzandosi e correndo verso la porta della cabina.
La porta non si apriva.

”della donna ‘ il mio amico mi ha detto che avrei potuto farne quello che volevo ‘ sei una bella fica, potresti esserci utile come puttana da viaggio .. che ne dici ?’ continuò il capitano avvicinandosi verso Fabiana che, nel frattempo, agitava furiosamente la maniglia cercando di fuggire dalla cabina.

La porta si sbloccò, la donna corse all’impazzata verso la sua cabina, la trovò chiusa, proseguì correndo, attraversando il corridoio stretto, scarsamente illuminato da lampade al neon. Una porta si aprì alla sua destra, urlò balzando di lato e sbattendo la spalla sul metallo della parete opposta.
Le lacrime le solcavano il viso, era terrorizzata.
Incuriositi dalle grida gli uomini dell’equipaggio iniziarono ad uscire dalle loro cabine disponendosi ai lati del corridoio, Fabiana correndo urtava i loro petti nudi. Gli uomini le urlavano frasi sconce, dinanzi a se trovò delle scale, le salì correndo rischiando di slogarsi una caviglia a causa del tacco dei sandali. Era sul ponte, l’aria salmastra e gelida della notte la investì in pieno, corse ancora fino alla balaustra ‘ era prigioniera, pensò di buttarsi, di morire in mare, piuttosto che restare alla mercé di un intero equipaggio di bruti.
Una mano le strinse il braccio, era il secondo del capitano, le diede uno schiaffo, poi il buio, svenne.

L’acqua gelida la fece restare senza fiato, era legata mani e piedi ad una sedia di legno, nuda. La sedia era al centro di una stanza enorme, le pareti rugginose e scrostate le ricordarono dove si trovava. Una lampada a fluorescenza le pendeva sopra la testa, intorno a lei almeno una decina di uomini di colore fermi, in piedi, tutti cha la fissavano. Alcuni si maneggiavano il cazzo attraverso i pantaloni, altri erano nudi con il cazzo duro. Il capitano si fece largo tra gli uomini e si diresse verso di lei.

‘E dove vuoi scappare ” disse divertito, avvicinando il suo viso ad un centimetro di quello di Fabiana.

‘Ora ti dico cosa sarà di te ‘ sarai la nostra puttana, per mesi, nessuno sa che sei qui, nessuno ti cercherà mai ..’ Fabiana iniziò ad implorare, ‘ ..poi ‘una volta che saremo stanchi, ti venderemo a qualche perverso signorotto Arabo, loro sono sempre in cerca di belle fiche europee con cui sfogare le loro sordide voglie ‘ vedrai che ti piacerà”

Il capitano le toccò il seno, le sue dita strinsero forte il capezzolo, la donna urlò, il capitano si slacciò i pantaloni tirando fuori un cazzo abnorme, nodoso, ricurvo verso l’alto. L’uomo sventolò di fronte il viso di Fabiana la sua cappella rossa e lucida.

‘Ingoialo ‘ fallo, o il dolore ti farà gridare ” le intimò l’uomo.

Fabiana allargò le labbra, rassegnata, sentì la cappella enorme scivolarle sulla lingua, chiuse le labbra, muoveva la testa su e giù ingoiando il cazzo del capitano.
L’uomo le spinse la testa con le mani, soffocando la donna e facendole colare la bava dalla bocca.
La slegò e la gettò a terra.

‘accomodatevi ‘ ‘fece rivolto alla ciurma, che assisteva allo spettacolo.

Gli uomini nella stanza si fiondarono su quella donna, bella e disponibile, che era stata data alla loro mercè.
La presero e la fecero inginocchiare, il pavimento rugginoso le feriva le ginocchia, le uscì un lamento, strozzato dal cazzo di uno degli uomini, che iniziò a scoparla in bocca.
Quando le entrarono nella fica gemette dal dolore, i cazzi dei marinai erano enormi, le loro mani ruvide la toccavano ovunque., poteva sentire i suoi più intimi buchi profanati da quelle dita vogliose ed assatanate.

Un uomo si sdraiò sul pavimento, la afferrò e la fece montare su di se, il cazzo dell’uomo scivolò prepotente tra le sue grandi labbra, poi le afferrò le natiche, con entrambe le mani, le allargò. Un uomo da dietro le spinse la cappella a forza nel culo, Fabiana gridava come un ossessa mentre le slabbravano l’orifizio anale.

La stavano scopando in ogni buco, si alternavano : nella sua bocca, nella fica, nel culo. Ormai non aveva più la cognizione di chi la stava possedendo.
La fecero girare,mentre da sotto le sfondavano il culo, a gambe oscenamente aperte accoglieva, gemendo, il cazzo di una altro uomo. Gli schizzi di sperma che la colpivano sul viso le colavano sul corpo. Le fecero spalancare la bocca, un altro getto di sborra bagnò oscenamente il suo volto, ormai trasfigurato dal dolore e dagli orgasmi.
Anche se in balìa di quegli energumeni, il suo corpo reagiva con brividi di piacere, era scossa dai fremiti.

Le vennero nella fica, lo sperma le colava sulle cosce, un altro uomo la penetrò, con forza, una altra ondata di piacere la investì.
Le vennero nel culo, ormai la sborra le fluiva copiosa da entrambi gli orifizi.

Gli uomini, una volta soddisfatti, iniziarono a pisciarle addosso, getti di urina calda le percorsero il corpo. Gli allargarono la bocca per farle bere il liquido mentre continuavano ad incularla e scoparla.

Dopo molte ore fu lasciata sola col capitano, la donna giaceva inerme sul pavimento, interamente ricoperta di sborra e con i brividi che la facevano tremare ininterrottamente.

‘Ora ti devi risposare Principessa ” le disse l’omone nero carezzandole i capelli, ‘domani sarà una altra giornata impegantiva ‘ per te’.

L’uomo uscì ridendo.

Fabiana, sola, al freddo, iniziò a piangere, la cerchia, sua figlia, Solieri ; erano tutti spariti, i giorni dei giochi di poteri ed inganno erano finiti, ora l’attendeva l’oblio.

CASA SOLIERI

La porta della casa si aprì silenziosamente. Il tenente Lombardi entrò nell’atrio luminoso dell’abitazione, non vide nessuno.
Imboccò la porta sulla sua sinistra, entrò nel salone, notò una apertura sul lato del grosso camino, dall’apertura si andava verso il basso, attraverso una ripida scalinata di pietra.
Lombardi iniziò a scendere …

per commenti, suggerimenti, imprecazioni e richieste : aedon_69@yahoo.it CASA SOLIERI ‘ 12.30

Claudio scese le scale che portavano al salone, era deserto, la servitù ‘ assente.
C’era una strana atmosfera da qualche giorno nella villa, suo padre sembrava sempre più nervoso e teso. Lo vedeva spesso al telefono mentre parlava concitatamente con qualcuno.
Dopo il raduno Claudio aveva trascurato gli affari, il pensiero di sua figlia lo ossessionava, il piacere provato nel possederla, nel vederla profanata da tutte quelle persone, non lo abbandonava mai.
Claudio si diresse verso l’enorme camino che troneggiava sul salone, suo padre gli aveva mostrato, giorni prima, la leva segreta che apriva il passaggio verso le sale nascoste nel sotterraneo.
Premette con l’indice l’occhio del pesce di pietra, che faceva parte dell’ornamento allegorico del camino. Udì lo scatto metallico della porta che si apriva, le scale scendevano verso un passaggio scuro. Scese, le scale terminavano in un corridoio scuro, illuminato fiocamente dalla luce che filtrava attraverso le sottili feritoie poste sulla volta del cunicolo. In fondo del corridoio si apriva una porta che dava sulla sala delle sevizie, come veniva generalmente chiamata.
Il vocio nella sala lo fece affacciare quatto alla porta della sala.
Al centro c’era una donna bionda, nuda. Era a terra, tramortita, sporca di sperma. Più in la suo padre si stava rivestendo mentre parlava con Lucia, sua figlia. Due ragazzotti giravano per la sala, incuriositi dagli oggetti presenti. Claudio entrò.

‘Ciao Papà ” lo salutò sua figlia Lucia, era seminuda, aveva i piccoli seni scoperti, la sua gonna era tirata su, non aveva le mutandine. Claudio non poté evitare di avere un erezione.

‘Ciao Claudio ” suo padre si era completamente rivestito.

‘Che succede qui ?’ chiese Claudio non riuscendo a staccare gli occhi dalla figlia.

‘Dobbiamo spostare la puttana ” rispose il padre indicando la donna semisvenuta sul pavimento, ‘ ‘ al piano di sopra, aiutaci.’

‘Chi è ?’ continuò Claudio.

‘E’ la moglie del tenente che ci sta dando dei problemi ” gli rispose il padre, ‘ la vogliamo usare per ricattare il poliziotto, ci siamo divertiti molto con lei, vuoi approfittarne anche tu ?’

Claudio non rispose, posò il suo sguardo lascivo sulla donna, i suoi freni erano spariti completamente, nulla era rimasto dell’uomo che era, la sua mente era obnubilata dalla passione sfrenata. Doveva essere una tara ereditaria, come il padre anche lui non riusciva a pensare ad altro che alla lussuria.

‘Dopo nel caso ” rispose.

Ad un cenno del vecchio Solieri i giovani, che curiosavano intorno, si prodigarono insieme a Claudio per trasportare la donna bionda su per le scale.

‘State fermi e alzate le mani ‘ tutti ”

Lombardi era apparso all’improvviso. Poco prima aveva sentito i passi di Claudio avvicinarsi al salone, nella fretta di nascondersi aveva inavvertitamente chiuso il passaggio accanto al camino. Si era nascosto dietro un divano, fortunatamente il figlio di Solieri aveva aperto di nuovo il passaggio, lo aveva seguito cautamente.

Alla vista di sua moglie a terra il dito, che poggiava sul grilletto della pistola, ebbe un fremito.
I quattro uomini nella sala avevano alzato le mani, lo guardavano esterrefatti, sorpresi e spaventati di fronte alla minaccia della pistola.
Lombardi fece un passo verso di loro, non si accorse della figura esile nascosta dalla porta aperta.
L’attizzatoio calò violento sul polso del tenente, urlò, Lucia lo colpì di nuovo sulla testa, un colpo forte, secco. Lombardi crollò a terra privo di sensi.

‘Brava piccola mia ‘ ‘ disse soddisfatto Solieri rivolto alla nipote.

CASA LOMBARDI

Fabrizio suonò il campanello, il cuore gli batteva forte nel petto. Lo avevano ingannato, migliaia di promesse col solo scopo di usarlo come manovalanza. Monica gli era subito piaciuta, la sua dolcezza e la sua innocenza lo avevano colpito, quello che gli avevano fatto, quello che lui aveva fatto in modo gli venisse fatto, lo faceva sentire ‘una merda’.
Monica si svegliò intorpidita, il campanello della porta suonava, si avvicinò allo spioncino e vide il volto di Fabrizio.

‘Che vuoi ‘ non ti basta quello che mi avete fatto ?’ urlò attraverso la porta.

‘Monica perdonami, ti prego, fammi spiegare, sono stato ingannato anche io ” si sentiva disperato, ‘ ‘ quello che ti ho fatto è imperdonabile ma voglio rimediare, ti prego, fammi entrare ..’

Monica era a terra, rannicchiata contro la porta, ascoltava le parole del ragazzo che l’aveva fatta innamorare nel primo istante che l’aveva guardata.

Continuò Fabrizio : ‘ ‘ non lo so cosa mi sia preso, ma ho bisogno di starti vicino ” prese coraggio, ‘ ‘ti amo, mi sono innamorato, lo so che sembra assurdo ma è così ‘ sei così bella, dolce, simpatica, intelligente e ”

”e tu sei un bastardo ” disse Monica aprendo la porta. Fabrizio la guardò estasiato, vide i segni rossi sotto gli occhi dovuti al pianto, l’abbracciò, lei si perse nel contatto con quel ragazzo che aveva appena conosciuto, che l’aveva umiliata e che ora era dinnanzi a lei supplicante.

‘Perdonami, perdonami, perdonami ‘.’

Fabrizio non smetteva di ripetere la stessa frase, Monica lo fece entrare, si sedettero sul divano del salotto, Fabrizio le teneva dolcemente la mano, le raccontò tutto, della cerchia, di Solieri, dei ricatti di Lucia. Monica ascoltava, ogni tanto annuiva, man mano che il ragazzo parlava il suo cuore si faceva più leggero, lui era stato crudele ma quelle persone, quelle della cerchia, erano malvagie fin nel midollo.

Terminato il racconto Fabrizio aveva le lacrime agli occhi, si baciarono, dolcemente, stettero stretti l’uno all’altra, le cose che gli erano capitate li avevano uniti invece di separarli.

Monica iniziò a sentire la stretta che sentiva intorno al cuore più leggera, la sua bocca si increspò in un sorriso prima di perdersi nuovamente nelle braccia di Fabrizio.
CASA SOLIERI

Il tenente era stato saldamente legato e lasciato svenuto sul tappeto del salone principale. Antonia era stata fatta lavare da Giacomo e Davide, ora la stavano rivestendo con cura.
Fernando Solieri ricevette un messaggio anonimo sul cellulare : ‘ hanno un mandato di arresto per te e la tua famiglia, questo è l’ultimo aiuto che riceverai, ora sei solo !’

Solieri imprecò, rivolto al figlio e alla nipote disse : ‘dobbiamo scappare, a nord di Cannara c’è un castello diroccato, al suo interno ci sono dei rifugi che ho fatto preparare tempo fa, in previsione di momenti bui, è ora di utilizzarli ”
Poi, rivolto ai due ragazzi, che avevano finito di vestire Antonia, disse : ‘ legate anche la donna, sistemate i due piccioncini nel retro del furgone nero e preparatevi, andiamo ai ruderi di Nigaia ‘ forza muoviamoci’

CASA LOMBARDI

Fabrizio lesse il messaggio sul telefonino : ‘abbiamo il padre e la madre della zoccoletta con i capelli rossi, andiamo al castello di Nigaia, raggiungici ”
Davide e Giacomo, su ordine di Solieri, avevano avvertito Fabrizio delle novità, Il vecchio aveva pensato che un paio di braccia in più avrebbero fatto comodo.

Il ragazzo fece leggere il messaggio a Monica.

‘Ti prego ‘ vai ad aiutarli ‘mi hai chiesto se c’era qualcosa che potevi fare per farti perdonare, salva i miei, salvali ti prego ‘.’

Fabrizio annuì silenziosamente, era preoccupato le cose si stavano mettendo male, doveva fare qualcosa : ‘ ma cosa ?’

RUDERI DI NIGAIA

I resti di quello che doveva essere stato un magnifico castello sormontavano un boschetto verdeggiante e rigoglioso dall’alto di una collina, posta a nord della piccola Cannara.
Il furgone si fermò alla fine della sterrata, che terminava ai piedi di quelle che dovevano essere state le mura di cinta del castello.
Davide e Giacomo trasportavano Antonia, legata e imbavagliata. Claudio e Fernando portavano a peso il tenente, anch’esso legato ed ancora svenuto.

Dietro una parete diroccata Solieri mosse una pietra, una lastra di marmo si levò di scatto dalla pavimentazione in rovina del rudere. Lentamente, con i loro prigionieri, i cinque scesero i ripidi scalini del nascondiglio, percorsero un dedalo di corridoi fino a giungere ad una porta di quercia, Solieri infilò due dita nella spaccatura di una pietra rossastra, a lato della porta.
La porta si aprì mentre il lastrone che dava sul pavimento dei ruderi esterno si richiuse con un tonfo. Era buio. Un click e delle potenti lampade al neon illuminarono una grotta enorme, c’erano dei letti, una decina, lungo una parete della caverna, dei divani, un enorme dispensa surgelatore era posta a fianco di una cucina attrezzata ed ampia. La grotta era stata pavimentata con del legno levigato e scuro, c’erano stufe a gasolio in grado di riscaldare l’ambiente.
Claudio era stupito, esclamò : ‘ cazzo, è la bat -caverna !!!’

‘Non dire cazzate e aiutami a sistemare questo stronzo sul letto ” gli disse secco il padre indicando il corpo inerme del tenente Lombardi.
Davide e Giacomo adagiarono Antonia sul letto, accanto al marito, poi, istruiti da Solieri, inviarono un messaggio a Fabrizio con le indicazione per raggiungerli.
Lucia si aggirava per la caverna, le piaceva quello spazio ampio ed antico , la temperatura al suo interno era perfettamente mitigata dalle enormi stufe. Di fronte ai quattro ampi divani, disposti a ferro di cavallo, c’era un enorme schermo piatto.
Il bagno era stato costruito completamente in legno, era spazioso e conteneva una doccia, una vasca jacuzzi, un enorme ripostiglio pieno di asciugamani, saponi e generi per la pulizia. C’era una lavatrice ed un asciugatrice. Il vecchio Solieri aveva pensato a tutto senza fare economia.

Lucia posò il borsone, che aveva preparato per la fuga, su uno dei letti, si spogliò, incurante del fatto di non essere sola. Gli occhi del padre la guardavano con cupidigia. Si diresse verso la zona bagno, riempì la jacuzzi e vi si immerse. Davide e Giacomo si spogliarono in fretta raggiugendola nel tepore della vasca.

Fernando si avvicinò ad Antonia, la donna si stava svegliando.

‘Buongiorno fiorellino, ben alzata ‘sei pronta a fare colazione ?’

Senza aspettare che Antonia fosse completamente sveglia il vecchio faccendiere si tirò giù i pantaloni, sventolò dinanzi lo sguardo intontito della donna il suo cazzo duro.
Fernando forzò le labbra di Antonia ad ingoiare il suo cazzo, lei ormai inerte e sottomessa iniziò a spompinare il vecchio.

‘Ora ci mettiamo comodi ” disse Solieri trascinandola per i capelli verso uno dei divani.

Nella jacuzzi Lucia stava masturbando Giacomo, il ragazzo si era poggiato su un bordo della vasca, la mano della ragazza percorreva il membro duro, guardava vogliosa quella cappella larga ed invitante.

Claudio si avvicinò al divano, Antonia era inginocchiata di fronte al padre, ingoiava il cazzo del vecchio fino alla radice per poi risalire lasciandolo lucido e pieno di saliva. Claudio le tirò su la gonna bianca scoprendole quel culo tondo, invitante. Le infilò un dito tra le natiche non trovando alcuna resistenza, il giorno prima quel culo era stato sfondato a dovere dai giochi perversi di Solieri.

Lombardi si svegliò, ci mise un paio di minuti a mettere a fuoco quello che stava succedendo.
Era legato, mani e piedi, la testa gli pulsava forte, lo avevano colpito, ora non sapeva dove si trovava. Vide sua moglie, la sua testa bionda che scendeva verso il cazzo duro del vecchio, la sua bocca spalancata ad accoglierlo tutto. L’altro uomo, doveva essere il figlio di Solieri, le stava infilando una mano nel culo.

Lucia, immersa nella vasca, spompinava i due ragazzi, li masturbava, leccava le loro aste dure, stringeva la bocca intorno alle loro cappelle gonfie. Adorava il sapore del cazzo, la sua fica era bagnata, aveva voglia, ormai aveva sempre voglia.

‘Lasciatela stare bastardi ‘ ‘ gridò Lombardi.

‘Ohhh, sei geloso ” rispose il vecchio divertito.
‘Lo sai che la tua puttana lo succhia da dio ? E’ bravissima ” continuò.

Lombardi credeva di impazzire, i legacci erano troppo stretti perché sperasse di liberarsi, si mise seduto sul letto, non riusciva a staccare gli occhi da sua moglie, usata come una troia dai suoi aguzzini.

‘Lucia, tesoro, ci puoi raggiungere ” urlò Solieri alla nipote, il suo sguardo traboccava di perfidia.

La ragazza staccò a malincuore la sua bocca dai cazzi in tiro di Giacomo e Davide, uscì dalla zona bagno tenendo entrambi i ragazzi per il cazzo, come due cagnolini al guinzaglio.

‘Tesoro, non ti posso mai lasciare sola ” disse il nonno in tono divertito, poi continuò : ‘Dai una mano al nostro tenente, credo che sia un po’ teso ”

La ragazza camminò verso Lombardi, sinuosa, nuda, si sedette accanto all’uomo legato, la sua mano accarezzò la patta dei pantaloni, il cazzo del tenente ebbe un guizzo.

‘Lasciami puttana ” intimò l’uomo.

‘Shhh ” rispose la ragazza mentre gli tirava giù la zip ed estraeva il cazzo duro di Lombardi.

FABRIZIO

Il motorino slittava sul terriccio che ricopriva la sterrata. Stava correndo Fabrizo, andava verso il nascondiglio che gli avevano indicato Davide e Giacomo.
Conosceva i ruderi, ci andava spesso con i suoi amici quando volevano farsi uno spinello rilassati e lontani da occhi pettegoli.
Cercava di elaborare un piano, Monica gli aveva dato la pistola del padre prima di lasciarlo andare.
Fabrizio aveva già sparato in passato, sempre in quei boschi, con i suoi amici, si erano divertiti a colpire lattine e bottiglie di birra, ora si stava chiedendo : ‘sarò mai in grado di sparare ad un uomo ? ‘

Cercò di non pensarci, contava sul fatto che Solieri ed i suoi complici si fossero arresi alla vista della pistola, doveva soltanto fare in modo di averli tutti sotto tiro nello stesso momento.

Le mura diroccate fecero capolino dalla collina, era quasi arrivato.

RUDERI DI NIGAIA

Antonia era stata fatta mettere a ridosso della spalliera del divano, da dietro Claudio la stava inculando furiosamente, mentre Solieri ed i due ragazzi si alternavano nella sua bocca. La donna godeva ansimando, la sua volontà era stata spezzata durante le sevizie che le avevano inferto, ora di lei rimanevano soltanto le sensazioni che il suo corpo le donava.
La sua lingua insalivava i cazzi tesi che le profanavano la bocca, li succhiava avida, il suo culo, ormai slargato dalle profonde penetrazioni che aveva subito, si allargava ingordo ad accogliere le spinte di Claudio.

Lombardi si ostinava a resistere alla sapiente bocca di Lucia, poteva vedere gli occhi vivi e lussuriosi della ragazza mentre fagocitava il suo cazzo duro.
Gli occhi dell’uomo erano fissi su sua moglie, il vederla succube delle attenzioni perverse di quegli uomini lo inorridiva, ma, allo stesso tempo, lo eccitava. La vedeva muovere il bacino ad assecondare il figlio di Solieri mentre la inculava, la sentiva ansimare, li incitava, senza ormai nessun freno.

‘Mhhh ‘ che buon cazzo che hai ” esclamò Lucia.

La ragazza si alzò e girandosi di spalle calò ad impalarsi sul cazzo duro del Tenente. Il membrò dell’uomo scivolò nella fica implume di Lucia, venne avvolto dal calore dei suoi umori, iniziò a godere, sopraffatto dal piacere.

FABRIZIO

Come descritto dalle istruzioni che gli avevano inviato, Fabrizio mosse la pietra sul muro, la lastra di marmo scattò, scese, facendosi luce col telefonino, percorse il corridoio fino alla porta di legno, fece scattare il meccanismo di sblocco ed entrò nella caverna.

L’ORGIA

Agli occhi del ragazzo si presentò una scena surreale, i suoi amici, Solieri, Lucia, ed anche i loro prigionieri, tutti erano intenti ad unirsi in un susseguirsi di amplessi perversi.
Lucia, abbrancata alle spalle del tenente, si faceva impalare, incitando l’uomo a spingere più a fondo.
La donna bionda, la madre di Monica, si stava facendo sfondare in ogni buco del suo corpo, il suo viso era paonazzo dall’eccitazione, slinguava i cazzi dei suoi amici come una puttana da strada, Solieri da sotto e suo figlio Claudio, dietro di lei, la stavano penetrando vigorosamente.

Davide e Giacomo gli fecero cenno di unirsi a loro.
Non poteva rifiutare, avrebbe destato sospetti. Facendo attenzione a tenere nascosta la pistola nella tasca si sfilò i jeans.
Si avvicinò a Davide che gli fece posto nella bocca spalancata di Antonia.

‘Mhhhh siiii, un altro cazzo per me ” mugolò la donna.

Lucia si sfilò da Lombardi, lasciandolo con il cazzo duro e traslucido di umori. La ragazza andò verso suo padre, lo fece voltare ed unì la sua bocca a quella dell’uomo.

‘Ti voglio papà ‘ scopa me ”

L’uomo estrasse il suo cazzo dal culo slabbrato e caldo di Antonia, Solieri si alzò e condusse Antonia verso il marito, la fece inginocchiare nuovamente.

‘Succhialo ” le intimò indicandole suo marito, legato e seduto sul bordo del letto.

Antonia obbedì, chinò la sua testa bionda sul cazzo del marito, umettò con la lingua la cappella e la fece sparire tra le sue labbra, gemendo di piacere.
Davide afferrò le terga della donna, sputò sul suo buco del culo bagnandolo a dovere, ne saggiò l’elasticità con le dita prima di entrarle dentro con un secco colpo di bacino. La donna urlò.

Lucia succhiava il cazzo del padre e quello del nonno, stava impazzendo dal godimento, li sentiva turgidi tra le sue labbra, il padre la fece sdraiare sul divano, le allargò le cosce, ammirando quelle piccole labbra rosee ed invitanti. Le scivolò dentro facendola mugolare. Solieri le porse il cazzo, lei lo prese in bocca compiacente, il vecchio le stringeva forte i capezzoli, spingeva il suo cazzo in fondo, fino alla sua gola, la ragazza gorgogliava e colava saliva ed umori dalla bocca.

Antonia muoveva il culo forsennatamente, ad ogni spinta il suo sfintere cedeva sotto i colpi di bacino di Davide, Giacomo e Fabrizio si facevano spompinare dalla donna bionda che intanto masturbava suo marito.

Lucia cavalcava suo padre , mentre suo nonno la stava inculando, il piacere che provava era indescrivibile, ondate di godimento le salivano dal ventre fino al cervello facendola tremare. Sentì suo nonno schizzarle nel culo, lo sperma le colò viscido e caldo tra le cosce, suo padre continuava scoparla, il suo cazzo la penetrava ormai viscido degli umori di lei mischiati allo sperma del padre che colava copioso verso la fica fradicia della ragazza.
Claudio venne dentro sua figlia urlando, le stringeva i fianchi e l’attirava a se mentre si muoveva dentro di lei in preda agli spasmi del piacere.

Antonia aveva il volto ed il seno ricoperti di sperma, gli uomini che stavano abusando di lei le schizzarono caldi e copiosi getti di sborra su ogni parte del suo corpo, lei lo raccoglieva con le mani portandosi il succo alle labbra e gustandosi quel sapore acre di sesso.

Solieri prese le due donne e le fece mettere in ginocchio sul pavimento, una accanto all’altra, prone. Il vecchio gli ordinò di allargarsi le natiche con le mani. Le donne obbedirono mostrando oscene il loro culi slabbrati ed affamati. Gli uomini, in piedi, dietro di loro diressero i loro getti di urina calda verso gli orifizi anali offerti alla loro vista, il liquido giallastro iniziò a colare sui corpi bagnati delle due donne, tra le loro cosce luride di sperma.
Bevvero il piscio caldo di quegli uomini, mentre le loro lingue si intrecciavano in un bacio perverso, godendo nell’essere usate come due cagne in calore.

Sfiancati ed esausti si vestirono tutti, Davide e Giacomo legarono Antonia e l’adagiarono sul letto accanto quello di suo marito, Lucia sbocconcellava dei biscotti sul divano, fu raggiunta dagli altri mentre Fabrizio, con la scusa di controllare le corde di Lombardi si avvicinò al tenente.

Solieri stava informando suo figlio e la nipote del messaggio ricevuto dallo sconosciuto, gli spiegò che passato qualche giorno, dopo che le acque si fossero calmate, sarebbero fuggiti all’estero, in Francia o in Germania.

‘Si tenga pronto, la prego, sono un amico di Monica ” bisbigliò Fabrizio all’orecchio del tenente, mentre, fingendo di controllare il prigioniero, allentava i nodi delle legature.

Lombardi annuì impercettibilmente, il ragazzo aveva sciolto quasi del tutto i nodi.
Provando a muovere le mani la corda si sciolse del tutto, continuò a fingere di avere le mani legate dietro la schiena. Per i piedi la questione era più difficile, non poteva fare molto, troppo in vista, attese la mossa del ragazzo.

Fabrizio, fingendosi interessato a quello che stava dicendo il vecchio Solieri si diresse verso i divani, fece in modo di porsi in un punto da cui poteva controllarli frontalmente.
Estrasse la pistola dalla tasca puntandola verso Solieri.

‘Che cazzo fai ?’ disse il vecchio puntando l’attenzione degli altri verso il ragazzo biondo.

‘non vi muovete ‘ qualcuno di voi vada a liberare il tenente ‘ veloci !’

‘Non hai il coraggio di sparare ” disse il vecchio Solieri facendo un passo verso il ragazzo, gli altri restarono seduti, inebetiti.

‘Stai fermo ” intimò Fabrizio a Solieri.

Davide e Giacomo si alzarono, anche loro si avvicinarono al ragazzo : ‘ ‘ è vero, non potresti mai sparare ‘ non a noi ”

Fabrizio indietreggiò leggermente, la mano gli tremava, non poteva sparare, non ne era capace, avevano ragione.

‘Dammi quella pistola ” continuò Solieri facendo un altro passo avanti, era a circa tre metri da Fabrizio.

Davide fu il primo a scattare in avanti, con un balzo cercò di portare via la pistola a Fabrizio, Solieri gli era dietro, Fabrizio indietreggiò lanciando la pistola in alto, oltre i suoi aggressori.

Lo sparo sopraggiunse venti secondi dopo, un fiore rosso si aprì sulla coscia di Davide, poi un altro sparo, l’espressione sicura e superba di Solieri si spense quando il proiettile gli trapassò il fianco, e si accasciò a terra tenendosi la ferita con una mano.

Fabrizio aveva lanciato la pistola a Lombardi, l’arma era ben ferma nel pugno del tenente che intimò a tutti i presenti di inginocchiarsi con le mani dietro la testa. Tutti obbedirono.
Lombardi chiese a Fabrizio di chiamare la polizia.

‘Vi ucciderò tutti ” urlò schiumando di rabbia il vecchio, ”non sapete chi sono io !!!!’

Fabrizio si avvicinò a lui, lo guardò dall’alto con disprezzo e disse : ‘ sei uno stronzo, un corrotto ed un pezzo di merda, ma è finita ‘qui hai chiuso’

Poche ore dopo il posto brulicava di lampeggianti blu, Solieri e Davide, entrambi feriti, furono trasportati sotto scorta al pronto soccorso.
Lucia, il padre e Giacomo furono portati in questura. Lombardi abbracciava la moglie mentre osservava la scena.

‘Mi dovrai spiegare molte cose ” disse il tenente rivolto a Fabrizio.

Il ragazzo annuì seriamente : ‘ credo che mi ucciderà quando saprà quello che ho fatto, sono solo contento di avervi aiutato e Monica ne sarà felice ‘solo questo conta’

Passarono i mesi, lo scandalo Gormin-Formantel tenne banco fino al processo, ed oltre.
I risvolti politici della vicenda affondarono l’esecutivo del paese, il maggiore partito nazionale perse le elezioni che ne seguirono.

Solieri fu condannato a trenta anni di carcere, suo figlio se la cavò con dieci.
Davide e Giacomo ebbero otto anni ciascuno.

Lucia fu dichiarata incapace di intendere e di volere, la perizia psichiatrica evidenziò il percorso coercitivo subito dalla ragazza, da parte del nonno, e ne consigliò l’internamento nel monastero di Monte Crucio, in Umbria.

Dopo due anni Solieri venne trovato morto nella sua cella, si era tagliato le vene col bordo affilato della branda.

Davide e Giacomo divennero le fidanzate ufficiali di due camorristi, rinchiusi insieme a loro nel carcere di Regina Coeli.
Claudio scontò la sua pena e fuggì dall’Italia.

Lombardi fu trasferito a Roma, divenne Capitano, sua moglie, con molta fatica, tornò alla normalità, ma qualcosa in lei si era definitivamente spezzato.

Fabrizio e Monica si sposarono tre anni dopo, dei fatti di Cannara non parlarono più.

Lucia ‘ si ritrovò in un altro posto ‘ in un altro inferno ‘ma questa è un’altra storia.

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