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Racconti erotici sull'Incesto

OLTRE OGNI AMORE.

By 15 Maggio 2007Dicembre 16th, 2019No Comments

Mi chiamo Federica, ho 21 anni; la mia famiglia &egrave composta dai miei genitori, da mio fratello Giacomo che ha 33 anni, dall’altro mio fratello Pierpaolo che ha 29 anni, dalla sottoscritta e da un altro fratellino Loris che ha 9 anni. Io e la mia famiglia viviamo in un villino ereditato dalla zio di mia madre che era conte di non so che, mio padre lavora in una redazione di quotidiano e mia madre in una rivista di gossip, Giacomo e Pierpaolo si sono laureati rispettivamente in giurisprudenza e scienze politiche ma poi con la raccomandazione ricevuta da qualche amico di papà sono entrati in marina, io sono iscritta al secondo anno di lettere e per sollazzo dopo ogni materia toltami invito nella mia casetta universitaria tre ragazzi sui 27 anni e ci divertiamo un po’, Loris invece frequenta la quarta elementare.

Il giorno del mio ventunesimo compleanno, premetto che era di domenica, verso le 10 del mattino sentii suonare il campanello di casa e così come mi trovavo in costume adamitico mi diressi alla porta, aprii e mi trovai davanti i miei fratelli Giacomo e Pierpaolo con delle rose rosse, un sacchetto del sexy shop e una scatolina contenente qualche prezioso. Subito li feci accomodare nel boudoir e andai in camera mia per indossare qualcosa di adeguato per non mettere in imbarazzo i miei cari fratelli. Mi accomodai fra di loro, e soprattutto Pierpaolo non smise di guardarmi con quegli occhi da cerbiatto che ha, cercavo di coprirmi con la vestaglia ma il lembo destro superiore si apriva sempre di più donando ai due il mio capezzolo rosa alla visione dei due. Li invito a pranzo e loro accettano senza batter ciglio quasi alle 12 mi chiama Lorenzo uno del trio e mi chiede se può avvicinare a casa e gli dico che ci sono i miei fratelli e lui ad insistere, nel frattempo Giacomo capta la telefonata e mi dice di accettare, ma ancora non sospetto cosa voglia combinare mio fratello. Pierpaolo iniziò a parlare di rapporti, e quanti ne avesse lui in una settimana, di orge organizzate con i suoi colleghi con delle ragazze della strada, io da puritana mi sconvolgevo, ma dentro di me ardevo per farmi scopare da tanti ragazzi e soprattutto dai miei fratelli in tale modo. Così in pochi secondi escogitai un piano che non poteva fallire: schernì i miei fratelli dicendo che avevano dei membri piccoli e sempre mosci, che con le mie amiche avevano fatto sempre cilecca. Allora Giacomo, che dei due &egrave il più intraprendente, calò la zip dei jeans e mise fuori una verga di circa 20 cm, e mi invitò a popparglielo. Mi feci rossa dall’emozione di farlo con i miei fratelli, ma dopo qualche secondo anche Pierpaolo mise fuori la sua e vidi come anche lui fosse attrezzato. Scesi con molta delicatezza sull’asta di Giacomo, il quale appena ingoiai il suo cazzo fino alle amigdale iniziò a farmi eccitare, trattandomi come una delle sue puttane, le quali si era portato a letto. Nel frattempo Pierpaolo sistemò a terra un plaid e si svestì, con un fare quasi parsimonioso si massaggiava il fallo, e chiedeva al fratello come portavo avanti il lavoro, Giacomo con molto eccitamento diceva che ero la migliore fra le pischelle che si erano posseduti. Pierpaolo allora non resistette e mi disse: ‘Dai troia, succhiali insieme questi due bei cazzi!’, in un batter d’occhio mi avventai anche sul cazzo di Pierpaolo, il quale iniziò a sussurrare: ‘Troia, come succhi bene. Sei proprio una troia. Dai, continua così.’ Lavorai per circa un quarto d’ora le due cappelle leccando dal glande alla radice dell’asta e dai testicoli al prepuzio. Giacomo allora mi prese in braccio e mi sistemò sulla coperta lui si posizionò sotto di me riempiendomi la vagina con il suo elemento mascolino, e Pierpaolo si piazzò a parallelo della mia bocca colmando la mia cavità orale con quel bastoncino da 23 cm e con le mani mi spingeva sempre più verso il suo sesso. Fu la volta di Pierpaolo che mi impalò con la sua verga e Giacomo mi unse l’ano e mi inculò rendendomi la donna più felice e troia del mondo. i miei fratelli mi incitavano con ogni termine da troia a zoccola, da pompinara a puttana, da vacca a baldracca. I miei fratelli sudavano e si divertivano con il mio corpo, io accoglievo il loro sudore su di me e gli sputi dentro la bocca, in fica ed in culo. Mi portarono in camera da letto e mi chiesero di chiamare il mio amico: quello che mi aveva telefonato, io gaia non persi tempo a comporre il numero, dissi di venire da me entro dieci minuti, ma Giulio sembrava essere sotto casa tanto che arrivò dopo pochi minuti.

La mia accoglienza gli fece intuire che non ero da sola infatti subito si abbasso la patta dei pantaloni e mi presentò il suo fallo paffuto e lungo, gli dissi: ‘Spogliati e raggiungici in camera da letto.’, nel frattempo andai in camera da letto e ripresi a succhiare con avidità i cazzi dei miei fratelli non lasciandogli il tempo di respirare. Giulio non disse niente entrando nella stanza dei desideri, conosceva i miei fratelli, poiché una volta durante un pomeriggio in cui studiavamo insieme, vennero a portarmi delle cose. Anzi, si tuffò anche lui in quel fantastico amore di gruppo, invitando i miei fratelli a scoparmi il culo contemporaneamente poiché lui con i suoi compagni di merenda mi avevano soddisfatto.

Allora Pierpaolo mi fece mettere a pecorina, mi salì sopra e con un piccolo colpetto si cacciò dentro la mia cavità anale, Giacomo da dietro fece altrettanto con scarsa difficoltà, Giulio invece mi riempì la bocca dicendomi: ‘Sei una bravissima pompinara! Troia, succhia di più!’ ingoiai il sesso di Giulio fino alle tonsille emettendo brevi conati di nausea determinati dalla presenza massiccia del cazzo del mio migliore scopatore. Dopo un quarto d’ora di tripla penetrazione, Pierpaolo Giacomo e Giulio cambiarono posizione alternandosi in giochi sempre più goduriosi, fino a quando si accordarono per eiaculare.

Mi condussero in bagno. Mi fecero entrare nella vasca da bagno ed iniziarono in un gioco turbinante di masturbazione alla fine tutti e tre insultandomi come la peggiore delle troie, la più bella fu di mio fratello maggiore: ‘Prendi questo biberon e bevi il latte che ti fa bella’. Mi misero le loro cappelle sulle labbra e sborrarono copiosamente riempiendo la mia bella faccia del nettare emesso dai tre cazzi. Con i loro cazzi mi spalmarono la sborra per tutto il volto, facendomi una maschera di ‘bellezza’. Mi detersi il viso, e mi coprii con l’accappatoio. Mi diressi verso la cucina e Giulio mi disse: ‘Bellezza, dove vai? Non sai che devi pagare pegno perché ti sei sciacquata il viso?’

Allora andai verso Pierpaolo e iniziai a spompinarlo, intanto Giacomo e Giulio incitavano il Paolo a farmelo ‘uscire’ dagli occhi, lui stesso rispose: ‘Ragà, aiutatemi voi, io non ce la faccio da solo, sono bello che andato!’ allora Giacomo mi esortò: ‘Troia, tirami un bel pompino!’ e mi cacciò il cazzo in bocca fino a quando non si erse nel pieno del vigore, poi mi mise a carponi e mi inculò facendomi emettere piccoli mugolii di piacere fino a riempirmi la cavità anale di liquido seminale e poi mi disse: ‘Brava, hai saputo comportarti da vera troia che sei. I tuoi amici me l’avevano detto ma non fino a questo punto. Da oggi ti ingaggiamo noi, per i nostri rendez-vous con i nostri colleghi. Ed il compenso sarà che né io, né Pierpaolo lo diremo alla mamma. Sai per non dargli preoccupazioni.’ Poi mi donarono la scatolina: l’aprì e trovai un bel solitario che misi subito al dito.

Questo &egrave il primo di una serie di racconti incestuosi, se volete potete leggere i miei racconti gay nella sezione a loro riservata. Potete contattarmi su igor.marco.g@alice.it per i vostri commenti, sono ben graditi.

jacoportis86

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