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Racconti erotici sull'IncestoTrio

Panna montata e due uomini per me

By 2 Febbraio 2012Dicembre 16th, 2019No Comments

La mia passione per le torte e per la panna montata era diventata una barzelletta per tutti i condomini; eppure io sul sesso e sulle torte non scherzo  mai!

Mio zio Bruno è un ex cuoco del ristorante “Da Rosaria”, uno di quei posti in cui trovi camionisti e anziani del paese, accolti da Donna Rosaria (palermitana DOC da trent’anni a Torino) che non nega mai un sorriso.
E nemmeno il sedere a quanto raccontano i soliti vecchietti bene informati.

E’ un donnone corpulento e nemmeno cosi’ bello, ma pare che sia generosa e disponibile con tutti.
Anche zio Bruno, per sua stessa ammissione, ne ha approfittato piu’ volte, nei periodi di magra si faceva pagare in natura.. e a giudicare dalle tette abbondanti di Donna Rosaria potrebbe essere diventato ricco!

Vado a pranzo da zio Bruno ogni giorno feriale, il suo appartamento è vicino al centro commerciale dove lavoro, e poco a poco ho fatto amicizia con i condomini.
Uno su tutti è Marcello, 63 anni compiuti una settimana fa e molto amico di zio Bruno; sono quasi coetanei e hanno vissuto entrambi l’esperienza del divorzio. Credo sia una di quelle cose che lega le persone, quasi un club esclusivo. 
I miei genitori, Carlo (fratello di Bruno) e Maria, sono invece inseparabili, si amano a tal punto che quando ho comunicato loro che sarei andata a lavorare in un’altra città hanno deciso di riempire il vuoto cercando un altro figlio. Sono giovani in fondo, mi piace l’idea di un fratellino o di una sorellina e non mi spaventano i 19 anni di differenza.

Zio Bruno è un grande, racconta un sacco di barzellette sporche e non si vergogna a guardare i film porno in DVD.
A volte gliene prendo qualcuno e lo guardo sul mio computer nella mia stanzetta in affitto. Vivo con altre ragazze, studentesse, pallose e con la fissa per le borsette firmate; io non riesco ad abbinare mutandine e reggiseno, figuriamoci una borsetta firmata!
Risparmio i soldi per un appartamento piu’ grande e da qualche tempo sto seriamente meditando sulla proposta dello zio: mi ha offerto la stanzetta degli ospiti (che in verità era la stanza dove la ex zia Roberta stirava) a fronte di una spesa a settimana.
Risparmierei un sacco, ma credo che perderei un po’ la mia libertà.. 

Pranzo.
Piove a dirotto e sono quasi inzuppata, meno male che in casa di zio Bruno posso asciugarmi e magari fare una doccia per togliere di dosso l’odore della pioggia acida che cade su Torino.
Quando la pioggia cade fa degli strani versi: ti guarda e dice “neh?”, come a volerti fare un dispetto!
Suono il campanello, ma nessuno risponde.
Riprovo, ancora niente.
Ok, suoniamo al Sor Marcello.

Salgo da lui, mi presta qualche asciugamano del tempo di Matusalemme e si lamenta della pioggia.
Di zio Bruno non sa niente, ma è probabile sia con Donna Rosaria.. forse dovrei cominciare a chiamarla “zia” Rosaria data l’assidua frequentazione di queste ultime settimane.
Sor Marcello mi offre anche il pranzo, si mangia presto, a mezzodi’, un piatto di pasta al pesto e una torta di cioccolato con della panna sopra.
E’ deliziosa, ma che noia.. discorsi da dinosauro mentre la mia passerina comincia un lavoro subdolo e perfido.
I miei ormoni sono in subbuglio, mi capita sempre, inutile negarlo.. mi prende come uno strano senso di perversione, come una furia che entra dal di dentro e comincia a farsi strada attraverso ogni poro.
Mi trasformo: da ragazzina perbene a troietta navigata.. non so che cosa l’abbia fatto scattare ma ho un calore all’inguine inconfondibile.
E’ la voglia di sesso!

Sor Marcello chiacchiera di cinema e mi si apre la mente: nello zainetto ho un DVD porno di zio Bruno, glielo avrei rimesso a posto a pranzo, almeno questa era la mia idea; chiedo a Marcello se mi farebbe la grande cortesia di restituire allo zio una cosa per me, il giorno dopo non avri pranzato da lui essendo il mio giorno libero.
Annuisce, apro lo zainetto, gli porgo il DVD e lui quasi trasale!

“Ohè! E che cosa sarebbe questo?”
“E’ uno dei DVD dello zio, ogni tanto ne prendo uno e me lo guardo a casa.”

La passera si scalda, comincia a bagnarsi e i capezzoli cominciano ad inturgidirsi.

“Ah si? E il Bruno guarda queste cose?”
“Eh si..”
“Uhm.. è bello?”
“Insomma..” – mento sapendo di mentire, mi ha fatto impazzire il racconto di una signora che si fa trapanare ogni buco dallo stalliere e dal giardiniere. “Avrei preferito qualcosa di meglio di una biondona senza tette che si fa tappare ogni buchetto dai giovani dipendenti.”
“Ecco, mi hai rovinato il finale! AhAhAh!”
“AhAhAh! Scusa Marcello!” – ride, ottimo! Anche la mia passera ride! – “Ma lo zio ne ha altri, molto piu’ interessanti.”
“Tutti con biondone senza tette e giovanotti?”
“Alcuni si, ma i miei preferiti sono altri.”
“Tipo?”
“Eh.. tipo more con grandi tette..”
“Come te, insomma!”

Ha abboccato. Anche lui, abituato a Donna Rosaria, forse non vede l’ora di un po’ di carne giovane. Sicuramente ha capito dove voglio arrivare e mi asseconda, certo che resterà una cosa nostra.

“Ovvio!”
“In effetti hai delle gran belle poppe…”
“Tu dici?” – i capezzoli stanno urlando per la voglia di essere guardati, ho i piedi gelati, tipico dell’afflusso di sangue solo alla mia passera.
Si sposta verso di me, fissa la camicetta gialla che ho volutamente lasciato sbottonata di qualche bottone.
Mi sta mangiando le tette con gli occhi, sento la sua lingua calda che vuole succhiarli.. sono bagnata!
“Dico… dico… fammi un po’ vedere come sono le poppe di una mora..”

Non me lo faccio ripetere, sorrido, slaccio gli altri bottoni e lascio la camicia sul pavimento. Mi sento davvero una gran puttana.
“Porc! Che poppe magnifiche! Sono enormi!”
“Ma no! Non sono cosi’ grandi alla fine..”
“Togli il reggipetto che vediamo…”

In un secondo ho tolto il reggiseno, i capezzoli sono duri, l’aoreola è grande, commisurata alla 4 misura che da sempre mi accompagna.
“Che belle!”
Cosi’ dicendo allunga le mani e me le afferra, le soppesa, le massaggia e finalmente mi stuzzica i capezzoli; mi scappa un gemito.
“Ah ti piace? Lo sapevo che sotto sotto eri una porca…”
Si alza dalla sedia e viene a succhiarmi i capezzoli con una foga mai vista prima, come un bambino che prende il latte dalla mamma.
“Sei tutta da mungere, tosa!”
“Mmhmh si.. mungimi.. succhiami…”

La sua lingua calda mi avvolge le tette, mentre la fica comincia a pulsare e a rilasciare un bel po’ di umori.
Mi dice di alzarmi e di togliermi la gonna, mentre noto la sua erezione.
Sono nuda davanti a lui, con la fica quasi del tutto depilata e bagnata, con una voglia di sesso da impazzire e con le sue mani che mi toccano dappertutto.
Sul tavolo è rimasta la torta con la panna quasi sciolta, ne prendo un po’ nella mano e me la spargo sulla passera.
“Lecca la panna montata, sentirai com’è buona quando si mischia al mio miele..”
Apro le gambe e appoggio un piede sulla sedia, cosi’ sono abbastanza aperta per lui, mi puo’ vedere bene..

Mi lecca la fica e io non capisco piu’ niente, è come andare in orbita e divento una puttanella vogliosa.
“Leccami tutta dai! Ho voglia di sentire la tua lingua che mi chiava!”
“Mmhm si! Ti chiavo! Ah che figona che sei! Che cagna…”

Sento la sua lingua arrivare dappertutto e le sue mani che vagano dal buchino del culo ai capezzoli; mi mette un dito in bocca, glielo lecco e lui poi lo infila con forza dentro la mia sorca fradicia.
“Ahhh! Si! Mi piace quando fai cosi’!”
“Ti piace quando sono violento?”
“Oh si!”

Forse gli è venuto un ictus perchè si paralizza.
Lo guardo, un po’ spaventata e un po’ seccata: stavo per venire..
“Che gran cagna che sei!” – urla d’improvviso!
E si toglie i pantaloni e i boxer, facendomi vedere un bel cazzo dritto e nodoso.
“Ora succhialo, troia!”
Mi prende per i capelli e mi accompagna verso il suo uccello caldo.
Comincio a leccarlo, chiudo le mie labbra sulla cappella e lo succhio ben bene, alternando leccate sul filetto a piccoli morsi sulle palle.
Sono in ginocchio, ho il suo cazzo in bocca, sono bagnata e ho voglia di essere scopata.

“Scopami!”
E mentre lo dico mi appoggio al tavolo, porgendogli il culo.
Lui sta zitto, afferra il suo bel cazzo e me lo punta sulla fica.
“Tieni!”
Un colpo secco e quel bel cazzo si fa strada nella mia fica, mi pompa e mi stantuffa come se fossi un oggetto di piacere. E cosi’ mi sento, mentre gemo e lo incito.
“Dai, sfondami la fica, lo voglio sentire fino all’utero! Si! Cosi’!”
“Te la rompo quella fica!”
Mi afferra le tette ed io mi inarco ancora un poco per sentire meglio quel pezzo di carne che mi fa urlare di piacere.
“Puttana! Puttana! Senti come godi… Ah! Te lo infilo tutto dentro!”
“Si, dammelo tutto!”
Quelle parole, la situazione.. godo e strillo di piacere.
“Vengo! Vengo! Continua… vengoo!!”
“Vacca da monta! Mi fai venire… Ohhhhh sborroooooo!”

Qualche minuto per ricomporci un pochino, io resto nuda appoggiata al tavolo con le gambe che tremano e le dita dei piedi ancora contratte. Lui si accascia sulla sedia bofonchiando qualcosa.
“Ussignur! Che gran scopata!”
“Sei stato un bello stallone..”
“E tu una gran porca!”
Sorride e mi siedo sul tavolo, vicino a lui, metto le gambe sulle sue e mi tocco le tette.
“Che gran porca! Porca! Porca! Ancora hai voglia?”
Con una faccina angelica gli rispondo di si e lui legge perversione nei miei occhi. Si avvicina un poco.
“Fammi ciucciare ancora un po’ queste poppe..”

Finisce che mi fa un bel ditalino e mi lecca la fica con rinnovato ardore, io godo e godo e godo e godo!

E’ tardi per tornare al lavoro, telefono fingendo un malore.
Sono ancora nuda ma lui è spompato; vado in bagno a farmi una doccia, mi asciugo ma non mi rivesto, ho troppa voglia di fare la maiala.

Ci mettiamo in salotto, su di un divano in tessuto a fiori grandi.
Apro bene le gambe e mi stuzzico il clitoride, infilo le dita tra le grandi labbra e parliamo molto esplicitamente di sesso.
“Ti piace scopare, eh?”
“Un sacco.. ma mi piace di piu’ con gli uomini maturi che con i ragazzetti.”
“E perchè?”
“Perchè quelli vengono subito, vedono una fica aperta e non sanno far altro che riempirla con il loro uccello..”
“E non va bene?”
“Sisi, certo! Ma a me piace farmi leccare, mi piace farmela leccare..”
A quelle parole lui si rituffa sulla mia fica aperta per darle qualche altra leccata.
Viene interrotto dal campanello.

Zio Bruno è tornato, chiede se sono passata ma soprattutto chiede come mai Marcello ha addosso solo il pantaloni.
Bruno, il simpatico, insinua che Marcello sia con una accompagnatrice (Donna Rosaria non è, l’ha appena lasciata a chiappe aperte..) e fa di tutto per poter vedere l’oggetto di tanto desiderio, scherzando si propone come terzo “incomodo”.
Marcello non vuole, ha un po’ di timore, ma io lo esorto, dal divano, con le dita ancora a martoriare la fica:
“Mi piace in tre!”

Zio Bruno si ammasca di qualcosa, forse riconosce la mia voce e sposta Marcello di peso, entrando in salotto.
“Ussignur! E che cazzo fai??”
“Mi rilasso dopo aver scopato!”
“Ma sei impazzita? Ma.. Marcello! Che cazzo fai??”

E’ arrabbiatissimo zio Bruno ma mentre urla continua a tenere gli occhi sulla mia passera, tutta aperta ed esposta.
Io mi sto bagnando parecchio e continuo a toccarmi; due dita nella fica e con l’atra mano mi titillo i capezzoli.
Mi scappa anche un gemito e noto che a Marcello la situazione non dispiace, dai suoi pantaloni si vede una certa erezione.
La nota anche zio Bruno che si indigna.
“Ma non facevamo niente di male..” – insiste Marcello.
“Niente di male? Ma cazzo! Mia nipote nuda sul divano e tu che te la sei scopata!”
“E che gran scopata.. una fica cosi’ te la sogni!”
“Ma che dici?? Ohè! E’ mia nipote quella!”
“Si, ma è anche una gran vacca!”

Dicendo cosi’ mi eccito ancora di piu’, mi passo la lingua sulle labbra e Marcello si avvicina a me, si siede e mi accarezza una coscia guardando come muovo le mie mani dentro e fuori dalla passera bagnata.

Zio Bruno è ammutolito, Marcello mette la sua mano sulla mia e la spinge per farmi andare in profondità, inarco un po’ la schiena e gemo.
“Oh si… chiavami cosi’!”
“Ma sei proprio una puttana!” – esclama lo zio.
“Gié.. vieni a sentire quanto…” – lo invito.

Anche lui alla fine si lascia convincere e si avvicina, si siede sul bracciolo e mi mette una mano sulla coscia sinistra, accarezzandomi.
Marcello lascia la mia mano e comincia a succhiarmi un capezzolo, guardando Bruno di sottecchi, come ad invitarlo a fare lo stesso.
Quindi anche lo zio comincia a a toccarmi le tette, poi, come preso da un raptus, si infila in bocca il mio capezzolo e lo succhia cosi’ forte da farmi quasi male.

Infila quindi la sua mano dentro la mia passera, e inizia un ditalino violento e lussurioso. E’ in preda ad una grandissima eccitazione che trasmette a me e anche a Marcello.
Si stacca da me e si spoglia completamente.
“Ciucciami la fava, dai!”
Mi metto quindi a quattro zampe sul divano e glielo succhio avidamente, è piu’ lungo di quello di Marcello ma molto succoso.
Bruno ansima e Marcello si approfitta del mio culo. Lo lecca e piano piano ci infila un dito, alternandosi con la fica bagnata che usa per umettarlo.
L’idea di prenderlo in culo mentre faccio un pompino mi piace, ma mi piacerebbe ancora di piu’ provare la doppia penetrazione.
Mi affretto con Bruno ma sto ben attenta a non farlo venire, poi mi alzo in piedi e chiedo a Marcello di sedersi.
“Li voglio tutti e due dentro!”
“Oh cazzo… mi verrà un infarto!” – esclama Bruno.
Mi siedo sul cazzo di Marcello, rinvigorito e duro, non mi importa di sentire male a prenderlo in culo cosi’, ho voglia di sentire male e di godere come una cagnetta. Due o tre colpetti per far aprire bene il buchino e poi, con l’aiuto di Marcello, me lo infilo tutto lungo il budello.
Ho le lacrime agli occhi per il dolore, ma so che passerà presto e comincio a fare su e giu’, sento che mi sto bagnando ancora di piu’ con zio Bruno che mi guarda e Marcello che ansima copiosamente.
“Come ce l’hai stretto ‘sto buco… Oh… che goduria! Te lo rompo tutto! Ti sfondo! Dai, impalati bene, cagna!”
“Ce l’hai grosso.. Ah…”
“Si.. grosso.. ma vedrai che dopo che ti ho aperta in due ti sembrerà uno stecchino!”

Finalmente mi siedo su di lui, con tutto il suo cazzo nodoso dentro l’orifizio anale, sto godendo come non mai e so che tra poco godro’ ancora di piu’.
Marcello mi afferra le tette e mi spinge verso di lui.
“Brunetto, vieni a infilarlo nella fica di questa cagnetta! Guarda che poppe! Tra un po’ schizzerà fuori il latte!”

Mi sento davvero una gran cagna, in balia di due uomini che vogliono abusare del mio corpo per il loro piacere, saro’ impalata da due cazzi e sto godendo come non mai.
Mio zio, il fratello di mio padre, entrerà nel mio corpo, nella mia fica e mi scoperà.
Oddio che goduria!

Zio Bruno è come ipnotizzato, invasato dalla voglia di scoparmi, si avvicina a me e mi ciuccia i capezzoli, poi si sgamella un po’ il membro e punta la cappella dritta tra le mie grandi labbra.
Con un paio di colpi si assesta, io sono pronta a prenderlo ma si ferma improvvisamente; si inginocchia e comincia a leccarmi la fica.
“Ahhh siiii, leccamela, mi piace! Mi fa godere un sacco!”

Le lecca a fatica perchè ancora mi muovo sul cazzo di Marcello, rallento un poco e lui lecca, lappa i miei umori e.. e sta leccando anche le palle di Marcello che mugola come non mai.
“Oh.. che bello! Ciucciami i coglioni dai!”

Ancora qualche leccata, chiudo gli occhi e sento che un’altra verga mi sta penetrando.
“Ahhhhhhh siii!!! Come godo!”
Due bei cazzi mi stanno pompando con foga, hanno trovato un bel ritmo e adesso mi stanno facendo impazzire; gemo e godo come una forsennata con entrambi che mi ricordano quanto sono troia.
“Ti piace il cazzo dello zio? Sentilo bene!”
“Si che mi piace, ancora, spaccami la fica zio!”

Siamo tutti e tre al culmine del piacere, ho perso il conto di quanti orgasmi ho avuto, la mia mente si è persa nel godimento profondo, e sto per avere un grande, grandissimo orgasmo.
“Oddio, sto per venire!”

Zio Bruno, eccitato al massimo, e Marcello mi stantuffano ad un ritmo perfetto, sono in ottima sintonia, sento la pelle dei loro uccelli strofinare le mie pareti interne: un cazzo che mi ha spaccato il buco del culo e uno che mi arriva fino all’utero.
“Togliti che sto per venire..” – esclama Marcello.
“No! Tutto dentro! Dammelo tutto dentro!” – rispondo.
“Go.. godo! Sborro!!!”
“Dammi la tua sborra calda, la voglio sentire tutta!”
“Cazzo, vengo!” – anche zio Bruno.
“Oh si, sborrami dentro anche tu!”

In una frazione di secondo sento dei caldissimi fiotti di sperma che mi inondano le pareti dello stomaco e del budello, mi sembra di essere un vaso riempito fino all’orlo.
Ho dei brividi e fremo per la lussuria di quella situazione, mentre i due uomini che mi hanno riempita di sperma ancora si contorcono per lo sforzo.
Nessuno di noi si muove, respiriamo profondamente.
Poi Bruno si alza e si siede sulla poltrona di fronte, con il respiro affannato; nudo e con l’uccello zuppo della sua sborra e dei miei umori.
Mi alzo a fatica, mi fanno male le gambe e anche il culo, mi cola dello sperma dalle gambe ma non mi interessa, sono troppo soddisfatta.
Marcello resta al suo posto, c’è un po’ di sangue sul suo uccello.. deve essere stato quando anche zio Bruno mi ha scopata.

Siamo stanchi, ma Marcello, l’insaziabile, si avvicina alle mie tette e comincia a succhiarle un poco.
“Prendi qualcosa?”
“Un whiskey se ce l’hai..”
“No, intendevo se prendi delle protezioni.. la pillola..”
“Oh, no..”
“Ma sei scema?” – urla Bruno – “E se poi resti incinta?”
“Sai che mi piacerebbe un sacco farmi scopare con il pancione?”

Rido, ma non sono troppo distante dalla realta’.
L’idea di essere ingravidata e farmi scopare mi ha sempre fatto un bell’effetto eccitante.
E non credo di essere la sola considerando gli sguardi dei due uomini che condividono quella stanza.
“Quando una donna è incinta la si scopa meglio nel culo..” – Marcello.
“E le si ingrossano le poppe..” – Bruno.
“Piu’ grosse di cosi’? Michia, non vedo l’ora!” – Marcello.

 

Da qualche mese sono quindi ospite di zio Bruno, ho lasciato l’appartamento per studenti che avevo prima. Contribuisco facendo la spesa e pulendo e mi è fatto obbligo di non portare il reggiseno o le mutandine quando sono in casa.
Dormo nel letto con lo zio e scopiamo come porci, anche con Marcello che oramai è un abituè dell’appartamento dello zio.
Oramai conosco bene i loro gusti sessuali, Marcello si attacca alle mie tette in qualsiasi momento ma non disegna per niente di mettermi un dito nel bulo.
Allo zio piace un sacco leccarmi la fica e abbiamo scoperto che a tutti e tre piace fare dei giochi erotici con la panna montata..
Capita che mi facciano sdraiare sul letto e con la bomboletta della panna spray mi ricoprano la fica e i capezzoli, per poterli leccare di gusto.
Marcello ha un fratello, Mauro, che ogni tanto passa a trovarlo.. inutile dire che ache lui, felicemente sposato e nonno di due bambine, è stato coinvolto nelle piccole orgette che ci condediamo.
Mauro è un feticista: adora le donne incinta.
E con me ci è andato a nozze.
Sono rimasta incinta dopo un paio di mesi di iniezioni di sperma caldo, ma non so chi sia il padre del bambino che porto in grembo. So solo che mi piace essere presa alla pecorina e inculata dai due miei uomini.
Le tette si sono ingrossate ed ho sempre i capezzoli dritti, una cosa che fa eccitare Marcello alla follia.. a cena, quando siamo tutti e tre, non andiamo mai oltre il primo piatto perchè io comincio a spogliarmi e a provocare quei due porci. Finiamo sempre in camera da letto…

Siamo andati insieme anche dal ginecologo, che è rimasto sbigottito nel vedersi arrivare una ragazzetta con due uomini maturi.. ma di questo parlero’ nella prossima storia.

E cosi’ zio Bruno ha telefonato al suo amico Gianfranco per un appuntamento discreto.

Credo che quel pover’uomo non avesse la minima idea di quello che gli sarebbe capitato quella sera; ed io ero già in fibrillazione.

Al terzo mese di gravidanza non avevo ancora un filo di pancia, sarebbe arrivata verso il quinto, come è successo a mia madre; all’apparenza quindi nessuno avrebbe detto che stavo aspettando un bambino. Era il segreto di tre compilici amanti.

 

“A che ora dobbiamo andare, zio?”

“Verso le sette, quando non c’è quasi piu’ nessuno.”

 

Mi preparai ad uscire, facendo bene attenzione a non indossare le mutandine sotto il vestito di maglia a maniche lunghe (a Torino l’autunno è quasi un inverno!) e nemmeno il reggisento; il mio seno cominciava ad essere molto piu’ florido e mi piaceva andare in giro a far vedere quella quarta misura lievitata con i capezzoli che strusciando sulla stoffa si inturgidivano ancora di piu’.

Arrivammo con qualche minuto di ritardo sulla tabella di marcia, ci infilammo in ascensore e Marcello, con la sua verve sempre allegra, non perse l’occasione di infilare una mano sotto il vestito per toccarmi il culo; era diventato la sua parte preferita assieme alle tette e tante attenzioni mi facevano sempre bagnare.

 

Il dottor Gianfranco ci fece accomodare, gli dicemmo solo che ero al terzo mese di gravidanza e che volevo fare una visita ginecologica.

Chiese a zio Bruno e a Marcello di aspettare nella parte della stanza distante dal lettino e disse a me di indossare il camice usa e getta dietro il paravento.

Lo indossai ma non lo allacciai e mi sedetti sul lettino; quelle staffe laterali mi inquitavano un poco perche’ non sapevo come appoggiarmici, ma l’idea che uno sconosciuto mi avrebbe guardato la passera mi faceva passare ogni paura.

Il dottore si mise a sedere sullo sgabello davanti a me e guido’ le mie gambe.

Ero già bagnata…

“Allora.. vediamo un po’…” – si infilo’ i guanti sterili – “Sei al terzo mese.. problemi? Nausee?”

“No, non molte nausee e nessun problema.”

“Prendi dei farmaci di tua iniziativa?”

“No.”

 

Comincio’ a scrutare tra le mie gambe, con un gran rigore professionale, mentre io che mi ero depilata completamente la passera per l’occasione, non stavo piu’ nella pelle e continuavo a bagnarmi.

Il dottore si sarebbe accorto di certo del lago che si stava formando..

“Sei sessualmente attiva?”

“Molto attiva.” – sorrisino provocatorio.

“Molto attiva quanto?”

 

Prima di rispondere ebbi un sussulto ed un gemito, mi aveva appena infilato due dita nella passera senza alcun preavviso.

“Almeno una volta al giorno..”

“Addirittura… fortunato il tuo ragazzo!”

“Ma non ho un ragazzo..”

“Ah. Allora fortunato il tuo amico..”

“Sono due amici..”

“Due? Fai sesso con due persone diverse una volta al giorno? Come ti proteggi?”

“Oramai non mi progeggo.. abbiamo fatto tutti i test HIV per la nostra sicurezza e siamo a posto..”

“Bene.. allora sentiamo…”

 

Comincio’ a razzolare nella mia passera ed io chiusi gli occhi.

Con un gesto automatico portai le mani vicino all’inguine, come per aprire di piu’ le labbra.

“Non devi aprire se ti da fastidio.”

“Nessun fastidio.. mi.. mi piace…”

 

Notai che si giro’ indietro, come a controllare di non essere visto da zio Bruno e Marcello.

Sposto’ avanti lo sgabellino e si avvicino’.

“Ti piace?”

“Mhm si..”

“E come mai sei venuta con lo zio e non con la mamma?”

“Mi sono trasferita qui da sola, sto da mio zio..”

“E l’altro signore?”

“Un amico dello zio..”

“Intimo, se viene alla tua visita ginecologica..”

“Mhmmmm si..”

 

Le sue dita avevano perso tutto l’iter medico e stavano giocherellando con le mie labbra ed il mio clitoride provocandomi delle sensazioni eccezionali, la mia passera era un lago e io cercavo di aprire le grandi labbra piu’ che potevo; sentivo i capezzoli premere sulla carta del camicino che avevo indosso e che mi sarei voluta strappare via.

“Ci vai a letto?”

“Si.”

“Sono loro i due amici?”

“Si…”

“Ti hanno messa incinta loro?”

“Si..”

“Come mai?”

“Perchè a me.. piaceva l’idea di essere scopata con il pancione e anche a loro..”

“E da quanto va avanti?”

*Da parecchio… mhmhm…”

“Lo sai che un bambino non è una cosa da prendere alla leggera?”

“Consapevolissima.. e lo voglio un bambino.. da amare e accudire..”

“Brava…” – aveva abbassato il tono di voce – “..hai la fica bagnata fradicia, lo sai?”

“Mhmmmm si…. mhmmm..”

 

Mi tolsi il camice, non lo avevo allacciato e lo lasciai cadere a terra; cominciai a toccarmi le tette, a stringere e titillare i capezzoli.

“Porcellina…”

 

Aiutandomi con le mani mi portai un capezzolo alle labbra e cominciai a succhiarlo, provando un grandissimo piacere; era una cosa che non avevo mai fatto, ma il raptus del sesso si era di nuovo impossessato di me ed ero diventata la cagnetta in calore che zio Bruno e Marcello conoscevano da tempo.

La reazione del dottore non si fece attendere.

Comincio’ a chiavarmi con le dita mentre mi succhiava il clitoride.

Mi scappo’ un gemito, ad alta voce, che lui si affretto’ a coprire con un goffo colpo di tosse.

Ma Marcello capi’ e si avvicino’; ci vide. Vide Gianfranco chino sulla mia passera infuocata che leccava avidamente mentre con le dita mi stantuffava e vide me che mi succhiavo le tette.

In un secondo si avvento’ sui miei capezzoli, le nostre lingue lappavano i capezzoli, in una sorta di spirale erotica; il dottore non si scompose e continuo’ mentre i miei gemiti si fecero molto piu’ forti.

“Oh si… mi piace la sua lingua dottore, si…”

“Devo fare un esame approfondito..”

 

Al che anche zio Bruno capi’ cosa stava succedendo e corse verso di noi.

Si mise dietro le spalle del suo amico dottore e apri’ bene la mia fica per lui.

“Che fica… neh?”

“Da quanto te la scopi?”

“Diversi mesi..”

“L’hai messa incinta..”

“Questa troietta ninfomane ci fa sborrare dentro ogni volta, al solo pensiero di rimanere incinta diventa una furia!”

“Ve la scopate a turno?”

“Anche insieme.. due cazzi in due buchi!”

“Signur! M’è diventato duro!”

“Scopala… vedrai quanto le piace!”

“Soprattutto nel culo!” – intervenne Marcello.

“Ah si?”

“Si! Gode da matti se la metti a pecora! Nonostante le chiavate ha un culetto ancora stretto.. ma la fica è slabbrata!”

“In effetti si apre bene..”

“Qualche volta gliene abbiamo messi due in fica! Vedessi che goduria quando è piena di sborra!”

 

Ero eccitata all’inverosimile, non credevo potesse succedere davvero, ma venni. I miei umori sgorgarono a fiotti ed io mi dimenavo su quel lettino mentre Marcello era ancora alle prese con le mie tette slappandole e succhiando i capezzoli.

“Mettiti a pecorina!” – zio Bruno.

 

Ubbidi’ in fretta, mi girai carponi e inarcai la schiena aspettando che un bel cazzo mi trapanasse.

Ero in preda alla piu’ totale eccitazione.

“Lo voglio dentro! Ora!”

Marcello si slaccio’ i pantaloni, tiro’ fuori il suo uccello, sali’ sullo sgabellino e me lo infilo’ in bocca a forza.

Lo succhiai avidamente, ero diventata molto brava a fare pompini e Marcello non mancava mai di farmelo notare.

“Che bella bocca… si… continua cosi’ cagnetta.. .uhhhh siii!”

 

Il dottore era eccitato, mi accarezzava il culo e mi leccava la fica grondante.

Si allontano’ per qualche istante e subito zio Bruno prese il posto, allargandomi le chiappe e leccandomi anche il buco del culo.

Non potevo gemere perchè avevo un altro cazzo in bocca ma avevo le lacrime agli occhi dall’emozione intensa che stavo provando..

Gianfranco torno’ con uno speculum, freddo e metallico e me lo infilo’ nella fica con delicatezza; lo usava come fosse un vibratore mentre mi stuzzicava il buchino con le dita, ancora dentro i guanti di lattice.

“Guarda che bella fica..”

“Tua nipote è davvero una gran sorca, si!”

“Ti scopi la fica o il culo?”

“Adesso la fica…”

 

Mi fecero scendere dal lettino, ci sistemammo in terra, sulla moquette gialla (che colore assurdo per una moquette!).

Io a pecorina, Marcello davanti a me che mi porgeva la sua asta dura, zio Bruno che mi apriva le chiappe e il dottore che si preparava a mettermelo nella fica, non prima di aver indossato un preservativo.

In pochi minuti mi fu dentro, dandomi dei bei colpi che arrivavano dritti all’utero.

Un misto di dolore ed eccitazione mi facevano muovere al ritmo giusto per permettere di prendere bene in bocca l’uccello di Marcello ed il cazzo del dottore.

Anche zio Bruno si porto’ davanti a me e tiro’ fuori il suo uccello, ne leccavo e succhiavo due insieme, fantastico!

Poi il dottore sfilo’ il suo manico dalla mia fichetta bagnata e me lo infilo’ nel culo con due colpi degni di nota.

Gridai il mio dolore ma lui mi zitti’.

“Zitta! Lo so che ti piace! Tuo zio mi ha detto che oramai il culo è rotto come la fica… senti come entra bene…”

“Ahhh si… sfondami ancora!”

“Cosi’ mi fai venire gioia!” – Marcello che dopo qualche secondo mi riempi’ la faccia di seme caldo.

Zio Bruno prese il suo posto, incurante della sborra che mi impediva di aprire bene gli occhi, me lo caccio’ in bocca e mosse il bacino per assecondare i miei movimenti.

“Brava.. succhia bene…. succhia.. cosi’… Ahhhh!”

 

Anche lui venne in pochi secondi, dentro la mia bocca; non mi piaceva ma ingoiai tutto, questo faceva impazzire zio Bruno che si compiaceva con me con frasi oscenamente eccitanti:

“Ahhhh bevi tutto cagnetta! Dai, brava che sei! Con tutta la sborra che bevi ti dovrebbe uscire anche dagli occhi!”

 

Con la faccia impiastricciata mi stesi sulla moquette con le chiappe sfondate dal dottore che aveva resistito e stava ancora stantuffando; Marcello e zio Bruno a guardare la scena e incitare il loro amico a riempirmi.

Con il suo profilattico sarebbe stato impossibile.

Un ultimo colpo di reni e anche lui venne godendo come un maiale.

“Godo! Ahhhhh!!!”

 

Anche lui si stacco’ da me, ma io rimasi in quella posizione, sudata e accaldata..

Con una mano cominciai a titillarmi il clitoride cercando di godere ancora una volta; era una sensazione diversa dal solito, non avevo una goccia di sperma nella fica ma ero bagnata e lubrificata.

Marcello prese lo speculum del dottore e lo infilo’ nel mio culetto.

“Non ne ha mai abbastanza… ma questo coso si apre?”

 

Gianfranco si stava pulendo al piccolo lavandino dietro il paravento, si affaccio’ e spiego’ come aprire lo speculum; Marcello non perse tempo e io mi sentii il buco del culo letteralmente spanato!

Anche zio Bruno venne a vedere e incitava Marcello ad aprilo di piu’.

Godevo.. Godevo.. Godevo!

Venni quasi subito ma non feci in tempo a respirare che quello speculum mi fu infilato nella fica per un altro giro.. non so dire chi lo stantuffasse dentro, certo era che tutti e tre stavano guardando e commentanto.

“Che fica slabbrata..”

“Davvero!”

“Ma quanti gliene date di cazzi?”

“I nostri, anche insieme nella fica.. poi suo fratello quando viene e qualche altro..”

“Qualche altro?”

“Ah, il postino! Lui viene apposta presto, cosi’ si fa fare un pompino.. e anche l’idraulico! Ma quello se la chiava soda, altro che pompino!”

“E quando è venuto quello del contatore della luce?”

“Vero! Questa maialina si è fatta trovare nuda con un vibratore in mano.. quello non ci ha visto piu’ e l’ha chiavata sulla porta di casa!”

“Pero’..”

“E sai che fa sull’autobus?”

 

Quella storia la conoscevo bene.. andare in giro senza mutandine e senza reggiseno era davvero eccitante, mi ero scoperta ninfomane e sgualdrina fin nel midollo; sull’autobus ci andavmo tutti e tre insieme e quando c’era tanta calca mi toccavano dappertutto. Succedeva che anche altri passeggeri, di solito persone anziane – sceglievamo orari per evitare i giovani e gli studenti -, ci vedessero e allungassero le mani.

Le loro espressioni quando scoprivano che ero nuda e bagnata erano impagabili.

Una volta un signore molto anziano mi ha infilato il suo bastone da passeggio sotto la gonna, chiavandomi.. 

Mentre un altro signore, che non ricordo, mi ha infilato dieci euro nella fica!

 

“Insomma, si scoperebbe qualsiasi uomo!”

“L’hai detto!”

“E sta a casa tua?”

“Si. Dorme con me, e con Marcello quando c’e’.”

“Facciamo un bel panino, con lei nel mezzo a prenderli tutti..”

“Dovete tornare a trovarmi piu’ spesso..”

 

Avevano finito di massacrarmi la fica con lo speculum, avevo goduto ancora e ancora ed ero nuda sulla moquette..

Mi alzai e andai a sciacquarmi per poi rivestirmi.

Li sentivo ridere e chiacchierare.

Chiesi informazioni sulla mia gravidanza.

“E’ tutto in regola, ma è meglio vederci spesso per controllare il decorso e fare qualche analisi del caso. Dovremo fare anche una bella palpazione del seno..”

“Ma senti questo maiale! EhEhEhEh!”

“Ma io sono un medico! Ho il diritto di palpare bene le mie pazienti, soprattutto se sono giovani e belle e con due tette cosi’ grandi!”

 

Ci salutammo e tornammo verso la macchina.

Mi sedetti dietro perchè volevo allungare le gambe, Marcello si offri’ di farmi da cuscino; mentre tornavamo c’era il solito traffico e Marcello allungo’ le mani sulle mie tette, decantandone la bellezza.

“Che ne dite se andiamo al ristorante stasera?”

“Si!!”

 

Ci sarebbe voluto un po’ di tempo per arrivare al ristorante, quindi mi misi comoda e tirai giu’ la zip sul davanti del mio vestito, in modo da lasciare uscire le tette che Marcello avrebbe palpato fino al ristorante.

Con le sue mani ci sapeva proprio fare e, come un riflesso, allargai le gambe per giocare un po’ con il clitoride.

Ero cosi’ stanca che il dondolio della macchina mi fece assopire… 

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