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Racconti erotici sull'Incesto

Per una volta ho chiavato mia sorella Michela

By 22 Luglio 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

‘Michela hai portato i due cd alla tua amica? ‘
‘Si ci sono andata ieri e ti ringrazia’
Mia sorella è quella che ogni fratello desidera una ragazza non rompipalle e all’occorrenza una ottima complice, siamo gemelli ed esiste fra noi una sorta di mutua assistenza che ci porta ad aiutarci a soffrire e gioire spontaneamente senza regole ed interessi particolari siamo come guidati da un istinto naturale puro e sincero fin dalla nascita.

Come tutte le mattine ci stiamo preparando per andare a scuola, è la solita routine, si ripete ogni giorno con una consueta regolarità ben programmata e definita al secondo…. prima l’uso del bagno poi la seguente vestizione, infine la colazione e per ultimo la camminata verso la fermata del bus una sorta di rito che ci accompagna fin dai tempi della scuola elementare e si protrae nell’arco degli anni fino ai giorni nostri, in completa libertà, indipendenti, e soprattutto autonomi senza l’assillo dei genitori.

Non si tratta di una scelta imposta dalla nostra volontà ma di un puro semplice calcolo di tempi dovuti ai lavori di nostra madre e nostro padre e mentre la mamma è impegnata in turni massacranti presso l’ospedale cittadino, papà e sempre in giro per il territorio nazionale a bordo del suo camion.

Michela smangiucchiando una ciambella è già è al telefono con la sua amica del cuore, mi chiedo perché la cosa non mi sorprende dal momento che sta usando il mio cellulare, la guardo con aria leggermente scocciata, ma non ho il tempo di dire nulla, la sua sagacia nel prevenire i miei rimbrotti è veramente proverbiale.
‘Fratellino, ho preso una ciambellina anche per te tieni pulcino’ il tutto accompagnato da un sorriso disarmante e da una voce squillante.
‘Michela se tu non fossi mia sorella ti sculaccerei’ una frase gettata lì in forma simbolica ma che comunque dimostra tutto il bene e l’amore che provo per lei.

La bella giornata di primavera tiepida e luminosa è un invito a tutto eccetto che andare a scuola, mia sorella cammina davanti a me e sculettando nei suoi jeans si addentra nella ressa degli studenti, e come per magia sia perché quello è il nostro ultimo anno ma sopratutto perché è una bella ragazza tutti le cedono il passo, lasciando dietro di se un brusio di commenti di ammirazione e d’invidia.

Il mio amico Sandro mi viene incontro preoccupato.
‘Marco ho l’interrogazione di scienze e non so un cazzo’
‘E a me che me ne frega? Sono cazzi tuoi’
‘Dai Marco bigiamo la scuola ed andiamo in sala giochi’
‘Ma dai Sandro e terza volta che ti seguo ora basta dai!!! poi mia madre mi fa delle seghe per tutte queste assenze’
‘Dai l’ultima volta’
So che è sbagliato e non vorrei farlo ma Sandro è il mio migliore amico e per l’ennesima volta lo seguo in questa sua debacle scolastica.

Mentre lui è impegnato con una Slot Machine io ripasso alcune pagine di scienze dal momento che domani verrò sicuramente interrogato, sono intento nella lettura quando una mano si appoggia sulla mia spalla, mi giro di scatto e mia sorella Michela ridendo dice.
‘Anche tu qui fratellino’
rimango sorpreso e anche un poco arrabbiato
‘Ma perché hai bigiato le lezioni? ‘ le chiedo con aria severa.
Lei guardandomi divertita non si scompone
‘Avevo il compito di matematica, e tu brutto stronzo allora che ci fai qui?’
Per un attimo ci guardiamo negli occhi poi scoppiamo in una risata.
‘Ma dai Michela…..tu non devi fare sboccia alle lezioni se la mamma lo sa s’incazza’
‘Se non glielo dici tu lei non saprà nulla’
La sua risposta e semplice ma vera.
‘Ok, dai Michela prendiamo l’autobus ed andiamo a Marina di Ravenna, almeno siamo sicuri di non incontrare nessuno’
‘OK ci sto’

Saluto Sandro intento a dissanguarsi con una di quelle dannate macchinette ed assieme a mia sorella saliamo sul Bus numero 70 con destinazione la zona balneare.
Il mare è calmo, il tepore del sole dopo la pausa invernale da una sensazione di benessere e libertà il tutto ci colpisce direttamente dandoci una voglia di correre per la spiaggia di toglierci da dosso il peso dell’inverno.

Abbraccio con forza mia sorella lei mi guarda e sorride.
‘Proprio come due fidanzatini ehh!!’ la sua voce e da classica presa in giro.
‘Si cara sorellina come due fidanzatini’ rispondo io nello stesso tono.

Facciamo un lungo tragitto a ridosso del bagnasciuga rimanendo muti e silenziosi la luce dirompente del mattino ci fa godere di queste immagini dalle tinte gentili e soft, sento Michela stringersi ancora più forte a me, le sue mani cercano le mie ed insieme corriamo per la spiaggia .
Lei non dice nulla ma chissà quali pensieri e sensazioni passano per la sua testolina istintivamente la bacio sulla guancia, lei si ferma e mi accarezza il volto e a sua volta alzandosi in punta dei piedi mi bacia…ma non sulla guancia sulla bocca.

‘Che c’è sorellina hai bisogno di coccole’

Rimango perplesso e scombussolato, lei si rende conto che la sua azione non ha avuto l’effetto voluto pertanto ripete l’azione con decisione, sento una vibrazione improvvisa e una leggera eccitazione prendermi, fra me e me penso.
‘Cazzo mia sorella mi ha baciato sulla bocca e mi è piaciuto….. ma che cosa mi piglia?’

Lei e davanti a me sorridente che mi fissa divertita, l’osservo con occhio indagatore in un attimo vedo quello che per anni non sono riuscito a catalizzare, una ragazza carina con una coda di cavallo bionda, un seno piccolo ma ben fatto un corpo aggraziato e sensuale, sento scattare dentro me un cataclisma di strane sensazione di voglie represse di desideri immorali ora sono io che mi avvicino e poso le mie labbra sulle sue in un bacio sensuale.

Le nostre lingue si toccano s’intrecciano in un vorticoso balletto la mia eccitazione è evidente al punto che una coppia di nostri coetanei passandoci accanto ridono e il ragazzo rivolto a me dice con fare sarcastico.
‘Amico ti conviene calmarti altrimenti la metti incinta’
Michela ride della battuta ma il tutto dura una frazione di secondo, quando le mie mani accarezzano il seno e i glutei in profondità la sua libido la fa gemere di piacere.

‘Marco mi sto bagnando la passera’

Questa sua frase mi fa salire la pressione a mille…. ho voglia, una voglia tremenda di scoparmi mia sorella, il mio cazzo preme sulla stoffa dei jeans e pulsa fortemente velocemente ci dirigiamo verso le cabine di uno stabilimento balneare, sono tutte chiuse ma alla fine riesco a trovarne una aperta probabilmente forzata da qualche extracomunitario in cerca di un riparo, entriamo nell’angusto locale le mie mani spogliano mia sorella nella fretta e nell’impazienza smaglio i collant di Michela le sfilo le mutandine di pizzo nere lasciandola nuda dalla vita in giù con occhio indagatore controllo per un’ultima volta che nessuno ci disturbi poi le mie mani accarezzano le sue cosce, il suo inguine, con avidità le infilo le mani sotto il maglioncino alla ricerca delle tettine le sollevo il reggiseno senza sganciarlo mi approprio del suo petto con bramosia appoggio le mie labbra su quella parte anatomica che il freddo ha fatto inturgidire, i suoi capezzoli diventano piccoli e raggrinziti, la mia bocca succhia lecca e morde i rosei bottoncini con cupidigia, mentre la cerniera dei miei jeans viene slacciata sento l’aria fresca solleticarmi il cazzo le sue mani manipolano la mia cappella e lo avvolgono in tutta la sua lunghezza, il volto di mia sorella è trasfigurato i suoi occhi esprimono libidine allo stato puro.

‘Dai fratellino bravo cosi… dopo me lo metti dentro la figa, vero?….dai porco toccami la passera ho bisogno di sentire qualcosa dentro voglio che tu mi riempia la pancia di sborra’

Non me lo faccio ripetere due volte violo l’ingresso della parte più sensibile del suo corpo scivolando dentro di lei, un mare di umori caldi e ribollenti avvolgono le mie dita e in breve tempo ho le mani che colano prodotto vaginale.
‘Cosi Marco dai dai….cosi… senti come sbrodolo fratello, sono una porca e tu un maiale perché vuoi chiavare tua sorella ‘

Michela sembra aver il senno dalla sua bocca escono frasi e parole che eccitano la mia libido portandomi su valori eccelsi di perversione le rispondo chiamandola troia, vacca, puttanella, in perfetta sintonia con il suo linguaggio

Il posto limitato m’impone come unica posizione quella seduta Michela si siede sopra me posizionandosi con delicatezza sul mio pene sento le pareti della figa aprirsi delicatamente il mio cazzo scivola con facilità dentro il suo utero, il suo saliscendi diventa prima come un massaggio per il mio uccello poi man mano che la lubrificazione si accentua il ritmo s’impenna e diventa sempre più ossessivo sento dolore ai testicoli la prego di attenuare l’andatura, ma lei in piena estasi erotica non sente minimamente la mia preghiera, mi trovo costretto a guidarla tenendola per i fianchi ad una cadenza più accettabile, siamo stretti avvinghiati fusi in unico corpo ci baciamo incitandoci a vicenda poi una sensazione di calore parte dai nostri inguini e s’irradia per tutto il corpo, è uno stimolo e una sensazione sublime che dalle nostre viscere ci pervade simultaneamente, vengo dentro la pancia di Michela con un urlo liberatorio seguito da un suo rantolo di piacere, provo una gioia immensa ad averla posseduta, la sensazione di potere e godimento quando le sono venuto dentro è stata la sublimazione del dominio su di lei, il piacere eccelso di sentire la sua carne vibrare fra le mie dita mi ha elevato per un attimo a depositario unico del suo corpo

Per alcuni minuti il mio corpo rimane inanimato stremato, stanco,accanto al suo ma meravigliosamente felice, poi con infinita lentezza le pulisco i residui biologici del mio seme dalla sua vagina godendo intimamente di questo rapporto nato per puro caso in una mattina di Marzo inoltrato, ci guardiamo rilassati con affetto e con amore, il suo sorriso mi dona felicità i teneri baci che ne seguono sono come l’ ultimo sigillo di un episodio che rimarrà isolato e di conseguenza irripetibile per nostra comune volontà.

Quella che può sembrare una storia raccontata in fretta e furia è invece la cronistoria dell’unico rapporto sessuale avuto con mia sorella cinque anni fa quando facevamo l’ultimo anno di liceo.
Ora siamo tutti e due sposati e dopo quell’avventura non si sono verificati altri rapporti incestuosi anche se a volte ritrovandoci da soli lontani da occhi indiscreti non disdegniamo di ricordare quegli attimi di passione accompagnati da qualche palpeggiamento non proprio fraterno.

A novembre la seconda parte. LA SVEGLIA
La porta della mia camera si aprì improvvisamente, Michela con un sorriso smagliante disse.

‘Fratellino mi accompagni al mercato debbo fare delle compere’

Nella semi oscurità della stanza le persiane socchiuse irradiavano un fascio di luce su mia sorella mostrando una figura piacevole e delicata.

Erano passati molti mesi quando una mattina di marzo sulla spiaggia di Marina di Ravenna avevamo fatto l’amore in una cabina di uno stabilimento balneare incustodito e nonostante ci fossimo ripromessi di non ripetere più quell’esperienza la tentazione di riprovare ci aveva sorpreso diverse volte con sensazioni e desideri morbosi.

La guardai sorridendo memorizzando nel arco di una frazione di secondo la sua figura snella e sinuosa, sospirando pensai che forse avrei dovuto concentrarmi su altre cose per allontanare i pensieri poco fraterni che in quel momento mi frullavano in testa…..ma Michela era molto carina e questo indubbiamente non facilitava la cosa.

Sicuramente se il rapporto di consanguineità che ci legava non ci avesse frenato lei sarebbe stata tutto quello che normalmente un ragazzo desiderava in una ragazza……la dolcezza, la sensibilità, e la bellezza, un insieme di doti che la rendevano desiderabile ed unica.

Con voce suadènte disse.
‘Dai pigrone alzati e andiamo fuori abbiamo tutto il tempo che vogliamo, mamma e papà sono andati su in collina e tornano stasera, perciò siamo liberi di fare quello che vogliamo”.

Poi avvicinandosi al letto con aria sbarazzina fece una rapida giravolta la sua gonna pieghettata si sollevò mostrando per un attimo alla mia vista il candore delle cosce coperte dai collant.
‘Ti piace la mia mini stile studentessa del college’
La sua risatina maliziosa mi fece capire che tutto quello che era accaduto era stato fatto volutamente.

Sbattendo le mani le feci capire che avevo apprezzato lo spettacolino e stirandomi sotto le coperte le risposi.

‘Michela sai che sei un poco zoccoletta, e poi……sorellina sono le nove del mattino di una giornata senza scuola e tu vieni a rompermi le palle…ma daiiii’

Fingendosi arrabbiata ed improvvisando la scena del musetto triste si sedette sul letto e con un tono di voce sconsolato disse.

‘Sei cattivo con me’

Avevo capito il suo giochetto da furbetta e fingendomi a mia volta dispiaciuto le accarezzai le guance e le sussurrai ‘Scusami tesoruccio…..mi perdoni?”.

‘Allora fratellino mi accompagni’

‘Ma si…. lo sai che tu mi fai fare tutto quello che vuoi’
Si stese sul letto accanto a me e fissandomi negli occhi disse.

‘Fratellino scopiamo?’

Per un attimo il cuore mi balzò in gola, poi pensai che lei stesse continuando quel gioco astruso e provocatorio iniziato con il suo arrivo in camera mia e spontaneamente le risposi.

‘Ok sorellina apri le gambe che ti monto’
La mia risposta la sorprese e la sua loquacità ebbe un attimo di esitazione, ma si riprese subito ribattendomi.
‘Vabbe!!!!… facciamo dopo fratellino’

Sculettando usci dalla camera con il solito sorrisetto malizioso sulle labbra.

AL MERCATO
Le bancarelle degli ambulanti erano una calamita per mia sorella, veniva attratta specialmente da quelle che riguardavano abbigliamento ed accessori femminili, la paghetta che i nostri genitori le davano settimanalmente praticamente spariva nell’arco di un ora ed anche quel sabato come da copione mi ritrovai a sovvenzionarla per quello che doveva essere l’ultimo acquisto….un paio di Stivali.

Michela guardandosi allo specchio disse.

‘Fratellino cosa ne pensi mi calzano bene?’
‘Si, Michela sono molto belli’

‘Ok allora li compero’

Mia sorella sotto questo aspetto assomigliava molto a mia madre, fortunatamente mio padre riusciva a mettere un freno ad entrambe.
Michela si sedette sopra uno sgabello della bancarella, sfilandosi uno stivale ma ebbe un attimo di esitazione.

‘Marco mi aiuti a toglierli’
Sorpreso della sua richiesta, mi resi conto che la sua domanda aveva un secondo fine lei allungò le gambe verso me e nel fare questa mossa volutamente le allargò dandomi la possibilità di scrutare fra le pieghe della gonna le sue intimità.

Istintivamente mi scappò da ridere e senza pudore le dissi.
‘Ma dai Michela smettila, ti ho visto anche le tonsille’

Lei ridendo della mia battuta le allargò maggiormente infischiandosi della gente che passando osservava divertita il siparietto, il proprietario della bancarella infastidito dal nostro comportamento ci prego di comportarci correttamente.

Indubbiamente questo piccolo spettacolino aveva attirato l’attenzione di molti e fra questi anche quella del mio amico Sandro che guarda caso quella mattina si trovava anche lui al mercato.

‘Oh!!! ragazzi ma cazzo state facendo? Te lo giuro Amico tua sorella mi ha fatto eccitare’

Sbuffando ed imprecando lo guardai seccato,
“Ma smettila Sandro non rompere”
Accidenti ci mancava pure lui.

‘Ma dai siamo amici, sono rimasto sorpreso da Michela e da te… hei!!! fra!!!…. mica farai delle sozzerie con tua sorella?’

Lo guardai con aria di sufficienza
‘Ma non dire cazzate Sandro’

‘No, perché se è cosi vorrei partecipare pure io’

Il dialogo continuò per ancora alcuni minuti con discorsi senza senso, ed alla fine ci accordammo che ci saremmo visti il giorno seguente allo stadio.

Sandro mi salutò e con ammirazione e desiderio fissò mia sorella.
‘Ciao ragazzi!!! ci vediamo…. ciao Michelina……belle le tue mutandine di pizzo se hai bisogno telefonami’
Lo guardai scuotendo la testa e senza mezzi termini lo mandai a cagare.

FRA LE MURA DI CASA
Durante il tragitto di ritorno Michela si comportò stranamente, facemmo un pezzo di strada mano nella mano poi si strinse a me con voluttuosità, la cosa non m’imbarazzò minimamente anzi provai una sorta di piacere vecchie pulsioni e strane voglie riaffiorano improvvisamente ed avvicinandoni al suo orecchio e le sussurrai.

‘Michela ho voglia di scoparti’
Lei senza nemmeno voltarsi rispose.
‘Anch’io fratellino’

Fu una corsa verso casa, il passo da lento e cadenzato diventò veloce e arrembante.

Aprimmo la porta d’ingresso ed entrammo in casa lasciando dietro noi una scia d’indumenti per poi finire sul divano del soggiorno con solo la biancheria intima.

Stava ricominciando un gioco interrotto otto mesi ma mai dimenticato e desiderato da entrambi.

Sollevai mia sorella di peso e la portai nella camera dei nostri genitori.

‘Mha!! Marco se ne accorgeranno’
Non ricordo bene cosa altro aggiunse ma le risposi di non pensarci.

Affondai il viso fra le sue gambe.
Lei sollevò il bacino per meglio offrirsi.

‘Si!!!!! cosi porco ti piace l’odore della mia figa’

‘Sei una troia Michela, una vacca’

Le sue Mutandine trasbordanti di umori vischiosi stimolarono la mia fantasia e gli odori che ne impregnavano il sottile tessuto erano cosi eccitanti e sensuali, che rischiai di venire dentro gli slip dal piacere.
Mi avvicinai da dietro l’abbracciai, le carezzai i fianchi poi la mia mano si infilò sotto il reggiseno.
Il capezzolo era turgido, glielo strizzai fino a farla gemere infilai una mano dentro le mutandine a carezzare la figa umida, lei allora le sfilò poi, girandosi verso di me e con un filo di voce mi disse di spogliarmi. Eseguii in un attimo mentre lei si toccava e gemeva di piacere.
Non si sdraiò ma si mise a quattro zampe con le gambe bene aperte. Vedevo il suo ciuffetto dei peli pubici e la zona più scura in mezzo alle gambe. Capii cosa voleva, la raggiunsi e mi inginocchiai dietro di lei. Le natiche erano bene aperte, feci scivolare l’uccello per tutta la lunghezza del solco procurandole gemiti di piacere poi, appoggiai la punta all’ingresso della passera e spinsi.
La sua carne si aprii alla mia pressione poi mi sentii risucchiare dentro. Arrivai in fondo e mi fermai.

“Dai fratellino… vuoi farmi morire…scopami maiale”

Iniziai a dare colpi e coadiuvato dai movimenti del suo bacino arrivai velocemente al culmine e iniziai a schizzare il mio piacere nella profondità della sua pancia per poi accasciarmi su di lei.

Esausti rimanemmo immobili l’uno accanto all’altra con delicatezza le baciai le labbra, sapevano di buono accarezzai il suo volto rilassato e candido come l’alabastro, poi appoggiai il mio capo nell’incavo della sua ascella e ci addormentammo in un sonno ristoratore avvinghiati come due giovani amanti.

Per la seconda volta io e Michela avevamo infranto il tabù dell’incesto e per la seconda volta il mio seme era finito dentro il suo utero la sensazione di benessere e d’amore fu maggiore della volta precedente….. ma questa volta non ci furono le promesse di non ripetere la cosa, anzi con le dovute cautele continuammo in barba ai divieti e ai tabù di una società falsa e bigotta che imponeva il divieto dell’amore fisico fra fratello e sorella a dispetto dei loro sentimenti e della loro libertà.

I racconti dell’incesto N.19

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